Una relazione dettagliata, quella stilata
sulla base degli accertamenti svolti dai carabinieri del Noe di Perugia e dai tecnici Arpa Umbria sulle attività dell’inceneritore Terni Biomassa di Maratta. Dalle carte –
seguite dalla diffida inoltrata dalla Regione Umbria all’azienda
– emergono rilievi precisi, circostanziati e soprattutto preoccupanti,
legati agli aspetti ambientali e operativi. Tanto che nella giornata di
giovedì il sindaco Di Girolamo avrebbe preso la decisione di imporre lo
‘stop’ all’impianto.
Rifiuti ‘fuorilegge’ Secondo quanto ricostruito
dagli inquirenti, nel periodo preso in esame, l’inceneritore della
ravennate Terni Biomassa Srl avrebbe bruciato ‘pulper da cartiera’ con
un tasso di umidità, nichel, arsenico e cromo oltre i limiti consentiti
dalla legge. E non solo, rispetto alle quantità di rifiuti autorizzate
per il ‘recupero energetico’ – 100 tonnellate al giorno e 3 all’ora – ne
sarebbero stati incenerite molte di più, fino a 170 tonnellate
giornaliere e 7 all’ora.
Scarichi nel Nera Altri rilievi riguardano le aree
di stoccaggio, non autorizzate e prive degli appositi cartelli, ma anche
lo smaltimento delle ceneri del ‘pulper’, «attribuendo alternativamente
codice a specchio per qualifica rifiuti, da ‘pericoloso’ a ‘non’».
Secondo i tecnici dell’Arma dell’Arpa sarebbero poi state scaricate
sostanze pericolose nel fiume Nera «con presenza di rame superiore ai
limiti tabellari massimi».
Nell’aria Nelle carte degli inquirenti c’è finita
anche la realizzazione di un punto di emissione in atmosfera, senza
autorizzazioni, con il «superamento dei limiti previsti per le polveri,
il carbonio organico totale, monossido di carbonio, ossidi di azoto e
biossido di azoto». Allo stesso modo lo strumento di ‘misurazione
emissioni’ sarebbe stato tarato «in modo da non consentire la verifica
della presenza di sostanze inquinanti». Circa l’impianto di combustione,
infine, sarebbe stato associato il codice ‘fermo’, mentre dal controllo
registri carico/scarico rifiuti «veniva accertata l’alimentazione
dell’inceneritore».
Le sanzioni A fronte dei rilievi, l’autorità ha
emesso sei sanzioni amministrative – per un totale di 19 mila euro
– «per il superamento dei limiti di scarico di sostanze non pericolose,
per non aver eseguito i calcoli relativi alla media giornaliera delle
emissioni in atmosfera e per il mancato adeguamento dello strumento di
misurazione dell’ammoniaca».
fonte: http://www.umbriaon.it