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Comunicato stampa “C’E’ RESILIENZA E RESILIENZA”

 










“C’E’ RESILIENZA E RESILIENZA”

Il giorno 13 aprile 2021 il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria ha respinto l’ennesimo ricorso presentato da Agri Flor s.r.l. avverso il provvedimento, con cui il Comune di Perugia, in data 31 agosto 2017, ha rigettato l’istanza di sanatoria della stessa Azienda, intesa alla regolarizzazione di vari interventi edilizi da essa realizzati in difetto di titolo abilitativo, intimando, al contempo, la rimessa in pristino dello stato dei luoghi. Tale sentenza, ovviamente, nel confermare la legittimità dei provvedimenti demolitori emessi dal Comune di Perugia, sottintende che resti valida l’intimazione alla demolizione degli abusi edilizi, pena una sanzione pecuniaria da 2000 a 20000 euro in aggiunta alla demolizione che va comunque eseguita, eventualmente in maniera forzata dal Comune, ma a spese dell’Azienda.

Nel frattempo, l’Azienda continua imperterrita a lavorare rifiuti nel centro abitato di Villa Pitignano, nonostante le molteplici sentenze avverse ne abbiano altresì riconosciuto l’incompatibilità urbanistica, nel prevedere che l’autorizzazione al trattamento dei rifiuti non opera, in questo caso, come variante urbanistica automatica di P.R.G.. Pertanto l’area, dove viene svolta l’attività di stoccaggio e compostaggio rifiuti da parte di Agri Flor, resta di particolare interesse agricolo e come tale è incompatibile con detta attività.

Allora, si torna a chiedere a Regione e Comune di Perugia: a quando una “sana” delocalizzazione dell’impianto in area compatibile con la peculiarità della produzione, magari in una prospettiva di grande sviluppo e conseguente creazione di nuovi posti di lavoro?

L’era dei recovery fund potrebbe essere l’occasione opportuna per favorire tale delocalizzazione e, con essa, l’effettiva tutela di ambiente, salute e lavoro.

Lungi dal far chiudere aziende e pregiudicare chi lavora, è questa, infatti, la nostra “resilenza”, nell’obiettivo positivo di valorizzare attività, che seppure insalubri per legge, potrebbero ricostruirsi e valorizzarsi in siti “ambientalmente” adeguati.

Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano Ponte Felcino Bosco e Ramazzano

WWF Perugia


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Micropolis: ComitatoAntipuzza - un'arroganza da fa venire la nausea di Luisa Lattes

 


fonte: Micropolis

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Vertice nascosto dell’Amministrazione Comunale su Agriflor del 22-12-20.

 















Con sgomento e tanta preoccupazione apprendiamo del vertice tenutosi, all’insaputa dei cittadini, il giorno 22 dicembre 2020 alla presenza di assessori e tecnici comunali circa la questione Agriflor, e segnatamente circa le posizioni e i provvedimenti eventuali che l’Amministrazione Comunale dovrà prendere in merito alla presentazione, da parte dell’Azienda Agriflor, dell’ennesimo progetto di adeguamento alle BAT. Il problema non è, ovviamente, che l’Amministrazione prenda posizione in merito, ma che sembra lo abbia fatto attraverso una discussione oziosa e fondata su argomenti fumosi, cosa che potrebbe preludere ad un parere favorevole all’accoglimento dell’istanza di Agriflor, nonostante che varie Associazioni territoriali, il Comitato Antipuzza, Italia Nosta, WWF, Movimento Difesa del Cittadino e singoli cittadini, cui ancora sta a cuore il benessere ambientale della nostra Regione, abbiano appena presentato diffida dall’approvare il progetto. Diffida firmata anche da un professionista di comprovata competenza in materia di salvaguardia ambientale, contenente ampie e argomentate osservazioni fortemente negative circa il nuovo progetto e, in genere, circa la presenza stessa dell’Azienda sul territorio di Villa Pitignano.

Nonostante le numerose diffide regionali, le ingiunzioni di demolizione di opere abusive, i procedimenti giudiziari, alcuni dei quali ancora in corso, l’Azienda Agriflor continua pervicacemente ad insistere in mezzo a case, scuola e negozi, in un’area agricola di pregio, non compatibile da PRG con il trattamento di rifiuti che svolge, tentando inutilmente di adeguarsi alle normative vigenti.

Da tempo, ormai, il Comitato Antipuzza, e con esso molte altre voci di cittadini stanchi, sostiene che l’unica vera e seria soluzione del problema è la delocalizzazione dell’Azienda, se non addirittura la cessazione della sua attività. Cessazione che la Regione avrebbe già dovuto ingiungere, a fronte dell’inidoneità urbanistica dell’area ad ospitarla, invece che continuare a valutare continui suoi progetti di presunto adeguamento alle norme urbanistiche.

O ancora dobbiamo sopportare l’ennesimo coro di ipocrite lamentele circa i posti di lavoro che si potrebbero perdere o circa un’attività imprenditoriale di vecchia data che si vorrebbe inopinatamente ostacolare causando un presunto danno all’economia regionale? Ipocrite, sì, perché forse il Comune, per salvare poche unità lavorative (basterebbe poco contribuire ad una ricollocazione di poche persone!) ed un’Azienda che insiste di rimanere dove non poteva essere autorizzata sin dall’inizio (1988), preferisce danneggiare un’intera comunità, un danno che non si limita – si badi – alla sola Villa Pitignano, ma affligge tutti gli altri paesi del circondario, a causa delle ferite inferte alle acque (delle falde e del Tevere), ai terreni (per gli sversamenti), all’aria (per l’acclarato inquinamento olfattivo). E perché, allora, le Amministrazioni Comunali (di qualsiasi colore!) non sono mai intervenute in modo risoluto e definitivo per costringere quel povero imprenditore “perseguitato” a risolvere una volta per tutte il problema? O per assicurare ai lavoratori di quell’Azienda che si vorrebbero “ridurre sul lastrico” condizioni di lavoro più salubri? Invece mai un adeguamento effettivo, mai una riconversione produttiva (forse giudicata troppo costosa? O inopportuna per qualche politico locale?) per renderla finalmente aderente alle normative e alle leggi dello Stato, come pure del resto ai Piani Regolatori e alle Direttive pur vigenti di Comune, Provincia e Regione!

Dunque, con tutta la forza della nostra esasperazione, gridiamo “BASTA”, perché è ora di finirla con l’arroganza del potere.

In fondo non chiediamo molto: vogliamo solo che i nostri amministratori operino onestamente e nell’interesse dei cittadini piuttosto che di un unico privato!


Il Comitato Antipuzza di Villa Pitignano, Bosco e Ramazzano WWF Perugia

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COMUNICATO STAMPA: Nessuno ci tutela!



I sottoscritti Comitati e Associazioni, a tutela di salute e ambiente, manifestano tutta la loro solidarietà a Goffredo Moroni, presidente del Comitato I Molini di  Fortebraccio di Ponte Valleceppi,  per l'odiosa aggressione subita ieri 20 dicembre, davanti all'azienda Agriflor, a Villa Pitignano, per le battaglie  ambientali che da anni sta portando avanti nel territorio perugino.
Chiedono alle Istituzioni e alle forze dell'ordine, Tutte, di tutelare l'ambiente, la salute e le persone che generosamente vi si prodigano.
Ricordano, inoltre, che il Comitato Antipuzza  di Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano si è costituito parte civile in numerosi procedimenti penali, per abusi edilizi e violazioni autorizzative a carico di Agri Flor, che, stante l'incompatibilità urbanistica a trattare rifiuti ove oggi è localizzata, a ottobre ultimo scorso, ha visto rigettare, dalla Regione, l'ennesimo  progetto di adeguamento.
Quando le aziende, che lavorano rifiuti sono ubicate in area inidonea, vicino a scuole, centri abitati ecc., è dovere di Comune e Regione adottare provvedimenti, anche delocalizzativi, a tutela della pubblica salute e qualità della vita.
Prendono atto, dalle ultime notizie di cronaca, che la nostra Regione esige più attenzione, anche da parte della Magistratura,  nel settore rifiuti.



WWF Umbria

Comitato I Molini di Fortebraccio

Comitato Antipuzza Villa Pitignano Ponte Felcino Bosco e Ramazzano

Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

ISDE Umbria 

Comitato Salute Ambiente Calzolaro Trestina Altotevere Sud

Comitato per la salvaguardia dell'ambiente di Bettona

Comitato di Via Protomartiri Francescani di Santa Maria degli Angeli

Comitato Ambiente di Gualdo Cattaneo

Il Gruppo Ecologista il Riccio di Città della Pieve

Agriflor: Nuova “Arrampicata Sugli Specchi”!




Nuova incursione di Agriflor nel campo tortuoso dei cavilli giuridici, nel tentativo – sempre più ai confini tra l’arroganza e la disperazione! – di rimandare il più possibile l’inevitabile: la delocalizzazione, se non la chiusura, dell’azienda, unica misura adottabile per sanare definitivamente una situazione irrimediabilmente illegale e potenzialmente pericolosa per la salute pubblica. L’azienda ha infatti richiesto (con apprezzamento da parte della Regione) un “parere” tecnico al prof. avv. Angelo Clarizia del Foro di Roma (nientemeno!) “in ordine all’efficacia in termini di variante automatica, al piano regolatore comunale, del provvedimento con il quale viene rilasciata e/o modificata l’Autorizzazione Integrata Ambientale…” (il riferimento è all’AIA n. 2917 del 6/7/15 rilasciata dalla provincia di Perugia). Naturalmente, dall’alto della sua competenza ed esperienza professionale e – si suppone – accademica, il professore si profonde in tutta una serie di argomentazioni suffragate da citazioni, articoli di legge, sentenze di una lunga letteratura pregressa per giungere a… dar ragione (sostenendo che l’autorizzazione integrata ambientale opererebbe come variante automatica per gli impianti “preesistenti”), ad Agriflor che, tra il 2016 (ricorso n. 325) e il 2017 (ricorso n. 9) aveva impugnato davanti al T.A.R. dell’Umbria le determinazioni e le prescrizioni di Regione, Provincia e Comune emanate durante l’anno 2016 contro Agriflor, tutti ricorsi sistematicamente e inequivocabilmente rigettati dal T.A.R.! Né evidentemente ha per il Luminare alcun fondamento giuridico la delibera del Comune di Perugia (la n. 59 dell’11 giugno 2018) che respinge il progetto di variante al PRG presentato da Agriflor, adducendo comprovate argomentazioni (e fondate ragioni appunto giuridiche) di natura urbanistica e ambientale-paesaggistica (estrema vicinanza all’abitato, contesto agricolo di particolare interesse, l’insistenza su zona soggetta ad esondazione del Tevere e a salvaguardia paesaggistica dei corsi d’acqua, ecc.).

L’egregio professore ignora dunque il particolare forse per lui trascurabile che l’azienda sorge, nel centro abitato di Villa Pitignano, su terreno agricolo di pregio e su una zona sottoposta a vincolo ambientale! Invece, con il suo pur esimio parere, di fatto avalla la presentazione, cui l’azienda ha già del resto provveduto, dell’ennesimo progetto di ristrutturazione degli impianti, che trasformerebbero l’azienda in una specie di Disneyland della produzione del compostaggio, una ipotesi talmente virtuale che altrimenti ci si dovrebbe chiedere perché, con tutti i soldi che occorrerebbero, l’azienda non preferisca più semplicemente andare da un’altra parte! No: l’azienda e il suo perito legale di parte gradiscono piuttosto ingigantire la prospettiva di pericolo ambientale!!! Da non credere…

E tuttavia, nonostante l’encomiabile tentativo (certamente ben ricompensato) di tal perito (di parte), si tratta di un parere ampiamente superato dalla Sentenza del Consiglio di Stato dell’11 ottobre 2018, che rigetta in toto l’impugnazione, da parte di Agriflor, della sentenza del T.A.R. dell’Umbria, una sentenza, peraltro, che lo stesso professore vorrebbe contestare!

Allora ci chiediamo, da modesti cittadini che vorrebbero solo vivere nel rispetto della legalità e della salubrità dei luoghi: è possibile che nemmeno la sentenza del Supremo Giudice Amministrativo possa mettere la parola fine ad una situazione di accertata illegalità ed evidente pericolosità per il bene pubblico? E’ possibile che la pervicacia degli interessi privati debba continuare all’infinito ad opporsi a quello stesso bene pubblico, senza che nessuno, nemmeno il Consiglio di Stato, riesca a porvi un limite definitivo, anche in presenza di ormai assodati, autorevoli, giuridicamente ineccepibili interventi delle autorità competenti?

Valga, da ultimo, l’evidenza della seguente citazione tratta dalla suddetta Sentenza del Consiglio di Stato, che dovrebbe zittire senza se e senza ma qualunque arbitraria “arrampicata sugli specchi”:

“19.1. E’ vero che l’art. 208 del d.lgs. n. 52/2006 prevede che l’approvazione dell’autorizzazione costituisca, ove occorra, variante allo strumento urbanistico, ma tale ipotesi va ritenuta di stretta interpretazione (cfr. Cons Stato, sez. V, 11 dicembre 2015 n. 5658), come tale non estensibile a casi diversi rispetto a quelli ivi contemplati relativi alla sola autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero rifiuti (non anche per la modifica di quelli già esistenti sottoposti al diverso regime autorizzatorio di cui all’art. 29 quater d.lgs. n. 152/2006)".



Se non basta questo, cos’altro volete? La Nostra salute?



F.to: Comitato “Antipuzza” di Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano

e con la condivisione di: ITALIA NOSTRA SEZIONE DI PERUGIA, WWF UMBRIA e mon di Fondo Mondiale

Dal Consiglio Di Stato La Parola “Fine” Sulle Pretese Di Agri Flor Per La Variante Urbanistica!


















Una sentenza precisa, autorevole, netta, definitiva, e naturalmente inappellabile quella della Quarta Sezione del Consiglio di Stato n. 584 dell’11 ottobre 2018: in un solo colpo smentisce Agriflor circa la pretesa che l’approvazione dell’autorizzazione a suo tempo (chissà come!) ottenuta costituisca variante allo strumento urbanistico, pretesa che faceva leva sull’art. 208 del d.lgs. 52/2006 (l’ultimo degli appigli, pur legati ad esili cavilli), perché ribadisce con fermezza che “tale ipotesi va ritenuta di stretta interpretazione”, come si legge in una precedente sentenza dello stesso Consiglio di Stato (emessa dalla sezione Quinta l’11 dicembre 2015 con il n. 5658), ma per di più sembra quasi ammonire l’azienda quando spiega che, proprio perché “di stretta interpretazione”, quella ipotesi è “non estensibile a casi diversi rispetto a quelli ivi contemplati relativi alla sola autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero rifiuti (non anche per la modifica di quelli già esistenti sottoposti al diverso regime autorizzatorio di cui all’art. 29 quater D.lgs. 152/2006)”. Stupisce anzi come i ricorrenti abbiano fatto leva sul D.lgs. del 2006 (interpretandolo ovviamente a proprio favore) ma non si siano accorti (o lo abbiano ignorato!) del successivo d.lgs. e della prima sentenza del Consiglio di Stato… Ci si chiede: ma come si poteva sperare che il Consiglio di Stato ignorasse o non tenesse presenti le sue stesse sentenze? O è arroganza o è malafede, ci sembra!

Ma la sentenza, in verità, costituisce per noi tutti (si vuol dire la cittadinanza intera!) una duplice buona notizia e vittoria: non solo testimonia che Agriflor è ormai alla frutta visto che tenta di aggrapparsi anche all’impossibile, ma dimostra anche, e finalmente, che non c’è verso: Agriflor opera in condizioni di assoluta incompatibilità urbanistica-ambientale e deve chiudere i battenti!

COMITATO SPONTANEO “ANTIPUZZA”

DI VILLA PITIGNANO, PONTE FELCINO, BOSCO E RAMAZZANO

Agriflor. Bocciato il progetto di ridimensionamento lavorazione rifiuti anche dalla Regione!



Agriflor si vede bocciare il progetto di ridimensionamento delle potenzialità di lavorazione rifiuti - da 54.000 tonnellate/annue a 27.000 tonnellate/annue - anche dalla Regione, non solo dal Comune di Perugia con deliberazione preconsiliare n. 40 del 01/06/208 e deliberazione consiliare n. 59 del 11/06/2018. Tuttavia, in data 11 giugno 2018, ha presentato istanza di valutazione d'impatto ambientale del progetto di adeguamento alle BAT (migliori tecnologie disponibili).
Il "Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano Bosco Ramazzano" prende atto delle determinazioni degli Enti, che, in Conferenza di Servizi, il 12 giugno 2018, hanno finalmente espresso legittimo diniego a tale progetto di ridimensionamento, bocciando la contestuale variante al PRG. Si auspica che ciò non si riveli un mero "contentino" volto all'approvazione del più grande progetto di trattamento rifiuti in ambiente confinato, che si presume di adeguamento alle BAT, quando l'impianto ricade nel centro abitato di Villa Pitignano e il suo esercizio rende l'area invivibile per le intollerabili emissioni maleodoranti e il transito dei mezzi che trasportano rifiuti. Continuare ad autorizzare ivi l'impianto, significa non risolvere nemmeno i problemi, ben delineati dal Consiglio Comunale, di tutela igienico sanitaria, ambientale e persisterebbe la violazione del PRG, che classifica l'area di particolare interesse agricolo - EA1, ricadente: nella fascia di 150 metri dal fiume Tevere, nell'ambito delle "visuali ad ampio spettro", nell'ambito delle "aree di studio" art. 38 comma 8 del PTCP, nell'ambito dell' "area di salvaguardia paesaggistica dei corsi d'acqua", nell'ambito delle "Fasce di rispetto dei corsi d'acqua e dei laghi e loro utilizzo", tra cui sono ricomprese anche le fasce di esondabilità del PAI.
L'unica soluzione, da sempre prospettata e risolutiva, è quindi la delocalizzazione dell'impianto, lontano dal centro abitato e da ricettori sensibili, in considerazione della particolarità dell'attività di compostaggio svolta, tale da essere classificata tra le industrie insalubri di prima classe.

Avv. Valeria Passeri - WWF Perugia

per "Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano Bosco Ramazzano"

Villa Pitignano. Agriflor: la Ditta dei rifiuti lavora, ma non potrebbe



















A Villa Pitignano, nel centro abitato, la ditta che lavora 54.000 tonnellate all’anno di rifiuti, che crea miasmi pestilenziali, specialmente in estate, ed altre emissioni inquinanti per il transito dei mezzi di trasporto sulla viabilità principale, continua a chiedere autorizzazioni alla Regione per rimanere là dove è stata autorizzata, nonostante l’incompatibilità urbanistica e ambientale. 
Il “Comitato Spontaneo  Antipuzza Villa Pitignano  Ponte Felcino Bosco e Ramazzano ”, infuriato,  chiede da anni alle istituzioni di delocalizzare questa attività insalubre fuori dal centro abitato, come prevede la normativa sanitaria. Il WWF, per il tramite dell’Avv. Valeria Passeri,  sostiene questa legittima naturale richiesta.
Studiate le carte, emergono fin da subito numerose falle e incongruenze, tutte denunciate alla Procura della Repubblica, che ha pure rinviato a giudizio più funzionari, tecnici e privati, per i reati di falso, abuso edilizio, abuso d’ufficio.
Questa Ditta infatti non avrebbe mai potuto avviare ivi la lavorazione dei rifiuti, insistendo in area agricola di pregio, con vincolo paesaggistico, idrogeologico ed esondabile.
Lo stesso Comune di Perugia ha oggi reso parere negato sulla proposta di variante al Piano Regolatore, presentata dalla Ditta, rispetto al progetto transitorio di riduzione del tonnellaggio di rifiuti a 27.000 tonnellate all’anno, in attesa che l’impianto si adegui alle migliori tecniche disponibili e venga compiuta la valutazione d’impatto ambientale.
Pertanto, Agriflor oggi non  dovrebbe lavorare né avrebbe potuto farlo fin dall’inizio, in quanto autorizzata in area agricola di pregio da PRG vigente, non adeguata alle migliori tecniche disponibili e mai sottoposta a valutazione d’impatto ambientale a garanzia di salute e ambiente.
A nulla  valgano le proposte e la disponibilità di Agriflor di diminuire le quantità del materiale lavorabile da 54.000 a 27.000 tonnellate all’anno, non è un problema di quantità,  ma di legittimità.
Una Ditta, priva della compatibilità ambientale e urbanistica, non può continuare a lavorare ed invece, oggi, presenta il progetto di adeguamento per lavorare al chiuso e chiede la valutazione d’impatto ambientale alla Regione Umbria. A quella stessa Regione che, allo stato dei luoghi e degli atti, dovrebbe negare ogni autorizzazione e revocare quella illegittimamente concessa.
I cittadini del Comitato e  il WWF restano sul piede di guerra.
Certo è che quel dirigente regionale che dovesse firmare un nuovo provvedimento autorizzativo non lo farebbe serenamente, perché concesso contravvenendo alla stessa volontà del Consiglio Comunale che si è  espresso, all’unanimità, negativamente sulla compatibilità urbanistica dell’impianto.
Il WWF invita quindi la Regione Umbria a revocare l’autorizzazione integrata ambientale concessa e a non rilasciare altre autorizzazioni, riservandosi, in difetto, di ricorrere all’Autorità Giudiziaria a fianco dei cittadini.

Sauro Presenzini 

Presidente WWF Perugia



7 giugno: la Commissione Urbanistica del Comune di Perugia sulla variante prg Agriflor s.r.l




















In data 7 giugno 2018 ore 10.00,  la Commissione Urbanistica del Comune di Perugia dovra' pronunciarsi definitivamente sulla variante al piano regolatore generale in relazione all'area ove insiste oggi l'impianto di trattamento rifiuti di Agriflor s.r.l. in Villa Pitignano, in area agricola di pregio, con vincolo paesaggistico e di esondazione. La Giunta Comunale si e' gia' espressa negativamente alla variante, auspichiamo che cosi' si esprima domani la Commissione e anche l'intero Consiglio Comunale, a salvaguardia della salute e della qualita' del territorio perugino.
Il Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano, Bosco, Ponte Felcino e Ramazzano si e' sempre battuto per arrivare a questa decisione, martoriato dalla puzza che deriva da tale attivita' nel centro abitato, autorizzata nel  1988 e continuera' a farlo finche' non avra' conseguito la delocalizzazione dell'impianto.

Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano, Bosco, Ponte Felcino e Ramazzano

Comitato Molini di Fortebraccio

Italia Nostra Perugia

WWF Perugia

Comitato Gubbio Salute Ambiente

Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

Comitato Salute Ambiente Calzolaro Trestina Altotevere Sud

Amici della Terra di Orvieto

Unione Nazionale Consumatori Umbria

Il “Comitato Spontaneo Antipuzza ” si scagli contro le accuse della Regione






















Il “Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano”, che, da più di dieci anni, lotta contro le emissioni maleodoranti prodotte dall’impianto di trattamento rifiuti di Agriflor s.r.l., sito nel centro abitato di Villa Pitignano, manifesta tutta la sua contrarietà alla nota del 2 maggio 2018, a firma del Dirigente Responsabile del Servizio Autorizzazioni Ambientali della Regione Umbria, Dott. Andrea Monsignori, in cui, al fine di sconfessare i risultati, anche d’indagine, ad oggi emersi, a seguito degli accertamenti promossi dal Comitato medesimo, finisce per offenderne l’operato.

La missiva regionale ritiene gravi le affermazioni delle note del 21 marzo e del 20 aprile 2018, inoltrate per il tramite dell’Avv. Valeria Passeri, in cui si diffida, tra gli altri, come nostro legittimo diritto, anche il Responsabile del Servizio Ambiente a non autorizzare la proposta di riduzione del quantitativo di rifiuti lavorati dall’impianto, perché comunque illegittima senza la previa valutazione d’impatto ambientale e l’effettivo adeguamento dell’opificio alle migliori tecniche disponibili (BAT). Da qui, infatti, gli intollerabili miasmi che derivano dall’esercizio dell’attività, già sospesa.

E’ davvero paradossale come si cerchi in tutti i modi di precludere il monitoraggio ambientale che sul territorio perugino stanno compiendo, loro malgrado, in sincronia, i cittadini riunitisi da Ponte Valleceppi, con il Comitato “Molini di Fortebraccio”, fino a Umbertide, con il Comitato “Salute Ambiente Calzolaro Trestina Sud”. Se questi non ci fossero stati, le violazioni della normativa sulle emissioni inquinanti e non solo, oggi riscontrate nei rispettivi impianti locali, non sarebbero certo emerse né verosimilmente sarebbero state fatte indagini.

A differenza di quanto si legge nella nota del Dirigente, non si vuole screditare l’operato di alcun pubblico servizio, bensì diffidare dall’adottare provvedimenti che rischiano di rivelarsi, ancora una volta, a favore di un impianto, che è stato autorizzato in area di pregio agricolo incompatibile con l’attività di trattamento rifiuti, come accertato dal Nucleo Operativo Ecologico dell’Umbria nonché dal Comune di Perugia, che, in data 21 marzo 2018, ha espresso parere negativo di non conformità del nuovo progetto “per quanto attiene agli aspetti edilizi e urbanistici”.

Se, per gli accertamenti ad oggi utilmente promossi, si arriva a denigrare il Comitato e il suo difensore, sia ben chiaro che non ci lasceremo intimorire.

“Comitato Spontaneo Antipuzza di Villa Pitignano, Ponte Felcino, Bosco e Ramazzano”