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OffGrid: la comunità che costruisce l’edilizia circolare

"Scollegati dalla rete, vivi fuori dagli schemi" è il motto di OffGrid Italia, associazione che a Torino promuove un nuovo modello di vivere a basso impatto ambientale attraverso la bioarchitettura, il design e il riuso creativo. In che modo? Coinvolgendo i cittadini in progetti collettivi di autocostruzione e fai da te, creando reti che sul territorio collaborino promuovendo recuperi e scambi di materiali e realizzando un parco innovativo interamente dedicato ai temi del riuso e dell’economia circolare. Ce ne parla Marco Mangione, mente e cuore di una realtà che ogni giorno reinventa in chiave innovativa il concetto di “spreco”.














Il termine anglosassone “Off the Grid” ha molteplici significati: scollegati dalla rete, vivere fuori dagli schemi. L’associazione OffGrid a Torino sta creando un movimento di persone accomunate dal sogno di vivere in un mondo a basso impatto ambientale.  «In italia basta poco per avere un atteggiamento off the grid!» ci racconta Marco Mangione, che incontriamo sempre con molto piacere e che riesce ogni volta a stupirci con la sua forte energia improntata al cambiamento.




«Uno dei motivi per cui siamo nati è che ci siamo resi conto, come movimento di persone, che l’Italia e più in generale il mondo è fatto di sprechi». Partiamo dal settore dell’architettura, ad esempio, dove le soluzioni improntate alla sostenibilità sono innumerevoli ma spesso mai sperimentate. Un caso emblematico è proprio il mondo “Earthship” che nasce in America come tipologia di abitazione resiliente e realizzata con materiali di recupero, indipendente in termini di approvvigionamento energetico, idrico e alimentare. Insomma, una soluzione che permette di non dover più pagare le bollette e sprecare le risorse che la natura ci offre. Ma allora perché non realizzarla proprio qui, in Italia?

Da questo punto di domanda nasce Offgrid Italia, con la convinzione che proprio nel nostro Paese tante persone hanno voglia di mettere in pratica la sostenibilità nella loro vita e aderire ad un modello che riduca l’impronta sul pianeta. In parole povere nasce “per costruire un movimento indirizzato al vivere sostenibile, fatto di persone che condividono la medesima filosofia di vita» ci racconta Marco.

E se pensiamo alle nostre città, esempi insostenibili per eccellenza, in che modo possiamo renderle più vivibili? «Ad un certo punto della vita ci siamo resi conto che, per portare avanti progetti che avessero un impatto positivo sul territorio, proprio come nel caso della “Earthship”, c’era bisogno di persone che, con i propri personali talenti e le proprie capacità, potessero farsi promotrici di un cambiamento. Per questo abbiamo cominciato a ragionare su quali potessero essere dei momenti pratici di condivisione che accogliessero persone intenzionate a mettere in gioco le proprie competenze. Così abbiamo iniziato ad organizzare dei momenti di incontro e sperimentazione, che abbiamo chiamato “Reuse Day”».
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Il Reuse Day è una giornata completamente dedicata al riuso, dove le persone si incontrano per realizzare un progetto di autocostruzione e fai da te, utilizzando materiali di recupero da riconvertire e condividendo idee progettuali per la creazione di qualcosa di nuovo. Il tutto si svolge all’interno degli spazi di OffGrid, attrezzati appositamente per permettere ai partecipanti di creare e imparare a “sporcarsi le mani”.

Ogni Reuse Day è incentrato sulla progettazione di un diverso manufatto, ci racconta Marco: «Recentemente una nostra socia ci ha confessato di voler costruire una libreria nella sua abitazione. Noi abbiamo quindi dedicato questo momento interamente a lei, aprendo una call di partecipazione che coinvolgesse persone interessate ad imparare a costruire una libreria con bancali. È stata un’occasione molto significativa che ha visto diverse persone collaborare insieme e proporre ipotesi progettuali e la migliore è stata realizzata in laboratorio».

Un progetto che guarda in grande è poi “Edilizia Circolare”, che nasce con l’obiettivo di dare nuova vita a materiali di scarto in ambito edilizio, mettendo in connessione le realtà presenti sul territorio.  «Attualmente viviamo nell’era dello spreco – racconta Marco – ma ci sono dei settori dove si spreca molto di più, come nel caso dell’edilizia”. Il progetto, da un lato, vuole mettere in evidenza che il mondo dell’edilizia genera un quantitativo di materiale che può essere riconvertito e dall’altro lato vuole avviare una valorizzazione di tutti quei materiali di scarto che possono diventare oggetti di utilità. “Nella sperimentazione stiamo creando un team che io chiamo, in modo un po’ giocoso, gli “Avenger dell’edilizia” o gli “X Man”, proprio perché accomunati da un “fattore R” dedicato alla riconversione».
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La sperimentazione sul territorio prevede la creazione di un cantiere collaborativo e circolare: collaborativo perché comporta il coinvolgimento di soggetti quali artigiani, progettisti, imprese, aziende, professionisti del settore edile e gli stessi abitanti del quartiere. Proprio per questo Offgrid sta realizzando una “harvest map”, nonchè “mappa del raccolto” che li riunisca secondo logiche di attivazione di comunità, affinchè siano capaci, insieme, di creare una rete e condividere la medesima visione di un’edilizia più sostenibile.  Circolare poichè uno dei principi alla base del progetto è proprio l’impiego di materiali e oggetti in disuso donati prevenendone il conferimento in discarica e al tempo stesso la riduzione di rifiuti provenienti dai cantieri stessi.

«Nei cantieri della città spesso sono presenti materiali di scarto che per noi hanno molto valore» ci dice Marco. Parliamo di prodotti quali isolanti o vernici destinate alla discarica, ma anche quantità infinite di materiali utilizzati negli eventi che possono essere reinvestiti in progetti di ecodesign, o ancora tettoie o fogli per costruire stampi nell’ambito della carpenteria.

«Tutti questi materiali sono scarti per loro e opere d’arte per noi» confessa Marco, raccontandoci che verranno individuati proprio grazie alla triangolazione delle realtà presenti sul territorio e alle collaborazioni che l’associazione sta aprendo con coloro che conoscono e vivono il quartiere. «Una volta prelevati i materiali che ci sono stati donati, li riconvertiremo e li recupereremo all’interno dei Reuse Day aperti alla cittadinanza», in collaborazione con la cooperativa sociale “La Fabbrica del Chinino”, che mette a disposizione gli spazi per la sperimentazione.

«La rete che stiamo costruendo è fatta di artigiani e creativi come parte manuale e architetti e designer come parte intellettuale, oltre a realtà imprenditoriali che hanno a che vedere con la produzione di materiale riciclato per l’edilizia, uniti al coinvolgimento del quartiere.
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Il progetto di Edilizia Circolare non ha solo un valore ambientale, ottenuto grazie alla riconversione dei materiali, ma anche un impatto sociale grazie al coinvolgimento di persone disabili che parteciperanno ai momenti creativi di riuso, oltre che un aspetto economico, grazie alla sostenibilità derivante dalla riduzione del materiale destinato alla discarica e al suo reinvestimento sul territorio.

Altro sogno nel cassetto improntato alla sostenibilità che sta diventando realtà è il progetto di Reland, un parco che sorgerà in provincia di Torino e che sarà, secondo la visione di Offgrid, un incubatore dove sperimentare modelli alternativi per il futuro, attraverso il gioco, l’intrattenimento e l’educazione alla sostenibilità ambientale.

«Dalle mie esperienze personali ho imparato a capire che le persone tendono a valorizzare quello che hanno proprio quando non hanno quasi più nulla. All’interno della nostra società avviene esattamente l’opposto poiché, nella realtà in cui viviamo, abbiamo quasi tutto ed è proprio da ciò nascono gli sprechi». Il progetto di Reland è una risposta diretta a questa emergenza: sarà un parco costruito con materiali di recupero, autosufficiente sotto tutti gli aspetti e realizzato da Offgrid insieme al Politecnico di Torino e al Comune virtuoso di Cambiano, dove il parco, ora in fase di progettazione, verrà realizzato. «Per noi è fondamentale che il parco sia pensato insieme alla cittadinanza. Molto spesso i progetti nascono senza domandare alle persone quanto realmente importanti siano. La vera sfida per noi è proprio questa, cogliere i bisogni di un territorio».

fonte: http://www.italiachecambia.org

ReLand: in Piemonte il primo parco al mondo per la resilienza e il riusoRe

ReLand è il primo parco sperimentale interamente dedicato ai temi del riuso e del riciclo declinati nell’architettura, nel design, nell’arte. Pensato dall’Associazione Offgrid insieme al Politecnico di Torino e al Comune di Cambiano, che ospiterà il progetto, diventerà un polo in cui promuovere la sostenibilità ambientale, una vera e propria “fabbrica delle idee” aperta all’innovazione. Un progetto volto a una cultura nuova orientata alla resilienza, dove il riuso diventa protagonista del nostro futuro.



Pensate ad un’area di 9000 mq. Un ampio spazio libero dove creare, farsi ispirare e dare libero sfogo alla propria creatività. Pensate a un polo dove i giovani possono ripensare l’ambiente sperimentandosi nel fai da te e nel riciclo creativo.
Immaginatevi un incubatore in cui far nascere nuove professionalità in tema di riuso, ma anche un museo a cielo aperto che educa alla sostenibilità ambientale attraverso il gioco, oppure un luogo dove mettere in pratica nuove forme di agricoltura alternativa.
Figurate nella vostra mente un progetto in cui i rifiuti e i materiali di recupero vengono trasformati in opportunità ed in cui chiunque può dare il proprio contributo ed in cambio ricevere conoscenza.

Pensate che tutto questo può coesistere in un unico luogo: ReLand. Il primo parco sperimentale che nasce a Cambiano, Comune dell’area metropolitana Torinese, uno spazio interamente dedicato ai temi del riuso, del riciclo e all’implementazione dei concetti di economia circolare e resilienza urbana. Un luogo dove avvicinare le persone alla sostenibilità…giocando.





Il progetto nasce dalla mente, dal cuore e dalla tenace determinazione di Marco Mangione, fondatore dell’Associazione "OffGrid Italia" che promuove pratiche legate al vivere a basso impatto ambientale, con l’aiuto dei suoi “relanders” ovvero ragazzi, studenti, professionisti ed esseri umani visionari che guardano al futuro con strumenti nuovi: consapevolezza, sensibilità e amore per l’ambiente.
OffGrid è una vera e propria filosofia di vita: “scollegati dalla rete, vivi fuori dagli schemi”.

“Sarà un parco interamente costruito con materiali di recupero a emissioni zero – racconta Marco Mangione – e riunirà le persone alimentando il desiderio di fare qualcosa per il pianeta, insegnerà alle nuove generazioni ad amare l'ambiente e formerà professionisti e appassionati sui temi del reimpiego dei materiali per l'architettura, l'arte e il design”.
Un progetto ambizioso che guarda in grande e che ogni giorno si crea e si rinnova, arricchito dalle idee, dalle intuizioni e dalle scommesse di chi ha voglia di mettersi in gioco e dare il proprio contributo.




ReLand, che sorgerà su un’area di proprietà comunale, è il risultato di una collaborazione tra l’Associazione Offgrid, il Comune di Cambiano e il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino con a capo Paolo Mellano, Guido Callegari e Mario Grosso.

Si tratta di una vera e propria partnership, una coalizione vincente capace di far dialogare e mettere in sinergia i soggetti e ricordandoci che l’unione fa la forza.

“E’ stata un’occasione unica perché nella fase di ideazione e progettazione gli studenti del Politecnico si sono confrontati con l’amministrazione comunale, ragionando insieme sul futuro del parco”. Un esempio di trasversalità e di contaminazione reciproca basata su una collaborazione in cui la voce di ogni persona diventa energia creatrice.

“Quando Reland era ancora come sogno nel cassetto, un’idea di progetto nascente, non aveva ancora un luogo che lo ospitasse - racconta l’assessore Daniela Miron - un luogo fisico è stato trovato proprio a Cambiano”. Un Comune virtuoso che già in passato aveva scommesso sulla sostenibilità ambientale, uno dei primi esempi sul territorio a sperimentare la raccolta differenziata.
Si tratta di un Comune o meglio, di un’amministrazione e dei suoi cittadini che hanno deciso di sognare in grande, accogliendo a braccia aperte l’idea di ReLand.



“Spesso i progetti falliscono perché chi li crea non ha un buon “perché”. Il mio ed il nostro perché è motivato dal fatto che viviamo nella società dello spreco, tendiamo a non valorizzare, mentre dobbiamo concentrarci sulla promozione di idee, persone ed intelletto - spiega Marco - ciò avviene proprio concentrandoci sull’importanza del capitale umano e sulla sensibilizzazione ambientale.
Bisogna costruire una società che insieme ripensi l’ambiente: si dice che ci restano 12 anni per fermare il cambiamento climatico. E’ fondamentale che ognuno di noi faccia un pezzetto per dare il suo contributo. Questo è il nostro sogno e invitiamo chiunque si voglia unire a prenderne parte”.

ReLand è un progetto sperimentale che guarda alle nuove generazioni e che “possa piantare un seme per un nuovo cambiamento di prospettiva”, ci spiegano. Un parco in cui quando entri non sai cosa troverai, e quando esci, non guarderai più le cose nello stesso modo.


Ma cosa prevede il progetto?

Un parco per l’intrattenimento.
Attraverso attività virtuali ed interattive come un escape park e un survival game, i partecipanti potranno mettersi in gioco utilizzando intelletto, creatività e manualità che stimolino la resilienza nei confronti dell’ambiente.
Si tratta di attività che insegnano, tramite il gioco, a collaborare in team trovando soluzioni collettive e condivise, così come attività individuali che permettono di apprendere vere e proprie nozioni di “sopravvivenza urbana”.

“I sensi saranno acutizzati nel parco urbano sperimentale che sarà un'area totalmente scollegata dalla rete ed interamente realizzata con scarti, nel quale osservare i fenomeni della resilienza e delle potenzialità di adattamento dell'uomo sul pianeta terra”.



Un incubatore dove sperimentare modelli sostenibili per il futuro.
Il parco sarà un hub culturale e professionale dove sperimentare nuove tecnologie e permettere a chiunque di mettere in pratica le proprie competenze.
Sarà il luogo giusto per gli studenti delle università italiane e straniere in cui cimentarsi nella progettazione e realizzazione di costruzioni in edilizia non convenzionali con zero emissioni e materiali del futuro legati a nuove forme dell’abitare.

Uno degli obiettivi più visionari del progetto sarà la realizzazione del primo modello di “Earthship” in Italia, ovvero una casa solare passiva totalmente sostenibile e a impatto zero, indipendente in termini di approvvigionamento energetico, idrico ed alimentare. Una casa realizzata con materiali di recupero che, come ci spiega Marco “si comporta proprio come un albero e rappresenta un ritorno alla natura”.



Un museo a cielo aperto.
Si prevedono attività didattiche per i bambini e i ragazzi, seminari ed eventi sulla sostenibilità ambientale per sensibilizzare il consumatore e renderlo più consapevole. Verranno organizzati workshops basati sulle 4r: Riuso, Riciclo, Rinnovabili e Reimpiego, oltre che su quelle che l’associazione Offgrid considera le 4C, ovvero Cuore, Condivisione, Collaborazione e Creatività.

Nel parco, sarà inoltre realizzato un laboratorio creativo all’aperto che riprodurrà il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto ed in cui l’arte sarà strettamente connessa all’innovazione sociale, proprio come ci racconta Alberto Guggino, fondatore dell’Associazione Ciò che Vale e che crede fortemente nel progetto.

Un luogo dove… diventare professionisti del riuso.
La vocazione del progetto è quella di creare nuove professionalità sui temi dell’economia circolare legata all’architettura e al design.
"Guardiamo al futuro pensando che gli utenti della community parteciperanno ad alimentare il mercato degli scarti per il riuso. Pensiamo che domani sarà “cool” avere un arredamento fatto di scarti oppure una collana di circuiti integrati".

Un network per connettere le persone.
Attraverso ReLand sarà possibile creare una rete, una connessione di persone che sognano scenari futuri sostenibili e che consentirà ai professionisti del riuso di mettersi in contatto.
Sarà presente un Market place fisico e digitale in cui le realtà coinvolte possono entrare in sinergia e farsi conoscere ed inoltre saranno esposte creazioni realizzate dai professionisti della rete Reland.



ReLand prenderà presto forma: I prossimi passi saranno raccogliere partner, sponsor e fondi per avviare il progetto definitivo, in attesa dell'inizio dei lavori che avverrà nel 2020.
E’ questa l’occasione giusta per chiunque abbia l’entusiasmo e la volontà di mettersi in gioco, contribuendo a dare vita a questo nuovo e coraggioso progetto improntato al cambiamento.

fonte: http://piemonte.checambia.org