Visualizzazione post con etichetta #Seabin. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Seabin. Mostra tutti i post

Lotta alla plastica, 25 Seabin in arrivo: il primo a Firenze

Lotta alla plastica attraverso il recupero di frammenti e microplastiche da fiumi e laghi italiani: 25 Seabin in arrivo, il primo installato a Firenze.




Lotta alla plastica per tutelare mari, fiumi e laghi italiani. Questo è il tema centrale del progetto lanciato da Lifegate e COOP, che insieme installeranno 25 Seabin lungo il territorio nazionale. Il primo dispositivo per il recupero di frammenti e oggetti plastici è stato installato a Firenze, lungo l’Arno, in prossimità della Società Canottieri.

Ciascun Seabin è in grado di raccogliere fino a 500 chilogrammi di rifiuti ogni anno. Collaborando all’iniziativa COOP ribadisce il suo impegno contro l’inquinamento da plastica, espresso anche con l’adesione (unico tra i marchi della GDO) alla campagna UE “Pledging Campaign”. Unicoop Firenze ha lanciato inoltre il progetto “Arcipelago pulito”, a cui ha aderito anche Unicoop Tirreno.

I successivi appuntamenti vedranno i Seabin raccogli-plastica collocati in diversi punti d’Italia. Tra questi Pescara, Genova, Lago Maggiore (in Piemonte), Castiglione della Pescaia, Livorno, Brindisi, Milano, Trieste e Ravenna. Un viaggio che si concluderà nell’estate del 2021 e che consentirà il recupero di frammenti, ma anche di microplastiche. Maura Latini, AD Coop Italia:


Abbiamo accolto favorevolmente la proposta di collaborazione con LifeGate. Ci piace iniziare idealmente la nostra nuova campagna da Firenze e dall’Arno nel cuore della città convinti che stiamo facendo un gesto concreto per migliorare l’ecosistema delle nostre acque. La riteniamo un’azione perfettamente coerente ai principi di sostenibilità ambientale a cui si ispira Coop. Contiamo sul fatto che gli oltre 800 soci e i 30 atleti della Società Canottieri adottino il Seabin permettendo il suo funzionamento e ottenendo gli obiettivi di pulizia delle acque che ci siamo prefissi.

Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate:


La pandemia ci ha insegnato che la natura può pensare più in grande di noi e delle nostre abitudini. È indispensabile lavorare per un’economia rispettosa e anche rigenerativa degli ecosistemi che abbiamo rovinato. La collaborazione tra COOP e LifeGate va in questa direzione e speriamo possa ispirare le aziende che oggi ragionano su una nuova ripartenza.

fonte: www.greenstyle.it


#RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz 
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria 

Seabin, il cestino mangia rifiuti marini, arriva nelle Marche

Anche le Marche scendono in prima linea nella lotta contro i rifiuti marini con l’installazione del dispositivo mangia rifiuti Seabin nel porto di Fano, cui seguirà anche quella nel porto di San Benedetto del Tronto




















Il cestino mangia rifiuti marini approda anche nelle Marche. Si chiama Seabin ed è il sistema inventato da una coppia di surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski, per abbattere l’inquinamento marino, dovuto principalmente a scarti e residui di plastica. Ne avevamo già parlato più o meno un anno fa ai tempi della prima installazione nel porto britannico di Portsmouth; da oggi l’innovativo sistema mangia rifiuti sarà operativo anche a Marina dei Cesari, nel porto di Fano.

Progettato senza intaccare la sicurezza della fauna marina, Seabin si comporta come una sorta di aspirapolvere galleggiante: dotato al suo interno di un sacchetto in fibre naturali, il cestino è azionato da una pompa ed è in grado di raccogliere i rifiuti che galleggiano in acqua di superficie, comprese le microplastiche e i mozziconi di sigaretta. A seconda del vento e della quantità dei detriti, Seabin è attivo 24 ore al giorno e riesce a catturare circa 1,5 kg di rifiuti; non potendo essere installato in mare aperto, proprio perché richiede un collegamento elettrico, il cestino mangia rifiuti risulta straordinariamente efficace in aree come i porti.

All’installazione nel porto di Fano di Seabin (che rientra nel più vasto progetto promosso da LifeGate, PlasticLess), ne seguirà un’altra nel Circolo nautico di San Benedetto del Tronto, entrambe sostenute da Whirlpool EMEA. “Siamo molto orgogliosi – ha commentato la responsabile comunicazione e marketing di Marina dei Cesari, Maura Garofoli – di essere stati scelti da grandi nomi internazionali come Whirlpool e LifeGate per la sperimentazione di Seabin nel nostro porto. Questo conferma la validità del nostro impegno nell’opera di sensibilizzazione in difesa del mare portata avanti fin dalla nascita nel 2003 e rafforzata in questi ultimi anni insieme alla rete MPN Marinas di cui facciamo parte e al progetto europeo Clean Sea Life”.


Quella nel porto di Fano è la quinta installazione di Seabin in Italia. Seabin è già operativo a Santa Margherita Ligure (GE), nell’Area Marina Protetta di Portofino (GE), nel Porto delle Grazie a Roccella Ionica (RC) e a Venezia Certosa Marina (VE); dopo Fano e San Benedetto del Tronto, sarà la volta anche di Marina di Cattolica (RN), Marina di Varazze (SV) e un secondo dispositivo per il Venezia Certosa Marina (VE).

fonte: http://www.rinnovabili.it

Nasce LifeGate PlasticLess per ripulire i nostri mari dalla plastica

















Da oggi, i mari italiani hanno un alleato in più: è LifeGate PlasticLess, il progetto di LifeGate che vuole contribuire in modo concreto alla riduzione dei rifiuti di plastica nei nostri mari e sostenere un’economia davvero circolare, che preveda un minor utilizzo di imballaggi di plastica e il corretto riciclo e riuso di questi oggetti.
Questo perché il Mar Mediterraneo è sempre più invaso dalla plastica, proprio come i grandi oceani del mondo. A causa di una cattiva gestione dei rifiuti e dell’atteggiamento noncurante di ancora troppe persone, finiscono nei mari italiani circa 90 tonnellate di plastica ogni giorno che, decomponendosi in piccoli frammenti (alcuni dei quali inferiori ai 5 mm, le cosiddette microplastiche), vengono ingerite dai pesci, col rischio di entrare nella catena alimentare. Secondo l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, tra il 15 e il 20 per cento delle specie marine che compaiono sulle nostre tavole contengono proprio microplastiche.
Plastica, lifegate plasticless
I grandi oceani del mondo sono invasi dai rifiuti in plastica, e il Mediterraneo non fa eccezione.
Se vogliamo davvero contribuire alla salvaguardia del Mediterraneo e proteggere anche la nostra salute, serve l’aiuto di tutti, subito.

Corretta informazione e buone pratiche

Il primo passo è  quello di ridurre il numero di rifiuti a monte, diminuendo l’acquisto di prodotti imballati nella plastica e differenziando in modo corretto i rifiuti. Anche se a oltre metà degli italiani sta davvero molto caro il tema dell’acqua, nel nostro Paese, ci sono abitudini davvero molto dure a morire: lo hanno dimostrato i dati dell’ultimo Osservatorio sullo stile di vita sostenibilerealizzato da LifeGate in collaborazione con Eumetra MR, secondo cui il 67 per cento dei connazionali non rinuncia a mettere in tavola la classica bottiglia di plastica perché la ritiene un materiale “sicuro”, anche se destinato a diventare rifiuto immediatamente dopo l’uso.
Bottiglie di plastica, lifegate plasticless
Il 67 per cento degli italiani non rinuncia all’acqua nelle bottiglie di plastica, considerandole “sicure”, nonostante siano realizzate e progettate per diventare rifiuto immediatamente dopo l’uso.
Con il progetto PlasticLess, LifeGate si propone di continuare a informare correttamente la propria community sui rischi della plastica in mare e a diffondere consapevolezza sul tema, promuovendo anche buone pratiche quotidiane, come quella di evitare i prodotti usa e getta in plastica, preferire imballaggi durevoli e riciclabili al 100%, come il vetro, incentivare abitudini d’acquisto “green” come il baratto o il mercato dell’usato e ancora il riuso creativo degli oggetti in plastica.

LifeGate PlasticLess e Seabin: azioni concrete per combattere l’inquinamento

Se sensibilizzare la community è il primo passo per avere cittadini consapevoli, per ripulire i nostri mari dalla plastica servono anche azioni concrete immediate ed efficienti. I sistemi attuali di rimozione dei rifiuti dalle coste o dalla superficie dell’acqua, come le cosiddette trash boat, imbarcazioni che navigano intorno ai porti raccogliendo la spazzatura galleggiante tramite reti integrate alle imbarcazioni, o la raccolta manuale, realizzata da addetti nei porti e nelle marine che raccolgono con delle reti la spazzatura che si accumula negli angoli del porto, si rivelano troppo spesso inefficaci, oltre a non agire sul problema delle microplastiche, sempre più diffuse e dannose. Per questo LifeGate PlasticLess ha deciso di utilizzare una tecnologia nuova ed efficiente come quella di Seabin per ripulire i mari dalla plastica.




Grazie a Volvo Car Italia, main partner dell’iniziativa, a settembre saranno posizionati tre dispositivi nei porti di Marina di Cattolica (RN), Marina di Varazze (SV) e Venezia Certosa Marina (VE).
Seabin sono “cestini della spazzatura” posizionati direttamente in mare, all’interno dei porti e delle marine (che sono, per definizione, punti di “accumulo” dei rifiuti). Grazie all’azione della pompa ad acqua, “catturano” i rifiuti per 24 ore al giorno, sono in grado di attrarre circa 1,5 kg di detriti al giorno e di contenerne fino a 20 kg, per un totale di 500 kg di spazzatura all’anno, comprese le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre a partire da 0,3 mm. Grazie all’azione spontanea del vento, delle correnti e alla posizione strategica del Seabin, i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del dispositivo. La pompa ad acqua, collegata alla base dell’unità, è capace di trattare e filtrare 25.000 litri di acqua marina all’ora.
Una volta raccolta, la plastica “catturata” dai Seabin potrà essere non solo correttamente riciclata, ma anche riutilizzata nella percentuale utile a scopi industriali e debitamente integrata con altra plastica riciclata proveniente anche dagli oceani, per produrre nuovi oggetti, come teli mare o felpe, rientrando così nel ciclo produttivo.
Più Seabin riusciremo a posizionare lungo le coste italiane grazie al progetto PlasticLess, con l’aiuto di una rete di persone e aziende attente ai nostri mari, maggiore sarà il contributo per mantenere il Mare Nostrum il più possibile pulito e sano. Anche un solo cestino può fare la differenza: tante “gocce” di consapevolezza possono fare un oceano… senza plastica!
fonte: www.lifegate.it