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Starbucks lancia nuovi bicchieri riciclabili e compostabili

Nuovi bicchieri riciclabili e compostabili per Starbucks, in fase di sperimentazione a Londra: introdotte anche nuove misure per il Coronavirus.




Nuovi bicchieri riciclabili e compostabili per Starbucks. La compagnia ha mantenuto quindi la promessa fatta ai propri clienti a marzo del 2019, quando assicurò che entro il 2020 sarebbero arrivate nuove “cup” più ecologiche. La fase di sperimentazione europea verrà messa in atto a Londra (negli USA a New York, Seattle e San Francisco, in Canada a Vancouver), salvo poi esportarne l’utilizzo in tutti i punti vendita della catena.

Si tratterà di bicchieri di carta, esteticamente molto simili a quelli tradizionalmente associati al marchio. Elementi che contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo di Starbucks di -50% di rifiuti entro i prossimi 10 anni. Ha dichiarato Kevin Johnson, direttore esecutivo:

È con grande decisione che ci muoviamo in avanti con un lavoro innovativo e altamente collaborativo per portare bicchieri riciclabili e compostabili in tutto il mondo. Stiamo reimmaginando il futuro per Startbucks, e per le oltre 30mila comunità che serviamo ogni giorno, con un grande senso di responsabilità per un Pianeta più sostenibile.
Animal Equality: stop alle gabbie per Starbucks

Starbucks ha deciso di agire anche contro la possibile diffusione del Coronavirus. Dalla scorsa settimana la compagnia ha sospeso la possibilità di servirsi di una propria tazza riutilizzabile al momento del servizio. L’azienda dichiara però che verrà comunque riconosciuto il bonus economico a chi porterà la tazza o il bicchiere con sé, anche se non sarà possibile utilizzarlo.

fonte: www.greenstyle.it

Comuni Virtuosi scrive a Starbucks: “In Cordusio no a tazze e bicchieri usa e getta, difendiamo l’ambiente”

L’appello, firmato anche da Greenpeace e Wwf Italia, indirizzato ai vertici dell’azienda americana e al sindaco Sala


















Un appello lanciato dall’associazione Comune Virtuosi – di cui fanno parte oltre cento comuni italiani – per chiedere a Howard Schultz, direttore esecutivo dimissionario di Starbucks e al suo successore Myron Ullman, che non vengano introdotte tazze e bicchieri usa e getta nel primo punto vendita italiano – il Reserve Store – che aprirà a Milano in piazza Cordusio nei prossimi mesi. A sostenere l’iniziativa in difesa dell’ambiente anche Greenpeace Italia, Wwf Italia, Zero Waste Italy e alcune piattaforme europee come Zero Waste Europe e Reloop, realtà paneuropea che sostiene l’economica circolare.  

«Chiediamo a Howard Schultz e Myron Ullman di dare il via a una rivoluzione verde di Starbucks, a partire dallo Store di Milano, eliminando l’uso di tazze e bicchieri usa e getta». Perché, scrivono nell’appello i promotori, «un’azienda che conta 28 mila negozi presenti in 77 paesi ed è frequentata ogni giorno da milioni di persone ha un enorme potenziale per fare la differenza e dare un’importante contributo per fermare la crescente marea di rifiuti da consumo usa e getta». Secondo una stima realizzata proprio da Starbucks, infatti, ogni anno vengono distribuite dalla catena di caffetteria circa 600 miliardi di tazze in carta o plastica. I firmatari dell’appello chiedono quindi a Starbucks di seguire l’esempio della catena di caffè indipendente, la Boston Tea Party, che ha eliminato a partire dal mese di giugno l’impiego di tazze e bicchieri usa e getta per sostituirle con quelli riutilizzabili. L’associazione si rivolge anche al sindaco di Milano Giuseppe Sala affinché «voglia farsi portatore del nostro appello con la sua giunta, nell’interesse dei suoi concittadini e del decoro urbano della città».  

I sindaci dei Comuni Virtuosi vogliono promuovere «da subito modelli di produzione a ciclo chiuso o circolare nei comuni, senza attendere che le misure contenute nelle direttive europee, parte del pacchetto sull’economia circolare vengano recepite dal nostro governo centrale, aspettando ancora un paio di anni. Se vogliamo mantenere le temperature globali entro i due gradi è necessario intervenire al più presto a livello nazionale come locale e l’intera industria ha il dovere di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo facendo bene da subito». Questo farebbe sì che vengano contenuti i costi di gestione dei rifiuti che assorbono una parte significativa del budget dei comuni – che è finanziata dai contribuenti – e che potrebbero essere destinati ad altri progetti sociali e ambientali necessari alle comunità. 

fonte: www.lastampa.it