Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, commenta le
ultime dichiarazioni che Davide Tabarelli, presidente di Nomisma
Energia, auspicando un ritorno al nucleare, ha fatto su
decarbonizzazione dell'economia, mobilità elettrica, incentivi di cui
godono le rinnovabili
Pubblichiamo di seguito il commento di Gianni Silvestrini,
direttore scientifico di Kyoto Club, dopo le ultime dichiarazioni di
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, su decarbonizzazione
dell'economia, mobilità elettrica, incentivi di cui godono le
rinnovabili
Mentre il mondo vive un esplosivo sviluppo delle rinnovabili c’è chi rema contro la storia,
come Trump che si illude di ridare un futuro al carbone destinato
invece ad un inevitabile declino. Nel nostro piccolo siamo costretti
invece a leggere su Repubblica e Corriere le esternazioni con gli occhi
rivolti al passato di Tabarelli. Il presidente di Nomisma Energia
considera “irrealistico e fantasioso” il programma energetico dei 5
Stelle che punta alla decarbonizzazione dell’economia, ironizza sulla
mobilità elettrica, si scaglia contro gli incentivi di cui godono le
rinnovabili e arriva ad auspicare un ritorno al nucleare, citando
spudoratamente la centrale francese di Flammanville, senza dire che i
suoi costi sono schizzati da 3,3 a 9 miliardi € e che la sua entrata in
funzione viene continuamente rimandata.
Consigliamo al
nostro Tabarelli di analizzare con attenzione gli ambiziosi programmi
per liberarsi dai fossili predisposti da un numero crescente di realtà,
dalla Svezia alla Danimarca, dalla Francia alla Germania, dalla Svizzera
alla California. Sul richiamo al nucleare stendiamo un velo pietoso,
dopo il fallimento di questi giorni della Westinghouse negli Usa e la
grave crisi che ha colpito l’Areva francese. Tornando all’Italia,
occorre avere una visione di lungo periodo e accompagnarla con scelte
coerenti per accelerare la transizione energetica (e questo non sempre
succede: si vedano le molte opposizioni locali alla realizzazione di
impianti rinnovabili).
Oggi le straordinarie
opportunità derivanti dal drastico calo dei prezzi di tecnologie “clean”
rendono possibile ed interessante anche dal punto di vista economico ed
occupazionale una “Energiewende” italiana. Dalla
riqualificazione energetica “spinta” del patrimonio edilizio, al
rilancio del fotovoltaico attraverso la rimozione di assurde
limitazioni, dalla mobilità elettrica da incentivare ad una
rivisitazione dell’agricoltura e alla cura dei boschi. Ed evitando,
infine, investimenti rischiosi o addirittura inutili in uno scenario
climatico. Un rischio concreto, considerata la bulimica attrazione del
governo verso un numero crescente di nuovi gasdotti.
Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club
fonte: www.ecodallecitta.it