Peggiora l’indice di transizione energetica dell’Italia

Peggiora l’ISPRED sotto i nuovi obiettivi climatici UE e la ripresa di consumi ed emissioni. Italia in ritardo su tecnologie low carbon



Scemato l’effetto lockdown dei primi mesi di pandemia, i consumi di energia in Italia sono tornati a crescere e con essi le emissioni. Una ripresa che unitamente ai nuovi obiettivi sul clima ha impresso un netto peggioramento all’ISPRED, ossia l’indice di transizione energetica nazionale. A calcolarlo è l’ENEA pubblicando, ogni tre mesi, i dati sull’andamento del sistema energetico italiano.

L’ultima analisi dell’agenzia arriva oggi e fa il punto sui trend di gennaio, febbraio e marzo 2021. Il primo dato a saltar all’occhio è la profonda discrepanza tra l’anno in corso e il 2020. Passata la prima fase emergenziale e iniziate le vaccinazioni per il Covid-19 l’economia globale ha potuto tirare un sottile sospiro di sollievo, forte anche dei grandi piani fiscali che accompagnano la ripresa. E se l’economia rialza la testa, anche i consumi energetici, petrolio in primis, tornano a crescere.

L’Italia non fa differenza: qui la domanda di energia primaria ha toccato quota 43 Mtep nel primo trimestre 2021 (+1,5% rispetto sul I trimestre 2020). Un valore, tuttavia, ancora inferiore del 5% rispetto ai livelli pre-coronavirus. La differenza – spiega l’ENEA – è quasi completamente riconducibile ai minori consumi di petrolio. Nel compenso sono aumentati i consumi di gas naturale (+5%), rinnovabili (+5%) e delle importazioni nette di elettricità (+6%). E anche del carbone (+17%, dati parziali) sebbene i valori siano ancora al di sotto del I trimestre 2019.

La ripresa ha ovviamente fermato il calo della CO2 registrato lo scorso anno. Nel dettaglio, le emissioni del settore energetico sono stimate sui livelli di gennaio e febbraio 2020, con un incremento marginale. Ma domanda energetica e dati emissivi sono solo due delle cause del peggioramento dell’indice di transizione energetica. La ragione principale del calo dell’ISPRED sta anche nei nuovi obiettivi climatici 2030 decisi in sede UE (legge europea sul clima). Obiettivi che hanno scombussolato anche la traiettoria di crescita delle fonti rinnovabili.

“Tutto ciò comporta un sostanziale allontanamento della traiettoria di decarbonizzazione del sistema”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi. “Un altro segnale negativo si registra sul fronte sicurezza, dove permangono la forte criticità nel settore della raffinazione e gli alti costi per la gestione in sicurezza del sistema elettrico. Sul lato prezzi, invece, si conferma la positiva riduzione della forbice fra l’Italia e il resto d’Europa per l’elettricità e per il gas naturale, sia all’ingrosso che al dettaglio”.

fonte: www.rinnovabili.it


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