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Buste per caffè senza alluminio

Goglio ha sviluppato per Segafredo Zanetti due diverse configurazioni a base di poliolefine per agevolare la raccolta e il riciclo a fine vita dell'imballaggio.





Il produttore di imballaggi flessibili Goglio sta collaborando con il produttore di caffè Segafredo Zanetti allo sviluppo di soluzioni di confezionamento più sostenibili, in particolare eliminando dalle buste lo strato barriera in alluminio che rende complesso, se non impossibile, il loro riciclo a fine vita.


I nuovi imballi studiati da Goglio per il mondo del caffè non contengono alluminio e vengono proposti in due configurazioni: laminato poliolefinico ottenuto accoppiando una struttura di polipropilene e una di polietilene, oppure monomateriale, utilizzando una sola di queste poliolefine.
In entrambi i casi, l’assenza dello strato di alluminio consente di conferire l'imballo, nella raccolta differenziata, insieme con la frazione plastica e non nell'indifferenziato, come avviene oggi.

Goglio e Segafredo stanno testando soluzioni più avanzate per diverse linee di prodotti, come il monomateriale in polipropilene per il confezionamento delle cialde, al fine di consentire un corretto recupero della confezione, oltre che degli scarti di lavorazione.

“Da oltre 50 anni Goglio sviluppa per Segafredo Zanetti soluzioni di confezionamento studiate per preservare inalterate nel tempo la qualità, l’aroma e la freschezza del caffè – spiega Alessandro Caretti, Direzione Commerciale EMEA/Sud America di Goglio –. Siamo orgogliosi di intensificare ora la nostra collaborazione con un grande e ambizioso obiettivo: produrre in maniera sostenibile e trovare le migliori soluzioni di packaging eco-compatibili che tengano conto delle esigenze del Pianeta e della sempre crescente sensibilità ambientale dei consumatori".

fonte: www.polimerica.it


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Buste di plastica: Australia, utilizzo ridotto dell’80% in tre mesi







Ridotto dell’80% l’utilizzo di buste di plastica in Australia. L’eccezionale risultato è stato ottenuto in appena tre mesi, periodo trascorso dallo stop ai sacchetti derivati del petrolio messo in atto dalle due maggiori catene di supermercati australiane: la Coles e la Woolworths. Il risparmio in termini di singole unità ammonta a circa 1,5 milioni, con picchi del 90% di riduzione in alcuni punti vendita.

Il risultato ottenuto in Australia è frutto in buona parte dello stop alle buste di plastica da parte della grande catena di distribuzione, mentre dal punto di vista legislativo manca un sistema normativo nazionale; presenti nel Paese soltanto alcuni provvedimenti di messa al bando limitati ai singoli territori (come accade anche negli USA e in Canada). Un’iniziativa che tuttavia ha riscosso nelle prime fasi diverse critiche e causato alle compagnie diversi cali in termini di introiti.

Superata le criticità legate all’impatto del cambiamento sugli australiani lo stop alle buste di plastica nei punti vendita delle due catene di supermercati ha portato in appena tre mesi ai risultati presentati dalla National Retail Association.

Diverse le iniziative nel mondo per dire basta alla plastica. L’Italia ha messo al bando da alcuni anni le buste inquinanti in favore di soluzioni biodegradabili e compostabili, mentre anche grandi marchi quali Zara, L’Oreal e Burberry hanno scelto di rinunciare ai sacchetti ottenuti da derivati del petrolio.

Un allarme quello relativo all’inquinamento da plastica che registra ormai aggiornamenti frequenti. L’ultima segnalazione proprio in questi giorni, con la presenza di nanoplastiche negli organi interni delle capesante. Una notizia che segue di alcune settimane i risultati dei test svolti dalla Medical University di Vienna e dall’Environment Agency Austria: presenti tracce di microplastiche nelle feci umane in 8 Paesi, tra questi anche l’Italia.


fonte: www.greenstyle.it

Riduzione borse in plastica: approvato un decreto in esame preliminare















Il Consiglio dei ministri n.140 del 9 novembre '16 ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2015/720 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2015, che modifica la direttiva 94/62/CE per quanto riguarda la riduzione dell'utilizzo di borse di plastica in materiale leggero.
Il provvedimento mira a prevenire o ridurre l'impatto dell'inquinamento dei rifiuti di borse di plastica ponendo il divieto di fornitura a titolo gratuito delle borse ammesse al commercio e riducendone la commercializzazione a fini di igiene o come imballaggio primario per alimenti sfusi diversi da quelli compostabili.

Il decreto legislativo ancora all'esame preliminare è un decreto delegato previsto nella Legge di Delegazione europea 2015 Legge 12 agosto 2016, n. 170, in vigore dal 16 settembre 2016: l'art. 4.2 di quella legge indicava i principi direttivi ai quali si sta attenendo il Governo: in particolare la garanzia del medesimo livello di tutela ambientale assicurato dalla legislazione già adottata in materia, il divieto di fornitura a titolo gratuito delle borse di plastica ammesse al commercio, la progressiva riduzione della commercializzazione delle borse di plastica e la previsione di una campagna di informazione dei consumatori.

Il provvedimento in arrivo attua inoltre, la direttiva 2015/720 che impegna gli Stati ad adottare misure per diminuire in modo significativo l'utilizzo di borse di plastica in materiale leggero, in linea con gli obiettivi generali della politica sui rifiuti e con la gerarchia dei rifiuti dell'Unione di cui alla direttiva 2008/98/CE.
L'UE richiede che le misure di riduzione tengano conto degli attuali livelli di utilizzo di borse di plastica nei singoli Stati membri, pertanto l'impegno sarà tanto più ambizioso quanto più alti sono i livelli di utilizzo
Ricordiamo a riguardo, che già dall'aprile 2014 il parlamento UE ha proposto un giro di vite contro i sacchetti in plastica, fissando obiettivi di riduzione del 50% dei sacchetti in materiale leggero entro il 2017 e dell'80 % entro il 2019. L'intenzione di Bruxelles resta infatit quella di sostituire completamente i sacchetti di plastica utilizzati per avvolgere alimenti come frutta, verdura e dolciumi entro il 2019, con sacchetti di carta riciclata o sacchetti biodegradabili e compostabili.

Per maggiori informazioni 
consulta il sito www.governo.it  
 
fonte: https://www.insic.it

Rinnovabili e rifiuti: legge delega europea in vigore dal 16 settembre


Il 16 settembre prossimo entrerà in vigore la legge delega del 12 agosto 2016 n.170 che permetterà al Governo di adottare le disposizioni e di stabilire i criteri per attuare le 13 direttive europee riportate negli allegati alla legge A e B.
La “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2015″ è stata pubblicata il 1° settembre scorso sulla Gazzetta Ufficiale n. 204 (serie generale).
In base a quanto stabilito dall’articolo 2 del provvedimento legislativo il Governo avrà due anni di tempo per introdurre delle sanzioni a livello penale o amministrativo che puniscano le inadempienze alle 11 direttive europee contenute negli allegati A e B. Tra queste figurano diverse direttive ambientali: dai rifiuti all’edilizia sostenibile, dalle emissioni inquinanti alle energie rinnovabili.
Nello specifico il Governo dovrà procedere alla pubblicazione delle procedure per l’applicazione della direttiva (UE) 2015/720 approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio UE il 29 aprile 2015. La normativa disciplina l’uso delle buste di plastica in materiale leggero con l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti plastici. Il termine di recepimento è fissato per il 27 novembre 2016.
Entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge delega il Governo dovrà adeguare le leggi nazionali sulla commercializzazione dei prodotti edilizi al regolamento UE n. 305/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio, approvato in data 9 marzo 2011.
Il Governo entro il 10 settembre 2017 dovrà altresì pubblicare le linee guida e i criteri per l’attuazione del regolamento UE 2015/1513 sulla benzina e sul diesel approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio il 9 settembre del 2016. Per la stessa data è fissato l’adeguamento alla direttiva 2009/28/CE che disciplina la promozione delle energie rinnovabili.
Infine entro il 19 dicembre 2017 il Governo dovrà pubblicare i criteri direttivi per attuare la direttiva UE 2015/2193 approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio UE il 25 novembre 2015. La normativa disciplina le emissioni climalteranti prodotte dagli impianti di combustione medi. La direttiva stabilisce inoltre una riorganizzazione normativa degli impianti inquinanti.

fonte: http://www.greenstyle.it

Buste plastica: in Inghilterra tassa ha ridotto uso dell’85%


L’Inghilterra seguendo l’esempio della Scozia, del Galles e dell’Irlanda del Nord lo scorso anno ha introdotto una tassa sulle buste di plastica. A distanza di sei mesi dall’approvazione del provvedimento i risultati hanno superato ogni più rosea previsione.
Da ottobre del 2015 a oggi l’utilizzo delle buste di plastica nei punti vendita si è ridotto di ben l’85%. La legge obbligava ogni punto vendita con almeno 250 dipendenti a pagare 5 centesimi di sterlina per ogni sacchetto distribuito ai clienti.
Nel 2014 nel Regno Unito sono stati messi in circolazione oltre 7 miliardi di sacchetti di plastica. Oggi si contano appena 640 milioni di buste. La misura del Governo ha rivoluzionato le abitudini dei consumatori britannici che ora si recano a fare la spesa portandosi dietro buste riutilizzabili per non essere costretti a pagare i sacchetti usa e getta.
I risultati positivi registrati in Inghilterra confermano quelli ottenuti in Irlanda del Nord, dove l’utilizzo dei sacchetti di plastica dall’introduzione della tassa è calato del 71%. In Galles si è osservata una riduzione del 76%, mentre in Scozia il calo è stato ancora superiore, pari all’80%.
Il provvedimento non ha garantito solo benefici ambientali. Grazie alla tassa sulle buste di plastica sono stati raccolti oltre 35 milioni di euro da destinare a progetti benefici, a cause ambientali e sociali. Il successo dell’iniziativa è tale da aver spinto la Scozia e il Galles a estendere la tassa sui sacchetti di plastica anche ai piccoli esercizi commerciali. Anche in Inghilterra gli ambientalisti stanno esercitando pressioni sul Governo, affinché l’applicazione della normativa venga estesa ai punti vendita di dimensioni inferiori.
L’estensione della misura servirà a ridurre la mole di rifiuti di plastica che finisce ogni anno negli oceani, pari a 8,8 milioni di tonnellate, a cui vanno ad aggiungersi quelli non differenziati correttamente e smaltiti in discarica.
I sacchetti di plastica che finiscono nelle acque marine rappresentano un pericolo per la fauna e per l’intera catena alimentare. Alcuni rifiuti di plastica di recente sono stati rinvenuti persino negli ecosistemi artici, tra i luoghi più fragili e incontaminati della Terra.

fonte: http://www.greenstyle.it