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Stoccolma, in città oltre 5 mila e-bike made in Italy: obiettivo mobilità ancora più verde
I monopattini elettrici inquinano come auto e moto
Secondo uno studio realizzato dall'azienda Arcadis i mezzi della micromobilità, che oggi stanno invadendo sempre di più le nostre città, inquinerebbero come le auto e le moto termiche
Ci è sempre stato detto che l'urban mobility sarebbe stato il futuro della mobilità, che sarebbe stato il presente e il futuro degli spostamenti, che sarebbe stato il modo giusto per lasciare il mezzo inquinante, come il termico, a favore dei mezzi elettrici. Pare che non sia così. Secondo Arcadis un monopattino, in sharing, immette nell'aria 105,5 grammi di CO2 ogni chilometro percorso. E un'auto? Quanto emette? Un'auto, o una moto, emettono circa 5 grammi in più di un'automobile.LA CLASSIFICA
In questa speciale classifica di quali sono i mezzi che inquinano di più, il monopattino è davanti a mezzi molto più pesanti come i treni, tram e metropolitane che consumano, sempre secondo questa analisi, 6 grammi di CO2 ogni chilometro, i pullman elettrici 21,7 gr/km e ibridi fino a 74,3 gr/km.
Secondo questo studio, i monopattini elettrici inquinano, e anche tanto. A superare il mezzo per eccellenza della urban mobility sono gli autobus Diesel (ben 154 gr/km), moto e scooter con cilindrata al di sotto dei 750cc (fino 204 gr/km), quelli con una cilindrata superiore (231 gr/km) e le automobili endotermiche con un solo passeggero che arrivano a consumare fino a 250 gr/km.
PERCHE'?
Ovviamente, a primo acchito, sembra una classifica realizzate a spanne e invece, giustamente, Arcadis spiega quali sono i motivi di questa situazione. In sostanza, i veri motivi sono due: le aziende produttrici asiatiche non rispettano la sostenibilità, soprattutto nei materiali. Anche dal punto di vista produttivo e distributivo, la urban mobility ha dei costi per prelvare i monopattini, per trovare parcheggio e soprattutto per ricaricarli.
La prima, in fondo, era anche abbastanza comprensibile. La seconda motivazione, invece, è più fattuale, se vogliamo. Il monopattino elettrico, dice Arcadis, non sostituisce quasi mai il tragitto che facciamo con l'auto o con la moto, ma sostituiscono i nostri tragitti a piedi o un bicicletta. E questo comporta un aumento dell'inquinamento da utilizzo dei monopattini elettrici oltre, e non in sostituzione, all'inquinamento già prodotto da auto e moto.
fonte: www.dueruote.it/
In questa speciale classifica di quali sono i mezzi che inquinano di più, il monopattino è davanti a mezzi molto più pesanti come i treni, tram e metropolitane che consumano, sempre secondo questa analisi, 6 grammi di CO2 ogni chilometro, i pullman elettrici 21,7 gr/km e ibridi fino a 74,3 gr/km.
Secondo questo studio, i monopattini elettrici inquinano, e anche tanto. A superare il mezzo per eccellenza della urban mobility sono gli autobus Diesel (ben 154 gr/km), moto e scooter con cilindrata al di sotto dei 750cc (fino 204 gr/km), quelli con una cilindrata superiore (231 gr/km) e le automobili endotermiche con un solo passeggero che arrivano a consumare fino a 250 gr/km.
PERCHE'?
Ovviamente, a primo acchito, sembra una classifica realizzate a spanne e invece, giustamente, Arcadis spiega quali sono i motivi di questa situazione. In sostanza, i veri motivi sono due: le aziende produttrici asiatiche non rispettano la sostenibilità, soprattutto nei materiali. Anche dal punto di vista produttivo e distributivo, la urban mobility ha dei costi per prelvare i monopattini, per trovare parcheggio e soprattutto per ricaricarli.
La prima, in fondo, era anche abbastanza comprensibile. La seconda motivazione, invece, è più fattuale, se vogliamo. Il monopattino elettrico, dice Arcadis, non sostituisce quasi mai il tragitto che facciamo con l'auto o con la moto, ma sostituiscono i nostri tragitti a piedi o un bicicletta. E questo comporta un aumento dell'inquinamento da utilizzo dei monopattini elettrici oltre, e non in sostituzione, all'inquinamento già prodotto da auto e moto.
fonte: www.dueruote.it/
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La mobilità in sharing si amplia a Milano: più scooter e biciclette, e arriva la micromobilità
Milano incentiva la mobilità elettrica e condivisa e definisce regole chiare per l’utilizzo dei mezzi in sharing. Sono state approvate dalla Giunta milanese infatti le linee guida che consentono di avviare la sperimentazione dello sharing della micromobilità elettrica e proseguire con lo sharing di scooter e biciclette a flusso libero all’interno di un sistema di regole stringenti per le aziende e per i soggetti interessati a fornire il servizio in città.
Fra le innovazioni introdotte per lo scooter sharing, il vincolo di una flotta interamente elettrica dal 1° gennaio 2020; per quanto riguarda le bici a stallo libero, l’aumento della flotta fino a 16mila biciclette anche a pedalata assistita.
Al fine di governare meglio il fenomeno, le linee guida della sperimentazione sulla micromobilità elettrica definiscono il numero massimo di 2mila monopattini in città: tutti i veicoli dovranno essere dotati di luci, numero identificativo e limitatori di velocità.
Inoltre in tutta la città i monopattini potranno sostare esclusivamente negli stalli di sosta dedicati alle biciclette o a lato strada, dove non sia espressamente vietato e comunque sempre secondo le regole del codice della strada. Nella Cerchia dei Navigli, dove non esiste sosta libera, i monopattini potranno attivare e chiudere il noleggio solo negli stalli sosta attraverso sistemi tecnologici realizzati a cura delle società di gestione.Attualmente a Milano vi sono oltre 32mila stalli per la sosta delle biciclette in tutta la città. In particolare nella Cerchia dei Navigli si contano 4.300 stalli; all’esterno del Municipio 1, nelle aree adiacenti le fermate della metropolitana, sono 6.900 e lungo le piste ciclabili sono 3.350. Questi numeri sono in continuo aggiornamento per nuove installazioni in corso che terranno conto anche dell’introduzione dei nuovi veicoli.
Per quanto riguarda le biciclette in condivisione a stallo libero le nuove linee guida prevedono altri tre anni di sperimentazione e un ampliamento della flotta totale presente in città fino a 16mila veicoli in totale e fra queste sono previste anche biciclette elettriche a pedalata assistita.
Per quanto riguarda gli scooter il nuovo bando prevede che dal 1° gennaio 2020 potranno essere solo elettrici (ad oggi le flotte di scooter esistenti contano circa 1.470 veicoli suddivisi fra 5 operatori).
L’avviso pubblico per lo sharing avrà finestre temporali mensili. Dovranno presentare certificazione di sottoscrizione di adeguata polizza assicurativa, garantire il servizio di call-center, pronto intervento e controllo dei dispositivi con personale pronto a rimuoverli o spostarli entro le 24 ore dalla segnalazione in caso di disservizio, abbandono o posteggio irregolare, pena la rimozione da parte del Comune con imputazione dei costi a carico del gestore. Il servizio dovrà essere attivo 365 giorni e disponibile 24 ore su 24.
Per ogni monopattino o bicicletta in strada i gestori dovranno investire 10 euro all’anno in comunicazione e informazione agli utenti sulle regole di utilizzo e del codice della strada, anche in forma condivisa con l’Amministrazione e gli altri gestori e 100 euro annui per ogni scooter. Inoltre per ogni monopattino elettrico e bicicletta sarà necessario depositare una cauzione una tantum (sotto forma di fideiussione) di 25 euro o di 50 euro per ogni scooter, a garanzia degli eventuali interventi di rimozione effettuati dall’Amministrazione e al Comune dovrà essere versato un contributo di 8 euro per ogni monopattino o bicicletta quale contributo all’uso degli spazi pubblici. Il contributo scende a 3 euro per le biciclette elettriche al fine di incentivarne l’introduzione.
fonte: www.greencity.it
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