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Stoccolma, in città oltre 5 mila e-bike made in Italy: obiettivo mobilità ancora più verde
Senza raggi e con lettore di impronte, arriva Reevo, la bicicletta elettrica del futuro
Ruote senza raggi per una futuristica bici elettrica progettata negli USA. La e-bike di Reevo si può prenotare su Indiegogo.com al prezzo di lancio di 1.999 dollari

Si chiama Reevo la bici elettrica che sta realizzando una startup americana la Beno Technologies.
Al momento è un progetto che sta cercando finanziatori attraverso la piattaforma di crowfunding Indiegogo, ma sta già stupendo per le sue caratteristiche innovative e per il design decisamente futuristico.
Quella più evidente riguarda le ruote, che non hanno raggi né mozzo centrale, ma scorrono attraverso un particolare meccanismo del telaio in alluminio che integra una batteria staccabile che offre un’autonomia fino a 60 km.

Reevo/Indiegogo
Molto curiose le luci di marcia, integrate nel perimetro delle ruote e praticamente invisibili di giorno. Si accendono automaticamente grazie ad un sensore crepuscolare.
La e-bike di Reevo promette anche di essere molto difficile da rubare: può essere avviata solo attraverso la lettura dell’impronta digitale, è presente un meccanismo di bloccaggio della ruota posteriore molto difficile da manomettere ed è dotata di modulo GPS per rilevare costantemente la sua posizione.
Inoltre è dotata di porta USB e modulo Bluetooth per connettere lo smartphone, che grazie alla app dedicata e al supporto sul manubrio diventa un cruscotto digitale.
Si può prenotare su Indiegogo.com ad un prezzo di 1.999 dollari (circa 1.700 euro) con uno sconto di circa il 40% sul prezzo che avrà la Reevo quando la produzione entrerà a regime. Le prime consegne sono previste per il marzo del 2021.
Fonte: Indiegogo.com

Si chiama Reevo la bici elettrica che sta realizzando una startup americana la Beno Technologies.
Al momento è un progetto che sta cercando finanziatori attraverso la piattaforma di crowfunding Indiegogo, ma sta già stupendo per le sue caratteristiche innovative e per il design decisamente futuristico.
Quella più evidente riguarda le ruote, che non hanno raggi né mozzo centrale, ma scorrono attraverso un particolare meccanismo del telaio in alluminio che integra una batteria staccabile che offre un’autonomia fino a 60 km.

Reevo/Indiegogo
Molto curiose le luci di marcia, integrate nel perimetro delle ruote e praticamente invisibili di giorno. Si accendono automaticamente grazie ad un sensore crepuscolare.
La e-bike di Reevo promette anche di essere molto difficile da rubare: può essere avviata solo attraverso la lettura dell’impronta digitale, è presente un meccanismo di bloccaggio della ruota posteriore molto difficile da manomettere ed è dotata di modulo GPS per rilevare costantemente la sua posizione.
Inoltre è dotata di porta USB e modulo Bluetooth per connettere lo smartphone, che grazie alla app dedicata e al supporto sul manubrio diventa un cruscotto digitale.
Si può prenotare su Indiegogo.com ad un prezzo di 1.999 dollari (circa 1.700 euro) con uno sconto di circa il 40% sul prezzo che avrà la Reevo quando la produzione entrerà a regime. Le prime consegne sono previste per il marzo del 2021.
Fonte: Indiegogo.com
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Uber JUMP: da oggi anche Roma ha il suo bike-sharing elettrico
Roma torna ad avere un servizio di bike sharing. Dopo il fallimento di Gobee bike Obike, finalmente un altro player arriva sul mercato, questa volta puntando sulle biciclette a pedalata assistita. E non è un player qualsiasi, si tratta infatti di Uber che, con grande coraggio, lancia oggi a Roma il proprio servizio di bike sharing elettrico: Uber JUMP. Un salto in avanti significativo rispetto ai precedenti servizi di bike sharing che si erano dimostrati abbastanza complessi da utilizzare, non tanto per le procedure di noleggio, semplici e immediate, quanto per i saliscendi romani da affrontare senza neanche una due ruote dotata di marce. Le biciclette elettriche di Uber JUMP consentono di affrontare qualsiasi percorso, grazie a 3 marce e una velocità massima di 25 Km/h.
Le zone coperte da Uber JUMP sono al momento il centro storico, l’Eur, il quartiere Coppedè, Monteverde nuovo e Fleming. In questi quartieri si troveranno circa 700 biciclette elettriche color rosso fiammante, con l’obiettivo di arrivare a 2800 unità in poche settimane. Biciclette totalmente dockless, non legate ad uno stallo specifico, ma noleggiabili e parcheggiabili ovunque all’interno dell’area di copertura. Un noleggio che potrà essere effettuato pagando 0,20 centesimi al minuto a cui si devono aggiungere 50 centesimi per sbloccare la bicicletta.
“Roma è stata scelta come prima città in Italia per l’avvio del servizio di uno dei maggiori operatori di sharing al mondo. Da oggi 700 bici a pedalata assistita, che diventeranno più di 2.800 in poche settimane, sono a disposizione di tutti, con uno sguardo attento alla mobilità sostenibile e al turismo. Un servizio di bike-sharing moderno che va di pari passo con il rispetto del decoro urbano e la sicurezza dei mezzi. La geolocalizzazione, infatti, permetterà di monitorare le bici in tempo reale”, ha dichiarato la Sindaca di Roma, Virginia Raggi. La prima cittadina ha inoltre evidenziato, nella breve conferenza stampa tenuta ai Fori Imperiali per l’avvio del servizio, che tutti i romani dovranno vigilare affinché non si ripetano i furti e gli episodi di vandalismo perpetrati contro i servizi di bike-sharing che hanno preceduto Uber JUMP.
Non c’è dubbio che il business della mobilità dolce in sharing sia destinato a crescere, e nello specifico JUMP è un servizio sufficientemente rodato che ha visto la nascita nel 2017 negli Stati Uniti. E Roma ha un bisogno disperato di alleggerire il traffico veicolare su strada e l’inquinamento conseguente. Ne è convinto Michele Biggi, JUMP general manager Southwestern Europe:
“Il bike-sharing è un sistema conveniente ed eco friendly, per questo crediamo che JUMP possa essere una valida risposta alle esigenze dei residenti, aiutandoli ad affrontare, in modo pratico e accessibile il traffico di tutti i giorni, tipico della grande città”.
Tuttavia permangono molti dubbi sulla fortuna che Uber JUMP potrà avere in una città come Roma, e questi dubbi non riguardano la bontà dell’iniziativa e la qualità del servizio, quanto l’immaturità di alcuni romani nell’accogliere i precedenti servizi di bike-sharing, divenuti ben presto oggetto di furti e vandalismi sconsiderati.
Uber JUMP in sintesi:
– 700 biciclette disponibili all’avvio (21 ottobre 2019, 2800 entro qualche settimana;
– I quartieri serviti sono: Centro storico, EUR, Coppedè, Monteverde nuovo e Fleming;
– Il costo: 0,50 per sbloccare la biciclette e 0,20 centesimi per ogni minuto di utilizzo;
– La velocità: le biciclette, dotate di 3 marce, possono arrivare a una velocità massima di 25 km/h;
– Il peso: ogni bicicletta pesa circa 30 kg;
– Come avviene la prenotazione: è sufficiente individuare la bicicletta con l’app di Uber su smartphone, avvicinarsi e sbloccarla scansionando il QR Code sul manubrio.
– I quartieri serviti sono: Centro storico, EUR, Coppedè, Monteverde nuovo e Fleming;
– Il costo: 0,50 per sbloccare la biciclette e 0,20 centesimi per ogni minuto di utilizzo;
– La velocità: le biciclette, dotate di 3 marce, possono arrivare a una velocità massima di 25 km/h;
– Il peso: ogni bicicletta pesa circa 30 kg;
– Come avviene la prenotazione: è sufficiente individuare la bicicletta con l’app di Uber su smartphone, avvicinarsi e sbloccarla scansionando il QR Code sul manubrio.
fonte: www.greenstyle.it
Sulla cargo e-bike Paolo s’inventa un mestiere: aiutare gli anziani
Con la sua cargo e-bike non solo consegna la spesa, ma offre tutta una serie di servizi che spesso, se non a prezzi impossibili, gli anziani non riescono ad acquistare. Così la micro mobilità elettrica nei centri storici, anche delle piccole città, attenua l’inquinamento atmosferico e contribuisce a risolvere problemi sociali. Come nella storia di Paolo Vannini, da Imola.
Ha fatto il manutentore di ascensori, ha lavorato in un’azienda metalmeccanica, poi niente. Senza lavoro, ma armato dell’ italica arte di arrangiarsi Paolo Vannini, a 35 anni, si è comprato una cargo bike e ha aperto la partita Iva di COBIM.
Si muove svelto per offrire servizi agli anziani

Paolo inizia a pedalare a luglio scorso, ma l’attività prende quota dopo l’estate. Funziona perché anche a Imola c’è la ZTLche limita il traffico in centro e tanti anziani spesso hanno problemi a spostarsi: “Ci sono delle persone che hanno difficoltà anche a cambiare una lampadina perché bisogna arrampicarsi su per una scala o non hanno gli strumenti per stappare una vasca o non possono portare il computer all’assistenza” dice Paolo. Ma arriva Paolo il tuttofare che offre una miriade di servizi elencati nel suo volantino: “SOS elettrico, idraulico, Informatico, fabbro, falegnameria, elettrodomestici, giardinaggio e verniciatura”.
Un angelo custode per chi non ha più forze: “Spesso per gli elettricisti e gli idraulici certi lavoretti in centro non li vogliono fare: sono solo brigosi ma non possono chiedere una tariffa molto elevata“. Paolo ci tiene a precisare che non fa concorrenza ai professionisti specializzati.
Consegna pure lavatrici e comò

Poi c’è il settore delle consegne a domicilio che non si limita alla classica spesa: ha consegnato pure lavatrici e un comò, pedalando in elettrico. La cargo e-bike l’ha acquistata nella vicina Castel San Pietro: “UnaRiese & Müller, il pianale è da 80 centimetri e 220 kg il totale carico. La parte elettrica è della Bosch, ho scelto la doppia batteria – sono 1000 watt totali – che mi garantisce un‘autonomia di circa 250 chilometri, per 200 spendo circa 20 centesimi“.
L’impresa va e il sogno è quello di ampliarsi. Ha firmato delle convenzioni con delle aziende: “Due volte la settimana consegno i tonner per le fotocopie in noleggio; mi piacerebbe, ma non so se arriviamo alla firma, un accordo con le farmacie comunali per i farmaci. Un servizio molto richiesto dai privati“. Paolo cerca ogni filiera utile: “Penso di essere l’unico in Italia che offre sia le consegne sia i piccoli lavori“.
Incentivi per la pedalata elettrica degli over 60

Sul finire della conversazione non risparmia un ragionamento politico: “Servono incentivi per le bici elettriche perché tante persone anziane in questo modo possono spostarsi. Non tutti hanno la forza di usare la bici tradizionale“.
fonte: https://www.vaielettrico.it
Mobilità sostenibile, anteprima per Bruko, bicicletta elettrica in legno
Anteprima ad alta quota per la nuova bicicletta elettrica Brukorealizzata interamente in legno con un procedimento artigianale che garantisce unicità per ogni pezzo. Debutto e test-drive della e-bike di Paolo Brunello e Sara Koller (il nome del brand fonde i due cognomi: BRUnello/KOller) è avvenuto infatti sullo sfondo della catena del Lagorai all'Hotel Aurai, località Calamento.
«La prima BRUKO è nata nel nostro laboratorio di restauro - spiega Paolo, riferendosi al modello tradizionale, il primo prototipo in assoluto - quando dopo il furto della mia bicicletta ci siamo chiesti se saremmo stati in grado di fabbricarcene una da soli. Detto fatto. Poi però ci abbiamo preso la mano e abbiamo studiato a fondo ogni particolare, seguendo alcuni valori fra cui la volontà di essere il meno inquinanti possibile, di garantire un'estetica di alto livello e soprattutto aderire a standard qualitativi alti».
E infatti, in linea con l'impronta green per tutti i prodotti BRUKO (skimboard, longboard e snowboard) non c'è nessuna copertura in carbonio, solo colli viniliche e vernici all'acqua. E dopo la bicicletta "tradizionale" ecco che è arrivata quella a pedalata assistita.
«Prima di arrivare a questo risultato c'è voluto molto studio, una moltitudine infinita di tentativi e perfezionamenti, oltre alla ricerca di componenti rigorosamente fatti in Italia che rispettassero i nostri canoni. - spiega Sara, ungherese di nascita e bolognese di adozione - Stratificazione del legno e curvatura delle assi per ottenere un telaio resistente e sicuro, ma allo stesso tempo leggero e adatto ai percorsi urbani e naturali, lastre e materiali scelti accuratamente per avere le migliori performance...un grande percorso di ricerca insomma».
Ogni bicicletta BRUKO, unica e numerata, è personalizzabile con componentistica "base" in alluminio oppure "lusso" in carbonio.
Il telaio - Interamente realizzato a mano con tempo di costruzione di un mese e una garanzia di unicità data dal procedimento di costruzione artigianale. La bicicletta BRUKO è realizzata con stratificati di rovere, betulla e mogano, con fibre incrociate che garantiscono un'alta tenuta. La batteria è incassata nel telaio, custodita da un box in alluminio ignifugo: questa soluzione garantisce sicurezza, leggerezza e un impatto estetico piacevole e accattivante. La posizione centrale del motore fa sì che i pesi siano ben bilanciati restituendo al ciclista sensazioni di controllo e sicurezza.
Il motore - La bicicletta elettrica BRUKO e-bike è spinta dall'innovativo motore OLIeds Made in Italy, il quale unisce in un unico intervento motorizzato il sistema Torque e il sistema PAS (TORQUE: spinta del motore erogata in base alla forza impressa sui pedali. PAS: acronimo di pedalata assistita con motore che si attiva semplicemente ruotando i pedali senza necessità di particolare spinta sugli stessi.
250 W con 80N/metro di potenza.
• Basso rumore di esercizio
• Bassi consumi
• Elevata fluidità
250 W con 80N/metro di potenza.
• Basso rumore di esercizio
• Bassi consumi
• Elevata fluidità
La batteria - Al litio creata su misura con cella Samsung con una potenza di 400 W. L'autonomia prevista è di circa 50/60 km con un medio utilizzo di assistenza.
Il display - I due sistemi di motore sono collegati al display OLIeds, che fornisce numerosi assistenze.
• Temperatura ambientale
• Display retroilluminato
• Indicatore di carica residua
• Livello di assistenza
• Velocità istantanea
• Indicatore di potenza del motore
• Funzione Walk (velocità a passo duomo per condurre la bici
• Temperatura ambientale
• Display retroilluminato
• Indicatore di carica residua
• Livello di assistenza
• Velocità istantanea
• Indicatore di potenza del motore
• Funzione Walk (velocità a passo duomo per condurre la bici
fonte: http://www.oggigreen.it
Kit trasformazione bici elettrica economico: arriva EAZY Bike
Le biciclette elettriche costano ancora parecchio e sono pesanti. Ma fortunatamente si stanno diffondendo dei kit per trasformare qualsiasi bicicletta in una e-bike, il limite però risiede sempre nel costo. In passato abbiamo parlato spesso di questi kit di conversione ma effettivamente nessuno costituiva una soluzione semplice ed economica al tempo stesso.
Questa situazione però è destinata a cambiare velocemente grazie al lancio sul mercato di EAZY Bike, un kit di conversione da bici normale ad e-bike che promette una vera e propria rivoluzione. In primis per quanto riguarda l’installazione, davvero molto semplice e fattibile su praticamente tutti i modelli. Il kit infatti è composto da una batteria, installabile sul telaio, e da un motore che va collocato tra i pedali e la ruota posteriore.
Il secondo fattore dirompente di EAZY Bike è il prezzo: solo 159 dollari, appena 134 euro per trasformare radicalmente la propria bicicletta in una moderna e-bike.
EAZY Bike: caratteristiche tecniche
La batteria, stando a quanto riportato sul sito di EAZY Bike, è un’unità agli ioni di litio da 18650 celle (36V, 6 Ah, 216 Wh) ricaricabile completatamente in 2-3 ore al massimo. Il pacco batterie consentirebbe di percorrere ben 50 km con una singola carica. Il kit completo, composto da batteria e motore, pesa soltanto 2kg, dunque comporterebbe un aumento davvero ridotto del peso della bicicletta a cui viene applicato.I motori fornito da EAZY Bike sono due: uno destinato al mercato USA, che consentirebbe una velocità massima di 30 Km/h, e uno destinato al mercato europeo che consentirebbe una velocità massima raggiungibile di 25 Km/h.
EAZY Bike: come acquistare il kit
EAZY Bike è al momento un progetto acquistabile sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. Versando 159 dollari, 134 euro al cambio, si diventa sostenitori del progetto e si riceverà il kit appena inizieranno le spedizioni. La stima dei creatori di EAZY Bike è che i kit verranno inviati a partire da aprile 2018, all’interno oltre a batterie e motore verrà fornito anche un caricatore.fonte: http://www.greenstyle.it
Bici elettriche senza ricarica: la rivoluzione di Bike+
Andare in bicicletta non è solo un modo di passare il tempo libero, ma una concreta alternativa per il trasporto urbano. Questo è quanto sostengono Giulia Cocchella e Giuseppe Piras, cicloamatori e autori di “Come fare… Manuale del ciclista urbano” (Gruppo Editoriale Simone), e lo ha capito bene anche una realtà innovativa come Zehus che ha creato un motore, BIKE+, che senza dubbio abilita l’uso della bici in tutti i contesti di mobilità.
Bici elettriche di terza generazione
I fondatori di Zehus sostengono, probabilmente a ragione, di aver inaugurato questa nuova generazione grazie all’innovazione tecnologica del loro motore BIKE+.Il concetto di base è semplice: un motore di tipo “all in one” da 250W, posto sul mozzo della ruota posteriore, dal peso di circa 3Kg, che al suo interno contiene il propulsore e le batterie al litio (160Wh – 5.3Ah/30V). Già questo sarebbe sufficiente per farne un prodotto interessante.
A fare la differenza c’è un innovativo sistema di ricarica in discesa, basato su un brevetto del Politecnico di Milano che, sfruttando l’azione combinata di dinamo e giroscopi, consentirebbe all’utente di non dover ricaricare mai la batteria. Inoltre non ha fili ed ogni parametro può essere regolato tramite app, grazie ad un collegamento Bluetooth.
In sostanza BIKE+ permette di avere un mezzo che pesa relativamente poco (le bici prodotte, come la Klaxon Speedster Zehus pesa circa 13Kg), dalla manutenzione simile a quella delle comuni biciclette e che non necessita di essere ricaricato.
Attualmente la politica commerciale di Zehus non prevede la vendita del motore a privati, ma ci sono già diverse case costruttrici che propongono modelli che adottano BIKE+. Le dimensioni del motore (18 cm di diametro e 12cm di larghezza) lo rendono adattabile anche a cerchi da 20 pollici, quindi troviamo disponibili bici di diversi tipi: dalle pieghevoli alle fat bike, dalle city-bike alle mountain-bike.
fonte: http://www.greenstyle.it
Oslo sarà la prima città senza automobili dal 2019
Oslo ha deciso di ridurre drasticamente i parcheggi, così da
impedire l'accesso delle automobili al centro. Per garantire la mobilità
di residenti e pendolari verranno potenziati i trasporti pubblici e le
piste ciclabili.
Oslo non vuole più avere nulla a che fare con le auto.
Dopo l’accordo tra i principali partiti politici per impedire la
vendita delle vetture a benzina e gasolio entro il 2025 – una
risoluzione al momento non ancora convertita in legge – la municipalità
della capitale norvegese ha indetto una nuova crociata contro le quattro
ruote. Di qualsiasi tipo esse siano. L’obiettivo è, entro il 2019, vietare tutte le auto nel centro città.
Nonostante sia una città a misura di auto elettrica, Oslo ha deciso di rinunciare alle vetture in centro
Elettriche, ibride o alimentate mediante carburanti fossili non importa: entro tre anni tutte le vetture dovranno dire addio al centro di Oslo. L’amministrazione cittadina – retta da una giunta di laburisti, socialisti e verdi – mira a rendere la capitale nordica una città “car free”. Come? Secondo il magazine The Nordic Page, rimuovendo i parcheggi. L’eliminazione degli stalli per la sosta, fatta eccezione per i posti riservati ai disabili, dovrebbe partire già dalla prossima primavera, senza alcuna distinzione per il tipo di veicoli e andando così a colpire anche la rilevante quota di auto a batteria, pari al 24 per cento dell’intero parco circolante del Paese.
Oslo è da sempre una delle città europee con un sistema di mobilità maggiormente legato alle due ruote
L’eliminazione dei parcheggi ha il chiaro obiettivo di scoraggiare l’arrivo delle automobili in città. Le zone di sosta, “liberate” dall’ingombro delle vetture, secondo l’amministrazione cittadina potrebbero essere convertite in ristoranti, teatri di strada e aree ricreative. Una trasformazione che, potenzialmente, potrebbe portare a una riduzione del 50 per cento delle emissioni di CO2.
L’amministrazione cittadina di Oslo mira a concentrare il traffico delle auto private lungo le arterie attorno alla città
Il ruolo cruciale delle bici elettriche
Nel centro di Oslo vivono circa mille cittadini, ma durante la settimana la zona ospita almeno 90mila lavoratori.
Le esigenze dei pendolari
Per soddisfare le esigenze di spostamento di residenti e pendolari, la municipalità punta a potenziare le piste ciclabili creando almeno 60 nuovi km di percorsi riservati, oltre a rafforzare massicciamente la rete di bus e tram.
Le bici elettriche
Un cambiamento radicale nella mobilità della capitale, in vista del quale ricopriranno un ruolo cruciale le biciclette elettriche. L’amministrazione locale intende infatti promuovere una campagna d’incentivi di vaste proporzioni, analogamente a quanto fatto in passato a livello nazionale per le auto, favorendo la diffusione delle due ruote a pedalata assistita, sostituto designato delle vetture.
Un primato europeo
Parigi si è sinora limitata ad alcune giornate “car free”, così da abbattere i livelli di PM10 nell’aria, mentre Helsinki punta a potenziare il proprio sistema di trasporto pubblico integrato a tal punto da rendere superfluo, entro il 2025, il ricorso alle auto private. Senza però vietarne l’utilizzo. Oslo potrebbe pertanto essere la prima capitale europea a bandire integralmente le vetture dal centro città. Un primato.
fonte: www.lifegate.it
Torna BikeUp e Lecco diventa capitale della bici elettrica
Dal
20 al 22 maggio si terrà la terza edizione del festival europeo sulle
e-bike. Tre giorni di incontri, esposizioni, gare e test gratuiti
Lecco è nuovamente pronta a farsi invadere dalle bici. Quelle rigorosamente elettriche che animeranno dal 20 al 22 maggio BikeUp, il primo festival europeo delle e-bike.
Torna infatti anche questa’anno, per la sua terza edizione, il
fortunato evento dedicato allo strumento numero uno della mobilità
sostenibile: la due ruote. La tre giorni unisce un ricco programma di incontri e conferenze ad un’esposizione internazionale dei maggiori produttori di bici elettriche del settore, tour guidati e gare.
L’obiettivo con cui nasce il festival è
quello di informare e soprattutto dare la possibilità di toccare con
mano prestazioni e comodità delle bici a pedalata assistita. Ecco perché sabato 21 e domenica 22 maggio sarà possibile partecipare a dei tour guidati off-road e urbani
in sella alle bici elettriche by Bosch: brevi escursioni da 30 minuti
con partenze ogni ora accompagnati da guide esperte su due differenti
tracciati, city/trekking e Mountain Bike.
BikeUP è anche attività per le famiglie. La domenica i bambini dai 18 mesi in su sono invitati a StriderUP,
l’educazione stradale giocando con le balance bike, le bici senza
pedali. Queste due ruote a bilanciamento aiutano i bambini a partire
dall’età di 18 mesi a salire in sella. Si valorizzerà il movimento
basico dando la massima importanza ai principi fondamentali
dell’equilibrio, dell’inclinazione, dello spostamento del corpo e
dell’uso del manubrio.
Una tre giorni anche di adrenalina grazie a UPHill Bike Power Race,
gara di E-BikeCross riservata agli espositori e ai visitatori, che si
terrà sabato 21. Alla competizione possono partecipare solo le
biciclette a pedalata assistita che rispettano la Direttiva Europea
2002/24/CE (potenza nominale massima continua del motore elettrico: 0,25
kW, alimentazione del motore progressivamente ridotta e quindi
interrotta al raggiungimento dei 25 km/h, alimentazione del motore
interrotta prima dei 25 km/h se il ciclista smette di pedalare).
L’ingresso all’esposizione, alla gara UPHill e la partecipazione a workshop e conferenze è gratuita.
La partecipazione ai test ride (venerdì sabato e domenica) e agli
e-bike tour (sabato e domenica) comporta una donazione libera che verrà
interamente devoluta alla Comunità Educativa Casa Don Guanella.
fonte: www.rinnovabili.it
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