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La nuova direttiva europea su energie rinnovabili

















Questa nuova direttiva europea sulle energie rinnovabili  non ha ancora completato il suo iter, ho visto che deve essere votata dal parlamento europeo ad ottobre 2018 per poi essere recepita nelle normative nazionali
http://www.consilium.europa..eu/it/press/press-releases/2018/06/27/renewable-energy-council-confirms-deal-reached-with-the-european-parliament/ non so se in teoria ci sarebbe ancora la possibilità di intervenire, magari facendone richiesta al nostro governo
Ormai si incominciano a sentire i danni del cambiamento climatico ad es.  troppa acqua = alluvioni/ ma anche troppa poca acqua = siccità con relativi incendi boschivi/eventi climatici estremi come le tempeste; “Ma l’era delle tempeste comincerà molto prima che il pianeta arrivi a un effetto serra fuori controllo. Persino senza il caos provocato dalla disintegrazione delle calotte polari, in questo secolo le tempeste più forti diventeranno sempre più potenti” p.287 del libro ‘Tempeste’ del climatologo James Hansen, per molti anni Direttore dell’Istituto Godard della NASA che nel suo libro scrive anche che noi non sentiamo ancora gli impatti pieni dei gas serra già emessi in atmosfera. Se non si riesce nemmeno adesso a fare le scelte politiche necessarie per tutti quanti siamo! Almeno non dare incentivi proprio sbagliati, tagliare alberi per bruciarli per produrre elettricità aumenterà il gas serra anidride carbonica in atmosfera: in questo link  https://phys.org/news/2018-09-europe-renewable-energy-poised-global.html#nRlv scrivono: “Anche se il legname è rinnovabile, tagliare e bruciare la legna per avere energia aumenta il carbonio in atmosfera per tempi che vanno da decenni alle centinaia di anni a seconda di un certo numero di fattori, spiegano i ricercatori. L’uso di bioenergia in questa forma prende del carbonio che altrimenti rimaneva immagazzinato in una foresta e lo mette in atmosfera.. A causa di varie inefficienze sia nel metodo di taglio che in quello di combustione il risultato è che di gran lunga più carbonio viene emesso dalle ciminiere in aria per kilowatt ora di elettricità o calore rispetto alla combustione di combustibili fossili  spiegano gli autori ”
Poi le foreste con la fotosintesi ci tolgono della CO2 dall’atmosfera, deforestare di questi tempi non è davvero gran che, noi non abbiamo tecnologie in grado di rimuovere la CO2 dall’atmosfera. Con le nostre emissioni abbiamo cambiato la composizione dell’atmosfera, dell’aria che respiriamo. Dati dell’Osservatorio Mauna Loa più recenti: siamo arrivato a 406,99 parti per milione di CO2, negli anni ’50 (1950) erano meno di 330 ppm di CO2 in atmosfera.

Nadia Simonini
Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero       

In ricordo di Dorothy Stang: assassinata in Brasile perché voleva salvare l’Amazzonia

dorothy stang


Sono passati 11 anni dalla morte di Dorothy Stang. Per tutta la vita si era battuta a fianco dei contadini dell’Amazzonia brasiliana per difendere la loro Terra. Era una suora missionaria di origini statunitensi e un personaggio scomodo per via delle sue lotte a tutela dell’ambiente e delle popolazioni brasiliane. Il 12 febbraio 2005 fu uccisa con sei colpi di pistola, quando aveva 73 anni, mentre si trovava nella città di Anapu, nello Stato del Parà. Arrivò in Brasile nel 1966. Il suo impegno come missionaria non fu legato soltanto alla religione.
Infatti si unì ai movimenti sociali che nacquero nello Stato del Parà per fermare il disboscamento dell’Amazzonia. Fu sempre vicina ai contadini locali e agli operai della Transamazzonica per difendere le loro terre.
Dorothy Stang fu assassinata perché aveva lottato per proteggere le popolazioni indigene dell’Amazzonia e le loro terre dalla speculazione selvaggia. Voleva difendere i più poveri e nello stesso tempo salvare un territorio devastato giorno dopo giorno dalla deforestazione. Per il suo impegno è stata definita ‘la prima martire del Creato’.
Il suo impegno disinteressato verso le popolazioni brasiliane si può riassumere con una sua frase: “Se oggi qualcosa di grave deve capitare, capiti a me e non agli altri che hanno una famiglia”.
Inizialmente Dorothy Stang sognava di operare come suora missionaria in Cina, ma dopo aver insegnato nelle scuole di Chicago e di Phoenix, negli Stati Uniti, si ritrovò a partire per il Brasile con altre quattro suore con l’intento di aiutare i contadini a costruire un futuro indipendente per le loro famiglie.
Anno dopo anno l’impegno in Brasile diventava sempre più rischioso sia per le missionarie che per le famiglie dei contadini. Il mondo stava scoprendo le ricchezze che la foresta amazzonica poteva offrire ed ecco che gradualmente speculatori e giganti dell’agribusiness iniziarono ad interessarsi al maggior polmone verde del Pianeta.
La foresta amazzonica ospita il 50% delle specie vegetali presenti nel mondo e il 20% delle risorse di acqua dolce del Pianeta, grazie ai suoi bacini fluviali. Dorothy Stang ha assistito con i propri occhi all’abbattimento degli alberi, agli incendi e alle azioni degli speculatori.
La missionaria ambientalista ha incoraggiato le popolazioni locali a proteggere la foresta e ad affidarsi a tecniche di agricoltura sostenibile. Proprio per la sua attività che era evidentemente contraria agli interessi degli speculatori e dell’agribusiness, già negli anni Novanta finì sulla lista nera dei personaggi scomodi che avrebbero dovuto essere eliminati.
Ogni anno in Amazzonia vengono uccisi ambientalisti, agricoltori e difensori dei diritti umani, che sono vittime di omicidi premeditati per eliminare l’opposizione alla distruzione della foresta amazzonica, come sottolinea la congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur, di cui Dorothy Stang faceva parte.
Gli omicidi servono anche ad eliminare tutti coloro che cercano di supportare le comunità dei contadini e di offrire loro un’istruzione. I potenti vorrebbero che i contadini rimanessero schiavi senza libertà.
Dorothy Stang richiese ripetutamente al Governo di proteggere i contadini ma non fu mai ascoltata, fino a quando, il 12 febbraio 2005, due uomini armati la colpirono lungo una strada rurale della località di Boa Esperanca.
dorothy stang 2
Fonte foto: Ncr Online
Voleva semplicemente creare delle comunità autosufficienti con contadini che potessero raggiungere l’indipendenza e nello stesso tempo difendere la foresta. Proprio per questo motivo fu assassinata.
Solo dopo la morte di Dorothy Stang, il presidente brasiliano Luiz Inacio da Silva prese la decisione di porre una parte della foresta amazzonica sotto la protezione federale. Il territorio protetto si trova nella regione di Anapu, proprio dove viveva la missionaria ambientalista. Il suo coraggio e il suo impegno ora sono riconosciuti in tutto il mondo. Ha lottato fino alla fine per realizzare un sogno in un mondo che le remava contro.
Oggi Dorothy Stang è considerata un modello per chi lotta per la difesa dell’ambiente e per i diritti umani e ci ricorda che nel mondo molte persone si impegnano per proteggere il Pianeta e i più deboli anche mettendo a rischio la propria vita.

fonte: www.greenme.it

Stiamo tutti fermi o ci muoviamo subito?

In questi ultimi giorni sono comparsi su Facebook moltissimi post in cui molti di noi si lamentano dell'assurdo incremento dei tagli boschivi a tutti i livelli e manifestano gravissima preoccupazione per il nostro futuro: per il calo dell'ossigeno, l'aumento di CO2 e per quel che il taglio indiscriminato e massivo delle piante può provocare per l'equilibrio del territorio.
Le poche foto sono solo alcuni esempi.


Credo che di fronte a tutto ciò non sia più possibile limitarsi a stigmatizzare il fenomeno, ma penso che si debba avviare una forte, fortissima azione di protesta e di richiesta di un vero e proprio stop a questo massacro che ritengo un vero e proprio Harakiri per l'umanità e l'integrità dell'ambiente.
Occorre muoversi subito perché è ormai chiaro che questo è solo l'inizio di un processo che rischia di farci trovare in un vero e proprio deserto nel giro di pochissimi anni: non più di 10 nel migliore dei casi.
Si dovranno coinvolgere tutte le istituzioni e costringerle ad intervenire tirando la testa fuori dalla sabbia in cui l'hanno cacciata per non vedere ciò che sta succedendo.
C'è solo ignoranza? C'è solo sottovalutazione? O ci sono anche responsabilità, inadempienze, sottovalutazioni o magari addirittura complicità?
Iniziamo a proporci l'obiettivo di una grande manifestazione pubblica che veda la partecipazione di chi ha a cuore il futuro del nostro pianeta, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Non lasciamo il nostro futuro in mano a chi lo mette a repentaglio consentendo questo scempio diffuso e arrogante.
Discutiamo, informiamo, mettiamoci in gioco.
Io son davvero stanco di questa pratica selvaggia e dissennata e desidero intraprendere un percorso di lotta ed ho molta voglia (direi quasi il bisogno) di metterci la faccia.
Chi ha intenzione di farlo insieme a me e a chi ci starà si metta in contatto e dia dei suggerimenti.
Creiamo un gruppo che serva a coordinarci? Fondiamo un'Associazione? Chiediamo alle forze politiche di lanciare insieme a noi un'iniziativa per proporre una legge molto più restrittiva? C'è qualche associazione ambientalista che intende fare la sua parte e fare anche da riferimento organizzativo per lanciare l'iniziativa passando dalle parole ai fatti?
Confrontiamoci e iniziamo: magari all'inizio saremo pochi, ma ritengo che in breve tempo si possa allargare di molto la base di "chi ci sta".


Claudio Del Monte
 
fonte: http://www.reteambienteparma.org