Visualizzazione post con etichetta #Federdistribuzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Federdistribuzione. Mostra tutti i post

Intesa tra Assobioplastiche e Federdistribuzione nel segno dell’economia circolare












Il protocollo di intesa siglato da Assobioplastiche e Federdistribuzione mira a un coinvolgimento attivo del cittadino-consumatore, rendendolo parte integrante nella transizione verso modelli di sostenibilità

Diffondere la cultura dell’economia circolare, privilegiando 

Eco compattatori nei supermercati

Siglato accordo tra Federdistribuzione e Coripet per potenziare il recupero di bottiglie PET nei punti vendita della GDO.



Coripet, consorzio autonomo per il riciclo in closed-loop delle bottiglie PET, ha firmato un protocollo con Federdistribuzione per promuovere l’installazione di ecocompattatori presso i punti vendita della GDO. L’obiettivo è favorire la logica di riciclo “bottle-to-bottle”: dalla raccolta sul punto vendita delle bottiglie al riciclo negli impianti, fino al riutilizzo del PET per nuova produzione industriale, in maniera tracciabile.

"L’accordo con Coripet è un esempio concreto di come i principi della circolarità siano perfettamente declinabili nella dimensione industriale del nostro Paese - commenta Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione -. Per le imprese della Distribuzione Moderna indirizzare le strategie aziendali in ottica sostenibile è ormai un impegno costante: siamo infatti consapevoli della responsabilità nei confronti dei nostri clienti e di come le nostre aziende possano fare la differenza per vincere la sfida ambientale e costruire un Paese e un modello di società più sostenibile per le nuove generazioni".


"La grande distribuzione rappresenta un partner di grande importanza strategica per Coripet, perché si integrano perfettamente nel progetto comune di vincere la sfida ambientale - aggiunge Corrado Dentis, Presidente di Coripet -. Grazie a Federdistribuzione Coripet potrà sviluppare in modo più capillare e veloce il suo modello di raccolta selettiva che riesce ad adattarsi ad ogni tipologia di punto vendita".

Federdistribuzione rappresenta le aziende della Distribuzione Moderna, alimentare e non alimentare Le imprese associate realizzano un giro d’affari di 67 miliardi di euro (di cui 8,5 miliardi di euro in franchising), con una quota pari al 48% del totale fatturato della Distribuzione Moderna. La rete distributiva vanta oltre 15.000 punti vendita, di cui 6.300 in franchising, dove lavorano oltre 220.000 addetti.

fonte: www.polimerica.it




#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Torna la campagna Conai sui sacchetti

'Salva un sacchetto. Salva l’ambiente' si rivolge ai consumatori per ricordare uso e smaltimento dei diversi sacchetti in plastica.













Torna anche quest'anno la campagna di educazione ambientale “Salva un sacchetto. Salva l’ambiente”, promossa da Conai in collaborazione con Fida, Federdistribuzione e Confcommercio.

L'obiettivo è promuovere, attraverso i punti vendita della GDO, un utilizzo responsabile dei sacchetti per la spesa e far comprendere l’importanza della corretta gestione di tutto il loro ciclo di vita.

Il focus sarà posto su tre tipi di sacchetti: i primi due sono quelli in bioplastica per la spesa e per alimenti sfusi – ortofrutta, gastronomia e panetteria –, che si possono riutilizzare per la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti domestici. Il terzo è il sacchetto riutilizzabile più volte per la spesa o per altri scopi, da differenziare nella plastica una volta dismesso.

"Il nostro comportamento di ogni giorno può fare la differenza nel combattere gli sprechi, per poter gestire correttamente il fine vita di un numero sempre maggiore di imballaggi - spiega l'iniziativa commenta Luca Ruini, presidente Conai -. È parte del ruolo istituzionale del Consorzio promuovere modalità di utilizzo e recupero dei sacchetti corrette e virtuose. Il loro abbandono va combattuto con iniziative concrete e con un’adeguata attività di informazione e sensibilizzazione".

fonte: www.polimerica.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Stoviglie in plastica monouso, Federdistribuzione pronta all’addio entro il 30 giugno 2020

Negli oltre 15mila punti vendita e supermercati associati acquistano 60 milioni di persone ogni settimana. Ma con quali prodotti verranno sostituite?



















Dopo l’iniziativa di Unicoop Firenze sui prodotti in plastica monouso è l’intero comparto di Federdistribuzione – con oltre 15mila punti vendita sparsi lungo lo Stivale e un parco clienti da 60 milioni di persone alla settimana –  a prendere posizione in merito: «Elimineremo le stoviglie in plastica monouso dai nostri punti vendita ben prima che entri in vigore la legge», dichiara il presidente Claudio Gradara facendo riferimento alla direttiva Ue approvata a marzo, che pone restrizioni sul mercato delle plastiche monouso entro il 2021 ma che è ancora in attesa di essere adottata all’interno dell’ordinamento normativo italiano.
«Con le imprese associate abbiamo preso un impegno preciso – dettaglia Gradara – Dal 1° luglio di quest’anno affiancheremo ai prodotti in plastica monouso altri prodotti in materiale riciclabile (ma anche gli attuali imballaggi in plastica monouso sono avviabili a riciclo, ndr) e compostabile, offrendo una concreta alternativa ai clienti, ed entro il termine massimo del 30 giugno 2020 tutte le stoviglie in plastica monouso usciranno definitivamente dai nostri scaffali. Non escludo che alcune aziende possano anticipare questi tempi».
Si tratta di un impegno importante e di ampio impatto sulla filiera della distribuzione organizzata italiana, ma non è ancora chiaro se e come le plastiche tradizionali monouso verranno sostituite con altri prodotti monouso in altri materiali. Come noto infatti la direttiva introduce nuovi e più sfidanti obblighi per l’avvio a riciclo di alcuni prodotti in plastica, per il maggior impiego di plastica riciclata, e proibisce l’immissione al consumo di alcune categorie di beni monouso come posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande e bastoncini per palloncini.
L’obiettivo dichiarato è quello di  porre un freno all’inquinamento provocato dai rifiuti marini – in larga parte composti da materiali plastici – che ormai affollano i nostri mari, ma per raggiungere il target non è sufficiente sostituire i prodotti in plastica tradizionale monouso con, ad esempio, gli stessi prodotti in bioplastica compostabile; un punto sul quale si è espressa chiaramente anche l’industria di settore. «Le bioplastiche – ha sottolineato nei giorni scorsi Marco Versari, presidente di Assobioplastiche – sono prodotti che forniscono soluzioni a specifici problemi, pensati per essere gestiti nel circuito del compostaggio industriale. Non sono la soluzione all’abbandono dei prodotti in mare o in altri ambienti, e nessuno ha mai tentato di accreditarle come tali».

Ciò non toglie che, quando possibile, sostituire la plastica tradizionale con quella biodegradabile permette di fare a meno di una risorsa non rinnovabile come il petrolio, oltre a ridurre gli impatti ambientali in caso di dispersione dei rifiuti nell’ambiente, ma per affrontare il problema alla radice occorre ridurre i beni monouso – di qualsiasi tipo – immessi sul mercato a favore di quelli durevoli, e soprattutto evitare che i rifiuti vengano dispersi nell’ambiente. Al contrario occorre conferirli negli appositi contenitori, in modo che una volta differenziati possano essere avviati a riciclo attraverso impianti industriali dedicati (la cui presenza sul territorio è dunque imprescindibile) e diventare infine nuovi prodotti da re-immettere sul mercato, anziché spazzatura galleggiante nei nostri mari.

fonte: www.greenreport.it