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Buone pratiche, strumenti ed azioni pilota del progetto GRRinPort

Postazioni di raccolta degli oli vegetali usati prodotti sulle imbarcazioni, App per geolocalizzare le aree di raccolta dei rifiuti differenziati presso i moli e banchine dedicate al diporto a Cagliari, Livorno ed Ajaccio ed azioni pilota per lo sviluppo di metodi innovativi per il trattamento dei sedimenti portuali in un'ottica di economia circolare











Porti puliti e zero rifiuti sono gli obiettivi del progetto GRRinPORT per migliorare la qualità delle acque marine nei porti limitando l’impatto dell’attività portuale e del traffico marittimo sull’ambiente.

Il progetto, finanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, è arrivato alla seconda annualità ed insieme ai porti di Bastia e Cagliari il porto di Livorno è uno degli scenari pilota dove lo scorso 17 settembre 2020 si è svolta una iniziativa di sensibilizzazione e informazione nei confronti degli utenti portuali sulla corretta gestione degli oli vegetali usati.

L’evento è stato organizzato dalla collaborazione tra ISPRA - Centro Nazionale per la caratterizzazione ambientale e la protezione della fascia costiera, la climatologia marina e l'oceanografia operativa che ha sede a Livorno presso la Dogana d’Acqua, partner del progetto GRRinPort e il gruppo Azimut Benetti.


Durante l'iniziativa sono state consegnate agli equipaggi apposite taniche per contenere gli oli vegetali usati per alimenti prodotti sulle imbarcazioni che potranno essere conferiti a terra in un contenitore dedicato alla raccolta differenziata e lo stoccaggio di questi specifici oli vegetali.

Il contenitore, acquisito come le taniche nell'ambito del progetto GRRinPort, è stato ufficialmente consegnato da ISPRA al gruppo Azimut Benetti che si è reso disponibile a posizionarlo su una banchina, all'interno del cantiere, dove i grandi yatch sono ormeggiati per le operazioni di manutenzione e riparazione.

ll Direttore della divisione Lusven del gruppo Azimut Benetti, Riccardo Lari, ha precisato che il cantiere ha accolto molto favorevolmente questa proposta di ISPRA frutto del progetto GRRinPort, perchè è una buona pratica che può essere adottata anche dai grandi yatch dai 50 ai 100 metri che per settimane o mesi, specie in inverno, rimangono ormeggiati per lavori di manutenzione o riparazione con l'equipaggio che spesso rimane a bordo utilizzando la cucina; da qui l'importanza di un corretto smaltimento degli oli per alimenti, 
come avviene per le grandi navi ed i traghetti, evitando potenziali danni ambientali dovuti a pratiche di gestione degli oli non corrette.


 

Si auspica la diffusione di questa buona pratica, come avviene a terra per le utenze domestiche, anche per la diportistica ed alcuni porti turistici in Italia si sono già organizzati per fornire questo servizio.


La stazione di raccolta è stata posizionata all'interno del cantiere Azimut Benetti sulla banchina davanti agli yatch ed è costituita da due contenitori in polietilene ad alta densità, inseriti uno all’interno dell’altro; il contenitore esterno, di capacità pari a 800 L, funge da vasca di contenimento. Il contenitore interno, di capacità pari a 500 L, è dotato di bocca per il recupero dell'olio esausto, chiusa ermeticamente tramite un tappo a vite completo di apposita guarnizione di tenuta. Il sistema è dotato di un indicatore di livello, di sfiato e filtro anti-odore e di serratura con chiave cifrata.

La stazione è dotata di sistemi per evitare urti o ribaltamenti accidentali anche in caso di vento o piogge di forte intensità, e di pedana grigliata antiscivolo, per dare maggiore sicurezza all'utente durante il conferimento dell’olio esausto. Le taniche, di capacità pari a 1.6 L, sono dotate di griglia filtrante.

L'inquinamento delle acque, principale effetto negativo dell'attuale sistema di gestione dei rifiuti e reflui in ambito portuale, deriva anche dalla scarsa informazione e sensibilizzazione dei fruitori del porto, dalla carenza o assenza di infrastrutture di conferimento di rifiuti e reflui nei porti, ma anche dalla necessità per i fruitori di doversi adattare a regole e procedure diverse in ogni porto sia del nostro paese che in paesi diversi.

Per questo l'approccio di cooperazione transfrontaliera Italia- Francia messo in atto con questo progetto diventa importante ed eco-innovativo come hanno spiegato per ISPRA, partner del progetto GRRinPort, Andrea La Camera e Fabiano Pilato: "la finalità del progetto è anche quella di definire un set di buone pratiche per la gestione dei rifiuti e reflui nelle aree portuali e mettere insieme quelle procedure anche di "moral suasion" per sensibilizzare le utenze portuali e per agevolare i gestori delle aree portuali; buone pratiche che potranno essere estese a tutti i porti dell’area del Programma e, in prospettiva, a tutto il bacino del Mediterraneo per ottenere un riposizionamento delle strutture portuali in un contesto eco-sostenibile."

La buona pratica presentata a Livorno è già operativa nel porto di Cagliari e a breve in quello di Ajaccio e si colloca quindi tra gli obiettivi e gli strumenti del progetto dedicati allo 
sviluppo di strategie di gestione integrata e transfrontaliera dei rifiuti nei porti; tra questi la App GRRinPORT che permette di geolocalizzare le zone dei porti in cui i diportisti possono conferire i rifiuti prodotti a bordo della propria imbarcazione, sia quelli solidi urbani (carta e cartone, plastica, carta, vetro e alluminio), che quelli potenzialmente dannosi (quali spray, pile, ecc.) e di individuare gli spazi per conferire per batterie usate e filtri sporchi, oli minerali usati e anche le aree attrezzate per il conferimento delle acque reflue e di sentina.


  

In particolare come ha spiegato Daniela Spiga del Dipartimento ingegneria civile, ambientale e architettura – Università di Cagliari, nel secondo Webinar del Progetto GRRinPORT, tenutosi qualche giorno dopo l'evento di Livorno, illustrando gli obiettivi e le attività previste, per il Porto di Cagliari, la App segnalerà anche l'area attrezzata per l’aspirazione, trattamento e il convogliamento dei reflui prodotti dalle imbarcazioni da diporto; si tratta sostanzialmente di un innovativo sistema di aspirazione sottovuoto di acque nere e di un serbatoio di stoccaggio fuori terra in previsione del collettamento al sistema fognario.

Oltre a questa sono previste altre azioni pilota per migliorare nei porti la gestione dei reflui prodotti dal traffico marittimo e dall'attività portuale; è stato prodotto uno specifico Rapporto con le informazioni relative alla caratteristiche idrodinamiche e qualitative delle acque dei bacini portuali di Livorno, Cagliari e Bastia al fine di definire la qualità iniziale delle acque e di individuare eventuali condizioni di criticità sulla base dei dati pregressi disponibili.

Le informazioni raccolte sono servite nel mese di luglio 2020 per individuare nel porto di Cagliari l'area in cui verrà attuata l'azione pilota, con la simulazione di uno sversamento accidentale di inquinanti in mare in un'area attrezzata per l'utilizzo di panne in tessuto geotessile, ricavato da fibre naturali di lana a basso costo e ridotto impatto ambientale, per il contenimento e la rimozione di inquinanti rilasciati in mare. Verranno effettuati campionamenti dello stato acque prima e dopo l'applicazione delle panne geotessili per verificare il potenziale servizio che possono fornire rispetto alle classiche panne assorbenti utilizzate in caso di sversamento accidentale.

Isabella Pecorini (DESTEC - Università di Pisa) è intervenuta nel secondo Webinar per illustrare anche l'altro obiettivo del progetto dedicato allo sviluppo di strategie di gestione e trattamento dei sedimenti di dragaggio contaminati; in particolare il progetto GRRinPort sperimenta tre tecniche di trattamento dei sedimenti di dragaggio contaminati:
Lavaggio e separazione granulometrica (sediment washing, SW)
Trattamento elettrocinetico (EK)
Enhanced landfarming (EL)

La sperimentazione è stata allestita prima in laboratorio e poi in scala pilota, su 4 campioni con diverse caratteristiche chimico-fisiche e livelli di contaminazioni, prelevate dai fondali dei porti di Piombino e Livorno.

Le prove di soil washing del progetto GRRinPort sono svolte da ISPRA in collaborazione con UNIPI al fine di separare le differenti frazioni granulometriche presenti nei sedimenti (sabbia, limo, pelite). UNIPI svolgerà prove di elettrocinesi (peliti) e Landfarming (sabbie e limo) sui campioni pretrattati in soil washing.


Con l'ausilio di un video, Andrea La Camera e Fabiano Pilato (ISPRA - Sezione sperimentale per la valutazione del rischio ecologico marino costiere afferente al CN-COS, Livorno) hanno mostrato il funzionamento dell’impianto pilota di pretrattamento dei sedimenti di dragaggio contaminati prelevati dalla vasca di colmata del porto di Livorno istallata nell'area sperimentale di ISPRA a Livorno, autorizzato dalla Regione Toscana ai sensi dell'art. 211 del D.Lgs 152/06.

L'impianto pilota dopo la separazione dei sedimenti attraverso un vibrovaglio con maglie a 2 mm in diverse frazioni granulometriche (ghiaie, sabbie e peliti) ha lo scopo di "lavare" i sedimenti portuali con la tecnica del soil-washing concentrando gli inquinanti in volumi ristretti in modo da ridurre i costi di smaltimento in discarica del rifiuto e di riutilizzare le frazioni depurate per altri scopi in un'ottica di economia circolare, come ad esempio il riempimento delle due vasche di colmata che contribuiranno all'ambizioso progetto Darsena Europa nel porto di Livorno.

Presso il DESTEC- Università di Pisa è stato allestito il primo banco prova per effettuare le prove di elettrocinesi sui sedimenti marini prelevati dal porto di Piombino.

Una volta decontaminati i sedimenti possono essere riusati come materiali di recupero nei cantieri e nei manti stradali, piste ciclabili e dare quindi una possibilità di recupero della materia. Il risultato atteso, specialmente per le prove di elettrocinesi che sono ancora in corso, è quello di raggiungere livelli di decontaminazione dei metalli superiore al 90%.

fonte: http://www.arpat.toscana.it

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Per una gestione sostenibile dei rifiuti e dei reflui nei porti

Prosegue l’attività del progetto GRRinPORT




Il progetto GRRinPORT è un progetto Interreg marittimo Italia-Francia della durata di 36 mesi avviato ad aprile del 2018. Il suo obiettivo è quello di migliorare la qualità delle acque marine nei porti, limitando l’impatto dell’attività portuale e del traffico marittimo sull’ambiente.

L’inquinamento delle acque, principale effetto negativo dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti/reflui in ambito portuale, deriva soprattutto dalla scarsa informazione e sensibilizzazione dei fruitori del porto, da carenza/assenza delle infrastrutture di conferimento di rifiuti e reflui nei porti, ma anche dalla necessità per i fruitori di doversi adattare a regole/procedure diverse in ogni porto/paese.

In questo scenario, il progetto mira a ricollocare le strutture portuali in un contesto eco-sostenibile ed eco-innovativo con un approccio di cooperazione transfrontaliera, basato su alcuni elementi di innovatività.
Le attività svolte nell'ambito del progetto negli ultimi mesi

Il DICAAR (Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura) dell’Università di Cagliari sta procedendo all’individuazione delle aree su cui installare materiali assorbenti, a basso costo e ridotto impatto ambientale, per il contenimento e la rimozione di idrocarburi e altre sostanze sversati accidentalmente nelle acque dei porti, così come previsto dalla relativa azione pilota.

Il DiSB (Dipartimento di Scienze Biomediche) dell’Università di Cagliari sta operando la caratterizzazione delle proprietà fisiologiche e dell’ecologia di nuovi ceppi batterici precedentemente selezionati dal Porto di Cagliari nell’ambito del progetto ENPI CBC MED MAPMED.

Le attività in corso stanno dimostrando che si tratta di batteri mai indagati in precedenza e dotati della capacità di degradare idrocarburi tossici che possono persistere molto a lungo nei sedimenti marini. Questi batteri saranno impiegati in GRRinPORT per velocizzare trattamenti di bonifica di sedimenti portuali.

Mediante tecniche di sequenziamento ad alta efficienza, il DiSB sta definendo quali inquinanti antropici (es. metalli, idrocarburi) hanno un effetto sulle comunità batteriche che naturalmente colonizzano le acque ed i sedimenti dei porti con la finalità ultima di identificare metodologie di monitoraggio della qualità delle acque portuali basate sulle comunità batteriche.

Il DICAAR sta inoltre procedendo all’analisi degli interventi da proporre nel Piano d’Azione per la gestione sostenibile dei reflui nei porti: tra questi l’area attrezzata con il sistema per l’aspirazione e il convogliamento dei reflui dalle imbarcazioni per la quale si sta valutando il posizionamento assieme all’Autorità Portuale di Cagliari.

Dopo il Porto di Ajaccio, anche i porti di Livorno e Cagliari avranno le postazioni per la raccolta differenziata degli oli vegetali usati. La localizzazione di queste aree e delle aree di raccolta dei rifiuti differenziati presso i moli e banchine dedicate al diporto a Cagliari, Livorno ed Ajaccio verrà comunicata tramite la App predisposta dalla Fondazione MEDSEA di cui a breve ci sarà un aggiornamento.

Il DESTEC (Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni) dell’Università di Pisa ha ultimato le attività di analisi dei campionamenti dei sedimenti finalizzate all’individuazione di matrici con livelli di inquinamento adatti sia per i test di bonifica effettuati tramite elettrocinesi che per quelli biologici (Enhanced Landfarming) presso il porto di Piombino. Sono inoltre state realizzate due tipologie di prove a scala di laboratorio sia di Elettrocinesi che di Enhanced Landfarming che hanno permesso di condurre studi di ecologia batterica e fungina del processo di degradazione biologica degli idrocarburi pesanti.

Il DESTEC ha inoltre avviato l’allestimento degli impianti da banco e sono in fase di programmazione una serie di test pilota che si svolgeranno nel "box reattori" dedicato presso la sede DESTEC-UNIPI. I lavori di progettazione dell’impianto pilota di elettrocinesi si sono conclusi e sono iniziate le prime prove di collaudo sia in bianco (con un campione di riferimento) che a caldo (terminato il collaudo dell'impianto stesso).

ISPRA ha partecipato ad un tavolo di confronto promosso dal capofila del progetto Sediterra, INSA (Progetto IT/FR Marittimo). Tale riunione, svolta a Lione il 4 e 5 febbraio 2020, ha avuto come finalità un confronto tecnico e analitico con altre realtà partenariali e un’elaborazione specifica dei dati ottenuti dall’applicazione di diverse tecniche di trattamento di sedimenti contaminati durante il quale sono stati presentati anche i risultati analitici scaturiti dalle prove sperimentali di trattamento dei sedimenti portuali, condotte da ISPRA a Livorno mediante l’impianto pilota di separazione meccanica e comparati con quelli effettuati da INSA a Tolone .

fonte: http://www.arpat.toscana.it

A Cagliari un progetto per la gestione sostenibile dei rifiuti e dei reflui nei porti

l progetto GRRinPORT (Gestione sostenibile dei rifiuti e dei reflui nei porti), finanziato dal Programma Interreg Marittimo Italia – Francia, entra nel vivo con le prove per la separazione granulometrica e per il trattamento dei sedimenti nei porti






Il progetto GRRinPORT. L’obiettivo del progetto, avviato nell’aprile 2018, è quello di migliorare la qualità delle acque marine nei porti, limitando l’impatto dell’attività portuale e del traffico marittimo sull’ambiente. “Si tratta anche di definire una serie di buone pratiche per la gestione di rifiuti, reflui e sedimenti – spiega il responsabile scientifico del progetto, Alessandra Carucci, ordinario di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, pro rettore per l’Internazionalizzazione dell’ateneo di Cagliari –  il lavoro prodotto è rivolto a enti gestori e utenti delle aree portuali, da estendere a tutti i porti dell’area del Programma, in accordo con i principi della valorizzazione delle risorse dell’economia circolare”.
Lo stato dei lavori. Dopo una prima fase di campionamenti, l’impianto pilota ISPRA, ubicato nella sede di Livorno, ha iniziato a lavorare alla separazione granulometrica e al trattamento dei sedimenti con tecnica di soil washing. Lo scopo di questa attività è di concentrare gli inquinanti in volumi ristretti in modo tale da portare in discarica un decimo del volume di partenza del rifiuto (perché il sedimento per la nostra normativa è considerato tale una volta prelevato dal fondale), riducendo i costi di smaltimento. Le altre frazioni depurate potrebbero essere riutilizzate per altri scopi inseribili nell’economia circolare (riempimenti di banchine, cementi ecosostenibili, piste ciclabili, e similari). I benefici conseguenti per i porti sarebbero la riduzione del volume di rifiuti da smaltire e per i comuni cittadini una risorsa economica da poter utilizzare nel pieno rispetto dell’ambiente, per le opere di comune ingegneria civile. UNIPI ha partecipato alle prove di soil washing effettuate da ISPRA a dicembre e nella predisposizione dei campioni.
La separazione granulometrica. L’impianto pilota ISPRA è costituito da un vibrovaglio con maglie a 2 mm, primo idrociclone, cella di attrizione per la disgregazione degli aggregati, classificatore a spirale, secondo idrociclone. L’impianto utilizza un quantitativo d’acqua a ciclo chiuso necessario sia per la separazione granulometrica, sia per un primo trattamento soil washing del sedimento contaminato. Le prove di soil washing del progetto GRRinPort sono svolte da ISPRA in collaborazione con UNIPI al fine di separare le differenti frazioni granulometriche presenti nei sedimenti (sabbia, limo, pelite). UNIPI svolgerà prove di elettrocinesi (peliti) e Landfarming (sabbie e limo) sui campioni pretrattati in soil washing. Presso il DESTEC-UNIPI è stato allestito il primo banco prova per effettuare le prove di elettrocinesi sui sedimenti marini prelevati dal porto di Piombino e provenienti dal trattamento di soil washing di ISPRA. Una volta decontaminati i sedimenti possono essere riusati come materiali di recupero nei cantieri e nei manti stradali, e dare quindi una possibilità di recupero della materia. Il risultato atteso, specialmente per le prove di elettrocinesi, è quello di raggiungere livelli di decontaminazione dei metalli superiore al 90%. Le prove sono appena state avviate e bisognerà attendere qualche mese per avere i primi risultati.
“Choice Experiment”. Nel porto di Ajaccio, il team dell’Université de Corse Pasquale Paoli studia le preferenze individuali in merito alla gestione dei rifiuti solidi nell’ambito del loro stoccaggio a bordo e conseguente conferimento in porto, mediante la metodologia “Choice Experiment”. Attraverso un questionario, destinato agli utilizzatori del porto, si misura la disponibilità a pagare per una determinata tipologia di raccolta, che rappresenta l’equivalente monetario del costo esterno sostenuto dagli intervistati, associato a quella determinata tipologia di conferimento di rifiuti. Lo studio consente una efficace analisi comparativa di “costo-beneficio” delle differenti attività di conferimento e di raccolta dei rifiuti solidi, proposte o realizzate nel porto di Ajaccio. L’Office des Transports de la Corse, che ha autorità sui 7 porti corsi, ha in carico la messa in opera dei progetti di cooperazione territoriale europea.
Output attesi. I risultati attesi sono l’elaborazione di piani d’azione per la gestione sostenibile dei rifiuti solidi, dei reflui conferiti e dei sedimenti dragati nei porti e l’applicazione, a scala pilota, delle tecniche più appropriate, in funzione del tipo di contaminazione, per la bonifica dei sedimenti dragati dai porti (Porto di Livorno) e la realizzazione di un sistema integrato ed ecocompatibile per il contenimento e la rimozione di sversamenti di idrocarburi e la raccolta di reflui da unità da diporto (Porto di Cagliari).
Il partenariato del progetto. Partner di GRRinPORT sono l’Università degli Studi di Cagliari – come capofila – con il Dicaar (Dipartimento ingegneria civile, ambientale e architettura) e il Disb (Dipartimento Scienze biomediche), la Regione Autonoma della Sardegna (Agenzia regionale distretto idrografico della Sardegna, Rad-Adis), la Fondazione MEDSEA (Mediterranean Sea and Coast Foundation), l’Université de Corse Pasquale Paoli(Laboratoire Lisa – Umr CnrS6240 Lieux, Identités, eSpaces et Activité), l’Office des Transports de la Corse, l’Università di Pisa (Dipartimento ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni) e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (struttura tecnico scientifica, Livorno).
fonte: http://www.recoverweb.it