Seicento bottiglie, conservate una per una. Per raccontare al mondo che la plastica è una minaccia. E salirci su, navigando intorno all’isola d’Ischia, spiegando ai bagnanti incuriositi che “un altro futuro è possibile”. Raffaele Imbò ha 23 anni, fa il videomaker. Ma questa è una sfida diversa. Stravagante, anche.
“La gente mi circonda, quando arrivo in spiaggia, chiedendomi come abbia fatto”, sorride. Semplice, a dirsi: “Non ho buttato le bottiglie per un anno, ragionando su quanta plastica consumiamo. Poi, con del naylon, le ho legate costruendoci una barchetta, con tanto di seduta. Due remi e via, fin dove riesco. L’idea iniziale era il periplo dell’isola, ma per ora mi sembra impegnativa”.
All’arrivo ai piedi del Castello aragonese, parte un applauso spontaneo. Non è solo una questione di originalità, qui è il messaggio che conta: “Navigare senza impattare sull’ambiente: un piccolo sogno. E comprendere che la logica dei rifiuti zero non è un’opportunità, ma quasi un obbligo. Ne va del futuro della mia isola, Ischia, e dell’intero pianeta”. Qui c’è chi auspica ordinanze che, come alle isole Tremiti, mettano al bando la plastica usa e getta, dalle bottiglie ai bicchieri. E chi si rimbocca le maniche andandola a recuperare tra arenili e anfratti, come Claudio, un kayakista dalla spiccata sensibilità ambientale.
Tutt’intorno, s’affollano bambini incuriositi e famiglie in villeggiatura. “Ma davvero sono le bottiglie che hai consumato tu? Così tante?”, chiede una turista. “Certo. E le moltiplichi per quanti siamo, su questa spiaggia”, replica Raffaele. “Si chiama consumismo, possibile che non comprendiamo che bisogna cambiare marcia?”, aggiunge. Poi continua a remare verso l’orizzonte, un po’ faticosamente: bisogna aspettare la corrente giusta. E tutt’a un tratto la barca leggera fatta di bottiglie, seicento, si dilegua. Portando il suo messaggio altrove, sperando che faccia breccia.
fonte: http://napoli.repubblica.it