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Il prototipo dell'innovativa barca a vela presentato da Caracol e NextChem in occasione della manifestazione Milano Design Week.

Si chiama Beluga la barca a vela realizzata dalla ...

Eco Fap: la nuova barca elettrica progettata per Venezia

 










Un’imbarcazione ecologica, in legno e con motore elettrico, che non produce onde e ha un’autonomia di 8 ore.
E’ questa la nuova nata della Falegnameria Artigiana Pesce di Venezia, pronta a presentarsi al Salone Nautico che si terrà all’Arsenale dal 29 maggio al 6 giugno 2021.
Figlia dei tempi e delle nuove tecnologie, Eco Fap è stata progettata assieme al designer Roberto Roscioni e in collaborazione, per la parte meccanica, con Garda Solar, che ha prodotto il motore.
Eco Fap

“Misura sei metri di lunghezza e 1,85 di larghezza e raggiunge i 14 k orari di velocità -spiega Alex Pesce, dell’omonima Falegnameria che l’ha realizzata -.E’ stata progettata specificamente per Venezia. E’ in grado di navigare agevolmente lungo i canali, facilitando la vita dei cittadini veneziani senza però richiedere l’uso della benzina e senza creare moto  
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Render barca – Eco Fap
Dalle bricole di ricarica alla barca con la “strana” carena

L’idea è nata quando Alex Pesce ha visto le bricole di ricarica prodotte da E-concept.
“Ho pensato che servivano imbarcazioni adatte per queste nuove paline e che avessero un bassissimo impatto ambientale -racconta – Così ho contattato la E-concept e, in sinergia con loro e il designer Roscioni, ho dato vita al prototipo di questa nuova imbarcazione”.
Non sta solo nel motore elettrico la novità dei nuovi “barchini” ma anche nella particolare carena.
“E’ questa che consente di non produrre moto ondoso fino a una velocità di 12 km orari – rileva Pesce – E’ questa, in fondo, la vera innovazione, perché permette una navigazione green che rispetta l’ambiente e l’ecosistema veneziano”.

Render barca Eco Fap

In fase di realizzazione, la nuova barca sarà varata ad aprile per i primi test, che saranno effettuati sul Lago di Garda, dove ha sede l’azienda che monterà il motore.
Successivamente, sarà testata in laguna e tra i canali veneziani prima di arrivare, a giugno, al Salone Nautico di Venezia, dove un focus particolare, ha anticipato il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro nell’annunciare la manifestazione, sarà proprio “sui motori ibridi, elettrici e innovativi perché, da Venezia, vuole partire la sfida per la navigazione sostenibile”.

fonte: www.metropolitano.it


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Ischia, in barca su 600 bottiglie di plastica: “Zero rifiuti, ce lo chiede il pianeta”

Il progetto di Raffaele, 23 anni, videomaker: “In spiaggia la gente mi chiede perché, io spiego l’importanza del nostro impatto sull’ambiente”















Seicento bottiglie, conservate una per una. Per raccontare al mondo che la plastica è una minaccia. E salirci su, navigando intorno all’isola d’Ischia, spiegando ai bagnanti incuriositi che “un altro futuro è possibile”. Raffaele Imbò ha 23 anni, fa il videomaker. Ma questa è una sfida diversa. Stravagante, anche.

“La gente mi circonda, quando arrivo in spiaggia, chiedendomi come abbia fatto”, sorride. Semplice, a dirsi: “Non ho buttato le bottiglie per un anno, ragionando su quanta plastica consumiamo. Poi, con del naylon, le ho legate costruendoci una barchetta, con tanto di seduta. Due remi e via, fin dove riesco. L’idea iniziale era il periplo dell’isola, ma per ora mi sembra impegnativa”.





















All’arrivo ai piedi del Castello aragonese, parte un applauso spontaneo. Non è solo una questione di originalità, qui è il messaggio che conta: “Navigare senza impattare sull’ambiente: un piccolo sogno. E comprendere che la logica dei rifiuti zero non è un’opportunità, ma quasi un obbligo. Ne va del futuro della mia isola, Ischia, e dell’intero pianeta”. Qui c’è chi auspica ordinanze che, come alle isole Tremiti, mettano al bando la plastica usa e getta, dalle bottiglie ai bicchieri. E chi si rimbocca le maniche andandola a recuperare tra arenili e anfratti, come Claudio, un kayakista dalla spiccata sensibilità ambientale.
Non passa inosservata, ora, l’ultima sfida: riciclare le bottiglie ricavandovi un mezzo di trasporto del tutto ecocompatibile. “Qualcosa va ancora registrato”, spiega Raffaele, capelli rasta e fantasia da vendere. “Ma io sono così: sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”.

Tutt’intorno, s’affollano bambini incuriositi e famiglie in villeggiatura. “Ma davvero sono le bottiglie che hai consumato tu? Così tante?”, chiede una turista. “Certo. E le moltiplichi per quanti siamo, su questa spiaggia”, replica Raffaele. “Si chiama consumismo, possibile che non comprendiamo che bisogna cambiare marcia?”, aggiunge. Poi continua a remare verso l’orizzonte, un po’ faticosamente: bisogna aspettare la corrente giusta. E tutt’a un tratto la barca leggera fatta di bottiglie, seicento, si dilegua. Portando il suo messaggio altrove, sperando che faccia breccia.


fonte: http://napoli.repubblica.it


Sul Tamigi naviga la prima barca in plastica riciclata

La fondazione Hubbub lancia “Poly-Mer”, imbarcazione realizzata con rifiuti plastici Solcherà le acque londinesi dedicandosi alla “pesca degli inquinanti”


















La prima barca in plastica riciclata ha ricevuto ieri il suo battesimo dell’acqua a Londra, sul fiume Tamigi. A presentarla è stata la fondazione Hubbub, ente di beneficenza britannico che sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione contro l’inquinamento fluviale e marino. Poly-Mer, questo il nome con cui è stato battezzato l’originale battello, è un fuoribordo da 12 posti creato all’insegna del riciclo e dell’economia circolare. Al tradizionalissimo design si accosta in questo caso elementi strutturali di ultima generazione: il Plaswood. Si tratta di un materiale composito realizzato con fibra di legno e resine termoplastiche, ottenute dal riciclo dei rifiuti in PE o PVC.
Normalmente impiegato per la realizzazione di mobili ed elementi da giardino, è la prima volta che Plaswood fa il suo debutto nel mondo nautico. Le caratteristiche del materiale ne garantiscono ovviamente resistenza e durabilità.

Ma Poly-Mer non nasce solo per mostrare ai londinesi i possibili utilizzi delle materie prime seconde. La barca in plastica riciclata avrà un preciso compito: solcherà le acque del Tamigi per raccogliere i rifiuti polimerici dispersi ed ottenere così nuove risorse per dar vita ad una vera e propria flotta.
Alla base del progetto c’è un’iniziativa del Canary Wharf College, determinato a trovare un modo per coinvolgere i propri studenti in attività educative a stretto contatto con la natura. È nata così la “pesca sportiva della plastica” abbandonata in acqua, un’attività per la quale la scuola ha chiesto aiuto alla Hubbub. “Ci siamo chiesti se queste attività non potessero essere utilizzate anche per esercizi di team-building all’interno delle aziende”, spiega la fondazione che animata dai primi successi ha deciso di utilizzare la plastica per creare qualcosa di tangibile.

barca in plastica riciclata

“Abbiamo costruito il Poly-Mer per trasformare parte del problema in una soluzione e spero che in questo modo possa crescere la consapevolezza sul ruolo che ognuno può giocare nell’affrontare la questione dell’inquinamento in maniera locale, prima che raggiunga l’oceano”, ha commentato Trewin Restorick, direttore generale e co-fondatore di Hubbub. “La nostra ambizione  – aggiunge Restorick – è quella di utilizzare la barca per offrire attività di pesca della plastica a scuole e imprese di Londra come parte della loro offerta di volontariato. Ogni finanziamento generato dalle società sarà utilizzato per sovvenzionare viaggi scolastici”.

fonte: www.rinnovabili.it