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Eolico offshore, nuove piattaforme low cost in plastica e cemento



La nuova piattaforma galleggiante in cemento-plastica potrà garantire un Levelized cost of energy inferiore a quello delle attuali centrali eoliche offshore.

Si tratta di una

Riutilizzo piattaforme offshore, 6 realtà italiane vincono un bando Esa

Enea farà da coordinatore. Il progetto prevede lo smantellamento in sicurezza sia di piattaforme petrolifere e di gas naturale che di parchi eolici marini giunti a fine vita.




Una cordata a guida italiana composta da Enea, in veste di coordinatore, Eni, Metaprojects, Irpsp, Next Ingegneria dei Sistemi, Srs Servizi di Ricerche e Sviluppo e Tim ha vinto il bando dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per lo smantellamento in sicurezza sia di piattaforme petrolifere e di gas naturale che di parchi eolici marini giunti a fine vita, oltre alla valutazione di possibili soluzioni di ‘second life’.

Il progetto – spiega una nota Enea – si chiama Insure (INnovation in SUstainable offshoRe dEcommissioning) e punta all’utilizzo di tecnologie innovative, droni, sensori, sistemi IoT e di intelligenza artificiale nell’ambito del programma ARTES 4.0 voluto dall’Esa per esplorare nuove opportunità di impiego delle proprie tecnologie satellitari.

Sono previste due fasi: la prima è incentrata sulla realizzazione di uno studio di fattibilità tecnica ed economica e un’ampia raccolta dati utilizzando sensori, servizi di ingegneria, logistica, tecnologie laser per il monitoraggio e robotica.

La seconda fase sarà dimostrativa e prevede l’approfondimento di possibili soluzioni, ad esempio l’uso dei pozzi esausti come siti per lo stoccaggio dell’anidride carbonica, lo sfruttamento delle piattaforme per produrre energia solare o eolica – riconvertendo il surplus di energia prodotta in ossigeno e idrogeno green – ma anche per scopi turistici o come ‘palestra educativa’ per studenti nel campo della meteorologia, della dinamica delle onde e degli studi ambientali e biologici.

Il team e la suddivisione del lavoro

In particolare, Enea metterà a disposizione il know-how e le tecnologie di cui dispone, con particolare riferimento a sensori laser montati su droni subacquei per la visione sottomarina in 3D e per il monitoraggio ambientale di eventuali rilasci di inquinanti. I droni, in grado di operare anche in modalità sciame, comunicando fra loro e con i satelliti, verranno utilizzati anche per indagini sullo stato delle strutture delle piattaforme. Le informazioni saranno rielaborate e restituite in ambiente virtuale e realtà aumentata per i partner di progetto.

Eni si occuperà di supportare le attività sul tema del decommissioning, ovvero la fase finale del ciclo di vita degli asset appartenenti alla filiera dell’Oil & Gas e, in generale, degli impianti industriali. Un’attività che è parte fondamentale del processo di investimento, avendo importanti risvolti economici, sociali e ambientali nel contesto in cui è realizzato.

Il decommissioning rappresenta un’opportunità sia in termini occupazionali sia di rigenerazione di materie prime e asset che, alla fine del ciclo di vita industriale per il quale erano stati progettati, hanno ancora il potenziale per essere riconvertiti e riutilizzati in favore di altre iniziative.

Tim realizzerà in collaborazione con Olivetti, la digital farm per l’IoT del Gruppo, una piattaforma digitale di ‘Business Intelligence’ che permette di monitorare in tempo reale le attività previste nel piano di decommissioning.

Questa innovativa soluzione consente di migliorare i parametri di sicurezza e di generare benefici sui costi. In particolare, grazie all’adozione dell’Intelligenza Artificiale e di sensori installati sulle piattaforme offshore abbinati al 5G, a segnali per comunicazioni a banda stretta Narrowband-IoT e a sistemi di comunicazione satellitare, si potranno inviare alla centrale di controllo i dati raccolti che verranno elaborati in tempo reale, segnalando eventuali situazioni in cui occorre un intervento manutentivo.

Metaprojects, ente di ricerca privato che già collabora con Enea presso il Centro Ricerche Brasimone (Bologna) nel progetto Exadrone per lo sviluppo di droni dotati di sensoristica per il controllo ambientale, contribuirà nel progetto Insure alla realizzazione dei droni e a integrare le tecnologie Enea, curando la progettazione hardware, firmware e software dei sistemi autonomi volanti.

Next Ingegneria dei Sistemi SpA studierà gli aspetti relativi alle soluzioni SW di supporto per la gestione automatica dei dati di posizionamento finalizzata alle attività di decommissioning. Inoltre si occuperà di analizzare le tematiche relative alla definizione dei piani di volo di UAV a supporto della logistica e della sicurezza delle operazioni grazie all’implementazione delle realtà virtuale/aumentata con il supporto dei partner del consorzio.

Il “cuore” del sistema, in fase di sviluppo da Next Ingegneria dei Sistemi, sarà il Fleet Management Tool in grado di ricevere in tempo reale informazioni provenienti da sensori installati su piattaforme aeree autonome, imbarcazioni e veicoli sottomarini, ma anche da sistemi satellitari quali il Global Navigation Satellite Systems (GNSS), Satellite communications (SatCom) ed Earth observation (EO) del sistema Copernicus.

La Scuola di Ricerca Internazionale di Scienza Planetaria (IRSPS) dell’Università di Chieti-Pescara metterà a disposizione le proprie competenze per l’analisi dei requisiti di sistema geologici ed ambientali, per definire le linee guida per lo smantellamento e riuso delle piattaforme offshore basandosi sulle tecnologie terrestri e satellitari.

IRSPS, quale spin-off dell’università stessa, sta acquisendo una piattaforma off-shore in Adriatico, non più operativa, che potrà essere utilizzata per effettuare test end-to-end realistici dei processi di decommissioning e per esplorare la fattibilità di riutilizzo delle piattaforme come “palestra educativa” per studenti dei corsi universitari e per ricerche sia nel campo della meteorologia che delle dinamiche delle onde che degli studi ambientali e biologici.

La S.R.S. Servizi di ricerche e sviluppo ha una notevole esperienza specifica nella progettazione di attività di smantellamento di impianti industriali e nelle conseguenti attività di “Waste Management”. L’esperienza maturata, in particolare, nel settore del decommissioning nucleare l’ha portata a specializzarsi nel settore dello smantellamento con specifico riferimento ai seguenti aspetti: selezione delle tecniche di taglio e smantellamento, definizione delle procedure di intervento, confinamento delle aree di lavoro, minimizzazione dei rifiuti secondari, tracciabilità dei materiali, identificazione delle modalità di trattamento dei materiali di risulta, gestione dei materiali di risulta. In INSURE curerà in dettaglio questi aspetti logistici non secondari.

fonte: www.qualenergia.it



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Piattaforme del riciclo allo stremo. 5 proposte per evitare il blocco delle raccolte differenziate

L’allarme lanciato al termine dell’Assemblea Pubblica delle piattaforme di trattamento dei rifiuti riciclabili
















Siamo in piena emergenza e a breve saremo costretti a rifiutare nuovi conferimenti di rifiuti da avviare a riciclo. Chiediamo a Governo e Parlamento di attivare quanto prima un tavolo tecnico di confronto tra istituzioni e piattaforme del riciclo per superare l’attuale fase di empasse e scongiurare il concreto e diffuso rischio di blocco delle raccolte differenziate”.
E’ questa la richiesta emersa al termine dell’Assemblea Pubblica delle piattaforme di trattamento dei rifiuti riciclabili, tenutasi presso la sede di FISE Unicircular (l’Associazione delle imprese dell’economia circolare) e che ha visto la partecipazione delle Associazioni APEC (Associazione piattaforme economia circolare) e ASSOPIREC (Associazione delle piattaforme di recupero) e di numerose altre imprese di selezione e recupero, alla presenza delle aziende AMA SpA ed Hera Ambiente SpA.
La situazione di emergenza per questo settore è diventata oggi esplosiva a causa di diversi fattori: la mancanza di sbocchi per il “blocco” dell’export in Cina, Indonesia e altri paesi del Far East, e la riduzione della capacità di assorbimento delle industrie utilizzatrici dei materiali di recupero (cartiere, vetrerie, produttori di pannelli in legno, industrie di trasformazione della plastica, ecc.) hanno causato difficoltà nel collocamento dei materiali recuperati e il crollo generalizzato dei prezzi di questi ultimi sul mercato; l’auspicato aumento quantitativo delle raccolte differenziate non è sempre accompagnato da un aumento qualitativo, proprio mentre oggi la domanda di materie prime secondarie si sta concentrando in maniera crescente su materiali più "puri" e con elevati standard qualitativi.
E’ diventato pertanto sempre più strategico nel ciclo di gestione dei rifiuti il ruolo delle piattaforme di selezione, trattamento e recupero, ad oggi non sufficientemente rappresentate nei e dai consorzi per il recupero, anche nell'ambito degli accordi nazionali con l’ANCI.
Le Associazioni e le imprese riunite in un’Assemblea aperta hanno deciso così di inviare a Ministero dell’Ambiente, Parlamento e Regioni la richiesta formale di attivazione di un tavolo di lavoro per superare questa emergenza, che metta a confronto le istituzioni con gli operatori su misure concrete da avviare urgentemente. Cinque le proposte operative avanzate per uscire dall’emergenza:
  1. promuovere l'adeguamento e il miglioramento tecnico degli impianti con incentivi agli investimenti per aumentare la qualità dei processi e dei materiali/prodotti ottenuti dal riciclo;
  2. avviare a soluzione il problema della carenza degli sbocchi di mercato attraverso: l’agevolazione e lo snellimento delle procedure per l’esportazione dei materiali selezionati; il coinvolgimento, in base al principio della responsabilità del produttore, del CONAI e dei relativi consorzi per individuare e promuovere sbocchi aggiuntivi; la promozione dell’applicazione dei CAM e nuove misure di sostegno all'acquisto o all’utilizzo delle materie/prodotti provenienti dal riciclo (es. IVA ridotta) in modo da evitare o colmare il divario concorrenziale tra questi ultimi e le materie naturali/vergini;
  3. facilitare lo smaltimento degli scarti di lavorazione delle aziende del riciclo privilegiandoli, nell’applicazione delle relative tariffe, rispetto al conferimento delle frazioni indifferenziate; al contempo, rispondere al crescente fabbisogno impiantistico di smaltimento attraverso la creazione di nuovi impianti o l’ampliamento di quelli esistenti con procedure più snelle e tempi certi;
  4. in via straordinaria ed urgente per questo periodo di transizione, fare fronte alle limitazioni autorizzative degli stoccaggi presso gli impianti per evitare il blocco dei conferimenti e, di conseguenza, delle raccolte differenziate;
  5. prevedere una congrua rappresentanza degli operatori del settore negli organi di governo del sistema nel suo complesso e delle singole filiere (come peraltro previsto dalle norme di settore).
fonte: www.ecodallecitta.it