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Le microplastiche nel fiume Po

 



La situazione per la presenza di plastica e microplastica nel fiume Po non è critica. Le azioni che hanno portato a questo risultato sono state l’incremento dei depuratori e della raccolta differenziata dei rifiuti.
Queste le conclusioni delle misure effettuate nell’ambito del progetto Manta river project. L’indagine è stata condotta dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, Ministero dell’Ambiente, Università La Sapienza di Roma, Arpae Struttura oceanografica Daphne e l’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo).

I 4 punti di monitoraggio da cui sono stati prelevati i campioni di acqua corrispondono alle sezioni idrauliche di Isola Serafini (PC), Boretto (RE), Pontelagoscuro (FE) e Po di Goro-Delta (RO).

L’analisi ha definito la provenienza della plastica rinvenuta come segue:
25% materiale di imballaggio di origine industriale
11% sorgenti civili
64% scarichi di depuratori e agricoltura.

Approfondimenti




fonte: www.snpambiente.it

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Spiaggia pulita? Solo se contiene meno di 20 rifiuti ogni 100 metri




Meno di 20 rifiuti marini ogni 100 metri lineari di costa per considerare una spiaggia in buono stato ambientale. E’ il valore soglia o il target di riferimento stabilito a livello europeo, e recentemente pubblicato dalla Commissione EU, per definire una spiaggia pulita.

https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2020/09/coastline_litter_threshold_value_report_14_9_2020_final.pdf


Un traguardo ambizioso in particolare per i Paesi euro-mediterranei dove le concentrazioni di rifiuti spiaggiati risultano marcatamente più elevate rispetto a quelle di altri mari europei (Mediterraneo: 274 oggetti/100 m; Mar Baltico: 40 oggetti/100 m; Mar Nero: 104 oggetti/100 m). In Italia, i valori mediani nelle tre sottoregioni sono pari a 559 oggetti/100m nel Mar Adriatico, 421 oggetti/100m nel Mediterraneo occidentale e 271 oggetti/100 m nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale.

Ma perché questo valore? Per stabilire il valore soglia, gli esperti hanno analizzato il primo set di dati disponibile a livello europeo sui rifiuti rinvenuti lungo le spiagge del continente, riferito al periodo 2015-2016 e derivante dai programmi nazionali di monitoraggio realizzati seguendo metodologie condivise. Sono stati effettuati nel periodo di riferimento, in tutta Europa, 3069 rilevamenti da 331 diverse spiagge. In Italia le spiagge monitorate nel periodo in esame sono state 64. Il monitoraggio viene effettuato dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente ed è finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). I dati così raccolti, elaborati da ISPRA e condivisi con gli altri Paesi europei, sono stati utilizzati per la definizione del valore soglia nell’ambito del gruppo tecnico comunitario sui rifiuti marini al quale partecipano esperti ISPRA.

Il valore di 20 rifiuti per 100 m di lunghezza della spiaggia corrisponde al 15° percentile dell’insieme dei dati dell’UE ed è un valore sufficientemente precauzionale, nonché un traguardo difficile, ma non impossibile da raggiungere con l’adozione di misure sostanziali e prolungate.

L’aver stabilito un valore soglia europeo per le spiagge pulite, spiegano gli esperti, rappresenta un passo importante poiché apre la strada alla definizione di altri target di riferimento come quello sui rifiuti del fondale marino, sulla microplastica e sull’impatto dei rifiuti sugli organismi marini.

Le attività di monitoraggio condotte nell’ambito della Direttiva Quadro europea sulla Strategia per l’Ambiente Marino di cui il MATTM è autorità competente con il supporto tecnico-scientifico di ISPRA, consentiranno di verificare l’efficacia delle misure nell’abbattimento del quantitativo dei rifiuti nei nostri mari e lungo le nostre spiagge a potranno fornire indicazioni sui tempi necessari per il raggiungimento dell’obiettivo comunitario da parte dell’Italia.

fonte: https://www.snpambiente.it/


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Mayday SOS Plastica

I risultati della campagna di sensibilizzazione e ricerca per lo studio e il monitoraggio della plastica e delle microplastiche in acqua, sedimenti e organismi marini, effettuata da Greenpeace




Nell’estate 2019 l’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) insieme al Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per lo studio degli Impatti Antropici e Sostenibilità in Ambiente Marino di Genova (CNR-IAS) ha partecipato alla campagna “Mayday SOS Plastica” promossa da Greenpeace, una campagna di sensibilizzazione e ricerca per lo studio e il monitoraggio della plastica e delle microplastiche in acqua, sedimenti e organismi marini.

L’attività si è svolta dal 18 maggio all’8 giugno 2019 nel Tirreno Centrale e precisamente lungo le coste della Toscana, Lazio, Campania e Sardegna, includendo anche isole dell’Arcipelago Toscano (Elba, Giglio, Pianosa, Capraia) e Ponziano (Ventotene), aree prominenti le foci dei fiumi (Foce dell’Ombrone, del Tevere e del Sarno) e aree marine protette come quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo (isola di Tavolara, Molara e Molarotto).

È ora disponibile il report nel quale vengono presentati i risultati relativi alla determinazione delle microplastiche (MPs) e delle microfibre (MFs) in pesci e organismi invertebrati campionati durante il tour.

I risultati ottenuti sono utili per fornire nuove informazioni sui livelli, frequenze di ingestione e sulla caratterizzazione chimica delle microparticelle di plastica e microfibre, in specie differenti campionate da aree sottoposte a diverso impatto antropico.

In totale sono stati analizzati 308 organismi di cui 208 pesci appartenenti a 23 specie diverse e 100 invertebrati appartenenti a 3 specie. Le specie sono state scelte per il loro valore commerciale ed ecologico e il numero di individui per ognuna è stato definito secondo le disponibilità.

La frequenza di ingestione delle microfibre da parte delle specie analizzate risulta molto alta, a prescindere dal sito di indagine, e dimostra ancora una volta l’ampia diffusione di MFs lungo le coste del Tirreno. In totale sono state estratte circa 2.000 microfibre (MFs) dagli organismi, misurando una frequenza di ingestione del 89% e una media di 7,1±5,2 MFs per singolo individuo

Una frequenza di ingestione del 100% è stata evidenziata negli organismi dei siti Elba e Giglio Ctrl, 98% per quelli di Fiumicino, 95% per Ventotene, 94% per Giglio Relitto, 93% per Ombrone, 84% per Napoli, 81% per la Sardegna e 67% per Capraia. Il numero medio di microfibre ingerite dagli organismi campionati nei vari siti è risultato essere pari a 8,7±6,8 a Fiumicino, 11±6 a Ventotene, 6,3±5 a Napoli, 9±4 all’Elba, 5,2±4,8 a Capraia, 5±3,8 a Ombrone, 8,7±5 nel sito di Giglio Relitto, 7,7±5 nell’area Giglio Ctrl e 4±3,6 in Sardegna..



La caratterizzazione polimerica ha tuttavia confermato la predominanza di una origine naturale di queste particelle, che non possono quindi essere considerate microplastiche, che per definizione sono costituite da solo materiale di origine sintetica.

Le analisi effettuate su un sub-campione di 287 MF hanno rilevato che l’82,6% di queste erano di origine naturale, a base di cellulosa; il rimanente 17,4% di microfibre sintetiche era costituito per il 90% da poliestere, mentre il 10% era di natura semi-sintetica (viscosa).

I risultati ottenuti in alcuni siti già campionati nelle campagne precedenti del 2014 e 2017 sono stati messi a confronto. Le frequenze di ingestione delle MPs risultano in generale comparabili tra i diversi anni di campionamento, dimostrando che questo tipo di contaminazione ha caratteristiche piuttosto ubiquitarie e costanti nel tempo.

La frequenza generale di ingestione delle microplastiche negli organismi campionati durante la campagna Mayday SOS Plastica nel 2019 risulta del 35%, leggermente superiore a quella già osservata durante la precedente campagna effettuata nel 2017 (30%) e a quella riferita agli organismi del Mar Adriatico (27%).

I risultati ottenuti sul numero di microplastiche ritrovate per individuo avvalora quanto riscontrato in altre aree del Mediterraneo e a livello globale, cioè che il numero delle particelle riscontrate nei tratti gastrointestinali degli organismi è generalmente di 1 o 2 particelle, indipendentemente che siano pesci o invertebrati. Numeri maggiori di particelle ingerite per individuo vengono ritrovati sporadicamente e senza correlazioni con le specie analizzate o i siti di indagine. Più alti sono risultati i valori ottenuti per le microfibre, con una frequenza di ingestione media del 90% ed un numero di MFs mediamente pari a 7,6 ± 5,4 per individuo, confermando i dati già osservati nelle specie campionate in Adriatico.

L’analisi di pesci, rappresentativi di diversi habitat, ha permesso di evidenziare che le specie demersali (es. gallinella, scorfano, pagello fragolino, razza), che hanno una stretta relazione con l’ambiente di fondo dove si alimentano, presentano frequenze di ingestione delle microplastiche maggiori (75-100%) rispetto alle specie pelagiche, in quasi tutti i siti indagati. Questo risultato conferma come i sedimenti e in generale tutta la colonna d’acqua (non solo lo strato superficiale) possano rappresentare un comparto importante di accumulo della plastica e microplastica immessa in mare.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle microplastiche in mare, ricordiamo che si tratta di un'attività svolta dalle Agenzie ambientali che compongono il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, nell'ambito delle attività svolte per la Strategia Marina dell'Unione Europea.

Per quanto riguarda la Toscana, i Programmi di monitoraggio sono iniziati nel 2015 ed hanno cadenza triennale. I risultati del triennio 2015-2017 sono stati presentati lo scorso anno in occasione del convegno MS SeaDay, indicando un numero medio di microplastiche di 0,38 per metro cubo e di 0,09 per metro quadrato, dato indicato come media aritmetica e confrontabile con quelli rilevati nelle altre sottoregioni italiane (Mediterraneo Occidentale di cui la Toscana fa parte, Adriatico, Ionio e Mediterraneo centrale): rispetto alle altre sottoregioni il dato toscano risulta più basso.

ARPAT come le altre agenzie costiere ha svolto programmi di monitoraggio per i 13 moduli operativi (fra i quali quello appunto relativo alle microplastiche) previsti dalla Strategia Marina ed ISPRA ha redatto i report per ciascun descrittore, che sono stati resi disponibili nel sito http://www.db-strategiamarina.isprambiente.it/.

Per chi vuole approfondire:
articoli di Arpatnews sul tema delle microplastiche
articoli di AmbienteInforma sulle attività SNPA per la Strategia Marina


fonte: http://www.arpat.toscana.it/


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