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Recupero di imballaggi multistrato

Il progetto di ricerca europeo Merlin punta a migliorare qualità e resa nel recupero di packaging difficili da riciclare per via meccanica.









Il centro di ricerca spagnolo Itene (Instituto Tecnológico del Embalaje, Transporte y Logística) coordina il progetto di ricerca Merlin (“Increasing the quality and rate of MultilayER packaging recycLINg waste”), finanziato dalla UE attraverso il programma Horizon 2020 con 4,9 milioni di euro, che vede impegnati 14 partner europei con l'obiettivo di agevolare il riciclo di imballaggi multistrato, migliorandone qualità e resa.

Della durata di 36 mesi, Merlin si propone di lavorare sia a livello di selezione dei rifiuti, sviluppando sensori ottici, intelligenza artificiale e robotica, sia di riciclo vero e proprio, attraverso delaminazione mediante solvente e depolimerizzazione, fino ad arrivare alla polimerizzazione e upcycling del materiale rigenerato e alla validazione del processo in condizioni reali.

Il progetto di ricerca contribuirà alla strategia europea per la plastica, alla Circular Plastics Alliance, al Green Deal dell'UE e al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

fonte: www.polimerica.it


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Raccolta differenziata: 40% rifiuti riciclabili va in discarica

Circa il 40% dei rifiuti riciclabili finisce in discarica, compromettendo la raccolta differenziata in Italia: i numeri dello studio voluto da DS Smith.



Circa il 40% dei rifiuti riciclabili finisce invece in discarica. A fornire alcuni dati in merito alla raccolta differenziata in Italia è uno studio della One Poll, svolto per conto della DS Smith. In molti quelli che lamentano assenza di informazioni o indicazioni poco chiare.

Alta la percentuale degli italiani incerti su quali siano gli imballaggi e i prodotti che possono essere riciclati. Il 73% secondo lo studio. Arriva al 40% la quota di coloro che hanno ammesso di aver gettato rifiuti riciclabili nell’indifferenziata. Un comportamento che porta, a causa del mancato recupero dei materiali, a un danno di circa 390 milioni di euro all’anno.

L’assenza di informazioni dettagliate (secondo il 54% degli intervistati) in merito al riciclo delle confezioni o la totale assenza di indicazioni (40%) sono alla base di comportamenti scorretti. In alcuni casi orientati alla “prudenza”, ovvero al mancato conferimento nella raccolta differenziata per timore di inserire un rifiuto non riciclabile.

Il 65,5% dichiara di gettare rifiuti nell’indifferenziata quando incerto sul da farsi, mentre circa il 36% lo fa in maniera più sporadica. Oltre alla mancata indicazione sull’etichetta (indicata nel 45% dei casi), a pesare è anche la composizione multimateriale di alcuni imballaggi (33%). Incerto anche il comportamento in caso di contaminazione con altri tipi di rifiuti (23%). Il “riciclo prudente” impedisce il riciclo, sostiene DS Smith, di circa 9,1 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno.

Dal lato opporto il 17,8% degli italiani conferisce nella raccolta differenziata rifiuti sui quali è in dubbio. Il 46% ha dichiarato di averlo fatto almeno una volta. La volontà di riciclare il rifiuto ha pesato per il 41%, seguita dalla disattenzione (33%) e dalla mancanza di informazioni (29%). Il 60% ha ammesso di conferire rifiuti con residui di cibo o bevande, compromettendo l’avvio a riciclo.


Raccolta differenziata: le 5 indicazioni di DS Smith

Al fine di migliorare le cose DS Smith ha lanciato, in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation, alcune regole per il Design Circolare. L’obiettivo è quello di aiutare le imprese a progettare imballaggi conferibili più facilie da conferire per i cittadini. 

Ha dichiarato Stefano Rossi, Packaging CEO di DS Smith:

C’è un innegabile desiderio di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente da parte dei consumatori, anche attraverso il riciclo. Il problema è che ancora oggi molti imballaggi non sono riciclabili, le persone sono spesso confuse su cosa possa essere effettivamente avviato a seconda vita.

Abbiamo deciso di stilare i nostri principi di Design Circolare per contribuire alla soluzione di questo problema, aiutando le imprese a intercettare i bisogni dei consumatori. Con questi principi possiamo creare imballaggi adatti all’economia circolare, favorendo il riciclo ed eliminando sprechi e inquinamento. Inoltre, rendiamo più chiara l’informazione sugli imballaggi per aiutare i consumatori a riciclare sempre di più.

Questi i 5 punti chiave indicati da DS Smith per sostenere una corretta raccolta differenziata:

  • Proteggere i prodotti e i marchi – Innanzitutto, l’imballaggio deve saper proteggere adeguatamente il proprio prodotto, evitando impatti a livello economico e ambientale derivanti dallo spreco;

  • Ottimizzare l’utilizzo dei materiali – Ottimizzare dimensioni e peso dell’imballaggio permette di ridurre i rifiuti e di salvaguardare risorse naturali;

  • Pensare all’efficienza lungo la catena di fornitura – Un buon Imballaggio deve essere efficiente, ed essere ad esempio adeguato ottimizzando la logistica;
  • Riciclare e riutilizzare materiali – Un modo per eliminare gli sprechi è mantenere in vita il più a lungo possibile i materiali utilizzati, riciclandoli in maniera facile e veloce (14 giorni);
  • Continuare a lavorare sulla ricerca – Dobbiamo continuamente evolvere gli imballaggi pensandoli sempre più in chiave di economia circolare.


fonte: www.greenstyle.it

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Da 5 a 2 cassonetti, differenziata 'versione easy'

















Una raccolta differenziata 'versione easy', che renda più semplice la scelta del cassonetto almeno quando si deve cestinare qualcosa, non fosse altro perché i bidoni potrebbero essere di meno. Con la raccolta multimateriale è infatti possibile diminuire il numero dei cassonetti, passando da cinque (con la raccolta monomateriale, uno per categoria di rifiuto tipo carta e cartone, vetro, plastica, metalli e naturalmente organico) a due o tre grazie alla raccolta multimateriale (che accorpa nello stesso 'bidone' per esempio 'vetro-plastica-metalli' oppure 'carta-vetro-plastica-metalli'); cosa che poi potrebbe anche avere impatti sul decoro urbano, avendo più spazio libero per esempio per parcheggi o aiuole.
Una scelta che però, in Italia, non tutte le città possono decidere di intraprendere per via della peculiarità, sia geografica che urbanistica, del nostro Paese. Secondo lo studio, 'Analisi dei costi della raccolta differenziata multimateriale', promosso da Utilitalia (la federazione delle imprese dei servizi ambientali, idrici ed energetici) e realizzato da Bain - in cui viene scattata una fotografia dei costi delle imprese e delle diverse modalità di raccolta (stradale o domiciliare) della differenziata - già oggi oltre il 30% della differenziata viene raccolta in modo multimateriale, cioè mettendo insieme due o più 'frazioni' di rifiuti: ovvero 1,9 milioni di tonnellate all'anno. Sono oltre 119 mila le tonnellate di carta e cartone raccolte (4%); 839 mila quelle di vetro (48%); 819 mila di plastica (70%); 132 mila di metalli (51%).
La percentuale sale dal 30 al 56% escludendo dal computo carta e cartone. Dal mare alla montagna, dalle città d'arte alle metropoli, in Italia la gestione dei rifiuti è influenzata da diverse variabili, e ogni città è una storia a sé. "Non c'è un unico modo di fare le cose - osserva il vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini - ci sono delle variabili che cambiano in base alle caratteristiche del territorio, della popolazione, della stagionalità. Le aziende, in generale, sono attente a tutti i modelli che si stanno sviluppando" per riuscire così a "fare scelte di efficienza industriale e di riduzione dei costi di gestione". Le imprese che utilizzano almeno una modalità multimateriale sono il 94%.
I modelli di raccolta sono cinque, divisi in 'leggero' (plastica-metalli e carta-plastica-metalli) e 'pesante' (vetro-metalli, vetro-plastica-metalli, carta-vetro-plastica-metalli). Il modello 'leggero' incide per il 47%, quello 'pesante' per il 53%. I modelli più diffusi sono: plastica-metalli (42%), vetro-plastica-metalli (25%), vetro-metalli (23%). Il 'porta a porta' vince sulla raccolta stradale con il 51%; e in particolare, quando il modello è 'leggero' è il 'porta a porta' a prevalere con il 56%; quando invece si usa il 'pesante' la raccolta stradale arriva al 60%.
La raccolta multimateriale ha un costo medio di circa 185 euro a tonnellata. Il 'porta a porta' costa tra il 30 e il 40% in più; costi maggiori riassorbiti dal trattamento industriale successivo. Guardando alla comparazione dei costi, c'è mediamente una maggiore convenienza della raccolta con il sistema multimateriale rispetto a quello monomateriale.


fonte: www.ansa.it