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La rincorsa dei veicoli elettrici: adesso la svolta è davvero vicina

Secondo alcune previsioni, già nel 2023 gli EV potrebbero diventare più convenienti delle vetture con motore a combustione interna. E i precedenti indicano che le vendite potrebbero impennarsi



Il mercato globale dei veicoli elettrici sta arrivando a un punto critico. Lo genera soprattutto un fattore: il crollo costante del costo delle batterie. Presto gli EV diventeranno i veicoli più economici, anche in assenza di incentivi statali. Un momento che le principali previsioni piazzano tra il 2023 e il 2025.

Il punto di svolta è già stato superato dalla Norvegia. E le dinamiche del paese scandinavo sono chiare: con le agevolazioni fiscali in essere, che rendono i veicoli elettrici più convenienti di quelli con motori a combustione interna, nel 2020 la quota di mercato degli EV è stata del 54%. Una distanza abissale rispetto agli altri paesi europei, dove in media la quota di mercato dei veicoli ecologici si sta attestando ancora soltanto sul 5%.

Gli osservatori si attendono che il calo dei prezzi dei veicoli elettrici generi un rimbalzo simile nelle vendite a livello globale. Bastano differenze di prezzo molto contenute, scommettono gli analisti. Di nuovo, il caso Norvegia è preso come esempio. Comprare un EV a Oslo è appena lo 0,3% più conveniente rispetto all’acquisto di una vettura tradizionale. Eppure i norvegesi scelgono chiaramente e in massa la mobilità elettrica, che pesa per metà del mercato. Viceversa, laddove siano le auto a combustione a essere anche di poco più convenienti, la quota degli EV crolla drasticamente. In UK le auto a batteria sono circa l’1,3% più care e la loro quota di mercato è appena dell’1,6%.

Secondo Bloomberg, la parità di prezzo sarà raggiunta già nel 2023. Anno in cui la media del costo del pacco batterie dovrebbe attestarsi sui 100$/kWh. E il suo costo potrebbe continuare a scendere ancora, fino a 60$/kWh alla fine del decennio. Appena più cauta la stima fornita invece da McKinsey, che in un’analisi pubblicata di recente prevede che le auto elettriche diventeranno la scelta più conveniente in molte parti del mondo entro i prossimi 5 anni.

fonte: www.rinnovabili.it


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Una storia di successo: ecco come la Norvegia ricicla le bottiglie di plastica















Da tempo i norvegesi riportano al supermercato i vuoti in plastica e constribuiscono a riciclare la quasi totalità delle bottiglie in pvc usate…




fonte: euronews


Norvegia da record: riciclato il 97% delle bottiglie di plastica

Un’azienda del paese nordico ha sviluppato un innovativo sistema per incentivare il riciclo delle bottiglie di plastica. In pratica, si tratta di far pagare all’acquirente un sovrapprezzo che poi gli viene restituito, una volta utilizzato il contenitore. E alcuni paesi stanno studiando questo modello per replicarlo.


Che i paesi scandinavi siano un modello di efficienza non è una novità. Devi sapere che gli stati del Nord Europa sono anche all'avanguardia nello sviluppo di soluzioni sostenibili. L'azienda norvegese Infinitum, in particolare, ha messo a punto uno dei sistemi più efficienti ed ecologici per riciclare le bottiglie di plastica che produce. Stiamo parlando di un tasso di riciclo del 97%. Per darti un'idea, l'Italia raggiunge il 55%. Qual è il segreto dei norvegesi?

In sostanza, il sistema si basa su uno schema che è assimilabile a quello del carrello della spesa. Quando vai al supermercato, per usarlo devi inserire una moneta che poi ti viene restituita quando hai terminato la spesa. In Norvegia accade qualcosa di analogo, ma con le bottiglie di plastica. Quando ne acquisti una, paghi un piccolo sovrapprezzo, pari a una somma che oscilla tra i 12 e i 27 centesimi di euro. Una volta utilizzata, la bottiglia può essere restituita nel negozio in cui è stata acquistata oppure buttata in apposite macchinette (sul terriotiro norvegese ce ne sono più di 3.700). Attraverso la lettura di un codice a barre, la cifra pagata in più per la bottiglia di plastica viene restituita, in denaro o sotto forma di buoni sconto. In più, i titolari dei negozi ricevono anche una piccola percentuale per ogni bottiglia avviata a riciclo.

Un sistema che accontenta tutti e che impone un cambio di mentalità per i consumatori. Come a dire, non stai comprando un prodotto, stai prendendo in prestito un imballaggio. E dai risultati ottenuti sembra proprio che l'idea stia funzionando. Alcuni paesi, come Germania e Lituania, stanno già cominciando ad adottare un simile modello. Perché allora non importarlo anche qui in Italia?

fonte: https://www.ohga.it

Norvegia: il gigantesco Oil Fund apre alle rinnovabili

Messe al bando le società che operano esclusivamente nell’esplorazione e produzione di idrocarburi, il più grande fondo sovrano al mondo apre le porte ai progetti verdi non quotati in borsa



















Via libera dal governo norvegese al cambio di rotta per il Government Pension Fund Global (GPFG), noto anche come Fund Oil, il più grande fondo sovrano al mondo. Creato nel 1990 con lo scopo di investire le plusvalenze del settore petrolifero nazionale, il GPFG ha iniziato quest’anno il suo percorso verso il divestment dalle fossili. Un percorso cauto rispetto ai primi proclami ma comunque concreto. La prima mossa in tal senso è stata quella di eliminare gli investimenti in tutte quelle società attive esclusivamente nel settore idrocarburi, sul fronte esplorazione e produzione. L’ultima, in ordine cronologico,l’approvazione delle prime risorse all’energia pulita non quotata in borsa. Questo settore costituisce oltre due terzi dell’intero mercato delle fer, che oggi vale miliardi di dollari.


“Il mercato delle energie rinnovabili sta crescendo rapidamente. Una parte importante delle opportunità di investimento in questo settore si trova nel mercato non quotato, soprattutto nei progetti infrastrutturali”, ha spiegato il Ministero delle Finanze norvegese in una nota stampa, sottolineando che il limite massimo per tali investimenti sarà raddoppiato da 60 a 120 miliardi di corone norvegesi (ossia da 6,2 a 12,4 miliardi di euro). Gli investimenti faranno parte della gestione attiva della Norges Bank e, per limitare il rischio, avranno un limite massimo pari al 2% del Fondo.

Il governo ci tiene a specificare che l’interesse dietro questa operazione è esclusivamente economico. “Non è una misura di politica climatica, ma fa parte della strategia di investimento per il Fondo. Non stiamo stabilendo che il Fund Oil debba investire in infrastrutture di energia rinnovabile non quotate, ma stiamo consentendo a Norges Bank di farlo laddove lo ritenesse profittevole”. La misura, che deve ancora essere ufficializzata dal Parlamento Norvegese, non è peregrina. A livello mondiale, quasi 1.000 investitori istituzionali, che gestiscono un patrimonio complessivo di oltre 6mila miliardi di dollari, si sono impegnati ad abbandonare i combustibili fossili, guidati delle preoccupazioni finanziarie più che da quelle climatiche.

fonte: www.rinnovabili.it

La prima ambasciata plastic free al mondo è quella italiana di Oslo



















“L’ambasciata italiana di Norvegia da oggi è plastic free - ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano che insieme al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa era presente alla cerimonia - un passo rilevante che è una finestra su un cambio di mentalità. 
È Un giorno importante perché segna un cambiamento che non è solo simbolico ma concreto ed esemplare”.
“Sono contento che l’ambasciatore italiano Alberto Colella in un contesto ambientale già così virtuoso abbia aderito al progetto e trasformato le abitudini della sua ambasciata. Non è solo un gesto simbolico ma un cambio di passo che si fa esempio e che declina l’immagine dell’Italia in Norvegia anche nel senso della tutela ambientale. Lo scopo finale è arrivare al cuore dei cittadini. Se non iniziamo noi dando il buon esempio, non possiamo pensare di chiederlo alle famiglie”, ha detto il ministro Costa.
A rendere immediatamente riconoscibile l'iniziativa sarà anche una targa affissa all’esterno che identifica l’ambasciata come plastic free.
fonte: https://www.oggigreen.it

Ad Oslo il primo sistema al mondo di ricarica wireless per taxi elettrici

La Norvegia è il primo mercato europeo per volume di auto elettriche acquistate lo scorso anno. Entro il 2023 la flotta di taxi dovrà essere 100% ecologica.

















Oslo sarà la prima città al mondo a installare sistemi di ricarica wireless per i taxi elettrici: l’annuncio è stato dato la scorsa settimana dall’azienda finlandese Fortum che dovrebbe provvedere alla realizzazione degli impianti.

Presso le stazioni dei taxi verranno installate piastre di ricarica a induzione che interagiranno con i ricevitori in dotazione sui veicoli: una tecnologia che dovrebbe garantire velocità (secondo Fortum le piattaforme permetteranno ricariche fino a 75 kilowatt) ed efficienza così da permettere il rapido passaggio verso una flotta di mezzi pubblici completamente elettrica. Entro il 2023, infatti, tutti i taxi circolanti nella capitale norvegese dovranno essere a zero emissioni, mentre per il 2025 ogni auto acquistata nel Paese scandinavo dovrà essere al 100% ecologica.

La scelta di investire su ricariche wireless va incontro alle necessità dei tassisti: le tradizionali colonnine di ricarica, infatti, costringevano i mezzi a restare fermi per tutto il tempo del rifornimento, mentre le piastre a induzione permettono una ricarica rapida anche quando il taxi si trova nella fila d’attesa, quindi in leggero movimento. 

Lo scorso anno, in Norvegia sono state acquistate oltre 46 mila auto elettriche, a fronte dei circa 5,3 milioni di abitanti del Paese scandinavo, primo mercato europeo di e-car davanti alla Germania (poco più di 36 mila veicoli elettrici acquistati lo scorso anno) e Francia (poco più di 31 mila auto).

La grande diffusione di veicoli ecologici (la Norvegia è il primo Paese al mondo per rapporto abitanti/proprietari di auto elettriche) si deve anche alle politiche di agevolazione messe in moto dal Governo norvegese: pedaggi autostradali gratuiti o scontati, parcheggi dedicati, l’esenzione delle tasse di bollo e i grandi investimenti nella rete di ricarica hanno garantito il successo delle e-car.

fonte: www.rinnovabili.it

La Norvegia ricicla da 7 anni il 97% delle bottiglie di plastica, grazie ad un sistema impeccabile e semplicissimo




















Quando si parla di riciclo di plastica la Scandinavia è al primo posto nel mondo, e più in particolare la nazione della Norvegia. Attraverso un'organizzazione chiamata Infinitum, la Norvegia ha creato uno dei sistemi più efficienti per smaltire la plastica in eccesso. Soprattutto quella delle bottiglie.
I risultati del sistema di riciclo della nazione europea sono stati così positivi che molti degli stati vicini e lontani hanno iniziato a seguire l'esempio norvegese.

Lo schema creato ha permesso fino ad oggi di riciclare il 97% delle bottiglie di plastica, con soltanto l'1% di essa a contatto finale con l'ambiente. Ma c'è di più: circa il 92% delle bottiglie di plastica riciclate sono state poi riutilizzare come contenitori validi per il nuovo uso; di questo 92%, oltre la metà delle bottiglie è stata riutilizzata come contenitori più di cinquanta volte.
I numeri del riciclo della plastica nelle altre nazioni è tuttavia allarmante: il 91% della plastica in tutto il mondo non è riciclata, e circa 8 milioni di tonnellate di essa viene gettata o finisce negli oceani ogni anno. Perché allora il sistema norvegese sta avendo successo rispetto alla situazione globale?














Lo schema di Infinitum si basa sul concetto di prestito; quando il consumatore acquista una bottiglia di plastica gli viene addebitata una tassa extra pari a qualche centesimo. La tassa può poi essere restituita utilizzando delle macchine che raccolgono le bottiglie, o riutilizzare la somma in negozi o stazioni per la benzina grazie ad un sistema di credito in contanti o da spendere nei punti convenzionati. I proprietari dei negozi stessi ricevono a loro volta una piccola tassa per ogni bottiglia di plastica che riciclano, generando un aumento delle vendite nei loro locali considerevole.
Secondo le stime di Infinitum, il successo dello schema da loro creato in Norvegia ha portato nazioni come l'India, la Cina, l'Australia e la Scozia a visitare i quartier generali dell'organizzazione. Un motivo in più per seguire le orme rivoluzionarie di Infinitum e salvare il nostro pianeta dall'inquinamento causato dalla plastica in eccesso.

fonte: https://www.curioctopus.it

Questo petroliere pentito pulirà gli oceani dalla plastica



















Ha fatto i miliardi proprio grazie al petrolio e alle trivellazioni, ma adesso (pentito) ha deciso di fare qualcosa per il mare e per l’ambiente perché fortunatamente, non è mai troppo tardi per cambiare. Questa è la storia di Kjell Inge Rokke, un miliardario norvegese che sta finanziando la costruzione di un’immensa nave che pulirà gli oceani dalla plastica.

Il suo patrimonio è stimato a miliardi di dollari, Kjell Inge Røkke è uno degli uomini più ricchi della Norvegia con un passato da spietato corporate raider. Ma adesso il miliardario, azionista di maggioranza della compagnia petrolifera Aker BP, ha deciso di cambiare rotta finanziando la costruzione di una nave che pulirà il mare che per lungo tempo ha bistrattato e inquinato.
Røkke ha fatto i suoi miliardi in off-shore di perforazione e spedizione società e dice: “Voglio restituire alla società e al mondo ciò che mi hanno dato. Questa barca è parte del mio impegno”.
La nave si chiamerà REV (Research Expedition Vessel), 180 metri in tutto con il preciso scopo di monitorare e raccogliere la plastica dagli oceani, per evitare così che si avveri la catastrofica profezia che entro al 2050 ci sarà più plastica che rifiuti.
Kjell Inge Røkke è un ex pescatore, ma pur senza alcuna istruzione secondaria, è riuscito a farsi strada nel mondo dell’imprenditoria. La sua nave che dovrebbe essere pronta entro il prossimo anno, dovrebbe pulire 5 tonnellate di rifiuti di plastica tutti i giorni per poi riciclarla in Norvegia.
“Gli oceani sono sotto pressione rispetto al passato, dalla pesca eccessiva , l’inquinamento costiero, la distruzione degli habitat, il cambiamento climatico e l’acidificazione degli oceani. Uuna delle sfide più pressanti di tutte è la plastica”, dice Røkke.
E ancora:
"Il REV sarà una piattaforma per la raccolta di conoscenze. Vorrei dare il benvenuto a ricercatori, gruppi ambientalisti e altre istituzioni a bordo, per acquisire nuove competenze per far evolvere soluzioni innovative per affrontare le sfide e opportunità connesse ai mari".

La nave sarà, infatti, in grado di trasportare 60 scienziati e 40 membri dell'equipaggio e sarà utilizzato per scopi di ricerca e spedizione in collaborazione con il WWF.
fonte: www.greenme.it

In Norvegia record storico, sono eco più di metà delle auto vendute

In Norvegia le auto elettriche e ibride rappresentano il 52 per cento delle immatricolazioni del 2017. E il Paese scandinavo si avvicina sempre più all'obiettivo fissato per il 2025 quando scatterà lo stop a benzina e diesel.

















Incentivi sugli acquisti e agevolazioni fiscali (niente Iva e tassa di importazione), riduzione del bollo auto, parcheggi gratis o scontati, esenzione da ecopass e tariffe autostradali, passaggi gratuiti sui traghetti, possibilità di utilizzare le corsie preferenziali degli autobus nelle ore di maggior traffico e anche una certa coscienza ambientalista dei cittadini: così la Norvegia ha raggiunto un record storico, ovvero il superamento delle vendite di auto sostenibili su quelle dei modelli tradizionali.


















Elettriche e ibride costituiscono il 52 per cento delle vendite

Secondo i dati forniti dalla Norwegian Road Federation (OFV), nel 2017 la percentuale di auto elettriche e ibride ha toccato il 52 per cento delle nuove immatricolazioni (nel 2016 era il 40 per cento), mentre la vendita dei modelli a gasolio è crollata del 23 per cento. In particolare le auto completamente elettriche e quelle a idrogeno, che producono zero emissioni, hanno rappresentato il 20,9 per cento delle vendite totali. 

Stop a benzina e diesel entro il 2025

Con i dati diffusi sulle vendite di auto, l’obiettivo che si è dato il paese scandinavo di bandire le auto a diesel e benzina entro il 2025 sembra sempre più possibile, nonostante anticipi molto quello di altri paesi come Francia e Inghilterra che si sono concessi più tempo fissando il traguardo al 2040. Intanto il governo sta continuando a potenziare la rete di colonnine di rifornimento che già la scorsa estate era risultata insufficiente per l’aumento esponenziale della diffusione di auto elettriche.










La Norvegia e il paradosso del petrolio

Va detto però che è per merito della ricchezza del Paese che si riescono a garantire tutte le agevolazioni e gli incentivi per le auto sostenibili, ricchezza che deriva in gran parte dal petrolio grazie alla detenzione del più grande fondo sovrano del mondo che vale mille miliardi di dollari (anche se la Norvegia sta recentemente svoltando verso altre forme di investimento). In ogni caso il governo norvegese sta già facendo i conti con il mancato gettito fiscale derivante dalle agevolazioni e qualcuno ha già proposto di ridurle. Finora non è successo, ma in futuro si potrebbe dover correre ai ripari.

fonte: https://www.lifegate.it

Oslo sarà la prima città senza automobili dal 2019















Oslo ha deciso di ridurre drasticamente i parcheggi, così da impedire l'accesso delle automobili al centro. Per garantire la mobilità di residenti e pendolari verranno potenziati i trasporti pubblici e le piste ciclabili.
Oslo non vuole più avere nulla a che fare con le auto. Dopo l’accordo tra i principali partiti politici per impedire la vendita delle vetture a benzina e gasolio entro il 2025 – una risoluzione al momento non ancora convertita in legge – la municipalità della capitale norvegese ha indetto una nuova crociata contro le quattro ruote. Di qualsiasi tipo esse siano. L’obiettivo è, entro il 2019, vietare tutte le auto nel centro città.


Oslo rinuncerà alle vetture in centro
Nonostante sia una città a misura di auto elettrica, Oslo ha deciso di rinunciare alle vetture in centro

Al bando anche i modelli ibridi ed elettrici

Elettriche, ibride o alimentate mediante carburanti fossili non importa: entro tre anni tutte le vetture dovranno dire addio al centro di Oslo. L’amministrazione cittadina – retta da una giunta di laburisti, socialisti e verdi – mira a rendere la capitale nordica una città “car free”. Come? Secondo il magazine The Nordic Page, rimuovendo i parcheggi. L’eliminazione degli stalli per la sosta, fatta eccezione per i posti riservati ai disabili, dovrebbe partire già dalla prossima primavera, senza alcuna distinzione per il tipo di veicoli e andando così a colpire anche la rilevante quota di auto a batteria, pari al 24 per cento dell’intero parco circolante del Paese.


Oslo ha un sistema di mobilità molto legato alle due ruote
Oslo è da sempre una delle città europee con un sistema di mobilità maggiormente legato alle due ruote

Oslo punta sulle aree ricreative

L’eliminazione dei parcheggi ha il chiaro obiettivo di scoraggiare l’arrivo delle automobili in città. Le zone di sosta, “liberate” dall’ingombro delle vetture, secondo l’amministrazione cittadina potrebbero essere convertite in ristoranti, teatri di strada e aree ricreative. Una trasformazione che, potenzialmente, potrebbe portare a una riduzione del 50 per cento delle emissioni di CO2.


Oslo mira a concentrare il traffico delle auto private solo lungo arterie attorno alla città
L’amministrazione cittadina di Oslo mira a concentrare il traffico delle auto private lungo le arterie
attorno alla città

Il ruolo cruciale delle bici elettriche

Nel centro di Oslo vivono circa mille cittadini, ma durante la settimana la zona ospita almeno 90mila lavoratori.

Le esigenze dei pendolari

Per soddisfare le esigenze di spostamento di residenti e pendolari, la municipalità punta a potenziare le piste ciclabili creando almeno 60 nuovi km di percorsi riservati, oltre a rafforzare massicciamente la rete di bus e tram.

Le bici elettriche

Un cambiamento radicale nella mobilità della capitale, in vista del quale ricopriranno un ruolo cruciale le biciclette elettriche. L’amministrazione locale intende infatti promuovere una campagna d’incentivi di vaste proporzioni, analogamente a quanto fatto in passato a livello nazionale per le auto, favorendo la diffusione delle due ruote a pedalata assistita, sostituto designato delle vetture.

Un primato europeo

Parigi si è sinora limitata ad alcune giornate “car free”, così da abbattere i livelli di PM10 nell’aria, mentre Helsinki punta a potenziare il proprio sistema di trasporto pubblico integrato a tal punto da rendere superfluo, entro il 2025, il ricorso alle auto private. Senza però vietarne l’utilizzo. Oslo potrebbe pertanto essere la prima capitale europea a bandire integralmente le vetture dal centro città. Un primato.

fonte: www.lifegate.it

La plastica uccide Balene e Delfini, i nostri fratelli del Mare muoiono mangiando plastica, microplastiche e pesticidi accumulati nelle catene alimentari



















La loro Vita è la nostra Vita…  
Dalla Norvegia parte la rivoluzione contro plastica... dopo aver preso coscienza che nello stomaco delle balene morte si trovano centinaia di contenitori di plastica
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Un film che ti cambia per sempre.

La plastica uccide Balene e Delfini

I nostri Fratelli del Mare muoiono mangiando plastica, che si somma alle microplastiche e pesticidi accumulati nelle catene alimentari.

Dalla Norvegia parte la rivoluzione contro plastica... dopo aver preso coscienza che nello stomaco delle balene morte si trovano centinaia di contenitori di plastica

Guardate questo servizio e non sarete più come prima.


Non usare plastica è un dovere !! 
Non buttarla è un reato contro il Pianeta
E ricordiamoci che il pesce e le carni (se non provengono da pascoli rigorosamente biologici) accumulano pesticidi, metalli pesanti, coloranti chimici, sostanze radioattive, e ogni sostanza chimica sintetica non biodegradabile… cui si aggiungono le microparticelle plastiche che il mare non riesce a degradare, ma solo a frantumare, così come gli insetti… 
...e l'inquinamento diventa solo invisibile.

Provate a immaginarvi con il vostro stomaco pieno di plastica...
Rispettiamo la vita dei nostri fratelli mammiferi marini e quella dei nostri figli e nipoti, che non vogliono un mondo morto di plastica

Abbiamo antenati comuni con i mammiferi marini, che hanno linguaggi, sentimenti e intelligenza come e più della nostra… 
...la loro morte è la nostra morte

Ma, soprattutto, la loro Vita è la nostra Vita 















Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo

La svolta della Norvegia: "Basta petrolio, puntiamo su industria e ambiente"

Le trivellazioni alimentano da anni il fondo sovrano pubblico, il maggiore al mondo. Ma lo stesso veicolo finanziario sta lasciando il barile: Oslo vuole completare entro il 2025-2030 una transizione che la porti ad essere un'economia a "neutralità di emissioni"



















OSLO - Ammettiamolo, non accade ogni giorno che un petroStato dichiari al massimo livello di voler quasi rinnegare se stesso e di voler ripensare le fonti della sua ricchezza nazionale. Accade nella civilissima, prospera, democratica Norvegia, uno dei paesi piú felici al mondo secondo l'Onu. L'annuncio della svolta strategica è venuto dalla popolare premier conservatrice Erna Solberg in un discorso pubblico pronunciato anche, ma con onestà, con un occhio alle elezioni di settembre.

"Non possiamo pensare di vivere di rendita grazie al petrolio", ha detto Erna Solberg con la franchezza sincera e brutale che la rende simpatica. E nelle stesse ore il suo governo ha approntato un libro bianco sulle strategie di sviluppo future, il primo documento del genere nel regno di re Harald, della regina Sonja e del popolare principe ereditario Haakon dal lontano 1981. Bisogna reindustrializzare, puntare di più sulla produzione, sull'economia reale, su internet e le IT startups, sull'ambiente.

Il business norvegese, dice ancora il documento governativo, alla lunga potrà solo guadagnare da un lungo addio al petrolio come fonte principale di proifitti. Il mondo degli affari, prosegue il documento chiaramente ispirato dalla popolare, vitale Erna Solberg, dovrà quindi sforzarsi di cercare sempre piú fonti di profitto esterne all´economia petrolifera.

Al momento le trivellazioni marine contano per circa il 15 per cento del prodotto interno lordo norvegese, e da decenni forniscono ampie entrate al fondo sovrano pubblico, il piú ricco del mondo. Ma lo stesso fondo sovrano sta disinvestendo dal petrolio. Non è una sorpresa, ricordando che Oslo come Stoccolma vuole arrivare entro il 2025 o 2030 a un'economia a neutralitá di emissioni, cioè emissioni compensate da scelte ecologiche. Proprio l´anno scorso la conservatrice illuminata Erna Solberg è divenuta la prima capo di governo al mondo a ordinare di prelevare riserve dal fondo sovrano, il più ricco del mondo, finanziato da oltre 20 anni dai proventi petroliferi. Lo ha fatto per salvare bilancio sostenibile e welfare. La Norvegia, ha avvertito più volte la premier, dovrà anche abituarsi a stringere la borsa se necessario. E in nessun paese, nemmeno nella Norvegia che è una delle economie piú moderne e competitive del mondo, con una manodopera ad altissima qualificazione, sará facile riciclare i lavoratori del comparto petrolifero in altri settori.

L'imminente viaggio di Erna Solberg a Pechino, con la riconciliazione promessa con la Repubblica popolare dopo l'embargo e il gelo totale cinesi causati dal Nobel per la pace concesso a Oslo al Dalai Lama, potrà essere d'aiuto. Esempio, la vicina Svezia ha avuto solo da guadagnare dall'ingresso in massa di capitali cinesi in Volvo, brand simbolo del regno delle tre corone. Se non li fai arrabbiare i cinesi sono i partner migliori: a Volvo auto dicono "progettate le auto che volete per venderle, non vogliamo comandare, vogliamo solo far soldi insieme". Tanto meglio per Oslo se una simile prospettiva si aprirà anche per l'economia norvegese.

Tra lungo addio al petrolio e tagli alle tasse per 2,5 miliardi di euro senza toccare il welfare, la nuova strategia della svolta norvegese è chiara: reindustrializzare, puntare a usare in altri comparti i forti talenti dei cittadini del regno. Senza farsi illusioni: il governo ha rivisto al basso le prognosi di crescita del prodotto interno lordo, dall'1,7 per cento all'1,6. Grosso modo piú di metà della crescita media della vicina Svezia, la quale peró è un paese che punta tutto su export industriale (aerospaziale, auto premium, macchinari industriali), elettronico, internettiano di qualità: fornisce circa metà della crescita annuale del pil svedese, percentuale persino piú alta di quella del beneficio dell´export made in Germany sulla crescita tedesca. In Norvegia, va detto, il comparto industriale ha beneficiato dal 2013 della relativa debolezza della valuta nazionale, "ma se riusciamo a riconvertirci con successo dobbiamo anche ricordare che la corona norvegese si potrá apprezzare e trarne le conseguenze". Tanto piú che una delle conseguenze di Brexit è il trasferimento di capitali da Londra in Scandinavia, e dal London Stock Exchange alle Borse nordiche, ovviamente prima fra tutte quella di Stoccolma. Auguri, cara previdente Norvegia.
 


fonte: www.repubblica.it

Morte di una balena. 30 sacchetti di plastica nello stomaco













Lungo le coste della Norvegia lo scorso 28 gennaio è stata ritrovata una balena ridotta in fin di vita a causa dei sacchetti di plastica che aveva ingerito. 
Per gli esperti che hanno esaminato la situazione non si tratta di qualcosa di sorprendente dato che la plastica continua a inquinare mari e oceani a causa dei rifiuti che ininterrottamente finiscono in acqua.
Ecco le prove che i sacchetti di plastica possono davvero uccidere le creature marine, compresi grandi animali come le balene.
La balena ritrovata sulle coste norvegesi dell’isola di Sotra non era purtroppo più in grado di assorbire le sostanze nutritive necessarie per sopravvivere proprio a causa dei sacchetti di plastica che ha ingerito e che solo dopo la morte sono stati estratti dal suo stomaco.
Oltre ad almeno 30 sacchetti sono stati trovati vari pezzi di plastica nella pancia della balena, cosa che ci fa comprendere ancora di più quanto i rifiuti abbandonati in mari e oceani possano essere nocivi per gli animali.
Quando è stata ritrovata, la balena era già in fin di vita e si trovava vicino alla costa, in acque molto basse. Lo stomaco della balena era pieno di sacchetti di plastica e di imballaggi con etichette in danese e in inglese, come hanno verificato gli esperti dell’Università di Bergen che si sono occupati del caso.















La balena risultava emaciata, con pochissimo grasso nel corpo, una caratteristica da cui è stato semplice valutare la denutrizione. Lo stomaco e l’intestino della balena erano bloccati dai sacchetti di plastica e ciò secondo gli esperti ha causato forti dolori. Questa specie di balena di solito nuota in acque profonde e non si avvicina alle coste della Norvegia.





















Secondo gli esperti esistono almeno 5 miliardi di rifiuti e pezzi di plastica che galleggiano negli oceani del mondo. Sono un segno della società usa-e-getta e stanno uccidendo innumerevoli animali ogni anno. E’ ormai stato stimato che di questo passo entro il 2050 negli oceani ci saranno più rifiuti di plastica che pesci.
  












Soprattutto nel mondo persiste il problema dei sacchetti di plastica usa-e-getta che proprio sembra impossibile sostituire con sporte di stoffa riutilizzabili o almeno con sacchetti di carta facilmente riciclabili. Siamo tutti noi a dover cambiare abitudini prima di tutto altrimenti la plastica, sotto forma di rifiuti, non solo continuerà ad uccidere gli animali ma soffocherà tutto il Pianeta.

fonte: www.greenme.it