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La pagella della riparabilità, dalla Francia il contributo per ridurre i RAEE

A partire dall'1 gennaio entra in scena "l’indice de réparabilité": ad ogni nuovo prodotto elettrico ed elettronico sarà assegnato un punteggio su una scala da 0 a 10, e dovrà essere ben visibile al consumatore. Non tutti però sono favorevoli: l'associazione DigitalEurope ha inoltrato una nota alle istituzioni comunitarie











Il mondo come sempre si divide in due: c’è chi rabbrividisce al solo pensiero di avere tra le mani le istruzioni di un mobile IKEA, quei fogli inconfondibili in bianco e nero che sembrano sempre troppo pochi per spiegare come i circa 200 pezzi, delle più disparate forme e dimensioni, sparsi sul pavimento possano trasformarsi in un oggetto dalle sembianze note; e c’è chi già in tenera età smontava e rimontava qualsiasi cosa gli passasse tra le mani. C’è insomma chi non capisce cos’abbia da sorridere quell’omino stilizzato che si, forse vorrebbe accompagnare amichevolmente, passo passo, l’avvitamento di ogni bullone e l’incastro di ogni tavola, ma che spesso dopo pochi minuti genera profonda sfiducia nel successo dell’operazione fai-da-te; e chi invece si è entusiasmato leggendo il racconto che vi abbiamo fatto sul mondo dei riparatori, dei Repair Cafè e dei Restart Party, una comunità di consumatori, esperti e volontari che lottano per allungare la vita dei prodotti e organizzano delle vere e proprie feste dedicate alla riparazione. A questi riparatori incalliti, ma anche ai meno smattoni che sarebbero però felici di trovare sul mercato prodotti più longevi e di avere a disposizione uno strumento in più da utilizzare come guida nelle proprie scelte di consumo, viene in soccorso una idea tutta francese: quello dell’indice di riparabilità.

Liberté, Égalité…Réparabilité

Più che solo di una idea, si tratta di un vero e proprio provvedimento legislativo votato dal governo francese il 30 gennaio di quest’anno e che, sotto il cappello delle azioni mirate alla prevenzione e alla corretta gestione dei rifiuti, aggiunge un nuovo articolo alla legge nazionale sull’economia circolare. Quali gli effetti? Dal 1° gennaio 2021 entra in scena l’indice de réparabilité: a partire da questa data cioè i produttori, gli importatori, i distributori e qualunque altro soggetto, anche operante online, che immetta sul mercato francese un nuovo prodotto elettrico ed elettronico sarà obbligato a rendere noto gratuitamente se questo è riparabile, difficile da riparare o non riparabile.

Ad ogni prodotto sarà assegnato un punteggio su una scala da 0 (prodotto non riparabile) a 10 (prodotto riparabile) che attraverso un sistema di marcatura o etichettatura dovrà essere ben visibile al consumatore al momento dell’acquisto di una nuova apparecchiatura. Per comunicare la riparabilità dei prodotti con immediatezza ancora maggiore è previsto in aggiunta l’utilizzo di un codice di colori, dal rosso al verde scuro a seconda del punteggio ottenuto. L’attuazione del provvedimento sarà graduale però: i primi prodotti ad essere coinvolti nella fase di test iniziale saranno smartphone, computer portatili, televisori, lavatrici e tosaerba elettrici.

Questo indice sembra essere insomma un aiuto significativo per tutti quelli che si affidano ciecamente alle classifiche per le loro scelte quotidiane (quanti riporrebbero grandi aspettative in un film con un punteggio minore di 3 su MYmovies.it o in un ristorante con meno di 4 pallini su TripAdvisor?). Ma è anche, sicuramente, uno strumento che va incontro alle esigenze di chi preferisce riparare i propri dispositivi piuttosto che sostituirli: secondo i dati dell’Eurobarometro si tratta del 77% dei cittadini dell’Unione Europea; il 79% pensa invece che i produttori dovrebbero essere tenuti a semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione delle loro singole parti.

L’indice di riparabilità ambisce a fare anche questo: vuole essere cioè una misura che spinga, anche puntando su dinamiche di competitività, il mondo dell’industria a fare scelte più sostenibili a partire dalle fasi di eco-progettazione. Obiettivo finale: raggiungere entro 5 anni un tasso di riparazione del 60% per i prodotti elettrici ed elettronici presenti sul mercato francese, tasso che oggi è al 40% e il cui incremento è legato a sensibili benefici in termini di riduzione di uso delle risorse ed emissioni inquinanti.

I criteri (sono solo 5, niente paura)

I criteri che contribuiscono a definire il valore finale dell’indice sono 5, per ognuno dei quali sarà possibile acquisire da 0 a 20 punti (il punteggio finale andrà poi diviso per 10):

durata della disponibilità della documentazione tecnica e relativa ai consigli per l’uso e la manutenzione da rendere nota a produttori, riparatori e consumatori;

smontabilità dell’apparecchiatura: numero di passaggi di smontaggio necessari per avere accesso ai pezzi di ricambio, caratteristiche degli utensili da utilizzare e degli elementi di fissaggio tra i pezzi stessi;

tempi di disponibilità sul mercato dei pezzi di ricambio e loro tempi di consegna presso produttori, distributori di pezzi di ricambio, riparatori e consumatori;

rapporto tra il prezzo di vendita delle parti a opera del produttore o dell’importatore e il prezzo di vendita delle apparecchiature;

criteri specifici per ogni categoria di prodotto soggetto all’introduzione dell’indice di riparabilità.

Anche se quantitativamente lontani dagli altri ben più noti 21 criteri,quelli cioè relativi al Covid e che servono al governo per individuare zone gialle, arancioni e rosse, anche questi hanno iniziato a suscitare le prime polemiche. Ad esempio: come verrà effettuato il bilanciamento tra la necessità di avere a disposizione strumenti specifici per le operazioni di riparazione da effettuare su determinati prodotti e la facilità di smontaggio? Perché valorizzare anche la messa a disposizione delle parti di ricambio quando questo è già un requisito obbligatorio inserito nelle prescrizioni della normativa sull’ecodesign? C’è poi ancora il tema del rapporto tra prezzo delle parti di ricambio e quello della nuova apparecchiatura: quale prezzo viene considerato se la sostituzione di una parte di ricambio comporta la sostituzione di un componente più articolato, fatto di tanti pezzi tra loro inscindibili? Che peso ha il costo della manodopera su queste considerazioni? E in quale momento viene valuto questo rapporto, considerando quanto velocemente il costo di un elettrodomestico, come ad esempio quello di una lavatrice, diminuisca nel tempo.

Gli esperti di Right to Repair sono invece preoccupati sulla scelta di alcuni criteri specifici, per esempio quello relativo a smartphone e laptop, che prevede l’indicazione sulla natura del software utilizzato dal dispositivo, se questo ad esempio sia aggiornabile o meno, senza dare però maggiori rassicurazioni in tema di obsolescenza programmata.

A far discutere è anche il fatto che sia il produttore ad autodichiarare il valore finale dell’indice, che risulta essere poco verificabile e che poco dice al consumatore sulle performance del prodotto in merito al singolo criterio.

La versione finale del decreto francese deve essere ancora pubblicata, e una volta letta questa sarà possibile conoscere maggiori dettagli e avere indicazioni sui sottocriteri che verranno adottati.

Cosa ne pensa l’industria

La Francia vuole fare da volano alle scelte del Vecchio Continente e il suo approccio, nell’ambito della procedura di notifica, è passato al vaglio della Commissione Europea (siamo in attesa della pubblicazione dei risultati di questa revisione). Proprio durante il periodo di valutazione, è arrivata la fumata grigia di DigitalEurope, l’associazione che rappresenta l’industria della tecnologia digitale europea.

In una nota indirizzata alla Commissione, DigitalEurope da una parte si dice favorevole a condividere informazioni in maniera trasparente sulle credenziali di sostenibilità dei prodotti e servizi forniti dai suoi membri e a facilitare l’accesso alla riparazione da parte dei consumatori; dall’altra esprime non poche preoccupazioni relativamente alle tempistiche e alle modalità legate all’introduzione dell’indice di riparabilità in Francia.

I dubbi principali dell’associazione riguardano le fattibilità e l’efficacia dell’indice. Sotto la lente di ingrandimento la paura di una eccessiva frammentazione del mercato europeo, che, se non si adotta un approccio coordinato ed armonico, con il passare del tempo rischia di popolarsi di tanti indici e modalità di calcolo della riparabilità differenti. I produttori di smartphone e laptop si chiedono se non sia il caso di aspettare l’introduzione di un indice di riparabilità europeo, e quindi uguale per tutti. Con una prospettiva a più breve termine, DigitalEurope esprime perplessità anche su come i produttori possano adattarsi e familiarizzare entro fine anno con i nuovi requisiti. Questi sembrano piuttosto costituire una barriera significativa (sia a livello tecnico che burocratico) di ingresso al mercato francese. In ultimo, la nota lamenta il fatto che il disegno di legge francese non considera l’implementazione di una rete di riparatori autorizzati da parte dei produttori nei parametri di calcolo dell’indice. DigitalEurope richiede che il lavoro di questo tipo specifico di riparatori, diversi da quelli indipendenti, venga valorizzato in modo appropriato, perché portato avanti da esperti qualificati che operano in modo protetto e sicuro; oltre a fornire un servizio a chi suda freddo tenendo in mano un libretto di istruzioni e allo stesso tempo non vuole rinunciare ad allungare la vita al proprio elettrodomestico senza partecipare direttamente al successo dell’impresa.

Questo approccio sembra essere coerente con quanto indicato dalla direttiva sull’ecodesign (Direttiva 2009/125/CE): il principio della salvaguardia della sicurezza è quello che sottende la scelta di fare una distinzione tra quali sono le attività di riparazione che possono essere svolte in autonomia dai consumatori e quali sono invece le riparazioni che richiedono competenze particolari. Ad esempio, nel caso di una lavatrice, il regolamento specifica che le parti di ricambio che devono essere messe a disposizione anche degli utilizzatori finali sono maniglie, cerniere delle porte, vassoi, cesti e guarnizioni; mentre termostati, sensori di temperatura, schede a circuiti stampati e sorgenti luminose sono componenti che il produttore è obbligato a fornire solo a riparatori professionisti.

Il futuro degli elettrodomestici è già scritto

Sebbene l’indice di riparabilità sarà visibile in Francia tra poco meno di un mese e mezzo, le sanzioni rivolte a chi non si adeguerà ai nuovi requisiti saranno introdotte solo a partire dal 2022 (si prevedono multe di 15.000 euro a prodotto in caso di violazioni). E mentre l’industria europea frena, i francesi guardano ancora più avanti: per il 2024 annunciano l’adozione di un altro indice, quello della durabilità che darà indicazioni sull’affidabilità e sulla robustezza dei prodotti.

L’etichetta energetica, le certificazioni e i marchi ecologici a garanzia della sostenibilità dei prodotti, l’indice di riparabilità: la cassetta degli attrezzi dei consumatori si riempie di strumenti nuovi e che consentono di fare scelte consapevoli e sempre più informate.

Vale però la pena iniziare a valutare i costi associati a tutti questi nuovi oneri (sia tecnici che legislativi) a cui dovranno fare fronte i produttori, e monitorare che questi non ricadano proprio sui consumatori, con un aumento dei prezzi dei prodotti presenti sul mercato; e ai consumatori va dato il supporto adeguato per imparare a leggere, decodificare e capire l’importanza di tutte queste informazioni.

fonte: economiacircolare.com


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Milano, un successo il Festival di Giacimenti Urbani

Nei giorni scorsi spunti di riflessione, oggetti upcycling e tanti ecolaboratori per ripensare il nostro quotidiano





Abbiamo iniziato nel 2013 partecipando alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, da allora non abbiamo più smesso e siamo arrivati alla 6° edizione del Festival di Giacimenti Urbani . L’idea era quella di fare rete tra chi ha la lotta allo spreco nel proprio DNA, che fosse un cittadino, un artigiano, un’impresa, un’associazione o un libero cittadino.

E’ stato un crescendo e non ne abbiamo più potuto fare a meno perché tutto è collegato e il lavoro da fare è tantissimo.


IL FESTIVAL E I SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOAL DELL’ONU

Il problema della produzione di rifiuti si accompagna allo spreco di risorse, alla qualità dell’aria, ai consumi energetici e ai cambiamenti climatici per questo quest’anno abbiamo inserito le diverse azioni dell’evento in alcuni dei Sustainable Development Goal che Onu ha identificato nel 2015 quali obiettivi da raggiungere per salvare il Pianeta. Rientrava nel Goal 2 , il Contrasto alla fame, il tema chiave dell’inaugurazione ( 23 novembre h. 17.00 ), ovvero la Bancarella di Recup , progetto nato per iniziativa dell’associazione Recup, Giacimenti Urbani ed Ecodallecittà insieme ad Amsa-A2A, che prevede la di una vera e propria bancarella istituzionale dedicata al recupero del cibo ancora edibile in 10 mercati milanesi per poi redistribuirlo a chi ne ha bisogno.



Si inserivano nel Goal 10, Ridurre le disuguaglianze, le performance Sidebysidemesso in scena da Laboratorio del Silenzio e T12Lab, che attraverso degli oggetti di design upcycled e inclusivi coinvolgono persone abili e diversamente abili in un laboratorio interattivo e silenzioso.



Miravano al Goal 12 , Consumo e produzione responsabili, la petizione per il diritto alla riparabilità degli oggetti promossa dai Restarter Milanesi su Change.org e la mostra sull’Edilizia circolare, a cura dello Studio BonessaAssociati, che presenta una selezione di architetture di qualità realizzate con materiali di recupero. Non per caso, il mondo delle costruzioni produce all'incirca il 40% dei rifiuti generati nell'UE, il riuso è un’opportunità per ridurne l'impatto ambientale.



Rispondeva al Goal 13, Agire per il clima, l’incontro di sabato 24 novembre alle 17 con Stefano Caserini e Serena Giacomin di Italian Climate Network sulla COP24, la prossima Conferenza delle parti su Clima, che si terrà a Katowice e la presentazione di Raggio Verde, rassegna cinematografica ambientale, a cura di Francesco Cara di Climate Reality .







UN PERCORSO ESPERIENZIALE

Pesciolini-bijoux ricavati dalle pentole, lampade che nascono da componenti per le auto, schemi per il saluto al Sole dipinti a mano su carta di recupero, collari e guinzagli per cani ricavati dai teloni pubblicitari e ancora cosmesi fresca e naturale e piante d’inverno fuori dagli schemi: il Green Market, dove espongono associazioni, artigiani e imprese per conoscere e vedere prodotti e soluzioni rispettose dell’ambiente è un vero percorso esperenziale nella creatività al servizio dell’ambiente.



Per chi vuole mettersi alla prova laboratori c’era il laboratorio di ecoeditoria, riciclo del legno e di autoproduzione con materiali di riciclo e poi ancora, decorazioni natalizie con la carta di risulta, giocattoli in legno e detersivi fai da te a cura della sezione Make Something Week di Greenpeace, festival internazionale contro la cultura dell’usa&getta che si tiene dal 23 al 2 dicembre e nel quale Giacimenti Urbani ha deciso di inserirsi, in un gioco di insiemi che amplifica i progetti e le relazioni.





PREVENZIONE RIFIUTI, ROGHI E IMPEGNO DEI CITTADINI

Ci sono motivazioni forti che collegano il Festival di Giacimenti Urbani ai temi che sono alla ribalta della cronaca negli ultimi mesi. La serie incessante di roghi di rifiuti che si sono succeduti dall’estate ad oggi la dicono lunga sull’importanza di prevenire la produzione di rifiuti. Tenuto presente che dal 1° gennaio 2018 c’è il blocco cinese, ovvero la Cina non acquista quasi più materiali differenziati dagli altri Paesi e che secondo il Rapporto Rifiuti 2018 di Ispra – pubblicato nel febbraio2018 -, relativo al 2017 ogni italiano produce pro-capite 486 kg di rifiuti urbani – nel tempo siamo migliorati perché nel 2013 ne producevamo più di 500 kg – e che circa il 65% finisce ancora in discarica, il resto viene differenziato cosa può fare un cittadino per ridurne l’impatto? Primo può evitare di produrli. Secondo può provare a riparare. Tutto. Terzo può valutare l’opzione del riuso e pensare che quel che non serve più a lui può servire a qualcun altro. Quarto può dar libero sfogo alla propria creatività o valorizzare quella di qualcun valorizzando i prodotti che nascono da materiali da dismettere. Quinto può fare al meglio la raccolta differenziata e avviarli al riciclo corretto. Ecco in mezzo a tutto questo ci sono un sacco di esperienze interessanti da conoscere e da sperimentare per capire come declinare quanto detto.

fonte: www.lastampa.it

GIACIMENTI URBANI 2018 – IL FESTIVAL - dal 23 al 25 novembre in Cascina Cuccagna (Mi)

Il Festival di Giacimenti Urbani ( 6° edizione ) si tiene dal 23 al 25 novembre in Cascina Cuccagna nell’ambito dell’European Week for Waste Reduction, la più importante campagna europea in tema di riduzione degli sprechi ed economia circolare.


Propone un Green Market, Mostre, Incontri, laboratori interattivi, restart-party, safari tour.
Venerdì 23 novembre 2018
17.00 Inaugurazione del Festival, presentazione della petizione per il diritto alla Riparabilità con Savino Curci – Restarters Milano e lancio de “La bancarella di Recup” con Danilo Vismara – AMSA, Andrea Di Stefano – Cascina Cuccagna, Paolo Hutter – EcodalleCittà, Andrea Calori – EStà, Chiara Pirovano – Milano Food Policy.
Con Gloria Zavatta – Amat
Segue aperitivo con Il Cucinista e UnPostoaMilano

Sabato 24 novembre 2018
h. 10.00-18.00 Restart-party con PcOfficina
 h 10.00-18.00 Make Something Week Ecolaboratori creativi con GreenPeace

h 10.00-19.00 Laboratorio — Auto-produzione con materiali di riciclo con La Casa per la Pace di Milano

h 10.00-16.00 Restart Party con PC Officina e Restarter Milano
h. 16.00-17.00 Computer: un gioco da ragazze con Eva e Giulia


h 17.00 Incontro — Lotta contro il cambiamento climatico
  • Quali obiettivi per COP24, aspettando la 24° Conferenza delle Parti sul Clima (Katowice, 3/14 dicembre 2018) con Stefano Caserini e Serena Giacomin – Italian Climate Network
  • “Il Raggio Verde”, rassegna cinematografica dedicata al clima, con Francesco Cara – Climate Reality
  • Nessuno ferma le stelle – Ape Sans Frontieres con Pietro Porro

Domenica 25 novembre 2018

h 11.00-13.00 Incontro — Edilizia Circolare con Alessio Battistella ( Studio Arcò ), Andrea Bonessa (Studio Bonessa), Elisa Saturno ( SuperuseStudios ), Carlo Venegoni ( Cure ) e Gabriele Rabaiotti (Comune di Milano – Ass. Lavori pubblici e casa)
h 10.00-19.00 Laboratorio — Auto-produzione con materiali di riciclo con La Casa per la Pace di Milano h 10.00-18.00 Workshop — Riciclo e riuso del legno con BreadTree
h 15.00-16.30.00 Laboratorio— Eco Editoria con la Casa Editrice Libera e Senza Impegni.
Assembla, rilega e crea la copertina con materiale riciclato del tuo “Micromanuale di editoria creativa autoprodotta” info: fedzenoni@libero.it
fonte: https://www.giacimentiurbani.eu/events/giacimenti-urbani-2018-il-festival/

Non si butta nulla, tutto si ripara. Così i Restarter sbarcano in Italia

Riparare un elettrodomestico, o un qualsiasi oggetto elettronico, non è più un tabù. Ecco le comunità di “riparatori” che aiutano a farlo, per fermare sprechi e acquisti compulsivi. Tutto parte da Londra e da un italiano.




















Una delle leve dalle quali sono partito, ormai qualche anno fa, per scrivere il libro Non sprecare e poi per lanciare questo sito, è stata l’indignazione per quella risposta, così arrogante nel suo automatismo, che eravamo costretti a ingoiare ogni volta che avevamo la sciagurata idea di provare a riparare un qualsiasi oggetto elettrico o elettronico. La ricordate, no? È questa: «Invece di ripararlo, le conviene comprarlo nuovo…». Conviene? A chi? Mi chiedevo, confesso con una certa rabbia.




RIPARARE RIUSARE RICICLARE










Adesso, in pieno cambiamento degli stili di vita e di un’intera epoca, leggo spesso, e con grande soddisfazione, che le tre R (Riparare, Riusare, Riciclarestanno andando di gran moda, dimostrandosi, come abbiamo sempre scritto, il contrario dei verbi del pauperismo, ma semmai i paradigmi di una nuova e sana crescita economica, di nuovi posti di lavoro, di nuovo benessere.
Un esempio recente di questa inversione a 360 gradi, autentico cambiamento nella pelle e nei comportamenti di un popolo, è il boom, anche in Italia, del fenomeno dei Restarter, quelli che condividono, per dirla in lingua italiana, il nuovo inizio degli oggetti, in particolare elettrici ed elettronici, e non la loro fine nello spreco, tra i rifiuti, e nel girone infernale dell’inquinamento. Volontari, che combattono gli sprechi e gli acquisti compulsivi all’insegna di un motto molto essenziale: «Nulla si butta, tutto si aggiusta». O perlomeno ci si prova, grazie anche alle comunità su Facebook dei vari Restarter italiani in grado di offrire, sul web, aiuti, consigli, indicazioni e suggerimenti per riparare oggetto elettronico ed elettrico.

CHI SONO I RESTARTER

Così da un lato abbiamo un vero e proprio settore, quello delle riparazioni, che sta rinascendo dappertutto. Piccoli numeri, per carità, ma sommati diventano grandi. E dovremmo semmai moltiplicarli, anche con buone e semplici leggi fatte per incentivare le riparazioni, come in Svezia. La riscoperta delle riparazioni, della loro utilità e della loro efficacia, vede ormai in campo, dappertutto, una nuova generazione di giovani artigiani, molto talentuosi, che con pochi investimenti iniziali, possono creare una bella attività economica. Artigiani, ma anche start up molto innovative, al confine tra artigianato e innovazione, con centri di ricerca, come i Politecnici di Milano e di Torino, dove si studia e si impianta una vera industria ad alta tecnologia ispirata al verbo Riparare e, al conseguente, Non sprecare e Non buttare.

RESTART PARTY

Dall’altro versante crescono delle vere e proprie comunità, tra il volontariato e l’economia sociale, come appunto i Restarter, che utilizzano il web per condividere e diffondere le riparazioni. Anche attraverso eventi, cioè delle feste, come quelle dei mercati, durante le quali arrivano decine, centinaia di “riparatori”, sono pronti a realizzare, dal vivo, il nuovo inizio degli oggetti.

RESTART PROJECT

Restarter sono, e si vedono, in Lombardia, in Piemonte, in Veneto, in Toscana, in Valle d’Aosta, dove organizzano appuntamenti e incontri sul territorio, e si stanno sviluppando in tutte le regioni italiane. Sul modello di un format inglese di grande successo, intitolato Restart Project, inventato dall’italianissimo Ugo Vallauri. A conferma che anche sul versante della lotta agli sprechi, quando vogliamo, sappiamo essere i primi della classe.
fonte: www.nonsprecare.it

Eco dalle Città con Giacimenti Urbani e Recup vince il Bando Periferie 2017 del Comune di Milano















Individuiamo con la collaborazione di Sunia 50 caseggiati popolari in cui intervenire per verificare e promuovere la raccolta differenziata. Nei 50 caseggiati ( in media 10 per quartiere) prevediamo di intervenire tre volte in ciascun caseggiato nell’arco del progetto, ogni volta con almeno due collaboratori. Negli interventi sono previsti: colloqui e interviste con custodi e comitati inquilini, diffusione di materiale informativo Amsa, monitoraggio dei rifiuti e azioni pubbliche e simboliche di correzione, brevi animazioni nei cortili.

Nei mercati - via Esterle e Termopili attorno a via Padova e altri 4, da individuare uno per ogni zona – sul modello e con la collaborazione di Recup si raccoglieranno a fine mercato dagli ambulanti le loro eccedenze di cibo e redistribuiranno in loco in un banchetto, ogni settimana. A questa attività parteciperanno volontari africani richiedenti asilo. Si terranno attività informative coordinate con Amsa e si porterà a un caseggiato popolare di riferimento eventuali avanzi ancora edibili. 

Sono previsti momenti di presentazione dell’insieme del progetto, uno per zona, in coincidenza con un momento di condivisione e redistribuzione (es: materiale scolastico a settembre). Le altre attività a cui pensiamo, almeno una per zona nel periodo settembre dicembre sono da scegliere tra: incontri di formazione creativa con Amsa, azione di “pulizia differenziata” volontaria,  Restart-party ( incontri di riparazione oggetti), Magliando ( sferruzzare insieme lane di recupero). Questi eventi possono essere accorpati e per ogni attività si cerca di incoraggiare soggetti che la proseguano oltre dicembre.


fonte: www.ecodallecitta.it