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Economia circolare, da Scapigliato 4 milioni di euro per il via alla “Fabbrica dei materiali”

Giari: «Quattro anni fa abbiamo presentato un ambizioso progetto strategico che traghettasse Scapigliato da discarica a innovativo polo industriale, per garantire la trasformazione del rifiuto in risorsa. Oggi passiamo dalle parole ai fatti»











Con un investimento da quasi 4 milioni di euro inizia la messa a terra della “Fabbrica dei materiali” di Scapigliato, un tassello cardine del progetto avanzato dalla società – al 100% del Comune di Rosignano Marittimo – per rendere marginali i conferimenti di rifiuti in discarica favorendo il recupero di materia e di energia. Sarà la società Tonello energie (un player di riferimento nel settore ambientale, con sede nella provincia di Vicenza) ad occuparsi del completo revamping dell’impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb) già presente nel polo di Scapigliato, al cuore del primo lotto della “Fabbrica dei materiali”.

«Quattro anni fa abbiamo presentato un grande e ambizioso progetto strategico che traghettasse Scapigliato da discarica a moderno e innovativo polo industriale, per garantire la trasformazione del rifiuto in risorsa, creando sviluppo, occupazione e un forte alleggerimento dell’impatto ambientale. Oggi – commenta Alessandro Giari, presidente e ad di Scapigliato (nella foto durante la firma del contratto con Tonello energie, ndr) – passiamo dalle parole ai fatti. Questa è la prima colonna della Fabbrica del futuro, a cui seguiranno nei prossimi mesi ed anni opere ben più importanti».

La Fabbrica del futuro rappresenta il percorso di risalita della gerarchia Ue per la gestione dei rifiuti intrapreso da Scapigliato, approvato con Autorizzazione integrata ambientale da parte della Regione nel 2019: all’interno di questo percorso entro il 2030 termineranno i conferimenti nella discarica più grande della Toscana, per dare spazio a forme di recupero dei rifiuti.

È in questo contesto che il nuovo Tmb verrà realizzato con le migliori tecnologie disponibili (Bat), che miglioreranno notevolmente gli aspetti ambientali – con la lavorazione in totale aspirazione dell’aria si elimineranno le potenziali maleodoranze – mentre al contempo la potenziata capacità di separazione e selezione del rifiuto garantirà una più elevata capacità di avvio a riciclo. Con le soluzioni robotiche che saranno sviluppate in corso d’opera, il Tmb diviene di fatto il primo lotto della “Fabbrica dei materiali”.

Ad oggi il Tmb di Scapigliato gestisce circa 45mila ton/anno di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle nostre case, che qui vengono sottoposti a vagliatura meccanica per ottenere la separazione in sopravaglio (frazione secca) e sottovaglio (frazione organica). Grazie all’investimento stanziato per la Fabbrica del futuro il Tmb, una volta concluso il revamping, potrà trattare oltre 80mila ton/anno di rifiuti aumentando il rendimento di recupero dell’impianto – ovvero il rapporto tra la quantità complessiva di materiali selezionati avviati ad impianti di recupero e la quantità totale di rifiuti in ingresso – e anche l’efficienza con cui vengono selezionati meccanicamente i diversi materiali di cui sono composti gli scarti.

«Finalmente, dopo molte tribolazioni dovute alla situazione sanitaria che stiamo vivendo – sottolinea l’ing. Stefano Soncini, manager di esperienza internazionale nel settore delle costruzioni che per tre anni accompagnerà lo sviluppo degli investimenti di Scapigliato – siamo riusciti a dare avvio ad uno degli importanti progetti previsti nel programma di sviluppo della società che consentiranno di collocare il sito di Scapigliato fra i più moderni e tecnologicamente avanzati siti di trasformazione dei rifiuti a livello nazionale. Entro la prossima primavera confidiamo di dare inizio anche agli altri importanti progetti impiantistici e subito dopo daremo avvio agli interventi di natura paesaggistica finalizzati alla modellazione dell’area e alle piantumazioni, opere che costituiscono il naturale completamento di un grande progetto di trasformazione dell’intero sito di Scapigliato confermando che la società, oltre alla tecnologia, riserva grande attenzione alla sostenibilità ambientale e all’inserimento paesaggistico nel territorio».

fonte: www.greenreport.it


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Nasce la Carta per rilanciare il fotovoltaico italiano, benefici per 11mld

I grandi operatori solari stringono il patto per far crescere il parco fotovoltaico nel modo più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico




















Rilanciare il fotovoltaico italiano facendo attenzione all’ambiente, alla compatibilità sociale e all’impatto economico. Questo l’impegno assunto dai grandi operatori del solare, incontratisi ieri a Roma per discutere di scenari e strategie dedicate allo sviluppo del comparto. L’occasione è quella offerta dal convegno organizzato da Althesys presso l’auditorium del GSE. ANIE Rinnovabili, Elettricità Futura, Terna e i principali attori del fotovoltaico italiano hanno discusso di nuove e vecchie installazioni e del ruolo che settore dovrà svolgere in vista dei futuri obiettivi europei e di quelli della SEN 2030.
Dopo anni di crescita convulsa sotto la spinta del Conto Energia, gli impianti fv hanno tirato il freno in Italia. Il Belpaese rimane nella top five mondiale della capacità cumulata – quinto dopo Cina, USA, Giappone e Germania -, ma il parco solare nazionale inizia ha mostrare la sua età (le installazioni hanno una media di 8-10 anni) e sta perdendo producibilità. Nello specifico, il decadimento della produzione è stimabile nel 2,2 per cento annuo (dato del 2016), ben superiore a quello fisiologico previsto al momento dell’installazione.
Contestualmente la nuova Strategia Energetica nazionale chiede al comparto di triplicare la produzioneentro la fine del prossimo decennio. Senza interventi, tuttavia, le aggiunte di potenza annuali si limiterebbero a sostituire la capacità «persa», che al 2030 ammonterebbe a malapena a 5 GW.
Come fare, allora, per rilanciare il fotovoltaico nazionale cogliendo a pieno tutte le potenzialità esistenti? La ricetta è nota, ma da oggi ha una sua formula messa nera su bianco. Si tratta della “Carta del rilancio sostenibile del fotovoltaico”, strumento a metà tra una dichiarazione di intenti e un’alleanza con cui le maggiori aziende e associazioni del settore si impegnano a seguire determinati principi di sostenibilità per rinnovare e sviluppare gli impianti fv.
La Carta nasce dai risultati di un nuovo studio di Althesys. Il documento, realizzato in collaborazione con il Gestore dei Servizi energetici de Enel Foundation, analizza condizioni e strategie per rilanciare l’energia solare, vero e proprio “perno degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030”, come spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e coordinatore della ricerca.

Per raggiungere i target 2030 è necessario non solo sviluppare nuovi impianti, ma anche mantenere in efficienza il parco esistente tramite interventi di ammodernamento (repowering e revamping). Le misure dovrebbero riguardare soprattutto le centrali su scala utility che rappresentano lo 0,8 per cento degli impianti totali e 43,7 per cento della potenza installata in Italia. Lo studio calcola che dal revamping, interventi di ristrutturazione che non aumentano la potenza installata, si potrebbe recuperare fino a 4.000 MW; nel contempo, il repowering, ossia la sostituzione di vecchie macchine e componenti con elementi più recenti e con prestazioni energetiche superiori, può fornire fino a 1.550-1.700 MW aggiuntivi.
Prima di tutto ciò serve però un quadro regolatorio chiaro e stabile che dia certezze agli operatori, unitamente a una semplificazione dei processi autorizzativi per gli ampliamenti e un coordinamento per lo sviluppo della rete. Secondo il rapporto Althesys rilanciare il fotovoltaico italiano significherebbe ottenere 11 miliardi di euro in ricadute economiche, quasi 20.000 nuovi posti di lavoro e una riduzione delle emissioni di 12,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.

fonte: www.rinnovabili.it