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Dal 23 al 29 aprile, lungo un percorso di 416 km, l’eco-atleta Roberto Cavallo correrà per sensibilizzare contro l’abbandono dei rifiuti, monitorando la qualità dell’aria.

 









Dal 2015, Roberto Cavallo corre per sensibilizzare contro l’abbandono dei rifiuti con il progetto “Keep Clean and Run”. Dopo aver attraversato i luoghi teatro della Grande Guerra nella passata edizione, quest’anno si è deciso di mantenere il filone della “pace”, promuovendo questa missione lungo la linea gotica: da Montignoso fino a Rimini, percorrendo l’Appennino.

L’evento avrà luogo dal 23 al 29 aprile, diventando così anche un’occasione per ricordare il settantaseiesimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La conferenza stampa di presentazione, tenutasi il 13 aprile, ha svelato in anteprima le sette tappe di questa corsa per l’ambiente. Presenti l’Onorevole Ilaria Fontana, sottosegretaria al Ministero della Transizione Ecologica, e ovviamente il protagonista del KCR, Roberto Cavallo – con la moderazione di Silvano Gadin, giornalista di Eurosport.

Keep Clean and Run è una lotta attiva contro il degrado e l’abbandono dei piccoli rifiuti nell’ambiente, che dall’entroterra arrivano al mare ed entrano nella nostra catena alimentare. Ricordando le parole di Don Pino de Masi nel documentario “Immondezza”, secondo cui «un luogo pulito è in pace», Roberto Cavallo, il coach Roberto Menicucci e tutta la squadra andranno nei luoghi della Seconda guerra mondiale ad attuare azioni di pulizia. Da Montignoso in Toscana, attraverseranno Pescaglia, Pievepelago, Abetone Cutigliano, Alto Reno Terme, Marzabotto, Borgo San Lorenzo, Bagno di Romagna, per arrivare giovedì 29 aprile in Emilia-Romagna a Rimini.

Un percorso lungo 416 km, durante il quale verrà anche monitorata la qualità dell’aria grazie allo strumento Flow 2, sviluppato dall’azienda “Plume Labs”, partner tecnico del KCR. Un dispositivo di appena 70 grammi in grado di misurare ad elevata precisione temperatura, umidità relativa e livello di concentrazione delle particelle inquinanti PM1, PM2,5, PM10, NO2 e VOCs.

L’evento verrà diffuso sui canali social Instagram, Facebook e Twitter, con un ulteriore e importante contributo di Nicolò Balini. Fotografo e videomaker bergamasco, dal 2012 col suo canale “Human Safari” è diventato un punto di riferimento del settore travel di YouTube Italia. Il 27 aprile, durante la quinta tappa, passerà un’intera giornata al KCR per testimoniare questo viaggio lungo l’Appennino tosco-emiliano, raccontando sui suoi canali l’ambiente e l’importanza di combattere l’abbandono dei rifiuti.


Roberto Cavallo: «Abbiamo deciso di proseguire l’impegno dello scorso anno, ovvero correre abbinando il messaggio ecologico a quello della pace. Come ha detto Papa Francesco, dobbiamo pensare ad un’ecologia integrale, nella quale tutto è connesso e per questo serve anche un nuovo umanesimo. Raccogliere un rifiuto gettato a terra è un gesto rivoluzionario, perché ci obbliga a tenere la testa dalla parte giusta, a superare l’indifferenza e a fare i conti con la sospensione del giudizio. Raccogliere un rifiuto a terra significa salvare un altro essere vivente, significa creare le condizioni per un clima di pace: una nuova liberazione»

La Sottosegretaria al Ministero della Transizione Ecologica, Onorevole Ilaria Fontana, ha introdotto il tema nel corso della conferenza stampa del 13 aprile ricordando l’Accordo di Programma stipulato nel 2018 dal Ministero con AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale) per il coordinamento della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti e del Let’s Clean Up Europe. Una sincera e leale collaborazione tra il mondo associativo e le istituzioni per supportare queste iniziative di sensibilizzazione:

«Eventi come il Keep Clean and Run ci raccontano come il “fare” sia l’esempio migliore da dare alle nuove generazioni, sono esempi di cittadinanza attiva. Ogni anno, milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nelle nostre città, nei mari, nelle foreste e sulle spiagge: questa consapevolezza ci fa capire l’urgenza. L’unico modo per contrastare tale fenomeno è fare rete e in questo le istituzioni devono collaborare con i cittadini e farsi promotori delle iniziative che possono sensibilizzare il grande pubblico sul tema. L’ambiente in questo periodo storico è finalmente tornato al centro dell’agenda politica ma, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti, c’è ancora un gap culturale da colmare».

L’evento di presentazione si è concluso con la dichiarazione di Livio Stellati, Responsabile Territorial Relations Centro Nord UniCredit:

«UniCredit è orgogliosa di sostenere anche l’edizione 2021 di Keep Clean and Run: un’iniziativa che punta a rafforzare la consapevolezza e il senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere per la salvaguardia dei singoli territori e del Pianeta. Il nostro Gruppo condivide in pieno questo obiettivo e lo persegue impegnandosi per favorire i processi di cambiamento sociale e di transizione verde, integrando i fattori legati alla sostenibilità nei processi decisionali della Banca. Così operiamo nel rispetto dei nostri valori, diffondendoli e aumentandone l’impatto sulla comunità».

Roberto Cavallo ha potuto infine rispondere alle curiose domande su questo evento unico in Italia, riservando per il futuro sogni e prospettive per rendere il Keep Clean and Run un’iniziativa sempre più ampia e diffusa. L’auspicio è quello di uscire da questa pandemia e di correre sempre più lontano per ripulire il mondo e far fronte ad un problema che, come giustamente ricordato dall’Onorevole Fontana, è globale e come tale deve essere affrontato.

fonte: www.envi.info/



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Il Giro d’Italia evita l’emissione di quasi 200.000 kg di CO2

Con il progetto Ride Green e le scelte di sostenibilità operate da Rcs Sport, come l’energia rinnovabile e la scelta delle auto ibride, i partner hanno contribuito a ridurre significativamente le emissioni.










Da Palermo è scattata la corsa alla maglia rosa, ma la maglia green della sostenibilità il Giro d’Italia l’ha già vinta. Un dato su tutti: grazie a Ride Green, ai suoi partner, e a tutte le scelte di sostenibilità effettuate in questi anni da RCS Sport, con l’edizione 2020 il Giro ha evitato l’emissione di quasi 200mila chili di CO2. Un risultato possibile grazie ad una riduzione dei rifiuti e il loro avvio al riciclo, all’utilizzo di energie rinnovabili e ai motori ibridi per la carovana.

L’analisi si basa sulle ultime cinque edizioni del Giro, quelle in cui è stato realizzato anche il progetto di sostenibilità. Sono stati analizzati indicatori come la riduzione dei rifiuti, l’utilizzo di materiali riciclati e la raccolta differenziata grazie a Eurosintex e GreenTire, l’avvio al riciclo dei materiali separati grazie a Corepla e Ricrea, i trasporti ecologici con auto ibride, l’utilizzo di energia rinnovabile per l’alimentazione delle strutture.

In dettaglio, 1 chilogrammo di carta e cartone avviato a riciclo permette di evitare 1,31 kg di CO2 (dati Comieco), mentre 1 chilogrammo di plastica evita 1,5 kg di CO2 (secondo i dati diffusi da Plasticeurope); 1 chilo di vetro evita 1,1 kg di CO2, 1 kg di alluminio evita ben 6,3 kg di CO2 e 1 kg di acciaio ne evita 1,1 kg di secondo i dati del Politecnico di Milano. Questi dati, combinati con le quantità di materiali raccolti e avviati al riciclo durante le prime cinque edizioni di Ride Green, considerata la diminuzione complessiva dei rifiuti prodotti, l’utilizzo di contenitori Plastica Seconda Vita, solo nella gestione dei materiali ha fatto risparmiare poco meno di 200.000 chili di CO2 per edizione.

Se a questo dato si aggiunge la riduzione ottenuta grazie all’introduzione di 43 mezzi ibridi per la carovana con un ulteriore risparmio di quasi 6mila chili di CO2.

In pratica le emissioni assorbite annualmente da 10mila alberi!

“Anche quest’anno siamo fieri di prendere parte al progetto di RCS Sport e di Cooperativa Erica, che si pone l’obiettivo di raccogliere e differenziare tutti i rifiuti prodotti durante la nuova edizione della corsa rosa-dichiara Annalisa Lazzari, Amministratore Delegato di Eurosintex-. Per vincere questa sfida ambiziosa abbiamo donato oltre 1200 dei nostri contenitori in Plastica Seconda Vita a tutti i Comuni che faranno da tappa al Giro. I contenitori hanno il corpo nero e il coperchio colorato anche per aumentare la durata di vita, il minor consumo di risorse e ottimizzare il processo produttivo del prodotto proprio come chiede la nuova direttiva sull’economia circolare. Tra i pionieri dell’economia circolare già oltre venti anni fa, quando l’idea che i rifiuti potessero diventare una risorsa non era diffusa, Eurosintex è stata la prima azienda a produrre contenitori per la raccolta utilizzando materie plastiche riciclate e rigenerate, certificate oggi dal marchio Plastica Seconda Vita”.

“Greentire ha scelto di affiancare questo evento di portata internazionale per diffondere un messaggio di educazione ambientale sulle attività di raccolta e riciclo che riguardano gli pneumatici a fine vita. Ride Green non solo sensibilizza in merito alla raccolta differenziata, ma anche sull’abbandono dei rifiuti, tra cui purtroppo le gomme delle auto-sottolinea Roberto Bianco, Presidente Greentire-. É un vero spreco perché gli pneumatici a fine vita hanno numerose possibilità per ritornare utili sotto forma di granulato di gomma, e il lavoro di Greentire garantisce la loro seconda vita. Abbiamo scelto il binomio ambiente-sport per condividere con il grande pubblico del Giro d’Italia, tra appassionati e addetti ai lavori, qualità come il lavoro di squadra, la solidarietà, il valore delle cose in comune. Conosciamo bene la forza di volontà generata dallo stesso obiettivo e noi, insieme a Ride Green, speriamo di portare in ogni tappa quello della tutela dell’ambiente”.

“Anche quest’anno Corepla conferma la sua partecipazione a Ride Green, e raddoppia il suo impegno supportando il progetto BiciScuola per trasmettere agli adulti di domani una cultura fondata sui valori della tutela dell’ambiente e del corretto riciclo delle risorse– afferma il Presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo– Crediamo nella sostenibilità di questo grande evento a cui offriamo il nostro impegno concreto per avviare a riciclo bottiglie, stoviglie e altri imballaggi in plastica che verranno raccolti nelle 21 tappe di questa edizione. Gli imballaggi in plastica sono fondamentali nella nostra vita quotidiana e ci accompagnano spesso nelle attività che svolgiamo fuori casa e noi di Corepla siamo impegnati nella ricerca continua di soluzioni per renderli sempre più sostenibili e riciclabili. Quest’anno il Giro d’Italia ha raggiunto un altro importante traguardo: la maglia rosa realizzata per la prima volta in PET riciclato, a sottolineare che i rifiuti in plastica, se ben gestiti, si trasformano in nuovi oggetti belli e utili”.

“L’acciaio è un metallo che si ricicla al 100% e all’infinito –spiega Roccandrea Iascone, responsabile comunicazione di RICREA-, e grazie alla raccolta differenziata può tornare a nuova vita sotto forma di nuovi prodotti: in tema di ciclismo ad esempio con il riciclo di scatolette e barattoli si può realizzare il telaio in acciaio di una bicicletta, con quello di fusti e bombolette una rastrelliera, con il riciclo di tappi corona una chiave inglese. Gli imballaggi in acciaio che da rifiuto diventano nuove risorse rappresentano un esempio concreto di economia circolare, e siamo felici di sostenere il progetto “Bici Scuola” per raccontarlo alle nuove generazioni”.

fonte: www.envi.info


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Ue: la Commissione ambiente boccia inceneritori e TMB

La commissione ha proposto di indirizzare i finanziamenti dell'Unione verso prevenzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti escludendo al contempo i finanziamenti per gli impianti di trattamento dei rifiuti residui come gli inceneritori e i TMB dal Fondo di Coesione


















I membri della commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo hanno votato nella giornata del 25 ottobre una proposta della Commissione sul Fondo di coesione dopo il 2020. Il parere riconosce la transizione verso un'economia circolare come un obiettivo importante alla quale il Fondo di coesione dovrebbe servire.
In questa materia, la commissione Envi ha proposto di indirizzare i finanziamenti dell'Unione verso scelte di gerarchia dei rifiuti più elevate: prevenzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti. Così da aiutare gli Stati membri a progredire verso un'economia circolare, escludendo al contempo i finanziamenti per gli impianti di trattamento dei rifiuti residui come gli inceneritori e i TMB (trattamento biologico meccanico).
Secondo la Zero Waste Europe Perspective, l'opinione del comitato Envi riconosce l'importanza di allontanarsi dal supportare principalmente operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti all’interno degli Stati membri, concentrandosi su opzioni che riguardano la gerarchia con la quale vengono gestiti i rifiuti puntando sulla prevenzione, riutilizzo e riciclaggio.
Un aspetto particolarmente rilevante per i paesi dell'Europa centrale e orientale che hanno investito oltre il 50% dei fondi di coesione nel trattamento dei rifiuti residui (inceneritori e TMB), trascurando investimenti nello sviluppo di processi per la raccolta differenziata e il riciclo, esponendosi al rischio di non raggiungere gli obiettivi della direttiva quadro sui rifiuti per il 2020.
Janek Vahk (Development and Policy Coordinator di Zero Waste Europe), ha dichiarato: "Aumentare la capacità di trattamento dei rifiuti residui rischia di indebolire gli obiettivi attuali e quelli al 2035, come i più altri standard di raccolta differenziata e riciclo."
Per Zero Waste Europe, la commissione ENVI ha chiaramente reagito alla relazione della Commissione sull'attuazione delle direttive sui rifiuti, rilevando che metà dei paesi dell'UE rischiano di non rispettare i propri obblighi in materia di rifiuti per il 2020. Appoggiando di fatto la raccomandazione della Commissione a fare un uso più efficace dei fondi UE garantendo che il cofinanziamento supporti lo sviluppo delle infrastrutture di gestione dei rifiuti, incoraggiando la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo e il rendimento del riciclo, piuttosto che investire nel trattamento dei rifiuti residui, aiutando così gli Stati membri per rispettare i loro obblighi sui rifiuti del 2020 e del 2035.
Zero Waste Europe si congratula con la commissione ENVI e la squadra di relatori e invita il Comitato europeo delle Regioni a sostenere la decisione della commissione di escludere il supporto per a inceneritori e TMB nel voto della commissione del prossimo 21 novembre.
fonte: www.ecodellacitta.it

#Serr2018 - “Rifiuti pericolosi”


Si terrà dal 17 al 25 novembre 2018 la decima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), che quest’anno avrà come tema centrale “I rifiuti pericolosi”. Lo annuncia il Comitato promotore nazionale della SERR, composto da CNI Unesco, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Utilitalia, Anci, Città Metropolitana di Torino, Città Metropolitana di Roma Capitale, Legambiente e AICA, con
E.R.I.C.A. Soc. Coop. ed Eco dalle Città in qualità di partner tecnici. Inoltre da questa edizione si aggiunge al Comitato un nuovo membro: la Regione Sicilia.

Il tema prescelto per quest’anno sarà “Prevenire e gestire i rifiuti pericolosi”. Per “Rifiuto pericoloso” si intende un rifiuto che al suo interno contiene proprietà dannose per l’ambiente, come parti esplosive, infiammabili o tossiche. Tali sostanze si possono trovare (in piccole o grandi quantità) in molti prodotti  come cosmetici, batterie, vernici, pesticidi, lampadine e RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Questi rifiuti rappresentano più di altri un rischio per l’ambiente e la salute umana. Per questo  diventa importantissimo eliminare o quantomeno ridurre più possibile la quantità di sostanze pericolose presenti nei prodotti, sia quelli utilizzati dall’industria nei propri processi, sia quelli con cui entriamo in contatto come consumatori.
Secondo i dati della EEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) ciascuno cittadino europeo genera 200 kg di rifiuti pericolosi all’anno: parliamo di 100 milioni di tonnellate, e un quinto di questi sono prodotti in casa.
fonte: http://www.envi.info

Il parlamento UE chiede la messa al bando delle microplastiche

“Trasformare le lande desolate della plastica in miniere d’oro”. I deputati dell’ENVI votano la propria posizione sulla strategia europea per la plastica






Migliorare la qualità della plastica riciclata, incentivare la raccolta dei rifiuti marini, armonizzare le norme sui polimeri bio e mettere al bando le microplastiche. Questo quanto chiedono oggi gli eurodeputati della Commissione Ambiente (ENVI). I parlamentari hanno approvato ieri la proposta di risoluzione del collega Mark Demesmaeker (ECR, BE) sulla Strategy for plastics in a circular economy, adotta dall’esecutivo il 16 gennaio 2018. “La plastica è un materiale importante e prezioso, che ricopre un ruolo utile nella società e nell’economia”, si legge nella proposta. “Tuttavia, il modo in cui oggi si produce e si utilizza la plastica è insostenibile e finanziariamente impraticabile”.
Ecco perché i deputati sono d’accordo nel chiedere alcune azioni che coinvolgano tutti i settori e non solo quello del packaging, oggi il più bersagliato dalle contromisure. “La strategia per la plastica dovrebbe guardare oltre i materiali da imballaggio sostenibili e fungere da leva per stimolare nuovi modelli aziendali e di consumo intelligenti e circolari che riguardino l’intera catena del valore”.

Uno degli elementi essenziali per ottenere ciò consisterebbe nella creazione di un mercato interno per le materie prime seconde, basato su standard di qualità e sicurezza condivisi e che tengano conto dei diversi gradi di riciclaggio compatibili con i differenti usi. Le nazioni dovrebbero inoltre considerare la possibilità di ridurre l’IVA sui prodotti contenenti materiali riciclati. Strasburgo sottolinea che esistono diversi modi per raggiungere tassi elevati di raccolta differenziata e riciclaggio, tra cui scegliere come ad esempio un sistema di responsabilità estesa del produttore, meccanismi di deposito-rimborso e una maggiore sensibilizzazione del pubblico.

Gli europarlamentari chiedono anche la messa al bando, entro il 2020, di due prodotti polimerici: la plastica oxo-degradabile “che non si biodegrada in modo sicuro e non offre pertanto un vantaggio ambientale comprovato” e le microplastiche impiegate nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia. Un tema su cui, va detto l’Italia ha fatto scuola, al pari di quanto già successo in passato con gli shopping della spesa. Il Bel paese è stato infatti il primo ad approvare una legge contro le microplastiche.
“Dobbiamo sfruttare questo slancio per investire e innovare – si legge nel testo di Demesmaeker – Se riusciremo a sviluppare un approccio globale che comprenda l’intera catena dal valore attraverso modelli aziendali e di consumo circolari, saremo in grado di creare una situazione vantaggiosa per tutti i portatori di interesse coinvolti. Possiamo trasformare le lande desolate della plastica in miniere d’oro”.

fonte: www.rinnovabili.it

Il 1 settembre si aprono le iscrizioni alla SERR 2018

Siete pronti per una nuova edizione, la decima, della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR)Tra pochi giorni, precisamente il 1 settembre, si apriranno le iscrizioni: ci sarà tempo fino al 31 ottobre per registrare la propria azione che si svolgerà poi dal 17 al 25 novembre 2018. Il tema centrale di quest’anno è rappresentato dai rifiuti pericolosi, ovvero quei rifiuti che se smaltiti in modo non corretto possono diventare dannosi per la salute degli esseri viventi e per l’ambiente.































Quali sono i rifiuti pericolosi?

rifiuti pericolosi contengono sostanze inquinanti. In passato erano chiamati rifiuti tossici nocivi, per la loro caratteristica di essere velenosi sia per gli esseri viventi, sia per l’ecosistema naturale.
Prendiamo in prestito l’elenco fornitoci dal sito www.menorifiuti.org (il sito ufficiale della SERR): i rifiuti classificati come pericolosi, secondo quanto si legge sul testo del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, parte IV, allegato D, sono:
–     scarti della raffinazione del petrolio
–     scarti dei processi chimici industriali
–     scarti dell’industria metallurgica
–     scarti che provengono da apparecchiature elettriche ed elettroniche
–     solventi
–     oli esausti
–     batterie e accumulatori
–     rifiuti degli impianti di trattamento delle acque reflue
–     rifiuti dell’industria fotografica (soluzioni di sviluppo e
attivanti a base di acqua o di solventi; soluzioni fissative e di
sbianca-fissaggio, ecc.)
–     rifiuti delle attività medica e veterinaria
–     rifiuti della produzione conciaria e tessile
–     rifiuti dell’industria cosmetica (detergenti, trucchi)
–     pitture e vernici di scarto; scarti di inchiostro
–     rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose
–     esplosivi di scarto (munizioni, fuochi d’artificio)

Smaltimento dei rifiuti pericolosi

Come spiegato su menorifiuti, la normativa sui rifiuti pericolosi in Italia è molto complessa: in generale le tipologie di rifiuti indicate non possono essere smaltite nelle comuni discariche, ma devono essere gestite in modo separato tramite operatori autorizzati, come società di trasporto o di smaltimento.
Per informazioni specifiche ogni ente locale può avere il suo regolamento: per questo fate una ricerca online sui siti web dei Comuni, delle Regioni e delle aziende deputate alla raccolta che possono indicarcìvi a chi rivolgersi o quale struttura contattare nel caso di smaltimento di rifiuti pericolosi. Per alcune categoria di prodotti (es. i rifiuti elettrocini, RAEE) valgono regole più generali (es. nel caso dei RAEE c’è la possibilità di consegnare il rifiuto a un negozio di prodotti elettronici senza obbligo d’acquisto di un prodotto nuovo)
Seguite il sito menorifuti dove verrà approfondita questa particolare tipologia di rifiuti con preziosi consigli e suggerimenti (es. l’olio esausto) nella speranza che possiate partecipare con una vostra azione alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2018.
fonte: www.envi.info

It’s time to detox! Dal 17 al 25 novembre la decima edizione della SERR

























Si terrà dal 17 al 25 novembre 2018 la decima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), che quest’anno avrà come tema centrale “I rifiuti pericolosi”. Lo annuncia il Comitato promotore nazionale della SERR, composto da CNI Unesco, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Utilitalia, Anci, Città Metropolitana di Torino, Città Metropolitana di Roma Capitale, Legambiente e AICA, con E.R.I.C.A. Soc. Coop. ed Eco dalle Città in qualità di partner tecnici. Inoltre da questa edizione si aggiunge al Comitato un nuovo membro: la Regione Sicilia.

Sarà possibile iscriversi alla SERR 2018 da sabato 1 settembre a mercoledì 31 ottobre collegandosi al sito www.ewwr.eu e registrando la propria azione. Per maggiori informazioni sulle modalità d’iscrizione verrà anche attivata una pagina dedicata sul sito www.envi.info.

Il tema prescelto per quest’anno sarà “Prevenire e gestire i rifiuti pericolosi”. Per “Rifiuto pericoloso” si intende un rifiuto che al suo interno contiene proprietà dannose per l’ambiente, come parti esplosive, infiammabili o tossiche. Tali sostanze si possono trovare (in piccole o grandi quantità ) in molti prodotti come cosmetici, batterie, vernici, pesticidi, lampadine e RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Questi rifiuti rappresentano più di altri un rischio per l’ambiente e la salute umana. Per questo diventa importantissimo eliminare o quantomeno ridurre più possibile la quantità di sostanze pericolose presenti nei prodotti, sia quelli utilizzati dall’industria nei propri processi, sia quelli con cui entriamo in contatto come consumatori.



Secondo i dati della EEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) ciascuno cittadino europeo genera 200 kg di rifiuti pericolosi all’anno: parliamo di 100 milioni di tonnellate, e un quinto di questi sono prodotti in casa.

Maggiori informazioni su com’è strutturata la SERR e sulle modalità d’adesione saranno fornite sulla pagina Facebook ufficiale dedicata all’evento o scrivendo a serr@envi.info, insieme ad esempi pratici di possibili azioni da implementare. Gli hashtag creati per la campagna sono #EWWR18 #SERR18 e #TimeToDetox

La “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” è nata all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’obiettivo primario di sensibilizzare le istituzioni, gli stakeholder e i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti delineate dall’Unione Europea e che gli Stati membri sono chiamati ad attuare.



Il crescente successo dell’iniziativa, riconosciuta a livello istituzionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha portato l’Italia nel 2017 a registrare 4.422 azioni, riconfermandosi così tra le nazioni top in Europa.

Anche per il 2018 l’obiettivo sarà coinvolgere il più possibile Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole, Università, imprese, Associazioni di categoria e singoli cittadini a proporre azioni volte a prevenire, ridurre o riciclare correttamente i rifiuti a livello nazionale e locale.

Ulteriori dettagli sulle precedenti edizioni sono disponibili sul sito internet ufficiale italiano www.menorifiuti.org.

fonte: http://www.envi.info

Let's Clean Up Europe 2018!









Caro organizzatore,

ti scriviamo per ringraziarti, ancora una volta, per aver partecipato alle precedenti edizioni della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti e/o di Let’s Clean Up Europe e per segnalarti che le iscrizioni per l’edizione 2018 di Let’s Clean Up Europe sono aperte e chiuderanno tra un mese esatto! Registra e realizza anche tu la tua azione di pulizia straordinaria del territorio!

Le caratteristiche dell’edizione 2018 in breve:

  • LCUE si è vestita da “pulizia di primavera”! Le azioni si possono infatti realizzare dal 1 Marzo fino al 30 Giugno  2018
  • Naturalmente, il momento centrale di LCUE rimane intorno al giorno dell’Europa (9 Maggio), per cui sarebbe preferibile (ma non obbligatorio) realizzare azioni di pulizia fra l’11 e 13 Maggio
  • Possibilità di registrarsi fino al 4 Maggio

Cosa occorre fare per partecipare?
·         Identifica un luogo da pulire
·         Coinvolgi i tuoi contatti (colleghi, amici, parenti… a seconda di chi vuoi coinvolgere nell’azione di pulizia)
·         Promuovi la tua azione di clean-up tramite social media (su Facebook, puoi postare le immagini dell’azione di pulizia taggando @LCUEofficial e ti rilanceremo! Su Twitter @LetsCleanUpEU)
Per una guida dettagliata su come organizzare un’azione di pulizia ti invitiamo a leggere il documento scaricabile da questo link: http://www.envi.info/wp-content/uploads/2018/01/Metodologia-Azione-clean-up.pdf

Maggiori informazioni disponibili su: http://www.envi.info/lcue-2018/  e su http://letscleanupeurope.eu/
Hai delle domande? Scrivici a serr@envi.info

GRAZIE in anticipo per la tua partecipazione anche quest’anno!

Francesca Davoli
Via Santa Margherita n. 26 - 12051 Alba (CN) - Italia
Telefono: 0173/33777 – Fax 0173/364898



Un concorso sulle Storie di Economia Circolare














Il Concorso Storie di Economia Circolare è rivolto a chiunque voglia mettersi in gioco per raccontare attraverso video, fotografia, audio e scritti una piccola grande storia di cambiamento nel mondo dell’economia del nostro Paese.
Una votazione online e successivamente una Giuria Tecnica di Qualità decreteranno per ciascuna categoria in concorso le opere vincitrici, che sappiano raccontare con linguaggi innovativi le esperienze di economia circolare operanti sul territorio italiano.
I vincitori riceveranno un premio in denaro e supporto per la promozione dei lavori selezionati su media di rilevanza nazionale.
Il concorso è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti. L’iscrizione è gratuita e la scadenza per l’invio dei materiali è il 31 maggio 2018.
INFOLINE 
06.96030260
Lunedì – Venerdì
h. 10.00 – 17.00
fonte: http://www.envi.info