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Il Giro d’Italia evita l’emissione di quasi 200.000 kg di CO2

Con il progetto Ride Green e le scelte di sostenibilità operate da Rcs Sport, come l’energia rinnovabile e la scelta delle auto ibride, i partner hanno contribuito a ridurre significativamente le emissioni.










Da Palermo è scattata la corsa alla maglia rosa, ma la maglia green della sostenibilità il Giro d’Italia l’ha già vinta. Un dato su tutti: grazie a Ride Green, ai suoi partner, e a tutte le scelte di sostenibilità effettuate in questi anni da RCS Sport, con l’edizione 2020 il Giro ha evitato l’emissione di quasi 200mila chili di CO2. Un risultato possibile grazie ad una riduzione dei rifiuti e il loro avvio al riciclo, all’utilizzo di energie rinnovabili e ai motori ibridi per la carovana.

L’analisi si basa sulle ultime cinque edizioni del Giro, quelle in cui è stato realizzato anche il progetto di sostenibilità. Sono stati analizzati indicatori come la riduzione dei rifiuti, l’utilizzo di materiali riciclati e la raccolta differenziata grazie a Eurosintex e GreenTire, l’avvio al riciclo dei materiali separati grazie a Corepla e Ricrea, i trasporti ecologici con auto ibride, l’utilizzo di energia rinnovabile per l’alimentazione delle strutture.

In dettaglio, 1 chilogrammo di carta e cartone avviato a riciclo permette di evitare 1,31 kg di CO2 (dati Comieco), mentre 1 chilogrammo di plastica evita 1,5 kg di CO2 (secondo i dati diffusi da Plasticeurope); 1 chilo di vetro evita 1,1 kg di CO2, 1 kg di alluminio evita ben 6,3 kg di CO2 e 1 kg di acciaio ne evita 1,1 kg di secondo i dati del Politecnico di Milano. Questi dati, combinati con le quantità di materiali raccolti e avviati al riciclo durante le prime cinque edizioni di Ride Green, considerata la diminuzione complessiva dei rifiuti prodotti, l’utilizzo di contenitori Plastica Seconda Vita, solo nella gestione dei materiali ha fatto risparmiare poco meno di 200.000 chili di CO2 per edizione.

Se a questo dato si aggiunge la riduzione ottenuta grazie all’introduzione di 43 mezzi ibridi per la carovana con un ulteriore risparmio di quasi 6mila chili di CO2.

In pratica le emissioni assorbite annualmente da 10mila alberi!

“Anche quest’anno siamo fieri di prendere parte al progetto di RCS Sport e di Cooperativa Erica, che si pone l’obiettivo di raccogliere e differenziare tutti i rifiuti prodotti durante la nuova edizione della corsa rosa-dichiara Annalisa Lazzari, Amministratore Delegato di Eurosintex-. Per vincere questa sfida ambiziosa abbiamo donato oltre 1200 dei nostri contenitori in Plastica Seconda Vita a tutti i Comuni che faranno da tappa al Giro. I contenitori hanno il corpo nero e il coperchio colorato anche per aumentare la durata di vita, il minor consumo di risorse e ottimizzare il processo produttivo del prodotto proprio come chiede la nuova direttiva sull’economia circolare. Tra i pionieri dell’economia circolare già oltre venti anni fa, quando l’idea che i rifiuti potessero diventare una risorsa non era diffusa, Eurosintex è stata la prima azienda a produrre contenitori per la raccolta utilizzando materie plastiche riciclate e rigenerate, certificate oggi dal marchio Plastica Seconda Vita”.

“Greentire ha scelto di affiancare questo evento di portata internazionale per diffondere un messaggio di educazione ambientale sulle attività di raccolta e riciclo che riguardano gli pneumatici a fine vita. Ride Green non solo sensibilizza in merito alla raccolta differenziata, ma anche sull’abbandono dei rifiuti, tra cui purtroppo le gomme delle auto-sottolinea Roberto Bianco, Presidente Greentire-. É un vero spreco perché gli pneumatici a fine vita hanno numerose possibilità per ritornare utili sotto forma di granulato di gomma, e il lavoro di Greentire garantisce la loro seconda vita. Abbiamo scelto il binomio ambiente-sport per condividere con il grande pubblico del Giro d’Italia, tra appassionati e addetti ai lavori, qualità come il lavoro di squadra, la solidarietà, il valore delle cose in comune. Conosciamo bene la forza di volontà generata dallo stesso obiettivo e noi, insieme a Ride Green, speriamo di portare in ogni tappa quello della tutela dell’ambiente”.

“Anche quest’anno Corepla conferma la sua partecipazione a Ride Green, e raddoppia il suo impegno supportando il progetto BiciScuola per trasmettere agli adulti di domani una cultura fondata sui valori della tutela dell’ambiente e del corretto riciclo delle risorse– afferma il Presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo– Crediamo nella sostenibilità di questo grande evento a cui offriamo il nostro impegno concreto per avviare a riciclo bottiglie, stoviglie e altri imballaggi in plastica che verranno raccolti nelle 21 tappe di questa edizione. Gli imballaggi in plastica sono fondamentali nella nostra vita quotidiana e ci accompagnano spesso nelle attività che svolgiamo fuori casa e noi di Corepla siamo impegnati nella ricerca continua di soluzioni per renderli sempre più sostenibili e riciclabili. Quest’anno il Giro d’Italia ha raggiunto un altro importante traguardo: la maglia rosa realizzata per la prima volta in PET riciclato, a sottolineare che i rifiuti in plastica, se ben gestiti, si trasformano in nuovi oggetti belli e utili”.

“L’acciaio è un metallo che si ricicla al 100% e all’infinito –spiega Roccandrea Iascone, responsabile comunicazione di RICREA-, e grazie alla raccolta differenziata può tornare a nuova vita sotto forma di nuovi prodotti: in tema di ciclismo ad esempio con il riciclo di scatolette e barattoli si può realizzare il telaio in acciaio di una bicicletta, con quello di fusti e bombolette una rastrelliera, con il riciclo di tappi corona una chiave inglese. Gli imballaggi in acciaio che da rifiuto diventano nuove risorse rappresentano un esempio concreto di economia circolare, e siamo felici di sostenere il progetto “Bici Scuola” per raccontarlo alle nuove generazioni”.

fonte: www.envi.info


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Torna Circonomìa dal 17 al 19 settembre ad Alba e Novello (CN)




Mettere scena l’incontro tra buona economia e ambiente sano, creando un luogo di confronto privilegiato tra cittadini, imprese, amministrazioni pubbliche. Questo l’obiettivo di Circonomìa (https://circonomia.it/), il festival dell’economia circolare e dell’energia dei territori promosso da Gmi (Greening Marketing Italia), Cooperativa Erica e Aica (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale). L’evento torna per la sua edizione 2020, in una veste speciale che fonde live e streaming digitale e con un programma ancora più ricco rispetto gli scorsi anni. L’appuntamento è per il 17 settembre ad ad Alba (CN), dove la kermesse prenderà il via animando una serie di dibattiti e tavole rotonde con oltre 100 personaggi, in attesa del gran finale a Novello (CN), in piazza Vittorio Emanuele, sabato 19 settembre.

Gli eventi in programma, aperti ad un massimo di 50 persone. Il tema centrale? Ovviamente l’economia circolare, intesa come un sistema produttivo di beni e servizi che reintegri negli ecosistemi o rivalorizzi economicamente i materiali che nell’economia “lineare” sono destinati a divenire rifiuti.

I numerosi eventi che compongono il Festival non si rivolgono tuttavia solo a un pubblico di addetti ai lavori, ma a tutti i cittadini consapevoli che la che la green e circular economy sia la via maestra da seguire. Nella dimensione circolare economia e ambiente non sono più termini tra loro incompatibili e nemmeno interessi da comporre sulla base di reciproche rinunce. Sono piuttosto, o meglio possono diventare, due declinazioni complementari di una più larga e per l’appunto “circolare” nozione di benessere.
Ecco gli appuntamenti e i protagonisti principali degli eventi live di Circonomia 2020

Giovedì 17 settembre alle 9,15 si terrà il corso dedicato ai giornalisti sull’economia circolare, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. A fare i saluti ci saranno il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il Presidente di Banca d’Alba, Tino Cornaglia. A seguire Giuliana Cirio, Direttore di Confindustria Cuneo, presenterà uno studio sugli scenari di economia circolare in Provincia di Cuneo, e Duccio Bianchi un dossier sull’economia circolare nel nord ovest. Dopo l’intervento di Mattia Pellegrini, ci saranno due tavole rotonde con protagoniste alcune realtà industriali italiane e un confronto tra l’ex Ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, e gli Assessori all’Ambiente di Piemonte e Lombardia, Matteo Marnati e Raffaele Cattaneo, la vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein e il Presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci.

Roberto Morabito di Enea invece introdurrà i laboratori di formazione della sessione pomeridiana, dedicati a gestione dell’acqua; risparmio energetico e fonti rinnovabili; materie prime, riciclo e sottoprodotti; riduzione delle emissioni. La sessione mattutina sarà moderata da Giuseppe Bottero, quella pomeridiana da Roberto Fiori, entrambi giornalisti de La Stampa.

Venerdì 18 settembre alle 10,30 si terrà il dibattito “La circolarità è il futuro?”, al quale prenderanno parte Leonardo Becchetti dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Roberto Morabito di Enea, Lucia Leonessi di Confindustria Cisambente, Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente e Francesco Farinetti di GreenPea, oltre a due ospiti internazionali come Christophe Debien, dell’European Organization for Climate and Circular Economy, e Francoise Bonnet, Direttore di Acr+. A dialogare con loro i ragazzi del Fridays For Future di Alba e Bra. Modererà l’evento la giornalista de La Stampa Cristina Borgogno.

Sempre venerdì 18 settembre alle 18 si terrà il dibattito “L’ecologia delle Parole”, con la partecipazione del filosofo Vito Mancuso, della virologa Ilaria Capua e dell’imprenditore Tino Cornaglia. Modererà l’incontro Roberto Della Seta di GMI.

Sabato 19 settembre alle 10 si svolgerà il convegno “Il Pack del futuro”. Dopo gli speech introduttivi di Maria Napoli, docente dell’Università del Piemonte Orientale, e Stefania Bongiovanni di Ego NewCom, si terrà un primo dibattito per approfondire il punto di vista di industria, retail e consumatori, a cui prenderà parte, tra gli altri, l’avvocato di Confconsumatori, Grazia Ferdenzi. Una seconda tavola rotonda metterà di fronte alcune realtà industriali attive nell’economia circolare come Comieco, Ricrea, Novamont, ReLife, CIER e Dentis Recycling Italy. A moderare la mattinata sarà Fiilippo Femia de La Stampa.

Nel pomeriggio di sabato 19 settembre Circonomia si sposterà a Novello, in piazza Vittorio Emanuele, per il gran finale: alle 16 gli Eugenio in via Di Gioia e La Quadrilla Folk Band, in collaborazione con gli animatori di ERICA, terranno un laboratorio dedicato ai ragazzi su economia circolare e musica, denominato “Scrivi una canzone circolare”. A seguire, alle 17, si svolgerà l’incontro “L’economia di Francesco”, con il Direttore di Famiglia Cristiana, Antonio Rizzolo, Anna Fasano, Presidente di Banca Etica e il direttore di Materia Rinnovabile, Emanuele Bompan. Modererà il dibattito Maria Grazia Olivero di Gazzetta d’Alba.

Alle 18 invece si terrà l’incontro “Musica, Territorio e Ambiente”: animato da Andrea Chi di Radio Alba, vedrà gli Eugenio in Via Di Gioia e La Quadrilla Folk Band interpretare la canzone scritta con i ragazzi durante il laboratorio. A seguire si terrà un aperitivo musicale con intermezzi gastronomici con la partecipazione di alcune realtà del territorio come il vino biodinamico di Enrico Rivetto, il miele di Langhe e Roero di Dario Pozzolo e il vino autoctono della Nas-Cetta.

Gli eventi saranno aperti ad un massimo di 50 persone (per prenotare è necessario inviare una mail a ufficiostampa@cooperica.it) ma per chi non potesse essere presente, il festival sarà visibile anche in streaming sui canali social del festival, su www.circonomia.it e su Circonomia TV..

fonte: www.rinnovabili.it


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KEEP CLEAN AND RUN 2020















Dopo aver attraversato l’Italia da Nord a Sud di corsa e in bicicletta, raccolto qualche centinaio di tonnellate di rifiuti abbandonati e incontrato e sensibilizzato migliaia di persone, soprattutto scuole, sul tema del littering: ecco l’edizione 2020 del Keep Clean and Run. Il messaggio che il KCR vuole lanciare è chiaro: il littering, che uccide i nostri mari, va contrastato nei suoi luoghi d’origine, ovvero nell’entroterra. KCR for peace è il titolo dell’edizione 2020 del Keep Clean and Run.
Il percorso prevede la partenza il 4 settembre da Cortina per arrivare il 10 a Trieste passando per Tolmezzo – Kobarid– Gorizia correndo sui luoghi della prima guerra mondiale e si concluderà al molo degli Audaci (Trieste). L’evento, inizialmente previsto ad aprile, è stato rimandato a causa dell’epidemia del Covid19.


Scopri il programma completo


fonte: https://keepcleanandrun.com


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Mascherine. Cavallo (ad ERICA): a scuola si possono usare quelle lavabili. Una proposta per il loro avvio a riciclo

Roberto Cavallo, amministratore delegato di ERICA, intervistato da Eco dalle Città: “C'è chi ha iniziato a produrre mascherine in monomateriale biodegradabile compostabile. Ma non possono essere riciclate”. L'amministratore delegato di ERICA ha avanzato una proposta al Ministero dell'Ambiente per superare questa criticità



“La mascherina è uno strumento fondamentale di protezione e di prevenzione. Così come lo sono il casco e la cintura di sicurezza in ambito stradale. Detto questo, occorre ricordare che ci sono diversi tipi di mascherine”. E' quanto sottolinea Roberto Cavallo, amministratore delegato di ERICA, interpellato da Eco dalle Città sul tema “mascherine”.

In questi giorni il dibattito sull'utilizzo di questi dispositivi è legato in modo particolare alla ripresa delle scuole, prevista per il 14 settembre 2020. A questo proposito Roberto Cavallo sottolinea: “Visto che stiamo parlando di scuola, dove i soggetti in questione, i bambini, più che per il rischio di ammalarsi, sono ritenuti potenziali vettori del virus, possono indossare mascherine lavabili e riutilizzabili, piuttosto che quelle chirurgiche usa e getta (queste invece sarebbero da utilizzare in casa laddove i bambini stiano insieme ai nonni). I ragazzi sono a scuola per imparare, se gli spieghiamo che le mascherine si possono lavare e sterilizzare possono imparare ad usare correttamente questi dispositivi. Con le dovute accortezze e un serio protocollo, la mascherina lavabile è quindi da preferire sia per la tipologia di popolazione che per il tipo di luogo”.

Un secondo aspetto invece è più tecnico e riguarda il conferimento di questi dispositivi. Non esiste un codice CER specifico per questi rifiuti. “Allo stato attuale se butto una mascherina nell'indifferenziato, questa non può essere avviata a riciclo” ha spiegato Roberto Cavallo. “C'è chi ha iniziato a produrre mascherine in monomateriale biodegradabile compostabile. Ma non possono essere riciclate. Ci sono anche gli impianti di selezione della plastica che si ritrovano le mascherine all'interno dei loro flussi. Ma sono uno scarto che non sanno come gestire perché manca il codice di rifiuto per questi dispositivi”.

L'amministratore delegato di ERICA ha avanzato una proposta al Ministero dell'Ambiente per superare questa criticità: “Raccogliamo separatamente questa frazione, come avviene con l'indifferenziato. Portiamo poi questi materiali ad un impianto di selezione autorizzato per trattare RUR, dove viene riclassificato così come avviene con altre frazioni riciclabili conferite nell'indifferenziato. La mascherine potrebbero così uscire da un impianto di selezione con un nuovo codice CER per essere avviato a riciclo. Occorre - ha concluso Roberto Cavallo - che i ministeri interessati (Ambiente, Sanità e anche Istruzione) si mettano d'accordo per avviare una procedura che permetta di avviare a riciclo le mascherine dando così uno sbocco alle raccolte differenziate di questi dispositivi”.

fonte: www.ecodallecitta.it


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Il Keep Clean and Run è rimandato a settembre ma lancia due iniziative solidali

l KCR – Keep clean and Run – si sposta a settembre, ma nell’attesa eccovi due proposte solidali.



Keep Clean and Run, la corsa e campagna di comunicazione di Roberto Cavallo, quest’anno alla sesta edizione, nata per sensibilizzare contro l’abbandono dei rifiuti, si sposta a settembre e aggiunge alle motivazioni ambientali un messaggio e un contributo di solidarietà per chi è stato più duramente colpito dall’epidemia del Covid19.

Appuntatevi le nuove date: dal 3 al 10 settembre 2020. Il percorso resta lo stesso già presentato il 5 marzo scorso, salvo restrizioni da parte delle autorità slovene (ma in questo caso verrà ritracciato completamente in Italia) e partirà quindi da Cortina per arrivare a Trieste toccando Veneto e Friuli e i luoghi della prima guerra mondiale.

In coerenza con il nuovo slogan “Keep Clean And Run for Peace” due sono le possibilità di contribuire concretamente utilizzando la sensibilizzazione dei cittadini a non abbandonare i rifiuti (comprese le mascherine e i guanti che purtroppo stiamo vedendo nelle nostre città!):
La prima è la possibilità di vedere in streaming direttamente a casa propria il docufilm “Immondezza – la bellezza salverà il mondo” (2018) – https://vimeo.com/ondemand/immondezza- per la regia di Mimmo Calopresti vincitore, tra gli altri, dell’Awarness Festival di Los Angeles, che racconta la corsa di Roberto Cavallo tra il Vesuvio e l’Etna. Per ogni visualizzazione AICA donerà 2 euro.
La seconda è rivolta a tutti i runner (e camminatori) che, nella settimana dal 3 al 10 settembre, vorranno accompagnare virtualmente Roberto, correndo nella propria zona di residenza o dove si troveranno in quella settimana, raccogliendo i rifiuti che troveranno sul loro percorso e diventando così testimonial della manifestazione. Per ogni km percorso, documentato con uno screenshot dell’APP usata per monitorare il proprio tracciato e con una foto dei rifiuti raccolti, AICA si impegna a devolvere 1 euro al progetto solidale, detratti dal budget raccolto dagli sponsor dell’iniziativa (UNICREDIT, Greentire, Mercatino srl, Sartori Ambiente, Idealservice, Tetra Pak, Utilitalia, AlbaFisio, CONAI e i Consorzi di Filiera Comieco, Corepla, Coreve, Cial, Ricrea).

I fondi raccolti saranno destinati alla Caritas Italiana che sosterrà uno o più progetti di attenzione per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Per i dettagli e per capire come diventare testimonial e vedere il docufilm “Immondezza” è sufficiente collegarsi al sito www.keepcleanandrun.it dove si troveranno tra l’altro anche altre possibilità per donare e sostenere l’iniziativa.



Come ricorda Roberto Cavallo, eco-atleta e protagonista del KCR: “L’impego di tutti in questo momento, anche con modalità a distanza, è per noi la priorità, così come la sensibilizzazione verso comportamenti nuovi e più rispettosi dopo questa fase di pandemia. Il mondo dopo deve essere più pulito e noi possiamo fare molto per contribuire a sensibilizzare e diffondere una nuova modalità di fruizione anche divertendoci e tornando a correre e raccogliere appena possibile. Per questi ringrazio anche i primi 36 testimonial che hanno aderito a oggi con entusiasmo a questa mia proposta”.

Mimmo Calopresti, regista di Immondezza, a sostegno di KCR ricorda che: “Immondezza è un piccolo film che racconta un modo diverso di vivere il territorio con cura e rispetto dell’ambiente. In questo momento difficile è bello che diventi anche portatore di un messaggio di solidarietà verso chi è più in difficoltà. Guardatelo, godetevi la bellezza e così facendo date anche un piccolo aiuto alla Caritas Italiana per sostenere chi è in difficoltà e sviluppare un nuovo progetto per il futuro”.

“Oggi più che mai – dichiara il Direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu -, di fronte all’emergenza della pandemia, risuonano attuali le parole di Papa Francesco nella Laudato si’: «Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo». È necessario dunque unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale. Da qui l’invito a un’azione pedagogica, per creare una “cittadinanza ecologica” che non si limiti a informare ma riesca a far maturare e a cambiare le abitudini in un’ottica di responsabilità“.



fonte: https://www.envi.info/


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Jova Beach Party, Coop: da bottiglie riciclate magliette per lo sport

Verranno presentati domani i dati relativi all'iniziativa Coop a supporto del Jova Beach Party: dalle bottigliette di plastica delle maglie per lo sport.





Verranno presentati domani i dati ufficiali dell’iniziativa Coop al seguito del Jova Beach Party. La serie di concerti e feste in spiaggia allestita e realizzata da Jovanotti in diverse località d’Italia ha offerto l’occasione a WWF Italia e Coop per promuovere temi come la sostenibilità ambientale e la necessità di arginare l’inquinamento da plastica del patrimonio naturale.

Oltre 500mila gli spettatori che hanno partecipato nell’arco delle varie tappe del Jova Beach Party. A loro si è rivolta Coop, in qualità di “main partner”, allo scopo di promuovere uno stile di vita più sostenibile attraverso una speciale iniziativa. I dati sui risultati ottenuti verranno presentati in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) (dal 16 al 24 novembre).


Durante gli spettacoli sono state distribuite poco meno di un milione di bottigliette d’acqua Coop da 50 cl, realizzate in plastica 100% riciclabile, della quale almeno il 30% proveniva già da materie prime seconde (quindi dal riciclo). I contenitori raccolti al termine dei concerti sono stati utilizzati in seguito per realizzare maglie da allenamento: ciascun set è composto da 20 magliette, con relativa etichetta per le corrette informazioni di lavaggio, e da un “campione di graniglia di PET” (per mostrare il passaggio intermedio tra bottiglietta e maglia).

A consentire la raccolta delle bottigliette l’impegno della Cooperativa Erica, mentre per la loro rigenerazione ha collaborato il Consorzio Corepla. I set da allenamento verranno consegnati, dai Comuni in cui si sono svolti i raduni, alle principali associazioni sportive giovanili. Ha dichiarato Marco Pedroni, presidente Coop Italia:

Onoriamo oggi un impegno che ci eravamo presi fin dall’inizio della nostra partecipazione al Jova Beach Party ovvero costruire un progetto concreto di economia circolare che testimoniasse il nostro impegno sul tema. Far sì che la plastica divenga altro e sia riutilizzata in altra forma è a nostro vedere la strada da seguire.

fonte: www.greenstyle.it

Un Po di plastica

Sono più di 11.000 i frammenti in plastica, di piccole dimensioni, 5 mm e 11 mg di peso, che il Po trascina in mare ogni secondo





















Ci sono ormai diversi studi che dimostrano come molta della plastica presente nei mari provenga dall'entroterra, trasportata dai fiumi.
Secondo lo studio “Un Po di plastica”, condotto grazie all’evento sportivo e di sensibilizzazione ambientale “Keep Clean and Run”, ogni secondo il Po riversa in mare 11.107 frammenti di plastica di dimensione media intorno ai 5 mm e dal peso medio di 11 mg, questo quanto emerge dal report realizzato da AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale) in collaborazione con ERICA Soc. Coop. e European Research Institute (ERI).
In occasione dell'iniziativa "Il Po d'amare" promossa da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Corepla e Castalia, sono stati raccolti 92 kg di plastica in 4 mesi, frammenti di grosse dimensioni (macroplastica).
Attraverso i 6 campionamenti di acqua del Po, invece, è stato possibile determinare la quantità e la qualità delle microplastiche presenti nell'acqua del più importante fiume italiano, che trascina in media 13,76 tonnellate di microplastiche ogni giorno, che equivalgono a 5.021 tonnellate ogni anno.
I campioni di plastica analizzati e studiati sono stati 95:
  • 6 di dimensione inferiore a 1 mm
  • 61 di dimensione tra 1 mm e 5 mm
  • 26 di dimensione compresa tra 5 mm e 15 mm.
Nell'infografica sottostante i risultati del campionamento.
Un pò di plastica
fonte: http://www.arpat.toscana.it/

Dal 16 al 24 novembre l’11a edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

Il tema di quest’anno è “Educare alla riduzione dei rifiuti”. Iscrizioni aperte dal 2 settembre 2019 al 31 ottobre 2019. 








Si terrà dal 16 al 24 novembre 2019 l’undicesima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR)che quest’anno avrà come tema centrale “Educare alla riduzione dei rifiuti”. Lo annuncia il Comitato promotore nazionale della SERR, composto da CNI Unesco, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Utilitalia, Anci, Città Metropolitana di Torino, Legambiente, Regione Siciliana e AICA, con E.R.I.C.A. Soc. Coop. in qualità di partner tecnico.
Sarà possibile iscriversi alla SERR 2019 da domenica 2 settembre a giovedì 31 ottobre collegandosi al sito www.ewwr.eu e registrando la propria azione. Per maggiori informazioni sulle modalità d’iscrizione verrà anche attivata una pagina dedicata sul sito www.envi.info.
Lo slogan prescelto per quest’anno è “Conosci, Cambia, Previeni”. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ogni anno vengono sprecati circa un terzo degli alimenti destinati al consumo umano (1,3 miliardi di tonnellate).
In un’epoca in cui la mania di togliere il superfluo da casa sta raggiungendo una certa importanza, si vuole sfruttare la popolarità di questa tendenza per correggere l’inclinazione a generare rifiuti e promuovere un’alternativa all’eliminazione del superfluo. Invece di gettare gli oggetti, i beni non utilizzati possono essere scambiati e donati.
Obiettivo della SERR 2019 è quindi quello di educare all’impatto che l’eccessivo consumo e la generazione di rifiuti possano avere sull’ambiente in modo tale da cambiare il proprio comportamento e le abitudini quotidiane al fine di ridurre i la produzione di rifiuti.
Maggiori informazioni su com’è strutturata la SERR e sulle modalità d’adesione saranno fornite sulla pagina Facebook ufficiale dedicata all’evento o scrivendo a serr@envi.info, insieme ad esempi pratici di possibili azioni da implementare. Gli hashtag creati per la campagna sono #SERR e #ReduceYourWaste
La “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” è nata all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’obiettivo primario di sensibilizzare le istituzioni, gli stakeholder e i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti delineate dall’Unione Europea e che gli Stati membri sono chiamati ad attuare.
Il crescente successo dell’iniziativa, riconosciuta a livello istituzionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha portato l’Italia nel 2018 a registrare 5.080 azioniriconfermandosi così tra le nazioni top in Europa.
Anche per il 2019 l’obiettivo sarà coinvolgere il più possibile Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole, Università, imprese, Associazioni di categoria e singoli cittadini a proporre azioni volte a prevenire, ridurre o riciclare correttamente i rifiuti a livello nazionale e locale.
Ulteriori dettagli sulle precedenti edizioni sono disponibili sul sito internet ufficiale italiano www.menorifiuti.org.
fonte: https://www.envi.info/

5R #VersoZeroSprechi 2019

In allegato la locandina dell'evento 5R #VersoZeroSprechi 2019, organizzato dall' associazione 5r Zero Sprechi , che si terrà domenica 1° settembre presso il Parco Castelli a Brescia.



Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero       

In Valle di Susa la ristorazione (e non solo) è ecosostenibile
















A un anno dal lancio degli ecoristoranti nel territorio, sono 18 quelli che hanno confermato l’adesione al network nazionale. Dopo 12 mesi continua con successo il percorso degli Ecoristoranti in Valsusa. La rete, promossa sul territorio valsusino da Acsel s.p.a., è stata lanciata circa un anno fa con una cerimonia e negli ultimi mesi è stata monitorata dai tecnici della Cooperativa ERICA.
Un monitoraggio previsto dal protocollo di intesa stretto tra ristoratori e consorzio e necessario per verificare l’effettiva messa in atto delle azioni concordate nel protocollo e in generale lo stato dell’arte della rete. I risultati del monitoraggio sono stati ottimi, con la quasi totalità dei ristoratori che hanno confermato con entusiasmo la loro adesione al network che conta circa 150 Ecoristoranti in tutta Italia. Ma soprattutto, i ristoranti valsusini hanno compiuto le poche ma fondamentali azioni di sostenibilità, dall’utilizzo delle doggy bag per il cibo non consumato, alla possibilità di acqua in brocca, dalla raccolta differenziata al compostaggio dei rifiuti organici prodotti dalle cucine.
Una rete quindi in buona salute e che si diffonde, come dimostrano anche le diverse richieste di adesione da parte di altri esercizi del territorio. Che la sostenibilità di ristoranti e strutture ricettive in un territorio turistico come quello valsusino sia un obiettivo importante per Acsel s.p.a. lo conferma anche l’avvio della rete Ecoalberghi.
La campagna di “reclutamento” delle strutture aderenti è in una fase conclusiva e la nuova rete verrà presentata in un evento stampa che si terrà venerdì 5 ottobre a Bardonecchia in Piazza Valle Stretta, 1, presso il Palazzo delle Feste in sala Giolitti alle ore 11. All’appuntamento prenderanno parte gli EcoAlbergatori aderenti, gli amministratori del territorio e i vertici di Acsel s.p.a.
“Azioni concrete per un turismo sempre più sostenibile. Era questo l’obiettivo che ci eravamo dati quando avviammo il progetto Ecoristoranti in Valsusa -spiega Alessio Ciacci, Presidente di Acsel s.p.a. – Dopo un anno abbondante e una fase di monitoraggio che ha dato esiti più che soddisfacenti, ampliamo il raggio di azione con il progetto EcoAlberghi, di cui presenteremo in ottobre i dettagli e le grandi opportunità che un turismo sempre più attento all’ambiente può fornire”.
Il network degli Ecoristoranti vede la luce nel 2012, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei rifiuti, grazie ad un progetto proposto dalla Cooperativa ERICA in collaborazione con il Covar 14. Ad oggi, con i 21 aderenti della Valsusa, sono oltre 100 i ristoratori presenti in una rete che è in continua espansione.
Per ulteriori informazioni: www.ecoristoranti.it | www.acselspa.it oppure sulle pagine “Ecoristoranti” su Facebook e Instagram.
fonte: http://www.ciaccimagazine.org

La cooperativa Erica in missione per i rifiuti di Gaza



















L’Amministratore Delegato di ERICA Soc. Coop. Roberto Cavallo ha siglato il 18 settembre un contratto con l’AICS (Associazione Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), sede di Gerusalemme, per la realizzazione di un progetto di gestione dei rifiuti all’interno di otto campi profughi della Striscia di Gaza. La proposta prevede lo studio della situazione nell’area di Gaza in termini di raccolta dei rifiuti in collaborazione con l’agenzia dell’ONU presente sul territorio e con le autorità locali, per definire poi un progetto operativo che consenta il miglioramento delle condizioni sanitarie e di vita per i residenti, a partire dal servizio di raccolta dei rifiuti.

Una zona critica

La situazione della Striscia di Gaza è infatti critica sotto molti punti di vista, incluso quello ambientale, per il sovraffollamento (è infatti l’area più densamente abitata al mondo) e per la difficoltà ad approvvigionarsi di materie prime e anche di beni primari quali l’acqua e l’energia elettrica (che è fornita solo per alcune ore al giorno). Il servizio di raccolta rifiuti è al momento svolto in modo saltuario e con mezzi spesso non motorizzati, a causa della difficoltà a far entrare nel territorio della Striscia forniture dall’esterno. Inoltre, i siti di conferimento dei rifiuti (raccolti oggi in modo indifferenziato) sono spesso discariche non controllate, con conseguenti rischi per la salute pubblica.


 


Il piano dovrà essere realizzato, preliminarmente, in almeno un campo profughi. Nella sua proposta, ERICA prevede il coinvolgimento attivo della popolazione locale e degli studenti, in modo da creare un progetto applicabile al territorio e che possa portare dei benefici quali l’introduzione delle raccolte differenziate con recupero di materiali e la riduzione della necessità di discariche, ma anche la valorizzazione e trasformazione in compost della frazione organica, che in un’area desertica può garantire una maggiore fertilità dei terreni e una minore necessità di utilizzare l’acqua per l’irrigazione.
Il progetto sarà portato avanti da un Team composto, oltre che da Roberto Cavallo come coordinatore, anche da due tecnici di ERICA, Paolo Marengo e Paolo Agostini, supportati da tutta la struttura della Cooperativa e da personale locale, che verrà formato e che fornirà l’indispensabile supporto alla riuscita del progetto.

«Lavorare a Gaza è per noi un grande privilegio: speriamo che la nostra esperienza, in Europa e in realtà come la Tunisia, possa servire a costruire insieme alla popolazione locale e alle agenzie che la supportano un progetto replicabile e sostenibile, in grado di migliorare le condizioni di vita e le reti e i legami sul territorio, oltre a essere occasione di sviluppo di nuove competenze e professionalità per i giovani della Striscia. Siamo coscienti che questo potrebbe essere per Gaza un momento di svolta importante, come ci dicono le cronache, e pensiamo che scegliere di investire sull’ambiente significhi fare un passo importante verso il futuro di questi territori e dei molti giovani che li abitano», ha dichiarato Roberto Cavallo, in partenza per la prima missione conoscitiva sul territorio.

fonte: http://www.envi.info

Gestione rifiuti di imballaggi in plastica: intervista a Roberto Cavallo

Intervista di Eco dalle Città all’amministratore delegato Erica sulle difficoltà di gestione del materiale più eterogeneo tra i rifiuti di imballaggi: la plastica 
















Uno degli argomenti di attualità in questo periodo nell’ambito rifiuti sono gli stoccaggi di scarti plastici che in alcune zone del Paese si sono accumulati a causa della ridotta disponibilità a bruciare questi rifiuti da parte degli inceneritori. Sullo sfondo c’è un altro tema e riguarda i roghi che continuano a colpire gli impianti del settore. C’è chi ricorda che i materiali plastici eterogenei “a volte, non a caso, sono oggetto di incendi dolosi”.

Il plasmix che si accumula negli impianti e i roghi di rifiuti possono in qualche caso essere collegati? È questa la prima domanda che abbiamo rivolto a Roberto Cavallo, amministratore delegato della Cooperativa Erica:

Una settimana dopo esser diventato assessore ad Alba (CN), nell’autunno 1997, nelle vicinanze andò a fuoco un impianto di stoccaggio di materiale proveniente da raccolta differenziata della plastica. A quei tempi non c’erano problemi di saturazione come accade in questo periodo. Purtroppo se da un lato è difficile dichiarare un collegamento diretto tra queste due situazioni, dall’altro il tema dei roghi è da anni d’attualità. Il fatto che questo materiale sia assolutamente eterogeneo e che, purtroppo, il comparto industriale non sia così maturo per assorbirlo è un problema che c’è sempre stato. E questo causa difficoltà.
Gli impianti di selezione da sempre tirano via la plastica “nobile” (in senso economico, che vale di più): questa il mercato la assorbe. Il problema sul PET, ad esempio, non si pone e ha il suo mercato di riferimento. Non ci sono certo roghi di PET ma piuttosto, roghi di materiale eterogeneo, che noi chiamiamo “plasmix”. Questo, ribadisco, perché non c’è un mercato pronto. Quegli scarti o li porti ad un inceneritore, o quella plastica rimane stoccata lì come sta accadendo in questo periodo.
E così, se da un lato una parte di questi episodi possono essere di natura accidentale (inneschi involontari, es. corto circuito), dall’altro non sono da escludere ipotesi dolose (es. piromani) visto il numero di episodi avvenuti. Anche il fatto di doversi far carico di enormi masse di plastica che generano grandi quantità di “scarti” diventando un peso in termini economici (smaltimento) e/o di allocazione (non si sa dove portarli) potrebbe indurre qualcuno a scegliere percorsi più “brevi”.
Non è un’accusa specifica ma che si tratti di un’ipotesi plausibile è ahimè vero, soprattutto quando i casi sono tanti. Lo dico perché in realtà sto ripetendo le stesse cose che ci dicemmo vent’anni fa in occasione del rogo vicino ad Alba insieme ai tecnici Arpa e agli uomini del Noe.

La difficoltà di non sapere dove portarli fa sì che questi materiali rimangano lì per “x” tempo, di conseguenza aumenta il rischio?

Esatto. Visto che, come si dice in Protezione Civile, il rischio zero non esiste ma è il risultato della frequenza per il danno, se aumento il tempo di permanenza di un materiale fortemente infiammabile come la plastica, la frequenza rischia di aumentare e di conseguenza anche il rischio di roghi. Che poi questi episodi siano accidentali o dolosi, tutte le ipotesi sono valide. Il punto è che il mercato non assorbe quella roba lì. Occorre stoccarla e se aumenta il tempo di permanenza, aumenta il rischio che questi stoccaggi rimangano in balia degli eventi.

Cosa occorrerebbe fare secondo Lei per affrontare la questione?

In occasione del programma televisivo Scala Mercalli ho avuto modo di raccontare la storia di Revet. Si tratta di un impianto in grado di separare e selezionare ulteriormente il plasmix. Grazie a questa ulteriore selezione si riescono ad intercettare molecole interessanti che è possibile granulare per fare cose nuove. Più difficile riciclare il polistirene o il polistirolo espanso ma il polietilene (es. busta delle mozzarelle) offre maggiori possibilità. Ho deciso di raccontare la storia di Revet per citarne una. Un modo per dire: la tecnologia c’è, le capacità ingegneristiche ci sono, le ricette per mescolare questi polimeri eterogenei ci sono, si tratta, come ho sottolineato in Scala Mercalli, di dare un sostegno ai cosiddetti “ri-prodotti”, alla ricerca e alla creazione del mercato del riciclo, invece di incentivare il recupero energetico attraverso il CIP6. Perché il mercato, una volta che si sarà creato, tirerà da sé. E a quel punto anche i problemi dello stoccaggio saranno risolti.

Basta solo aumentare il riciclo del plasmix?

No, non dobbiamo dimenticarci la prevenzione in senso ampio, sia quantitativa che qualitativa. Una seria politica di prevenzione, da un lato porterebbe a produrre meno quantità di materiali plastici (anche perché obiettivamente siamo di fronte a un ‘over-consumo’ di questi prodotti), dall’altro, occorre una prevenzione qualitativa. Sono cose già dette ma non è mai inutile ripeterlo: almeno per i rifiuti domestici occorrerebbe ridurre la quantità e la varietà di polimeri immessi sul mercato. In questo modo sarà più semplice anche per gli impianti di selezione la separazione delle diverse plastiche. Con pochi polimeri si ridurrebbe infatti anche il numero dei flussi negli impianti e si costruirebbe il mercato su quei polimeri. Se invece in circolazione ne rimangono decine e decine, fra cui alcuni veramente complicati, diventa difficile.

A proposito di gestione imballaggi, pochi giorni fa è stata approvata una nuova norma nella legge sulla concorrenza. In questo caso c’è un legame con il 'caso plasmix'?

Sì, plasmix e concorrenza hanno un legame. Questa nuova norma alla fine riguarderà principalmente la plastica. Alluminio, acciaio, vetro, ma anche carta, hanno già un mercato ed è talmente alto il valore che nessuno si porrebbe il problema di entrare in concorrenza con i consorzi attuali. C’è un problema di conoscenza reale di come sta funzionando il sistema. Perché se il sistema funziona, non c’è bisogno che intervenga lo Stato a regolare le cose. Se proprio ci fosse bisogno di una regolamentazione, questa avrebbe senso di esistere come supporto nei momenti in cui il mercato è in difficoltà ad assorbire i materiali raccolti. Quindi, invece di fare nuovi consorzi, lo Stato potrebbe intervenire nei momenti di “emergenza”.

fonte: www.ecodallecitta.it

Sono 21 i nuovi Eco-Ristoranti della Val Di Susa











Sono 21 i nuovi Eco-Ristoranti in Val di Susa. Al via la nuova campagna di comunicazione. Presentati nella sede di Acsel i ristoratori della Val di Susa che hanno aderito alla rete nazionale dei ritoratori Eco-Sostenibili.

 
Sant’Ambrogio di Torino, 31 maggio 2017 – Sono stati presentati ieri, presso la sede di Acsel s.p.a., i ristoratori che hanno deciso di aderire alla rete Ecoristoranti in Val di Susa. Sono infatti ben 21 i ristoratori che hanno aderito al network nazionale dei ristoratori ecosostenibili, e che hanno deciso di valorizzare la loro attività con un impegno concreto nei confronti dell’ambiente e una maggiore attenzione agli sprechi alimentari. Alla presentazione sono stati consegnati gli attestati ed erano presenti diversi amministratori del territorio valsusino, a dimostrazione di come la rete e in generale il progetto Ecoristoranti sia condiviso e partecipato a tutti i livelli.
“Siamo felici che ben 21 dei ristoratori del nostro territorio abbiano deciso di aderire ad un progetto tanto innovativo quanto concreto nel combattere gli sprechi alimentari e la riduzione dei rifiuti-spiega Alessio Ciacci, Presidente di Acsel s.p.a.-. La presentazione non è un punto di arrivo, ma di partenza: ci aspettiamo che il numero dei ristoratori aumenti e coinvolga diverse realtà nel territorio, perché una ristorazione più attenta alla sostenibilità non è più solo un auspicio, ma una necessità, soprattutto in un territorio come il nostro, che va salvaguardato con azioni sinergiche e puntuali”.
Il network degli Ecoristoranti vede la luce nel 2012, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei rifiuti, grazie ad un progetto proposto dalla Cooperativa ERICA in collaborazione con il Covar 14. Gli esercizi aderenti valorizzano la loro attività attraverso un impegno concreto nei confronti dell’ambiente ed una maggiore attenzione verso gli sprechi alimentari (asporto pietanze non consumate, utilizzo tovaglioli in stoffa ed acqua in brocca, attenzione alla corretta differenziazione dei propri rifiuti…).
Ad oggi, con i 21 aderenti della Valsusa, sono oltre 100 i ristoratori presenti in una rete che è in continua espansione.
Parte ufficialmente anche la nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione la raccolta differenziata di Acsel Spa. Previste numerose attività ed iniziative che coinvolgeranno i cittadini, le utenze non domestiche, i turisti, le scuole.

“Alcune nuove ed importanti attività, che si affiancano a quelle tradizionali, sono previste nella campagna di comunicazione 2017– afferma il Presidente di ACSEL SPA Alessio Ciacci. La prima è il progetto per le scuole che viene studiato e proposto in modo unitario sui territori delle aziende facenti parte della Rete Corona Nord Ovest. La seconda è il progetto pensato per i Comuni Turistici che si potrà estendere anche a tutto il territorio della Valle di Susa. La terza riguarda l’estensione della rete Ecoristoranti anche alle strutture ricettive, alberghi, bed and breakfast..”
Le attività sono suddivise in nove principali aree di intervento: contatto diretto con l’utenza, educazione ambientale, progetto scuole, rete ecoalberghi, progetto comuni turistici, giornali, compostaggio, canile, attività generali per i comuni.
Verranno effettuati numerosi punti informativi in occasione dei principali mercati della Valle, delle fiere e manifestazioni locali nonché all’interno di alcuni supermercati. L’educazione ambientale prevede incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, laboratori specifici, uscite sul territorio per visitare gli ecocentri, visite agli impianti e al Museo A come Ambiente di Torino. Le attività di comunicazione generale sono rivolte a tutte le utenze della valle di Susa e prevedono la realizzazione di una nuova guida sulla raccolta differenziata, l’utilizzo del sito internet, dell’app, la collaborazione con La Stampa di Torino, la newsletter per i Comuni e per gli utenti. Progetti in via di sviluppo riguarderanno il compost della Valle di Susa da riutilizzare su terreni poveri ed il recupero della Discarica di Mattie da “non luogo” ad area di fruizione pubblica attraverso la predisposizione di percorsi di educazione ambientale, naturalistici con i cavalli, piantumazione della lavanda, orto botanico con specie rare, serra con piante carnivore nonché la realizzazione di un piccolo anfiteatro per svolgere manifestazioni teatrali e musicali.
Ecco l’elenco dei ristoratori aderenti:

• Ristorante Etable – Bardonecchia
• Ristorante Biovey – Bardonecchia
• Ristorante Borgovecchio – Bardonecchia
• Ristorante ‘L Fouie – Bardonecchia
• Ristorante La Table Dlouz Amis – Oulx, Fraz. Beaulard
• Ristorante Il Cardo – Sauze di Cesana
• Ristorante Peccati di Gola – San Didero
• Bar Patrick – Vaie
• Malu’s Bar – Vaie
• Trattoria dei Prati – Condove
• Ristorante Nonsolovino – Almese
• Trattoria Papilla – Chiusa S. Michele
• Osteria Chichibio – Borgone di Susa
• Cascina Roland – Villar Focchiardo
• Rifugio Toesca – Bussoleno
• Agriturismo Il Mulino – Mattie
• Trattoria La Cope – Almese
• Ristorante Phoenix – Condove
• Ristorante Unplug – Condove
• Caffè Vergnano – Sestriere
• Nuovo Baby Bar – Sestriere

Per ulteriori informazioni: www.ecoristoranti.it | www.acselspa.it oppure sulle pagine “Ecoristoranti” su Facebook e Instagram.

fonte: http://www.ciaccimagazine.org

“Keep Clean and Run” taglia il traguardo e raccoglie più di 15 tonnellate di rifiuti abbandonati




















Dopo 350 km di corsa “da vulcano a vulcano”, l’eco-runner Roberto Cavallo ha completato la sua impresa sportivo-ambientale. Si è conclusa a Catania la terza edizione dell’evento sportivo-ambientale “Keep Clean and Run #pulisciecorri” che quest’anno ha attraversato quattro regioni del Sud (Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia) consentendo di raccogliere 206 kg di rifiuti abbandonati lungo il percorso e 15.210 kg di rifiuti nelle oltre 30 azioni di pulizia che hanno accompagnato la corsa. Dopo la conferenza stampa ospitata dal Comune di Napoli, il rifiutologo Roberto Cavallo (presidente di AICA e Ad di ERICA Soc. Coop.) è partito a correre dal Parco del Vesuvio, salutato dal Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Ambiente, on. Barbara Degani, che ha partecipato direttamente a un’azione di pulizia dei rifiuti abbandonati alle pendici del vulcano. Sette giorni dopo, l’eco-runner ha tagliato il traguardo nelle Acciaierie di Sicilia, a Catania, giungendo dalle sommità dell’Etna.
Un percorso lungo 350 chilometri, colmo di fatica ma anche di sensibilizzazione per un mondo più “pulito”: Cavallo ha infatti incontrato più di 1.500 ragazzi delle scuole, decine di Amministrazioni comunali, tante Associazioni (a partire da Legambiente e Zero Waste Italia) e molti amici, tra cui il sindaco di Pollica Stefano Pisani (con il quale è stato ricordato Angelo Vassallo), il direttore del Parco della Sila Giuseppe Luzzi, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà che si sta impegnando per la sua città in memoria del padre e la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia.
La corsa è stata accolta in ogni tappa da eventi pubblici di sensibilizzazione contro il littering, l’abbandono di rifiuti. Tanti anche i testimonial d’eccezione coinvolti: lo scrittore Rosario La Rossa, la Environmental Goldman Prize Anna Giordano, il responsabile scientifico di Zero Waste Europe Enzo Favoino, il prete anti-ndrangheta Don Pino De Masi, il sindaco di Riace Mimmo Lucano, l’ultramaratoneta Katia Figini, gli ultratrailer Oliviero Alotto e Roberto Menicucci e molti altri. A loro si è aggiunto il regista Mimmo Calopresti, che ha accompagnato la corsa con la sua troupe per realizzarne un documentario che presto verrà presentato ai festival e per il quale è stata attivata una raccolta fondi su Produzioni dal Basso (link: https://www.produzionidalbasso.com/project/keep-clean-and-run-2017-il-dvd-regia-di-mimmo-calopresti/).
Grazie a questa manifestazione e alle azioni di pulizia organizzate in occasione di passaggio di “Keep Clean and Run” sono stati raccolti 206 kg di materiale disperso lungo sentieri e strade direttamente dai runner (molti sono stati inoltre fotografati e quindi segnalati alle amministrazioni competenti) e 15.210 kg di rifiuti nelle oltre 30 azioni di pulizia che hanno accompagnato la corsa, per un totale di oltre 15 tonnellate avviate a corretto smaltimento.  Questo il dettaglio di quanto raccolto:
Materiale % kg raccolti
RSU 19,87% 3.062,82
CARTA e CARTONE 13,32% 2.052,80
ORGANICO 8,97% 1.383,09
PLASTICA 9,56% 1.474,08
ALLUMINIO 1,65%    254,78
ACCIAIO 0,35%      54,60
VETRO 17,71% 2.729,78
RAEE 14,87% 2.293,02
INGOMBRANTI 13,69% 2.111,03
100,00% 15.416,00
«Torno a casa con la consapevolezza che occorre scuotersi dalle lenzuola e andare a correre anche se non si ha voglia; guardare e vedere i rifiuti a terra e chinare la schiena per raccoglierli; affrontare chi chiede il pizzo e denunciarlo. Keep Clean And Run mi ha insegnato a girare la testa dalla parte giusta, superare l’indifferenza, fare la fatica giusta», ha commentato Roberto Cavallo al termine della corsa.
 “Keep Clean and Run #pulisciecorri” si inserisce nel quadro delle attività della campagna Let’s Clean Up Europe 2017 in Italia ed è stato patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati, nonché da numerosi Comuni ed Enti Parco coinvolti.
Ha avuto il sostegno di Greentire, Conai, CiAl, Comieco, Corepla, Coreve, Ricrea, Rilegno, AVR SpA, Tetra Pak, Mercatino srl, Entsorga, Fise Assoambiente, 100% Campania ed E.R.I.C.A. Soc. Coop. e il supporto del Comitato promotore nazionale della SERR (Settimana Europea per la Riduzione dei rifiuti) composto da Legambiente, Utilitalia, Città Metropolitana di Roma capitale e CM di Torino, Comitato UNESCO e ANCI.
Maggior informazioni e dettagli sono disponibili sul sito www.envi.info

fonte:http://ericasoccoop.wordpress.com