Visualizzazione post con etichetta #FederBio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #FederBio. Mostra tutti i post

Così le cassette per ortofrutta diventano “bio”

 

Ogni anno in Italia vengono generati circa 450 milioni di imballaggi per ortofrutta, ai primi posti della classifica mondiale per volumi prodotti. Ed è per puntare ai vertici di un’altra classifica, quella della sostenibilità, diffondendo e consolidando l’utilizzo di cassette in legno nel settore biologico, che FederlegnoArredo e FederBio hanno siglato oggi un protocollo d’intesa che introduce un disciplinare per la coltivazione biologica del pioppo e la produzione di imballaggi in legno e che regolamenta il ciclo di vita della cassetta ortofrutticola, dalla coltivazione del pioppo alla produzione, esempio virtuoso di economia circolare applicato al trasporto dell’ortofrutta bio, garantendone freschezza e qualità. Un accordo in virtù del quale FederlegnoArredo e FederBio puntano ad essere parte attiva nella divulgazione delle caratteristiche specifiche della pioppicoltura biologica certificata e d’impiego degli imballaggi in legno per prodotti ortofrutticoli con caratteristiche di sostenibilità e riciclo certificate secondo disciplinari di coltivazione sostenibile riconosciuti a livello nazionale e regionale.


«FederlegnoArredo intende avviare un’attività di definizione di standard e di promozione degli imballaggi in legno di pioppo con caratteristiche di sostenibilità e riciclo idonei per la movimentazione e il confezionamento dei prodotti biologici certificati. Il tutto a garanzia dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia dell’ecosistema – spiega Cosimo Messina, consigliere nazionale del Gruppo imballaggi ortofrutticoli di Assoimballaggi – gli imballaggi in legno sono i primi e gli unici ad aver intrapreso questa strada, e questo non è un caso: è stato possibile proprio grazie alle proprietà ambientali intrinseche dell’imballaggio in legno, che solo il legno possiede».

Un mercato dai numeri importanti, quello degli imballaggi in legno per ortofrutta in Italia, con 150 aziende produttrici presenti su tutto il territorio nazionale, rappresentate da Assoimballaggi, l’associazione di categoria che fa capo a FederlegnoArredo. capaci ogni anno producono circa 450 milioni di pezzi collocando l’Italia ai primi posti della classifica mondiale dei produttori di settore.

«L’impegno di FederBio si realizza nello sviluppo di iniziative di sostenibilità ambientale che favoriscano l’impiego di materiali riciclabili a sostegno di un modello di economia circolare. L’accordo con FederlegnoArredo va in questa direzione, stabilendo specifiche tecniche per gli imballaggi in legno di pioppo con caratteristiche di sostenibilità e riciclo certificate, molto importanti per tutto il settore biologico» dichiara Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

fonte: http://www.riciclanews.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!


=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Report EFSA: per le associazioni ambientaliste e del biologico è un maldestro tentativo di assoluzione dei pesticidi e dell’attuale modello di agricoltura non più sostenibile




















Dichiarazione di ISDE, WWF, Legambiente, FederBio, Slow Food, Apab, Aiab, Lipu, Pro Natura

Le scorse settimane è stato pubblicato un rapporto di EFSA (l’agenzia europea che si occupa della sicurezza alimentare) dal titolo “Cumulative dietary risk characterisation of pesticides that have chronic effects on the thyroid”.

Il report, riguardante i risultati di due studi pilota retrospettivi su rischi per la salute umana da esposizione cumulativa a multiresiduo di pesticidi per via alimentare, è giunto alla rassicurante conclusione che da tale esposizione non vi sarebbero conseguenze negative per alcuni effetti cronici sulla tiroide e per due effetti acuti sul Sistema Nervoso Centrale (gli unici indagati)

Lo studio affronta un problema di cruciale importanza per la salute pubblica, data la presenza di residui di uno o più pesticidi nel 40.6% degli alimenti, come riportato da EFSA in un report del 2018, in cui però non si faceva distinzione fra multiresiduo e singolo residuo. Dagli ultimi controlli eseguiti in Italia il multiresiduo è in aumento, sono presenti più di un pesticida nel 40% dei campioni di frutta e nel 15% delle verdure, con un massimo di 9 diversi pesticidi nelle fragole e 6 nell’uva da tavola.

Le associazioni ISDE, WWF, Legambiente, FederBio, Slow Food, Apab, Aiab, Lipu e Pro Natura ritengono che questo report dell’EFSA sia solo un esercizio di tipo matematico-statistico, costruito su un modello gravemente lacunoso, in cui si è ricercato solo quello che a priori era prevedibile non trovare, senza invece indagare su ciò che la comunità scientifica da tempo segnala. Per le Associazioni il report di EFSA è un grande “castello di carta”, le cui rassicuranti conclusioni non possono essere in alcun modo condivise. Esistono, infatti, numerose criticità sia di ordine generale che metodologico bene evidenziate nel documento di analisi prodotto dalle stesse Associazioni ambientaliste: Considerazioni sul report EFSA “Cumulative dietary risk characterisation of pesticides that have chronic effects on the thyroid”.

“Il report appare, più che uno studio finalizzato a tutelare la salute pubblica, un maldestro tentativo di assoluzione dei pesticidi e dell’attuale modello agricolo dipendente dalle sostanze chimiche di sintesi – dichiarano le Associazioni – la presenza di multiresiduo negli alimenti rappresenta un problema di grande rilievo per la salute pubblica ed è fonte di preoccupazione nella comunità scientifica e nella società civile, specie per gli effetti sulle componenti più sensibili della popolazione come i bambini, anche perché si assiste ad un aumento della percentuale di campioni con multiresiduo e del numero dei pesticidi presenti”.

Le Associazioni evidenziano inoltre che “la letteratura dispone ormai di consolidate conoscenze che attestano i vantaggi per la salute derivanti da una alimentazione biologica il cui incremento comporta riduzione nella incidenza di infertilità, malformazioni, allergie, otite media, ipertensione in gravidanza, sindrome metabolica, elevato indice di massa corporea, linfomi non Hodgkin. La salute dell’uomo non si può disgiungere da quella degli ecosistemi del Pianeta e sempre più si afferma, anche nel mondo accademico un modello agricolo che rigetta l’uso della chimica e si fonda su un paradigma completamente diverso, quello dell’agricoltura biologica che è l’implementazione pratica dei principi dell’Agroecologia”

In definitiva con questo report, l’EFSA, ha perso una buona occasione per recuperare credibilità e riconquistare la fiducia dei cittadini europei, valori già pesantemente offuscati dalla vicenda glifosate e dai pesanti conflitti d’interesse che hanno caratterizzato il percorso autorizzativo dell’erbicida per il suo utilizzo fino al 2022.


CLICCA QUA PER SCARICARE IL DOCUMENTO COMPLETO 

fonte: www.isde.it


#RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz 
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria 

Wwf: Flash mob #StoPesticidi per fare pace con la Natura - 14 aprile 2019
















IN NOME DEL POPOLO AVVELENATO PER FARE PACE CON LA NATURA

Il WWF mobilità i cittadini in oltre 30 città in Italia per chiedere al Governo e alle Regioni un Piano di Azione Nazionale sui pesticidi che garantisca la tutela della salute dei cittadini e degli agricoltori, salvaguardi la biodiversità nei siti Natura 2000 e nelle altre aree naturali protette e promuova l’agricoltura biologica.
Nella (Regione/città) l’evento si terrà presso ……, alle ore ….., con l’organizzazione di un Flash mob per dire “Stop Pesticidi” e liberare l’agricoltura e le nostre città dai veleni che minacciano la natura e la salute.
Il WWF organizza domenica prossima, 14 aprile, un evento nazionale dedicato ai pesticidi, in vista dell’approvazione del nuovo Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, in attuazione della Direttiva europea sui pesticidi, 2009/128/CE.
L’evento prevede l’organizzazione di un Flash mob aperto alla partecipazione di tutti i cittadini interessati, che nella (regione, città, paese) sarà realizzato in/presso (Piazza, Via, parco, monumento), dalle ore … alle ….., a cura dell’Organizzazione locale del WWF (nome della OA) in collaborazione con (inserire elenco delle Associazioni regionali e/o locali che hanno aderito all’evento). Il Flash mob prevede anche una azione coordinata sui social network (Twitter, Facebook e Istagram) rivolta ai tre Ministri competenti per l’approvazione del nuovo PAN Pesticidi (Gian Marco Centinaio del MIPAAFT, Sergio Costa del MATTM e Giulia Grillo per la Salute) e sulle Regioni (nella persona del Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini) che hanno il compito dell’attuazione del Piano sui pesticidi nei territori.
Il WWF Italia, insieme alle Associazioni che aderiscono alla Campagna “Cambia la Terra” promossa da Federbio chiede alcune sostanziali modifiche al Piano di Azione Nazionale (PAN) sui pesticidi, scaduto lo scorso 12 febbraio, ancora in corso di aggiornamento da parte dei tre Ministeri competenti. Entro il mese di aprile la nuova versione del PAN Pesticidi sarà sottoposta a consultazione pubblica e le Regioni, le Associazioni, i comitati, gli ordini professioni, le Associazioni di categoria, ma anche singoli cittadini, potranno presentare le loro osservazioni e proposte di emendamenti al Piano.
Il WWF Italia ritiene importante che il nuovo PAN Pesticidi preveda divieti, limiti e regole vincolanti sull’utilizzo dei pesticidi in agricoltura, nella manutenzione delle strade e ferrovie e all’interno delle città per la gestione del verde pubblico e privato (orti e giardini), in particolare il nuovo Piano dovrebbe indicare con priorità i seguenti obiettivi:
- Ridurre i rischi per i residenti nelle aree rurali e gli agricoltori fissando distanze minime di sicurezza dalle abitazioni e dalle coltivazioni biologiche per difenderle dal rischio di una possibile contaminazione accidentale.
- Nei siti Natura 2000 e nelle altre aree naturali protette deve essere vietato l’utilizzo di pesticidi pericolosi per gli habitat e le specie selvatiche, con misure di conservazione della biodiversità regolamentari vincolanti.
- Adottare tecniche biologiche per la manutenzione delle aree non agricole (rete viaria, ferroviaria) con particolare attenzione al verde pubblico e agli spazi utilizzati dalla popolazione residente nelle città.
- Prevedere il divieto totale del glifosate in Italia entro il 2022, escludendo qualsiasi ipotesi di rinnovo dell’autorizzazione concessa per cinque anni dall’Unione Europea il 27 novembre 2017.
- Definire criteri più rigorosi per la concessione delle deroghe per l’utilizzo di pesticidi di norma vietati a causa della loro pericolosità per la salute umana e per gli ecosistemi.
- Rafforzare i sistemi di monitoraggio e controllo sulla presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, nel suolo e nel cibo.
Il ricorso ai pesticidi dovrebbe avvenire solo dopo avere adottato pratiche agroecologiche alternative all’uso dei prodotti chimici di sintesi, come già avviene in agricoltura biologica. In particolare il WWF Italia, insieme a Federbio e alle altre Associazioni della Campagna “Cambia la Terra” ( www.cambialaterra.it )  chiede che il nuovo PAN Pesticidi indichi con chiarezza l’obiettivo del 40% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) nazionale condotta con il metodo biologico entro il 2030, utilizzando meglio le risorse della PAC attuale e post 2020.
Maggiori informazioni sull’evento WWF “Stop Pesticidi” sono disponibili sul sito web dell’Associazione: www.wwf.it/stoppesticidi


fonte: www.wwf.it

Presentato il primo rapporto “Cambia la Terra”

Predisposto in collaborazione da FederBio, Legambiente, WWF, Lipu e Isde












Il Rapporto “Cambia la Terra. Così l’agricoltura convenzionale inquina l’economia (oltre che il Pianeta)” è il frutto di un progetto di informazione e sensibilizzazione voluto da FederBio con Isde- Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu e WWF, con un comitato di garanti composto da alcune personalità del mondo dell’associazionismo e della ricerca.
Secondo il rapporto, la maggior parte delle risorse destinate all’agricoltura viene ancora usata per finanziare il modello agricolo basato sull’uso di concimi e pesticidi di sintesi chimica.
Secondo i dati ISTAT riportati nel rapporto, nel 2016 in Italia sono stati venduti 125 milioni di chili di prodotti fitosanitari; per acquistarli è stato speso quasi un miliardo di euro (per la precisione 950.812.000 euro). Ancora di più per i fertilizzanti: 1.572.341.000 euro. Cifre decisamente in crescita: nel 2006 la somma impiegata per l’acquisto di pesticidi ammontava a 693.577.000 euro, quella per i fertilizzanti a circa un miliardo di euro.
In percentuale le risorse dedicate all’agricoltura biologica, seppure in crescita rispetto al passato, sono inferiori alla media che spetterebbe al settore in base alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU) biologica.
Per i dati elaborati dall’Ufficio studi della Camera dei deputati, su 41,5 miliardi di euro destinati all’Italia, all’agricoltura biologica vanno appena 963 milioni di euro. In altri termini, il bio – che rappresenta il 14,5% della superficie agricola utilizzabile – riceve il 2,3% delle risorse europee: anche solo in termini puramente aritmetici, senza calcolare il contributo del biologico alla difesa dell’ambiente e della salute, circa sei volte meno di quanto gli spetterebbe.
Se ai dati dei fondi europei si aggiunge il cofinanziamento nazionale per l’agricoltura, pari a circa 21 miliardi, il risultato rimane praticamente invariato: su un totale di fondi europei e italiani di circa 62,5 miliardi, la parte che va al biologico è di 1,8 miliardi, il 2,9% delle risorse.
“In altre parole – come ha detto Maria Grazia Mammuccini di FederBio - gli italiani e gli europei in generale pagano per sostenere pratiche agricole che alla fine si ritorcono contro l’ambiente e contro la loro salute, a partire da quella degli agricoltori stessi. Inoltre, non è il modello agricolo ad alto impatto ambientale a farsi carico della tutela degli ecosistemi con cui interagisce, ma sono gli operatori del biologico a sopportare i costi prodotti dall’inquinamento causato dalla chimica di sintesi: il costo della certificazione;  il costo della maggiore quantità di lavoro necessaria a produrre in maniera efficace e a proteggere il raccolto dai parassiti, senza ricorso a concimi di sintesi e diserbanti; il costo della fascia di rispetto tra campi convenzionali e campi biologici”.
fonte: http://www.arpat.toscana.it

Puntata pro OGM a Presa Diretta. Perché l’agricoltura biologica è stata ignorata?

OGM PresaDiretta

Una inaspettata puntata pro OGM. E' quella andata in onda a Presa Diretta, con l’inchiesta ‘Chi ha paura degli OGM?’, lo scorso 28 febbraio su Rai 3, in cui è stata messa in luce soprattutto la normativa italiana che ne vieta la ricerca in pieno campo (ma non in laboratorio).
Il problema, secondo noi, consiste nel fatto che, all'interno della puntata, l’agricoltura biologica come alternativa alla coltivazione di varietà geneticamente modificate e le posizioni anti-OGM, seppur autorevoli, sono state del tutto ignorate. Ne è emersa una visione parziale e oseremmo dire 'di parte' sul tema degli Ogm. 
FederBio, AIAB e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica avevano già manifestato il loro dissenso in un comunicato congiunto pubblicato prima della puntata, sulla base dei post pubblicati sulla pagina Facebook, dove attualmente compare quella che appare come una “difesa” dal titolo ‘Per la Precisione’, che riporta i documenti e i materiali usati per costruire i reportage. Ammesso e non  concesso che siano tutti quelli accreditati sulla difficile tematica.
Ora, a puntata avvenuta, possiamo parlare davvero di un vero e proprio spot pro-OGM. Ma quali sono state le omissioni e le contraddizioni più evidenti? Abbiamo contattato le associazioni del bio per farcelo spiegare.
Vincenzo Vizioli, Presidente di AIAB, che ha anche indirizzato una lettera a Presa Diretta, commenta:
[…] siamo davvero rimasti sconcertati guardando la puntata di Presa Diretta di ieri sera dal titolo’Chi ha paura degli OGM?’ […] Uno spot  pro OGM,  senza  se  e  senza ma. Nonostante  avessimo  chiesto  con  largo anticipo e attraverso varie forme di essere ascoltati. Nella  puntata  di  ieri  si  è  giocato  inoltre  molto  sulla  confusione.  Accettando affermazioni che nulla hanno a vedere con la scienza, come quella che gli OGM sono stati  prodotti  dalla  naturale  evoluzione  delle  specie,  e  anche  cadendo  in  continue contraddizioni.  
Ma  sono  tutti  matti  allora  i  cittadini/consumatori,  ambientalisti  e  produttori,  rappresentati  da  oltre  40  associazioni,    tra  cui  Coldiretti,  CIA, Slow  Food, Legambiente,  Wwf  ecc…  che  sono  contrari  agli  Ogm?  
Sono  tutti  “traditori  della scienza” i ricercatori che non  credono negli  organismi  geneticamente  modificati come  soluzione  per  sfamare  il mondo?  Sono  tutti  incoscienti  e  “affossatori”  della libera  ricerca  scientifica  i  politici  che  hanno  vietato  la  coltivazione  di OGM?  Sono tutti autolesionisti gli agricoltori che vogliono salvaguardare i loro terreni praticando metodi biologici e di tutela della biodiversità? É contro la scienza chi ricorda che il polline vola e contamina chi per norma non deve contenere OGM?
Come mai nessuno di questi agricoltori è stato interpellato? Eppure non è difficile trovarli. Come mai l’unico agricoltore biologico intervistato era americano? Gli USA, sul  biologico, si sa, non  hanno  le  nostre  garanzie e  le  nostre  tutele,  anzi  fanno saltare gli accordi commerciali se qualcuno osa chiedere l’inserimento dell’obbligo di dichiarazione in etichetta.
[…] il  biologico  e  l’agricoltura  sostenibile possono sfamare il mondo,  salvaguardando  l’ambiente  e  contrastando  i  cambiamenti  climatici senza aggredire  la  salute dei  consumatori. Perché  non ha  intervistato nessuno di questi scienziati? Anche  loro  sono  facili  da  trovare,  il  loro  indirizzo  email  è  su  internet  e rispondono subito. 
Lo sapete  che  la  fame non  è  causata dalla  scarsità di  cibo ma dalla difficoltà per  i poveri  di  accedervi,  proprio  perché  poche  multinazionali  controllano  tutto  il mercato mondiale? Insomma, i buchi di informazione e le contraddizioni sono stati davvero troppi. […].
OGM PresaDiretta1
Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, ci ha detto:
É stata una puntata a senso unico, che ha ignorato il fatto che se esistono normative stringenti di coesistenza e 19 Paesi UE che vietano la coltivazione a livello europeo non si tratta di preoccupazioni di tipo “oscurantista”, ma di evidenza di rischi per la biodiversità naturale e agricola per le coltivazioni che devono essere esenti da OGM per legge (biologico e tipico) con una coesistenza non gestibile nel contesto territoriale e produttivo tipico di un’agricoltura come quella italiana (piccole aziende e molto diversificate).
Gli OGM sono stati indicati come l’unica soluzione per ridurre l’utilizzo dei pesticidi, salvaguardare le produzioni tipiche e sfamare il Pianeta, non tenendo in alcun conto l’alternativa del modello agricolo e alimentare biologico, definito una “industria” al pari di quella alimentare convenzionale. Tutto questo non tenendo conto di quanto dicono le istituzioni internazionali come la FAO e del dibattito che si è tenuto in EXPO a Milano fino a pochi mesi fa.
La puntata ha evidenziato l’assurdità della situazione italiana: se è vero che è stata impedita la ricerca in pieno campo degli OGM (ma non in laboratorio, come si è visto anche nel servizio) non si può certo dire che nel contempo i Governi nazionali e regionali abbiano dirottato i fondi verso la ricerca in agroecologia e produzione biologica.
Non avere evidenziato questa follia, che ha bloccato il Paese su entrambi i versanti, anzichè porre  la politica di fronte alle sue vere “non scelte” ha trasformato la puntata solo in uno spot pro OGM, privo di contraddittorio e di utilità, ma solo finalizzato a attaccare il ministro Martina e il vasto fronte di organizzazioni e imprese che fanno ricerca e economia senza OGM.
La puntata di Presa Diretta del 28 febbraio è disponibile a questo link

Roberta De Carolis 

fonte: http://www.greenbiz.it/