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Dagli scarti della lana, coperture e fertilizzanti per l’agricoltura

È l’idea “circolare” alla base di Lokalana, progetto vincitore dell’hackathon “Onda Z @ Klimahouse 2021”. Una soluzione che permetterebbe di abbattere gli sprechi soprattutto nei territori più legati alla produzione e lavorazione di questa fibra tessile





Utilizzare gli scarti della lana per creare coperture e fertilizzanti per il mondo agricolo, sfruttando le proprietà naturali di questa fibra. Così l’industria tessile potrebbe aggiungere un ulteriore mattoncino al suo percorso di “circolarizzazione“. L’idea è di un gruppo di giovanissimi studenti della facoltà di Design della Libera Università di Bolzano, vincitori dell’hackathon “Onda Z @ Klimahouse 2021”. Si tratta della seconda edizione della maratona progettuale, organizzato da Onde Alte, B Corp e dal laboratorio multidisciplinare di innovazione sociale. L’evento ha impegnato oltre 60 partecipanti – ragazzi dai 19 ai 30 anni – in una sfida comune: proporre idee e progetti con cui affrontare la crisi climatica.

Dopo 3 giorni di lavori, la giuria ha premiato Lokalana, un’innovativa soluzione per abbattere lo spreco della lana. Problema particolarmente sentito in territori come l’Alto Adige, dove si contano ogni anno oltre 60 tonnellate di questa fibra destinate ai rifiuti.
L’idea di Lokalana

L’idea di Lokalana Sto arriva dal team Cyclops, composto da 2 ragazzi e 4 ragazze della Libera Università di Bolzano. Cuore del progetto, il riciclo degli scarti di lana per creare nuovi prodotti. Una volta degradata, la materia prima, infatti può essere utilizzata come fertilizzante; o come elemento di protezione per il suolo secondo la pacciamatura, tecnica utilizzata per mantenere il terreno caldo nel periodo invernale e fresco in estate, riducendo la necessità di annaffiare. La copertura è pensata per proteggere le coltivazioni dagli sbalzi di temperatura e dai raggi UV.

Il team Cyclops ha vinto un percorso di consulenze per lo sviluppo del progetto con NOI techpark di Bolzano. Si tratta dell’Hub dell’innovazione dell’Alto Adige dove Aziende, Istituti e Università collaborano a nuovi progetti di ricerca e sviluppo.

La giuria di Onda Z ha riservato anche una menzione speciale al team Puerto Escondido. Il gruppo, con il progetto Io USO sfUSO, ha proposto la creazione di una rete di piccoli produttori locali, partendo dalla realtà territoriale di Varese, per incentivare comportamenti sostenibili e l’acquisto di prodotti sfusi da parte del consumatore.

fonte: www.rinnovabili.it


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Una casa stampata in 3D? C’è già una mega-stampante capace di farlo!















Immaginatevi una stampante 3D grande come un furgone, che elabora fino a 4.2 Terabyte di dati con una risoluzione di 16.000x40.000 pixel. Invece della solita plastica, la stampante sparge un legante per cemento in una cassaforma di sabbia, strato dopo strato: una volta asciutto e solidificato, l’oggetto in cemento da 2x1m “emerge” dal resto della sabbia, che si può riutilizzare.

I diversi oggetti ottenuti si incastrano perfettamente l’uno nell’altro e possono essere combinati in cantiere con estrema facilità. Il risultato? Risparmi di materiale fino all’80% e l’abbattimento dei tempi di lavorazione.

Questo è solo uno dei progetti che il team coordinato da Benjamin Dillenburger ha sviluppato nei laboratori EMPA e EA-WAG dell’ETH di Zurigo. Le tecnologie prodotte in laboratorio vengono poi testate all’interno della "DFAB HOUSE" – NEST BUILDING, un edificio che si trova a Dübendorf, a pochi chilometri da Zurigo, che si può visitare su appuntamento.

Nel suo intervento del 23 gennaio 2020 a Bolzano, nell’ambito del Klimahouse Congress, Dillenburger non ha parlato solo di stampanti 3D, ma anche di altre importanti innovazioni che sono già realtà. Ad esempio una parete ondulata in calcestruzzo armato realizzata con la tecnologia mesh mould, dove un robot costruisce autonomamente una maglia in acciaio che funge da cassaforma e rinforzo, dove poi il cemento viene gettato e rifinito a mano.

Il solaio posto sopra questa struttura è stato realizzato con gli elementi in cemento stampanti in 3D. Invece del vetro poi, per delle pareti trasparenti sono stati utilizzati dei telai in legno riempiti di aerogel, il materiale conosciuto più leggero al m³ perché composto di gel e gas speciali, che è trasparente e altamente isolante.

“Ogni anno, in seguito all’urbanizzazione spinta a livello globale” ha sostenuto Dillenburger “viene costruita una nuova superficie urbana delle dimensioni di Parigi.” Dato che l’industria edile ha ancora oggi uno dei più bassi tassi di produttività e automazione, a fronte di costi altissimi, secondo Dillenburger sarà necessario nei prossimi anni digitalizzare quanto più possibile l’intera catena dei processi produttivi, passando dal semplice BIM il Building Information Modeling al FIM, il Fabrication Information Modeling.

“Sarà anche la carenza di risorse che ci costringerà a farlo, se pensiamo che negli ultimi 3 anni la Cina da sola ha utilizzato più cemento che non gli USA in tutto il XX° secolo” ha aggiunto Dillenburger. Il contenimento del consumo di materiali, l’uso di prefabbricati “intelligenti” e la diversificazione delle soluzioni già in fase di progettazione sono gli strumenti per creare una nuova cultura edilizia digitale – “eine digitale Baukultur” come ha detto testualmente Dillenburger.

I laboratori di Zurigo però guardano già al futuro: in programma ci sono nuovi software per potenziare i processi creativi, la stampa 3D di componenti per scale e coperture, l’utilizzo di nuovi estrusi ancora più performanti e la stampa senza cassaforma.


Image credits: Gramazio Kohler Research, ETH Zurich or Keystone/Christian Beutler

fonte: https://www.fierabolzano.it


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Material Matters, l’edilizia circolare secondo Thomas Rau e Sabine Oberhuber

«Il passaporto dei materiali permetterebbe di poterli inventariare in anticipo consentendo a progettisti e costruttori di adattare le proprie tecniche in modo da rendere l’intero edificio “smontabile”»
Thomas Rau















«Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista». Con questa citazione di Kenneth Boulding, lui stesso economista ma anche poeta, si apre “Material Matters – L’importanza della materia” (Edizioni Ambiente), il libro con cui gli architetti Thomas Rau e Sabine Oberhuber propongono un modello alternativo a quella che definiscono «l’economia del sovrasfruttamento». Un volume caratterizzato da un approccio pragmatico e privo di preconcetti o ideologie, che parte da una considerazione: la Terra è un sistema chiuso sul quale la nostra presenza è temporanea, ma non lo sono gli effetti delle nostre azioni.
Rau, che ha presentato la sua pubblicazione in apertura di una conferenza sull’edilizia circolare tenutasi a Roma lo scorso 27 febbraio, ha più volte sottolineato che «la circolarità non significa sostenibilità 2.0. Si tratta di qualcosa di completamente diverso perché mentre quest’ultima cerca di ottimizzare il modello odierno, la prima dà vita ad un sistema nuovo. La stessa sharing economy non porta necessariamente ad una riduzione dei consumi. Un esempio viene da New York dove “grazie” ad Uber e altre applicazioni simili, il numero di veicoli è aumentato di 100mila unità».
Ma in che modo si può avviare la transizione verso l’economia circolare? La soluzione che i due progettisti hanno individuato passa attraverso due livelli: uno culturale e uno tangibile. Il primo consiste in una vera e propria rivoluzione nel modo stesso di concepire i materiali. «Se i prodotti vengono offerti solo come servizi – scrivono Rau e Oberhuber – i consumatori non sono più proprietari ma semplici acquirenti. Una volta scaduto il contratto, i materiali di cui è fatto un oggetto vengono restituiti ai produttori. Per le imprese ciò comporterebbe un’estensione di responsabilità che si dilaterebbe fino a riguardare tutto il ciclo vitale di un manufatto». In pratica, quello che i due autori propongono è un modello definito “Turntoo” nel quale il consumatore paga per la prestazione fornita dal prodotto che però, diversamente da quanto accade oggi, rimane di proprietà di chi lo ha realizzato. In questo modo, i produttori avrebbero tutto l’interesse a garantire la massima durata di un oggetto, al contrario di quanto accade oggi. Gli stessi autori di Material Matters sottolineano come questa cambio di approccio aiuterebbe a ridurre gli sprechi, ma non li eliminerebbe.
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, nel libro si propone la creazione di un vero e proprio “passaporto dei materiali” con funzioni simili ad una carta d’identità che ne indichi le caratteristiche e ne permetta il suo completo riutilizzo, evitando che diventi un rifiuto. «Applicando questo concetto all’edilizia si avrebbe la possibilità di inventariare i materiali in anticipo – ha evidenziato Rau – rendendo possibile a progettisti e costruttori di adattare le proprie tecniche in modo da rendere l’intero edificio “smontabile”. In questo modo si annullerebbero gli sprechi, con i manufatti che potrebbero essere recuperati e reinseriti in un nuovo processo produttivo senza perdere valore. L’ultimo tassello? Il Matasto ( dall’unione di “catasto” e “materiale”). Ovvero una grande banca dati virtuale, accessibile e centralizzata, dove tutti i soggetti pubblici e privati del settore, possono registrare l’identità e l’ubicazione temporanea dei materiali, ma non solo. Non si tratta di una idea bella ma irrealizzabile, perché questo grande archivio esiste già ed è in continua evoluzione. Funziona in maniera semplice: se ho un progetto definito e lo immetto nel database, il software lo codifica e restituisce l’inventario dei materiali necessari. È diffuso in 10 nazioni in tutto il mondo, e nei soli Paesi Bassi abbiamo due milioni di mq di spazi che sono già stati inseriti nel database. In Italia ne stiamo discutendo con la Klimahouse di Bolzano per avviare una collaborazione su tutto il territorio».
Ma come è nata questa idea? «Tutto è nato dall’intuizione che i materiali, come le persone, non hanno una identità – ha raccontato Rau – fino a quando non hanno un passaporto. Una volta indicati gli elementi in grado di definire le caratteristiche dei materiali, abbiamo capito che era necessario dar vita ad un contenitore. Una sorta di “biblioteca” composta da volumi da poter consultare o, all’occorrenza, prendere in affitto. Il primo progetto che abbiamo realizzato utilizzando la piattaforma del Madasto (in inglese Madaster) è stato, nel 2011, un piccolo municipio. E sapete qual è stata la prima azienda a visitare questo esempio concreto di circolarità in edilizia? La Google».
fonte: http://www.ppan.it

Klimahouse 2019, dai pannelli acustici in lana riciclata al primo tetto solare modulare, i premi all’innovazione

Si chiude Klimahouse 2019 a Fiera Bolzano con protagoniste centinaia di aziende e startup. Premiati i prodotti e sistemi che stanno rivoluzionando l’edilizia sostenibile, sempre più rinnovabile e circolare.















Le realtà più innovative nei campi dell’efficienza energetica e del risanamento in edilizia sono state protagoniste di Klimahouse 2019, la fiera internazionale dedicata alla progettazione sostenibile che si è tenuta a Fiera Bolzano dal 23 al 26 gennaio. 450 aziende e 25 startup – queste ultime riunite nello Startup village, vera e propria cittadella dell’innovazione – si sono confrontate per presentare materiali innovativi, tecniche di costruzione all’avanguardia, progetti di edilizia, architettura e mobilità sostenibile, e di smart city. Alcune si sono distinte per i loro prodotti e sistemi, vincendo i premi assegnati nel corso di Klimahouse per un montepremi complessivo di 30mila euro in servizi.
















Klimahouse Startup Award, chi ha vinto

Partendo da pannelli acustici realizzati riciclando la lana delle pecore tirolesi. Il prodotto Whisperwool della startup austriaca, più precisamente di Innsbruck, Tante Lotte Design è un’applicazione nuova e ingegnosa che usa materiali di scarto in ottica di economia circolare. Per questo è stata scelta come vincitrice del Klimahouse Startup Award, promosso da Fiera Bolzano, dal parco scientifico Noi Techpark e da Blum, realtà specializzata nella comunicazione dell’innovazione. La finale si è tenuta il 25 gennaio proprio al Noi Techpark, il nuovo distretto dell’innovazione altoatesino che mette insieme centri di ricerca, laboratori e imprese innovative. “Le green technologies rappresentano uno dei settori chiave su cui Noi Techpark investe nella convinzione che siano centrali sia per il futuro dell’Alto Adige che per quello del Pianeta”, ha commentato il direttore servizi, Hubert Hofer.









I vincitori di Klimahouse Trend e dei premi speciali

Oltre a una forte presenza di startup, centinaia di altre imprese impegnate a rendere il comparto dell’edilizia sempre più efficiente e sostenibile hanno animato Klimahouse. Di queste, 53 si sono candidate per i premi di Klimahouse Trend, promossi da Fiera Bolzano e dal Politecnico di Milano, e assegnati da una giuria di esperti presieduta da Niccolò Aste, professore ordinario del Politecnico. A vincere il premio assoluto e quello della categoria Innovation, dedicata alla ricerca industriale e tecnologica, è stata l’azienda Ecosism per il Geniale cappotto sismico, prodotto che abbina la sicurezza sismica e l’isolamento termico ottimizzando i costi. Per mettere in risalto sistemi capaci di rispondere tempestivamente a esigenze particolarmente attuali, nella categoria Timely è stata scelta Wood Beton con Be three, nuovo sistema costruttivo che prevede l’uso del legno abbinato al cemento e rende le strutture smontabili. Infine, è stato Powerwall 2 di Tesla, la batteria domestica che permette di accumulare energia rinnovabile diventata punto di riferimento del settore, ad aggiudicarsi il primo posto nella categoria Widespread, dedicata a prodotti e sistemi altamente competitivi.









Per dare ancora più spazio e visibilità alle eccellenze nei campi della progettazione e dell’edilizia green sono stati assegnati anche tre premi speciali. Quello promosso dall’Agenzia Casa Clima, ente della provincia di Bolzano per l’efficienza energetica e la qualità costruttiva, è andato a My Warm, azienda austrica che ha creato un sistema che bilancia le spese del riscaldamento e le emissioni di CO2. Di nuovo protagonista una realtà emergente con il premio speciale di Bim Object, impresa leader nello sviluppo di software per l’edilizia, assegnato a Mas Roof, startup di Oderzo, in provincia di Treviso, incubata al Noi Techpark e autrice del primo tetto modulare con pannelli solari integrati.

Klimahouse 2019, il voto del pubblico

Infine, la voce dei visitatori è stata messa al centro con il premio del pubblico. Tra le oltre 500 preferenze espresse, è stata votata Cool Roof Company, realtà di Modena specializzata in vernici che, riflettendo la luce solare, riducono il surriscaldamento degli edifici. Un chiaro segnale che la filosofia cardine dell’edilizia sostenibile e di questa fiera – costruire bene per vivere bene – è un’esigenza concreta a cui sempre più cittadini decidono di rispondere quando fanno scelte che riguardano il loro ambiente più intimo, la casa.
fonte: https://www.lifegate.it

Klimahouse 2019, i temi e i protagonisti della nuova edizione

















In un momento in cui il web e il contatto virtuale la fanno da padroni, affermandosi come le principali modalità per ottenere e scambiare informazioni, un evento come Klimahouse 2019 (Fiera Bolzano, 23-26 gennaio 2019) torna a dimostrare l’importanza dello scambio diretto e dell’incontro personale, anche nel settore professionale. A ribadirlo Claudio Corrararativicepresidente Fiera Bolzano e presidente Cna Trentino Alto Adige: “In un mondo sempre più digitale, dove si può ‘essere’ dappertutto senza muoversi, è proprio in un posto come la fiera che si innescano rapporti diretti e una comunicazione efficace”. L’occasione per incontrare lui e gli altri organizzatori di Klimahouse 2019 è stato ancora una volta un evento “dal vivo”: il Klimahouse Camp, convocato a Milano il 10 ottobre scorso.
Un’opportunità per scoprire le novità della quattordicesima edizione della fiera internazionale per l’efficienza energetica e il risanamento in edilizia e dialogare con esperti del settore su alcune delle tematiche che saranno protagoniste quest’anno a Klimahouse. In primis, lo sforzo di fare chiarezza su “cosa è davvero smart” in edilizia e, contemporaneamente, dando spazio al tema dell’innovazione e delle start up, che riceveranno una maggiore attenzione, diventando ancor più protagoniste della manifestazione.
Klimahouse Camp 2018, Milano
Nel corso del Klimahouse Camp 2018 gli organizzatori hanno anticipato e introdotto le tamatiche e i protagonisti di Klimahouse 2019 Milano © MarcoParisi

Klimahouse 2019, si punta sull’innovazione

Fare rete e innescare un circolo virtuoso tra aziende, professionisti e start up, con una ricaduta positiva sull’intero settore e sulla società è, da sempre, il principale obiettivo di Klimahouse, che nell’edizione 2018 ha visto la partecipazione di 35mila visitatori, 460 espositori su 25.000 mq di area espositiva. Un vero e proprio crocevia nazionale e internazionale, dedicato a chi si occupa tutti i giorni di temi quali l’ambiente, l’efficienza energetica, la riqualificazione e la green technology. “Dall’Alto Adige alla Lombardia, fino al sud Italia, l’esperienza di Klimahouse ci ha insegnato negli anni che è possibile affrontare ogni tipo di sfida”, ha affermato Thomas Mur, Direttore di Fiera Bolzano nel corso di Klimahouse Camp, “Ogni azione parte dall’osservazione di un contesto. Lo scopo del Camp è proprio questo. Riflettere, per agire. La stessa Fiera in questi mesi sta ripensando al proprio modello: vogliamo puntare sempre di più sull’innovazione e sulla riqualificazione anche dello spazio fisico. Perché le nuove idee germogliano anche in un evento dove tutti gli ospiti e gli espositori sono in grado di vivere bene e di sentirsi partecipi”.
Klimahouse Congresso
Il congresso internazionale Casa Clima si terrà dal 23 al 25 gennaio e si focalizzerà sulla progettazione urbana intelligente. © Klimahouse

Congresso Internazionale Casa Clima: temi e ospiti

Appuntamento centrale di Klimahouse 2019 sarà anche stavolta il congresso internazionale Casa Clima, promosso da Fiera Bolzano in collaborazione con l’Agenzia CasaClima (che sono anche i due promotori della fiera stessa). Il programma quest’anno avrà più spazio, sviluppandosi su tre giorni (23-25 gennaio) e si focalizzerà sulla progettazione urbana intelligente, con esperti nazionali e internazionali e case history di successo, che parleranno di smart materials, smart buildings e smart cities. “Si parla spesso di futuro smart dell’edilizia, ma occorre fare oggi un passo in più e dettagliare nella pratica l’immenso significato di questa parola”, ha commentato Thomas Mur. “Uno sviluppo davvero intelligente del comparto deve tenere conto di tutto lo sviluppo della filiera. Dai materiali impiegati allo sviluppo dei progetti, dalla pianificazione urbana alla mobilità”.
Tra gli ospiti internazionali più attesi ci saranno: Thomas Rau, visionario architetto dell’economia circolare, e Gideon Maasland, uno dei progettisti del rivoluzionario quartiere dell’Amsterdam Valley, e la statunitense Amanda Sturgeon, fondatrice del Biophilic Design un protocollo di certificazione per le case che si rigenerano da sole, basato sul principio della necessità di creare una relazione armonica tra persone e natura.
thomas mur fiera bolzano klimahouse camp
Il direttore di Fiera Bolzano al Klimahouse Camp 2018. moderato da Maria Chiara Voci © Marco Parisi

Aperto il concorso Klimahouse Trend 2019

Un’occasione interessante e aperta a tutti gli espositori di Klimahouse 2019 è Klimahouse Trend, un concorso ideato da Fiera Bolzano in collaborazione con il Politecnico di Milano, che mira a “promuovere e valorizzare le soluzioni più innovative per una progettazione sostenibile ed efficiente e offrire nuovi impulsi al settore del green building”. Giunta alla sua nona edizione, l’iniziativa mette in palio tre diplomi di merito e altrettanti pacchetti premi del valore di cinquemila euro in visibilità e partecipazione ad iniziative messe a punto dal Politecnico di Milano. Le aziende interessate potranno iscriversi inviando la propria candidatura entro il 14 dicembre 2018 a klimahouse@admirabilia.it. La valutazione delle candidature sarà a cura della giuria di esperti del settore energia-edificio-ambiente.

“L’uomo al centro” dello Startup Award 2019

Come detto, le aziende emergenti riceveranno un’attenzione particolare nel corso della quattordicesima edizione di Klimahouse. “Abbiamo riscontrato un forte interesse nelle due passate edizioni della fiera e in particolare l’anno scorso”, ha spiegato a Milano il direttore Fiera Bolzano Thomas Mur, “Perciò abbiamo deciso di triplicarne il numero e di collocarle nella galleria centrale della fiera, dove abbiamo anche rinnovato gli spazi. Si respirerà ancora di più l’aria di Alto Adige”. Qui loStartup Village diventarà dunque una vera e propria cittadella dell’innovazione con quattro giornate di “vetrina”, con incontri tematici tra startup, imprese e partner strategici. Torna anche lo Startup Award 2019 che avrà un montepremi complessivo in servizi di trentamila euro e propone come tema “The Human Factor”: premiando dunque il progetto che saprà focalizzarsi in modo particolare “sulle conseguenze per l’uomo delle tecnologie dedicate allo smart building, allo smart living e alla smart city”.
“Vogliamo dare spazio all’innovazione che mette al centro l’uomo e in particolare il suo habitat”, ha spiegato Thomas Mur,”Costruire in armonia con la natura fa parte del dna altoatesino: uomo e ambiente sono protagonisti simbiotici del nostro ecosistema, che ha visto l’apertura, lo scorso ottobre, del Noi (Nature of innovation) Techpark, il primo parco scientifico che si ispira alla natura. Un luogo dove imprese e centri di ricerca, startup e università, lavorano in maniera sinergica per costruire un futuro migliore e sostenibile per tutti”. Oltre al premio principale tornerà anche il premio speciale dell’Agenzia CasaClima, mentre, novità di quest’anno, sarà il premio del pubblico, che potrà votare durante le giornate di fiera la sua start up preferita. A promuovere l’iniziativa quest’anno è anche International Living Future Institute, organizzazione non governativa nata a Seattle, che dal 2006 promuove Living Building Challenge, il più rigoroso e avanzato standard di certificazione di sostenibilità che si applica all’ambiente costruito. Il bando per candidarsi è ufficialmente aperto.
fonte: https://www.lifegate.it

KLIMAHOUSE2018














Un ricco programma quello promosso da Fiera Bolzano per l’edizione 2018 di Klimahouse 2018, di cui Nonsoloambiente è Media Partner.
Moltissimi gli eventi in cui si parlerà di edilizia,  di tecnologie utili per il risparmio energetico e di progettazione di edifici efficienti dal punto di vista energetico, senza tralasciare la componente estetica con focus su design e arredamento sostenibile. Tematiche strategiche per quanto riguarda l’uso di materiali sostenibili, considerate anche le ultime novità normative come i Criteri Ambientali Minimi inseriti nel D.Lgs 50/2016.
A partire da mercoledì 24 gennaio, fino al 27 gennaio, si potranno visitare gli oltre 400 espositori presenti nell’area fiera di Klimahouse 2018. Dunque un lungo weekend sostenibile per tutti i partecipanti.
Qui i dettagli del programma.

fonte: http://nonsoloambiente.it

Dalla startup Ricehouse, bioedilizia con gli scarti del riso

L’azienda sceglie il palco di Klimahouse per presentare 4 prodotti edili creati dalla valorizzazione dei prodotti secondari della coltivazione del riso






















Gli scarti del riso trovano nuova vita nella bioedilizia. Nascono infatti direttamente dalla paglia e dalla lolla di questo cereale quattro nuovi prodotti per l’edilizia naturale in grado di  apportare significative migliorie energetiche a chi sta per ristrutturare o realizzare casa. A crearli è stata la giovane società piemontese “Ricehouse”, oggi tra le 10 finaliste dell’edizione 2018 di “Klimahouse Startup Award. E sarà proprio dagli stand della celebre fiera dell’eco-edilizia (dal 24 al 27 gennaio 2018) che Ricehouse mostrerà come sia possibile migliorare l’efficienza energetica degli edifici mettendo al primo posto l’attenzione per la natura. La startup, – fondata dall’ architetto Tiziana Monterisi dopo 15 anni di ricerca ed esperienza nel campo dell’architettura naturale, presenterà in anteprima quattro nuovi prodotti dedicati al mondo della bioedilizia e del risparmio energetico ed ottenuti grazie al riciclo dello scarto della lavorazione del riso: dal telaio in legno e paglia, a speciali intonaci, malte e massetti.

I quattro prodotti per la bioediliza nati dagli scarti del riso

RH 100, un intonaco per isolamento termico e acustico con notevoli proprietà igrotermiche e formulato unicamente con materie prime di assoluta qualità, come la calce naturale e la lolla di riso. Riduce l’inquinamento indoor assorbendo la CO2 interna, garantendo un miglior comfort abitativo ed un risparmio economico sul riscaldamento.

RH 200, un intonaco di finitura colorato, a base di calce naturale e pula di riso con un’elevata capacità di evaporazione dell’umidità delle murature.

RH 300un massetto alleggerito. Si tratta di un sottofondo ad elevato isolamento termico e acustico utilizzato come riempimento e livellamento su solai di legno e solai tradizionali in laterocemento.

RISORSA, nato dalla collaborazione tra Novellocase e RiceHouse, è un brand che promuove lo sviluppo e la diffusione di case prefabbricate in legno e paglia di riso. Il progetto è stato il primo in Italia ad aver industrializzato il processo di fabbricazione di telai in legno e paglia precompressa, al fine di realizzare case con elevatissime prestazioni energetiche che rispettano gli standard passivi. I materiali utilizzati sono esclusivamente di origine naturale e provenienti da filiera corta.

fonte: www.rinnovabili.it

KLIMAHOUSE 2016 - Come costruire una casa clima

Ma come si costruisce veramente una CasaClima? L'Ing. Oscar Stuffer ci guida nella costruzione di una CasaClima, illustrandoci a cosa fare attenzione, dalle fondamenta al tetto. 







Fiera Bolzano