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Dagli scarti della lana, coperture e fertilizzanti per l’agricoltura

È l’idea “circolare” alla base di Lokalana, progetto vincitore dell’hackathon “Onda Z @ Klimahouse 2021”. Una soluzione che permetterebbe di abbattere gli sprechi soprattutto nei territori più legati alla produzione e lavorazione di questa fibra tessile





Utilizzare gli scarti della lana per creare coperture e fertilizzanti per il mondo agricolo, sfruttando le proprietà naturali di questa fibra. Così l’industria tessile potrebbe aggiungere un ulteriore mattoncino al suo percorso di “circolarizzazione“. L’idea è di un gruppo di giovanissimi studenti della facoltà di Design della Libera Università di Bolzano, vincitori dell’hackathon “Onda Z @ Klimahouse 2021”. Si tratta della seconda edizione della maratona progettuale, organizzato da Onde Alte, B Corp e dal laboratorio multidisciplinare di innovazione sociale. L’evento ha impegnato oltre 60 partecipanti – ragazzi dai 19 ai 30 anni – in una sfida comune: proporre idee e progetti con cui affrontare la crisi climatica.

Dopo 3 giorni di lavori, la giuria ha premiato Lokalana, un’innovativa soluzione per abbattere lo spreco della lana. Problema particolarmente sentito in territori come l’Alto Adige, dove si contano ogni anno oltre 60 tonnellate di questa fibra destinate ai rifiuti.
L’idea di Lokalana

L’idea di Lokalana Sto arriva dal team Cyclops, composto da 2 ragazzi e 4 ragazze della Libera Università di Bolzano. Cuore del progetto, il riciclo degli scarti di lana per creare nuovi prodotti. Una volta degradata, la materia prima, infatti può essere utilizzata come fertilizzante; o come elemento di protezione per il suolo secondo la pacciamatura, tecnica utilizzata per mantenere il terreno caldo nel periodo invernale e fresco in estate, riducendo la necessità di annaffiare. La copertura è pensata per proteggere le coltivazioni dagli sbalzi di temperatura e dai raggi UV.

Il team Cyclops ha vinto un percorso di consulenze per lo sviluppo del progetto con NOI techpark di Bolzano. Si tratta dell’Hub dell’innovazione dell’Alto Adige dove Aziende, Istituti e Università collaborano a nuovi progetti di ricerca e sviluppo.

La giuria di Onda Z ha riservato anche una menzione speciale al team Puerto Escondido. Il gruppo, con il progetto Io USO sfUSO, ha proposto la creazione di una rete di piccoli produttori locali, partendo dalla realtà territoriale di Varese, per incentivare comportamenti sostenibili e l’acquisto di prodotti sfusi da parte del consumatore.

fonte: www.rinnovabili.it


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Il commissario alla salute Ue: “I pesticidi sono semplicemente insostenibili”


















Stella Kyriakides, non molla di un centimetro, anzi, sui pesticidi rilancia. Dopo l’audizione (riportata dal Salvagente) che aveva portato l’Europarlamento a confermargli l’incarico a commissario per la salute e la sicurezza alimentare lunedì ha usato la mano ancora più pesante sui pesticidi, fertilizzanti e antibiotici.

Secondo quanto riportato da Euractive, la commissaria ha spiegato che: “La dipendenza dai pesticidi non è semplicemente sostenibile. È dannosa per il nostro pianeta e per i nostri cittadini”.

Da quanto riporta Euractive gli obiettivi sarebbero stati fissati in una riduzione dei pesticidi del 50%, anche se nella versione finale del Green Deal europeo comunicata proprio l’11 dicembre, non si parla di obiettivi ma di un “aumento del livello di ambizione per ridurre significativamente l’uso e il rischio di pesticidi chimici, nonché l’uso di fertilizzanti “.Nel delineare il Green Deal europeo ha ammesso che “I pesticidi sono una delle maggiori preoccupazioni per i nostri cittadini e sono fermamente convinta che possiamo ridurre il loro uso e i loro rischi nell’UE”.

Scontentate le potenti lobby dei BigPesticides (che immaginiamo facilmente non rimarranno con le mani in mano a Bruxelles), Kyriakides ne ha avute anche per allevamenti e antibiotici.

“Il numero di antimicrobici utilizzati negli allevamenti animali e nel settore sanitario ha portato a uno dei maggiori problemi globali che affrontiamo oggi, ovvero la resistenza antimicrobica (AMR), che ha un impatto sulla salute umana”, ha affermato.

“Ciò che è salutare per il nostro pianeta è salutare anche per i nostri cittadini”, è stata la sua conclusione.

fonte: https://ilsalvagente.it

Con progetto Chimera letame polli diventa ricchezza

Trasforma in modo pulito la pollina in energia e fertilizzante




















Si chiama Chimera, ed è un'idea destinata a rivoluzionare il settore dell'allevamento, in particolare quello avicolo, utilizzando la pollina, il letame dei polli, come fertilizzante e energia. Il progetto è stato pensato dall'azienda 3P Engineering di Chiaravalle che ne ha presentato due prototipi in anteprima, uno nello stabilimento Fileni di Osimo, l'altro in quello Lorenzetti, a Castelfidardo, in provincia di Ancona. I prototipi sono stati installati anche grazie all'autorizzazione da parte della Regione Marche. Il progetto è stato scelto dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Life, dedicato alle nuove iniziative per le politiche ambientali e climatiche di interesse comunitario. L'obiettivo principale di Chimera è di realizzare un impianto pilota per lo smaltimento totale della pollina. La biomassa può essere utilizzata per realizzare fertilizzante di ottima qualità e allo stesso tempo generare energia, termica ed elettrica, per il sostentamento dell'azienda avicola stessa. Lo smaltimento della pollina nei Paesi Ue impatta per 25 milioni di tonnellate l'anno di gas serra, 0,48 milioni di tonnellate di ammoniaca e 100 mila tonnellate di metalli pesanti (senza considerare il trasporto) con costi che vanno dai 10 ai 22 a tonnellata (per un totale di circa 2 miliardi di euro l'anno per tutti e 152 milioni di tonnellate di letame prodotto). Dopo i prototipi di Osimo e Castelfidardo, sarà realizzato entro il 2019, un impianto pilota completo in Olanda, negli allevamenti Renders&Renders, partner di 3P Engineering nel progetto Europeo Chimera, capace di riutilizzare il 100% della pollina negli stessi stabilimenti in cui è prodotta, eliminando quindi anche il problema del trasporto e con la possibilità di produrre energia. 3P Engineering è nata come start up nel 2002 vincendo il premio E-Capital: ha già 31 brevetti registrati e un fatturato annuo di 2 milioni di euro (+10%).

fonte: www.ansa.it

Il posacenere Cindy, che trasforma i mozziconi di sigarette in fertilizzante

Esteticamente gradevole e soprattutto funzionale: è l'ecoposacenere Cindy, che trasforma una cattiva e malsana abitudine in nutrimento per le piante


















POSACENERE CINDY
Ogni giorno sono milioni i mozziconi di sigaretta gettati a terra lungo le strade delle nostre città e a volte purtroppo anche nei parchi pubblici: una cattiva abitudine che reca danni non solo al decoro cittadino ma anche e soprattutto all’ambiente.

ECOPOSACENERE CINDY
Il posacenere è dotato di un particolare sistema che raccoglie la cenere delle sigarette e la trasforma in fertilizzante per la piantina. La cenere quindi da scarto nocivo si trasforma in strumento che favorisce la crescita delle piante.

FERTILIZZANTE DALLA CENERE
Un posacenere che trasforma i mozziconi di sigaretta in fertilizzante per le piante, utile all’ecosistema e anche bello da vedere: questa eco-invenzione si chiama Cindy ed è stata progettata da un gruppo di designer francesi radunati sotto il nome di Mademoiselle Jean Claude.
Schermata 2017-08-21 alle 16.05.28
Per trovare una soluzione a questo triste spettacolo, il gruppo di designer ha sviluppato questo particolare posacenere alla cui base c’è una piantina. Lo scopo è quello di renderne più gradevole la presenza in casa o lungo le strade, regalando un tocco di verde in più soprattutto all’ambiente urbano: qui si vede un’immagine dell’oggetto in tutta la sua eleganza (fonte immagine).
Schermata 2017-08-21 alle 16.27.55
Bello, di design e amico dell’ambiente, lo speciale posacenere Cindy, è perfetto sia per gli ambienti urbani che per la casa. Questa invenzione ci è particolarmente cara perché ricordare ai fumatori di non buttare in terra i mozziconi delle sigarette é una delle campagne che portiamo avanti da anni.
fonte: www.nonsprecare.it

X Forum Qualenergia, CIB: 'Biogasfattobene è il punto di partenza per una nuova rivoluzione agricola ecosostenibile'

Grazie alla pratica elaborata dal Consorzio Italiano del Biogas l’azienda agricola produce più cibo senza aumentare la superficie coltivabile e riduce le spese: non deve smaltire gli effluenti zootecnici, non deve comprare fertilizzanti chimici, non deve più acquistare carburante per i mezzi



















“Stiamo vivendo una sfida epocale: nutrire un pianeta sempre più sovrappopolato, fornendo l’energia che serve per le infrastrutture, le abitazioni, i trasporti. Il tutto contribuendo a invertire la tendenza al surriscaldamento globale e migliorando la salute umana, sempre più a rischio a causa delle sostanze chimiche che, dal campo, arrivano sulla tavola di ciascuno”. Lo ha dichiarato, Piero Gattoni presidente di CIB Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione, a margine del X Forum QualEnergia, tenutosi oggi nella Sala del Tempio di Adriano nella Camera di Commercio di Roma, dove interveniva  ai tavoli di discussione dedicati a “Efficienza Energetica per l’Agricoltura Biologica” e “Economia circolare ed energia”.
Noi del CIB – ha aggiunto Gattoni – crediamo che l’agricoltura sia il fattore essenziale di quest’equazione così complessa e pensiamo che la strada giusta sia quella del Biogasfattobene®, una piattaforma tecnologica esportabile su larga scala, per prima cosa nel Sud d’Italia dove potrebbe contribuire a un rilancio economico. Per imboccare con decisione questa strada c’è però bisogno di un quadro normativo chiaro: innanzitutto, va sbloccato il decreto interministeriale sul biometano”
“A livello parlamentare – ha segnalato Gattoni – accogliamo con favore la risoluzione a risposta in commissione presentata dall’On. Oliverio e dal Gruppo PD che impegna il governo ad assumere iniziative per valorizzare la produzione di biogas in vista del raggiungimento degli obiettivi della SEN, ad adottare un nuovo regime di incentivazione o a prorogare l’attuale regime, a ridefinire le soglie d’accesso per gli incentivi e a favorire la creazione di collettività di energia locale in relazione alla localizzazione rurale degli impianti a biogas”.
Grazie alla pratica elaborata dal CIB del Biogasfattobene® – che unisce tecniche agricole avanzate e di minimo intervento, doppi raccolti, fertirrigazione e metodi di arricchimento naturale del terreno – l’azienda agricola ritorna al centro dello sviluppo economico, perché produce più cibo senza aumentare la superficie coltivabile (doppi raccolti) e riduce sensibilmente le spesenon deve, infatti, smaltire gli effluenti zootecnici (che diventano prezioso digestato), non deve comprare fertilizzanti chimici (utilizza solo biofertilizzanti autoprodotti), non deve più acquistare carburante per i propri mezzi (usa il biometano che raffina da sé). L’azienda agricola diventa, in questo modo, un’attività carbon negative, perché opera un sequestro attivo del carbonio (sottoforma di biomassa aggiuntiva coltivata) e uno stoccaggio dello stesso nel terreno grazie all’utilizzo del digestato come biofertilizzante. Il digestato si rivela, dunque, una risorsa preziosa perché contribuisce ad arricchire il suolo di elementi nutritivi, rendendolo più resiliente e più produttivo.
“A trarne giovamento è anche la salute di tutti noi, l’abbandono dei fertilizzanti di sintesi significa ovviamente avere prodotti più sani e naturali. A questo proposito – ha concluso Gattoni – CIB e Federbio hanno avviato nelle ultime settimane un tavolo di discussione per ragionare sull’uso del digestato anche nel contesto dell’agricoltura biologica”.

fonte: www.ecodallecitta.it

Luca Mercalli: Un ambiente sempre più inquinato. Meno salute, meno qualità di vita














L’adozione di normative ambientali via via più severe nei paesi del primo
mondo ha indotto un calo delle emissioni di diversi inquinanti, tuttavia l’accumulo
di sostanze pericolose per la salute nell’ambiente (in aria, acqua,
suolo) rimane pur sempre preoccupante. Ma oggi è nei paesi in via di sviluppo
che si concentrano alcune tra le situazioni ambientali più critiche,
dovute soprattutto ad attività industriali e minerarie condotte trascurando
ogni rispetto per l’ambiente circostante. Nel 2007 le località più inquinate
del mondo erano individuate in Azerbaigian, Cina, India, Perù, Russia,
Ucraina e Zambia (foto: US Fish and Wildlife Service).


A partire dalla Rivoluzione Industriale e via via con lo sviluppo dell’industria chimica, l’uomo ha riversato nell’ambiente una quantità crescente di composti sia naturali, sia di sintesi, spesso dannosi per la salute: plastiche, idrocarburi, solventi, coloranti, vernici, colle, fertilizzanti, fitofarmaci, metalli pesanti, gas a effetto serra, e così via...

Il registro europeo delle sostanze chimiche in commercio (EINECS, http://ecb.jrc.ec.europa.eu) a fine 2007 contava 100.204 composti, ma il numero
reale di prodotti in uso nel mondo è probabilmente superiore e di fatto sconosciuto.
A causa della circolazione atmosferica e oceanica e delle catene alimentari, gli inquinanti si diffondono ovunque, e pressoché nessun luogo della Terra oggi può definirsi «incontaminato»: tracce di metalli pesanti sono stati ritrovati nel grasso di animali artici, e carotaggi profondi condotti sui ghiacciai del Monte Rosa (Colle Gnifetti, 4480 m, e Colle del Lys, 4240 m) hanno rivelato la presenza di livelli contaminati dal trizio riconducibile ai test nucleari dei primi Anni 1960.

Certamente non dobbiamo scordare che l’inquinamento è il sottoprodotto negativo di uno sviluppo scientifico, tecnologico ed economico che ha portato comunque ricchezza e condizioni di vita migliori almeno a una parte dell’umanità (in cui noi europei rientriamo), ma oggi le schiaccianti evidenze sui pericoli ambientali e sanitari che ne derivano devono
guidarci verso l’utilizzo più consapevole di sostanze meno dannose.

PER SAPERNE DI PIÙ

www.eea.europa.eu - European Environment Agency
http://toxnet.nlm.nih.gov - Banca dati relativa a
sostanze tossiche e salute ambientale
www.blacksmithinstitute.org - Risorse ed esperienze
per contrastare l’inquinamento ambientale

CLIMA ED ENERGIA

Capire per agire

Luca Mercalli 

Consegnato il primo impianto biomeccanico che valorizza i rifiuti organici


















ORMAI È UNA REALTÀ! Nella cornice del Parco Naturale Migliarino San Rossore (PISA)- Tenuta Isola, presso la sede di Bioxplosion è stato presentato e consegnato al Team Botti (http://www.teambotti.it) il primo impianto per la trasformazione dei rifiuti organici dei centri ippici ed aziende agricole in fertilizzanti e prodotti destinati all’agricoltura, tutti bonificati da un potentissimo ed efficiente amico della natura: il lombrico. Grazie a Bioxplosion le scuderie possono finalmente utilizzare tutta la massa organica prodotta dai propri Cavalli per produrre un fertilizzante nobile da utilizzare o da vendere e finalmente farne una voce di entrata di nuove risorse economiche. Bioxplosion è una Start Up innovativa (legata all’ambiente e all’agricoltura) nata dall’idea imprenditoriale di Luca Mori, sviluppata con Tommaso Pardi per la parte innovativa, organizzativa e gestionale, rafforzata dalla giovane Violante Mori; in pochi mesi ha saputo conquistare il mercato dei fertilizzanti (posizionandosi su oltre 200 punti vendita in tutta Italia e aperture sui mercati esteri) ed ha iniziato la produzione e commercializzazione di impianti per la lavorazione e trasformazione della massa organica in humus di lombrico per le aziende agricole e centri ippici. Durante l’evento sono state presentate anche le soluzioni Bioxplosion System di nuova concezione: l’AgriFranchising per le aziende agricoleed i centri ippici; gli EcoImpianti destinati alle Pubbliche Amministrazioni: da un problema ad una risorsa: valorizzazione del rifiuto organico con costi di trattamento a impatto zero. Tra gli intervenuti il Sindaco di Vecchiano, Massimiliano Angori che ha aperto l’evento ringraziando per questo esempio di Green Economy con possibili sviluppi per una Bioeconomia per le Pubbliche Amministrazioni che parte dal territorio del Parco Naturale; interviene il responsabile diCrédit Agricole, Francesco Brunetti, Banca che ha creduto in questo progetto e che offre la possibilità di acquistare l’impianto Bioxplosion System in leasing. Giuseppe Botti, in rappresentanza del Team Botti, accompagnato da una delegazione francese, ha ricevuto così il primo impianto per il centro di Crespina, dotando così la scuderia dell’innovativo impianto biomeccanico per dare l’addio ai rifiuti organici e iniziare la produzione di humus – fertilizzante ammesso in agricoltura biologica. Con Bioxplosion Stop alla chimica per produzioni ecosostenibili, non energivore, biologiche e a filiera corta. Per un Pianeta più sostenibile. Il materiale fotografico dell’evento è disponibile sul sito di Bioxplosion all’indirizzo specifico e riservato sotto riportato.



ORMAI È UNA REALTÀ! Nella cornice del Parco Naturale Migliarino San Rossore (PISA)- Tenuta Isola, presso la sede di Bioxplosion è stato presentato e consegnato al Team Botti (http://www.teambotti.it) il primo impianto per la trasformazione dei rifiuti organici dei centri ippici ed aziende agricole in fertilizzanti e prodotti destinati all’agricoltura, tutti bonificati da un potentissimo ed efficiente amico della natura: il lombrico. Grazie a Bioxplosion le scuderie possono finalmente utilizzare tutta la massa organica prodotta dai propri Cavalli per produrre un fertilizzante nobile da utilizzare o da vendere e finalmente farne una voce di entrata di nuove risorse economiche. Bioxplosion è una Start Up innovativa (legata all’ambiente e all’agricoltura) nata dall’idea imprenditoriale di Luca Mori, sviluppata con Tommaso Pardi per la parte innovativa, organizzativa e gestionale, rafforzata dalla giovane Violante Mori; in pochi mesi ha saputo conquistare il mercato dei fertilizzanti (posizionandosi su oltre 200 punti vendita in tutta Italia e aperture sui mercati esteri) ed ha iniziato la produzione e commercializzazione di impianti per la lavorazione e trasformazione della massa organica in humus di lombrico per le aziende agricole e centri ippici. Durante l’evento sono state presentate anche le soluzioni Bioxplosion System di nuova concezione: l’AgriFranchising per le aziende agricoleed i centri ippici; gli EcoImpianti destinati alle Pubbliche Amministrazioni: da un problema ad una risorsa: valorizzazione del rifiuto organico con costi di trattamento a impatto zero. Tra gli intervenuti il Sindaco di Vecchiano, Massimiliano Angori che ha aperto l’evento ringraziando per questo esempio di Green Economy con possibili sviluppi per una Bioeconomia per le Pubbliche Amministrazioni che parte dal territorio del Parco Naturale; interviene il responsabile diCrédit Agricole, Francesco Brunetti, Banca che ha creduto in questo progetto e che offre la possibilità di acquistare l’impianto Bioxplosion System in leasing. Giuseppe Botti, in rappresentanza del Team Botti, accompagnato da una delegazione francese, ha ricevuto così il primo impianto per il centro di Crespina, dotando così la scuderia dell’innovativo impianto biomeccanico per dare l’addio ai rifiuti organici e iniziare la produzione di humus – fertilizzante ammesso in agricoltura biologica. Con Bioxplosion Stop alla chimica per produzioni ecosostenibili, non energivore, biologiche e a filiera corta. Per un Pianeta più sostenibile. Il materiale fotografico dell’evento è disponibile sul sito di Bioxplosion all’indirizzo specifico e riservato sotto riportato.

Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2017/04/24/consegnato-primo-impianto-biomeccanico-valorizza-rifiuti-organici/
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La tenuta di San Rossore

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Bio2energy trasforma i rifiuti in ricchezza energetica

Presentato a Viareggio il progetto “Bio2Energy”, finanziato dalla Regione Toscana. A partire da fanghi e FORSU produrrà biocarburanti, elettricità e fertilizzanti













Bioidrogeno, biometano, energia elettrica e fertilizzanti: tutti prodotti da un unico impianto usando come materia prima fanghi e rifiuti organici provenienti della raccolta domestica. In una sola parola Bio2energy. E’ questo infatti il nome del nuovo progetto finanziato dalla Regione Toscana e dedicato a Viareggio. Ideato da Sea Risorse S.p.A. e DIEF-UNIFI (Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi di Firenze) e portato avanti con Publiambiente, Cavalzani Inox, ICCOM-CNR e PIN, Bio2Energy realizzerà un codigestore anaerobico nell’area dell’impianto di depurazione idrica del comune toscano.

Primo impianto del suo genere per la Regione, a regime il codigestore permetterà di migliorare la gestione dei rifiuti, tagliando i consumi stessi del depuratore e producendo energia pulita e fertilizzanti “rinnovabili”. Il progetto richiederà due anni di lavori e un investimento di circa 3 milioni di euro, di cui oltre 1,5 milioni finanziato attraverso il bando FAR FAS, che incentiva la collaborazione tra imprese (grandi e Pmi) e sistema della ricerca su progetti di innovazione e competitività.

L’obiettivo è creare un sistema efficiente e controllato, che garantisca molteplici benefici. Il macchinario produrrà, a partire a partire da fanghi e frazione organica dei rifiuti (FORSU), biogas e digestato. Dal primo si otterrà bioidrogeno, biometano ed elettricità da immettere in rete, mentre dal secondo – ricco carbonio, azoto e altri nutrienti – un sostituto naturale fertilizzanti chimici convenzionali. “Bio2Energy è il primo progetto a livello internazionale che esporta a scala preindustriale il trattamento di rifiuti organici e la conseguente produzione di biocombustibili utilizzando gli impianti già esistenti dell’area del depuratore di Viareggio (Lucca)”, spiega la Regione Toscana in una nota stampa.  “Il progetto prevede una time line di 2 anni all’interno della quale si collocano diverse fasi: dopo l’avvio dell’iter di gestione del progetto sperimentale con l’implementazione delle attrezzature e l’allestimento del pilota presso l’Università di Firenze (UNIFI/PIN), prende il via la prima fase dei lavori che è in scala pilota, e che precede la scala pre-industriale collocata nel sito del codigestore di Viareggio”. La produzione di bioidrogeno e biometano sarà monitorata in entrambe le fasi, per ottimizzarla. È prevista una disseminazione dei risultati al fine di definire le condizioni ottimali di produzione anche sotto forma di linee guida, per rendere replicabile il progetto in altri siti.

fonte: www.rinnovabili.it

Economia circolare per il futuro dei fertilizzanti

Economia circolare per il futuro dei fertilizzanti
Un gruppo di lavoro nominato dalla Commissione europea sta mettendo a punto una riforma del regolamento 2003/2003 con l’obiettivo di aumentare la frazione organica.
La produzione e l’utilizzo di fertilizzanti, al di là dell’obbiettivo finale di migliorare la resa di terreni coltivabili, ha anche l’indiscutibile merito di rimettere in circolo materiali (sottoprodotti di origine animale e vegetale, rifiuti organici, fanghi di acque reflue, eccetera) che, diversamente, sarebbero da smaltire. Vista l’importanza rivestita anche a livello economico, il legislatore europeo da sempre si è occupato di disciplinarne libera circolazione sul mercato comunitario, da ultimo con il regolamento CE 2003/2003.
Tuttavia, questo provvedimento riguarda esclusivamente i fertilizzanti di origine sintetica e minerale, delegando a ciascun stato membro la regolamentazione per le tipologie organiche (complessivamente il 50% del mercato), per le quali, quindi, non esiste ancora di fatto un mercato unico europeo, con conseguenti ostacoli alla libera circolazione. Per sanare questa evidente lacuna, la Commissione europea sta mettendo a punto una nuova normativa quadro, con un duplice scopo: armonizzare il mercato europeo, da un lato, e incentivare la produzione di fertilizzanti a partire da materia organica secondo i principi dell’economia circolare, dall’altro.
Nel contesto europeo, l’Italia occupa un ruolo di primissimo piano in materia di fertilizzanti, al punto che il gruppo di lavoro nominato dalla Commissione europea per la revisione del regolamento 2003/2003 si è ispirato al decreto legislativo 29 aprile 2010, n.75 (che del regolamento comunitario costituisce il recepimento). Peraltro, la legislazione italiana sui fertilizzanti è in costante aggiornamento non solo per regolamentare l’immissione (e l’esclusione) sul mercato dei prodotti, ma anche per recepire le novità derivanti dal mondo della ricerca e della normativa tecnica; non a caso, l’ultimo aggiornamento in ordine di tempo - l’articolo 25 del recente collegato ambientale alla legge di stabilità 2014 (legge n. 221/2015) - ha inserito tra i fertilizzanti «i rifiuti in plastica compostabile certificata a norma UNI EN 13432:2002 compresi i prodotti sanitari assorbenti non provenienti da ospedali e assimilati, previo idoneo processo di sanificazione, qualora necessario».
Ma quali sono le potenziali ricadute positive dell’entrata in vigore del futuro regolamento?
Innanzittuto, le aspettative più forti riguardano l’ambiente, a partire, come detto, dall’obiettivo di aumentare il recupero di scarti organici. Da questo dovrebbe derivare una diminuzione di rilascio di CO2, fatto questo che collocherebbe il nuovo dispositivo nell’alveo dei provvedimenti legati al protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas serra, a differenza dell’attuale dispositivo di legge.
Un’altra conseguenza potrebbe essere una maggiore tutela delle risorse idriche e del suolo come anche della salute umana per effetto della diminuzione di metalli pesanti in circolazione; viceversa, dovrebbe aumentare il tasso di disponibilità del fosforo, elemento di pregio non solo ambientale, ma anche economico.
Ma oltre all’ambiente, altri sarebbero i settori che potrebbero trarre vantaggio da una maggiore maggiore apporto di fertilizzanti organici: la produzione agricola (con l’indotto a essa legato), la ricerca scientifica e il commercio di prodotti sicuri e competitivi.
In conclusione, al centro del nuovo regolamento non ci sarà solo l’ambiente, ma anche la tutela dei consumatori, una maggiore flessibilità del mercato e un aumento del livello dei controlli; non a caso, il provvedimento, una volta entrato in vigore, integrerà la disciplina comunitaria sulla restrizione all’utilizzo delle sostanze chimiche.
 
 
fonte: http://nonsoloambiente.it/