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Siamo saliti in montagna

Il libro di Luca Mercalli, Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale, si può leggere prima di tutto come atto di amore per la montagna. Oppure per ragionare di clima o, più semplicemente, per misurarsi con l’impresa di recuperare una casa in qualche angolo delle Alpi o dell’Appennino, mettendo in pratica scelte di risparmio energetico. O ancora, per saperne di più, magari in quanto amministratore o amministratrice locale, su come facilitare la protezione del paesaggio e dell’ambiente. Abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti in Italia di economia ambientale, Alberto Castagnola, di leggere l’ultimo libro di uno dei più bravi meteorologi e divulgatori sui temi ambientali, Luca Mercalli 



La nuova fatica letteraria – Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale (Einaudi) – di Luca Mercalli, tra i più preparati dei nostri ambientalisti, ha una forma antica, il diario personale su un arco di tre anni, ma si rivela subito essere qualcosa di più, una specie di manuale familiare per reagire ai meccanismi di danno ambientale e per assumere un ruolo attivo che consenta di sfuggire, almeno in parte, a un futuro non certo piacevole. 



Lo scienziato ha certamente scelto un periodo particolarmente significativo della sua vita, ma poi hanno dato libero spazio al suo spirito montanaro, alle sue conoscenze geologiche e meteorologiche, alle sue molteplici letture, alla sua visione di un mondo alternativo che stenta molto ad emergere. In ogni pagina del libro si possono incontrare descrizioni di paesaggi, analisi climatiche, ricordi dettagliati di eventi storici, tante citazioni di testi letterari e di brani di musica classica, e insieme proposte di interventi pubblici e di politiche nazionali diretti a proteggere e a migliorare la vita sulle montagne più alte. È quindi molto difficile, direi praticamente impossibile, fare sintesi e selezionare argomenti: in questa armonica mescolanza sta il fascino del volume e spetta ad ogni potenziale lettore affrontare la sfida di una affascinante scoperta. Il recensore può solo indicare percorsi, segnalare attrattive particolari, invidiare una esistenza così vitale e multiforme.

Il motivo di fondo che sostiene tutto il libro è apparentemente la ricerca, l’acquisto e la ristrutturazione di una casa del 1700, semi distrutta dal tempo ma collocata molto più in alto rispetto alla sua attuale abitazione. È collocata a Vazon, nelle vicinanze di Oulx, in Valle di Susa. La spinta per questa scelta, oltre all’amore per le montagne condiviso con la moglie, viene subito indicata nella necessità per tutti di abitare, nei prossimi anni, in fasce climatiche che risentano meno del progredire del riscaldamento climatico. La scelta di acquisto si rivela subito molto costosa, volendo salvaguardare la struttura originale e adottare metodi di ricostruzione molto rispettosi del manufatto e dell’ambiente circostante, e in un primo momento porta alla dolorosa decisione di rinunciare all’acquisto. Ma poi la bellezza della struttura e del monte che la ospita hanno il sopravvento sulla pura razionalità della disponibilità di denaro.

Comincia così un frenetico periodo di progetti, contatti con architetti e artigiani, preventivi e piani di lavoro (il definitivo comprende 47 allegati tecnici!), che occupa oltre un anno ma che permette anche all’autore di sperimentare di persona tutti gli ostacoli che le burocrazie e i regolamenti frappongono ai tentati di recupero e restauro di preziosi edifici antichi, perché in realtà sono stati concepiti per favorire i nuovi edifici moderni, basati sul cemento, ma che non tengono in alcun conto il rispetto dell’ambiente sociale e del contesto naturale. Anche la fase dell’inizio dei lavori, che occuperanno più del secondo anno, si presenta subito difficile, perché gli artigiani e gli operai più esperti e che sanno applicare le regole antiche, sono in realtà difficilmente reperibili e chiedono continuamente di rispettare i loro tempi. Verso la fine del libro, però, comincia la fase più bella, perché marito e moglie salgono continuamente per vivere le parti già rese abitabili e anche se non tutti gli impianti (luce, acqua, riscaldamento) sono già completamente operativi, cominciano a godersi tramonti favolosi, l’evolversi delle stagioni, e la possibilità di arrivare alla nuova casa anche durante i periodi invernali, lasciando l’auto a qualche chilometro di distanza e percorrendoli con ciaspole e scarponi chiodati, con le provviste sulle spalle. Si moltiplicano quindi le descrizioni dei fenomeni naturali, goduti profondamente e accompagnati da ogni genere di spiegazione scientifica e climatica. Negli ultimi mesi, poi, aumentano i viaggi e le escursioni che, partendo dalla nuova casa, portano gli amanti della montagna in nuove valli e su nuove cime delle Alpi Cozie.

Nel libro diario vi è poi un secondo filone di informazioni che attrae il lettore, relativo a eventi di portata storica e ad approfondimenti culturali che fanno emergere molti altri aspetti della vita sulle montagne. Vi sono inserti che descrivono le guerre che hanno marchiato certe località montane in epoca romana e negli ultimi secoli, episodi di lotte partigiane contro gli eserciti invasori, ma anche due pagine stupende di una storia delle stufe, che spiega le loro scelte tecnologiche e una durissima analisi degli effetti dannosi di vari manifestazioni sportive di alto livello, che hanno comportato spese ingenti, mentre gli impianti costruiti per ogni occasione sono in larga parte abbandonati.

Si può individuare, inoltre, un terzo livello di interesse che occupa diverse pagine e una apposita appendice. Si parte da una esperienza molto concreta, cioè dal tentativo di Mercalli di guadagnarsi la qualifica di Casa Clima per la sua nuova abitazione, ma ciò comporta una invasione di tecnici esterni che effettuano una molteplicità di test relativi alla tenuta della casa rispetto ai venti e alle infiltrazioni d’acqua e di fumo. Per ben due volte spuntano fuori spifferi e perdite, e il titolo viene conferito solo dopo il terzo test, cioè dopo aver effettuato numerose modifiche agli infissi e alle tubature. Ma questa esperienza conferma l’opinione di Mercalli che si debba adottare una politica edilizia specifica per tutte le aree abitate di montagna, per salvaguardare le preesistenze senza deturpare il paesaggio e per conservare atmosfere e tradizioni senza arrecare disagi ad abitanti e visitatori. Il libro sarebbe quindi di grande utilità anche per enti locali e regionali e per i legislatori nazionali.

Infine, una nota personale. Mi sono innamorato dell’economia a ventitré anni, dopo una università insulsa, mentre il mio profondo amore per il mare risale a molti anni prima e il mio impegno per l’ambiente è sempre filtrato dalle conoscenze economiche. Mercalli invece sembra aver realizzato una fusione profonda tra la sua figura di scienziato e di attivista esperto e il suo amore profondo per la montagna: oggi interrompe i suoi soggiorni nel paradiso delle cime più alte solo per tenere un corso o intervenire a un convegno. Guarderò ormai con occhi diversi i suoi testi base che ho tante volte letto e utilizzato, inserendoli in tramonti invernali indimenticabili.

fonte: comune-info.net

 

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Ecodesign: Risparmiare elettricità sufficiente per alimentare un’intera nazione

Migliorare l’efficienza energetica di motori e azionamenti è una bella idea in linea di principio, ma che cosa significa concretamente?



Dal 1° luglio di quest’anno entrerà in vigore il nuovo Regolamento EU 2019/1781 sulla Progettazione Ecocompatibile (Ecodesign) di motori e azionamenti. L’obiettivo è ridurre il consumo di energia in tutta l’Unione Europea. Il nuovo regolamento interesserà direttamente le aziende che acquistano, vendono e utilizzano motori e azionamenti, ma è più difficile valutare i benefici per il grande pubblico. Quanta energia spera di risparmiare l’UE e che cosa significa questo concretamente?

Secondo le stime della stessa UE, nell’Unione Europea sono attualmente utilizzati circa 8 miliardi di motori elettrici. Il conteggio comprende tutti i motori elettrici, dai prodotti di largo consumo come le ventole dei computer, ai grandi motori elettrici industriali per pompe e sistemi di climatizzazione (HVAC). Aumentando l’efficienza di questi motori e degli azionamenti che li controllano, l’UE punta a risparmiare 110 terawattora entro il 2030. Per contestualizzare questo dato, l’energia risparmiata sarebbe sufficiente per coprire il fabbisogno energetico dei Paesi Bassi per un anno intero. Si tratta di un dato impressionante: semplicemente utilizzando motori e azionamenti più efficienti, l’UE risparmierebbe in un anno una quantità di energia superiore a quella consumata da un intero Paese.

“Semplicemente utilizzando motori e azionamenti più efficienti, l’UE risparmierebbe in un anno una quantità di energia superiore a quella consumata da un intero Paese.”

Risparmi energetici realizzabili

La buona notizia è che questi miglioramenti di efficienza energetica sono realizzabili. Il cambiamento comporta semplicemente che, invece di utilizzare motori appartenenti alla vecchia classe di efficienza energetica minima IE2, i nuovi motori dovranno essere di categoria IE3, e tutti i nuovi azionamenti dovranno essere IE2. I prodotti conformi al nuovo regolamento sono già in commercio da anni, pertanto la transizione è semplice dal punto di vista tecnico e garantirà ai proprietari di motori una riduzione tangibile dei consumi energetici e dei costi operativi.

Dotando questi motori di azionamenti si può ottenere un ulteriore risparmio energetico. La giusta combinazione di azionamento e motore può ridurre la bolletta energetica del 60% rispetto a un motore che gira sempre a pieno regime in modalità DOL (Direct-on-Line).

Questo è solo l’inizio

L’utilizzo di motori e azionamenti più efficienti, in linea con i nuovi regolamenti, produrrà enormi benefici, ma esistono ulteriori margini di riduzione dei consumi energetici. Questo perché i regolamenti specificano solo lo standard di efficienza minimo richiesto. Esistono però motori che superano ampiamente il livello minimo di efficienza prescritto e, insieme ad azionamenti altrettanto efficienti, possono offrire prestazioni ancora migliori, soprattutto a carico parziale.

Scegliendo motori e azionamenti a velocità variabile ad alta efficienza, le aziende possono risparmiare grandi quantità di energia e avere la garanzia di rispettare i nuovi requisiti di efficienza energetica per molti anni a venire.

Quanta energia potremmo risparmiare con i nostri motori?

Poiché ABB offre prodotti conformi, è utile chiedersi anche quale impatto potrebbero avere i motori e gli azionamenti di ABB sul consumo energetico mondiale. Per rispondere a questa domanda, nel corso del 2020 la base installata di motori e azionamenti ad alta efficienza di ABB ha consentito risparmi di elettricità per 198 terawattora, un valore oltre tre volte superiore al fabbisogno annuale totale della Svizzera. Anche in questo caso, un enorme risparmio di energia.


Maggiori informazioni sul regolamento Ecodesign

Per approfondire gli effetti dei nuovi requisiti per la progettazione ecocompatibile su motori e azionamenti e sulla vostra attività, e scoprire come ABB può aiutarvi a garantire la conformità. Ecco a quali tipi di motori e azionamenti si applica il nuovo regolamento: Efficienza energetica & Ecodesign

fonte: www.rinnovabili.it


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M’illumino di meno 2021

Venerdì 26 marzo è la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, lanciata nel 2005 da Caterpillar e Radio2.




In questa edizione, prevista per venerdì 26 marzo, il tema sarà il “Salto di Specie”, ovvero l’evoluzione ecologica del nostro modo di vivere, da mettere in pratica per uscire migliori dalla pandemia. Gli organizzatori invitano tutti a raccontare i propri Salti di Specie, piccoli e grandi che siano, nelle proprie vite, compilando il form di M’illumino di Meno e condividendo foto e video sulla pagina Facebook di Caterpillar.

In Veneto gli studenti dell’Istituto Canossiano di Treviso hanno realizzato video in cui mostrano con azioni concrete cosa si possa fare a casa per ridurre i consumi e risparmiare energia. Vai alla notizia sul sito di Arpa Veneto





In Emilia-Romagna i Comuni di Modena, Ravenna e l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, grazie ai Centri di educazione alla sostenibilità (Ceas), hanno invitato studenti e cittadini a raccontare il proprio impegno e le azioni quotidiane a favore di una evoluzione ecologica.
Scopri di più sul sito di Arpae Emilia-Romagna.

fonte: www.snpambiente.it



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Edifici ‘intelligenti’, anche in Italia arriva Brainbox AI: bioedilizia e risparmio energetico

 








Brainbox AI è la startup canadese specializzata nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale alla bioedilizia. L’annuncio dell’arrivo in Italia è della scorsa settimana e comunica l’approdo della tecnologia aziendale utile nella gestione del consumo energetico in edifici autonomi.


La società, nata nel 2017, ha sede a Montreal, in Canada, ma dal 2019 opera in 4 continenti dove ha già installato la propria tecnologia di autoapprendimento per una superficie complessiva di 2.800.000 metri quadrati di proprietà immobiliari: uffici, shopping center, hotel, aeroporti, strutture multi-residenziali, supermercati e vendita al dettaglio.




Nel proprio quartier generale, Brainbox dà lavoro a 70 dipendenti e collabora con partner come il National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, l’Istituto per la valorizzazione dei dati (IVADO) e varie istituzioni educative tra cui l’École de technologie supérieure (ETS) di Montreal e la McGill University. L’azienda è infatti cresciuta nel suo mercato interno, il Canada, ma si è espansa negli Stati Uniti e ora sta estendendo le sue operazioni internazionali in Europa e nell’APAC, l’insieme delle nazioni asiatiche ed oceaniane le cui coste sono bagnate dall’Oceano Pacifico.

In Italia farà il suo ingresso nel mercato con due operatori del settore Real Estate (settore immobiliare), supportati dal suo partner di rivendita che ha sede principale a Pavia, ma anche punti a Catania e a Cagliari: R2M Solution, società di ingegneria focalizzata nella produzione di strumenti innovativi a supporto della transizione energetica, della sostenibilità ambientale e della digitalizzazione del mondo immobiliare.

Oltre che in Italia, R2M Solution opera in Francia, Spagna e Regno Unito. Le costruzioni in cui sarà applicata la centralina di BAI sono invece due centri commerciali e una torre uffici, localizzati sull’asse Milano – Roma.

Le soluzioni di Brainbox AI, basate sull’intelligenza artificiale, aiutano gli operatori immobiliari a gestire al meglio il consumo energetico degli edifici arrivando a un 25% di risparmio sui costi e riducendo le emissioni del 20-40%. La tecnologia combina algoritmi di deep learning e cloud computing per ottenere risultati anche predittivi. Dalla società fanno sapere che “Nessun’altra ditta al mondo può vantarsi di possedere una tecnologia del genere”. Il contatore è infatti in grado di gestire un edificio in modo autonomo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Il cervello intelligente della cabina di comando, un apparecchio simile a una normale centralina, è in grado di capire quante persone siano presenti in uno spazio, calcolarne il calore e regolarsi di conseguenza per offrire la temperatura interna più ottimale. Lo strumento è in grado di prevedere, sulla base di dati e algoritmi, quale sarà il miglior ‘clima’ da offrire in anticipo, restituendo quindi comfort e una notevole riduzione dell’impatto ecologico.



BrainBox AI ha un’impronta italiana per i natali del neoeletto presidente, Sam Ramadori, italocanadese strettamente legato alla terra d’origine e raggiunto da Business Insider Italia.

“La nostra tecnologia è un’intelligenza che si sovrappone a un sistema già esistente nell’edificio, un computer centrale che si chiama BMS e che gestisce tutte le componenti dell’AI. Edifici più piccoli, a volte, non ne dispongono, ma tutti possono beneficiarne. La predittività è il nostro maggiore punto di forza, la centralina raccoglie dati sulla base degli algoritmi. Con queste informazioni riesce a capire come reagirà da una a sei ore ogni singola zona dell’edificio. Non c’è necessità di installare sensori a parte perché BrainBox AI utilizza quelli già presenti, come i termostati.

Si tratta di una tecnologia utilizzabile su grandi volumi ma che restituisce precisione assoluta. Possiamo lavorare con ogni tipo di distribuzione energetica, da quelle tradizionali al fotovoltaico. Anzi, quella solare è una risorsa importante. Siamo molto entusiasti del nostro lavoro e dell’arrivo in Italia. La collaborazione con R2M è preziosa, quando li abbiamo conosciuti è stato il massimo. È un partner fantastico, in continua ricerca di nuove tecnologie da mettere in pratica. Dall’inizio siamo stati un’azienda che ha sempre investito nell’innovazione, abbiamo un team di ricerca dedicato di circa 50 persone. Siamo felici di lavorare in Europa, dove il focus sull’ambiente è molto pregnante rispetto che altrove. La nostra centralina non ha bisogno di manutenzione, o meglio, il lavoro da fare è sugli algoritmi, nel cloud, quindi anche lì si tratta di una ‘manutenzione intelligente’. In sostanza la centralina è solo uno strumento che permette il flusso comunicativo delle informazioni.

La struttura burocratica in Italia non sempre permette di lanciare progetti e idee per mancanza di risorse e investimenti. Le capacità ci sono, e le università sono fra le più prestigiose al mondo, ciò che manca è il sostegno finanziario per rendere stimoli e spunti dei veri piani di lavoro, startup e società. All’estero c’è la possibilità di fallire e imparare dall’errore. Qui, invece, il fallimento è visto come un baratro dal quale non si esce”.

fonte: it.businessinsider.com

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Incentivi ai piccoli Comuni per efficienza e sostenibilità, il decreto in GU














Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che assegna contributi a fondo perduto per i Comuni con meno di mille abitanti. Messi a disposizione oltre 37 milioni di euro.


In attuazione di quanto disposto dal decreto Crescita (Dl 34/2019), il decreto 2 luglio 2020 assegna ai Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti un contributo per la realizzazione di progetti relativi a:

• efficientamento energetico, compresi interventi volti all'efficientamento dell'illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;

• sviluppo territoriale sostenibile, compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonché interventi per l'adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche.

Il decreto ha messo a disposizione oltre 37 milioni di euro, da ripartirsi in quote di pari importo per ciascuno dei Comuni beneficiari. Considerando che in Italia i Comuni con meno di mille abitanti sono 1.940, ad ogni amministrazione verranno assegnati 19.329,89 euro.

I Comuni beneficiari del contributo sono tenuti ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 15 novembre 2020, pena la decadenza automatica del contributo concesso.
Riferimenti

Decreto MinSviluppo economico 2 luglio 2020 - Contributi in favore dei Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti per progetti relativi a investimenti nel campo dell'efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile - Ripartizio
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)


Dl 30 aprile 2019, n. 34 - Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi - Stralcio - Incentivi per il riuso di imballaggi, per l'acquisto di merci prodotte con materiali riciclati - Efficienza energetica e ce
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)



fonte: www.nextville.it

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Alimentazione ed energia: il Made in Italy è la soluzione

Da oltre trent'anni (appena!) affermo che il Paese del sole non può che puntare sulle fonti energetiche rinnovabili, con il necessario compendio di risparmio energetico e uso razionale dell’energia, altrimenti in un mondo di sprechi le rinnovabili da sole servono a ben poco. Se ci fossimo mossi trent'anni fa, ora le cose sarebbero molto diverse.





Da oltre trent'anni (appena!) affermo che il Paese del sole non può che puntare sulle fonti energetiche rinnovabili, con il necessario compendio di risparmio energetico e uso razionale dell’energia, altrimenti in un mondo di sprechi le rinnovabili da sole servono a ben poco. Cosa dicevano gli esperti trent'anni fa? Che l’apporto delle energie rinnovabili in Italia era risibile e non erano nemmeno da considerare alternative perché non lo erano affatto, al massimo potevano essere una graziosa cornicetta al quadro ben delineato dei combustibili fossili sempre e comunque. Ma del resto anche un ragazzino delle medie o forse anche di quinta elementare guardando una piantina nazionale di insolazione media annua o della ventosità, visto che siamo un paese pieno di costa e di monti, poteva facilmente capire le potenzialità enormi delle energie rinnovabili. Così come era altrettanto ovvio che i combustibili fossili erano una fonte esauribile.

Ma a quanto pare i nostri esperti non avevano conoscenza nemmeno delle basi, del due più due che fa quattro. O forse le conoscevano e le conoscono ma hanno ben altri interessi da servire che quelli delle energie rinnovabili, dell’ambiente e di conseguenza della salute delle persone.

Ora grazie a questi esperti, rigorosamente dotati di lauree prestigiose e master, messi a capo anche dei grandi gruppi energetici nazionali e grazie a una politica cieca, sorda e muta, l’Italia al 2020 (!!) è ancora dipendente dall’estero energeticamente per oltre il 75%, e con pervicace e masochista ostinazione si continua ad andare in quella direzione.

Si vedano a questo proposito, fra le innumerevoli follie, le trivellazioni in cerca di petrolio, il metanodotto TAP in Puglia, la metanizzazione della Sardegna e gli oltre 18 miliardi di euro che ogni anno lo Stato regala in modi diversi alle aziende di combustibili fossili. E sono quegli stessi esperti e quella stessa politica che poi si lamentano se c’è, ad esempio, la disoccupazione, quando sono le loro azioni che la determinano. E gli stessi esperti e gli stessi politici che grazie a scelte suicide hanno costruito un paese fortemente dipendente soprattutto nei due aspetti principali che determinano l’esistenza di tutti noi che sono l’energia e l’alimentazione.

Cosa sarebbe successo se trenta o quarant'anni fa, invece di non fare nulla fino ad oggi, sottolineo nulla, confermato dalla dipendenza che ancora abbiamo, si fosse puntato decisamente alle energie rinnovabili e all’abbattimento di tutti gli sprechi energetici? Avremmo ora una filiera italiana sviluppata in innumerevoli settori, milioni di posti di lavoro certi, stabili, con un senso sociale e ambientale. Anche solo con la diffusione a tappeto delle tecnologie solari termiche applicate alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano, avevamo e avremmo da lavorare per i prossimi cento anni. E che dire degli enormi risparmi di soldi per le tasche dei cittadini italiani e per quelle pubbliche che si sarebbero avuti con questi interventi? E che dire della salute e delle centinaia di migliaia di morti evitati a causa dell’inquinamento di ogni tipo che li determina ?

Niente di tutto questo è stato fatto e così il paese del sole si è visto arrivare, in tutti questi anni, tecnologie per le energie rinnovabili e il contenimento energetico anche dai paesi del nord Europa, che il sole a malapena sanno cosa sia ma che in maniera seria, intelligente e lungimirante hanno puntato su questi settori. Ci lamentiamo ora con la Germania brutta e cattiva ma le abbiamo comprato questo mondo e quell’altro di tecnologie solari, che solo a dirlo viene da ridere o da piangere, quando saremmo dovuti essere noi a vendergliele, altro che vendergli vestiti alla moda o le Ferrari. Infatti chi al mondo può sviluppare questo tipo di tecnologie e lavoro se non il Paese del sole? Ma queste sono considerazioni così ovvie, così semplici e solari appunto, che forse proprio per questo non entrano nei mega cervelli dei nostri mega esperti.

C'è chi potrebbe obiettare che i cinesi, grazie al regime di schiavitù lavorativa che hanno, avrebbero abbattuto i costi e quindi potuto venderci anche quel tipo di tecnologia, come in parte è avvenuto in maniera recente; ma a questi si può tranquillamente rispondere che tutti i soldi e le agevolazioni date ai fossili si sarebbero potute dare alle rinnovabili e così il “sistema Italia” avrebbe retto anche all’invasione dei prodotti cinesi. Oltre al fatto che realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione per utilizzare il Made in Italy avrebbe fatto scegliere con cognizione di causa i prodotti italiani piuttosto che quelli arrivati da chissà dove e fatti chissà come. Inoltre partendo molto prima dei cinesi in quei campi, avremmo avuto vantaggi enormi.

Per non parlare poi di tutto il personale tecnico e non, che avrebbe il compito di diffondere ovunque le buone pratiche e la consapevolezza presso la popolazione e tutta la conseguente formazione da fare in ogni luogo per divulgare come risparmiare energia e interagire con le fonti rinnovabili. Lavori e prassi normali e diffuse che sarebbero dovute diventare tante e usuali come le pizzerie e inserirsi nella mentalità e quotidianità così come si conosce a memoria la formazione delle propria squadra di calcio o le canzoni del proprio cantante preferito.

E visto che ci si lamenta pure dell’Europa, cosa sarebbe successo se l’Italia fosse stata fortemente indipendente nei fatti, non nelle chiacchiere e nelle sparate dei finti sovranisti, per gli elementi base dell’esistenza? Avrebbe significato che ciò che faceva o fa l’Europa ci sarebbe interessato fino ad un certo punto, forti della nostra vera e sola sovranità che è quella nei fatti, perché è assolutamente ridicolo fare i sovranisti se poi si è totalmente dipendenti da tutto e tutti, che si chiamino Europa, Cina, Giappone, Russia o Stati Uniti.

Sarà il caso ora finalmente di rivedere radicalmente la questione? Sarà il caso di puntare decisamente ad una filiera italiana di energie rinnovabili e tecnologie per il risparmio energetico? Si trasferiscano in questi settori i soldi che vengono regalati ai combustibili fossili, si taglino le innumerevoli spese inutili e dannose come ad esempio quelle per gli aerei militari da combattimento F35 e si vada diretti in questa direzione senza se e senza ma. Abbiamo tutto, conoscenze, tecnologia, competenze, persone, non ci manca nulla, se non la volontà politica o la volontà tout court, perché anche senza la politica si può andare risolutamente in quella direzione coinvolgendo la società civile, le imprese lungimiranti e la finanza etica. Poi anche la politica seguirà, tanto è sempre l’ultima a reagire (se mai lo farà).

E veniamo ora all’alimentazione. Per cosa è conosciuta l’Italia nel mondo? Per il cibo e non potrebbe essere altrimenti visto che ogni più piccolo paesino, borgo, città che sia, ha le sue specialità e cultura alimentare, cibo di qualità sopraffina frutto di attenzione e cura secolare per uno dei motivi di maggiore piacere nella vita e per il quale siamo invidiati da tutto il mondo. E una cultura di questo tipo da cosa è stata favorita? Anche dalla posizione geoclimatica meravigliosa dell’Italia dove praticamente è possibile coltivare una varietà di alimenti incredibile, considerate anche tutte quelle coltivazioni antiche e particolari che sono state trascurate e dimenticate e che possono essere facilmente riprese. Mangiamo due o tre tipi di mele quando ne esistono centinaia.

Ma in una tale situazione da paradiso terreste dell’alimentazione abbiamo trascurato le nostre ricchezze e varietà alimentari e siamo riusciti a farci colonizzare da cibo spazzatura che arriva da paesi che non sanno nemmeno lontanamente cosa sia una cultura dell’alimentazione. Vengono prodotti e venduti cibi imbottiti di sostanze chimiche e veleni assortiti che sono un attentato quotidiano alla nostra salute. Bombardati da pubblicità dementi ci fanno credere che prodotti industriali pieni di robaccia che arriva da mezzo mondo e packaging ci facciano tanto bene e siano pure naturali.

Viste quindi le nostre immense risorse e potenzialità, perché non dirigersi verso la massima sovranità alimentare possibile, recuperando ogni centimetro coltivabile, facendo rifiorire la nostra eccezionale agricoltura da nord a sud, coltivando di tutto e proteggendo con sacralità la biodiversità che tra l’altro è quella che ci aiuta ad avere ottime difese immunitarie?

Non si può fare? E’ troppo difficile? Assolutamente no, basta puntare decisamente su questi due ambiti di forte indipendenza alimentare ed energetica così come si è fatto per altri ambiti che non solo ci hanno regalato pericolosissima dipendenza ma ci hanno determinato spese, prodotto inquinamento e danneggiato la salute. In alternativa potete sempre staccare uno sportello della vostra automobile, magari proprio della tanto decantata Fiat, orgoglio nazionale che di nazionale non ha praticamente più nulla e provare a mangiarlo. Magari sarà un po’ indigesto ma sai che scorpacciata….

Paolo Ermani

fonte: http://www.ilcambiamento.it/

M'illumino di meno: giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili



Venerdì 6 Marzo 2020 si celebra la giornata "M'illumino di meno", lanciata nel 2005, da Caterpillar e Rai Radio2, per chiedere agli ascoltatori di spegnere le luci non indispensabili e ripensare i consumi. 

Ecco il decalogo dell'iniziativa: 

1. Spegnere le luci quando non servono.
2. Spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici.
3. Sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria.
4. Mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola.
5. Se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre.
6. Ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria.
7. Utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne.
8. Non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni.
9. Inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni.
10. Utilizzare l’automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città.
+1 Pianta un albero o una pianta 

👉 "Spegniamo le luci e piantiamo un albero. Un albero fa luce"

Questo l'obiettivo dell'edizione 2020. 

Una bellissima iniziativa che condividiamo molto volentieri e speriamo facciate lo stesso con i vostri amici. 

 Per seguire l'iniziativa: 
➡ M'illumino di Meno Radio2

Nel Varesino un gioiello in bioedilizia: grazie a Paea

È terminata la ristrutturazione in bioedilizia dell'edificio a uso residenziale la cui progettazione e risistemazione è stata interamente seguita dal personale dell'associazione Paea. Un gioiello che ha recuperato un casale degli anni '60 rendendolo un esempio di comfort e risparmio energetico.





















La ristrutturazione del "brutto anatroccolo" degli anni ’60 ha avuto termine e ha raggiunto ottimi risultati in termini di estetica e comfort interno, conseguendo una prestazione energetica di classe A4. Sono stati installati: una pompa di calore aria-acqua per il riscaldamento, un Nuos (scaldacqua a pompa di calore) per l’acqua calda sanitaria ed un impianto fotovoltaico da 3 kW.
Grande la soddisfazione di tutti gli attori dell’impegnativo processo di trasformazione: i committenti, Marina Russo e Walter Milanesi, che hanno avuto un ruolo chiave nella progettazione essendo Marina a capo di Area Progetto dell’Associazione Paea, ma anche i tecnici collaboratori e gli artigiani che hanno prestato il proprio lavoro.
Marina e Walter abitano la loro casa da quasi un anno e hanno avuto prova di cosa significhi vivere in spazi ben coibentati e studiati per il benessere delle persone che li abitano.
Avevamo scritto dell’inizio dei lavori già nel 2017. L’edificio di Caronno Pertusella (VA) era disabitato da qualche anno e vantava tutti i pregi e i difetti dell’epoca di costruzione (anni ’60): generose aperture ma molto disperdenti, come d’altronde tutto l’involucro. Per fortuna si trattava di una costruzione sana dal punto di vista delle fondamenta e non presentava problemi di umidità di risalita. 
L’inconveniente di avere due lati dell’edificio coincidenti con la linea di divisione dei lotti confinanti ha fatto escogitare un intervento misto di isolamento delle pareti perimetrali: quelle corte sul confine sono state isolate solo dall’interno con 10 cm di polistirene e 5 cm di sughero biondo mentre le altre due con un cappotto esterno di 15 cm in calce canapa e sughero interno di 5 cm. I ponti termici delle solette di piano sono comunque stati coibentati esternamente con una striscia di polistirene super compresso di 2 cm scrostando l’intonaco esterno per alloggiare l’isolante nello scavo ottenuto.
La falda del tetto esistente è stata isolata con 15 cm di polistirene e 5 cm di sughero naturale, doppio assito per la ventilazione e copertura in lamiera verniciata antirombo; la coibentazione della copertura relativa all’ampliamento è stata realizzata con calce e canapa posata semi a secco nell’intercapedine della struttura lignea 
Isolamento di copertura .
Il cappotto di calce canapa 
Cappotto in calce e canapaè stato realizzato con lo stesso metodo usato per la parete nuova al secondo piano, cioè provvedendo a montare un’intelaiatura di legno, procedendo con una casseratura (da disarmare man mano che il muro sale) ed un getto formato da un impasto di calce e canapa.
L’impasto si ottiene in cantiere miscelando calce idraulica naturale e canapulo con una betoniera planetaria orizzontale. Si tratta di lavorazioni semplici che devono rispettare le dosi definite di acqua, calce e canapa, comunque svolgibili anche da manovalanza comune. Questo rende il sistema proponibile nelle più svariate situazioni: isolamento interno, cappotti esterni, nuove pareti, intonaci.
A parte la descrizione tecnica, ci interessa capire altri aspetti che hanno riguardato la costruzione e abbiamo chiesto a Marina di illustrarceli.
Marina, innanzitutto come vivete la vostra nuova casa?
Questa casa ci sta dando molte soddisfazioni: in estate, le persone che entrano mi chiedono se abbiamo l’aria condizionata dato il comfort di freschezza percepito; e questo inverno che è stato così rigido in Lombardia, abbiamo sperimentato una temperatura costante di 21 gradi giorno e notte, pur avendo i caloriferi praticamente spenti.
Le aspettative iniziali sono state soddisfatte?
Direi proprio di si in quanto volevamo creare un edificio che rispondesse al criterio fondamentale della sostenibilità come la concepiamo noi di PAEA, e cioè che non dobbiamo risparmiare eneCassero della parete esterna, zona nottergia ma dobbiamo non consumarne proprio!
Quali sono stati gli obiettivi raggiunti?
Quello di abitare un edificio ad emissioni zero, portandoci verso l’uso di risorse provenienti esclusivamente da fonti rinnovabili; inoltre abbiamo inserito un serbatoio per l’acqua piovana proprio per evitare il più possibile di consumare acqua potabile per il giardino.
Le difficoltà incontrate sono state di carattere tecnico o di mancanza di competenze tra gli operatori del settore?
Inizialmente abbiamo avuto qualche difficoltà con le maestranze, in quanto facevano fatica a capire la filosofia che desideravo seguire in relazione ai dettagli legati ai ponti termici, ma alla fine con l’impresa Gierre Edile (opportunamente formata), siamo riusciti a terminare la ristrutturazione egregiamente. La formazione è stata affidata al capocantiere dell’Associazione PAEA, Verdiano Donini , il quale ha tenuto un corso rivolto a tecnici e maestranze sulla corretta posa e realizzazione del cappotto in calce e canapa. L’Associazione PAEA ha rilasciato un attestato che è stato consegnato ai partecipanti.
Avete voluto usare per lo più materiali a basso impatto ambientale, questo ha comportato delle difficoltà o dei costi aggiuntivi?
Qualche difficoltà l’abbiamo dovuta affrontare facendo ampie ricerche di mercato per trovare di volta in volta prezzi ragionevoli relativi ai materiali naturali.  Per quanto riguarda la manodopera, per le coibentazioni con materiali naturali non abbiamo potuto avvalerci di prezzi stabiliti dalla Camera di Commercio e questo ha fatto lievitare un po’ i prezzi. Possiamo concludere che se i collaboratori sono eticamente professionali si riesce a contenere i costi.
Perché avete scelto la coibentazione in calce canapa?
Abbiamo scelto questo tipo di coibentazione perché la canapa è una pianta dalle mille risorse (dall’edilizia alla salute, alla bonifica dei terreni inquinati) e della quale, secondo noi, andrebbe incentivata la coltivazione.
fonte: http://www.ilcambiamento.it

Umbria, edifici pubblici: oltre 6mln per eliminare gli sprechi energetici

La Giunta regionale approva un nuovo stanziamento per promuovere gli interventi di efficientamento energetico e gli edifici “a zero energia”



















Sei milioni e duecentomila euro. Questo quanto stanziato dall’Umbria, attraverso i fondi POR FESR 2014-2020, per rinnovare i suoi sforzi sul fronte del risparmio energetico. Su proposta dell’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini, la Giunta regionale ha approvato stamane un incremento del budget dedicato al bando per l‘efficientamento energetico dell’edilizia pubblica, strumento finanziario riservato ad amministrazioni locali, Ater e aziende ospedaliere.  Il concorso, attivato nel 2017, supportava piccoli e grandi interventi di retrofit energetico e di trasformazione in edifici ad energia quasi zero (Nearly Zero Energy Buildings – nZEB), prevedendo l’accesso ai finanziamenti sulla base di graduatorie di merito. Una misura che si è rivelata in pochissimo tempo un successo.
Al bando – spiega la Regione in una nota stampa – hanno presentato istanza di partecipazione 64 Enti pubblici, per 115 interventi il cui costo complessivo ammonta ad oltre 41 milioni di euro. A fronte della dotazione finanziaria disponibile  ad oggi risultano finanziati trentuno interventi di cui ventidue di piccole dimensioni, sei di medio – grandi dimensioni e tre per edifici ad energia quasi zero. Il tutto per un importo complessivamente concesso di circa 10,2 milioni di euro.


La presentazione delle domande si è chiusa ovviamente nel 2017, ma dal momento che gli interventi sono approvati tramite scorrimento della graduatoria, la Giunta ha deciso di rimpolpare il budget per incrementarne il numero. “Nell’ottica di ottimizzare l’impiego delle risorse comunitarie, – ha sottolineato Cecchini – agevolando l’orientamento ai risultati e favorendo l’attivazione di interventi di immediata cantierabilità in grado di produrre spesa rendicontabile in tempi rapidi ora abbiamo riscontrato la disponibilità di risorse pari 6.277.548,44 euro che abbiamo ritenuto necessario utilizzare per consentire l’ulteriore scorrimento delle graduatorie del Bando e del primo stralcio del Programma di interesse regionale per l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica”.

fonte: www.rinnovabili.it

“M’illumino di meno”, il 23 febbraio giornata del risparmio energetico




















Il 23 febbraio 2018 Caterpillar Radio2 invita a partecipare alla giornata del risparmio energetico. Come? Spegnendo le luci, andando al lavoro a piedi, cucinando a basso impatto ambientale, dando il buon esempio. Altri suggerimenti nel decalogo di M’illumino di meno 

fonte: http://ambienteinforma-snpa.it/

KLIMAHOUSE2018














Un ricco programma quello promosso da Fiera Bolzano per l’edizione 2018 di Klimahouse 2018, di cui Nonsoloambiente è Media Partner.
Moltissimi gli eventi in cui si parlerà di edilizia,  di tecnologie utili per il risparmio energetico e di progettazione di edifici efficienti dal punto di vista energetico, senza tralasciare la componente estetica con focus su design e arredamento sostenibile. Tematiche strategiche per quanto riguarda l’uso di materiali sostenibili, considerate anche le ultime novità normative come i Criteri Ambientali Minimi inseriti nel D.Lgs 50/2016.
A partire da mercoledì 24 gennaio, fino al 27 gennaio, si potranno visitare gli oltre 400 espositori presenti nell’area fiera di Klimahouse 2018. Dunque un lungo weekend sostenibile per tutti i partecipanti.
Qui i dettagli del programma.

fonte: http://nonsoloambiente.it

Aumentano l’effetto serra

Fino ad ora ci raccontavano la novella che bruciare i rifiuti negli inceneritori riduceva le emissioni di gas serra.

Il 16 gennaio 2018 è uscito il Documento conclusivo della Commissione europea ‘ A European Strategy for Plastics in a Circular Economy  che ristabilisce la verità, e Alia, Nardella e gli altri inceneritoristi non dormiranno sonni tranquilli. 







Enucleiamo da questo interessante documento, che detta la nuova economia europea delle materie plastiche nell’ambito della vera economia circolare, 4  punti:
1) l’incenerimento è un devastante produttore di gas serra
“It was estimated that plastics production and the incineration of plastic waste give rise globally to approximately 400 million tonnes of CO2 a year.” Oltreatutto l’incenerimento della plastica è in crescita in Europa, e rappresenta il 39% dei 25, 8 milioni di tonnellate di plastica prodotti annualmente in Europa. Mentre sta diminuendo il conferimento della plastica in discarica, che è il 31% del totale.
2) Meno del 30% della plastica viene riciclato
3) E’ quantificato il beneficio in termini di CO2 derivante dal riciclo della plastica: ogni milione di plastica riciclata ridurrebbe l’emissione di CO2, come se si togliessero dalla circolazione un milione di automobili. “Recycling 1 million tonnes of plastics =1 million cars off the road”.
4) La potenziale energia risparmiata annualmente avviando al riciclo tutta la plastica prodotta in Europa è equivalente a 3.5 miliardi di barili di olio. “Using more recycled plastics can reduce dependence on the extraction of fossil fuels for plastics production and curb CO2 emissions. According to estimates,the potential annual energy savings that could be achieved from recycling all global plastic waste is equivalent to 3.5 billion barrels of oil per year.”
In questa nuova visione europea ‘ A Vision for Europe New Plastics Economy’, nell’economia circolare non ci può essere più posto per gli inceneritori che bruciando la plastica aumentano le emissioni di CO2 e per una classe politica obsoleta, da sempre pro-inceneritori.
L’incenerimento è una pratica insostenibile che confligge pesantemente con la salute dei cittadini e dell’ambiente.
L’inceneritore di Firenze non deve essere fatto e vanno chiusi gli altri, a partire da quello di Montale (Pt).
*Gian Luca Garetti
Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, dove lavora come medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa anche attivamente di ambiente, fa parte di Medicina Democratica e dell'ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

fonte: http://www.perunaltracitta.org