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Adottati i criteri ambientali minimi per forniture e noleggio di prodotti tessili



Pubblicato nella G.U. del 30 giugno 2021 il Decreto del Ministero della Transizione ecologica (MiTE) "Adozione dei criteri ambientali minimi per forniture e noleggio di prodotti tessili, ivi inclusi mascherine filtranti, dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale nonché ...

Noleggio abiti da sposa, da cerimonia o da sera: ecco come avere un outfit fashion in maniera sostenibile e risparmiando

Gli abiti delle grandi occasioni sono tali perché vengono utilizzati soltanto pochissime volte. E allora perché acquistarli, quando si può noleggiarli? È la fashion renting, che tra app, portali e negozi fisici continua ad ampliarsi




Continuiamo il nostro viaggio nel mondo della moda circolare rispondendo alla domanda delle domande: “non ho nulla da mettermi, come faccio?”. Chi non ha pronunciato, almeno una volta, questa frase soprattutto quando c’è di mezzo una festa o un evento al quale partecipare?

La soluzione giusta potrebbe arrivare senza dover acquistare proprio nulla. Oltre al re-sale, ovverosia il grande mercato dell’abbigliamento e accessori di seconda mano, una delle mode che sta prendendo piede è quella del fashion renting e cioè il noleggio di vestiti, borse e scarpe, in particolar modo per le grandi occasioni ma non solo.

Perché noleggiare un vestito o una borsa

Se aprissimo il nostro guardaroba e decidessimo di dividere il contenuto in due macro gruppi, probabilmente potremmo individuare un esiguo numero di abiti che utilizziamo praticamente tutti i giorni e, accanto ad esso, troveremmo una montagna composta da tutti i vestiti indossati solo una o due volte. Questo accade a causa degli degli outfit pensati per occasioni particolari come matrimoni, battesimi, feste di laurea il tutto rigorosamente moltiplicato per quattro ovvero nel rispetto delle diverse stagioni. Se poi, come capita più o meno a tutti, cambia la forma fisica, tale tipologia di capi è presente anche in differenti taglie.

A ciò si aggiunge la collezione dedicata ad appuntamenti particolari come uno spettacolo estemporaneo realizzato con alcuni amici, l’imperdibile festa di carnevale e il compleanno a tema di un caro amico al quale non abbiamo potuto mancare . Se questa è la descrizione del vostro armadio, è arrivato forse il momento di cambiare strategia. Ciò che non indossate più potrà essere rimesso in circolo grazie al mondo second hand. Per le future esigenze, continuate a leggere l’articolo per scoprire dove noleggiare accessori e abiti. In tal modo, inoltre, riuscirete a ridurre l’impatto ambientale del vostro abbigliamento. Sarà infatti necessario acquistare meno capi, con un occhio magari anche alla qualità dei tessuti, contrastando così il fenomeno del fast fashion che, come noto, diventa un problema anche nella raccolta differenziata del settore del tessile. Si riduce poi l’uso delle materie prime (ad iniziare dall’acqua, considerato che il tessile è un settore con’elevata impronta idrica) che, come ci ricorda ogni anno l’Overshoot day, non è infinito.

Ma non solo gli altri indubbi vantaggi saranno i risparmi di soldi e spazio.

Quanto vale il fashion renting

L’espressione inglese tradisce un po’ le origini di questa tendenza che, per fortuna, si sta diffondendo sempre di più anche in Italia e che ha già preso piede in Paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania e… la Cina.

Come segnalato anche dall’Eurispes, nel 2023 il mercato del noleggio dei vestiti potrà avere un giro d’affari di ben 1,9 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 10,6% tra il 2017 e il 2023. A farla da padroni gli americani con il 40% del valore (dati Allied Market Research).

Perché il noleggio degli abiti sta diventando così popolare

Consapevolezza ambientale, risparmio di soldi e di spazio: non sono gli unici ingredienti di del successo del noleggio di abiti e accessori. Il renting è sempre esistito ma era legato soprattutto ad eventi eccezionali come le feste in maschera o per esigenze teatrali. Tra le chiavi della diffusione del fenomeno vi è sicuramente anche il web: il fatto di poter ricevere comodamente a casa un capo, già lavato e stirato – anzi in tempi di covid, sanificato – ha reso questa opzione assai pratica. Oltre alle diverse boutique che, nelle varie città, offrono il servizio, infatti si sono moltiplicate app e portali per rendere il noleggio accessibile con un click e comunque consentendo sempre la possibilità di avere un riferimento fisico a beneficio di chi non vuol rinunciare a provare il capo.

Se non sapete da dove partire, vi diamo alcune indicazioni, aspettando le vostre nei commenti social.

DressYoucan: da Milano alla conquista dei cuori dei renters!

Nato da un’idea di Caterina Maestro – grande amante della moda e con anni di esperienza nel web marketing- DressYouCan è un po’ l’Airbnb dei guardaroba con in più una sede fisica a Milano pensata per offrire ad ogni donna l’abito dei propri sogni. Navigando sul portale è possibile creare il proprio outfit assolutamente unico con capi di alta moda, accessori inclusi, per qualsiasi occasione: da un matrimonio a un aperitivo di lavoro.

Tramite il portale si può verificare la disponibilità dell’outfit scelto che verrà recapitato a domicilio. Il reso può essere fatto direttamente in store o mediante corriere. Se vuoi provare prima gli abiti esiste un servizio apposito per fare tutto a domicilio. Tra gli altri vantaggi v’è anche la possibilità di far eseguire piccoli lavori sartoriali come l’orlo. Alla tintoria? Pensa direttamente Dress you can. Avete il timore di macchiare il vestito o di danneggiarlo? Attivando la copertura assicurativa obbligatoria di soli 5 euro avrete una garanzia “no stress”. Non indossi l’abito? Semplicemente non paghi.

Se avete uno stilista preferito, potrete effettuare la ricerca per designer. Tra le sezioni assolutamente da segnare per future spose, quella degli abiti per il matrimonio: con poche centinaia di euro potrete avere l’abito dei vostri sogni e, al termine dei festeggiamenti, non dovrete porvi la domanda “dove lo metto?”.

Troppo semplice per non provarlo!

Drexcode e l’abito da cerimonia si affitta

Cerimonia, pranzo con le amiche o weekend elegante: qualsiasi sia l’occasione che vi spinge a cercare l’abito giusto, drexcode, portale di fashion renting dedicato alle donne, sarà al vostro fianco per trovarlo. Partite dalla scelta del look, selezionate il periodo e decidete anche se volerlo provare prima. Il gioco è fatto. Non siete sicure della taglia? Potrete gratuitamente chiederne una seconda per trovare la vestibilità perfetta. Dopo l’evento? Potrete comodamente restituirlo o se ve ne sei innamorate, potreste addirittura acquistarlo.

Pleasedonotbuy: ma guarda i modelli online e noleggiali in boutique

Nasce in casa Twinset il progetto Pleasedontbuy per consentire il noleggio di abiti d’occasione rivolgendosi in particolar modo ai giovani. La collezione è pensata proprio per il noleggio – con 21 modelli in più colori – ed è visibile sul portale. Scelto il capo, si fissa un appuntamento in una delle boutique Twinset con la linea pleasedontby.

Da Milano a Bari passando per Roma, Torino, Bergamo, Genova e Firenze (le sedi sono indicate sul portale) potreste scoprire di avere uno dei punti proprio nella vostra città. Il costo per noleggio non è indicato ma nelle faq vi sono una serie di informazioni utili e si specifica che esso varia dai 40 € fino a 100 € a seconda della tipologia del capo scelto. Tra le news riportate v’è anche che, in futuro, il renting sarà disponibile anche direttamente via portale.

Quando il noleggio è in abbonamento

Tra le formule previste per il fashion ranting una di quelle che sta avendo più successo è la modalità in abbonamento: si paga un importo fisso e si hanno gli abiti per un certo arco temporale. All’estero questa formula sta spopolando come dimostrano portali come Onloan che, in Gran Bretagna, chiede 69 o 99 sterline per avere 2-4 capi per volta o Banana Republic Style Passport negli Stati Uniti. Ralf Lauren ha lanciato “the Lauren look” che consente di avere il look della nota marca a partire da 125 dollari al mese.

In Italia un servizio in abbonamento è offerto da Drexcode: con la formula unlimited, al costo di 139€ al mese, si possono effettuare noleggi illimitati su tutti gli abiti con prezzo boutique inferiore ai 2.000€ ma bisogna prima rendere l’eventuale abito che si ha in noleggio.

Per gli accessori segnaliamo Rent Fashion Bag attraverso il quale potrete noleggiare uno degli accessori più amati dalle donne ovverosia le borse dei più grandi marchi: grazie al servizio di abbonamento potrete avere al vostro braccio una Hermès, una Louis Vuitton o una Chanel a prezzi abbordabili, specie per le grandi occasioni.

fonte: economiacircolare.com


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Ridurre i rifiuti tessili con il noleggio e la rivendita

Noleggio e la rivendita di abbigliamento aumenteranno l’uso dei capi, riducendo la quantità di rifiuti tessili prodotti e soprattutto favoriscono l'economia circolare, uno dei perni per la ripresa post Covid 19











Il noleggio di abbigliamento, nonostante abbia subito un colpo iniziale, sia a causa del confinamento delle persone che per alcune preoccupazioni sull'igiene dei capi, ha vissuto una ripresa piuttosto veloce dopo l'allentamento delle misure di lock down (ovvero chiusure e confinamento in casa).

Secondo il rapporto della Fondazione Ellen MacArthur il noleggio e la rivendita di capi di abbigliamento si mostrano in crescita e continueranno ad esserlo anche in futuro, anche perché i consumatori sono più consapevoli, ma anche preoccupati, dell'impronta ambientale negativa dell'industria moda-tessile. Il comparto ha quindi urgente necessità di divenire più circolare, adottando nuovi modelli economici più sostenibili, tra questi anche la rivendita e il noleggio di capi di abbigliamento, nuovi modelli di economia circolare, in grado di produrre diversi vantaggi, ambientali e economici.

Partendo dai primi, che sono per noi particolarmente importanti, è dimostrato che:
estendere la vita del capo di abbigliamento di soli tre mesi riduce del 5-10% dell'impronta di carbonio, un risparmio di acqua e una riduzione della produzione di rifiuti,
l’acquisto di un capo di seconda mano, rispetto all'acquisto di un capo nuovo, permette di risparmiare in media 1 kg di rifiuti, 3.040 litri d'acqua e 22 kg di CO2.

Uno studio del 2019 ha rilevato che il 65% degli acquisti di vestiti di seconda mano negli Stati Uniti e nel Regno Unito e il 41% in Cina sono sostituti dell'acquisto di un capo nuovo. Questi minori impatti sull'ambiente sono fondamentali per la protezione dell’ambiente, visti gli attuali danni ambientali causati da questo settore.

Nel 2015, le emissioni di gas serra della produzione tessile hanno totalizzato 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, cioè più della quantità prodotta da tutti i voli internazionali e dal trasporto marittimo messi insieme. Al ritmo attuale, l'industria tessile potrebbe essere la causa di oltre il 26% del bilancio globale di carbonio entro il 2050.

Anche a livello politico, sta salendo l'attenzione per gli impatti ambientali dell'industria della moda. In Francia, ad esempio, la legge che disciplina l'economia circolare vieta la distruzione degli articoli invenduti o restituiti dai clienti, mentre gruppi come la UN Alliance for Sustainable Fashion e la OECD Due Diligence Guidance for Responsible Supply Chains in the Garment & Footwear Sector stanno investendo in formazione per affrontare i problemi di sostenibilità nel comparto moda.

Per ottenere ancora maggiori vantaggi dal punto di vista ambientale, molto potrà fare anche il design, infatti, l'abbigliamento dovrà essere progettato con materiali durevoli e non pericolosi che possano sostenere diversi cicli di utilizzo. Allo stesso tempo, il design dovrebbe mirare alla “durata emotiva” del capo acquistato, cioè i clienti dovrebbero potere continuare ad apprezzarlo e a volerlo indossare, altrimenti non verrà utilizzato al suo massimo potenziale. Per raggiungere questo obiettivo, si possono adottare soluzioni dette "senza tempo" (cioè design classici e senza stagione nei modelli e nelle silhouette), o una maggiore adattabilità dei capi per evitare l'obsolescenza prematura degli articoli d'abbigliamento.

Con il noleggio e la rivendita si possono ottenere anche vantaggi economici, lo stesso articolo, infatti, verrà utilizzato da molti clienti nel corso della sua vita, aumentando i ricavi per ogni singolo capo di abbigliamento, diversamente da quanto accade con i modelli lineare, produzione – vendita, che si basano, in modo esclusivo, sui volumi venduti per generare entrate. L'aumento del tasso di utilizzo, combinato con i costi più bassi che si possono ottenere con la riduzione del fabbisogno di materie prime, permetterebbe di vendere e/o noleggiare il capo d’abbigliamento ad un costo vantaggioso per il cliente, attraendo tutte quelle persone sensibili al prezzo. Tra i vantaggi dei servizi di noleggio di abbigliamento ci sarebbe anche la maggiore capacità di fidelizzazione dei clienti, come dimostrano i dati della piattaforma di noleggio di abbigliamento, CaaStle, che hanno rivelato come i loro clienti, nel tempo, abbiano aumentato gli acquisti del 125-175%.

Va da sé che questi nuovi modelli di economici, di tipo circolare, per determinare un cambiamento reale e concreti vantaggi economici necessitano di un diverso approccio culturale al consumo e l’abbandono dell'idea di “proprietà e possesso" del capo d’abbigliamento ma anche di un aumento dell'uso delle tecnologie digitali, tema non da poco, visto che si parla, in questo periodo, di digitalizzazione.

L'aumento dell'e-commerce ha subito un'accelerazione dall'inizio della pandemia. Uno studio sui clienti tedeschi e britannici, condotto nell'aprile 2020, ha rilevato che il 43% degli intervistati ha iniziato ad acquistare articoli di moda online per la prima volta all'inizio della pandemia, e il 28% prevede di ridurre i propri acquisti in luoghi fisici in futuro.

Durante la pandemia sono state adottate molte soluzioni digitali innovative, come il coinvolgimento dei clienti attraverso i social media, le sessioni livestream in grado di trasformare i negozi fisici in palcoscenici virtuali per lo shopping. Tutto questo si è mostrato prezioso per le aziende, garantendo le vendite, talvolta aumentandole e rendendo più partecipi i clienti anche se da casa. Tuttavia, per attrarre e incentivare i clienti ad usare queste piattaforme, queste dovranno essere progettate e sviluppate tenendo conto soprattutto dei bisogni della clientela, quindi dovranno essere messi in campo investimenti per potenziare le capacità digitali del Paese oltre che delle singole imprese.

fonte: www.arpat.toscana.it

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Scegli, indossa e restituisci: la nuova frontiera del fashion

 



Un’automobile trascorre oltre il 90% della propria vita in sosta. È un dato che abbiamo sentito spesso e che sta spingendo sempre più persone a preferire l’uso del car sharing rispetto all’acquisto di un veicolo. E proprio come l’automobile, ci sono tanti altri prodotti che traggono un vantaggio, sia ambientale che economico, maggiore se noleggiati: pensiamo a macchinari industriali, macchinari agricoli, lavatrici, attrezzature sportive e molto altro.

E un abito? Avete mai pensato a quante volte avete davvero indossato un abito da cerimonia?

In un nostro articolo precedente, abbiamo sottolineato come il settore abbigliamento contribuisca alle emissioni globali di gas serra con 1,7 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Un abito “usa e getta nell’armadio” forse non è tanto diverso da un veicolo fermo.

Alcune realtà si sono mobilitate per avanzare nuovi modelli di business circolari per passare da una logica di fornitura di un prodotto ad una logica di fornitura di servizi. Questo modello viene chiamato “prodotto come servizio”.

In questo modello, l’azienda offre e vende sul mercato non più un bene, ma la possibilità di poter usufruire di tale bene, rimanendo pertanto proprietaria del prodotto. L’utente, quindi, paga per il tempo per cui utilizza tale bene (noleggio, affitto, pay for use).

E’ un modello pratico e flessibile. Da una parte, l’utente può prendere in prestito un oggetto solo per il tempo necessario all’utilizzo, dall’altra, l’azienda rimane proprietaria del bene e ha tutto l’interesse che questo mantenga alta la sua prestazione nel tempo.

Questo modello può essere applicato anche nel mondo dell’abbigliamento, pensato per quelle occasioni in cui abbiamo bisogno di specifici abiti o vestiti per specifiche e temporanee occasioni: vacanze, matrimoni, gite fuori porta, feste di laurea, ma anche per la maternità.

Queste realtà offrono la possibilità di acquistare diversi “pacchetti” e noleggiare gli abiti per uno, due, tre giorni fino a qualche mese, come nel caso degli abiti premaman.

E non si noleggiano solo abiti, ma anche scarpe, accessori e capi sportivi tecnici, pensato per quelle occasioni in cui gli sport richiedono abbigliamento preciso (mute da sub, tute da sci, ecc..)

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune realtà che hanno fatto proprio il modello di business “prodotto come servizio”:

Dress You Can è una start up al femminile che permette di affittare vestiti e accessori di grandi marchi, invece che di comprarli. Le sue fondatrici, Caterina ed Elena, fanno ricerca in tutto il mondo, per individuare capi esclusivi da proporre alle loro clienti. Lo showroom Dress You Can ha sede nel centro di Milano, dove è possibile provare tutti i vestiti presenti a magazzino, approfittare del servizio di consulenza e sartoria e ritirare e/o riconsegnare gli abiti noleggiati, risparmiando così sulle spese di spedizione. Altro elemento interessante del business Dress You Can è la raccolta e l’elaborazione dei dati: quello delle utenti (taglie, gusti e preferenze) e quello dei capi (tipo tessuto, tenuta dei colori, resistenza ai lavaggi).




VIC – Very Important Choice è un’impresa di abbigliamento di Treviso che permette di noleggiare per cinque giorni o acquistare abiti selezionati tra una serie di brand sostenibili e artigiani sulla base di 3 criteri: design, sostenibilità e trasparenza. Il servizio di Ecorenting di VIC è disponibile a Treviso e provincia, ma VIC offre anche un servizio ad hoc in tutta Italia con consulenza privata in videocall.



Infine, Circos, un marchio di abbigliamento premaman e bambino dell’omonima impresa sociale con base ad Amsterdam. Con Circos, da 8 a 10 famiglie riutilizzano e godono degli stessi capi di abbigliamento di alta qualità, prolungando la durata dei prodotti. Una volta che un capo di abbigliamento si consuma, il tessuto viene riutilizzato per creare nuovi prodotti. Anche gli imballaggi e le spedizioni sono ecosostenibili. Infatti, per la spedizione, vengono utilizzate buste postali a base vegetale, biodegradabili e compostabili.

fonte: www.mercatocircolare.it


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