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Team Italia-USA recupera il calore di scarto delle celle solari
















Recuperare calore di scarto da celle solari per produrre energia e aumentare la loro efficienza? Adesso è dimostrato: si può fare!

Scienziati dell’Università di Milano-Bicocca,Roma Tor Vergata e MIT hanno fabbricato un...

Corepla sostiene ricerca su batteri mangia-plastica

Il consorzio cofinanzierà il progetto ideato da un team tutto al femminile dell’Università di Milano-Bicocca.











Corepla ha deciso di sostenere il progetto Micro-Val (MICROrganismi per la VALorizzazione di rifiuti della plastica) ideato da un team tutto al femminile dell’Università di Milano-Bicocca.

Si tratta del quarto progetto lanciato quest’anno da Biunicrowd, il programma di finanza alternativa dell’Ateneo, promosso per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi. Se la campagna raggiungerà almeno la metà dell’obiettivo fissato (9.500 euro), scatterà il cofinanziamento da parte del Consorzio. Obiettivo molto vicino, dato che ad oggi la raccolta supera già i 4.000 euro.

I fondi serviranno per la messa a punto del primo trattamento italiano di trasformazione e degradazione microbiologica della plastica a base di polietilene applicabile negli impianti di gestione dei rifiuti.

Micro-Val si articolerà in due fasi. Grazie al primo finanziamento, saranno condotte prove in laboratorio per a studiare le proprietà dei batteri mangia-plastica e a valutarne la loro efficacia per liberare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) dalla componente di rifiuto indesiderato, costituita per lo più da polietilene (il 5% circa). Nella seconda fase, il team di ricerca verificherà la possibilità di applicare il trattamento biologico per uno scale-up in un impianto in collaborazione con un’azienda leader nel settore del recupero e il riciclo di rifiuti.
Il progetto prevede anche lo sviluppo di una APP per smartphone che fornirà consigli all’utente nello svolgimento della raccolta differenziata, permettendo a ogni cittadino di contribuire all’ambizioso obiettivo dei ricercatori.

Per sostenere il progetto: Micro-Val

VIDEO DI PRESENTAZIONE


fonte: www.polimerica.it


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I pesticidi sono arrivati fino ai ghiacciai alpini e minacciano gli insetti delle terre alte

Uno studio dell’università di Milano-Bicocca ha evidenziato il ruolo dei ghiacciai come accumulatori di contaminanti utilizzati per l’agricoltura in Pianura Padana.

Neppure in alta montagna, tra il silenzio e i ghiacciai, dove l’orografia ha impedito all’uomo di estendere il suo dominio anche su quegli ambienti, gli insetti sono al sicuro dall’impatto antropico. Nei torrenti glaciali alpini un gruppo di ricercatori ha infatti rinvenuto tracce di pesticidi che minaccerebbero le larve di alcune specie di invertebrati.




















La ricerca, realizzata dal gruppo di ecotossicologia di Milano-Bicocca, in collaborazione con il gruppo di glaciologia, ha raccolto e analizzato campioni di acqua di fusione da sei ghiacciai alpini: Lys nel gruppo del Monte Rosa, Morteratsch nel Massiccio del Bernina, Forni nel gruppo dell’Ortles Cevedale, Presena nel gruppo della Presanella, Tuckett nel gruppo del Brenta e Giogo Alto nel gruppo del Palla Bianca-Similaun © Ingimage

Come i pesticidi sono arrivati in montagna

Lo hanno scoperto i ricercatori dell’università di Milano-Bicocca che, nello studio Analisi spazio-temporale e caratterizzazione del rischio di pesticidi in acque di fusione dei ghiacciai alpini, hanno evidenziato la stretta correlazione tra l’uso di pesticidi nelle aree agricole italiane limitrofe alle Alpi e le quantità ritrovate nella massa glaciale. I pesticidi, sostiene lo studio, sono arrivati sull’arco alpino trasportati dagli agenti atmosferici, insinuandosi poi nei ghiacciai.

Dalla Pianura Padana alle Alpi

L’obiettivo della ricerca, pubblicata sulla rivista Enviromental Pollution, era quello di verificare la presenza nei ghiacciai alpini di alcuni pesticidi largamente usati in Pianura Padana dal 1996 a oggi, come l’insetticida clorpirifos e l’erbicida terbutilazina. Per farlo gli scienziati del gruppo di ecotossicologia e del gruppo di glaciologia, guidati da Sara Villa, ricercatrice in ecologia, e Valter Maggi, docente di geografia fisica e geomorfologia, hanno analizzato una carota di ghiaccio prelevata dal ghiacciaio del Lys, nel massiccio del Monte Rosa, e campioni di acqua di fusione da sei ghiacciai alpini.
Come i pesticidi arrivano sulle Alpi
Il grafico realizzato dai ricercatori illustra il viaggio dei pesticidi, dalla pianura alle Alpi © Università di Milano-Bicocca

Ghiaccio avvelenato

Dai campioni prelevati è emerso che insetticidi ed erbicidi hanno ormai contaminato tutto l’arco alpino, “confermando così il ruolo dei ghiacciai come accumulatori di contaminanti trasportati in atmosfera”, si legge nello studio. Le concentrazioni di clorpirifos presenti nelle acque di fusione di alcuni ghiacciai, uno dei pesticidi più usati al mondo, di cui una recente ricerca ha evidenziato la tossicità e l’impatto negativo sullo sviluppo neurologico e sul cervello nei soggetti esposti alla sostanza in fase prenatale e neonatale, sono risultate superiori di quasi cento volte rispetto al valore soglia.

Insetti in pericolo

In tutto il mondo gli invertebrati stanno scomparendo ad un ritmo catastroficoil 40 per cento delle specie, secondo uno studio pubblicato lo scorso febbraio, è a rischio estinzione. Una delle principali cause del declino globale di questi piccoli e preziosi animali è proprio il massiccio uso di pesticidi, tipico dell’agricoltura intensiva. Gli insetticidi e gli erbicidi rinvenuti sulle Alpi, secondo la ricerca dell’università di Milano-Bicocca, mettono a rischio, in particolare, le larve della famiglia di insetti acquatici dell’ordine dei Ditteri nematoceri, tra cui le specie Diamesa cinerella e Diamesa zernyi. Il rilascio di pesticidi nell’acqua di fusione dei ghiacciai può inoltre comportare rischi per gli ecosistemi acquatici posti a valle, fino ad arrivare al mare.
Ghiacciaio alpino
Lo studio ha dimostrato come i pesticidi utilizzati in maniera massiccia per l’agricoltura in Pianura Padana abbiano un impatto negativo sugli ecosistemi alpini © Ingimage

Valutare il reale impatto dei pesticidi

Alla luce di queste scoperte è necessario regolamentare con maggiore consapevolezza l’uso dei pesticidi, per proteggere la nostra salute e la qualità dell’acqua degli (ex) incontaminati ecosistemi alpini. “L’entità della contaminazione e la sua distribuzione spaziale – ha spiegato Antonio Finizio, ecotossicologo dell’ateneo milanese – evidenziano l’esigenza di aggiornare le procedure di valutazione del rischio ecologico che considerino anche il trasporto atmosferico a media distanza, attualmente trascurato, ma di fondamentale importanza per la concessione dell’autorizzazione ministeriale relativa alla messa in commercio del prodotto fitosanitario, al fine di proteggere le comunità acquatiche alpine”.
fonte: www.lifegate.it