Visualizzazione post con etichetta #CentroCoordinamentoRaee. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #CentroCoordinamentoRaee. Mostra tutti i post

Raccolta RAEE domestici: i dati del 2020 del Centro di Coordinamento





















Il 2020 è stato un anno complesso, ma nonostante le difficoltà causate dalla pandemia Covid, la raccolta dei RAEE domestici sul territorio italiano non si è fermata, anzi, ha registrato numeri superiori al 2019.

I dati del Centro di Coordinamento RAEE, CDCRAEE, confermano, infatti, un trend positivo a partire da maggio, dopo il rallentamento dovuto al lockdown che aveva causato una contrazione di oltre il 50% nel mese di aprile.

Nel 2020 sono state raccolte 365.124 tonnellate di RAEE, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ovvero il 6,4% in più rispetto al 2019.


I Raggruppamenti

Il dato più alto, +9,1%, è registrato dal Raggruppamento R2 (Grandi Bianchi). Segue il Raggruppamento R4 (piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo) con +7,9% e, al terzo posto, il Raggruppamento R3 (TV e monitor): +4%. Più contenuta la crescita del Raggruppamento R1 (Freddo e Clima) che registra un +3,7%.

Chiude in negativo, invece, il Raggruppamento delle sorgenti luminose (R5) con -4,42% pari a 91,28 tonnellate in meno rispetto alla raccolta 2019.

fonte: erion.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Raee, cresce la gestione ma si allontana il target ue

Crescono le quantità di rifiuti elettrici ed elettronici trattate dagli operatori autorizzati, ma le percentuali di raccolta fanno un passo indietro e si allontanano dal target fissato dall'Ue. Questo quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla gestione dei Raee pubblicato dal Centro di Coordinamento nazionale










fonte: www.ricicla.tv

#RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz 
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria 

Rifiuti elettrici ed elettronici: come cambiano raccolta e gestione

Dall’agosto 2018 entrerà a pieno regime anche in Italia un’importante direttiva europea che riguarda i “RAEE”. Dalla classificazione allo smaltimento, lo scenario muta profondamente. Ecco perché il nostro Paese potrebbe trarne benefici






















Oggi, in Italia, il campo di applicazione della normativa RAEE 
interessa circa 7mila aziende, iscritte ai Sistemi collettivi. 
Da metà 2018 ne coinvolgerà altre 6mila - Archivio Remedia


Dalla metà di agosto la gestione dei rifiuti domestici potrebbe diventare molto più semplice. Almeno per quanto riguarda gli elettrodomestici e gli oggetti che si alimentano a corrente elettrica, dal frigorifero al motore elettrico della tenda da esterno dovrà essere conferito in un unico bidone per essere poi avviato al trattamento come RAEE, l’acronimo che indica i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La novità è contenuta nel decreto legislativo 49 del 2014 che recepisce una direttiva europea e introduce il cosiddetto “Open scope” (o ambito aperto) ed entrerà in vigore -come previsto dalla stessa direttiva- a partire del 15 agosto 2018. Un cambiamento significativo rispetto alla situazione attuale. “Fino a oggi la normativa riporta esplicitamente che cosa è un RAEE: è sufficiente consultare l’elenco delle dieci categorie in cui sono suddivise le Apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) che, una volta giunte a fine vita, diventano RAEE”, spiega Danilo Bonato, direttore generale di Remedia, uno dei principali sistemi collettivi che gestisce la raccolta e il trattamento di questa particolare tipologia di rifiuti. “Con l’entrata in vigore dell’ambito di applicazione aperto il concetto di RAEE è molto più esteso: tutte le apparecchiature che dipendono da correnti elettriche o da campi elettromagnetici sono considerati RAEE. Fanno eccezione alcune categorie indicate nel decreto”.

Un cambiamento importante per i consumatori e per tutto il sistema di gestione. Il campo di applicazione della normativa RAEE, che oggi interessa circa 7mila aziende, ne coinvolgerà altre 6mila che dovranno iscriversi ai Sistemi collettivi. Ma soprattutto, molti oggetti che oggi non sono considerati RAEE, dal prossimo agosto dovranno essere smaltiti seguendo una specifica procedura: si va dai cavi elettrici ai morsetti, dalle caldaie ai caminetti elettrici di ultima generazione, dalle e-bike ai sistemi di automazione usati, ad esempio, per le tende da esterno. Inoltre i consorzi saranno chiamati a gestire anche rifiuti elettrici ed elettronici provenienti dall’ambito professionale: “Dovremo attrezzarci per andare a raccogliere e riciclare un flusso di prodotti a fine vita molto più consistente rispetto al passato -continua Bonato-. Senza contare il fatto che il decreto prevede l’obbligo di gestire anche prodotti molto diversi rispetto a quelli che gestiamo oggi, ad esempio macchine industriali molto pesanti o banchi frigoriferi di grandi dimensioni. Dovremo studiare le modalità da mettere in campo per affrontare tutta una serie di difficoltà”. Gli obiettivi di raccolta fissati dal decreto 49/2014 sono ambiziosi. Nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2018 il quantitativo di RAEE raccolti deve aumentare gradualmente fino a raggiungere al primo gennaio 2019 “un tasso minimo di raccolta pari al 65% del peso medio delle Apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti -si legge nel testo del decreto- o, in alternativa, deve essere conseguito un tasso minimo di raccolta pari all’85% del peso dei RAEE generati sul territorio nazionale”.





A fronte di questi obiettivi, l’Italia deve colmare un divario importante. In base ai dati forniti dal Centro di coordinamento RAEE (Cdc, che coordina e monitora l’attività dei Sistemi collettivi di raccolta) al 2016 il tasso di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici era al 40,8% dell’immesso al consumo a fronte di un obiettivo europeo fissato al 45%.
Il cambiamento introdotto dall’Open scope rappresenta un’opportunità importante per tutta la filiera dei RAEE e non solo. Una ricerca commissionata da Remedia e condotta dall’Università Bocconi di Milano stima un incremento dell’immesso al consumo dei prodotti pari a circa 1.330.000 tonnellate (oggi siamo a quota 875mila tonnellate di AEE domestiche e professionali ogni anno). Se riusciremo a rispettare i target imposti dall’Europa, avviando correttamente al trattamento l’85% dei RAEE generati, l’Italia potrebbe ottenere diversi benefici sia dal punto di vista lavorativo (con la creazione di 13-15mila nuovi posti di lavoro tra il 2025 e il 2030) sia dal punto di vista ambientale. Lo studio dell’Università Bocconi, infatti, calcola una riduzione delle emissioni pari a 2,2-2,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti ogni anno per un valore economico generato compreso tra gli 85 e i 100 milioni di euro l’anno. Inoltre, il corretto trattamento dei RAEE permetterebbe di recuperare importanti quantità di materiali da avviare al recupero (vetro, plastica, rame, acciaio) con un risparmio sull’acquisto delle materie prime di circa 340-390 milioni di euro tra il 2020 e il 2030.




Secondo una ricerca commissionata dal consorzio Remedia
e condotta dall’Università Bocconi, il corretto trattamento dei RAEE 
permetterebbe un risparmio sull’acquisto delle materie prime 
di circa 340-390 milioni di euro tra il 2020 e il 2030 – © Archivio Remedia


Per ottenere questi risultati, però, è necessario superare una serie di criticità che segnano già oggi la filiera di gestione dei RAEE. “L’Open scope è sicuramente una novità importante, ma bisogna evitare di ripetere gli errori fatti in passato -commenta Stefano Ciafani, direttore scientifico di Legambiente-. C’è un problema generale di mancata informazione sia per i cittadini, sia per gli operatori. Ancora oggi, ad esempio, molti non sanno dell’entrata in vigore dell’‘uno contro zero’, che prevede la possibilità di consegnare gratuitamente RAEE di piccole dimensioni presso i grandi punti vendita senza alcun obbligo di acquisto”.
12 chilogrammi, la produzione media di ciascun italiano di rifiuti elettrici ed elettronici
Questa mancanza di informazione è confermata da una ricerca del febbraio 2017 realizzata da Ipsos per Ecodom e Cittadinanzattiva sui comportamenti degli italiani nella gestione dei RAEE: solo il 18% sa di poter usufruire della modalità “uno contro zero” introdotta nell’aprile 2016. E non solo: quattro italiani su dieci (il 44%) ancora non sanno dell’‘uno contro uno’, provvedimento entrato in vigore nel 2010 e che prevede il ritiro gratuito dell’apparecchiatura dismessa a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente, di cui si fa carico il rivenditore. “La conoscenza dei RAEE e la consapevolezza dell’importanza della loro raccolta differenziata sono ancora poco diffuse tra gli italiani -commenta Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom-. Mediamente ciascun italiano produce circa 12 chilogrammi di RAEE all’anno, ma la raccolta è di circa 4,7. Per ciascun cittadino ci sono più di sette chili di rifiuti che non riusciamo a tracciare. Dove vanno a finire?”. Una risposta a questa domanda la fornisce -in parte- don Alessandro Santoro: tra le varie attività della comunità delle Piagge (Firenze) c’è anche un servizio di raccolta e primo trattamento dei RAEE. “Ci è capitato di essere chiamati per recuperare grossi elettrodomestici, ad esempio lavatrici -spiega-. Su dieci, otto non avevano più il motore, il pezzo di maggior valore. Lo stesso accade con i vecchi pc a cui è stata tolta la scheda elettronica. Senza queste parti il trattamento per noi diventa solo un costo”.
“C’è una diffusa illegalità lungo la filiera nella gestione di questo tipo di rifiuti -aggiunge Antonio Pergolizzi, curatore del rapporto Ecomafie di Legambiente-. Stiamo parlando di una moltitudine di piccoli operatori che intercettano i RAEE, spesso sottraendoli alle piazzole di raccolta, asportano i pezzi di maggior valore come i compressori dei frigoriferi e abbandonano il resto”.
67, i Paesi al mondo che hanno approvato una normativa sul trattamento dei RAEE
Il tema dei rifiuti elettrici ed elettronici rappresenta una sfida globale. Nel mondo se ne producono 44,7 milioni di tonnellate in base alle stime dell’ultimo report “The global e-waste monitor 2017” curato da International telecomunication Union e da United Nation University. Di questa montagna di rifiuti, solo il 20% è stato riciclato correttamente. “La generazione di RAEE aumenta perché sta crescendo il consumo di apparecchiature elettriche sia in Occidente, sia nei Paesi in via di sviluppo. Ed è proprio in Paesi come India e Cina, oltre che le nazioni africane, che mi aspetto l’incremento maggiore per i prossimi anni”, spiega Federico Magalini. project manager per United Nation University. Già oggi Paesi come Cina, India e Brasile si piazzano nella top ten dei principali produttori mondiali di e-waste, rispettivamente al primo, quinto e ottavo posto.
E se il progressivo aumento della produzione di rifiuti elettrici è -per molti versi- inevitabile, la sfida sta nella gestione corretta di questi processi. Oggi sono 67 i Paesi che hanno approvato una normativa sul trattamento dei RAEE, ma c’è ancora molta strada da fare. “Se manca un quadro legale in cui si dice chi deve pagare per lo smaltimento di quei rifiuti, il rischio è che le parti di maggior valore vengano trattate e il resto venga abbandonato, con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute -ragiona Magalini-. Ci sono diversi Paesi africani che hanno elaborato una normativa, ma da anni la tengono nel cassetto. Si sta lavorando per convincerli ad approvarla e metterla in atto, ma il percorso è ancora lungo”.
fonte: https://altreconomia.it


Toscana e Andalusia insieme per aumentare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici

Progetto Life Weee: messi a disposizione 1,8 milioni di euro per incrementare la raccolta differenziata degli apparecchi elettrici ed elettronici ed il recupero delle materie prime in essi contenute
























Toscana e Andalusia impegnate in un progetto europeo Life Weee (Waste Electrical and Electronic Equipment) per aumentare la raccolta dei rifiuti costituiti da apparecchi elettrici ed elettronici (AEE) ed incrementare, di conseguenza, anche il recupero di materie prime da vecchi smartphone, tv, computer, tablet ed altre apparecchiature informatiche ed elettroniche.
Nei prossimi 3 anni, grazie a questo progetto, aumenteranno i punti di raccolta e sarà predisposta una importante campagna di sensibilizzazione rivolta in particolare a cittadini ed imprese, che spesso smaltiscono in modo non corretto questa particolare tipologia di rifiuti, con due effetti negativi:
  • il primo è il rischio di danneggiare l’ambiente, questi rifiuti, infatti, contengono sostanze in grado di inquinare le risorse ambientali
  • il secondo riguarda la perdita di materie prime spesso facilmente riciclabili, in controtendenza rispetto ad un’economia che vogliamo sempre più circolare.
Il progetto Weee vede la collaborazione di Anci Toscana insieme alla Camera di Commercio di Firenze, la Camera di Commercio di Siviglia, i dipartimenti di Ingegneria Civile ed Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze, la società delle Camere di Commercio Ecocerved e la Regione Toscana.
L’idea alla base del progetto nasce nel 2014 quando la Camera di Commercio di Firenze verifica che gli iscritti all’Albo gestori rifiuti con riferimento ai RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) sono poco numerosi, da qui i primi incontri con le imprese da cui emerge che, nella maggioranza dei casi, non vi è consapevolezza degli obblighi normativi previsti dalla normativa in materia di gestione dei RAEE.
Da allora la Camera di Commercio ha organizzato diversi incontri informativi e formativi che, nel tempo, hanno dato i loro risultati. Ancora tanto c’è da fare come dimostra la recente ricerca, realizzata sempre dalla Camera di Commercio di Firenze su un campione di 1275 imprese toscane, che mette in evidenza come ancora il 73,7% delle aziende non sia a conoscenza delle regole sullo smaltimento di vecchi prodotti elettrici ed elettronici e solo il 53,5% smaltisca negli appositi centri di raccolta queste apparecchiature.
Si registra comunque voglia di cambiamento, infatti il 67,5% delle imprese si dichiara disponibile a modificare le proprie abitudini soprattutto se il settore pubblico si impegnerà a ritirare, attraverso il gestore dei rifiuti urbani, i RAEE con maggiore semplicità e predisporrà punti di raccolta facili da raggiungere.
Le domande poste dalla Camera di Commercio nel suo questionario rivolto alle imprese hanno ricevuto risposte differenti a seconda della tipologia di impresa, se iscritta o meno all’albo dei gestori ambientali; quelle iscritte hanno mostrato, naturalmente, di essere più consapevoli ed attente alla tutela dell’ambiente mentre le altre si sono dimostrate particolarmente interessate all’aspetto legato alla riduzione dei costi.
Se questa è la situazione con riferimento alle aziende, cosa accade sul fronte dei singoli cittadini? Un’indagine Ipsos effettuata nel 2016 e commissionata da Ecodom e Cittadinanza attiva evidenzia che solo una quota (ancora marginale) di popolazione conosce i RAEE e la percezione sul grado di rischio di queste apparecchiature appare elevata anche tra chi non li conosce.
Migliorare è possibile, come dimostra l’esperienza andalusa, dove si è passati da una raccolta di Raee pari a 2 kg abitante anno nel 2014 a 4,5 kg abitante anno nel 2016 e per quest’anno le stime sono al rialzo, l’obiettivo, infatti, è raggiungere i 5 kg abitante anno. Questo successo è stato possibile prendendo a modello l’esperienza toscana, ora per progredire nei risultati è necessari uno stretto rapporto con i Comuni, un patto con le imprese ed i cittadini per uno smaltimento corretto di questi rifiuti
La Regione Toscana è all’avanguardia nel panorama nazionale per la gestione di questi rifiuti, come ha dimostrato la tappa del road show nazionale dedicato alla Gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), organizzato dal Centro di Coordinamento RAEE in collaborazione con la Direzione Ambiente della Regione Toscana.
Nell’anno 2016, in Toscana, gli Impianti autorizzati hanno trattato 16.235.501 kg di RAEE, di cui 14.968.293 kg provenienti da RAEE domestici e 1.267.208 kg da RAEE professionali. In particolare, ben 14.968.293 kg dei RAEE di origine domestica sono state trasportate dai Sistemi Collettivi associati al Centro di Coordinamento RAEE agli Impianti di trattamento sul territorio regionale, con una predominanza delle tipologie di rifiuti appartenenti al Raggruppamento 2 – Grandi Bianchi (7.875.246 kg), R1 – Freddo e Clima (4.054.144 kg) e R4 - Piccoli Elettrodomestici (3.065.137 kg).
RAEE di origine professionale trattati hanno riguardato apparecchiature dismesse appartenenti a tutte le categorie ad eccezione dei giocattoli e apparecchiature per lo sport e il tempo libero.
Positivo risulta anche l’andamento della raccolta in Regione Toscana riferito al periodo gennaio – agosto 2017,i RAEE raccolti sono stati 16.467.520 kg, in aumento del 6% circa rispetto al 2016. La raccolta di tutti i 5 raggruppamenti risulta in crescita, ad eccezione di R3 (Tv e Monitor), che registra un calo del 3,8%. Particolarmente positivo il risultato di R4 (Piccoli Elettrodomestici) e R5 (Sorgenti Luminose).
La provincia che ha raccolto il maggior quantitativo di RAEE nei primi 8 mesi del 2017 è Firenze con 4.891.803 Kg complessivi (+6,3% rispetto allo stesso periodo nel 2016), seguita da Lucca con 2.009.128 kg (+7% circa) e Pisa (+7,84%). Da segnalare il dato di Livorno, che registra il maggiore incremento percentuale a livello regionale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+19,8%).
La situazione della nostra regione si presenta buona ma bisogna migliorarla, per fare questo è necessaria una mirata informazione alle imprese ed ai cittadini per fare conoscere non solo come smaltire correttamente questi particolari rifiuti ma soprattutto informarli sull’economia circolare con particolare attenzione al riutilizzo e all’allungamento della vita dei materiali, senza mai dimenticare che l’obiettivo principale è quello della riduzione dei rifiuti prima ancora del ri-uso e della riparazione.
Nel suo piano di gestione dei rifiuti, la Regione Toscana si è posta l’obiettivo di raggiungere il 70% di raccolta differenziata (RD) nel 2020, obiettivo molto ambizioso e di non facile raggiungimento, mentre per quanto riguarda i RAEE è previsto un recupero del 65% da calcolare in termini di peso rispetto all’immesso sul mercato, quindi l’impegno dovrà essere indirizzato su azioni in grado di
  • estendere la rete di raccolta di questa tipologia di rifiuti, portandoli a 5000
  • informare i cittadini e le imprese sulla modalità di raccolta
Tutto questo richiede un coinvolgimento dei comuni e delle 3 ATO (autorità territoriale ottimale) presenti sul territorio regionale, chiamate in particolare a gestire, oltre che incrementare, i centri di raccolta di prossimità o addirittura organizzare delle forme di raccolta porta a porta. Nell’ambito del progetto Weee è anche previsto di redarre delle linee guida rivolte ai comuni per dare indicazioni condivise su come migliorare la strategia di raccolta dei RAEE, magari anche introducendo degli incentivi per chi li smaltisce correttamente.

fonte: http://www.arpat.toscana.it

200mila tonnellate di rifiuti elettronici. Ecolight fa il bilancio di 10 anni di attività









Il consorzio nazionale per la gestione dei RAEE fa il punto della raccolta dall’entrata in vigore del principio “chi inquina paga” che coinvolge le aziende nel processo di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche

Dieci anni di RAEE e dieci anni di operatività per Ecolight. In due lustri di impegno nella raccolta e smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche il consorzio nazionale ha gestito quasi 200mila tonnellate di RAEE. «Tra il settembre e il novembre del 2007 fu approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che sanciva il principio “chi inquina paga” per il mondo dei RAEE», ricorda il direttore generale di Ecolight Giancarlo Dezio. «Il consorzio, che proprio in quel periodo iniziò l’attività, si fece interprete delle novità normative consorziando sempre più imprese - ad oggi sono oltre 1.700 - e coinvolgendole nel processo di raccolta e trattamento dei rifiuti elettronici secondo i principi enunciati dalla norma». Il sistema che ne nacque, basato su una rete di sistemi collettivi e coordinato dal Centro di Coordinamento RAEE e che mosse i primi passi nel gennaio 2008, ha permesso in questi anni di superare i due milioni di tonnellate di RAEE raccolti, contribuendo in modo significativo al recupero di importanti quantitativi di materie prime seconde e alla tutela dell’ambiente.
L’azione di Ecolight si è concentrata soprattutto sui piccoli elettrodomestici, sull’elettronica di consumo e sulle sorgenti luminose (indicati rispettivamente nei raggruppamenti R4 ed R5): ben 150mila tonnellate di rifiuti raccolti dal Consorzio sono stati rappresentati da frullatori, ferri da stiro, cellulari, smartphone, lampadine fluorescenti e a risparmio energetico non più funzionanti, nonché trapani e avviatori, caricabatterie e telecomandi. «Ecolight si è caratterizzato fin dall’inizio per l’attenzione dedicata a questa tipologia di rifiuti», continua Dezio. «I piccoli rifiuti elettronici però necessitano un’attenzione costante perché sono quelli più difficili da intercettare. Gli sforzi fatti e le normative che hanno introdotto i principi dell’Uno contro Uno e dell’Uno contro Zero coinvolgendo così anche la Distribuzione nella raccolta di questi rifiuti hanno dato un contributo nel migliorare i tassi di raccolta».
Ecolight, con i servizi attivati per la Distribuzione fin dal 2010 - quando entrò in vigore l’obbligo per i negozi di ritirare le vecchie apparecchiature elettroniche a fronte dell’acquisti di un’apparecchiatura di equivalente funzionalità - ha raccolto oltre 16.000 tonnellate di RAEE servendo ogni anno più di 2.500 punti vendita. «L’uno contro zero è andato oltre, permettendo ai cittadini di consegnare i RAEE piccole dimensioni, e solo questi, in negozio senza alcun obbligo di acquisto», prosegue il direttore generale di Ecolight.
Oggi il mondo RAEE necessita di un impulso ulteriore per raggiungere gli obiettivi europei. Il 45% di raccolta, calcolato sulla media di quanto immesso sul mercato nei tre anni precedenti, è ancora da raggiungere. Punti nodali saranno un sempre maggior coinvolgimento dei cittadini nella differenziazione dei loro rifiuti elettronici, ma soprattutto il cosiddetto “open scope” che è atteso nell’agosto del prossimo anno e che allargherà anche ad altri prodotti il campo di applicazione della normativa RAEE. «Il tema dei rifiuti elettronici, ambito che è costantemente in evoluzione sia sotto il profilo normativo sia dei prodotti, richiede il contributo di tutti, in particolare delle aziende che, secondo il principio di “chi inquina paga”, sono chiamate attraverso i sistemi collettivi a farsi carico dei costi di raccolta e trattamento. Le 200.000 tonnellate gestite da Ecolight in 10 anni rappresentano un piccolo tassello in un ambito che deve ancora crescere per sensibilità e volumi».

fonte: https://www.logisticaefficiente.it

ROAD SHOW Centro di coordinamento RAEE sul trattamento dei RAEE


  











Il Centro di Coordinamento RAEE sta promuovendo un road show nazionale attraverso le regioni italiane che si distinguono per la presenza sul territorio di una adeguata rete di impianti per il trattamento e il recupero finalizzato al riciclo dei materiali derivanti dai RAEE, a testimonianza di come un sistema impiantistico efficiente sia garanzia di sviluppo sostenibile.
L’iniziativa - di carattere informativo – rappresenta l’occasione per approfondire il dibattito sulle attività di sensibilizzazione volte a diffondere la cultura della raccolta dei RAEE, agli effetti positivi degli importanti Accordi di Programma siglati dal Centro di Coordinamento RAEE nell’ultimo biennio, che hanno posto delle basi per l’attuazione di quell’Economia Circolare che è al centro del dibattito istituzionale e politico sia in Europa che in Italia. Questi incontri vedranno il coinvolgimento di istituzioni, rappresentanti degli impianti di Trattamento, società della raccolta, associazioni del Trattamento e produttori di AEE, tra cui ASSORAEE.
.
Per qualunque approfondimento o comunicazione in merito, potete rivolgerVi a: MGP & Partners – Tel. 366-4070955– press@mgpcomunicazione.it

fonte: http://assoambiente.org/