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Dal sole alle rottamazioni: ecocriminali senza confini

COLLETTI BIANCHI - ORMAI LA DELINQUENZA ECONOMICA SI AFFIDA A GRANDI GRUPPI IMPRENDITORIALI E FIGURE DI ELEVATA PROFESSIONALITÀ





Il mondo del crimine ambientale si rinnova e amplia il tradizionale campo d’azione, specie nel settore dei rifiuti. Non solo la criminalità organizzata, che accaparra con corruzione e intimidazione lucrosi appalti per la raccolta di rifiuti solidi urbani, specula sullo smaltimento illecito di rifiuti, sull’abusivismo edilizio e sull’esportazione illegale di rifiuti; ma soprattutto la nuova criminalità economica che “fa capo a gruppi imprenditoriali di spessore, con interessi commerciali diversificati, i quali si avvalgono della competenza e delle prestazioni di figure di elevata professionalità, evitando contatti diretti con criminalità organizzata ed esponenti mafiosi”.

L’hanno detto, il 6 marzo, alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati, due persone che di queste cose se ne intendono: il generale Angelo Agovino, comandante dei Carabinieri Unità forestali, ambientali e agroalimentari, e il generale Maurizio Ferla, comandante dei Carabinieri per la tutela ambientale (Noe).

Non solo “ecomafia”, dunque, ma colletti bianchi, anche se spesso tutto finisce nel fumo degli incendi “liberatori” di rifiuti. E così diminuiscono i “roghi tossici” ma aumentano gli incendi di rifiuti regolarmente stoccati. Per dirla con il generale Agovino, “le criminali imprese di settore per il perseguimento dell’illecito profitto acquisiscono ingenti quantitativi di rifiuti anche a prezzi fuori mercato, omettono di sottoporli ai necessari trattamenti e li avviano a smaltimento e/o a riciclo, assegnando codici fasulli attraverso la tecnica del giro bolla o altre questioni che noi conosciamo. L’illecita esasperazione di simili condotte comporta alla fine l’eliminazione con il fuoco dei materiali giacenti”.

E ormai l’illegalità investe sempre più spesso anche la filiera dei rifiuti urbani il cui flusso cresce specie nel Nord. Con il coinvolgimento diretto di imprenditori titolari di impianti autorizzati, utilizzati come specchietto per le allodole, al fine di acquisire commercialmente le commesse sui rifiuti, per poi smaltirli abusivamente tal quali in capannoni dismessi, dislocati soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto, “di fatto delle discariche abusive che diventano poi bombe ecologiche” dove, spesso, il ciclo si chiude con il fuoco che cancella tutto. Perciò, s’assiste ormai a una ricerca “spasmodica” di capannoni in disuso.

Questo, a volte, con l’aiuto involontario di qualche legge, come lo Sblocca Italia: se prima i rifiuti solidi urbani potevano esser trattati solo all’interno del bacino di produzione, ora il decreto “ha aperto tali confini per supportare i bacini in situazioni d’emergenza nelle aree del Centro e del Sud e ha consentito l’esportazione in altre regioni, dove vengono stoccati in hangar dispersi sul territorio in quantità e modalità che non rispettano le norme”. Invertendo così il flusso dei rifiuti che prima andava dal Nord al Sud.

E l’illegalità aumenta, giungendo a lambire il settore delle energie alternative: il fotovoltaico, soprattutto, dove spesso gli ecocriminali, quando un pannello giunge a fine vita, “fanno una dichiarazione fasulla di sottoperformanza e quindi non è più un rifiuto, ma è un pannello che si può vendere come usato in altre parti del mondo, per cui si sono aperte rotte commerciali verso Paesi del terzo mondo”.

Anche nel settore della rottamazione auto dove, alle illegalità esistenti, s’è aggiunto il “canale di demolizione illegale” per la “cannibalizzazione” di veicoli a fine vita, quando parti di veicoli illegalmente demoliti vengono dichiarate materiale usato, nascoste in container sotto pezzi di ricambio veri e mandate in Paesi terzi insieme a “rifiuti elettronici, batterie, oli usati, etc”.

Così vengono al pettine anche le carenze della nostra legge sugli ecoreati quando punisce l’inquinamento e il disastro ambientale solo se vengono provocati “abusivamente”. Delitti che, come dice il generale Ferla, “restano lettera morta o quasi, perché formulati con un preliminare ‘abusivamente’ che sta bloccando molte Procure, autorità e polizia giudiziarie…”.

Gianfranco Amendola

magistrato, esponente dei Verdi

fonte: www.ilfattoquotidiano.it

Terra dei Fuochi, aumentano i roghi nei siti di stoccaggio rifiuti. E c’è un motivo












L’ennesimo rogo tossico di questa estate 2018 (certamente dolosoall’interno di un impianto di stoccaggio di rifiuti, nei giorni scorsi a Casalduni (Benevento), conferma purtroppo i tragici errori di impostazione nella lotta ai roghi tossici in tutte le “Terre dei Fuochi” di Italia: il mancato controllo e corretto smaltimento innanzitutto dei rifiuti speciali e non solo di quelli urbani. Esiste un pericoloso “vulnus” nella pur importantissima legge sul reato penale di incendio dei rifiuti allorquando, con malizia, si è fatto riferimento al solo incendio di rifiuti “abbandonati” .
L’articolo 1 della legge 6/2014 (per Terra dei Fuochi) prescrive che “chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni”. Non era difficile pensare che i criminali che operano nella sovrapposizione dei rifiuti speciali e urbani per coprire l’evasione fiscale delle aziende “a nero” si accorgessero che, di conseguenza, se si appicca il fuoco a rifiuti non abbandonati e non depositati in maniera incontrollata, non si ricadeva nel reato previsto dalla legge.

Dalla promulgazione della legge, questo “vulnus” ha determinato il progressivo spostamento dei roghi tossici di tutte le “Terre dei Fuochi” dai bordi delle strade e dalle discariche abusive, oggi sanzionabili, all’interno degli impianti legali di stoccaggio dei rifiuti innanzitutto per coprire l’ordinaria commistione di materiali di differente provenienza con codici Cer alterati da “giro bolla”insieme ai rifiuti speciali prodotti in regime di evasione fiscale.
“Mai più Terra dei Fuochi!”, ha tuonato il governatore, Vincenzo De Luca, in difesa delle pummarole campane giusto mentre l’ennesimo immane rogo di rifiuti speciali all’interno di un impianto avvelenava per l’ennesimo giorno la mia Terra di Caivano. Cos’è “Terra dei fuochi” in Campania e quindi in tutta Italia? E’ “Terra dei rifiuti speciali senza impianti, senza controllo e con licenza di uccidere” gli uomini e non le pummarole, da circa trenta anni.
Gestire in Italia 200 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno preoccupandosi di dare in pasto all’attenzione – e ai sensi di colpa – del cittadino italiano medio soltanto i 29 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti urbani è la principale occupazione di aziende, criminali o meno, governi nazionali e locali, e persino società di ambientalisti impegnati allo spasimo nella (giustissima) lotta agli inceneritori, ma che nulla dicono sulla totale assenza di corretto smaltimento dei rifiuti industriali, ospedalieri e radioattivi, dei rifiuti tossici come l’amianto e dei rifiuti speciali pericolosi come i fanghi di depurazione. La Campania continua imperterrita a restare a zero in quanto a impianti finali a norma per rifiuti industriali favorendo quindi il rogo degli impianti di stoccaggio dei rifiuti urbani “legali” ormai saturi anche di rifiuti speciali “commisti”.
Cosa altro si deve nascondere se si tenta di incendiare per ben due volte l’impianto di Casalduni per distruggere qualunque prova in caso di controlli? In Regione si deve patteggiare ogni giorno il “turismo dei rifiuti tossici” creando i presupposti per assicurarelaute mazzette a funzionari regionali infedeli (e di partito) incaricati delle trattative come ha dimostrato Fanpage. Per la Campania evidentemente va bene così, giova a tutti i partiti al potere e al buon nome delle pummarole campane! Questo è “‘O Sistema!”.
Nei primi giorni di agosto a Mariglianella (NA) si moriva dalla puzza di cancerogeni certi. Un incendio doloso il 18 luglio 1995 (Agrimonda) ha causato il rogo di circa seimila tonnellate di pesticidi e fitofarmaci cancerogeni. Dopo oltre 23 anni di percolamento tossico nel terreno di potentissimi cancerogeni in pieno centro cittadino, stante la impossibilità di bonifica per l’assenza totale di qualunque tipo di impianto di discarica finale a norma intraregionale, a costi più che triplicati il trasferimento negli impianti finali di Brescia è stato bloccato perché, ovviamente, in questo caso non era possibile cambiare la natura CER dei rifiuti tossici nei siti di stoccaggio e quindi sono stati respinti dagli impianti finali di Brescia, novella Terra dei Fuochi degli anni 2000.
Nel bresciano oggi, rispetto ai nostri 25 milioni di tonnellate di rifiuti tossici stimati e presenti nelle viscere delle nostre terre dagli anni 90, sono già “legalmente” tombati oltre 75 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e tossici mai controllati efficacemente grazie al “giro bolla” cartaceo e alla assenza di tracciabilità satellitare.
“Terra dei fuochi” è un termine che va “tombato” perché ha fatto tanto male alle pummarole campane. Finché non avremo il coraggio di affrontare e con urgenza il problema dal lato giusto e cioè quello del corretto controllo e smaltimento dei rifiuti speciali industriali e tossici e non urbani, della tracciabilità dei rifiuti (industriali ed urbani) e della totale assenza di impianti di smaltimento a norma dei rifiuti industriali in Campania, “Terra dei fuochi” si sposterà soltanto e non si spegnerà mai.
fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it

Cosa c’è dietro agli incendi negli impianti di smaltimento rifiuti















Dall’inizio dell’anno si sono verificate decine di incendi in impianti di smaltimento rifiuti in tutta Italia. Tra questi roghi, quasi sempre di natura dolosa, potrebbe esserci un filo conduttore: il divieto di importazione di scarti plastici da riciclare recentemente varato dalla Cina, che avrebbe “ingolfato” il sistema di smaltimento in Italia e non solo. A gennaio ne abbiamo parlato con Chiara Braga, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti nella scorsa legislatura, e con Claudia Mannino, deputata del gruppo misto, che da anni segue il tema.

👉 Leggi tutto l’articolo.

L’impennata

Secondo i dati raccolti dal partito dei Verdi e dal quotidiano La Stampa, negli ultimi tre anni sono scoppiati in totale 250 incendi in discariche, di cui 110 solo nel 2017. Se teniamo per buone entrambe le informazioni, significa che nel 2015 e nel 2016 si sono verificati in totale 140 incendi, per una media annuale di 5.84 incendi al mese, mentre nel 2017 la media annuale sale a 9.17.
Il fenomeno inizia una decisa crescita a partire da inizio 2018, facendo registrare a gennaio 12 incendi, a febbraio il doppio, 24, e a marzo 32 (fino a giovedì 29).




La mappa

L’onorevole Claudia Mannino cura un blog in cui pubblica spiegazioni, osservazioni, critiche e denunce sulla gestione dei rifiuti in Italia, e aggiorna una Google Map che riporta tutti gli incendi verificatisi nelle discariche e nei centri di riciclaggio a partire da maggio 2017.


L’elenco

Le notizie dei roghi, nella maggior parte dei casi, non superano il recinto della stampa locale. Stiamo cercando di tenerne traccia su Hello, World!, la nostra rassegna stampa mattutina (che è anche una newsletter). Qui di seguito quanto abbiamo raccolto finora.

Aprile

1/04: qualcuno ha dato fuoco a rifiuti di vario genere in un campo nomadi a Pontina (Latina), vicino a Pomezia, località critica per i roghi di rifiuti. (Il Corriere della Città)
1/04: nel quartiere San Giovanni Galermo a Catania qualcuno ha appiccato fuoco ai cassonetti dell’immondizia urbana. (Giornale di Sicilia)
1/04: ad Ascoli Piceno è scoppiato un incendio in un centro di trattamento rifiuti organici. (Corriere Adriatico)
1/04: a Trana (Torino) un incendio ha completamente distrutto un’azienda in difficoltà economiche che si occupa di stoccaggio di attrezzature industriali. (Torino Today)
3/04: un camion che trasportava rifiuti solidi urbani ha preso fuoco mentre viaggiava nei pressi di Furore (Salerno). (Salerno Today)
3/04: qualcuno ha appiccato fuoco ad un capannone abbandonato vicino all’ospedale Sacco di Milano. Al suo interno è stata ritrovata una gigantesca quantità di rifiuti. (La Stampa)
4/04: il rogo di un cumulo di rifiuti ammucchiati all’uscita di emergenza della stazione Museo di Napoli ha provocato il blocca della linea 1 della metropolitana. (Fanpage)
4/04: a Cassino (Frosinone) qualcuno ha appiccato fuoco a dei rifiuti accatastati nel cantiere dove sono in corso i lavori di una rotatoria. (Radio Cassino Stereo)
6/04: un vasto incendio è divampato all’interno dello Stir dei rifiuti di Casalduni (Benevento). Secondo una prima ricostruzione sarebbe stato appiccato fuoco alle ecoballe stoccate nell’impianto. (Otto pagine)
6/04: un vasto incendio è divampato all’interno dello Stir dei rifiuti di Casalduni (Benevento). Secondo una prima ricostruzione sarebbe stato appiccato fuoco alle ecoballe stoccate nell’impianto. (Otto pagine)
6/04: a Gerenzano (Varese) dei rifiuti hanno preso fuoco all’interno del cortile di una palazzina. Le autorità stanno accertando le cause dell’incendio. (Il Saronno)
7/04: si è verificato un rogo di rifiuti ammassati nei pressi di uno svincolo stradale a Casoria (Napoli). (Tele Club Italia)
7/04: a Marsala (Trapani) ignoti hanno dato alle fiamme alcune infrastrutture dell’isola ecologica vicino al porto. Il 5 aprile si era verificato un incendio anche alla casa di riposo locale. (TP24)
7/04: una stanza piena di abiti e rifiuti dell’ecomostro di Torvaianica (Roma) è stata divorata dalle fiamme. (Corriere della Città)
11/04: i carabinieri hanno colto sul fatto e arrestato un uomo di Torre Chianca (Lecce) mentre dava fuoco a dei rifiuti speciali nel giardino di casa propria. L’arresto ha portato alla scoperta di una discarica abusiva nelle vicinanze. (Lecce News24)
12/04: a Gela si sono verificati almeno 6 roghi di rifiuti in diversi punti della città. (Quotidiano di Gela)
12/04: a Modica qualcuno ha appiccato fuoco ai cassonetti urbani. Secondo le fonti locali si tratta soltanto di “una bravata.” (Corriere di Ragusa)
L’11il 12 e il 13 e il 14 aprile a Palermo si sono verificati diversi casi di roghi di rifiuti in tutte le periferie. (la Repubblica / Nuovo Sud / Live Sicilia /Giornale di Sicilia)
La città sta vivendo una crisi di rifiuti a dir poco allarmante: gli operatori non fanno in tempo a posizionare i raccoglitori della spazzatura che l’area tutta intorno viene riempita di immondizia. (la Repubblica)
12/04: è scoppiato un incendio nel capannone dell’ex-consorzio agrario di Cagliari. (l’Unione Sarda)
12/04: è scoppiato un incendio nell’isola ecologica di Isola Capo Rizzuto (Crotone). (Quotidiano del Sud)
12/04: qualcuno ha dato alle fiamme l’atrio di uno stabile dismesso nella zona industriale Lecce-Surbo. (Telerama News)
14/04: è scoppiato un incendio in prossimità dell’isola ecologica di Aversa (Caserta). (La Rampa)
14/04: qualcuno ha appiccato fuoco a dei cumuli di spazzatura ammassati nella periferia di Corato (Bari).
(Corato Viva)
15/04: è andato fuoco un capannone industriale di una ditta che gestisce rifiuti a Povegliano Veronese (Verona). Le autorità hanno chiesto ai cittadini di non uscire di casa. (la Gazzetta di Mantova)
15/04: è scoppiato un incendio in uno stabile abbandonato nei pressi del porto di Terracina (Latina). Il materiale bruciato sarebbe prevalentemente carta. (h24 notizie)
15/04: le autorità hanno sequestrato 14 aziende nel parco del Vesuvio in cui erano stoccate in totale 250 tonnellate di materiale tessile di cui una parte destinato ad essere bruciato in modo illecito. (la Repubblica)
16/04: sono andati a fuoco dei cumuli di rifiuti abbandonati a Torre Annunziata(Napoli). (Il gazzettino vesuviano)
17/04: a Villaseta (Agrigento) un incendio appiccato a dei cumuli di rifiuti ha bruciato anche alcune automobili. (Agrigento Notizie)
18/04: a Gela si è verificata un’altra ondata di roghi di rifiuti in diversi punti della città, soprattutto in zona Scavone. (Quotidiano di Gela)
18/04: è andato a fuoco un capannone della zona industriale fra Bitonto e Modugno (Bari), dentro vi erano stoccati rifiuti e materiale di scarto: plastica, carta e rame. (Corriere del Mezzogiorno)
18/04: i carabinieri hanno colto sul fatto e arrestato un abitante di Rossano (Cosenza) che si era recato nel bosco per bruciare dei rifiuti di plastica. (Quotidiano del Sud)
19/04: a Modena è andato a fuoco un edificio abbandonato contenente suppellettili e rifiuti. (Gazzetta di Modena)
19/04: a Milano è andato a fuoco un camion dell’AMSA. Ancora ignote le cause dell’incendio. (Il Giornale)
19/04: è scoppiato un incendio alla foce del fiume Trigno, a Montenero di Bisaccia (Campobasso). Qualcuno avrebbe appiccato fuoco agli ammassi di rifiuti scaricati illegalmente lungo il litorale. (Primo numero)
20/04: è andata a fuoco una delle tante discariche abusive disseminate nella campagna di Virgilio (Mantova). (la voce di Mantova)
20/04: a Copertino (Lecce) ignoti hanno appiccato fuoco ad un cumulo di pneumatici di autocarro nella proprietà di un residente. (il paese nuovo)
20/04: a La Loggia (Torino) è andato a fuoco un casolare colmo di rifiuti. (la Stampa)
21/04: a Vallermosa (Cagliari) ignoti hanno dato alle fiamme tre automezzi parcheggiati nel piazzale di una ditta di raccolta rifiuti. (Sardinia Post)
21/04: Qualcuno ha scaricato diverse tonnellate di rifiuti speciali tra cui amianto nel parco del Vesuvio, vicino a Torre del greco (Napoli). I tutori del parco denunciano una situazione drammatica. (Napoli Today)
22/04: all’alba due esplosioni e un incendio hanno distrutto un capannone industriale pieno di rifiuti a Cisano sul Neva (Savona). (la Stampa)
22/04: quattro ragazzi tra i 20 e i 30 anni sono stati arrestati dai carabinieri per aver dato fuoco a quintali di scarti di rame ammassati nella campagna di Termini Imerese (Palermo) (Blog Sicilia)

Marzo (37)

3/03: un imprenditore trevigiano 52enne del consiglio di amministrazione di un’impresa di Zero Branco (Treviso), dedita al recupero di rifiuti non pericolosi, è stato segnalato alla Procura della Repubblica per il reato di gestione illecita di rifiuti. (Treviso Today)
4/03: un grosso incendio si è sviluppato a Belpasso (Catania) in un magazzino dov’erano stoccati rottami e rifiuti imgombranti. (Newsicilia)
5/03: stando alla relazione del perito della Procura di Treviso, il rogo che il 18 agosto 2017 devastò l’azienda di trattamento rifiuti a Vidor (Treviso) fu doloso. (Tribuna Treviso)
6/03: nella notte è scoppiato un grande incendio in un capannone di una azienda di rivendita e riparazione pneumatici. Nel maggio del 2017 sempre a Pomezia si era verificato un altro grosso incendio all’impianto di trattamento rifiuti Eco-X. (Roma Today)
6/03: sono bruciati quattro autocompattatori dei rifiuti nell’isola ecologica di Siniscola, in provincia di Nuoro. (La Nuova Sardegna)
7/03: un incendio ha interessato un impianto di riciclaggio nella zona industriale di Catania. La federazione provinciale Metalmeccanici ha più volte denunciato la presenza di capannoni diventati nel tempo ricettacolo di immondizia di ogni genere. (la Repubblica)
7/03: qualcuno ha dato fuoco ai rifiuti giacenti lungo la SP 174 nei pressi di Andria (provincia di Barletta-Andria-Trani). (Andriaviva)
8/03: a Carovigno (Brindisi) due grossi autocompattatori sono andati in fiamme nel deposito della ditta che gestisce il servizio comunale di raccolta rifiuti. (Brindisi Report)
9/03: un insolito movimento di camion di rifiuti ha portato i carabinieri forestali di Milano alla scoperta di due capannoni abusivi e un terreno agricolo a Pogliano Milanese in cui erano stoccati scarti di plastica, dispositivi elettronici, legno, solventi, vernici, olii e metalli. (Milano Today)
11/03: a Canicattì (Agrigento) qualcuno continua ad appiccare fuoco ai cassonetti urbani. (Giornale di Sicilia)
11/03: un incendio ha divorato una cartiera di Cologno Monzese (Milano) in cui erano stoccati scarti di carta, legno e plastica. Le fiamme hanno provocato anche il crollo del tetto che possedeva un isolamento di amianto. Per il momento secondo Arpa Lombardia “tutti i rilevamenti (ndr. di sostanze tossiche) sono risultati nei limiti.” (Rai News)
12/03: a Roma qualcuno ha dato fuoco a dei cassonetti in via Marco Valerio Corvo. Secondo un residente sarebbe almeno il terzo episodio questo mese. (Roma Today)
12/03: ignoti hanno scavalcato la recinzione di un centro raccolta rifiuti di Foggia e incendiato alcuni cassonetti della carta e della plastica. (Foggia Today)
13/03: a Pavia un camion che trasportava rifiuti ha preso fuoco. I pompieri sono riusciti a domare le fiamme prima che bruciassero l’automezzo. (La Provincia Pavese)
15/03: un piromane ha dato fuoco a dei cassonetti urbani nel centro città di Chieti. (Chieti Today)
15/03: al quartiere portuense di Roma si è verificato un altro episodio di cassonetti urbani dati alle fiamme. (Roma Today)
15/03: le autorità hanno sequestrato una discarica di Como dopo aver sorpreso i proprietari a stoccare diverse migliaia di metri cubi di rifiuti in più rispetto a quanto consentito dalla legge. (Il Giorno)
15/03: a Lodrone (Trento) un incendio in un’isola dei rifiuti ha distrutto un cassone e danneggiato le strutture circostanti. Per la Polizia Locale però l’origine del rogo è colposa. (Il quotidiano delle Giudicarie)
16/03: cinque operai sono stati arrestati a Ravanusa (Agrigento) per aver bruciato i rifiuti di un lavoro edile in una scuola. (Catania Today)
19/03: a Novacchio (Pisa) la Procura locale ha posto sotto sequestro uno stabile dove un’enorme quantità di rifiuti era ammassata senza autorizzazione. Dalle indagini emergono contatti tra il proprietario dello stabile e il prestanome di una società di trattamento rifiuti in contatto con quasi cento aziende cinesi dell’area pratese. (il Tirreno)
20/03: decine di cittadini di Andria (Barletta-Andria-Trani) hanno denunciato un odore nauseabondo probabilmente connesso a qualche sversamento illecito di rifiuti, soprattutto alla luce degli incendi che si sono verificati in città qualche settimana fa. (Video Andria / the Submarine)
20/03: ignoti hanno appiccato fuoco a decine di cassonetti urbani a BariCampobasso e Reggio Calabria. (Borderline24 / Termoli online / Il Quotidiano del Sud)
23/03: a Roma nel giro di qualche mese centinaia di cassonetti urbani sono stati dati alle fiamme. Secondo la sindaca Raggi potrebbe trattarsi di un’intimidazione. (Fanpage)
23/03: i carabinieri del NOE di Caserta hanno sequestrato tre aziende che bruciavano rifiuti a ridosso dei campi da pascolo. (Otto pagine)
23/03: a Collegno (Torino) un camion della raccolta rifiuti ha preso improvvisamente fuoco mentre si trovava nell’autolavaggio. Ancora ignote le cause dell’incendio. (Torino Today)
25/03: a Pianezza (Torino) è scoppiato un incendio in una ditta di trattamento e recupero imballaggi plastici. Lo scorso giugno se n’era verificato un altro nella stessa zona. (la Stampa)
28/03: qualcuno ha dato alle fiamme un cumulo di gomme e rifiuti abbandonati nei pressi della stazione ferroviaria Mungivacca, alla periferia di Bari. (Bari Today)
27/02: a Gramignano (Torino) i carabinieri hanno arrestato un uomo nell’atto di dar fuoco ad un cumulo di rifiuti in un campo nomadi. (Torino Oggi)
29/03: a Santa Flavia (Palermo) la guardia costiera ha arrestato un cinquantanovenne mentre dava fuoco ad un cumulo di rifiuti speciali nei pressi del porto. (Palermo Today)
30/03: a Oltrona San Memette (Como) è andata in fiamme una ex tessitura che qualcuno aveva riempito con rifiuti di vario genere. Il capannone era sotto sequestro da febbraio. (Qui Como)
30/03: ad Albano Laziale (Roma) un capannone dov’erano stoccate ferramenta e oggetti da giardinaggio è stato distrutto dalle fiamme. Il luogo dell’incendio si trova a circa 10 km da Pomezia, dove meno di un mese fa si è verificato un rogo di rifiuti. (Roma Today / the Submarine)
30/03: “un piromane” ha dato fuoco ai cassonetti di via Agricola a Roma. Negli ultimi 5 mesi i cassonetti dati alle fiamme nella capitale sono 180. (Roma Today)
31/03: ad Apollosa (Benevento) un incendio di origine dolosa ha divorato un’azienda specializzata nello smaltimento di carta e cartone. (Otto pagine)
31/03: due aziende in provincia di Treviso sono state denunciate per gestione illecita di materiale plastico di scarto. (Tribuna Treviso)

Febbraio (24)

1/02: la notte dell’1 febbraio a Palermo, in via Giovanni Grasso, ignoti hanno incendiato diversi sacchetti colmi di rifiuti. “Le palazzine limitrofe all’incendio – racconta un testimone – erano al buio oltre che invase dal fumo.” (PalermoToday)
1/02: la stessa notte, un incendio ha distrutto diversi cassonetti e tre automezzi impiegati nella raccolta dei rifiuti a San Donaci (Brindisi). (Gazzetta del Mezzogiorno)
2/02: un incendio ha completamente distrutto la cartiera di Pomezia Deodati Ecocar, poco distante dal deposito EcoX, divorato anch’esso dalle fiamme il 5 maggio 2017. (Fanpage e Repubblica)
2/02: a Giulianova (Teramo) i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per estinguere un focolaio che si stava sviluppando nello stesso capannone che aveva preso fuoco il 31 gennaio. Nell’impianto mancherebbe un adeguato piano di sicurezza antincendio. Due giorni prima i Carabinieri avevano scoperto che la discarica era abusiva e avevano registrato livelli altissimi di monossido di carbonio. (City Rumors)
2/02: nella tendopoli di Rosarno (Reggio Calabria), andata a fuoco una settimana fa, sono bruciati anche rifiuti tra cui plastica e lastre di eternit. Ora i migranti sono esposti a livelli di diossina altissimi. (Avvenire)
2/02: i vigili del fuoco hanno rinvenuto resti bruciati di eternit e rifiuti urbani nei pressi dell’ex pizzeria galleggiante di Castelmassa (Rovigo), divorata dalle fiamme la sera di Natale del 2017. (La Voce di Rovigo)
7/02: si è verificata un’esplosione in un’azienda di Bulgarograsso (Como) specializzata nel trattamento dei rifiutilegati all’industria dei solventi. Si contano 9 feriti, di cui 3 gravi. Le rilevazioni di ARPA indicano che al momento non ci sono sostanze tossiche disperse in atmosfera. Le cause dell’incendio al momento non sono note. (Today)
10/02: è scoppiato un incendio in un impianto di smaltimento rifiuti a Gracignano d’Aversa nord, nel Casertano. Diverse tonnellate di plastica, pellame e carta sono andate a fuoco sprigionando una nuvola di fumo nero dall’odore acre. (Fanpage)
12/02: è scoppiato un incendio nel centro rifiuti AMSA di via Zama a Milano. Non si registrano feriti o intossicati. (Fanpage)
15/02: a Villasor (Cagliari) un incendio ha distrutto dei compattatori e danneggiato gravemente un trattore stradale utilizzato per il traino di un semirimorchio per i rifiuti. (Cagliaripad)
16/02: a Santa Marinella (Roma) ignoti hanno appiccato fuoco a diversi cassonetti. (Roma Today)
17/02: un vasto incendio ha interessato una discarica a cielo aperto nel quartiere Valle degli Angeli di Messina. (Strettoweb)
17/02: a Boffalora (Milano) è andato a fuoco un cassone di rifiuti situato all’interno di un centro di smaltimento. (Settegiorni)
18/02: è scoppiato un incendio nella discarica di Mariano Comense (Como), che era già stata vittima delle fiamme il 3 febbraio scorso. (Quicomo)
A Castelfranco di Sotto già il 26 gennaio scorso qualcuno aveva appiccato fuoco alle ecoballe sotto il cavalcavia della superstrada FI-PI-LI all’uscita di Montopoli. (Pisa Today)
19/02: è scoppiato un incendio in una ditta di Rovigo che si occupa di riciclare i rifiuti organici. (La voce di Rovigo)
19/02: a Pioltello (Milano) è scoppiato un incendio in un deposito di scarti ferrosi. Data la natura pericolosa dei materiali bruciati è intervenuto il reparto NBCR dei vigili del fuoco. (Milano Today)
20/02: il pomeriggio del 20 gennaio a Montone (Perugia) sono andati a fuoco dei copertoni in un impianto di smaltimento rifiuti. (City Journal)
21/02: a Torino si è sprigionato un gigantesco incendio in un capannone adibito allo stoccaggio di materiale plastico. (Torino Today)
23/02: il titolare di un’azienda della zona industriale di Ottana (Nuoro) è stato sorpreso dai carabinieri ad appiccare il fuoco a dei cumuli di rifiuti tossici. Tra le sostanze andate a fuoco vi sono lana, plastica, fieno, imballaggi ed altri materiali vari. (Sardinia Post)
23/02: a Civitavecchia (Roma) si è verificato il terzo episodio di cassonetti dati alle fiamme nel giro di una settimana. (Roma Today)

Gennaio (18)

3/01: a Corteleone (Pavia) va a fuoco un capannone pieno di rifiuti stoccati abusivamente.
7/01: a Cairo Montenotte (Savona) scoppia un incendio in un deposito di un’azienda che si occupa di riciclo.
12/01: un tir che trasportava rifiuti speciali ha preso fuoco sulla A12 all’altezza di Tarquinia (Roma). (Roma Today)

13/01: si è sviluppato un incendio all’inceneritore di Forlì. Ancora ignote le cause. (Forlì Today)
18/01: a Termoli sono andati a fuoco materiali di scarto tra cui scatole di latta e buste di plastica ammassate nel capannone dismesso di una vecchia industria. (Primonumero)
18/01: Ostra (Ancona).
19/01: un compattatore di rifiuti di Lamezia Terme ha preso fuoco mentre si trovava parcheggiato nel piazzale della discarica. (Il Lametino)
19/01: Baranzate (Milano).
21/01: a Belgioioso (Pavia) le autorità hanno posto sotto sequestro un impianto per gestione illecita di rifiuti di plastica e smaltimento illecito di fanghi di depurazione. (Latina Corriere)
23/01 Un camion che trasportava rifiuti pericolosi ha preso fuoco mentre percorreva la Variante Aurelia, all’altezza di Castiglioncello (Livorno). (Arpa Toscana)
25/01 Cumuli di cartacce e rifiuti hanno preso fuoco vicino ad uno stabile abbandonato a Bologna. (Bologna Today)
26/01 Gruppi di persone con il volto coperto da bandane e passamontagna sono giunti in sella a degli scooter in un cantiere sotto sequestro a Napoli, e hanno appiccato fuoco a dei cumuli di rifiuti già presenti. L’area era sotto sequestro proprio perché in precedenza era già stata bersaglio di uno sversamento illecito di rifiuti. (Napolitan)

29/01: materiale plastico e di scarto è andato a fuoco nell’ecocentro di Vaticano a La Maddalena. Secondo gli investigatori l’incendio sarebbe di origine dolosa. (Gallura Oggi)
28/01: un incendio ha devastato un sito di stoccaggio rifiuti a San Felice di Cancello, nel Casertano. (Cronaca Caserta)
31/01: nel campo nomadi di Scordovillo (Lamezia Terme) le fiamme hanno divorato cataste di pneumatici e rifiuti di vario genere. (il Lametino)
31/01: a Notaresco (Teramo) un incendio ha bruciato diverse tonnellate di rifiuti organici ammucchiati in un capannone già posto sotto sequestro dalle autorità. (il Martino)

Per approfondire

La 5a parte dell’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage spiega bene in che modo i rifiuti vengono fatti arrivare nei capannoni che vengono poi dati alle fiamme. L’inchiesta rivela inoltre l’esistenza di una filiera di smaltimento rifiuti totalmente corrotta, dove praticamente tutti i soggetti operanti sono sempre pronti a infrangere la legge e a trattare con la criminalità organizzata. (Fanpage)

A cura di Tommaso Sansone.

fonte: http://thesubmarine.it