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Villa Adriana, 12 aprile - Asa inaugura la prima compostiera di comunità


















Il prossimo 12 aprile alle 16:00 avrà luogo l'inaugurazione della prima compostiera di comunità a cura di Asa Tivoli S.p.A. in collaborazione con l'Assessorato all'Ambiente di Tivoli. 
Appuntamento presso il parco di Malala a Villa Adriana che ospiterà la compostiera.
A COSA SERVE - La compostiera ha l'obiettivo di riutilizzare i rifiuti come risorsa e non come "Scarti da bruciare o sotterrare in discariche".
Sarà di "Comunità" perché permetterà alle 100 famiglie interessate, e residenti nel raggio di 1 km dalla compostiera, di depositare e partecipare al progetto. 
Si potrà conferire l'umido secondo un calendario, in orario concordato, ottenendo uno sconto sulla parte variabile della Tari e, naturalmente, terriccio gratuito. L'adesione è gratuita e volontaria.
fonte: http://www.tiburno.tv

Roma, la “frigo-valley” in riva all’Aniene. “È opera delle aziende di smaltimento delle grandi catene di elettrodomestici”

Il colpo d’occhio è sconcertante già dalla bretella dell’Autostrada A1: un’intera vallata alle porte della Capitale trasformata in un cimitero dei frigoriferi. Oltre 60 ettari per quella che gli abitanti della zona pensano si tratti della discarica abusiva più grande d’Italia. "Recentemente abbiamo pizzicato sul fatto ditte anche importanti", spiega il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti













Un’intera vallata alle porte di Roma trasformata in un cimitero dei frigoriferi. Oltre 60 ettari per quella che gli abitanti della zona pensano si tratti della discarica abusiva più grande d’Italia. Sono diverse centinaia gli elettrodomestici usati adagiati in un terreno privato abbandonato, formalmente compreso nel perimetro del comune di Tivoli (località Bagni di Tivoli) ma distante qualche decina di metri dal confine con la Capitale, disegnato a sua volta lungo il tracciato del fiume Aniene. Il colpo d’occhio è sconcertante già dalla bretella dell’Autostrada A1 che attraversa l’area tiburtina, tale da non far invidia ai “panorami” scrutabili nei pressi di discariche ufficiali come Malagrotta e Inviolata. Una bomba ecologica, fra l’altro, considerando l’elevato rischio incendi dell’area ma anche gli effetti delle consuete esondazioni del principale affluente del Tevere.


Entrando nel cuore dell’area dove decenni fa la Stacchini realizzava le sue celebri polveri da sparo, l’odore è acre e somiglia quasi a quello del gas metano. Gli elettrodomestici, come detto, sono rivestiti soltanto di un polistirene giallastro, sparso ovunque fra cespugli, calcinacci e carcasse di animali morti. Qualche rogo c’è stato, seppur di piccola entità, e lo testimoniano i punti in cui il materiale e pressoché carbonizzato.






La domanda è: chi ha scaricato (o chi continua a scaricare) tutti questi rifiuti ingombranti? “Abbiamo motivo di credere che alcune aziende di smaltimento, che lavorano per le grandi catene di elettrodomestici della zona, per anni abbiano volutamente scambiato questo posto per una discarica”, racconta a IlFattoQuotidiano.it il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti. “Recentemente – spiega il primo cittadino tiburtino – abbiamo pizzicato sul fatto ditte anche importanti. Da quando abbiamo recintato l’area, chiudendo le vie di accesso almeno ai veicoli, gli scarichi sono decisamente diminuiti”.
Va detto che da 8 anni – decreto 65/2010 del Ministero Ambiente – i commercianti di elettrodomestici e dei cosiddetti AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) sono da una parte obbligati a ritirare i prodotti usati e, dall’altra, trattengono sul prezzo di vendita una quota destinata al corretto smaltimento, già applicato dal produttore. Per i grandi elettrodomestici, dunque, il “contributo” è di 5,00 euro per forni, lavatrici, lavastoviglie e stufe, 16,00 euro per frigorifero e congelatore, 2 euro per piani cottura, 7 euro per scaldabagni oltre ai 30 litri. Come detto, il frigo è probabilmente l’elettrodomestico con la presenza maggiore di materiale “pregiato”. Così, da una parte il rivenditore disonesto – o chi per esso – trattiene la quota riservata sul prezzo di vendita e dall’altro guadagna spogliando il prodotto e gettandolo nella discarica abusiva.
L’area, come detto, è privata. Ma i rischi sono pubblici e assolutamente rilevanti. “Un incendio in quella zona potrebbe portare a un disastro simile a quello dell’EcoX di Pomezia”, afferma Paolo Cartasso, presidente dell’associazione Case Rosse, che da anni si batte per portare alla luce gli effetti della cosiddetta “Terra dei Fuochi di Roma Est”, il quale teme anche la possibilità che “il materiale contenuto nei frigo possa essersi riversato nel terreno”. “E’ per questo motivo – risponde a distanza il sindaco Proietti – che la società che sta trattando l’acquisto dei 63 ettari si è impegnata ad effettuare a breve un’indagine propedeutica alla bonifica, per conoscere la natura dei rifiuti”.
I costi? “Molto elevati, diversi milioni di euro, sostenibili solo da un soggetto privato, non da un’amministrazione pubblica per giunta limitata come il piccolo comune di Tivoli”. E perché non si è provveduto prima? “L’ordinanza per la bonifica l’ho firmata due anni fa, ma nel frattempo l’ultimo proprietario ha dovuto ritirarsi dall’investimento e ora siamo in trattativa con quest’altra società”. Il progetto è quello di un polo logistico, “ma prima bisogna effettuare la bonifica, e alla svelta: ho già presentato due esposti-denuncia in Procura in tal senso”.
La città di Roma è spettatrice interessata della sconcertante situazione di Bagni di Tivoli, non solo per l’estrema vicinanza con quartieri già molto provati sul fronte ambientale (Lunghezzina, Castelverde, San Vittorino). Il fiume Aniene, infatti, è diretto affluente del Tevere e il materiale di risulta spesso viaggia per decine di chilometri, fino a tornare a galla nei tratti centrali della Capitale, o addirittura alla foce di Ostia-Fiumicino.
Nelle scorse settimane, all’altezza del Circolo Tevere Remo (Ponte Regina Margherita) è stata ritrovata un’isola galleggiante piena di frigoriferi da bar. Federico Di Penta, dell’Associazione Mare Vivo ritiene che “con le piogge i fiumi si trasformano in nastri trasportatori e i materiali finiscono in mare, fra l’altro mettendo a rischio l’incolumità dei piccoli naviganti. Di questi frigo ne abbiamo avvistati almeno 40”. Giorni fa, in un’intervista a RomaToday, il coordinatore nazionale Uisp Acquaviva, Gianni Russo, aveva paventato la possibilità che il materiale potesse prevenire da una mini-discarica abusiva nei pressi di via di Salone. Chissà che l’origine di questo fenomeno non vada davvero ricercata qualche chilometro più ad est.
fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/

Riciclaggio rifiuti: anche intorno all'"Urbe" nascono i fiori ("il caso Tivoli")














Come ben sappiamo, anche attraverso la cronaca quotidiana, l'ambito della gestione dei rifiuti è sicuramente quello sul quale si registra il maggior numero di ecoreati nel nostro paese. Nell'immaginario collettivo, quando si parla di malagestione dei rifiuti nelle grandi aree urbane, si pensa spesso alla "città eterna", alla travagliata ricerca di un modello di gestione integrata dei rifiuti che deve fare i conti con radicati e consolidati meccanismi perversi di speculazione.

Pur in un contesto così difficile come quello della "Città Eterna" assume un particolare significato il percorso che sta facendo a Tivoli, comune di circa 60.000 abitanti dove la nuova Amministrazione Comunale guidata da 8 liste civiche, sta sperimentando da circa due anni una strategia di gestione dei rifiuti davvero innovativa. dove l'economia circolare è diventata realtà e già alcuni cicli di produzione (artigianale e a piccola scala) si stanno chiudendo. Con questo concetto nella cittadina tiburtina, sono stati letteralmente sottratti ad una economia sommersa molto viva a Roma, come quella avviata e condotta dai Rom, materiale combustibile come legno di baracche e materia prima seconda come frigoriferi, lavatrici e altri RAEE e ingombranti, andando direttamente a intercettare questi flussi attraverso l'organizzazione di servizi di raccolta di piazza e a domicilio (anche incentivati), oltreché andando direttamente a "fregare" il ferro residuale dalle combustioni tossiche perpetrate ai danni della collettività da questi soggetti interessati unicamente alla vendita di questi metalli nel mercato nero.
E' da metà aprile 2016, giorno in cui è stato fatto il prelievo di ferro dopo l'ennesimo rogo, che i roghi nel campo rom abusivo di Tivoli non ci sono più.

In sostanza attraverso pratiche di ecologia applicata, nella cittadina laziale sono state avviate iniziative finalizzate a scontare adeguatamente l'acquisto di oggetti fatti in materiale da riuso il cui sconto pagato da ASA Tivoli SpA (Azienda Speciale Ambiente del Comune di Tivoli), è quantificato in base al peso del nuovo oggetto ricreato o rigenerato. Si tratta ad esempio dell'esperienza degli EcoArtigiani dell'associazione ESSA!, sostenuti dalla amministrazione comunale di Tivoli sostenuti con l'iniziativa del recupero degli oggetti non riciclabili di piccola dimensione, come le cassette VHS.
















In meno di due anni dall'avvio ed estensione del porta a porta in città, che oggi ha raggiunto circa il 50 % della popolazione, la percentuale media mensile  di raccolta differenziata, si è portata da meno del 10 % a circa il 51% del novembre 2016, con una riduzione della TARI di circa 2 milioni di euro. Si tratta di un risultato sicuramente da correlare con la nuova politica voluta dalla nuova Giunta e dall'Amministratore Unico scelto alla guida della municipalizzata ASA Tivoli SpA Francesco Girardi, tutta incentrata sulla riduzione della produzione di rifiuti e dei costi di smaltimento in favore delle logiche del riciclo e del riuso.
Proprio in questa specifica area di azione, molto significativo il progetto "TIVOLI MINIERA URBANA", che si presenta come la perla delle varie iniziative che ha risolto il problema dell'abbandono di rifiuti  ingombranti nelle campagne  e in città.
Allestiamo nei quartieri più lontani dall'isola ecologica, in piazza, una isola ecologica itinerante che ogni sabato mattina in 4 piazze diverse, gira e i cittadini vengono incentivati con Ecopunti (TIVOLI PREMIA) e buoni sconto nella Grande Distribuzione Organizzata (Unieuro ed Expert).

Questo ha consentito di passare da 2 kg per abitante anno raccolti di RAEE, a 4,7 nell'ultimo bimestre (ottobre-novembre 2016) superando la media nazionale e anche i dati ISPRA del 2016 per il Nord Italia.

Un riscontro altrettanto significativo si registra a Tivoli anche relativamente agli ingombranti, i quali passano da 3/4 kg/abitante/anno intercettati, a 11 kg per abitante anno ben al di sopra delle medie.
Un sistema che prevede ogni settimana la destinazione ai  cittadini di Tivoli, di migliaia di "ecopunti" spendibili nei circuiti del commercio locale aderenti alla iniziativa come già accennato.
Il progetto "Tivoli Miniera Urbana" è stato insignito, tra l'altro, dell'importante menzione tra le attività virtuose di Let's Clean Europe finalizzata ad aumentare la raccolta di rifiuti ingombranti e RAEE, fino ad oggi abbancati nelle periferie e nelle campagne cittadine.
 A seguire un documento video che ci  introduce al progetto "Tivoli Miniera Urbana" con alcuni testimoni dello stesso





fonte: http://www.ecquologia.com