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La rivoluzione del “lombricompostaggio” a Melpignano (Le)










Il territorio comunale di Melpignano, in provincia di Lecce, è un esempio cardine nell’implementazione di approcci virtuosi come il compostaggio domestico (o auto compostaggio) e il compostaggio di prossimità, nelle sue derivazioni di compostaggio locale e di comunità.
Il Comune ha affidato il sistema di raccolta ad una ditta che gestisce il servizio con il porta a porta, prevedendo la raccolta separata di 7 categorie merceologiche (carta e cartone, organico, plastica, vetro e lattine, indifferenziato, ingombranti e beni durevoli).
Gli uffici competenti hanno attivato una procedura amministrativa per l’installazione e la messa in esercizio della compostiera attraverso procedura ordinaria, ai sensi del D.lgs 152/2006 art 208, il quale prevede che “i soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti, anche pericolosi, devono presentare apposita domanda alla regione competente per territorio, allegando il progetto definitivo dell’impianto e la documentazione tecnica prevista per la realizzazione del progetto stesso”.
Il Comune di Melpignano ha inteso intraprendere la procedura ordinaria di cui all’art. 208, in alternativa alla semplificata dell’art 214, la quale può essere avanzata solo dal gestore dell’impianto, poiché comporta la sicurezza che quanto realizzato e approvato tramite autorizzazione unica ambientale potrà essere autorizzato anche per il gestore in fase di avvio all’esercizio.
È stata espletata la procedura autorizzativa ordinaria, in quanto, la compostiera ha capacità di trattamento di 150 t/a compreso lo strutturante (in misura del 25%), ed è, pertanto, considerata a tutti gli effetti alla stregua di un impianto, poiché supera le 130 t/a.



Il caso di Melpignano non si configura, quindi, come compostaggio locale definito dall’Art 37 del Collegato Ambientale, né come compostaggio di comunità ai sensi dell’Art 38, bensì come compostaggio di prossimità: il recupero in loco del rifiuto organico di utenze domestiche e non domestiche di uno stesso Comune, per l’ottenimento di compost di qualità, il cui impianto di recupero è gestito da un ente terzo.
La produzione stimata di frazione umida è, in questo caso, pari a 242 t/A e quindi 0,67 t/g. Ipotizzando che la raccolta della frazione organica avvenga ogni 2 giorni, il quantitativo di rifiuto inviato a recupero è di 1,34 t per ogni giorno di apertura.
Inoltre, è l’unico esperimento in Italia che coniuga il trattamento della frazione organica con il sistema della lombricoltura, che ha permesso di raddoppiare la portata dell’impianto.




fonte: https://www.innovactioncoop.it


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Villa Adriana, 12 aprile - Asa inaugura la prima compostiera di comunità


















Il prossimo 12 aprile alle 16:00 avrà luogo l'inaugurazione della prima compostiera di comunità a cura di Asa Tivoli S.p.A. in collaborazione con l'Assessorato all'Ambiente di Tivoli. 
Appuntamento presso il parco di Malala a Villa Adriana che ospiterà la compostiera.
A COSA SERVE - La compostiera ha l'obiettivo di riutilizzare i rifiuti come risorsa e non come "Scarti da bruciare o sotterrare in discariche".
Sarà di "Comunità" perché permetterà alle 100 famiglie interessate, e residenti nel raggio di 1 km dalla compostiera, di depositare e partecipare al progetto. 
Si potrà conferire l'umido secondo un calendario, in orario concordato, ottenendo uno sconto sulla parte variabile della Tari e, naturalmente, terriccio gratuito. L'adesione è gratuita e volontaria.
fonte: http://www.tiburno.tv

Compostaggio di comunità: Comuni e Regioni al Minambiente














In un Paese dove si stima che il 35% dei rifiuti urbani prodotti sia costituito da frazione organica, in quantità che vanno dal milione e 700mila tonnellate del Sud, alle 700mila del Nord, in un Italia che ancora registra un deficit impiantistico importante, fa sperare la recente emanazione di un decreto che stabilisce i criteri e le procedure semplificate per avviare un compostaggio di comunità che sia in grado di rendere autosufficienti i singoli Comuni italiani nel trattamento di una frazione che troppo spesso finisce in discarica, a svantaggio dell’ambiente e dell’economia, non solo di quella circolare, ma delle comunità stesse che sostengono costi onerosi per il trasferimento in impianti ad hoc del rifiuto da esse prodotto.
Sono arrivati sindaci e assessori da tutta Italia per assistere al convegno organizzato dalla direzione generale per i rifiuti e per l’ambiente del ministero per l’ambiente, proprio per far luce sulle caratteristiche di un decreto che potrebbe cambiare il corso delle cose in Italia. Il mercato italiano è pronto. Esistono già numerosi players che producono compostiere di ultima generazione. I comuni sono pronti e si stanno organizzando. Alcuni lo hanno testimoniato proprio nel corso dei lavori.
Lo ha fatto l’assessora all’ambiente della Capitale, Pina Montanari che ha spiegato come il suo comune intenda raggiungere, attraverso un progetto già approvato, la riduzione del 10% dei rifiuti urbani prodotti entro il 2021. Dal milione e 700mila tonnellate annue attuali, la delegata all’ambiente si prefigge, attraverso l’acquisto ed il dislocamento di 120 compostiere già acquistate su tutto il territorio della capitale, di scendere a 1,5 milioni di tonnellate annue entro 4 anni. «Un traguardo ambizioso che si raggiunge – ha detto l’assessora – solo se si smette di parlare di rifiuti e si inizia a parlare di materiali post consumo».
Numerose le altre testimonianze, come quelle della Sicilia che attraverso il compost mira anche a combattere le ancora troppo risicate percentuali di rifiuto avviato a differenziazione e recupero. Presente anche la Campania che, attraverso il dirigente Romeo Melillo, ha spiegato che in questo momento la regione retta dal Governatore Vincenzo De Luca, è un vero e proprio cantiere aperto che ha avviato manifestazioni di interesse rivolte a tutti i comuni affinché facciano richiesta per l’acquisto di compostiere che la Regione stessa finanzierebbe e di cui affiderebbe alla manutenzione il personale proveniente dagli ex consorzi di bacino e che attualmente sta seguendo percorsi formativi per arrivare pronto al momento in cui le compostiere entreranno a regime.
Proprio dalla Campania arriva uno egli esempi più virtuosi di compostaggio di comunità. Lo ha illustrato il sindaco di Cuccaro Vetere, Aldo Luongo, che ha avviato questo esperimento nel piccolo comune che amministra già nel lontano 2010, in piena emergenza rifiuti quando le aree più marginali divenivano quelle meno servite e dunque, invase dai rifiuti. Il sindaco, importando un modello svedese, è riuscito in tempi rapidi a realizzare una compostiera di cui si avvalgono i 580 abitanti del suo comune. Un successo, viste le percentuali record di differenziata raggiunte (l’81%) ed il risparmio annuo in bolletta per i singoli cittadini. Risparmio peraltro, distribuito in maniera equa in base ai redditi dei cittadini stessi. Un’operazione sociale oltre che ambientale, che ora gli 8000 comuni comuni italiani, per la maggior parte con meno di 5mila abitanti, cerca di mutuare attraverso il recepimento del decreto ministeriale.
I modelli ai quali l’Italia guarda, sono quello svedese e quello canadese, che vantano i due mercati più maturi in assoluto nella produzione di compost di comunità e dove da anni si sperimenta questo tipo di riciclo che assicura risparmi soprattutto nella misura in cui il cittadino viene messo in condizione di arrivare alla compostiera abbattendo i costi del ritiro che sono ancora troppo alti per tutte le altre frazioni di rifiuto comunemente differenziate.

fonte: http://www.riciclanews.it

Compostaggio di comunità, via a nuove regole semplificate



Dal 10 marzo 2017 sono in vigore le regole semplificate del Dm 29 dicembre 2016, n. 266 per l'attività di compostaggio di comunità ai sensi dell'articolo 180, comma 1-octies, Dlgs 152/2006.

La norma del Codice ambientale, introdotta dalla legge 221/2015"Green Economy" demandava a un regolamento la definizione delle procedure semplificate per il compostaggio di comunità, che riduce il conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili contribuendo agli obbiettivi comunitari in materia di rifiuti. Il regolamento 266/2016 in parola stabilisce i criteri operativi e le procedure autorizzative
semplificate per l'attività di compostaggio di comunità in quantità non superiori a 130 tonnellate annue. Le norme del regolamento non si applicano agli impianti di compostaggio aerobico di rifiuti biodegradabili (articolo 214, comma 7-bis, Dlgs 152/2006).
Ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera qq-bis) del Dlgs 152/2006 il compostaggio di comunità è quello effettuato collettivamente da più utenze domestiche e non domestiche della frazione organica dei rifiuti urbani prodotti dalle medesime per l'utilizzo del compost prodotto da parte delle utenze conferenti. In termini semplici il compostaggio è la trasformazione in fertilizzanti di rifiuti solidi urbani di tipo organico.
L'attività di compostaggio è intrapresa dall'organismo collettivo previa presentazione di segnalazione certificata di inizio attività (Scia) al Comune.

documenti di riferimento

Area Normativa / Rifiuti / Normativa Vigente
Dlgs 3 aprile 2006, n. 152
Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte IV - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
Area Normativa / Rifiuti / Normativa Vigente
Legge 28 dicembre 2015, n. 221
Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green Economy e per il contenimento dell'uso eccessivo
di risorse naturali - Ex "Collegato ambientale" alla legge di stabilità 2014
Area Normativa / Rifiuti / Normativa Vigente
Dm Ambiente 29 dicembre 2016, n. 266
Criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunità di rifiuti organici -
Articolo 180, comma 1-octies, Dlgs 152/2006, introdotto dalla legge 221/2015


fonte: http://www.reteambiente.it