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Annunciati i finalisti del 2020 LIFE Awards

Fra i 15 progetti selezionati anche due italiani


La Commissione europea ha selezionato i 15 finalisti per i LIFE Awards di quest'anno che si terranno in autunno. Gli Awards, giunti al loro 14° anno, riconoscono i progetti LIFE più innovativi, ispiratori ed efficaci in tre categorie: azione per il clima, protezione dell'ambiente e della natura.

Fra i progetti selezionati solamente due quelli realizzati nel nostro paese:
LIFE RE Mida - Innovative Methods for Residual Landfill Gas Emissions Mitigation in Mediterranean Regions, un progetto condotto dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Firenze in collaborazione con Regione Toscana, Siena Ambiente SpA e CSAI SpA. Di Life Re Mida ne abbiamo parlato a più riprese anche su Arpatnews.
LIFE HEROTILE - High Energy savings in building cooling by ROof TILEs shape optimization toward a better above sheathing ventilation, un progetto condotto da Industrie Cotto Possagno S.p.A. in collaborazione con l'Università di Ferrara, Terreal SaS, Monier TC, Azienda Casa Emilia Romagna, Associazione Nazionale Industriali dei Laterizi.
Protezione della natura


LIFE for Safe Grid
WOLFLIFE
LIFE+SCALLUVIA
LIFE-Aurinia
LIFE DINALP BEAR
Ambiente
WISER LIFE
LIFE COGENERATION PL
LIFE DEBAG
FLAW4LIFE
LIFESURE
Azioni per il clima
LIFE RE Mida
LIFE HEROTILE
FIRELIFE
LIFE Carbon Dairy
LIFEPeatLandUse

fonte: http://www.arpat.toscana.it/



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Codigestione anaerobica



















FIRENZE - Dai rifiuti organici è possibile produrre energia rinnovabile: un perfetto esempio di economia circolare. E' quanto sostengono i ricercatori del progetto 'Bio2energy', realizzato dal dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Firenze, dal Pin di Prato e dal Cnr Iccom e finanziato dalla Regione Toscana con tre milioni. 'Bio2energy', coordinato da Sea Risorse (in collaborazione Alia e Cavalzani Inox), è stato presentato oggi a Firenze. Un'idea che è partita da Viareggio ma che può essere estesa in tutta la Toscana: nel dettaglio si tratta di un modello per il trattamento dei rifiuti in grado di produrre biometano e bioidrogeno dalla sinergia tra materiale organico (proveniente dalla raccolta differenziata) e fanghi di depurazione (provenienti da impianti di depurazione dell'acqua), attraverso un processo che si definisce di codigestione anaerobica: in assenza di ossigeno si ottiene la degradazione del materiale organico e la produzione di biogas. I residui di questo processo, hanno spiegato i ricercatori, possono essere utilizzati come fertilizzanti naturali per l'agricoltura. Tra i risultati di 'Bio2energy' la riduzione dei costi sia in termini economici che ambientali, l'inserimento del digestato sul mercato dei fertilizzanti quale fonte di nutriente, l'ottimizzazione del recupero energetico e efficientamento energetico dell'impianto di codigestione e depurazione.

fonte: www.ansa.it