Visualizzazione post con etichetta #Giovani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Giovani. Mostra tutti i post

A 11 anni cammina per più di 300 chilometri in nome del clima: la storia di Jude Walker






















Jude Walker, 11 anni, ha camminato dallo Yorkshire a Londra per chiedere al governo britannico di lottare più efficacemente contro i cambiamenti climatici.

Neanche a farlo apposta si chiama Jude Walker, Jude “il camminatore”, il ragazzino di...

La Rifiuthlon Hybrid Tour aggiunge nuove tappe in Sardegna

Dopo aver toccato nei mesi di giugno e luglio Porto Liscia, Sassari, Carloforte, Sant'Antioco, San Basilio e Vallermosa, la gara di raccolta rifiuti a premi ideata da Aics Ambiente farà tappa ad agosto a Castelsardo, Santa Teresa di Gallura ed Alghero, trasformando i giovanissimi in ‘moschettieri dell'ambiente’









Sono tantissimi i comuni della Sardegna che hanno chiesto di diventare tappa del Rifiuthlon Hybrid Tour, la gara di raccolta rifiuti a premi ideata da Aics Ambiente per avvicinare i più giovani alle tematiche ambientali. Dopo aver toccato nei mesi di giugno e luglio Porto Liscia, Sassari, Carloforte, Sant'Antioco, San Basilio e Vallermosa, la Rifiuthlon farà dunque tappa il 6, 7 e 8 agosto rispettivamente Castelsardo, Santa Teresa di Gallura ed Alghero, dove ad attenderla ci sarà un piccolo esercito di giovanissimi aspiranti ‘moschettieri dell'ambiente’. In ogni tappa del Rifiuthlon Hybrid Tour (che si muove sulle ruote di una Clio ibrida gentilmente offerta alla manifestazione da RRG Italia Groupe Renault) sono, infatti, i cittadini e i turisti più giovani i veri protagonisti.

A loro vengono consegnati in ogni tappa degli stick con pinza, delle pettorine e delle sacche di cotone per la raccolta di piccoli rifiuti. Ma alla fine della gara tutti i partecipanti vengono premiati per il loro contributo alla tutela dell'ambiente con una medaglia che attribuisce loro il titolo appunto di 'moschettieri dell'ambiente'.

"Ovviamente non si tratta di una vera gara. E al termine, oltre alle medaglie per tutti, c'è sempre una ulteriore premiazione, che in modo giocoso e divertente aiuta ad acquisire informazioni importanti per il rispetto dell'ambiente. La Rifiuthlon non è insomma un'attività di pulizia di un sito/area ma un sistema formativo integrato per giovani cittadini. Un gioco d'estate che semina la sostenibilità del futuro" spiega Andrea Nesi, Presidente di Aics Ambiente, che fa appello ai genitori perché aiutino i figli a partecipare all'iniziativa.

fonte: www.greencity.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

Generazione Z, spreco alimentare spinto da scelte impulsive e desiderio di provare gusti sempre nuovi









Nemmeno i giovani della Generazione Z, quelli degli scioperi per il clima per intenderci, riescono ad evitare di sprecare il cibo. Uno spreco che, secondo uno studio, sarebbe dovuto in larga parte a scelte alimentari impulsive e molto diversificate, guidate dalla paura di perdersi esperienze – gastronomiche e sociali – condivise dai propri pari, una forma di ansia sociale nota con l’acronimo Fomo (dall’inglese fear of missing out).

È quanto sostengono i ricercatori dell’Università di Reading, sulla base dei risultati preliminari di Cook Clever, un progetto finanziato dall’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia EIT Food, un organismo indipendente dell’Unione europea. Per questo studio, sono stati intervistati giovani tra i 18 e i 25 anni (i più “grandi” tra gli appartenenti alla Generazione Z) sulle loro abitudini alimentari, scoprendo che molti di essi avevano provato questa forma di ansia sociale, voglie improvvise e la sensazione di dover assaggiare cibi sempre nuovi. A tutto ciò, si aggiungono poi lo scarso interesse per il consumo e il riciclo degli avanzi e per la pianificazione dei pasti. Gli ingredienti perfetti per lo spreco alimentare.



Tra i giovani della Generazione Z, la paura di perdere esperienze e il desiderio di provare piatti sempre nuovi può contribuire allo spreco alimentare

Le iniziative messe in campo finora per ridurre lo spreco di cibo a livello domestico, come frigoriferi comuni e app di food sharing, non hanno infatti tenuto conto delle differenze nel comportamento alimentare delle diverse fasce d’età. “Quello che abbiamo scoperto dai nostri studi con la Generazione Z – spiega Natalie Masento, ricercatrice in Psicologia applicata a capo del progetto – è che hanno specifiche spinte e abitudini per quanto riguarda il cibo. Vogliono piatti nuovi ed eccitanti e si oppongono con forza agli inviti di sfruttare di più gli avanzi. Questo ha delle implicazioni nel momento in cui pensiamo a come coinvolgerli in comportamenti che producono meno sprechi”.

“Tradizionalmente – prosegue Masento – si è posta l’attenzione sulla pianificazione dei pasti e sull’uso di ingredienti e avanzi, ma questo approccio potrebbe non essere il modo migliore per incoraggiare i giovani della Generazione Z a ridurre il proprio spreco di cibo se vogliono qualcosa di impulsivo e nuovo ad ogni pasto.” I partecipanti, infatti, hanno anche sottolineato che il loro stile di vita – cucine in comune con coinquilini, la difficoltà a fare la spesa quando non si possiede un’auto e ritmi frenetici – rende più difficile cucinare e mantenere abitudini alimentari regolari e, dall’altro lato, rende più convenienti e accessibili opzioni come la consegna a domicilio o l’acquisto di cibo d’asporto rientrando a casa.

Attualmente, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato. E questo spreco contribuisce all’8% delle emissioni di gas climalteranti prodotte dall’attività umana, addirittura più dei trasporti. “Con la Generazione Z dipinta come la generazione della sostenibilità – afferma Lilly Da Gama, ricercatrice specializzata nello spreco alimentare – ci saremmo aspettati di vedere un maggiore livello di coinvolgimento nell’attivismo domestico, come cercare di ridurre lo spreco alimentare. C’è un certo di livello di consapevolezza verso il problema, tuttavia questi risultati suggeriscono che una miriade di desideri personali, preferenze e problemi quotidiani impediscono un coinvolgimento superiore”

fonte: www.ilfattoalimentare.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

Come i ragazzi possono cambiare il mondo (inquinato), la sfida tra studenti per creare impatti positivi sull’ambiente

Progetti scalabili, tecnologici e circolari in grado di trasformare sprechi in risorse e di sensibilizzare i rispettivi territori di appartenenza Parola d’ordine: resilienza. Docenti, studenti, mentor e organizzatori hanno dovuto, infatti, affrontare anche la sfida del Coronavirus













Un guanto compostabile per salvaguardare l’ambiente pensato prima che il Covid-19 cambiasse le nostre vite, servizi di riuso di materiale scolastico, book-sharing e tech-sharing per combattere le diseguaglianze tra studenti, moduli fatti con materiali di riciclo in cui poi coltivare piante antismog, pannelli termoisolanti realizzati utilizzando i capelli raccolti dai parrucchieri, che sono rifiuti difficili da smaltire. Queste sono le idee alla base di alcuni tra i progetti premiati nel corso della Changemaker Competition 2020 di ‘B Corp School’, percorso PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) di formazione su sostenibilità ambientale e impresa B Corp, fondata da InVento Lab e che si è tenuta sulla piattaforma dell’impresa sociale. Diverse classi si sono sfidate in videocall sia per il progetto B Corp School e per il progetto B Circular, in entrambi i casi in due competizioni distinte, per le scuole superiori e le medie. Obiettivo comune è stato quello di creare impatti positivi: progetti scalabili, tecnologici e circolari in grado di trasformare sprechi in risorse e di sensibilizzare i rispettivi territori di appartenenza su tematiche ambientali. Parola d’ordine: resilienza. Docenti, studenti, mentor e organizzatori hanno dovuto, infatti, affrontare anche la sfida del Coronavirus.

IL PROGETTO B CORP SCHOOL E LA START UP VINCITRICE – Per la prima competizione hanno gareggiato, a colpi di sostenibilità, ragazzi provenienti da 9 istituti superiori in 4 regioni diverse d’Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio). La migliore startup del progetto B Corp School è risultata Blue Stock, gruppo misto dell’Istituto Benini di Melegnano, che si è aggiudicato anche il premio B Pop(ular) su Instangram. Al centro l’avvio di servizi di riuso di materiale scolastico durevole, book-sharing e tech-sharing, per consentire anche agli studenti provenienti da famiglie meno abbienti di disporre di materiale scolastico durevole.

GLI ALTRI PREMI – Il Premio B SDGs, invece, è andato a Isol-hair, start up della 4A (BA) dell’Itis Da Vinci di Parma, che ha scelto di realizzare pannelli termoisolanti e fonoassorbenti utilizzando i capelli raccolti dai parrucchieri, insieme ad argilla e fibra di canapa, per ridurre lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati e l’uso di risorse e materiali non sostenibili in ambito edilizio. La start up Piantasì ha portato a casa il premio B Green. L’idea della 3L del Liceo Ulivi di Parma è quella di produrre moduli fatti con materiali di riciclo (pallet di legno, vasetti di yogurt o lolla di riso, fondi di caffè) in cui coltivare piante antismog con il metodo dell’idroponica. Il Premio B Community è andato al progetto della start up World Breath, della 4CAT dell’IIS Romani di Casalmaggiore, che ha realizzato un’app che permetterà di determinare la Carbon Footprint del cittadino e consigliarlo nella scelta di essenze arboree efficaci per l’assorbimento della CO2., mettendo in contatto diversi attori: cittadini, pubbliche amministrazioni, aziende e tecnici del settore. Menzione speciale alla start up E-hands della Classe 3DS del Liceo scientifico Curie di Tradate (Varese), che produce un guanto compostabile per salvaguardare l’ambiente, combattere l’eccessivo consumo di plastica in polietilene e lo spreco dei guanti monouso in plastica polietilene nel reparto ortofrutticolo dei supermercati, spesso dispersi nell’ambiente in quanto abbandonati a terra o nei carrelli. Per la Changemaker Competition Young (scuole medie) il premio Plastic free è stato assegnato a ‘Eliminiamo la plastica a scuola!’ della classe 3A Istituto San Benedetto di Parma, mentre il premio Zero Waste è stato vinto dal progetto ‘Dallo scarto nasce la vita’ della classe 3B Istituto San Benedetto di Parma.

IL PROGETTO B CIRCULAR – La migliore idea per il progetto B Circular, per il quale si sono sfidate 13 classi dai territori di Milano e della Martesana è ‘Stiamo Composti’, della 3BE dell’Istituto Marconi di Gorgonzola, che propone di produrre il compost dai rifiuti organici che la scuola produce quotidianamente. Al secondo posto ‘Marconi Eco Shop’, della 3 DI dell’Istituto Marconi di Gorgonzola, progetto che punta a creare un negozio all’interno della scuola, in cui potersi rifornire di borracce, lunch box, penne e quaderni. Terza miglior idea di B Circular è ‘- Indifferenza + Differenziata’, della 3BL dell’Istituto Marconi di Gorgonzola, per ridurre i rifiuti smaltiti in maniera scorretta nell’Istituto con cestini per la differenziata, contest sui social per coinvolgere gli studenti e un’app per connettere l’offerta di rifiuti scolastici e la domanda degli stessi da parte degli attori locali dello smaltimento e riuso. A vincere il premio Miglior Impatto Circolare è stato il progetto Paper Plastic Pisadog della 3LB del Liceo Virgilio di Milano, che punta a chiedere agli studenti di impegnarsi a ritirare i rifiuti in carta e plastica accumulati dalla scuola, per permetterne la consegna ad aziende addette al riciclaggio, ricevendo in cambio oggetti di cancelleria fatti con i materiali riciclati. Per quanto riguarda le scuole medie, il premio Creatività è andato al progetto ‘Mangia meglio spreca meno’ della classe 3C IC Sorelle Agazzi di Milano. Premio Community , per il coinvolgimento del territorio e della comunità, è stato assegnato a “Prima ri C icliamo” della 1CT IC Locatelli Quasimodo di Milano. Il premio Educazione Circolare è stato assegnato a “Rifiutiamo i rifiuti” della classe 2A IC Faipò di Gessate.

fonte: www.ilfattoquotidiano.it


#RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz 
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria 

La Terra è più calda



















Per aiutare i ragazzi che si trovano a casa, alle prese con compiti e ricerche, Greenpeace mette a disposizione gratuitamente questo libro divulgativo sui cambiamenti climatici.
Realizzato con il contributo di esperti di comunicazione e corredato di immagini, giochi e quiz, vuole essere d’aiuto a tutta la famiglia che vuole saperne di più.
Che differenza c’è tra meteo e clima? Se gli inglesi coltivavano la vite già nel Medioevo, che era più caldo di oggi, vuol dire che il clima è sempre cambiato? Davvero nel 1816 non c’è stata estate, come mai?
A queste ed altre domande cerca di rispondere “La Terra è più calda ”.
fonte: https://www.greenpeace.org

Ambiente è priorità per più di un giovane su tre

Per più di un giovane italiano su tre (38%) l’ambiente rappresenta l’emergenza principale subito dopo il lavoro, tanto che nell’ultimo anno ha modificato profondamente i propri comportamenti: i risultati dell'indagine sulla svolta green delle giovani generazioni.


















Per più di un giovane italiano su tre (38%) l’ambiente rappresenta l’emergenza principale subito dopo il lavoro, tanto che nell’ultimo anno ha modificato profondamente i propri comportamenti iniziando ad acquistare abiti o accessori usati, utilizzando il carsharing per i piccoli spostamenti, condividendo spazi di lavoro con altre persone o l’auto per i lunghi tragitti. E’ quanto emerge dalla prima indagine Coldiretti-Ixe’ su “La svolta green delle nuove generazioni” presentata in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal.
Tra i comportamenti che gli under 35 sono pronti ad adottare pur di tutelare l’ecosistema c’è in testa il mangiare cibi a km zero, indicato dal 77% secondo Coldiretti-Ixe’, seguito dall’andare a piedi invece che in macchina o in moto (64%), dalla rinuncia all’utilizzo dei condizionatori (56%), dallo spendere di più per acquistare solo prodotti alimentari biologici (56%), fino addirittura a rinunciare a vacanze che prevedono viaggi aerei (33%). Non è un caso che le tematiche ambientali siano spesso o addirittura spessissimo al centro delle conversazioni del 64% dei giovani sotto i 25 anni, contro una media generale del 48%.
Una così elevata attenzione per la sostenibilità porta quasi 1 giovane su 2 (48%) a chiedere le manette per i responsabili di danni ambientali come sversamento di petrolio in mare o inquinamento dei terreni, mentre un 52% vorrebbe una grossa multa e il ripristino a sue spese e solo un 2% eviterebbe di punire gli autori del misfatto con la scusa che ciò metterebbe a rischio posti di lavoro. Al contrario, secondo Coldiretti-Ixe’, per quasi sei giovani su 10 (59%) proprio il rispetto della natura e della sostenibilità crea nuova occupazione.
Nella classifica green dei settori che inquinano di meno – continua Coldiretti - i giovani mettono in testa l’agricoltura, che precede l’edilizia, il comparto energetico e i trasporti, con l’industria fanalino di coda. Proprio la campagna viene indicata inoltre dall’80% degli under 35 come una risorsa per l’ambiente, poiché contrasta i cambiamenti climatici e il consumo di suolo e protegge le risorse naturali.
“La nuova attenzione dei giovani per le tematiche ambientali rappresenta una base importante da cui partire per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - orientandola verso una direzione più sostenibile in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambiente”.
Ecco i risultati di alcuni dei quesiti posti
COSA SARESTI DISPOSTO A FARE PER TUTELARE L’AMBIENTE?
mangiare solo prodotti a km zero e di stagione 77%
rinunciare o ridurre drasticamente spostamenti in auto, scooter, motocicletta 64%
rinunciare all'aria condizionata 56%
spendere di piu' per acquistare solo prodotti alimentari biologici 56%
rinunciare a vacanze che prevedono viaggi aerei 33%
fonte: www.ilcambiamento.it

Giovani e formazione ambientale insieme all’Ispra

Due anni di alternanza scuola-lavoro con gli studenti delle scuole superiori raccontati in un volume: foto, schede didattiche e un bilancio dell'attività.
























Oggi si chiamano “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, gli ex corsi di “Alternanza scuola-lavoro”, che hanno visto impegnati negli ultimi anni gli studenti italiani delle scuole secondarie di secondo grado in attività formative extra scolastiche. Nel 2018-2019 le sedi e i laboratori dell’Ispra hanno ospitati 165 giovani impegnati in 650 ore complessive di formazione ambientale. Attraverso 16 progetti diversi, gli studenti sono diventati familiari con i temi legati alla difesa dell’ambiente e alla sostenibilità: dalla biodiversità marina al report ambientale, dallo studio dei materiali geologici alla citizen science.
Per la generazione di Greta Thunberg i temi ambientali non sono più ostici come era un tempo. Al contrario sono divenuti obiettivi per cui manifestare in tutto il mondo. Si è visto anche tra i ragazzi che hanno partecipato ai corsi dell’Ispra, nelle varie sedi italiane dell’Istituto. A raccontare l’esperienza il quaderno “Appunti di viaggio 3/2019”, disponibile online: un album di foto, racconti e schede didattiche, che ripercorre quanto è stato realizzato con i giovani nell’anno scolastico 2018-2019. “E’ stato molto interessante visitare i laboratori. Non credevo che mi potesse interessare così tanto – ha commentato uno dei giovani partecipanti – Mi ha anche introdotto al mondo del lavoro”. Un percorso che è stato valutato positivamente nella chiarezza dei contenuti e nella capacità di fornire nuove conoscenze dal 93% dei ragazzi.
Con la finanziaria 2019 i percorsi di Alternanza scuola-lavoro hanno cambiato nome in “Progetti per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO)”. E’ diminuito il monte ore triennale e i nuovi percorsi vogliono soprattutto rafforzare le conoscenze acquisite a scuola e divenire strumento efficace per l’orientamento universitario dei ragazzi. Quanto la riforma ha previsto non ha colto alla sprovvista i tecnici di Ispra che, già nella precedente tornata formativa, avevano proposto percorsi su tematiche ambientali in cui veniva bilanciata e combinata la formazione teorica con quella pratica, così da coinvolgere gli studenti nella realtà lavorativa in base alle proprie preferenze ed inclinazioni.
fonte: http://www.snpambiente.it

100 idee per un lavoro verde e sicuro. Intervista a Tessa Gelisio e Marco Gisotti

La green economy offre sempre maggiori opportunità di lavoro a giovani che hanno le competenze per contribuire alla costruzione di un mondo più equo e sostenibile. Ma quali sono i profili professionali più spendibili in un mercato in piena trasformazione?

Ne parliamo con Tessa Gelisio e Marco Gisotti, autori del libro 100 Green Jobs per trovare lavoro.

Nel 2009 uscì - sempre per Edizioni Ambiente - la vostra prima "Guida ai green jobs". A 10 anni di distanza, quali sono secondo voi le principali differenze nei profili lavorativi legati alla green economy?



Rispetto a 10 anni fa, sono cambiati sostanzialmente due aspetti. Innanzitutto è aumentato il numero dei green workers, che è passato da circa 900 mila unità a più di 3 milioni. Una vera esplosione di lavoratori verdi. Inoltre, come avevamo ipotizzato già nel nostro primo volume, le competenze green nel campo dell’ecologia e della sostenibilità sono diventate trasversali in tutti i settori. La green economy sta rivoluzionando in modo globale i prodotti e i servizi forniti dalle aziende e, di conseguenza, anche i lavoratori devono possedere competenze verdi, specifiche nel caso di professioni ambientali in senso stretto, ma anche trasversali, cioè presenti nei curricula di professionisti che apparentemente non si occupano di ecologia. Pensiamo ad esempio ai cuochi, ai quali oggi è richiesto di avere conoscenze in materia di agricoltura biologica, stagionalità dei prodotti e vocazionalità gastronomiche dei territori. Tali competenze consentono loro di essere sostenibili in cucina, risparmiando, riducendo l’impatto ambientale e migliorando gli aspetti legati alla salute e al benessere.

Come sottolineate nel libro, la spinta verso l'ecosostenibilità arrivata dai consumatori è stata immediatamente colta dalle imprese, che hanno investito in tecnologie verdi ma soprattutto in competenze green e digitali. Di conseguenza, è mutato anche il mondo del lavoro. Secondo voi, l'offerta formativa nazionale (Università, corsi post-laurea, ecc.) ha colto questa trasformazione? Si sta adeguando alle nuove competenze e ai nuovi profili richiesti dal mercato?

In generale, purtroppo, il mondo della formazione arriva sempre un pò in ritardo rispetto ai mutamenti della società e del mercato del lavoro. Va, però, sottolineato che stanno aumentando notevolmente le possibilità di formazione negli ambiti legati all’ambiente e alla sostenibilità, con corsi di specializzazione e indirizzi di laurea ad hoc. Si tratta di un processo più lento rispetto al trend di cambiamento che caratterizza il mondo del lavoro, ma comunque una grande possibilità per i giovani che intraprendono nuovi percorsi di studio.

In un'epoca storica come quella che stiamo vivendo, a metà tra una crisi economica apparentemente senza fine e una rivoluzione verde dalle mille promesse, cosa consigliereste a un ragazzo che si appresta a scegliere il suo percorso formativo?

Indipendentemente dal percorso formativo scelto, sicuramente consigliamo di approfondire quanto più possibile le competenze verdi nel campo dell’ecologia e della sostenibilità, studiando autonomamente oppure frequentando il mondo delle associazioni, un ottimo modo non solo per individuare le proprie abilità e stimolare il proprio talento personale, ma anche per entrare direttamente nel mondo del lavoro.

Le proteste della sedicenne Greta Thunberg contro la crisi climatica hanno spinto milioni di giovani a scendere in piazza per chiedere ai potenti della Terra di agire in fretta. Certamente, l'idea di contribuire a salvaguardare il Pianeta in prima persona con il proprio lavoro potrebbe essere allettante per i ragazzi dei Fridays for Future. Ma il lavoro verde è in grado di garantirgli un futuro solido e sicuro, oltre che sostenibile?

Assolutamente sì. I lavori verdi rappresentano per i giovani una grande opportunità per garantirsi un futuro professionale solido, sicuro e soprattutto sostenibile, considerando che si tratta di professioni altamente qualificanti, che assicurano una elevata qualità di vita, una buona remunerazione e ottime probabilità di carriera a lungo termine.

L'efficienza energetica e le fonti rinnovabili saranno, coerentemente con il percorso intrapreso dall'Unione europea, le due strade più importanti per raggiungere gli obiettivi climatici previsti dall'Accordo di Parigi. Il nostro Paese, dopo gli anni "ruggenti" degli incentivi al fotovoltaico (2007-2013), da qualche tempo ha rallentato la propria corsa. Quali ripercussioni (qualitative e quantitative) ha avuto questo rallentamento sui profili lavorativi richiesti dal settore?


Qui bisogna fare una distinzione tra il settore dell’efficientamento energetico e quello degli investimenti sulle fonti rinnovabili. Nel primo caso, l’innovazione e le possibilità occupazionali sono ancora in pieno sviluppo, con grandissime potenzialità per il futuro. Sono proprio le aziende a spingere per l’efficienza energetica nella produzione di prodotti e servizi, in primis per conseguire un apprezzabile risparmio economico.
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, invece, c’è stata inevitabilmente una contrazione negli investimenti, direttamente proporzionale al crollo degli incentivi. L’occupazione ne ha certamente risentito, ma sono ancora molti i profili professionali richiesti dalle imprese che operano nel campo delle energie green. Si tratta di un settore certamente in crescita, forse non al ritmo del passato, ma sicuramente con buone possibilità di sviluppo.
Riferimenti

100 Green Jobs per trovare lavoro. Guida alle professioni sicure, circolari e sostenibili - di Tessa Gelisio, Marco Gisotti
un libro di Edizioni Ambiente

fonte: www.nextville.it

Arazzi dalla plastica riciclata a Torino fino al 15 dicembre

















E' partita da Torino il 31 ottobre A COLLECTION, la prima tappa di un grande progetto che intreccia la ricerca contemporanea di giovani artisti del panorama italiano alla visione creativa delle nuove tecniche di tessitura.


Il progetto prende forma in 10+1 affascinanti grandi arazzi contemporanei realizzati con straordinari filati ottenuti dalla lavorazione della plastica riciclata. Un’operazione per affermare come sia possibile, con la ricerca tecnologica e la creatività, unire l’attenzione per l’ambiente alla produzione di opere d’arte realizzando, da un prodotto considerato “rifiuto”, un oggetto contemporaneo di alto livello, di lusso in quanto opera d’arte.

Il progetto, curato da Chiara Casarin con gli arazzi realizzati dal Maestro tessitore Giovanni Bonotto, vede la partecipazione di dieci artisti invitati: Giuseppe Abate, Thomas Braida, Nebojša Despotović, Manuel Felisi, Alberto La Tassa, Elena Mazzi, Ruben Montini, Giovanni Ozzola, Fabio Roncato, Giuseppe Stampone.

La prima tappa di A COLLECTION, ideata da Giovanni Bonotto e Chiara Casarin nel 2018 e che a Torino vede la sua prima espressione pubblica, è realizzata in collaborazione con Opera Barolo, che ospita l’esposizione nel prestigioso Palazzo barocco sede dell’Ente collocato nel cuore storico di Torino. Da qui partirà e verrà presentato nelle più importanti e prestigiose sedi del contemporaneo internazionale in un percorso che si svilupperà nei prossimi anni.

Il progetto è la materializzazione di un semplice assunto: i filati ottenuti dal riciclo della plastica, grazie alle loro infinite cromie e matericità, possono comporre arazzi dettagliati e raffinatissimi. La plastica, proveniente per lo più dalle bottigliette che inquinano i mari, viene lavorata mediante un processo meccanico di fusione e filatura. La trasformazione della cosiddetta materia prima-seconda è condotta in maniera ecologia, sostenibile e produttiva e procede fino allo stadio finale in cui delicati sistemi di manipolazione consentono di ottenere filati che simulano alla perfezione quelli di origine naturale, anzi, le loro caratteristiche ne sono ulteriormente valorizzate.

Lo spessore, la texture, il volume possono risultare differenti a seconda della lavorazione e diventano elementi perfetti per ogni tipo di utilizzo anche, soprattutto, quello creativo. Questo processo, che ha richiesto anni di studio, è ora messo al servizio della produzione artistica contemporanea e si configura come un nuovo linguaggio per la realizzazione di opere d’arte inedite.

fonte: www.oggigreen.it

Mobilità sostenibile: il progetto ORA - Open Road Alliance

Con ORA i giovani del terzo anno di tutte le scuole superiori delle 14 Città Metropolitane italiane, tra cui Firenze, immaginano e progettano città e strade migliori e un nuovo modello di mobilità urbana più sicuro, rispettoso dell'ambiente e adeguato alle esigenze di tutti




















Il progetto sulla mobilità sostenibile O.R.A. - Open Road Alliance, dedicato alle scuole superiori italiane, intende promuovere una diversa cultura della mobilità attraverso nuovi modelli di sostenibilità ed incrementare il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini, in particolare dei giovani.
Secondo infatti i risultati della ricerca “Lo stato dell’educazione alla mobilità e alla sicurezza stradale in Europa. Modelli, obiettivi, casi di studio e dati”, condotta dall’ETSC (European Transport Safety Council), in Italia i ragazzi tra i 14 e i 17 rappresentano il 62,4% delle morti su strada tra gli under 18 (la media europea è del 51%). L’Italia, inoltre, registra 11,4 decessi in strada per milione di abitanti nella fascia di età 0-17, cifra inferiore alla media europea di 16, ma comunque sempre alta.
Questi dati sono sicuramente in linea con quanto registrato da ACI – ISTAT e Isfort secondo cui, nel 2018, sono aumentati i tassi di mortalità stradale per i più giovani (addirittura per la fascia 15 – 19 anni si registra un aumento del 25,4%), a fronte di una diminuzione generale dell’1,6%. Nonostante che in Italia il tasso di mobilità sostenibile sia cresciuto del 10% tra il 2015 e il 2017, più del 70% di incidenti si verifica sulle strade urbane, il luogo maggiormente critico.
Queste cifre suggeriscono l’opportunità di intervenire nell’educazione dei giovani ai temi della sicurezza stradale, ma più in generale della mobilità sostenibile.
ORA intende dunque sensibilizzare i giovani sui temi ambientali, sulla sicurezza, la condivisione dei mezzi, la multimodalità e l’interoperabilità e un approccio più sostenibile al mondo dei servizi pubblici locali.
Il progetto consiste in un percorso formativo ed in un contest di idee finalizzati all’elaborazione del nuovo “Manifesto della Mobilità Sostenibile” ed è riservato ai giovani del terzo anno di tutte le Scuole Secondarie di 2° grado delle 14 Città Metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.
Le classi possono candidarsi a partecipare fino al 20 dicembre 2019, compilando il form sul sito Web del progetto.
ORA è promosso da Fondazione Unipolis e Cittadinanzattiva, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani, con il coinvolgimento anche del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.
fonte: http://www.arpat.toscana.it

Earthday 2019, torna il Villaggio per la Terra: concerti e talk nel cuore verde di Roma

Si parte il 22 Aprile con il concertone nella Terrazza del Pincio per la Giornata mondiale della Terra: dal 25 al 29 Aprile oltre 600 iniziative nel Villaggio che sorgerà al Galoppatoio di Villa Borghese.




















In occasione dell’Earthday 2019, dal 25 al 29 Aprile, Roma ospiterà il Villaggio per la Terra: oltre 600 eventi, un grande concerto, talk con esperti, laboratori per i più giovani e tanto altre iniziative per promuovere e celebrare la Tutela del Pianeta a tutto tondo.

Due le location, entrambe immerse nel polmone verde della città eterna, Villa Borghese: sulla Terrazza del Pincio verrà allestito un palco attivo già il 22 Aprile quando, in occasione della Giornata mondiale della Terra istituita dalle Nazioni Unite, si esibiranno Carmen Consoli, Marina Rei, Paolo Benvegnù, Eva Pevarello e Mirkoeilcane nel tradizionale Concerto per la Terra; al Galoppatoio (circa 500 metri dal Pincio) sorgerà invece il Villaggio per la Terra che ospiterà al suo interno il Villaggio dello Sport, quello dei bambini e quello dei ragazzi.

Una 6 giorni di festa e confronto: i visitatori del Villaggio troveranno disseminate tra il Pincio e il Galoppatoio 17 piazze multimediali dove si terranno talk focalizzati sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e sulle 5 P della sostenibilità (Peace, Prosperity, Partnership, Planet e People).


Diversi punti di vista per parlare dei temi “caldi” che riguardano la nostra casa Terra: dall’approccio istituzionale d’incontri come il talk R-Innovare lo sviluppo, organizzato venerdì 26 aprile dalle 15 alle 18 nella Tensostruttura del Galoppatoio, che vedrà gl’interventi di relatori come Vito Cozzoli, Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico, Dario Dongo, fondatore di WIISE e cofondatore del Fatto Alimentare e l’onorevole Andrea Orlando, Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati, oppure ricreativi e ludici come RinnovArti, l’evento organizzato da Rinnovabili.it, che porterà sul palco del Pincio musicisti armati di strumenti realizzati solo con materiali riciclati.

E ancora, grande attenzione alle giovani generazioni, con il Festival Educazione alla Sostenibilità, che il 26 e il 29 Aprile dedicherà due incontri rispettivamente destinati a ricercatori universitari e agli studenti delle scuole superiori; ma anche verso un tema di grande attualità come la violenza di genere, con il lancio della campagna di sensibilizzazione #4women4earth.

Il Villaggio per la Terra 2019 è organizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari di Roma, le Agenzie delle Nazioni Unite, il MIUR e il Ministero dell’Ambiente: sul sito dell’evento è possibile consultare il programma completo delle iniziative.

fonte: www.rinnovabili.it

Trash Challenge: impazza la sfida social per ripulire il mondo dai rifiuti al grido di #trashtag

















Sui social impazzano sempre di più le challenge a catena che invitano gli utenti a compiere una determinata azione o a postare una determinata foto al grido di un hastag unico, diventando dei veri e propri tormentoni mondiali. E se si sfruttasse questa tendenza per proporre qualcosa di buono? Sta succedendo proprio questo con "Trash Challenge" la nuova sfida che sulla falsa riga delle altre, e nata ironicamente, invita gli adolescenti annoiati di tutto il mondo a scegliere un luogo sporco e a ripulirlo dai rifiuti. E in barba a chi giudica male i giovani, la sfida è stata accettata in tutto il mondo diventando sempre più diffusa. Ecco le immagini più significative già condivise sui social.


Sui social spesso girano campane e sfide bizzarre, spesso del tutto inutili e prive di senso. Ma la "Trash Challenge" caratterizzata dall'hashtag #trashtag sta davvero mobilitando i ragazzi di tutto il mondo. Sono già state ripulite spiagge, parchi e strade dapprima disseminate di rifiuti, poi del tutto trasformate, restituite ai cittadini perfettamente pulite.
Nel mondo, in un anno produciamo qualcosa come 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti domestici e solo 258-368 milioni di tonnellate di esse finiscono nelle 50 discariche più grandi. Milioni e milioni purtroppo vagano negli oceani e l'80% proviene dalla terraferma.
La sfida Trash Challenge vuole che ognuno di noi faccia qualcosa per contribuire a risolvere questo problema. Tutti, a partire dai giovani, sono invitati a partecipare "adottando" un luogo particolarmente bisognoso di cure perché invaso dai rifiuti. La sfida consiste nello scattare una foto prima dell'intervento di pulizia, seguita da un'altra in cui i rifiuti sono stati rimossi. Le due immagini vanno poi postate sui social.
L'hashtag #trashtag è esploso sui social media dopo che un utente reddit ha postato uno screenshot di qualcuno che aveva completato la sfida, seguita dalla didascalia:
"Ecco una nuova #challenge per tutti i ragazzi annoiati. Scatta una foto di un'area che necessita di pulizia o manutenzione, poi scattane un'altra dopo che hai fatto qualcosa a riguardo, e pubblicala qui!"
Anche se la sfida non specifica nulla sulle modalità di raccolta, buon senso suggerisce di fare più sacchetti per differenziare i rifiuti e di portarli in appositi centri in cui possano essere gestiti al meglio.
I "giovani annoiati" del mondo non sono rimasti a guardare e hanno già dato prova dell'amore per la Terra e della sensibilità per le tematiche ambientali. Tantissime sono le foto postate sui social network.
E in Italia? Speriamo che la sfida venga accolta anche nel nostro splendido paese, troppo spesso deturpato dai rifiuti. Facciamolo anche noi. Già dal prossimo week end o quando abbiamo tempo libero, adottiamo un'area della nostra città imbruttita dai rifiuti, armiamoci di guanti, sacchi e mettiamoci all'opera, invitando anche i nostri amici a farlo!
fonte: www.greenme.it

Giovani italiani, 82% cambierebbe abitudini per l'ambiente

Ricerca, l'85% si impegna per la raccolta differenziata




















La salvaguardia del patrimonio naturale del pianeta è uno dei temi che sta più a cuore ai giovani italiani. L'81,8% si dice disposto a cambiare le proprie abitudini per ridurre l'impatto dei cambiamenti climatici sul pianeta, mentre l'82% dichiara di essere disponibile a ridurre al minimo gli sprechi (dall'acqua alla luce, dalla plastica al cibo). E' quanto emerge da una indagine dell'Osservatorio giovani dell'Istituto Toniolo, con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, su un campione di 2.000 giovani nati tra il 1982 al 1997.

Dall'indagine emerge che il 70% cerca di scegliere prodotti di aziende impegnate nella salvaguardia dell'ambiente e che l'85,35% si impegna nel fare la raccolta differenziata dei rifiuti. Oltre il 59% è convinto che la salvaguardia dell'ambiente investa direttamente ogni singolo cittadino.

Il sondaggio evidenzia come la grande maggioranza si dichiari sensibile e attenta (con il 49 per cento che lo è molto), mentre i disinteressati sono meno del 15 per cento. Per oltre la metà degli intervistati l'interesse è aumentato negli ultimi anni.

C'è però anche la convinzione che bisognerebbe poter fare molto di più, soprattutto nel nostro Paese. Per oltre la metà degli intervistati (51,5 per cento) in Italia c'è meno attenzione nel dibattito pubblico verso la questione ambientale.

Meno di un giovane su quattro tuttavia si tiene informato in modo sistematico e non solo occasionale. A sapere molto bene cos'è lo sviluppo sostenibile è poco più del 10 per cento dei giovani. Infine, oltre l'80 per cento è poco attratto dalle associazioni oggi attivamente impegnate su questi fronti.

fonte: www.ansa.it

Una Pila alla Volta, la sfida al riciclo batterie che premia i giovani

Presentato oggi a Roma più importante progetto di comunicazione sul riciclo di pile e accumulatori portatili mai realizzato in Italia


















Le buone pratiche di gestione e riciclo dei rifiuti premiano sempre. E lo fanno ancor di più quando sono inserite all’interno di iniziative di comunicazione ad hoc come “Una Pila alla Volta”, campagna nazionale dedicata alla promozione del riciclo batterie. Il progetto è stato lanciato ufficialmente oggi a Roma dal Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) in partnership con UISP-Unione Italiana Sport per Tutti e Civicamente. Con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, i tre partner hanno dato vita alla più grande campagna di sensibilizzazione mai realizzata in Italia sul tema della seconda vita per pile e accumulatori portatili.
I destinatari del progetto sono i giovani tra i 10 e i 14 anni, chiamati a partecipare ad una sfida di sostenibilità che attraverserà in sette mesi tutta l’Italia. Un vero e proprio contest che si svolgerà tra settembre 2017 e marzo 2018 attraverso 5 differenti gare, tutte dedicate al tema del riciclo batterie.

I dati della raccolta e riciclo batterie del CDCNPA

L’obiettivo di “Una Pila alla Volta” è semplice: sensibilizzare ragazzi e ragazze sulla corretta gestione di questa tipologia di rifiuto, i cui dati di raccolta, seppure buoni, necessitano oggi di una nuova spinta.

“In Italia stiamo facendo uno sforzo enorme per raccogliere in modo differenziato le pile e gli accumulatori portatili – ha detto Giulio Rentocchini, Presidente del CDCNPA – nonostante questo la quantità avviata al riciclo non è ancora sufficiente e negli ultimi anni abbiamo registrato un leggero calo”.

Nel corso del 2016 i Sistemi collettivi e Individuali che fanno parte del CDCNPA hanno raccolto in Italia 9.495.012 kg di pile e accumulatori portatili esausti. Il dato è per la prima volta in lieve calo (pari a circa il -6%) rispetto all’anno precedente, quando la differenziata aveva superato i 10 milioni di kg. La prima conseguenza di questo decremento è la leggera diminuzione del rapporto tra raccolto e immesso che lo scorso anno si è attestato al 38,5%, dopo essere cresciuto per 4 anni fino a raggiungere il suo massimo nel 2015 con il 41%. Anche calcolando nel totale i quantitativi raccolti da soggetti terzi, la percentuale cresce di poco ed è ben lontana da quel 45% che ci chiede la Commissione Europea.

riciclo batterie
Grafico del CDCNPA

“Per questo abbiamo – continua Rentocchi – deciso di trasmettere un messaggio semplice: le batterie non vanno gettate con la spazzatura indifferenziata ma nel contenitore a loro dedicato. Per far passare questo messaggio abbiamo deciso di investire sulla risorsa più importante che abbiamo: le nuove generazioni Le ragazze e i ragazzi coinvolti nel contest nazionale, dovranno riunirsi in squadre perché è solo insieme che si può vincere la sfida della sostenibilità.

Come funziona Una Pila alla Volta

A partire da oggi sarà possibile accedere al sito www.unapilaallavolta.it e iscrivere le squadre al progetto nell’ambito scuola-cultura oppure sport-tempo libero. Ogni team potrà avere da 6 a 10 partecipanti che dovranno essere nati in un anno compreso tra il 2003 e il 2006 più un tutor maggiorenne. Nel lasso di tempo tra settembre 2017 e marzo 2018 le squadre saranno chiamate ad affrontare 5 gare del contest: si passerà da un quiz sul pile a creare una scultura con le batterie scariche abbandonate in casa, dalla realizzazione di uno spot video o una canzone sulla raccolta differenziata a una caccia al tesoro per individuare i contenitori per la raccolta differenziata degli accumulatori. Per ogni sfida dovranno creare una testimonianza foto, video o audio e caricarla nell’area a loro riservata sulla piattaforma web del contest. Potranno poi condividere i contenuti con gli amici di Facebook, con i follower su Twitter o Instagram per spingerli a votare la propria testimonianza sulla piattaforma e ottenere così punti utili a scalare la classifica.

“Attraverso i canali social spiegheranno, con il loro linguaggio, caricando foto, video e audio, agli amici e alle loro famiglie come funziona la raccolta delle pile e qual è il percorso virtuoso per riciclarne le singole componenti”, aggiunge il presidente del centro di coordinamento.

Una Pila alla Volta

Cosa si vince?

Le squadre saranno organizzate in gironi su base territoriale: Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e infine le Isole maggiori. Le squadre, che alla fine delle 5 prove avranno totalizzato più punti nel loro girone, riceveranno voucher di un valore pari a 1000 euro per la terza classificata, 1.500 per la seconda  e 2.500 per la prima. In questo modo saranno premiate su tutto il territorio nazionale 30 squadre, di cui 15 squadre che partecipano nell’ambito scuola e cultura (il cui voucher permetterà l’acquisto di materiale didattico) e 15 squadre dell’ambito sport e tempo libero che riceveranno un voucher per attrezzature sportive. Inoltre le 10 squadre che hanno ottenuto il miglior piazzamento nei gironi si daranno battaglia nella finale del contest che si terrà a maggio 2018 a Como, città natale di Alessandro Volta e luogo simbolo per le pile e gli accumulatori, grazie anche all’attività didattica e divulgativa svolta dal Tempio Voltiano. Le finaliste dovranno affrontare nuove sfide, tutte ispirate al tema della raccolta differenziata e ottenere il titolo di primi campioni del riciclo delle pile e due voucher aggiuntivi da 2.500 euro ciascuno, uno per le partecipanti nell’ambito scuola-cultura e uno per quelle dell’ambito sport-tempo libero.

fonte: www.rinnovabili.it