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IKEA lancia FORTSKRIDA, prima linea tessile con elementi di riciclo

È approdata nei negozi IKEA la nuova linea tessile FORTSKRIDA creata riciclando plastica e denim per un'offerta maggiormente sostenibile.



Nasce FORTSKRIDA la prima linea tessile di IKEA costituita al 45% da bottiglie in PET e dal 55% da denim, una proposta di riciclo che spinge verso un acquisto consapevole e rispettoso dell’ambiente.

L’unione di due materiale che di solito finiscono rapidamente nelle discariche senza aver concluso nel modo giusto il loro ciclo vitale, ma IKEA ha voluto donare loro una seconda possibilità unendoli in questo percorso sostenibile.

Da tempo l’azienda svedese ha intrapreso un cammino maggiormente consapevole, proiettato verso un’economia circolare, con l’impiego di materie prime sostenibili e riciclate. Queste le parole di Laura Clerici di IKEA Italia:

Non è sempre facile riciclare i tessuti perché spesso sono un misto di materiali diversi, ma se si riesce, ne vale la pena. Per ogni chilo di cotone riciclato risparmiamo 2000 litri d’acqua rispetto a quanto accadrebbe se usassimo nuovo cotone.

Il 45% di FORTSKRIDA è costituito da bottiglie in PET e il 55% da denim. La plastica riciclata serve per rinforzare le fibre di cotone: se non ci fosse, il tessuto non sarebbe in grado di resistere all’usura quotidiana.

FORTSKRIDA IKEA, nuova vita per plastica e denim

Che il denim sia senza tempo è ormai un argomento assodato ma che possa trovare un valido alleato nella plastica è una novità sorprendente, che trova un’ottima applicazione nella collezione FORTSKRIDA a edizione limitata.

Una linea già disponibile in Italia dal due aprile e che contempla la presenza di fodere per cuscini, tende e tovaglie. Una linea di vero riciclo, con 30 bottiglie di plastica e 2 paia di jeans si ottengono 10 metri quadri di tessuto Fortskrida.

Durante la fase realizzativa le bottiglie vengono lavate accuratamente quindi triturate finemente, al contempo i jeans vengono trattati così da trasformarsi in soffici balle di tessuto. Per poi riunirsi in un unico percorso finale di filatura e tessitura, in modo da ottenere gli articoli che completano la collezione stessa. Una proposta che sicuramente andrà velocemente a ruba.

Fonte: AdnKronos



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IKEA di San Giuliano inaugura il primo Circular Hub d’Italia

Con un progetto pilota l’attuale “Angolo delle occasioni” si trasforma in un vero e proprio “laboratorio della circolarità” per ispirare e guidare la maggioranza delle persone a compiere scelte più sostenibili nella vita di tutti i giorni



L’ambizione di IKEA è diventare entro il 2030 un’Azienda circolare in ogni suo aspetto e con un impatto positivo sulle Persone e sul Pianeta: la sfida è produrre e utilizzare i prodotti in maniera sostenibile, dando una seconda vita a quelli già usati e sviluppando soluzioni per un futuro più pulito e più green.

Per questo nello store IKEA di San Giuliano prende vita il primo Circular Hub d’Italia: con un progetto pilota l’attuale “Angolo delle occasioni” si trasforma in un vero e proprio “laboratorio della circolarità” per ispirare e guidare la maggioranza delle persone a compiere scelte più sostenibili nella vita di tutti i giorni.

L’obiettivo è prolungare la vita dei prodotti – mobili di seconda mano, prodotti che si danneggiano durante la movimentazione, resi dei clienti, prodotti dell’esposizione – permettendo ai clienti di acquistarli a prezzi accessibili. Quando un prodotto è irreparabilmente danneggiato, è comunque possibile recuperarne alcune componenti da utilizzare per riparare altri mobili e prolungare così la vita dei prodotti.

“Trasformare IKEA in un business circolare è una delle nostre maggiori ambizioni e, al tempo stesso, una grande sfida per il futuro.” dichiara Ylenia Tommasato, Country Sustainability Manager di IKEA Italia. “Sviluppare nuovi prodotti seguendo i nostri principi di design circolare, ovvero utilizzando materiali rinnovabili o riciclati e dare una seconda vita a quelli già usati, ci permette di sviluppare soluzioni per un futuro più sostenibile. Siamo orgogliosi di testare in Italia un nuovo progetto che accompagni i nostri clienti ad essere parte attiva di un cambiamento positivo per un consumo sempre più consapevole, proseguendo le azioni messe in campo come quello del servizio di riacquisto dei prodotti usati attivo da anni in tutti i nostri store o il più recente Buy Back Friday”.

A caratterizzare il nuovo Hub, oltre all’esperienza maturata con l’Angolo Occasioni, ci saranno una selezione ancora più ampia di mobili recuperati e di seconda mano a prezzi accessibili a tutti e una nuova area Learn&Share, in cui sarà favorita l’interazione con i clienti e la collaborazione con le comunità locali sui temi di sostenibilità. Il Circular Hub, diventerà così un vero e proprio punto di riferimento per tutti coloro che vorrano scoprire come prolungare la vita dei prodotti IKEA attraverso consigli e suggerimenti per riparare i propri mobili.

All’interno del nuovo spazio, grazie ad un rinnovato layout, IKEA mostrerà per la prima volta ai visitatori le varie fasi del processo circolare che portano al riconfezionamento dei prodotti: dal recupero allo stoccaggio delle componenti di ricambio dei mobili che consentono di prolungarne la vita.

Saranno così gli stessi co-worker IKEA a raccontare attraverso le loro azioni concrete l’impegno di IKEA per avere un impatto positivo sulle Persone e sul Pianeta.

fonte: www.rinnovabili.it


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Ikea venderà i propri pezzi di ricambio online, per aggiustare invece di buttare



Aggiustare invece di buttare. Ikea punta al riuso e torna alla cara vecchia abitudine dei nostri genitori e nonni: aggiustare. Ha infatti annunciato che inizierà a vendere pezzi di ricambio nei propri store. In questo modo sarà possibile riparare i mobili invece di gettarli via per acquistarne di nuovi.

Sembra un dettaglio ma non lo è. Nell’era dell’usa e getta, Ikea punta al riuso. Lo scorso anno ha aperto il suo primo negozio di mobili di seconda mano, a Eskilstuna, in Svezia ma ora è pronta a fare di più. Per prolungare la vita dei propri prodotti inizierà a vendere pezzi di ricambio ai clienti di tutto il mondo. In realtà, lo scorso anno ha già messo a disposizione alcuni ricambi ma ora ha deciso di farlo in modo capillare e ha sviluppato un sistema di ordini online che sarà lanciato in tutto il mondo sul suo sito web entro il 2021.

A renderlo noto è stata Lena Pripp-Kovac, responsabile della sostenibilità di Ikea che ha detto al Financial Times:

“Per prolungare la vita dei prodotti, un aspetto fondamentale è disporre di pezzi di ricambio”.

Non si conosco ancora i tempi relativi alla vendita dei ricambi targati Ikea. Di certo, il colosso svedese sta cercando di essere più sostenibile. Proprio ieri ha annunciato di aver raggiunto l’obiettivo del 2020 ottenendo tutto il legno da fonti certificate o riciclate, ossia il 98%.

“In IKEA, vogliamo fare della gestione forestale responsabile la norma, fermare la deforestazione, migliorare la biodiversità e sostenere le persone che dipendono dalle foreste per il loro sostentamento. Le foreste gestite in modo responsabile svolgono anche un ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Applicando requisiti rigorosi e collaborando con diverse organizzazioni in tutto il mondo, abbiamo contribuito a far avanzare il settore forestale. Eppure la pressione sulle foreste del mondo e sugli ecosistemi circostanti è in aumento. Ora è il momento di adottare un approccio ancora più olistico per proteggere e supportare queste importanti risorse per le generazioni a venire “, ha detto Jon Abrahamsson Ring, CEO di Inter IKEA Group.

Fonti di riferimento: The Financial Times


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A due anni dalla tempesta Vaia, Ikea riqualifica un’area boschiva in Alto Adige

Grazie al progetto “Effetto VAIA” di Ikea Italia, oltre 4000 nuovi alberi saranno restituiti al territorio di Corvara (BZ), una delle aree più colpite dalla tempesta.









16 milioni di alberi e 41mila ettari di bosco che non esistono più: la tempesta VAIA che si è abbattuta sul territorio al confine fra Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2018 ha messo in grave pericolo il patrimonio boschivo e la biodiversità del nostro Paese, modificando il paesaggio e l’immagine stessa del territorio.
A due anni da quell’evento drammatico che ha causato l’abbattimento di 1 milione e 500 mila metri cubi di legname solo in Alto Adige, IKEA dà vita ad “Effetto Vaia”, un circolo virtuoso che restituisce una nuova speranza al territorio colpito dalla tempesta. Il legno delle foreste di Corvara (BZ) è infatti stato utilizzato per realizzare 20.000 librerie BILLY e 5.000 ante TRÄARBETARE, in edizione limitata, il cui acquisto contribuisce a sostenere il progetto per la riqualificazione e il rimboschimento delle aree coinvolte.
Grazie al progetto “Effetto VAIA” IKEA Italia ha quindi avviato un progetto di riqualificazione e rimboschimento nel comune altoatesino: 3.000 nuovi alberi e 1.000 da rinnovazione naturale, una tecnica che mira a salvaguardare l’ecosistema del bosco, andranno a ricucire la ferita inferta ai boschi da Vaia. L’attività rientra nell'ambito della campagna “Mosaico Verde”, un grande progetto nazionale di forestazione ideato e promosso da AzzeroCO2 e Legambiente.
La piantumazione e la gestione dei nuovi alberi avverranno in aree boschive già certificate secondo i principi del Forest Stewardship Council (FSC), con cui IKEA Italia collabora da sempre per garantire i massimi standard in merito alla gestione responsabile delle foreste e della trasformazione del legno.

fonte: www.greencity.it


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Sostenibilità: Ikea ricompra l’usato con il Buy Back

Nasce Buy Back, nuovo progetto di Ikea: ricompra i vecchi mobili garantendo nuova vita all'usato all'interno di un percorso di sostenibilità.




Un Black Friday davvero alternativo e all’insegna della sostenibilità quello lanciato da Ikea. contemporaneamente in 27 paesi, come Gran Bretagna, Australia, Canada, Francia, Germania, ovviamente Italia, Giappone e Russia. Le modalità saranno differenti in base al singolo paese ma il lancio sarà unico per tutti e prenderà il nome di Buy Friday. L’idea è quella di ricomprare dai clienti mobili e arredi usati ma in buone condizioni, offrendo in cambio una serie di buoni da spendere da Ikea pari al 30% e al 50% del valore del prezzo originale.


Un progetto davvero interessante che si inserisce perfettamente all’interno del nuovo percorso intrapreso da Ikea, che sta puntando tutto sulla sostenibilità. Per l’occasione è stata preparata una campagna pubblicitaria che prenderà il via durante il Black Friday. In questo modo i mobili riconsegnati potranno godere di una seconda opportunità, di una seconda vita perché verranno rivenduti negli spazi “As-Is” dei vari store. Mentre quelli non più rivendibili verranno riciclati o donati a progetti presenti nelle comunità locali.

Il progetto di Buy Friday nasce dall’esigenza di riciclare, di non sprecare ma di risultare il più sostenibili possibili, garantendo una nuova possibilità di vita a mobili ormai vecchi o che hanno fatto il loro corso. Permettendo a Ikea di migliorarsi ulteriormente grazie al percorso intrapreso per diventare un business circolare entro il 2030, sempre in favore dell’ambiente. Queste le parole di Pia Heidenmark Cook, Chief Sustainability Officer del Gruppo Ingka e partner di Ikea:


Essere circolari è un’ottima opportunità di business e, al tempo stesso, una responsabilità. La crisi climatica ci impone di ripensare radicalmente le nostre abitudini di consumo. Un’economia circolare si può raggiungere solo attraverso gli investimenti e la collaborazione con i clienti, le altre imprese, le comunità locali e i governi, in modo da azzerare i rifiuti e innescare un ciclo di riparazione, riutilizzo, riadattamento e riciclaggio.

Il valore del buono potrà variare in base alla condizione dei mobili. Per i soci di Ikea Family la cifra potrebbe raddoppiare proprio durante il periodo del Black Friday. Prima di rivendere i propri mobili è consigliabile consultare la sezione dedicata sul sito Ikea: “Dai una seconda vita ai tuoi mobili usati IKEA”.

fonte: www.greenstyle.it


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I peluche di IKEA “trasformati” per sensibilizzare sui pericoli della plastica negli oceani





Cinque studenti di pubblicità russi hanno realizzato questa campagna che mostra come le parti in plastica possano essere letali per molti animali marini.

Ogni giorno milioni di pezzi di plastica raggiungono l’oceano. L’impatto ambientale derivante da questo problema è terribile e costituisce una seria minaccia per molte specie i cui habitat si stanno deteriorando all’aumentare dell’inquinamento.

Quindi, ci sono sempre più iniziative e movimenti che cercano di ridurre il consumo di plastica. Come questa campagna di sensibilizzazione che sta circolando in questi giorni su Internet, ma che in realtà un gruppo di cinque studenti della MADS (Moscow AAttraverso gli animali di peluche IKEA , questi studenti hanno voluto riflettere la dura realtà che molti animali vivono a causa della plastica negli oceani.


Sotto il nome di Plastic Surgery (Chirurgia Plastica), hanno ridisegnato alcuni dei modelli di peluche per bambini venduti da IKEA.

I poveri animali hanno pezzi di plastica aggrovigliati attorno al collo e agli arti.

Il risultato riflette la realtà che milioni di animali affrontano nel loro habitat naturale, che è stato inondato di plastica.


Sebbene questo annuncio sia in realtà di qualche anno fa, e non sia ufficialmente affiliato a IKEA, invia un messaggio potente sull’importanza di combattere l’inquinamento della plastica.

Fonte: Adsoftheworld


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Ikea dice addio alla plastica monouso entro il 2020 e lancia una nuova linea di stoviglie in bioplastica



















Plastica monouso addio, anche da Ikea. In vista dell’entrata in vigore della normativa europea che dal 2021 vieterà la circolazione ad alcuni oggetti usa e getta, il gigante svedese dell’arredamento ha annunciato che entro il 2020 eliminerà gradualmente tutti i prodotti monouso dall’assortimento – piatti, bicchieri, cannucce – e dai ristoranti dei punti vendita. Inoltre, per i prodotti Ikea si è impegnata a utilizzare solo plastica riciclata o ottenuta da fonti rinnovabili entro il 2030.
Il processo di sostituzione è già iniziato con il lancio di due nuove linee di stoviglie monouso – piatti e tazze – realizzate in acido polilattico (Pla), una bioplastica prodotta a partire da materie prime vegetali, con un impatto ambientale inferiore rispetto ai prodotti in plastica derivata dal petrolio. Non solo: il Pla nelle giuste condizioni, è anche biodegradabile e compostabile.
Il cambiamento non si limita ai piatti e alle tazze, ora anche i famosi sacchetti con cerniera Ikea sono realizzati prevalentemente (85% del materiale) in bioplastica ottenuta dalla canna da zucchero.
fonte: https://ilfattoalimentare.it

Ikea alla prova della circular economy: parte il ritiro dei mobili usati

La multinazionale svedese Ikea inaugura la sua campagna triennale “Un mondo migliore inizia a casa” con due novità: la vendita di pannelli solari e il riacquisto dei mobili in buono stato.


Ha scelto la vigilia dell’Overshoot day dell’Europa per lanciare la sua nuova campagna “Un mondo migliore inizia a casa”. Stiamo parlando di Ikea Italia, che il 9 maggio, a Milano, nell’iconica location di Cascina Cuccagna ha ospitato una mattinata di riflessione sui temi della sostenibilità, moderata da LifeGate. ”In Ikea siamo convinti che dalle piccole azioni nelle nostre case può iniziare un mondo migliore – aggiunge Alessandro Aquilio, country communication and sustainability manager Ikea Italia -. E proprio su questi gesti si basa la nostra campagna, che avrà una durata triennale”.

Cambio di prospettiva: la nostra casa vista dallo spazio

Da sinistra Alessandro Aquilio (Ikea), Simone Molteni (LifeGate), Emanuela Taverna (moderatrice), Ida La Camera (condominio San Gregorio), Elena Clara Maria Rossetti (blogger)
Il gruppo di relatori che hanno partecipato al lancio della campagna internazionale “Un mondo migliore inizia a casa” di Ikea Italia
Per ricordare a tutti i presenti l’importanza di proteggere la nostra casa comune, Ikea ha scelto un punto di vista molto particolare: l’astronauta Maurizio Cheli ha infatti mostrato alcune foto della sua missione nello spazio che, dopo aver suscitato stupore e meraviglia per la bellezza del nostro pianeta, rivelano anche gli effetti concreti dell’azione dannosa dell’uomo: inquinamento, siccità e disboscamento. “Da questa prospettiva – ha spiegato Cheli – molti concetti astratti diventano immagini concrete. Allora ti rendi conto che è il momento di iniziare a proteggere il tuo pianeta”.

Gli stili di vita sostenibili escono dalla nicchia

Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate
Gli italiani interessati alla sostenibilità sono 43 milioni.
Concetti che, come dimostra l’Osservatorio nazionale sugli stili di vita sostenibili di LifeGate, sono ormai ben presenti nella mente degli italiani. “Negli ultimi 15 anni – ha commentato Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate – è avvenuto un cambiamento radicale: gli interessati ai temi della sostenibilità da una nicchia sono diventati la maggioranza della popolazione. Plastica nel maremobilitàenergia alimentazione bio sono i temi più sentiti”. L’Osservatorio riporta anche i risultati relativi alla casa del futuro, che per gli italiani deve essere costruita con materiali sostenibili, efficiente, deve produrre da sé energia e cibo ed essere sempre più domotica.
La vendita di pannelli solari in alcuni negozi Ikea e online – grazie all’inizio della collaborazione con Wölmann e con la consulenza di esperti – sembra avvicinarsi sempre di più a questa casa futuristica. “Da anni ci impegniamo a utilizzare solo energia rinnovabile per i nostri negozi – spiega Aquilio di Ikea -, la stessa energia che oggi abbiamo reso più accessibile grazie alla vendita dei pannelli solari. Una casa sostenibile è un investimento per il futuro”.

Via Gregorio 59, la sostenibilità abita qui

L'esempio del condominio di via San Gregorio è stato illustrato da Ida La Camera
Il condominio di via San Gregorio a Milano ha attuato nuove pratiche di vicinato
Un esempio concreto di caseggiato green è venuto da Ida La Camera, residente del condominio di via San Gregorio 59 a Milano, che dal 2012 mette in atto nuove pratiche virtuose di vicinato.
“Abbiamo ottenuto molti risultati concreti – ha illustrato La Camera – per esempio nel 2014 abbiamo installato una centrale termica all’avanguardia che ha consentito il 30 per cento di risparmio. Sono stati recuperati più di 160 kg di olio esausto alimentare, 220 kg di Raee e cinque sacchi da 10 litri di pile”. Il condominio ha anche allestito una stanza dello scambio con macchina del pane, affettatrice, gelatiera, trapano, aspirapolvere professionale, ferro da stiro, vaporiera, macchina per pasta fresca, formine per biscotti, libri da cucina a disposizione di tutti i condomini. In cortile si è creato uno spazio di ritrovo dove si svolgono le feste condominiali e di gioco per i bambini. Ospita panchine e rastrelliere per le bici, piante e alberi in vaso (limone, ulivo, cornioli, camelia, sambuco e ficus) e un angolo dedicato agli aromi.

I social amplificano la consapevolezza

I social media possono essere amplificatori delle buone pratiche
La blogger ha 22mila follower su Instagram, dove parla di stili di vita sostenibili
L’impegno comune, infatti, può produrre un risultato che va al di là della somma delle singole azioni. Ne è convinta Elena Maria Clara Rossetti – blogger e influencer con 22mila follower su Instagram, ma anche studente di fisica – che ricorre all’analogia dei ‘sistemi complessi’, nei quali le interrelazioni tra i vari elementi giocano un ruolo fondamentale. “I social media amplificano le relazioni – ha spiegato Rossetti – e possono aiutare a creare un’onda verde per diffondere comportamenti più consapevoli e sostenibili”.

Il ruolo delle aziende: essere leader by example. Ikea raccoglie la sfida

Alessandro Aquilio, communication and sustainability manager di Ikea Italia
Alessandro Aquilio ha presentato la nuova campagna triennale “Un mondo migliore inizia a casa”
Un quadro in cui le aziende possono giocare un ruolo di driver, come veri agenti di cambiamento. “Le soluzioni ci sono e possono essere applicate facilmente, ma solo i grandi brand hanno le dimensioni, la capacità, la rapidità e la determinazione per fare da esempio globale e favorirne la diffusione in tempo utile – spiega Molteni -. Le grandi aziende hanno l’occasione di diventare ‘leader by example’, ovvero essere le prime a guidare i nuovi modelli di business sostenibile generando un circolo virtuoso nel loro settore”. E Ikea pare aver colto questa sfida, annunciando un’ulteriore novità sul fronte dell’economia circolare. In particolare, è partita l’iniziativa “Dai una seconda vita ai tuoi mobili usati Ikea”, un progetto che dà la possibilità ai clienti di riconsegnare un mobile ancora in buono stato in cambio di un voucher d’acquisto da spendere nei negozi. Da luglio, il servizio sarà ampliato e i clienti, attraverso una sezione dedicata sul sito di Ikea, potranno seguire tutorial online con istruzioni e consigli su come riparare e personalizzare i mobili, potranno scegliere di donare i prodotti a organizzazioni non profit presenti nei loro comuni oppure inviare a riciclo gli articoli che non si possono più recuperare.
Infine, da settembre il servizio sarà interamente digitalizzato, sia per la fase di valutazione e ritiro dei mobili usati, sia per le opzioni di donazione. Nello stesso periodo, Ikea Italia darà vita a seminari per accompagnare i clienti al riutilizzo dei mobili Ikea.

fonte: https://www.lifegate.it

IKEA: dai mobili riciclati casette per gli animali

IKEA, con l'aiuto di alcuni artisti londinesi, ha riciclato vecchi mobili per costruire delle casette per gli animali, quali uccellini e pipistrelli.














Ogni oggetto può avere una seconda vita, anche un mobile che si decide di non usare più: è questa la nuova filosofia di IKEA, il colosso dell’arredamento che di recente ha lanciato il suo primo store completamente sostenibile, a Greenwich. E, per festeggiare questo nuovo progetto, l’azienda svedese ha collaborato con vari artisti locali, allo scopo di trasformare alcuni dei prodotti iconici del gruppo in casette per gli animali selvatici.

Fornire un riparo per uccellini, roditori e piccoli mammiferi è molto importante, soprattutto nei mesi più freddi dell’anno, quando questi animali potrebbero faticare nel trovare una tana accogliente, protetta e calda. Così IKEA, con l’aiuto della sua agenzia creativa Mother, ha cercato l’aiuto di alcuni artisti locali per trasformare vecchia mobilia in splendide casette.

Ogni oggetto può avere una seconda vita, anche un mobile che si decide di non usare più: è questa la nuova filosofia di IKEA, il colosso dell’arredamento che di recente ha lanciato il suo primo store completamente sostenibile, a Greenwich. E, per festeggiare questo nuovo progetto, l’azienda svedese ha collaborato con vari artisti locali, allo scopo di trasformare alcuni dei prodotti iconici del gruppo in casette per gli animali selvatici.

Fornire un riparo per uccellini, roditori e piccoli mammiferi è molto importante, soprattutto nei mesi più freddi dell’anno, quando questi animali potrebbero faticare nel trovare una tana accogliente, protetta e calda. Così IKEA, con l’aiuto della sua agenzia creativa Mother, ha cercato l’aiuto di alcuni artisti locali per trasformare vecchia mobilia in splendide casette.

fonte: https://www.greenstyle.it

Ikea non vende più cannucce di plastica, ma solo nel Regno Unito e in Irlanda. In Italia continua la vendita

















Dal 1° ottobre, Ikea non vende più cannucce di plastica nei negozi del Regno Unito e dell’Irlanda e non le usa neppure nei ristoranti e bistro. Per rendere più visibile la decisione, la compagnia svedese ha esposto l’ultimo esemplare di cannuccia al Museo del Design di Londra, dove ha realizzato un’installazione temporanea, intitolata The Last Straw, invitando i consumatori ad essere più coscienziosi dal punto di vista ambientale.
L’iniziativa in Regno Unito e Irlanda viene presentata come il primo passo che porterà alla rimozione di tutti gli oggetti di plastica monouso in tutti i negozi dei 29 Paesi in cui Ikea è presente. “Il mondo sta cambiando a un ritmo rapido e sono necessarie azioni coraggiose e urgenti per fronteggiare le sfide di sostenibilità che stiamo affrontando. L’inquinamento da plastica è una questione critica da affrontare urgentemente per un futuro più sostenibile ed è qualcosa a cui i nostri clienti e collaboratori sono attivamente interessati”, ha dichiarato Hege Sæbjørnsen, Country Sustainability Manager di Ikea UK e Irlanda. “Rispondendo e agendo rapidamente per rimuovere le cannucce di plastica monouso, speriamo di alimentare l’energia alla base di questo movimento e consentire alle persone di vedere le centinaia di altre piccole azioni che tutti possiamo intraprendere nella nostra vita quotidiana per avere un impatto positivo sul mondo prezioso intorno a noi”.
In Italia, intanto, da Ikea continuano ad essere vendute le confezioni da 200 cannucce multicolori.
fonte: ilfattoalimentare.it

Design circolare, Ikea è pronta a dare in affitto e rivendere mobili usati

È l’economia circolare secondo la casa svedese: allungare la vita dei suoi prodotti e realizzarli con materiali riciclati, per renderli più sostenibili. Ne abbiamo parlato con Malin Nordin, Development Leader for Circular Ikea














Älmhult, Svezia – Dal 2030, tutti i prodotti dovranno contenere materialiriciclati o al massimo riciclabili e dal 2019 si dirà addio a tutti gli oggetti di plastica usati una sola volta (per esempio le cannucce). È un obiettivo importante quello che ha annunciato Ikea durante i Democratic Design Days ad Älmhult, dove si trova la sede centrale dell’azienda. Un cambiamento di prospettiva che deve necessariamente spingere verso l’utilizzo di nuovi tipi di plastica non proveniente dal petrolio, come quella vegetale e quella realizzata a partire dall’anidride carbonica, oppure nuovi materiali più amichevoli nei confronti dell’ambiente, come il bambù, legno che cresce molto in fretta e non richiede grandi quantitativi di acqua. All’interno di una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, però, rientra anche il concetto di design circolare: progettare sin dall’inizio oggetti e mobili che possano essere riutilizzati, riparati e riciclati, secondo nove principi che prevedono anche una vita più lunga per il prodotto e l’eventuale modifica della sua funzione.


“Dobbiamo dare ascolto al cambiamento che sta avvenendo nella società, perché nessuno vuole sprecare e a tutti piacerebbe valorizzare quello che abbiamo a casa”, ci racconta Malin Nordin, Development Leader for Circular Ikea. “Questo significa che dobbiamo rapportarci ai nostri clienti in modi nuovi, dobbiamo andare oltre alla vendita di nuovi prodotti“.

Ma che cosa significa la circolarità per Ikea?

“Riguarda il come progettiamo i nostri prodotti fin dall’inizio, per fare in modo che possano far parte di un modello di business compatibile con un’economia circolare.

È per questo che abbiamo messo già nove principi di design circolare [tra cui il progettare per una durata maggiore, il riutilizzo e la produzione più sostenibile, ndr]. Si tratta inoltre di gestire le risorse in modo intelligente, ed è per questo che abbiamo preso l’impegno per utilizzare esclusivamente materiali rinnovabili o riciclati entro il 2030″.



È un altro passo verso la responsabilità sociale d’impresa per Ikea…

“Ci siamo resi conto che, per continuare a crescere e realizzare la nostra ambizione di permettere a più di un miliardo di persone di vivere vite migliori nel rispetto dei limiti del nostro pianeta, avremmo dovuto iniziare a pensare in modo diverso. Passare a un modello di economia circolare ci è sembrata la soluzione. Per farlo dobbiamo essere più attenti alle risorse che sfruttiamo e allo stesso tempo trovare un modo per crescere. La nostra fortuna dipende molto dall’essere rilevanti per il pubblico e i loro comportamenti, e trovare soluzioni per loro: nel momento in cui non tutti fossero entusiasti all’idea di comprare nuovi prodotti, perderemmo rilevanza se non offrissimo alcuna alternative”.

Quali sarebbero queste alternative?

“Vediamo chiaramente un interesse notevole, in più mercati, per evitare di possedere le cose che si hanno a casa, magari perché si ha un contratto di lavoro molto breve o perché il proprio appartamento è molto piccolo. Abbiamo un progetto pilota in Giappone che prevede di noleggiare e prendere in leasing i mobili, per esempio, ma abbiamo come obiettivo anche al Regno Unito e nello specifico Londra. Stiamo ancora cercando di capire a che prezzo farlo, l’estetica dei prodotti e altre questioni pratiche”.

In che modo questo ha un impatto sul design?

“I prodotti che abbiamo oggi non sono veramente pensati e realizzati a questo scopo: dovrebbero essere ancora più facili da montare e smontare, esserci un’ampia disponibilità di parti, sembrare sempre in ottime condizioni. Dobbiamo inoltre trovare modi per rimetterli a noleggio una volta terminato un contratto, mettere al centro la durevolezza dei materiali e capire che tipo di servizi abbiamo bisogno di fornire. Insomma stiamo ancora imparando da questo punto di vista, ma abbiamo già attivato un centinaio di iniziative relative a ritiro, vendita dell’usato e via dicendo”.La sedia Odger è fatta del 30% legno e almeno il 55% del restante materiale è costituito da plastica riciclata

Vendere prodotti per poi ricomprarli: come fa a essere un modello economicamente sostenibile?

“Il punto è che ogni prodotto ha un suo valore, che si tratti del prodotto in se o del materiale di cui è composto. In Giappone abbiamo già un servizio di buy-back tramite il quale riusciamo a rivendere circa l’85% di ciò che ricompriamo; inoltre trovando un sistema per riutilizzare materiali considerati privi di valore si riescono a realizzare prodotti a costi più bassi. In questo modo il circolo diventa virtuoso. Non si tratta però solo di ricomprare prodotti Ikea, ma ogni tipo di oggetto: l’importante è che sia conveniente per il cliente. Certo non è esattamente conveniente riportare la merce fino agli stabilimenti: serve qualcuno che la raccolga, serve un’unità di smantellamento… Ma quel che emerge dai test che stiamo effettuando è promettente, non solo da un punto di vista economico, ma anche come di crescere senza vendere esclusivamente prodotti nuovi. Nella rivendita possiamo al contempo offrire prodotti a fasce di prezzo più basso, raggiungere in questo modo un pubblico più vasto ed essere più rilevanti”.

Plastiche vegetali, realizzate a partire dall’anidride carbonica, bambù… Su quali ambiti ci si concentra di più?

“L’innovazione si sta concentrando molto su plastiche e tessuti. Ci sono molte idee per realizzare materiali di origine organica, ma anche per riutilizzare di più i materiali riciclati. Poi c’è il comfort, con le schiume, un’altra area nella quale ci rendiamo conto di dover trovare nuove soluzioni; come possiamo ottenere comodità senza le schiume classiche, o come possiamo riciclarle o trovare alternative bio.I sacchetti riutillizabili Istad, composti almeno all’85% di plastica riciclabile

Quanto è difficile trovare nuovi modi di realizzare gli stessi prodotti?

“È molto diverso e per molteplici ragioni, per questo abbiamo bisogno di collaborare con l’esterno e con persone fuori da Ikea, che sappiano vedere le cose in un modo diverso. Ecco perché cerchiamo nuovi partner, nuove idee, persone che pertino nuove visioni, per aiutarci a pensare fuori dagli schemi. Allo stesso tempo sono convinta che alle spalle abbiamo noi stessi una storia da imprenditori e innovatori, abbiamo saputo prendere idee vincenti da un settore per trasportarle nel nostro”.

Dal 2019 niente più oggetti di plastica a singolo uso e dal 2030 tutti da materiale riciclato o riciclabile: a quale oggetto le dispiacerà dire addio?

“Ce n’è uno che i miei bambini adorano, e sono le scatole di plastica. Vederli sparire li rattristerà, credo. Ma anche io mi sono resa conto di usare in continuazione i sacchetti di plastica a casa: ci metto il pane, i cetrioli… Li uso spesso ma, facendo questo lavoro, mi sono resa conto di poter agire diversamente. Ho solo bisogno di trovare una soluzione più sostenibile, qualcuno che mi aiuti a farlo in un modo diverso”.

A proposito di fare le cose in modo diverso, vorrei parlare di uno dei vostri prodotti più iconici, la libreria Billy. Anche questa sarà sottoposta a un redesign per essere più sostenibile?

“Una volta ho cambiato la Billy, quando ne ero responsabile. Ma si trattava di piccoli cambiamenti; abbiamo per esempio apportato modifiche al foro di fissaggio, per renderlo più efficace e migliore. A quel tempo avavamo bisogno dell’approvazione da Ingvar [Kamprad, il fondatore di Ikea, ndr] per farlo, e dalla sua famiglia. Si tratta di un prodotto veramente durevole, vedremo se ci sarà ancora bisogno di cambiamenti. Chi lo sa, è un argomento delicato! [ride]”.

fonte: https://www.wired.it

Ikea presenta Second Life: l’azienda ricompra i mobili usati













Ikea ha avviato l’iniziativa Second Life. L’azienda svedese si impegna nel ricomprare i mobili usati, proponendo la rottamazione di quelli vecchi. Tutto inizierà da un punto vendita in Svizzera e si pone come un’iniziativa importante per chi non vuole spendere cifre enormi per acquistare mobili nuovi.
È un sistema del riciclo e del riuso dell’arredamento che si trova in buono stato anche all’insegna della lotta agli sprechi e dell’ecosostenibilità. I mobili rottamati non verranno pagati in denaro, ma i clienti riceveranno dei voucher da spendere sempre nei punti vendita Ikea. Questi buoni ricevuti potranno essere utilizzati per acquistare mobili nuovi e quelli usati verranno esposti per l’acquisto in delle aree apposite.
Sono stati i vertici dell’azienda a dichiarare che se l’idea porterà buoni frutti in Svizzera molto probabilmente verrà estesa anche in altri Paesi, compresa l’Italia. Il portavoce Manuel Rotzinger ha dichiarato:
Partirà a gennaio 2018. Per tre mesi ricompreremo vecchi mobili come credenze, divani e armadi. Il prezzo? Potrebbe arrivare anche al 60% di quello a cui è stato comprato, dipende dalle condizioni in cui un mobile è stato conservato negli anni.
L’idea del progetto è nata da un’indagine che Ikea ha portato avanti due anni fa su 2 mila persone che vivono in Svizzera. Da questo studio è risultato evidente che molte persone detenevano nelle loro cantine o nel garage molti oggetti Ikea che non usavano più. Due terzi degli intervistati hanno reso noto di essere favorevoli a ridare all’azienda i mobili usati ricevendo in cambio un buono da spendere per l’acquisto di nuovi arredamenti.

fonte: www.greenstyle.it