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Gomma da PFU e intasi nel nuovo regolamento UE

Secondo Ecopneus, l'utilizzo nei campi sportivi in erba sintetica risponde già ai limiti sugli IPA che entreranno in vigore l'anno prossimo.













Il polverino di gomma ottenuto dal riciclo di pneumatici fuori uso (PFU) può essere utilizzato come intaso nei campi sportivi in erba sintetica o in altri utilizzi in forma sfusa, anche alla luce del nuovo Regolamento UE 2021/1199
(leggi articolo), che fissa limiti più restrittivi alla presenza di di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).

Ad affermarlo è Ecopneus, società consortile senza scopo di lucro per la gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) in Italia, che cita i risultati di uno studio condotto cinque anni fa con il supporto scientifico dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e della società Waste and Chemicals (leggi articolo).


I risultati sui campioni analizzati evidenziarono infatti che la somma degli otto IPA soggetti alla restrizione 28 del Regolamento REACh era compresa tra 5 e 20 mg/kg, quindi sotto la nuova soglia di 20 mg/kg che entrerà in vigore il il 10 agosto 2022, nonché inferiore ai limiti introdotti dal decreto End of waste per la gomma granulare vulcanizzata (DM 178/2020).

" Il Regolamento (UE) 2021/1199 – sostiene Federico Dossena, Direttore Generale di Ecopneus - introduce riferimenti importanti per la salute degli sportivi e cittadini cui la gomma riciclata risponde già, anche con sistemi di campionamento e controllo sugli impianti di produzione definiti dal decreto End of waste, a differenza di altri materiali polimerici che, proveniendo da filiere non altrettanto controllate, possono introdurre sul mercato materiali fuori limite e spesso erroneamente confusi con la gomma riciclata, creando pericolosa confusione per le aziende, il sistema e per i cittadini".

fonte: www.polimerica.it


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In Sicilia asfalto con gomma riciclata

Un bitume ingegnerizzato con polverino da PFU è stato steso su una strada nel centro di Alcamo.



Prosegue la sperimentazione di bitumi addizionati con gomma riciclata da pneumatici fuori uso (PFU): tremila metri quadrati di asfalto sono stati stesi nel centro di Alcamo, in provincia di Trapani, che si aggiungono ai circa 600 km di strade già realizzati nel nostro Paese.

L'aggiunta di polverino di gomma riciclata riduce il rumore dovuto al passaggio dei veicoli (fino a 5 dB) e aumenta la durabilità del manto stradale, anche del doppio rispetto alle soluzioni convenzionali.

Nell’ultimo decennio in Sicilia l’equivalente in peso di oltre 19 milioni di Pneumatici Fuori Uso sono stati raccolti e riciclati da Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei PFU in Italia.

“Gli interventi effettuati ad Alcamo rappresentano una concreta testimonianza dell’importanza del corretto recupero e riciclo dei Pneumatici Fuori Uso – spiega il Direttore Generale di Ecopneus, Federico Dossena –. Se ai vantaggi in termini di beneficio acustico, sommiamo la maggior durata della vita utile, che comporta a sua volta minori costi complessivi di manutenzione, appare evidente come le pavimentazioni con asfalti modificati siano una valida scelta strategica per la rete viaria nazionale, sia urbana che extra urbana”.

fonte: www.polimerica.it

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Gomma riciclata, nuovo materiale “green” per il design e l’architettura

Sostenibile e versatile, la gomma da riciclo è ideale per la personalizzazione degli ambienti urbani e sarà al centro di un seminario gratuito il prossimo 18 maggio, a cura di Ecopneus e in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano.




Soluzioni sostenibili, innovative e di design per il restyling delle nostre città, sono i temi cardine del seminario gratuito che si terrà online il 18 maggio, dalle 16.00 alle 18.00, a cura di Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei PFU in Italia, e in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano.

L’incontro è un’opportunità per conoscere le potenzialità della gomma riciclata dai Pneumatici Fuori Uso in ambito urbano, un materiale circolare e innovativo che, grazie alla sua versatilità nei colori, nelle forme e nelle molteplici possibilità di personalizzazione e utilizzo, può essere inserito nei progetti di riqualificazione degli spazi urbani per dare un nuovo volto alle città, renderle più sostenibili, senza rinunciare al design e all’estetica.

Le nostre città hanno bisogno di progettazione e di un design moderno in linea con le tendenze internazionali, inteso come capacità di interpretare le nuove tendenze del vivere gli spazi comuni, restituendo alla collettività nuovi luoghi di aggregazione. In questa ricerca della “bellezza che salverà il mondo” la gomma riciclata è un materiale poliedrico, adatto all’utilizzo negli spazi pubblici, per creare nuovi luoghi di incontro, aree pedonali, aree gioco e spazi per eventi. Nell’ambito dell’Urbanismo tattico, volto a riqualificare aree urbane con il coinvolgimento della cittadinanza, diventa dunque un potente alleato.

“Ripensare gli spazi comuni in ottica sostenibile, coniugando estetica e funzionalità, è fondamentale per dare un nuovo volto alle città”, commenta Giovanni Corbetta, Direttore Generale. “In Ecopneus, crediamo che la gomma riciclata possa essere un valido strumento per raggiungere questo obiettivo, in virtù della sua natura di materiale circolare, delle sue proprietà e delle infinite possibilità di personalizzazione. Questo webinar è un tassello di un puzzle più ampio, composto da una continua attività di formazione e informazione che negli anni abbiamo portato avanti per far conoscere i molteplici vantaggi della gomma riciclata nella vita di tutti i giorni.”

Sono infatti molteplici i settori di applicazione della gomma riciclata, come ad esempio le superfici sportive Tyrefield, gli isolanti acustici e antivibranti per l’edilizia, gli asfalti “modificati” più sicuri, durevoli e silenziosi, i compound termoplastici Tyreplast. Tantissimi prodotti ecofriendly, capaci di coniugare ottime prestazioni e sostenibilità, consultabili sul catalogo dei prodotti in gomma riciclata realizzato da Ecopneus e MATREC.

Il seminario presenterà alcuni casi studio di successo di utilizzo della gomma riciclata, in Italia e all’estero, illustrate dall’architetto Marco Capellini, CEO di MATREC – società di consulenza e ricerca, partner di Ecopneus, specializzata in sostenibilità e circolarità di materiali – approfondirà inoltre le caratteristiche tecniche del prodotto e le tecnologie utilizzate per la sua lavorazione, grazie al contributo tecnico delle aziende Waterproofing e Casei Eco-System, così da fornire ai partecipanti le nozioni utili per impiegare correttamente questo materiale nei progetti di architettura. Esperti del settore saranno infine a disposizione per rispondere alle domande dei partecipanti.

La partecipazione al webinar da diritto ad 1 credito formativo professionale per gli architetti iscritti all’Ordine di Milano, che ne autocertificano la frequenza, e per gli architetti di tutta Italia, a discrezione del proprio Ordine di riferimento. Per partecipare è necessario registrarsi, per avere maggiori informazioni è possibile inviare una mail a ufficiostampa@ecopneus.it

fonte: www.rinnovabili.it


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EcoTyre supera i target di legge

Gestite l'anno scorso dal consorzio oltre 40mila tonnellate i PFU. Prosegue il progetto di riciclo Da Gomma a Gomma in collaborazione con Versalis.

















Il consorzio per il riciclo degli pneumatici fuori uso EcoTyre ha presentato il rapporto 2020, che vede il superamento degli obiettivi di legge, grazie alla gestione di oltre 40.400 tonnellate di PFU.  Sono stati effettuati  15.621 ritiri presso 13.637 tra officine e gommisti sparsi su tutta la penisola, mille in più rispetto all'anno precedente. Risultato ottenuto nonostante le difficoltà causate dall'emergenza pandemica.
Nel corso del 2020 è entrato in vigore il DM 182/2019 che ha innalzato la quota di PFU che i Consorzi devono raccogliere e avviare al recupero, passato dal 90% dell'immesso sul mercato dai propri soci al 95%, livello raggiunto e superato da EcoTyre (102%). 

Prosegue la collaborazione di EcoTyre con Versalis nel progetto Da Gomma a Gomma, per riutilizzare gomma devulcanizzata ottenuta da pneumatici giunti a fine vita in nuove mescole destinate alla produzione di pneumatici ed altri prodotti. Il progetto è giunto alla fase 4.0, ovvero al processo di industrializzazione (leggi articolo). I centri di ricerca Versalis a Ravenna e Ferrara stanno lavorando per la messa a punto formulativa e tecnologica di nuovi prodotti nelle applicazioni individuate.

EcoTyre vanta 776 associati e genera un valore economico intorno a 13 milioni di euro, con 108 persone impiegate tra dipendenti diretti e indiretti. L’organizzazione si basa su 126 EcoTyre Partner di cui 109 Logistic Partner - aziende specializzate nella logistica di ritorno - e 17 Recycling Partner che si occupano del trattamento e recupero.

fonte: www.polimerica.it


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Non chiamateli PFU

Greentire lancia un contest per trovare nuove applicazioni del granulato di gomma che si ottiene dal riciclo degli pneumatici.



Il consorzio Greentire si occupa della gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), nel mostro paese. Per individuare nuove applicazioni del granulato di gomma che si ottiene dal trattamento degli pneumatici, con il contest ‘Non chiamateli PFU’ chiama all'azione "tutte le menti creative e sensibili ai temi dell’ecologia che vogliano contribuire ad ampliare gli utilizzi di questa versatile materia prima secondaria".
Al vincitore - a cui resteranno i diritti d’autore dell’idea proposta - verrà offerto il sostegno del Consorzio, in termini di competenze e contatti, per sviluppare concretamente il progetto.

Costituiranno elementi preferenziali: la fattibilità, l’immediatezza, la facilità della realizzazione e la corrispondenza alle vigenti normative.

Possono partecipare al contest enti pubblici, aziende, startup innovative (anche in fase di costituzione), istituti e dipartimenti universitari, fondazioni.
Per iscriversi, è sufficiente inviare, entro il 3 maggio 2021 , una email all’ indirizzo contest@greentire.it indicando nel corpo "Contest Non Chiamateli PFU", nome cognome del proponente o ragione sociale della società, indirizzo email e recapito telefonico. Va poi descritta la potenziale applicazione del granulato di gomma con eventuali allegati esplicativi (immagini, pdf, ppt) con peso massimo di 8 MB.

Tutte le proposte pervenute entro la data indicata, saranno esaminate da Greentire che selezionerà, a suo insindacabile giudizio, l’idea vincitrice entro 10 giorni dalla chiusura del concorso.

fonte: www.polimerica.it


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Nuova vita alla gomma

Oldrati ha messo a punto un processo per rigenerare la gomma vulcanizzata e riutilizzarla in nuovi prodotti trattando fino a 1.200 tonnellate nel 2021.

























Oldrati Group, realtà industriale bergamasca attiva nella produzione di manufatti in gomma, plastica e silicone, ha presentato Ogreen, gomma rigenerata con la quale è possibile ottenere manufatti di uso quotidiano quali guarnizioni di elettrodomestici, maschere da sub o pinne.
"Per una azienda - afferma Giacinto Di Stefano, Product Manager di Oldrati Group (nella foto) - includere Ogreen nei propri prodotti significa avere una qualità e performance comparabili a quelle della gomma vergine utilizzando però una gomma che può avere una percentuale teorica di utilizzo di rigenerato fino al 99%".

La gomma vulcanizzata da sfrido e scarto industriale viene selezionata e sottoposta ad un pre-trattamento. La tecnologia di rigenerazione vera e propria, messa a punto nei laboratori dell'azienda bergamasca, si basa su un processo termomeccanico di devulcanizzazione (denominato eco-mastering) che origina una gomma monocomponente, allo stato pre-vulcanizzato.
Prima di poter essere nuovamente trasformata in un prodotto finito mediante tecniche tradizionali (estrusione, stampaggio), la gomma 'rigenerata' viene miscelata con additivi e con una percentuale di materiale vergine. La quantità di Ogreen utilizzabile nei componenti e gli additivi aggiunti dipendono dalle specifiche prestazioni richieste dal cliente.


L’obiettivo di Oldrati è quello di arrivare a trasformare l'anno prossimo circa 1.200 tonnellate di gomma “di scarto” in una mescola a basso impatto ambientale.

“In Oldrati innovazione è una parola che racchiude tanti significati - aggiunge Di Stefano -. Rappresenta la Ricerca & Sviluppo che, insieme ai nostri clienti, ci permette di progettare nuovi stampi, realizzare nuovi materiali, come ad esempio quelli biocompatibili per il settore medicale o quelli food contact. Oppure tutto quello che riguarda il processo di produzione di soluzioni eco-compatibili”.

Il gruppo bergamasco ha anche in progetto di creare, in collaborazione con le istituzioni e alcuni dei principali marchi di elettrodomestici, un sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti con l’obiettivo di recuperare materiale da prodotti a fine vita come lavatrici e lavastoviglie, dove ogni esemplare può contenere da 800 a 1200 grammi di componenti in gomma oggi destinate a discarica.


fonte: www.polimerica.it


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In Sardegna arriva l’asfalto fonoassorbente con gomma da PFU

Ad Olbia, nella principale arteria di collegamento della città, realizzati oltre 8.000 mq di strada con l’impiego di asfalto modificato con polverino di gomma riciclata dai Pneumatici Fuori Uso (PFU): un asfalto dalla durata maggiore, più resistente a fessurazioni e buche e silenzioso.














Come già accaduto in numerose città italiane anche ad Olbia l’Amministrazione Comunale ha scelto di affidarsi agli innovativi asfalti “modificati” con aggiunta di polverino di gomma riciclata da PFU per il rifacimento di via Roma, una delle arterie principali e più trafficate della città.
Una scelta responsabile e vantaggiosa viste le eccezionali proprietà di questa tecnologia: maggiore resistenza all’usura e alla formazione di crepe e buche, durata fino a 3 volte quella degli asfalti convenzionali, con un conseguente contenimento dei costi di manutenzione, e una riduzione del rumore generato dal passaggio dei veicoli fino a 7 dB.
Un intervento che il Comune di Olbia ha portato a termine grazie al supporto e l’impegno di Ecopneus, società senza scopo di lucro che gestisce raccolta, trasporto e trattamento di circa 200.000 tonnellate di PFU ogni anno. L’intervento ha riguardato un tratto lungo circa 1 km per una superfice totale di 8.000 mq impiegando asfalti fonoassorbenti modificati con l’aggiunta di circa 8 tonnellate di polverino di gomma riciclata dai PFU; un quantitativo equivalente al peso di circa 1.000 Pneumatici Fuori Uso, fornito dalla Ecoservice di Sant’Antonio di Gallura (SS) azienda partner di Ecopneus per la raccolta e il riciclo dei PFU.
“L’intervento di Olbia è la concreta testimonianza dell’importanza del corretto recupero e riciclo dei Pneumatici Fuori Uso - ha dichiarato il Direttore Generale di Ecopneus Giovanni Corbetta. “Lo sanno bene anche i cittadini olbiesi che per anni hanno dovuto convivere con due depositi in aree industriali dismesse dove erano abbandonate complessivamente oltre 1.700 tonnellate di PFU e che sono state svuotate grazie a due nostri interventi, nel 2012 e nel 2018. Oggi, parte di quei PFU sono diventati una risorsa per la collettività sotto forma di un asfalto innovativo, sostenibile e dalle eccezionali performance”.
L’impiego del polverino di gomma riciclata permette, infatti, di realizzare asfalti dalle prestazioni ottimali e l’interesse verso questa applicazione è in costante crescita, tanto che oggi in Italia contiamo oltre 500 km di strade realizzate con questa valida tecnologia.
Presentano caratteristiche e prestazioni durevoli nel tempo, hanno maggior resistenza rispetto ad un asfalto tradizionale e grazie alle specifiche tessiture ottimizzate contribuiscono a ridurre fino a 7dBl’inquinamento acustico dovuto al passaggio dei veicoli. Garantiscono inoltre maggiore sicurezza grazie alla minor presenza di danneggiamenti superficiali del manto e di buche e al migliore drenaggio dell’acqua, che consente anche un aumento dell’aderenza e il miglioramento della visibilità.


fonte: www.greencity.it

Le “forbici molecolari” facilitano il riciclo degli pneumatici usati

Un team di chimici della McMaster ha scoperto un modo innovativo per abbattere e dissolvere la gomma utilizzata nei copertoni auto: un processo che potrebbe portare a nuovi metodi di riciclaggio chimico



















Il numero totale di pneumatici per auto prodotti e venduti in tutto il mondo, solo nel 2019, ha toccato la soglia dei 3 miliardi (stime dei ricercatori della McMaster University in Ontario). Si tratta di un numero enorme considerando che, una volta “consumati”, la maggior parte dei pneumatici usati (PFU) finisce ancora oggi in discariche o impianti di stoccaggio. Con il rischio, in caso di incendio, di rilasciare nell’aria contaminanti estremamente dannosi per l’ambiente. 
Negli anni, numerosi progetti di ricerca hanno studiato ed individuato nuove metodologie utili al riciclaggio delle componenti con questi prodotti sono realizzati.  Allo stato attuale i PFU possono essere trasformati in mattoni, asfalto e persino in carburante. Tuttavia, alcune sostanze rimangono irrecuperabili. Nel dettaglio, non si è ancora riusciti a recuperare i polimeri che compongono queste gomme. Il motivo è dovuto ai forti legami che si creano durante il processo di indurimento, in cui lo zolfo viene miscelato con gomme naturali per creare ponti tra i polimeri e trasformare il liquido in un materiale solido.

Condotto dai ricercatori canadesi della McMaster University e pubblicato su Green Chemistry, un nuovo studio potrebbe tuttavia risolvere l’annoso problema.
La chimica dello pneumatico è molto complessa e, per una buona ragione, non si presta al degrado” ha spiegato Michael Brook, professore presso il Dipartimento di Chimica e Biologia Chimica della McMaster University e autore principale dello studio. “Le proprietà che rendono gli pneumatici così durevoli e stabili su strada li rendono anche estremamente difficili da distruggere e riciclare“.
Il team di ricercatori ha pertanto sviluppato quelle che Brook ha descritto come forbici molecolari“, che funzionano tagliando i legami polimerici e “dissolvendo” il materiale gommoso. “Abbiamo trovato un modo per tagliare tutte le linee orizzontali, quindi, invece di avere una rete, si ottengono delle singole corde, che possono a loro volta essere isolate e successivamente riutilizzate molto più facilmente”.

Gli scienziati specificano comunque che la ricerca è ancora agli inizi e che la tecnica è attualmente troppo costosa per essere impiegata a livello industriale. In ogni caso, la svolta è promettente e, come confermato dai ricercatori, si lavorerà per rendere il processo più economico in vista di applicazioni più ampie. “Ci stiamo lavorando, ma questo è il primo e più importante passo“, afferma Brook. “Questo processo chiude il ciclo sulla gomma per autoveicoli, consentendo la conversione di pneumatici usati in nuovi prodotti”.

fonte: www.rinnovabili.it

Sull’Artico nevicano microplastiche

In alcuni campioni di neve raccolti vicino alle Svalbard ne sono state trovate concentrazioni molto alte, ma non è ancora chiaro come siano arrivate lì



Un gruppo di scienziati tedeschi e svizzeri ha trovato minuscoli frammenti di plastica e gomma nella neve caduta sullo stretto di Fram, il tratto di mar Glaciale Artico tra le isole Svalbard e la Groenlandia, in quantità tali da dedurre che ci siano arrivati dall’atmosfera. Si sapeva già che sui fondali e nelle acque dell’Artico c’è una grande quantità di microplastiche, nome con cui si indicano i pezzi di plastica di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, e secondo un’altra ricerca proprio nell’Artico ce n’è la più alta concentrazione: la loro presenza nella neve sopra i tratti di mare ghiacciati indicherebbe che uno dei modi in cui le microplastiche raggiungono l’Artico è nevicando.

I campioni di neve utilizzati per lo studio, pubblicato il 14 agosto sulla rivista Science Advances, erano stati raccolti durante alcune spedizioni di ricerca tra il 2015 e il 2017 e sono stati analizzati nei laboratori dell’Istituto Alfred Wegener di Bremerhaven. I ricercatori hanno trovato più di 10mila frammenti di plastica per litro, molto più di quanto si aspettassero. Tra le altre cose hanno potuto riconoscere pezzetti di pneumatici, frammenti di vernice e, forse, fibre sintetiche. La stessa analisi è stata fatta su campioni di neve raccolti sulle Alpi svizzere e in varie parti della Germania: anche lì, forse meno sorprendentemente, sono state trovate grandi quantità di microplastiche, maggiori (fino a 154mila per litro) nei campioni tedeschi.


Secondo i ricercatori, guidati da Melanie Bergmann, le microplastiche sono arrivate nella neve raccolta grazie ai venti atmosferici prima e alle precipitazioni poi, anche se non è ancora ben chiaro in che modo esattamente arrivino a percorrere grosse distanze come quelle che separano le Svalbard dalle zone più densamente popolate e inquinate. Uno studio pubblicato ad aprile da un gruppo di ricerca franco-britannico aveva dimostrato che attraverso le precipitazioni le microplastiche sono arrivate anche sui Pirenei, in aree lontane da fonti di inquinamento. Non è possibile tuttavia sapere da dove arrivino le microplastiche trovate in questi studi. Secondo i ricercatori dell’Alfred Wegener Institut è possibile che parte dei frammenti trovati nella neve provengano da navi rompighiaccio.



Le microplastiche trovate nella neve sull’Artico descritte nell’articolo di Melanie Bergmann e collaboratori (Science Advances)

Bergmann e i suoi colleghi studiano la presenza di particelle di plastica nell’Artico dal 2002 e nel corso degli anni ne hanno trovate sempre di più. In uno dei punti in cui le rilevano sono decuplicate.

Non si sa ancora quali siano gli effetti della presenza di microplastiche nell’acqua e nell’aria sulla salute di persone e animali che vi entrano in contatto: sono stati fatti alcuni studi, ma non ci sono grandi certezze per ora anche perché gli effetti potrebbero essere molto variabili a seconda del tipo di microplastiche e delle loro dimensioni. L’unica cosa che si sa per certa è che gli animali marini ne ingeriscono in grande quantità e che quelli in cima alla catena alimentare, come squali, delfini e orche, ne ingeriscono più di tutti perché le assorbono non solo dall’acqua ma anche mangiando altri animali.

fonte: www.ilpost.it

Da Gomma a Gomma: i vecchi pneumatici rinascono come nuovi

Ecotyre annuncia la fase 2.0 del progetto per creare copertoni con una percentuale di gomma riciclata superiore al 20%


















Come l’araba fenice anche gli pneumatici possono rinascere dalle loro ceneri. O, più precisamente, dal loro granulato. Succede in Italia, dove il consorzio EcoTyre ha ideato e sviluppato il progetto da Gomma a Gomma. L’iniziativa, come è facile intuire, aveva come obiettivo quello di chiudere il cerchio degli pneumatici fuori uso (PFU), trasformando il rifiuto in nuova risorsa per la stessa filiera. “Abbiamo pensato a questo progetto appena tre anni fa, ponendoci l’obiettivo di ricercare un nuovo futuro per la gomma – spiega oggi il consorzio – siamo stati affiancati da importanti partner che hanno da subito creduto in questa svolta”.

Il risultato è stato messo in mostra ad Autopromotec, la Biennale internazionale delle attrezzature e del postvendita automobilistico tenutasi nei giorni scorsi a Bologna. “Abbiamo realizzato gli pneumatici verdi – continua Ecotyre – attraverso l’integrazione delle Best Practise individuate nelle varie fasi della filiera di recupero”.
Il consorzio ha prima selezionato i rifiuti e realizzato tramite triturazione un granulato di PFU; quest’ultimo è stato devulcanizzato per ottenere nuovamente gomma utilizzabile. A partire da qui è stata studiata e messa a punto una mescola innovativa.
Il prodotto finale è un copertone contenente per ora il 20% di gomma riciclata derivante dal trattamento di PFU, testato nei mesi scorsi su 20 camion e un percorso complessivo di oltre 1,5 milioni di chilometri. Ogni mezzo – caricato alla massima portata utile – montava da un lato dell’asse trazione pneumatici tradizionali e dall’altro lato quelli provenienti dal riciclo. “ I risultati sono stati sorprendenti: i nuovi pneumatici contenenti il 20% di gomma riciclata e devulcanizzata hanno mostrato caratteristiche di durata e resistenza analoghe, e in alcuni casi migliori, rispetto a quelli convenzionali”.

Di fronte al successo del progetto e soprattutto all’interesse dimostrato in fiera da parte di operatori e produttori, italiani ed esteri, EcoTyre e i suoi partner hanno deciso di estendere il test ad almeno 100 veicoli della flotta di raccolta PFU lanciando Da Gomma a Gomma 2.0. La nuova iniziativa comprenderà un ulteriore aumento percentuale della gomma riciclata all’interno della mescola e l’ampliamento del progetto ad altre tipologie di pneumatici. “Siamo sempre più convinti che questa sia la strada giusta per il futuro delle gomme e dell’economia circolare”.

fonte: www.rinnovabili.it

Dalla gomma riciclata nascono asfalti “silenziosi” e resistenti

Le strade del futuro e le tecnologie per realizzarle in un convegno organizzato da Università di San Marino, AASLP ed Ecopneus



















Le più aggiornate tecnologie ecosostenibili a disposizione per avere strade meno rumorosepiù durevoli, maggiormente resistenti ai dissesti, con aderenza e drenaggio dell’acqua ottimali, grazie anche all’impiego del polverino di gomma riciclata dei Pneumatici Fuori Uso. È quanto verrà affrontato durante il seminario “Pavimentazioni a elevate prestazioni e ridotto impatto ambientale”, organizzato dal corso di laurea in Ingegneria Civile dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino insieme all’Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici-AASLP ed Ecopneus, società senza scopo di lucro che gestisce raccolta, trasporto e trattamento di circa 220.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso ogni anno. Fra i suoi scopi, che includono la promozione e il supporto delle applicazioni della gomma riciclata, il contributo all’impiego di pavimentazioni stradali capaci di coniugare prestazioni meccaniche di alto livello con ricadute positive per la collettività in termini di riduzione del rumore e sostenibilità ambientalegrazie appunto all’impiego di materiali riciclati.

Ad oggi in Italia, sono oltre 470 i km/corsia realizzati con asfalti modificati con l’aggiunta di polverino di gomma da PFU: pavimentazioni stradali dalle prestazioni meccaniche migliori rispetto ai bitumi convenzionali, che durano fino a tre volte di più e in grado inoltre di ridurre il rumore generato dal passaggio dei veicoli fino a 7dB. Una soluzione che consentirebbe alla Pubblica Amministrazione di investire ottimamente le risorse per le infrastrutture stradali, riducendo i disagi per gli utenti ed utilizzando un materiale dalle elevate prestazioni, 100% made in Italy.

L’incontro, in calendario giovedì 18 aprile alle ore 8:30 nella Sala Montelupo di Domagnano (San Marino), vede fra i principali obiettivi la creazione di un network per lo scambio di conoscenze ed esperienze tra i diversi attori della filiera del settore stradale, con un’opera di sensibilizzazione sull’impiego di tecnologie e materiali innovativi. Attività già intrapresa negli ultimi anni sul territorio, dal Corso di Laurea sammarinese in Ingegneria Civile insieme all’Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici. Ai partecipanti verrà offerta una panoramica delle tecniche disponibili sul mercato italiano per combinare elevate prestazionifonoassorbenza e impiego di materiali ad alto valore ambientale. Inoltre, progettisti ed enti gestori avranno modo di presentare e condividere le loro esperienze provenienti da recenti realizzazioni e non solo.

fonte: www.rinnovabili.it