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Recupero di materia, ricerca e formazione, i pilastri dell’economia circolare

Il convegno on-line organizzato da Greentire. L’obiettivo è riuscire a dare visibilità alle competenze e all’innovazione








Recupero di materia, ricerca e sviluppo, e formazione. Sono questi i tre capisaldi su cui fondare l’economia circolare secondo il presidente di Greentire (la società che opera nel settore della gestione Pfu, i pneumatici fuori uso) Roberto Bianco, che ha aperto il convegno on-line ‘Il recupero di materia come pilastro del Green deal’. “Il settore Pfu in Italia è senz’altro un’eccellenza – dice Bianco – ma preferisco non focalizzare l’attenzione sulle filiere di riferimento quanto piuttosto far presente come questo comparto abbia ancora delle potenzialità inespresse”.

Obiettivo è riuscire a dare visibilità alle competenze e all’innovazione: anima dell’economia circolare e del riciclo pensando anche alla transizione ecologica e agli strumenti in atto per incentivare l’utilizzo della materia prima secondaria.

“Regolamentazione e progettazione sono fondamentali per passare da un modello di società lineare a un modello circolare – osserva l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro – serve un intervento importante dello Stato per orientare l’economia italiana”.

Secondo Rossella Muroni, vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera, “a partire dal tema della scarsità di materie prime, l’economia circolare è la strada che società e imprese devono seguire per restare innovative e competitive, perseguendo la #sostenibilità. L’Italia ha tutte le carte in regola per farlo”. Anche perché – prosegue Muroni – il nostro Paese ha “una grande tradizione di recupero di materiali che ci permette di risparmiare e di tagliare le emissioni”. Però alle “imprese virtuose” della filiera dell’economia circolare bisogna dare una mano: “vanno sostenute, eliminando gli ostacoli burocratici, che fanno parte di quei blocchi non tecnologici”. E’ per questo che per esempio “i decreti ‘end of waste’ sono fondamentali; ma servono circa cinque anni per ottenerne uno. Troppo tempo”. Ora con l’esame del decreto Semplificazioni e governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – rileva ancora Muroni – “provo con due emendamenti a snellire queste procedure, e insieme a rafforzare il sistema dei controlli ambientali”.

E proprio quello legislativo è un elemento che per Bianco è essenziale: “Il contesto normativo dovrebbe premiare le condotte virtuose e penalizzare quelle fraudolente”. I pilastri dell’economia circolare, da sostenere, sono tre: “recupero di materia, che è anche la mission di Greentire, insieme con un necessario cambio di mentalità, fondamentale per vincere la scommessa, e ripensare il prodotto fin dalla progettazione; mentre i gestori dei rifiuti invece dovrebbero allontanarsi da una concezione aziendalista, così come i consumatori dovrebbero privilegiare i prodotti riciclati, senza pregiudizi. Altro punto fondante è la ricerca e sviluppo. Terzo: la formazione, sempre in un’ottica di miglioramento”.



fonte: www.rinnovabili.it


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Non chiamateli PFU

Greentire lancia un contest per trovare nuove applicazioni del granulato di gomma che si ottiene dal riciclo degli pneumatici.



Il consorzio Greentire si occupa della gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), nel mostro paese. Per individuare nuove applicazioni del granulato di gomma che si ottiene dal trattamento degli pneumatici, con il contest ‘Non chiamateli PFU’ chiama all'azione "tutte le menti creative e sensibili ai temi dell’ecologia che vogliano contribuire ad ampliare gli utilizzi di questa versatile materia prima secondaria".
Al vincitore - a cui resteranno i diritti d’autore dell’idea proposta - verrà offerto il sostegno del Consorzio, in termini di competenze e contatti, per sviluppare concretamente il progetto.

Costituiranno elementi preferenziali: la fattibilità, l’immediatezza, la facilità della realizzazione e la corrispondenza alle vigenti normative.

Possono partecipare al contest enti pubblici, aziende, startup innovative (anche in fase di costituzione), istituti e dipartimenti universitari, fondazioni.
Per iscriversi, è sufficiente inviare, entro il 3 maggio 2021 , una email all’ indirizzo contest@greentire.it indicando nel corpo "Contest Non Chiamateli PFU", nome cognome del proponente o ragione sociale della società, indirizzo email e recapito telefonico. Va poi descritta la potenziale applicazione del granulato di gomma con eventuali allegati esplicativi (immagini, pdf, ppt) con peso massimo di 8 MB.

Tutte le proposte pervenute entro la data indicata, saranno esaminate da Greentire che selezionerà, a suo insindacabile giudizio, l’idea vincitrice entro 10 giorni dalla chiusura del concorso.

fonte: www.polimerica.it


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Pneumatici Fuori Uso: intervista a Roberto Bianco, presidente di Greentire

Presente e futuro della gestione degli Pneumatici Fuori Uso, i cosiddetti PFU, alla luce del nuovo decreto commentato da Roberto Bianco di Greentire.




Il nuovo decreto (DM 182/2019) che regola gli Pneumatici Fuori Uso (PFU) ha raccolto, complessivamente, pareri positivi dai consorzi che si occupano della gestione di questa tipologia di rifiuti. Tuttavia esistono ancora delle problematiche, non risolte, in questo settore. Proprio per approfondire le novità del DM 182/2019, e avere una panoramica completa del trattamento e gestione degli pneumatici fuori uso, abbiamo rivolto alcune domande a Roberto Bianco, presidente di Greentire, Società Consortile che si occupa di ritiro e gestione di PFU.

Dottor Bianco, ci può spiegare in modo sintetico come avviene in Italia la gestione e smaltimento dei PFU e qual è il ruolo di Greentire?


Nel 2011 una normativa ha affrontato la problematica con un decreto basato sulla responsabilità estesa dei produttori e importatori. Nel corso degli anni successivi, il decreto ha manifestato alcune criticità, cui si è tentato di ovviare con l’emissione di un nuovo atto nell’aprile del corrente anno. In termini pratici, l’utente che si reca da un gommista a cambiare gli pneumatici, acquistando quelli nuovi paga un contributo ambientale che permette il recupero di quelli che si lasceranno al gommista, in quanto a fine vita. Quel contributo ambientale perviene a chi ha incarico di gestire le operazioni di recupero: tipicamente società consortili come Greentire, ma la legge permette ad un produttore od un importatore, se desiderato, di provvedere autonomamente. Le specializzazioni sottese a tali attività, però, fanno sì che non siano molti i soggetti che decidono di gestire autonomamente gli PFU.

Greentire, tra le società di gestione, ha una mission che la caratterizza, ossia tentare di ottenere il maggior recupero di materia possibile dagli PFU, in luogo del recupero di energia.

Quali sono i numeri della raccolta e del riciclo dei PFU in Italia?

Non ci sono dati “ufficiali”, ma ragionevolmente si stimano circa 350.000 / 380.000 tonnellate di pneumatici che arrivano annualmente a fine vita. I numeri del riciclo variano significativamente tra gli operatori, anche perché fino ad oggi non esistono criteri vincolanti ed univoci per determinare ciò che è effettivamente recupero di materia e ciò che, invece, magari lo può essere formalmente, ma non nella ratio.

Fonte: Greentire Roberto Bianco Presidente Greentire


Ci sono a suo avviso dei margini di miglioramento per quanto riguarda il settore dei PFU?

Certamente. Il nuovo decreto ha migliorato, come dicevamo, alcune criticità, ma resta molto altro da fare. A titolo esemplificativo, oggi è permesso recuperare il 100% degli PFU come energia pur mantenendo un contributo ambientale simile od uguale a chi effettua il 50% , o più, di recupero di materia. Ciò non mi sembra giusto, essendo il recupero di materia molto più oneroso. Un ulteriore miglioramento sarà consentito dal decreto End of waste che conferirà la giusta “dignità” ai prodotti derivati. E, si spera, contribuirà anche a modificare l’approccio mentale a detti prodotti che, ancora oggi, vengono considerati nella accezione negativa di derivati da rifiuti. Un importante contributo, poi, potrebbe derivare anche da cam (criteri ambientali minimi) sempre più diffusi e relativi a sempre più prodotti.

Il nuovo decreto sui PFU va a toccare due aspetti molto importanti per i consumatori: la riduzione del contributo ambientale e maggiori controlli sugli acquisti degli pneumatici online. Che cosa ne pensa?


Ne penso tutto il bene possibile, quantomeno in linea di principio. Sarà importante, ora, una verifica nei fatti. Credo sia opportuno precisare che le vendite “on line” non sono certamente “il male” ma uno strumento; è l’utilizzo che, a volte, viene fatto dello strumento a creare problemi.

Per quanto riguarda invece le novità introdotte per chi si occupa di gestione e smaltimento di PFU, come Greentire, come valuta il nuovo decreto?

Credo che dalle mie risposte precedenti si possa desumere il punto di vista di Greentire. Apprezziamo alcune modifiche del nuovo decreto e ne attendiamo la verifica pratica. Siamo delusi che non si sia potuto “fare di più” su temi quali la premialità su risultati di recupero di materia. Sospendiamo il giudizio su altri temi che, dai dati in nostro possesso, non ci sembrano condivisibili, pronti a promuoverli ove i fatti dimostrassero che quanto sancito dal decreto dovesse essere aderente alla realtà ed alle necessità, percentuali di raccolta per macroaree in primis.

Un’ultima domanda, infine, sulla situazione economica: la crisi derivante dal coronavirus ha avuto e avrà in futuro ripercussioni sul settore dei PFU?

Una ripercussione l’ha già certamente avuta in quanto un recente emendamento ha, in sostanza, accorpato la raccolta degli anni 2020 e 2021, con tutte le conseguenze pratiche del caso. Per quel che riguarda Greentire, il periodo marzo / aprile non ha determinato significative flessioni della raccolta o, quantomeno, non certo delle dimensioni che molti settori hanno avuto. In ogni caso, conoscendo le necessità della nostra filiera, ci siamo impegnati per far sì di ridurre al minimo tale variazione.


fonte: www.greenstyle.it



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Pneumatici Fuori Uso: traffico illegale, i dati dell’Osservatorio

Presentati oggi i dati 2019 sul traffico illegale di Pneumatici Fuori Uso, evasione Iva pari a circa 80 milioni di euro.














Un’eccellenza minacciata dall’illegalità. La raccolta dei PFU in Italia è all’avanguardia in Europa, ma rischia di vedere compromessa tale reputazione dall’immissione non autorizzata di oltre 30mila tonnellate di pneumatici ogni anno e dalla piaga dell’abbandono nell’ambiente delle coperture a fine uso (costo per lo Stato di circa 80 milioni di euro derivante dall’evasione dell’Iva). Il rapporto è stato presentato oggi a Roma dall’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia e dalla piattaforma “CambioPulito”, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Intitolato “I Flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia”, il rapporto spiega inoltre come ogni anno vengano recuperate da gommisti, autofficine e stazioni di servizio circa 380mila tonnellate di PFU. Il progetto CambioPulito è stato promosso dai Consorzi per la gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) Ecopneus, EcoTyre e Greentire e dalle associazioni di categoria Confartigianato, CNA, Airp, Federpneus e Assogomma.
Attraverso le segnalazioni raccolte, gestite dagli avvocati dei Centri di Azione Giuridica (CeAG) di Legambiente, i Carabinieri hanno verificato 136 aziende (il 35% sanzionato dopo i controlli), mentre l’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza ha provveduto alla segnalazione di 14 siti internet (5 italiani, 9 esteri).
Sono solo alcuni degli interventi operati lo scorso anno, che hanno portato nel complesso a 361 segnalazioni di illeciti registrate, 301 società citate, 136 operatori denunciati, 8 esposti alle Forze dell’Ordine. Come ha spiegato Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio:
Dal 2011, grazie al decreto del Ministero dell’Ambiente che ha introdotto il nuovo sistema di raccolta e gestione dei PFU, fondato sul contributo ambientale e la responsabilità dei produttori, l’Italia si è lasciata definitivamente alle spalle una situazione fatta di abbandoni sistematici di PFU, con gravi rischi ambientali, testimoniati dai cosiddetti stock storici di questi rifiuti ormai svuotati.
Non solo: il nostro Paese può contare oggi, anche per questa filiera dell’economia circolare, su un sistema di eccellenza in Europa e non può permettersi che questo patrimonio, attraverso cui si generano risorse economiche e posti di lavoro nelle filiere dell’economia circolare, con importanti benefici ambientali, sia compromesso da chi opera nell’illegalità. Per questa ragione è importante che realtà diverse tra di loro, da Legambiente ai principali consorzi di gestione dei PFU fino alle associazioni di categoria, abbiamo deciso di condividere un impegno concreto a tutela della grande maggioranza di operatori onesti, che sono i primi a subire le conseguenze sul mercato di chi accumula profitti illegalmente.
fonte: www.greenstyle.it 

Da CambioPulito il 1° Report sul whistleblowing della filiera PFU

La filiera italiana degli pneumatici sta dando un segnale chiaro e deciso contro l’illegalità. A mostrarlo è il primo report sulle attività di CambioPulito


















Ben 122 segnalazioni registrate, quasi una al giorno, e 80 aziende interessate: questi i risultati conseguiti, dopo solo pochi mesi di attività, da CambioPulito, la prima piattaforma di “whistleblowing” italiana per la filiera degli pneumatici fuori uso (PFU). La locuzione anglosassone, traducibile letteralmente con “soffiare il fischietto”, identifica le denuncia di pratiche illecite e fraudolente all’interno di aziende o organizzazioni. Una prassi non ancora normata in maniera organica in Italia – il ddl di riferimento sta concludendo il suo iter parlamentare –  ma che vanta già un ottimo esempio di “messa a sistema”.

La piattaforma di CambioPulito, promossa dall’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e PFU, tiro oggi le somme dei suoi primi 5 mesi di gestione dimostrando, come spiega Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio, “l’efficacia del sistema di whistleblowing”. Dietro l’operazione ci sono i consorzi di filiera per la gestione degli PFU Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che gestiscono circa l’85% del totale nazionale – Legambiente e associazioni di categoria  promuovere e sostenere la legalità e la trasparenza, che hanno creato l’osservatorio con il preciso obiettivo di promuovere e sostenere la legalità e la trasparenza del settore.
Le pratiche fraudolente nel comparto generano ogni anno 30-40mila tonnellate di PFU che non esistono per il fisco e sono fuori dal target fissato dalla legge per il sistema nazionale di gestione, finanziato dai cittadini e dalle vendite regolari. Combattere queste irregolarità, non significa pertanto proteggere solo l’ambiente.

Come funziona la piattaforma whistleblowing CambioPulito

Gli operatori posso denunciare in via riservata le pratiche illegali sulla piattaforma www.cambiopulito.it attraverso descrizioni puntuali, dando indicazioni su persone, episodi concreti, inviando a sostegno immagini di documenti di vendita irregolari (senza Iva e senza contributo) e anche semplicemente portando all’attenzione annunci di vendita online (in particolare sui social network) a prezzi stracciati.
Ogni singola informazione registrata viene passata al vaglio da Legambiente, che la gestisce, attraverso fasi su successive di “presa in carico”, “valutazione”, “decisione”, con possibili richieste di informazioni integrative o chiarimenti al segnalante (sempre tramite la piattaforma online e in forma anonima) per poi arrivare ad una condivisione con i membri dell’Osservatorio.
Le segnalazioni vengono poi passate alle Forze dell’Ordine.

fonte: www.rinnovabili.it

Pfu, al via piattaforma whistleblowing

















In materia di pneumatici fuori uso, le aziende di settore testimoni d’illegalità (da
vendita in nero ad evasione del contributo ambientale) possono segnalarla ad
un’apposita piattaforma, in forma anonima e sicura, attuando il whistleblowing.

I consorzi di filiera per la gestione degli pfu Ecopneus, EcoTyre, Greentire, e le
associazioni Legambiente, Confartigianato, Cna, Airp e Federpneus hanno dato vita
all’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e pfu in Italia. In particolare, in data
12 maggio 2017, è stata presentata la piattaforma di whistleblowing “CambioPulito”,
all’interno della quale le aziende consociate possono effettuare segnalazioni (riservate e
anonime) di situazioni di irregolarità e illegalità di cui sono state testimoni.
Legambiente prende in carico le segnalazioni, le filtra, le classifica e ne valuta
l’attendibilità, per passarle alle Forze dell’Ordine.
In più, questo strumento è stato raccomandato dall’Autorità nazionale anticorruzione.

documenti di riferimento

La gestione dei Pneumatici fuori uso
Sintesi degli obblighi alla luce del Codice ambientale
Area Pfu


fonte: http://www.reteambiente.it

Pneumatici e PFU: nasce Osservatorio sui flussi illegali in Italia














Dall’unione di diversi consorzi di raccolta e di alcune associazioni ambientaliste e di categoria nasce l’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia. A dar vita alla nuova realtà sono state Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che da sole si occupano della gestione di circa l’85% del totale nazionale – Legambiente, Confartigianato, CNA, AIRP e Federpneus.

Consorzi e associazioni hanno inoltre lanciato la piattaforma “Cambio pulito“, che verrà gestita da Legambiente e rappresenterà il primo esempio italiano di “whistleblowing”, dove potranno essere segnalate, in via del tutto riservata e anonima, situazioni di irregolarità e illegalità: dalla vendita “in nero” all’evasione del contributo ambientale per il riciclo degli Pneumatici Fuori Uso. Come spiegato dalle realtà coinvolte nel nuovo Osservatorio:
Si tratta di uno strumento innovativo – per la segnalazione di situazioni illecite di cui si viene a conoscenza in base al proprio rapporto di lavoro – raccomandato a livello nazionale e internazionale e dalla stessa ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, sviluppato in linea con la vigente normativa in materia, a tutela di quella economia sana e onesta rappresentata dalla maggioranza delle aziende del settore.

Avranno accesso le aziende che effettuano i servizi per conto dei consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire, i soci Airp e Federpneus e gli operatori del mercato del ricambio aderenti a Confartigianato e CNA. Attraverso password di accesso dedicate alle diverse categorie, ciascun operatore ha la possibilità, in forma anonima e sicura, di effettuare una segnalazione di situazioni di irregolarità e illegalità di cui è stato testimone.
Inoltre, il sistema consente di seguire l’iter di ciascuna segnalazione, presa in carico da Legambiente, che come unico gestore le filtra, le classifica e ne valuta l’attendibilità, con possibilità di richiedere ulteriori informazioni e chiarimenti ed eventualmente arrivare alla segnalazione alle Forze dell’Ordine in casi di particolare evidenza e gravità.
Le stime sul mercato illegale del ricambio di pneumatici riferiscono di circa 20-30 mila tonnellate di coperture gestite illegalmente. Come ha concluso Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio:
È una novità importante quella che si introduce oggi frutto di una straordinaria alleanza fra associazioni ambientaliste, di categoria, consorzi di gestione dei PFU che indicano una strada precisa da percorrere nel nostro Paese per prevenire e contrastare con efficacia i fenomeni di illegalità, che è quella di una legalità organizzata.

fonte: http://www.greenstyle.it

"La Versiliana dei Piccoli": quest'anno il festival è dedicato ad Arte, Materia e Riciclo

L’edizione 2016 del Festival al Parco della Versiliana (fino al 28 agosto) propone un percorso di conoscenza della materia e dei suoi usi con laboratori didattici, spettacoli e una nuova area giochi realizzata con materiale riciclato
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Un interessante viaggio alla scoperta della materia e dei suoi infiniti usi: è quanto propone La Versiliana dei Piccoli, il festival dedicato ai giovani che animerà fino al 28 agosto il parco della Versiliana. “Arte, Materia e Riciclo” è il tema scelto per l’edizione 2016 del festival di Marina di Pietrasanta (Lucca), nato da un’idea dell’ANCI e finanziato dal Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) nell’ambito dei fondi a disposizione dell’Accordo quadro del quinquennio 2015-2019, con il contributo dei Consorzi di filiera: Cial per l’alluminio, Comieco per la carta, Corepla per la plastica, Coreve per il vetro, Ricrea per l’acciaio e Rilegno per il legno; il consorzio Greentire si è occupato della pavimentazione della nuova area giochi, mentre il Consorzio Italiano Compostatori ha curato l’orto didattico.
Con numerosi eventi in programma legati ai temi dell’educazione ambientale e del riciclo, il festival realizzerà un percorso innovativo attraverso un laboratorio didattico creativo che vedrà protagonisti importanti artisti (come Piero Giannoni, Matteo Pugliese, Helidon Xhixha e lo street artist PAO) che, utilizzando le materiale prime seconde messe a disposizione dai 6 Consorzi di filiera del CONAI, avvicineranno i bambini al complesso sistema del riciclo della materia attraverso la sua trasformazione in manufatti artistici; inoltre all'arena dei piccoli si terranno 18 spettacoli, gli stessi artisti prima dell'esibizione spiegheranno ai ragazzi l’origine dei diversi materiali.
All’interno del parco è stato allestito anche uno spazio espositivo dove si potranno ammirare 6 opere realizzate con materiale di imballaggio riciclato dall'artista Umberto Cinquini, mentre grazie al Virtual Tour “Waste Lab 1.0” i bambini, utilizzando visori 3D, potranno viaggiare in maniera interattiva nel mondo dei rifiuti e dalla loro trasformazione: come in un videogioco, dovranno scegliere dove collocare il rifiuto e accompagnarlo nel processo di trasformazione sino al prodotto finale.
Anche l’area giochi all’aperto è stata interamente rinnovata e realizzata con prodotti provenienti da materiale riciclato. Greentire, società consortile senza scopo di lucro che si occupa della gestione degli pneumatici fuori uso, ha contribuito a rivestire l’intera area del parco (300 mq) con il granulo di gomma proveniente da 2.300 pneumatici di autovetture, una soluzione che garantisce importanti ricadute in termini di impatto ambientale e adeguamento alle norme per la tutela della salute dei bambini; l’opera è stata interamente realizzata da GommAmica, importante azienda impegnata nella produzione di granulo di gomma. A disposizione dei giovani visitatori ci sarà anche un orto didattico, le cui piante sono state concimate esclusivamente da compost derivante da rifiuto organico grazie alla collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori.
L’iniziativa - ha spiegato Filippo Bernocchi, Delegato ANCI Energia e Rifiuti - vuole indirizzare le nuove generazioni a far proprio il concetto alla base dell’economia circolare, ovvero un modello economico sostenibile dal punto di vista ambientale in cui la materia viene costantemente riutilizzata, attraverso processi di trasformazione e valorizzazione, con forte limitazione dell’incenerimento e del conferimento in discarica. Quest’anno ‘La Versiliana dei Piccoli’ non rappresenta solo uno spazio ludico-educativo gratuito a disposizione delle famiglie, quanto piuttosto un vero e proprio modello di economia circolare spiegata ai bambini con l’obiettivo di veicolare il concetto di materia come risorsa dagli infiniti usi, da contrapporre alla cultura dell’usa e getta”.