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Premio Vivere a Spreco Zero 2021: al via la 9^ edizione

 









Presentazione della nuova edizione del Premio con il fondatore della campagna Spreco Zero Andrea Segrè e l’Ambasciatore Buone Pratiche 2021 Luca Mercalli.


Spreco Zero

per info : www.sprecozero.it


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Natura Nuova, Almaverde Bio e Conserve Italia tra le aziende partecipanti all’ottava edizione del Premio Vivere a #sprecozero



“Nel 2020 pandemico abbiamo il dovere di valorizzare i comportamenti virtuosi dei cittadini, delle imprese, delle start up e degli enti pubblici che introducono nel quotidiano, e condividono con la società le buone pratiche e i comportamenti che ci possono guidare verso gli obiettivi di sostenibilità 2030 indicati dalle Nazioni Unite”: lo spiega Andrea Segrè, fondatore Last Minute Market e campagna Spreco Zero, annunciando i finalisti dell’ottava edizione del Premio Vivere a #sprecozero, i piccoli “oscar” della sostenibilità che da molte stagioni sono assegnati nell’ambito della campagna Spreco Zero. Ecco i finalisti 2020, 30 buone pratiche disseminate in tutta Italia, ripartite nelle categorie che cercano di essere specchio della società e degli ambiti di declinazione dell’impegno per lo sviluppo sostenibile: a cominciare dalla sezione Enti Pubblici, sostenuta da Alce Nero, nella quale sono in gara la Regione Toscana, con il progetto Urban Waste che coinvolge anche il Comune e la Città Metropolitana di Firenze nelle azioni di promozione dell’uso di Doggy Bags e prevenzione dello spreco nei buffet e ristoranti, di promozione dell’uso di acqua di rete, di valorizzazione della raccolta differenziata e donazione di cibo da parte di hotel e attività di catering a fini di solidarietà. Seconda finalista la Regione Emilia Romagna con il progetto “STOP allo spreco: il gusto del consumo consapevole” rivolto simultaneamente alle scuole secondarie di II grado, ad alcune fattorie didattiche del territorio e a tutta la cittadinanza. Con le due regioni è in finale il Comune di Tollo (Chieti, Abruzzo) con il suo articolato progetto “Il piano del cibo” promosso in collaborazione con l’Università del Molise, condiviso con associazioni, scuole, imprenditori e cittadini attraverso formazione, analisi dell’impatto ambientale, promozione della cultura Bio.

Una short list di 5 finalisti per la categoria Imprese, abbinata a Conapi Mielizia, dove sarà Granarolo, con la sua riorganizzazione digitale postpandemia con offerte last minute, a confrontarsi con i progetti di recupero della Birra Ibrida, un progetto circolare che non spreca e anzi rigenera il pane nelle dinamiche di produzione, e con l’Apepak, un involucro alimentare 100% naturale, lavabile e riutilizzabile realizzato in tessuto reso semirigido dalla cera d’api che si modella e sigilla con il calore delle mani. In finale anche l’azienda umbra Sonia Bianconi, convertita a rigorosi criteri biologici, plasticfree e di economia circolare, e Babaco Market, il servizio e-commerce attraverso il quale è possibile abbonarsi e ricevere a domicilio le box miste di frutta e verdura salvate dallo spreco.

L’innovazione è valore aggiunto nelle strategie che mirano allo sviluppo sostenibile, ed ecco la categoria InnovAction, sostenuta da Hera, che vede in gara l’azienda Microglass di S. Quirino – Pordenone, che attraverso sistemi di riscaldamento multi-tecnologici mira a ridurre i consumi, cucinare in modo rapido preservando la qualità nel cibo, e persino a recuperare gli scarti ortofrutticoli (ortaggi o frutta scartati per malformazioni estetiche) attraverso processi di cottura sottovuoto a microonde. C’è poi la start up innovativa Alimentiamoci Benefit che permette di pianificare in modo equilibrato i pasti da consumare nella settimana, acquistando solo quello che serve, eliminando gli sprechi, rispettando l’ambiente e dando vita ad una spesa “consapevole”. Infine, per la filiera distributiva, l’azienda Bernardi che attraverso l’implementazione di dispositivi tecnologici e soluzioni HW e SW, affronta e risolve i problemi di gestione dei prodotti e delle scorte, supporta operazioni promozionali e contribuisce ad una strategia di trasformazione dei sistemi commerciali per favorirne la resilienza economica, ecologica e sociale.

Per la categoria Biodiversità, abbinata a Natura Nuova, ecco in gara le efficaci videoproduzioni della factory Casa Surace, nata su scala condominiale e adesso diventata una famiglia allargata ad oltre 3 milioni di followers, con video dedicati alla sensibilizzazione nella fruizione e gestione del cibo. La Regione Campania propone invece il progetto Salviamo capra e cavoli per contrastare la perdita della biodiversità in agricoltura e contribuire alla valorizzazione delle aree rurali. Infine Almaverde Bio Italia è candidata per il suo crescente impegno in termini di sostenibilità: i prodotti provengono interamente da agricoltura biologica, che punta a ridurre al minimo gli input esterni, preservando la naturale fertilità del terreno.

Nel 2020 si festeggeranno i 10 anni dalla proclamazione della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco: in questa categoria, promossa con Assomela, il Premio Vivere a Spreco Zero ha selezionato i progetti de La cucina del riciclo, il ricettario del Liceo “Q. Orazio Flacco” di Portici in collaborazione con il MedEatReserarch, una ricerca antropologica sulla tradizione mediterranea di riciclare gli avanzi di cucina per rigenerarli in nuovi piatti; di Conserve Italia-Valfrutta che ha avviato una partnership con l’Istituto Oncologico Romagnolo per la promozione di stili di vita corretti e salutari soprattutto tra i bambini e gli adolescenti. E del Grande viaggio vitaminico, una coinvolgente storia illustrata di sensibilizzazione alimentare prodotta per il coordinamento di Anna Eriksson, veicolata presso gli studenti delle Scuole Primarie della Provincia di Trento durante il lockdown.

Inedita la categoria dedicata alla Saggistica, avviata in sinergia con ENI, introdotta per valorizzare l’impegno nella comunicazione della sostenibilità: in finale le pubblicazioni “La rivolta della Natura” di Eliana Liotta e Massimo Clementi (La nave di Teseo), che dimostra come l’impatto dell’uomo sul nostro pianeta abbia un peso ormai insostenibile e i nessi profondi tra i cambiamenti climatici, la deforestazione, l’inquinamento e le patologie infettive ma anche la diseguaglianza sociale, perché povertà e fame sono alleati dei virus; “Terra bruciata. Come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia” di Stefano Liberti (Rizzoli), un’indagine che evidenzia come la crisi sanitaria e quella ambientale siano legate: entrambe globali, entrambe causate dal nostro modello di sviluppo fatto di deforestazione e urbanizzazione incontrollate, senza nessun rispetto per l’equilibrio degli ecosistemi; “Il grande libro delle bucce” di Lisa Casali (Feltrinelli), che ci porterà a scoprire come le bucce e le parti esterne di frutta e verdura possano essere alleati preziosi per il nostro benessere, malgrado spesso finiscano nella spazzatura. Un libro innovativo, che rivoluziona il ruolo in cucina di frutta e verdura.

Le scuole, categoria promossa con Conad, sono osservatorio privilegiato per la promozione delle buone pratiche di sviluppo sostenibile: due Premi Speciali #sprecozero saranno consegnati alla Onlus Maestri di Strada di Napoli, che ha promosso fra studenti e famiglie il minidiario sullo spreco alimentare domestico, e alla maestra Francesca Sivieri che aveva promosso la lettura distanziata per i suoi allievi durante il lockdown, negli spazi open air. In finale anche l’Ipsar Mattei di Rosignano Solvay (Livorno) che ha lanciato l’hashtag #Il cibo non si butta! e promosso un approfondimento sul “consumo consapevole e spreco alimentare”, e l’Istituto Professionale Alberghiero Chino Chini di Borgo San Lorenzo (Firenze), che da sei anni ha attivato un progetto in collaborazione con le imprese e con le associazioni del territorio per il coordinamento del progetto SenzaSpreco.

I vincitori delle altre categorie saranno proclamati nel mese di novembre e premiati nel corso dell’evento digitale in programma giovedì 26 novembre, liberamente aperto alla partecipazione del pubblico su piattaforma. Interverranno anche Veronica Pivetti, ambasciatrice 2020 di buone pratiche nella sezione sostenuta da Feder Casse – Emil Banca., insieme al Fondatore spreco zero Andrea Segre’, al curatore scientifico Luca Falasconi e ai giurati Massimo Cirri, Antonio Cianciullo, Marco Fratoddi. Il Premio Vivere a #sprecozero è promosso dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, insieme all’Anci – Associazione Nazionale dei Comuni italiani, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, Associazione Sprecozero.net e del World Food Programme, e con il sostegno generale di ENI e Federcasse – Emil Banca.

fonte: www.myfruit.it/

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Premio Vivere a #sprecozero per imparare a ridurre i rifiuti















Parte l’edizione 2020 del Premio Vivere a #sprecozero, promosso con il Ministero dell’Ambiente dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market. Fino al 15 settembre spazio a enti pubblici, scuole, imprese, cittadini e associazioni per candidare i loro progetti e le buone pratiche di ogni giorno, anche solo con un tweet. Dieci le categorie in campo, dalla biodiversità – priorità tematica scelta dalle Nazioni Unite – alla Dieta Mediterranea, dalla prevenzione sprechi nell’ortofrutta alla nuova categoria “Pagine di sostenibilità”, dedicata ai saggi pubblicati nell’ultimo anno sul tema delle buone pratiche di economia circolare.

La presentazione del premio è avvenuta mercoledì a Roma nella sede dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani), presenti il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Roberto Morassut (Pd), il fondatore di Spreco Zero Andrea Segrè, il curatore del Premio Luca Falasconi.Dettagli e indicazioni per la candidatura si si trovano sul sito sprecozero.it.

fonte: www.ansa.it


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Milano, in arrivo un secondo hub antispreco. Il primo ha già recuperato 77 tonnellate di cibo

Ad un anno dall'apertura del primo centro di stoccaggio e redistribuzione delle eccedenze alimentari, che recupera il cibo di mense e supermercati e lo dona ai più bisognosi, la vicesindaca di Milano annuncia l'apertura di un secondo hub antispreco.















Il primo hub di quartiere contro lo spreco alimentare di via Borsieri a Milano festeggia un anno di età con due belle notizie. La prima è rappresentata dai numeri, che da soli raccontano la buona riuscita del progetto; la seconda è l’annuncio dell’apertura di un nuovo centro di stoccaggio e redistribuzione delle eccedenze alimentari nel municipio 3 di Milano, in via Bassini 26. E non è tutto: “L’ambizione che avevamo inizialmente prende corpo – spiega la vicesindaca della città con delega alla Food policyAnna Scavuzzo –. Abbiamo dato il via al secondo hub, ne stiamo consolidando altri due e contiamo, entro fine mandato, di onorare l’impegno in tutti i nove municipi”. Oltre al Comune di Milano, all’iniziativa collaborano AssolombardaBanco alimentare della Lombardiaprogramma Qubì di Fondazione Cariplo e Politecnico di Milano.

I numeri dell’hub antispreco

A parlare, appunto, sono i numeri: a dodici mesi dall’apertura del primo hub antispreco sono state salvate 77 tonnellate di cibo per un valore di 308mila euro. Ma che fine fanno le eccedenze? L’equivalente di 154mila pasti è stato redistribuito, attraverso reti locali di quartiere, a chi ne ha più bisogno: il totale è di 1.300 nuclei familiari, cioè circa 3.950 persone.


“Un bell’esempio di collaborazione e sinergia tra pubblico e privato”, prosegue Anna Scavuzzo. Dopo un percorso di sensibilizzazione, infatti, Assolombarda ha individuato e coinvolto alcune aziende: le prime realtà ad aderirvi sono state SiemensMaire TecnimontPirelliNumber1PellegriniSamsung e Armando Testa – quelle del quartiere Isola – che donano il 75 per cento dell’eccedenza alimentare prodotta a beneficio di ventuno onlus del territorio. “Stiamo cercando di allargare il bacino – spiega il direttore generale di Assolombarda, Alessandro Scarabelli – e nel secondo hub ci saranno altre imprese a noi associate, già pronte a sostenere l’iniziativa”.

L’impatto ambientale

Il piano, oltre ad avere un forte impatto etico e sociale, ne ha certamente anche uno ambientale: in un anno di attività dell’hub sono stati risparmiati 77mila metri cubi di acqua e 240 tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Cifre che fanno ben sperare, considerando che “siamo riusciti a costruire un modello replicabile in altre realtà di Milano – spiega Marco Melacini, professore di Logistica e responsabile scientifico dell’Osservatorio food sustainability del Politecnico di Milano –; un modello che mette insieme le eccellenze già presenti sul territorio e non solo raccoglie e distribuisce le eccedenze, ma introduce anche un sistema di misura dello spreco, che permette alle realtà coinvolte di migliorare progressivamente il processo”.
L’effetto per le aziende donatrici si concretizza nella riduzione di Tari (del 20 per cento) e iva. Naturalmente anche la componente economica non è affatto trascurabile: “Basti pensare che lo spreco di cibo vale l’1 per cento del pil italiano, cioè 15 miliardi di euro”, spiega il direttore generale di Assolombarda, Scarabelli.
hub antispreco Milano
Il primo hub di quartiere contro lo spreco alimentare di via Borsieri a Milano festeggia un anno di età con due belle notizie: sono state salvate 77 tonnellate di cibo, ed è stata annunciata l’apertura di un nuovo centro di recupero delle eccedenze © Banco alimentare
La strada è in salita, ma sembra essere quella giusta. Specialmente a livello individuale, perché nel nostro piccolo tutti possiamo – anzi, dobbiamo! – dare il nostro contributo. I lombardi sembrano essere a buon punto nella strada verso la redenzione, considerando il primo monitoraggio 2020 dell’Osservatorio nazionale waste watcher di Last minute market con Swg, promosso da Whirlpool e dedicato alla Lombardia, dove la sensibilizzazione sembra essere più radicata che altrove in Italia. Qui un cittadino su due getta il cibo meno di una volta al mese e solo il 4 per cento dichiara di buttare alimenti più volte alla settimana, contro il 7 per cento degli italiani. La soluzione è una spesa oculata per il 69 per cento dei lombardi, il congelamento degli avanzi per il 62 per cento.
fonte: www.lifegate.it

Roma, mercoledì 5 febbraio VII Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare

Dal 2014 ad oggi la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è l’oc­casione per sensibilizzare su una questione centrale del nostro tempo anche attraverso la diffusione di nuovi dati da parte dell’Osser­vatorio nazionale Waste Watcher, fondato da Last Minute Market con Swg
















Tutto è pronto per gli eventi della 7^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, quest’anno nel segno della prevenzione degli sprechi come valore aggiunto per la salute dell’ambiente, e dell’uomo. L’appuntamento è mercoledì 5 febbraio a Roma, nella sede ENPAM (piazza Vittorio 78), con gli eventi che, dalle 10.30, festeggeranno anche la 10^ edizione della campagna Spreco Zero di Last Minute Market. Dal 2014 ad oggi la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è l’oc­casione per sensibilizzare su una questione centrale del nostro tempo anche attraverso la diffusione di nuovi dati da parte dell’Osser­vatorio nazionale Waste Watcher, fondato da Last Minute Market con Swg. 
"Perché l’impegno per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi – spiega Andrea Segrè, fondatore Last Minute Market e promotore Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare -– passa anche attraverso il monitoraggio dei comportamenti e quindi attraverso i dati. La svolta culturale, passaggio obbligato per la riduzione dello spreco alimentare domestico (che incide per i 2/3 dello spreco complessivo) richiede innanzitutto consapevolezza. Last Minute Market, realtà pionieristica nel recupero delle eccedenze, da dieci anni sensibilizza cittadini, istituzioni, scuole e stakeholders attraverso la campagna Spreco Zero. Con risultati importanti, in Italia: sei anni fa (2014) 1 italiano su 2 dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha dichiarato di cestinare il cibo quotidianamente. Molto resta da fare, tuttavia: lo spreco del cibo resta saldamente in testa alla nefasta ‘hit’ degli sprechi per il 74% degli italiani. Seguono lo spreco idrico (52%), gli sprechi nella mobilità (25%), di energia elettrica (24%) e in generale legati ai propri soldi (16%)".
Molti gli interventi istituzionali programmati mercoledì 5 febbraio a Roma, nella sede ENPAM (piazza Vittorio 78), dalle 10.30: a cominciare dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che da anni sostiene le iniziative della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare e che suggellerà il panel delle relazioni istituzionali. Gli interventi saranno introdotti da Roberto Morassut, Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente. Previste inoltre relazioni del Viceministro alla Salute Pierpaolo Silieri, del Sottosegretario al Ministero della Salute Sandra Zampa e di Chiara Gadda, promotrice della legge nazionale sullo spreco alimentare. Molti i rappresentanti di istituzioni internazionali: per la FAO Rosa Rolle, a capo del Team tecnico sulle perdite e gli sprechi alimentari, di Vincenza Lomonaco, Ambasciatore presso la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a Roma. Per il World Food Programme interverrà Vincenzo Sanasi d’Arpe, presidente del Comitato Italiano.

Troppo di tutto

INUTILE SCIUPO.

Mentre 2,7 milioni di italiani chiedono aiuto per mangiare, in famiglia si gettano
12 miliardi in alimenti, la grande distribuzione ne brucia 3. Nel mondo il 30% finisce nella spazzatura



In un mondo in cui 800 milioni di persone non hanno cibo e in cui nel 2050, per sfamare
9 miliardi, dovremo produrre il 70% in più di alimenti, un terzo della produzione globale
di cibo viene sprecata, tra cibo perso durante la produzione e quello letteralmente
gettato nel secchio. Metà della frutta e degli ortaggi, il 25% della carne – equivalente
a 75 milioni di mucche – il 35% del pesce, il 20% dei prodotti lattiero-caseari.
1,3 miliardi di tonnellate di cibo, 1,6 se si considera la parte non edibile degli alimenti,
secondo i dati 2019 della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition.
E purtroppo lo spreco è destinato ad aumentare del 61,5% entro il 2030, con un allontanamento dall’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile, che prevede per
quella data il dimezzamento dello spreco attuale. La differenza tra paesi è scioccante:
si sprecano 95-115 kg di cibo procapite all’anno in Europa e in America, contro i 6-11 kg
nell ’Africa sub-Sahariana e del Sud-est asiatico.
UN TERZO di cibo sprecato, purtroppo, significa anche acqua buttata - 250.000 miliardi
di litri, tre volte il lago di Ginevra - Significa suolo consumato invano - 1,4 miliardi
di ettari, il 30% della superficie agricola disponibile - E ancora, soldi sprecati: secondo
uno studio pubblicato dalla Fao, Food Wastage Footprint – full cost accounting, i
costi vivi e nascosti ammonterebbero a 2.600 miliardi di dollari, di cui 700 miliardi di
costi ambientali e 900 sociali.
Gettare cibo non è più solo un enorme problema morale, ma anche ambientale, perché
aggrava il riscaldamento globale Lo spiegano bene sia il rapporto “Combattere spreco
e perdite alimentari, la chiave per tutelare l’ambiente”, dell’Istituto superiore
per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), sia l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) su "Cambiamento climatico e territorio": allo spreco alimentare sono associate emissioni di gas serra per circa 3,3 miliardi di tonnellate, pari a circa l’8% delle emissioni totali (se fosse una nazione, lo spreco alimentare sarebbe al terzo posto come paese emettitore dopo Cina e Usa). Tra l’altro, i cambiamenti climatici aggravano le perdite da filiera, visto che eventi avversi possono distruggere interi raccolti.
In Italia, dove 2,7 milioni di persone sono costrette a chiedere aiuto per il cibo, lo
spreco ammonta a 15 miliardi di euro, quasi un punto di Pil, di cui oltre 3 miliardi è lo spreco da filiera (il 21,1%) e quasi 12 lo spreco familiare, il più grave e più difficile da aggredire (Rapporto Waste Watcher/Last Minute Market 2019). Infatti, sul fronte degli
sprechi della grande distribuzione – ipermercati e supermercati – moltissimo si è
fatto, grazie anche alla legge Gadda 166 del 2016, che ha stabilito che gli operatori del
settore alimentare possano cedere gratuitamente le eccedenze alimentari ad associazioni
e istituzioni caritatevoli.
Pur senza arrivare all’obbligo francese (la Francia è tra le più virtuose, insieme
al Ruanda e alla Colombia), la legge ha prodotto un aumento delle donazioni del
36% al 2018, secondo il Banco Alimentare, protagonista in Italia nel recupero dello spreco
90.000 sono state le tonnellate di alimenti recuperati nel 2018 e donati a circa 7.569
strutture caritative, arrivando ad aiutare 1,5 milioni di persone bisognose, con un risparmio di 13 milioni di tonnellate di Co2. “La sensibilità generale di tutti gli attori della
filiera con i quali noi collaboriamo è aumentata - spiega Giovanni Bruno, Presidente
della Fondazione Banco Alimentare - ma ad oggi dobbiamo tenere conto del fatto che non tutte le strutture caritative con noi convenzionate sono dotate di celle frigorifere adatte a gestire alimenti deperibili”. Un altro intervento che potrebbe ridurre significativamente lo spreco è quello nelle scuole, che, come spiega sempre Bruno, dovrebbero essere
dotate di un abbattitore, “che fa scendere le temperature in un tempo brevissimo, impedendo la proliferazione batterica del cibo”. L’obiettivo, però, è ancora lontano. Più facile da attuare subito, invece, è una robusta educazione alimentare, sia in casa che a
scuola. È l’ambito in cui lavora da anni la società Last Minute Market, presieduta dal
professor Andrea Segré, attraverso la campagna “Spreco Zero”, che ha appena lanciato
un kit, scaricabile, di buone pratiche per le scuole, nelle cui mense si perdono 90
grammi di cibo a pasto per studente.
COME SPIEGA nel libro Il metodo spreco zero(Bur), le azioni per ridurre lo spreco sono
tantissime, dal compilare liste precise prima di comprare, all’effettuare acquisti ridotti
e ripetuti, dal consultare le etichette (ricordando che la data associata all’indicazione
“consumare preferibilmente il”non è una scadenza) al chiedere la famosa doggy bag con gli avanzi al ristorante.
“Con un po’ di impegno si può arrivare ad avere il bidone della spazzatura senza
nessuno spreco, risparmiando 450 euro l’anno”, precisa Segré, che suggerisce anche
di non acquistare prodotti espressivamente sottocosto.
Ma le pratiche che abbattono lo spreco sono, per fortuna, sempre più diffuse: alcune
in arrivo – l’industria produrrà confezioni che aumentino la shelf life, la vita da
scaffale, del prodotto, mentre si discute di differire la scadenza del latte – altre invece
già attive. Come i frigoriferi condivisi in strada in cui i ristoranti mettono le eccedenze,
diffusissimi ad esempio a Shanghai (dove hanno raggiunto 230.000 famiglie). E
poi app utili come Too Good To Go, che segnalano i ristoranti più vicini presso cui ritirare
cibo cucinato a pochi euro. Il digitale, infine, è stato fondamentale anche per il
progetto di un Banco Alimentare virtuale – Virtual Food Network - avviato da Red de
Alimentos Chile: una piattaforma che mette in connessione chi produce eccedenze
con i vari Banchi Alimentari. Con la rete, davvero, lo spreco non dovrebbe avere più ragion d’essere.

fonte: www.ilfattoquotidiano.it

Nelle scuole di Bologna la borsa anti-spreco per portare a casa il cibo avanzato dalla mensa

La lotta agli sprechi alimentari a Bologna parte dalle scuole. Agli studenti delle primarie e secondarie di primo grado da pochi giorni è stata donata uno speciale sacchetto resistente e lavabile per portare a casa il cibo avanzato: è la “Borsa Salvaspreco”.


















Questa buona abitudine si sta diffondendo sempre di più al ristorante, ma adesso fa capolino anche nelle scuole bolognesi grazie alla società Ribò, che si occupa di servire gli oltre 20mila pasti nelle scuole del capoluogo emiliano, in collaborazione col Comune, la Ausl e Last Minute Market.
Nei giorni scorsi infatti è stato lanciato il progetto Io non spreco, un'ampia campagna di sensibilizzazione utile a far capire ai bambini quanto sia importante non gettare il cibo non consumato.
A tutti i piccoli studenti bolognesi è stata data una speciale busta riutilizzabile per portare a casa tutto quello che a scuola non sono riusciti a consumare, dalla frutta al pane alle merendine. Per garantire la sicurezza alimentare, però, non potrà essere usata per prodotti refrigerati o sfusi, come lo yogurt, il parmigiano, la pizza, la focaccia e la ciambella. Oltre ai bambini, è stata richiesta anche la collaborazione dei genitori in modo da garantire il corretto utilizzo dei sacchetti.

E gli studenti sembrano apprezzare. Ogni giorno lasciano le scuole con la loro bustina piena di alimenti, soddisfatti e consapevoli del piccolo ma grande gesto a favore dell'ambiente.
"Gli obiettivi della campagna mirano a ridurre lo spreco alimentare, riconoscere il valore del cibo, promuovere la raccolta differenziata e il rispetto per l'ambiente e rimarcare l'importanza della corretta alimentazione" si legge sul sito ufficiale.
Non solo buste. Alle scuole sono stati forniti anche poster e tovagliette e destinati ai refettori con messaggi e illustrazioni volti a valorizzare e promuovere le buone pratiche di lotta alla spreco alimentare.
Anche le scuole dovranno fare la loro parte contro gli sprechi: esse potranno infatti donare pane, frutta, latte UHT e prodotti non deperibili confezionati.
fonte: www.greenme.it

Masterchef 8: il cooking show dice addio a plastica e sprechi

L'ottava edizione di MasterChef Italia sarà senza sprechi e senza plastica, la sfida dei cuochi amatoriale diventa green.















La ricetta dell’ottava edizione di MasterChef Italia è green. Il cooking show di Sky quest’anno dimostra la volontà di promuovere il consumo consapevole ed ecosostenibile, rispettando l’ambiente e non sprecando risorse alimentari.
Non lo fa solo a parole, ma attraverso delle azioni concrete come ad esempio l’uso di piatti, bicchieri, posate, vassoi, tovaglioli compostabili ed ecosostenibili durante tutto il periodo della competizione. Una produzione che diventerà plastic-free andando ad ampliare la campagna di sensibilizzazione  “Sky – Un mare da salvare” per eliminare in maniera progressiva della plastica usa e getta.
Inoltre, come già avviene da molti anni, la maggior parte dei cibi non utilizzati per le prove è stata donata ad associazioni benefiche ed enti caritatevoli di Milano. Il programma si è avvalso della preziosa collaborazione di Last Minute Market, la società spin-off dell’Università di Bologna impegnata sul fronte della riduzione degli sprechi e della prevenzione dei rifiuti da oltre 10 anni. Un messaggio importante trasmesso da uno dei programmi più seguiti della tv che si impegna a trasmettere la cultura della sostenibilità.
fonte: www.greenstyle.it

Premio Spreco Zero: assegnati gli oscar della sostenibilità

Giunto alla sua sesta edizione, il Premio Vivere a Spreco Zero è promosso da Last Minute Market e premia ogni anno le buone pratiche messe in atto da enti pubblici, imprese, scuole e cittadini contro lo spreco




Un premio per far conoscere, valorizzare e promuovere la diffusione delle buone pratiche contro lo spreco implementate ogni giorno da imprese, amministrazioni, scuole e consumatori. Il Premio Vivere a Spreco Zero ha raggiunto anche quest’anno la sua missione consegnando gli oscar della sostenibilità a Maranello (categoria Comuni), Consorzio Bestack (categoria Imprese), Istituto Pacinotti di Taranto (categoria Scuole) e alla cittadina Valentina Brengola, con due menzioni speciali assegnate al progetto “Non Scado”, di Legambiente Ragusa, e all’associazione Assform, impegnata in eventi di prevenzione degli sprechi in Trentino. Promosso dalla campagna di Last Minute Market, Spreco Zero, e sostenuto da Comieco, Conapi, Conad e Camst, il premio è giunto alla sua sesta edizione e festeggia quest’anno i 20 anni di prevenzione degli sprechi alimentari, intrapresi proprio da Last Minute Market.

In prima linea a sostenere l’iniziativa anche l’Associazione Italiana dei Comuni Italiani (ANCI) e il Ministero dell’Ambiente, impegnati a sensibilizzare Comuni e amministrazioni locali con iniziative finalizzate a contrastare lo spreco, così come previsto dagli obiettivi dell’Agenda 2030. Come riferito dal presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2018 del Premio Vivere a Spreco Zero 2018, i sindaci sono impegnati attivamente nella battaglia contro lo spreco, convinti che si possa davvero cambiare le cose lavorando sull’educazione e promuovendo iniziative ad hoc. “La lotta allo spreco – ha dichiarato Decaro – che è parte integrante dell’economia circolare, significa lotta alla povertà e sostenibilità di modelli di produzione e consumo virtuosi che generano a loro volta benefici economici e sociali”, aggiungendo anche che è intenzione dei sindaci introdurre in tutte le scuole come materia scolastica “educazione alla cittadinanza, i cui perni sono l’educazione alimentare e quella al rispetto dell’ambiente.

Soddisfatto il fondatore di Last Minute Market, Andrea Segrè, convinto che l’orizzonte Spreco Zero sarà raggiunto quando le buone pratiche saranno diventate prassi nella vita di tutti. La consegna del Premio si svolgerà mercoledì 28 novembre a Bologna. Testimonial di questa sesta edizione è l’artista Giobbe Covatta, scelto, si legge nelle motivazioni, “per l’attenzione, la sensibilità e l’efficacia d’impegno di un attore e autore fra i più amati dal grande pubblico”.

fonte: www.rinnovabili.it

Cos’è l’Economia circolare? Lo abbiamo chiesto al Professor Andrea Segrè

L’economia della Natura è ben rappresentata da un cerchio, ci spiega Andrea Segrè, professore e fondatore del Last Minute Market, da qui il concetto di economia circolare, un modo diverso di vivere, crescendo in modo sostenibile e occupando il suolo nel rispetto dei cicli naturali e non andando dritti per dritti nel solo concetto di produrre, produrre, produrre.





fonte: http://www.peopleforplanet.it

Spreco alimentare, italiani pentiti?

Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa. Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg













Spreco alimentare, l’inversione di tendenza sembra confermatasei italiani su 10 dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile solo una volta al mese(17%), o addirittura più raramente (43%). Il 16% butta alimenti buoni una volta alla settimana e il 15% ogni due settimane. Ma quasi tutti - il 92% - si sentono tristi e in colpa quando si ritrovano a gettare il cibo. Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa. Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg, monitorati per la 9^ edizione della campagna Spreco Zero presentata stamane a Roma all’Anci dall’ideatore Andrea Segrè, con il presidente Anci Antonio Decaro e con Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero che affiancherà fino al 2019 la campagna, con la partecipazione speciale di Giobbe Covatta, vincitore del Premio Vivere a Spreco Zero 2018 nella categoria Testimonial. «Ma i dati reali sullo spreco, misurati attraverso il progetto Reduce e I Diari delle famiglie italiane, parlano ancora di 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura – spiega il docente e agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna - In termini di costi, rapportato alle famiglie italiane questo si traduce in 8,5 miliardi € gettati ogni anno, lo 0,6% del Pil. Lo spreco si batte prevenendolo, e solo una capillare campagna di educazione alimentare puo’ favorire la svolta culturale».  

Con la campagna Spreco Zero 2018/2019, che si concluderà il 5 febbraio 2019 a Roma in occasione della 6^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco alimentare, riparte anche il Premio Vivere a Spreco Zero, promosso insieme al Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto 60 Sei Zero, e in collaborazione con Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e il network di buone pratiche Sprecozero.net. Un circuito di sensibilizzazione rivolto a enti pubblici, aziende, scuole e cittadini, sostenuto da Conad, Comieco, Camst, Conapi Mielizia, Alce Nero, Istituto Italiano Imballaggio Giò Style, e dalla media partnership di Radio2 Rai.  

«Spreco Zero 2018/2019 riparte dal Premio Vivere a Spreco Zero – spiega il docente e ricercatore Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero – Anche quest’anno nostri interlocutori di riferimento saranno i 7982 Comuni e le 20 regioni italiane, che invitiamo a volersi candidare segnalando le buone pratiche promosse nell’area amministrativa di riferimento per la prevenzione e il recupero degli sprechi alimentari. Ma come sempre ci rivolgiamo anche alle aziende, alle scuole, ai cittadini per sensibilizzare a 360 gradi intorno a un tema centrale per il futuro del pianeta». 

Promuovere e condividere le buone pratiche di prevenzione degli sprechi alimentari adottate sul territorio nazionale da soggetti pubblici e privati, valorizzando le esperienze più rilevanti e favorendone la diffusione e la replicazione sul territorio: questo l’obiettivo del Premio Vivere a Spreco Zero2018 che conferma dunque le categorie Imprese, Amministrazioni Pubbliche e Scuole. La candidatura alla 6^ edizione del Premio per la categoria imprese è aperta a tutte le aziende che negli ultimi 3 anni hanno promosso o sostenuto, all’interno della propria struttura e sul territorio in cui lavorano, misure, azioni o progetti in grado contrastare il fenomeno dello spreco alimentare. Per la categoria Amministrazioni Pubbliche la selezione prevede la possibilità di autocandidature e di segnalazioni da parte della Giuria del Premio, di cui fanno parte anche i giornalisti di cultura ambientalista Antonio Cianciullo, Massimo Cirri, Roberto Giovannini e Marco Fratoddi. Nella categoria Scuole la selezione delle iniziative sarà condotta in seno a tutti quegli istituti che vorranno autoproporsi e che negli ultimi 3 anni avranno promosso o sostenuto, all’interno della propria realtà e sul territorio in cui operano, misure, azioni o progetti in grado di sensibilizzare sul problema o di contrastare il fenomeno dello spreco alimentare. Anche i cittadini potranno partecipare al Premio Vivere a Spreco Zero, scaricando e compilando Waste Notes, il Diario settimanale ideato dalla campagna Spreco Zero con il progetto Reduce, in collegamento con i test dei “Diari di Famiglia”, scaricabile dal sito www.sprecozero.it  

Nella categoria testimonial va all’attore Giobbe Covatta il Premio Vivere a Spreco Zero 2018: una scelta che premia l’attenzione, la sensibilità e l’efficacia d’impegno di un attore e autore fra i più amati dal grande pubblico. A lungo impegnato nel Comitato Tecnico Scientifico di Prevenzione dei Rifiuti e dello Spreco Alimentare varato dal Ministero dell’Ambiente, Giobbe Covatta ha condiviso il percorso che ha portato, nel 2014, a fondare la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Insieme alla campagna Spreco Zero condividerà una riflessione ampia e coinvolgente sul vivere sostenibile e sul rapporto dell'uomo con l'ambiente. L’attività professionale di Giobbe Covatta, protagonista da tre decenni sulle scene comiche e cabarettistiche, si caratterizza per l’intenso impegno sociale e umanitario come testimonial dell'AMREF (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca). Giobbe Covatta interverrà alla cerimonia di consegna del Premio Vivere a Spreco Zero, nel novembre 2018. Le sue parole sullo spreco del cibo sono illuminanti e in prospettiva millennials: «Tutti conoscono la “statistica del pollo”: c’è chi ne mangia due e chi non ne mangia proprio, ma la nostra media sarà di un pollo a testa. Così l’ingordo diventa odioso! Ma se l’ingordo butta pure la metà di ciò che mangia, la sua diventa cattiveria … Quindi, come diceva Gaber, non insegnate ai bambini la vostra morale: la speranza è che siano loro, I bambini, a insegnarci una nuova morale …». 

SPRECO ZERO CAMPAGNA EUROPEA DI SENSIBILIZZAZIONE  
Spreco Zero, nata nel 2010 è tuttora l’unica campagna di sensibilizzazione in Italia sul tema dello spreco alimentare. Promossa da Last Minute Market e curata dall’agroeconomista e docente universitario Andrea Segrè, realizzata in stretta partnership con il Ministero dell’Ambiente e i progetti Reduce e 60 Sei Zero, la campagna è diventata rapidamente movimento di pensiero ma anche strumento di lavoro concreto attraverso la Dichiarazione Congiunta che per prima poneva in Europa obiettivi concreti di riduzione e prevenzione dello spreco alimentare. Sottoscritta nel 2010 da uomini di scienza e di cultura, insieme a centinaia di cittadini, la Dichiarazione è stata ripresa nei suoi obiettivi e contenuti dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 gennaio 2012, tuttora l'unico atto istituzionale europeo sul tema spreco. Proseguendo le sue iniziative la campagna ha generato la Carta Spreco Zero sottoscritta da oltre 800 Sindaci italiani delle metropoli (Roma, Milano, Firenze, Napoli, Bologna) e di tante altre amministrazioni grandi e piccole, ha avviato le iniziative di “Primo non Sprecare”: pranzi e cene realizzati con cibo di recupero dagli sprechi della distribuzione, griffati da grandi chef, di volta in volta al fianco di partners come il Ministero dell'Ambiente e degli Affari Esteri, Caterpillar Radio2 Rai, Anci.  


Dal 2012 la campagna ha avviato anche il Premio Vivere a Spreco Zero per aziende, enti pubblici, scuole e grandi testimonial che hanno rappresentato l'urgenza di ridurre e prevenire lo spreco alimentare: come Susanna Tamaro, Paolo Rumiz, Moreno Cedroni, Francesco Tullio Altan e Giobbe Covatta. Nel 2014 insieme al Ministero dell'Ambiente Spreco Zero ha promosso la convocazione degli Stati Generali dello Spreco in Italia, il 5 febbraio 2014: data di proclamazione della prima Giornata Nazionale di prevenzione dello Spreco, diventata appuntamento fondamentale per ragionare di questo tema. Spreco Zero è anche dati, quindi un generatore di interesse costante da parte dei media: attraverso l'Osservatorio Waste Watcher sugli sprechi e le abitudini italiani/cibo diffonde periodicamente nuove rilevazioni in occasione delle date clou della “agenda annuale della sostenibilità” che include, fra le altre, la Giornata mondiale dell’Acqua (22 marzo), della Terra (22 aprile), dell’Ambiente (5 giugno), dell’Alimentazione (16 ottobre). 

fonte: www.lastampa.it

Alimentazione, 15,5 miliardi di cibo, dai campi alle dispense d'Italia

I quattro quinti della filiera degli sprechi riguarda quelli domestici. Questi i dati della Campagna Spreco Zero . La presentazione è avvenuta in coincidenza con il primo anniversario della Legge Gadda, che regola le norme per limitare gli sprechi in Italia concentrandosi sul recupero





















ROMA - Il 14 settembre 2016, entrava in vigore la Legge Gadda su “donazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. La Campagna Spreco Zero , questo settembre, ha diffuso i dati del 2016: sono 15,5 i miliardi di euro che l’Italia getta via in sprechi domestici. Andrea Segrè, professore di Politica Agraria all’Università di Bologna e direttore scientifico di Spreco Zero, commenta la nuova normativa e segnala l’importanza della Cultura della Prevenzione.

Una legge sul recupero degli sprechi. Come si gestisce lo spreco in Italia? Com’è messo il Paese nella regolamentazione sugli eccessi? Quanto si spende per quel che si butta via? Una legge al riguardo c’è e favorisce, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici e altri prodotti in favore di chi opera senza scopo di lucro; e riguarda l'insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare ancora consumabili e i prodotti alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti. La legge prevede inoltre che il Ministero della Salute emani linee guida per i gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti. A poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge, e in attesa dei risultati ufficiali del recupero, quanto vale lo spreco in Italia?

Gli italiani buttano 15,5 miliardi di euro di prodotti. I dati della Campagna europea Spreco Zero, riferiti al 2016, dicono che lo spreco alimentare vale oltre 3,5 miliardi € annui, dai campi (€ 946.229.325) alla produzione industriale (€ 1.111.916.133), agli sprechi nella distribuzione (€ 1.444.189.543): una cifra che rappresenta però solo 1/5 dello spreco totale di cibo in Italia, perché sommandola allo spreco alimentare domestico ci porta a una filiera complessiva di oltre 15,5 miliardi di euro gettati ogni anno (lo 0,94% del PIL), sulla base dei test “Diari di Famiglia” eseguiti dal Ministero dell’Ambiente con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna e con SWG, nell’ambito del progetto Reduce 2017. È a livello domestico dunque il “grosso” dello spreco, che vale i 4/5 del totale nel nostro paese.

Ma cresce la sensibilizzazione. L’Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market / Swg), in tutto questo spreco, informa anche di un dato piuttosto positivo: 7 cittadini su 10 sono a conoscenza della legge Gadda e oltre il 91% considera grave la questione spreco legata al cibo. “L’Osservatorio Waste Watcher - spiega il direttore scientifico Andrea Segrè - è nato nel 2013 nell’Università di Bologna, quando il nostro lavoro di ricerca ci ha portato a capire quanto sia indispensabile, nella lotta agli sprechi, il concetto di prevenzione. Perché gli sperperi domestici rappresentano il 70% dell’intera filiera degli sprechi. La normativa europea sui rifiuti è chiara: il miglior rifiuto, e per analogia il miglior spreco, è quello che non si produce. Last Minute Market e la Campagna Spreco Zero hanno anticipato questa normativa UE, promuovendo da tempo l’educazione alimentare. Dal 2010, la Campagna, assieme alla successiva collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, porta avanti una forte politica di prevenzione che passa soprattutto per i programmi nelle scuole di educazione alimentare ed ambientale”.

La Cultura della Prevenzione contro gli sprechi. “Ho parlato dell’impossibilità oggettiva di recuperare gli sprechi domestici - sottolinea Andrea Segrè - perché non ci può essere una normativa che la preveda, ma solo il nostro buon senso e la nostra responsabilità possono prevenire. La legge Gadda serve a facilitare il recupero di cibo, farmaci e altri beni  a fini solidali. In attesa dei risultati ufficiale che, credo, verranno diramati nel tavolo indigenti del Ministero delle Politiche Agricole, la normativa approvata lo scorso anno è comunque molto importante. Il punto è che il contrasto agli sprechi non può concludersi soltanto in un approccio normativo, ma è un processo anche e soprattutto culturale, informativo, preventivo. Lo spreco, in particolare quello domestico, è infatti legato al nostro comportamento di consumatori”.

La povertà persistente d’Italia. In questo contesto di prodotti sprecati, il pensiero facile porta a credere vi sia un nesso fra l’inutile sciupio e la quantità di indigenti che nulla hanno da sprecare. Come se recuperare prodotti sprecati fosse la soluzione della povertà e della fame. L’Italia supera di 3,4 punti percentuali la media europea degli individui che vivono in condizione di grave deprivazione e nel 2015 ha raggiunto il valore più alto mai registrato dal 2005 di persone in povertà assoluta che non riescono ad accedere a beni necessari per svolgere una vita accettabile: circa 4,6 milioni di persone, il 7,6% dell’intera popolazione (dati Oxfam). Nella sola Roma: “presso la mensa della Comunità di Sant'Egidio, in via Dandolo 10, a Trastevere - dichiara Lucia Lucchini, responsabile della mensa per i poveri della Comunità - tre pomeriggi alla settimana mangiano gratuitamente circa 600 persone. Presso i centri di accoglienza della Comunità di Sant'Egidio distribuiamo circa 5 tonnellate di generi alimentari non deperibili ogni settimana, 4,5 tonnellate di vestiario; queste cifre sono il segno di una povertà persistente”.

Povertà e sprechi non sono collegati. Alla crisi economica, che dura da 10 anni, si sono aggiunte guerre, migrazioni di popolazioni costrette alla miseria: “Questa crisi è tra le maggiori cause dell’aumento della povertà, economica e alimentare - conclude Andrea Segrè - ma povertà e spreco non sono legati: non si pensi che recuperando ciò che rimane invenduto nella grande distribuzione si risolva il problema della fame e della povertà degli indigenti. Il fatto è che aumentano questi ultimi così come non diminuiscono gli sprechi. Il che è un paradosso. Del resto, i modelli di marketing consolidatisi negli anni portano ad accumulare, nelle nostre case, un’inutile quantità di prodotti, con strategie come il "3per2". Chi è poco abbiente crede, cioè, a logiche di mercato secondo le quali comprare 3 prodotti al posto di 2 lo farà risparmiare. Non è così: la maggior parte dei prodotti acquistati col "3per2", solitamente accresce gli sprechi domestici. Il terzo prodotto preso gratuitamente, verrà abbandonato, dimenticato, perderà freschezza, scadrà. Ma, chi l’ha preso col 3per2, lo getterà senza ripensamenti, convinto che la sua gratuità lo rende inutile. Il meccanismo mentale del consumatore è anche questo. Lo attestano le ricerche che svolgiamo all’Università di Bologna”.


fonte: http://www.repubblica.it