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Premio Vivere a Spreco Zero 2021: al via la 9^ edizione

 









Presentazione della nuova edizione del Premio con il fondatore della campagna Spreco Zero Andrea Segrè e l’Ambasciatore Buone Pratiche 2021 Luca Mercalli.


Spreco Zero

per info : www.sprecozero.it


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Premio #sprecozero, da birra ibrida a cibo sempre-fresco

 


Dalla Birra Ibrida prodotta con il pane invenduto nei forni milanesi creata da 4 studenti del Politecnico di Milano, alla tecnologia di un’azienda di Pordenone che attraverso sistemi di riscaldamento allunga la shelf life al cibo fresco, al processo di ultima generazione che risolve i problemi di gestione dei prodotti e delle scorte. Sono alcuni dei 21 progetti vincitori degli ‘Oscar’ 2020, l’ottava edizione del premio che promuove le buone pratiche di enti pubblici, imprese, cittadini, scuole e associazioni. Tanti esempi virtuosi e creativi che uniscono sostenibilità e spirito imprenditoriale, veicolando valori di aggregazione sociale che sono stati festeggiati il 26 novembre alla presenza della testimonial Veronica Pivetti e del fondatore Spreco Zero Andrea Segrè. Per vivere a #sprecozero nel segno della dieta mediterranea arriva il ricettario “La cucina del riciclo” di un Liceo di Portici scritto in collaborazione con il MedEatReserarch. Al turismo ecologico ci ha pensato la Regione Toscana con il progetto ‘Urban Waste’ per la diffusione dell’uso di doggy Bag in buffet e ristoranti e per aver favorito la donazione di cibo da parte degli hotel alle associazioni solidali. Menzione special poi alla Regione Emilia Romagna con il progetto ‘Stop allo spreco: il gusto del consumo consapevole’, che ha coinvolto studenti e fattorie didattiche. Tanti i riconoscimenti, come il premio Biodiversità ai video di casa Surace che sensibilizzano sulla varietà del gusto e dei cibi o il premio Ortofrutta al Gruppo Rivoira per la tecnologia Cherry Vision 3.0 che ha permesso di recuperare i raccolti di ciliegie danneggiate dal maltempo.


fonte: www.ansa.it


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Natura Nuova, Almaverde Bio e Conserve Italia tra le aziende partecipanti all’ottava edizione del Premio Vivere a #sprecozero



“Nel 2020 pandemico abbiamo il dovere di valorizzare i comportamenti virtuosi dei cittadini, delle imprese, delle start up e degli enti pubblici che introducono nel quotidiano, e condividono con la società le buone pratiche e i comportamenti che ci possono guidare verso gli obiettivi di sostenibilità 2030 indicati dalle Nazioni Unite”: lo spiega Andrea Segrè, fondatore Last Minute Market e campagna Spreco Zero, annunciando i finalisti dell’ottava edizione del Premio Vivere a #sprecozero, i piccoli “oscar” della sostenibilità che da molte stagioni sono assegnati nell’ambito della campagna Spreco Zero. Ecco i finalisti 2020, 30 buone pratiche disseminate in tutta Italia, ripartite nelle categorie che cercano di essere specchio della società e degli ambiti di declinazione dell’impegno per lo sviluppo sostenibile: a cominciare dalla sezione Enti Pubblici, sostenuta da Alce Nero, nella quale sono in gara la Regione Toscana, con il progetto Urban Waste che coinvolge anche il Comune e la Città Metropolitana di Firenze nelle azioni di promozione dell’uso di Doggy Bags e prevenzione dello spreco nei buffet e ristoranti, di promozione dell’uso di acqua di rete, di valorizzazione della raccolta differenziata e donazione di cibo da parte di hotel e attività di catering a fini di solidarietà. Seconda finalista la Regione Emilia Romagna con il progetto “STOP allo spreco: il gusto del consumo consapevole” rivolto simultaneamente alle scuole secondarie di II grado, ad alcune fattorie didattiche del territorio e a tutta la cittadinanza. Con le due regioni è in finale il Comune di Tollo (Chieti, Abruzzo) con il suo articolato progetto “Il piano del cibo” promosso in collaborazione con l’Università del Molise, condiviso con associazioni, scuole, imprenditori e cittadini attraverso formazione, analisi dell’impatto ambientale, promozione della cultura Bio.

Una short list di 5 finalisti per la categoria Imprese, abbinata a Conapi Mielizia, dove sarà Granarolo, con la sua riorganizzazione digitale postpandemia con offerte last minute, a confrontarsi con i progetti di recupero della Birra Ibrida, un progetto circolare che non spreca e anzi rigenera il pane nelle dinamiche di produzione, e con l’Apepak, un involucro alimentare 100% naturale, lavabile e riutilizzabile realizzato in tessuto reso semirigido dalla cera d’api che si modella e sigilla con il calore delle mani. In finale anche l’azienda umbra Sonia Bianconi, convertita a rigorosi criteri biologici, plasticfree e di economia circolare, e Babaco Market, il servizio e-commerce attraverso il quale è possibile abbonarsi e ricevere a domicilio le box miste di frutta e verdura salvate dallo spreco.

L’innovazione è valore aggiunto nelle strategie che mirano allo sviluppo sostenibile, ed ecco la categoria InnovAction, sostenuta da Hera, che vede in gara l’azienda Microglass di S. Quirino – Pordenone, che attraverso sistemi di riscaldamento multi-tecnologici mira a ridurre i consumi, cucinare in modo rapido preservando la qualità nel cibo, e persino a recuperare gli scarti ortofrutticoli (ortaggi o frutta scartati per malformazioni estetiche) attraverso processi di cottura sottovuoto a microonde. C’è poi la start up innovativa Alimentiamoci Benefit che permette di pianificare in modo equilibrato i pasti da consumare nella settimana, acquistando solo quello che serve, eliminando gli sprechi, rispettando l’ambiente e dando vita ad una spesa “consapevole”. Infine, per la filiera distributiva, l’azienda Bernardi che attraverso l’implementazione di dispositivi tecnologici e soluzioni HW e SW, affronta e risolve i problemi di gestione dei prodotti e delle scorte, supporta operazioni promozionali e contribuisce ad una strategia di trasformazione dei sistemi commerciali per favorirne la resilienza economica, ecologica e sociale.

Per la categoria Biodiversità, abbinata a Natura Nuova, ecco in gara le efficaci videoproduzioni della factory Casa Surace, nata su scala condominiale e adesso diventata una famiglia allargata ad oltre 3 milioni di followers, con video dedicati alla sensibilizzazione nella fruizione e gestione del cibo. La Regione Campania propone invece il progetto Salviamo capra e cavoli per contrastare la perdita della biodiversità in agricoltura e contribuire alla valorizzazione delle aree rurali. Infine Almaverde Bio Italia è candidata per il suo crescente impegno in termini di sostenibilità: i prodotti provengono interamente da agricoltura biologica, che punta a ridurre al minimo gli input esterni, preservando la naturale fertilità del terreno.

Nel 2020 si festeggeranno i 10 anni dalla proclamazione della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco: in questa categoria, promossa con Assomela, il Premio Vivere a Spreco Zero ha selezionato i progetti de La cucina del riciclo, il ricettario del Liceo “Q. Orazio Flacco” di Portici in collaborazione con il MedEatReserarch, una ricerca antropologica sulla tradizione mediterranea di riciclare gli avanzi di cucina per rigenerarli in nuovi piatti; di Conserve Italia-Valfrutta che ha avviato una partnership con l’Istituto Oncologico Romagnolo per la promozione di stili di vita corretti e salutari soprattutto tra i bambini e gli adolescenti. E del Grande viaggio vitaminico, una coinvolgente storia illustrata di sensibilizzazione alimentare prodotta per il coordinamento di Anna Eriksson, veicolata presso gli studenti delle Scuole Primarie della Provincia di Trento durante il lockdown.

Inedita la categoria dedicata alla Saggistica, avviata in sinergia con ENI, introdotta per valorizzare l’impegno nella comunicazione della sostenibilità: in finale le pubblicazioni “La rivolta della Natura” di Eliana Liotta e Massimo Clementi (La nave di Teseo), che dimostra come l’impatto dell’uomo sul nostro pianeta abbia un peso ormai insostenibile e i nessi profondi tra i cambiamenti climatici, la deforestazione, l’inquinamento e le patologie infettive ma anche la diseguaglianza sociale, perché povertà e fame sono alleati dei virus; “Terra bruciata. Come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia” di Stefano Liberti (Rizzoli), un’indagine che evidenzia come la crisi sanitaria e quella ambientale siano legate: entrambe globali, entrambe causate dal nostro modello di sviluppo fatto di deforestazione e urbanizzazione incontrollate, senza nessun rispetto per l’equilibrio degli ecosistemi; “Il grande libro delle bucce” di Lisa Casali (Feltrinelli), che ci porterà a scoprire come le bucce e le parti esterne di frutta e verdura possano essere alleati preziosi per il nostro benessere, malgrado spesso finiscano nella spazzatura. Un libro innovativo, che rivoluziona il ruolo in cucina di frutta e verdura.

Le scuole, categoria promossa con Conad, sono osservatorio privilegiato per la promozione delle buone pratiche di sviluppo sostenibile: due Premi Speciali #sprecozero saranno consegnati alla Onlus Maestri di Strada di Napoli, che ha promosso fra studenti e famiglie il minidiario sullo spreco alimentare domestico, e alla maestra Francesca Sivieri che aveva promosso la lettura distanziata per i suoi allievi durante il lockdown, negli spazi open air. In finale anche l’Ipsar Mattei di Rosignano Solvay (Livorno) che ha lanciato l’hashtag #Il cibo non si butta! e promosso un approfondimento sul “consumo consapevole e spreco alimentare”, e l’Istituto Professionale Alberghiero Chino Chini di Borgo San Lorenzo (Firenze), che da sei anni ha attivato un progetto in collaborazione con le imprese e con le associazioni del territorio per il coordinamento del progetto SenzaSpreco.

I vincitori delle altre categorie saranno proclamati nel mese di novembre e premiati nel corso dell’evento digitale in programma giovedì 26 novembre, liberamente aperto alla partecipazione del pubblico su piattaforma. Interverranno anche Veronica Pivetti, ambasciatrice 2020 di buone pratiche nella sezione sostenuta da Feder Casse – Emil Banca., insieme al Fondatore spreco zero Andrea Segre’, al curatore scientifico Luca Falasconi e ai giurati Massimo Cirri, Antonio Cianciullo, Marco Fratoddi. Il Premio Vivere a #sprecozero è promosso dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, insieme all’Anci – Associazione Nazionale dei Comuni italiani, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, Associazione Sprecozero.net e del World Food Programme, e con il sostegno generale di ENI e Federcasse – Emil Banca.

fonte: www.myfruit.it/

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Premio Vivere a #sprecozero per imparare a ridurre i rifiuti















Parte l’edizione 2020 del Premio Vivere a #sprecozero, promosso con il Ministero dell’Ambiente dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market. Fino al 15 settembre spazio a enti pubblici, scuole, imprese, cittadini e associazioni per candidare i loro progetti e le buone pratiche di ogni giorno, anche solo con un tweet. Dieci le categorie in campo, dalla biodiversità – priorità tematica scelta dalle Nazioni Unite – alla Dieta Mediterranea, dalla prevenzione sprechi nell’ortofrutta alla nuova categoria “Pagine di sostenibilità”, dedicata ai saggi pubblicati nell’ultimo anno sul tema delle buone pratiche di economia circolare.

La presentazione del premio è avvenuta mercoledì a Roma nella sede dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani), presenti il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Roberto Morassut (Pd), il fondatore di Spreco Zero Andrea Segrè, il curatore del Premio Luca Falasconi.Dettagli e indicazioni per la candidatura si si trovano sul sito sprecozero.it.

fonte: www.ansa.it


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Spreco zero: lo stato rurale del Vermont vieta di gettare i rifiuti organici in discarica. E i residenti scelgono il compostaggio


















Non esiste un solo modo per affrontare lo spreco alimentare: ciò che è ottimale per i centri grandi urbani non lo è necessariamente per quelli rurali. Ne è un esempio lo stato del Vermont, che quest’anno ha stabilito il divieto assoluto di buttare via rifiuti organici e scarti alimentari nella spazzatura indifferenziata. Lo stesso è stato fatto nei mesi scorsi da grandi metropoli come San Francisco e Seattle (finora, nessun altro stato ha introdotto norme nazionali).
Il sistema Vermont è stato illustrato in uno studio pubblicato su Frontiers in Sustainable Food dai ricercatori della locale università e, in particolare, del Gund Institute for Environment. Gli autori sono partiti da un dato elaborato da loro stessi in precedenza: ogni americano butta via ogni giorno una libbra di cibo, pari a 450 grammi circa e a un terzo delle calorie che consuma, cioè spreca una quantità inaccettabile di alimenti.
Ma nelle comunità rurali non si vuole che l’amministrazione pubblica si occupi del ritiro dei rifiuti compostabili, perché rispetto alle città possono essere sfruttati come concimi o basi per mangimi animali. Trattandosi quasi sempre di fattorie isolate, il ritiro avrebbe un costo economico e ambientale non trascurabile.
Per definire meglio l’atteggiamento dei residenti in queste zone, i ricercatori hanno intervistato quasi 600 cittadini del Vermont,  scoprendo che più di uno su due è favorevole al divieto che sta entrando in vigore. C’è di più visto che il 72% attua già qualche forma di compostaggio domestico e più del 75% ha in programma di farlo nell’immediato futuro. Solo il 34% desidera entrare a far parte dei programmi di raccolta davanti a casa, e la maggior parte dei partecipanti si dice contraria a pagare una tassa addizionale sui rifiuti, giustificata dal servizio di raccolta.
spreco alimentare spazzatura ceci
Nella lotta contro lo spreco alimentare, il Vermont vieta di gettare i rifiuti organici e gli scarti alimentari in discarica
La predisposizione degli abitanti delle aree rurali sembra quindi chiara: la sensibilità ambientale è aumentata e quasi tutti si rendono conto che lo spreco alimentare deve diminuire. Per chi vive in campagna il sistema migliore è il riutilizzo di ciò che non è consumato o non è vendibile. Per questo – concludono gli autori – è necessario non solo pensare alla realtà prima di proporre soluzioni innovative, ma anche investire in formazione ed educazione della popolazione, e in strumenti in grado di facilitare il compito come, per esempio, la fornitura gratuita di recipienti per  il compostaggio. L’Università del Vermont organizza corsi a 50 dollari per spiegare come si fa un buon compost, e sostiene altre iniziative analoghe.
fonte: www.ilfattoalimentare.it

Troppo di tutto

INUTILE SCIUPO.

Mentre 2,7 milioni di italiani chiedono aiuto per mangiare, in famiglia si gettano
12 miliardi in alimenti, la grande distribuzione ne brucia 3. Nel mondo il 30% finisce nella spazzatura



In un mondo in cui 800 milioni di persone non hanno cibo e in cui nel 2050, per sfamare
9 miliardi, dovremo produrre il 70% in più di alimenti, un terzo della produzione globale
di cibo viene sprecata, tra cibo perso durante la produzione e quello letteralmente
gettato nel secchio. Metà della frutta e degli ortaggi, il 25% della carne – equivalente
a 75 milioni di mucche – il 35% del pesce, il 20% dei prodotti lattiero-caseari.
1,3 miliardi di tonnellate di cibo, 1,6 se si considera la parte non edibile degli alimenti,
secondo i dati 2019 della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition.
E purtroppo lo spreco è destinato ad aumentare del 61,5% entro il 2030, con un allontanamento dall’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile, che prevede per
quella data il dimezzamento dello spreco attuale. La differenza tra paesi è scioccante:
si sprecano 95-115 kg di cibo procapite all’anno in Europa e in America, contro i 6-11 kg
nell ’Africa sub-Sahariana e del Sud-est asiatico.
UN TERZO di cibo sprecato, purtroppo, significa anche acqua buttata - 250.000 miliardi
di litri, tre volte il lago di Ginevra - Significa suolo consumato invano - 1,4 miliardi
di ettari, il 30% della superficie agricola disponibile - E ancora, soldi sprecati: secondo
uno studio pubblicato dalla Fao, Food Wastage Footprint – full cost accounting, i
costi vivi e nascosti ammonterebbero a 2.600 miliardi di dollari, di cui 700 miliardi di
costi ambientali e 900 sociali.
Gettare cibo non è più solo un enorme problema morale, ma anche ambientale, perché
aggrava il riscaldamento globale Lo spiegano bene sia il rapporto “Combattere spreco
e perdite alimentari, la chiave per tutelare l’ambiente”, dell’Istituto superiore
per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), sia l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) su "Cambiamento climatico e territorio": allo spreco alimentare sono associate emissioni di gas serra per circa 3,3 miliardi di tonnellate, pari a circa l’8% delle emissioni totali (se fosse una nazione, lo spreco alimentare sarebbe al terzo posto come paese emettitore dopo Cina e Usa). Tra l’altro, i cambiamenti climatici aggravano le perdite da filiera, visto che eventi avversi possono distruggere interi raccolti.
In Italia, dove 2,7 milioni di persone sono costrette a chiedere aiuto per il cibo, lo
spreco ammonta a 15 miliardi di euro, quasi un punto di Pil, di cui oltre 3 miliardi è lo spreco da filiera (il 21,1%) e quasi 12 lo spreco familiare, il più grave e più difficile da aggredire (Rapporto Waste Watcher/Last Minute Market 2019). Infatti, sul fronte degli
sprechi della grande distribuzione – ipermercati e supermercati – moltissimo si è
fatto, grazie anche alla legge Gadda 166 del 2016, che ha stabilito che gli operatori del
settore alimentare possano cedere gratuitamente le eccedenze alimentari ad associazioni
e istituzioni caritatevoli.
Pur senza arrivare all’obbligo francese (la Francia è tra le più virtuose, insieme
al Ruanda e alla Colombia), la legge ha prodotto un aumento delle donazioni del
36% al 2018, secondo il Banco Alimentare, protagonista in Italia nel recupero dello spreco
90.000 sono state le tonnellate di alimenti recuperati nel 2018 e donati a circa 7.569
strutture caritative, arrivando ad aiutare 1,5 milioni di persone bisognose, con un risparmio di 13 milioni di tonnellate di Co2. “La sensibilità generale di tutti gli attori della
filiera con i quali noi collaboriamo è aumentata - spiega Giovanni Bruno, Presidente
della Fondazione Banco Alimentare - ma ad oggi dobbiamo tenere conto del fatto che non tutte le strutture caritative con noi convenzionate sono dotate di celle frigorifere adatte a gestire alimenti deperibili”. Un altro intervento che potrebbe ridurre significativamente lo spreco è quello nelle scuole, che, come spiega sempre Bruno, dovrebbero essere
dotate di un abbattitore, “che fa scendere le temperature in un tempo brevissimo, impedendo la proliferazione batterica del cibo”. L’obiettivo, però, è ancora lontano. Più facile da attuare subito, invece, è una robusta educazione alimentare, sia in casa che a
scuola. È l’ambito in cui lavora da anni la società Last Minute Market, presieduta dal
professor Andrea Segré, attraverso la campagna “Spreco Zero”, che ha appena lanciato
un kit, scaricabile, di buone pratiche per le scuole, nelle cui mense si perdono 90
grammi di cibo a pasto per studente.
COME SPIEGA nel libro Il metodo spreco zero(Bur), le azioni per ridurre lo spreco sono
tantissime, dal compilare liste precise prima di comprare, all’effettuare acquisti ridotti
e ripetuti, dal consultare le etichette (ricordando che la data associata all’indicazione
“consumare preferibilmente il”non è una scadenza) al chiedere la famosa doggy bag con gli avanzi al ristorante.
“Con un po’ di impegno si può arrivare ad avere il bidone della spazzatura senza
nessuno spreco, risparmiando 450 euro l’anno”, precisa Segré, che suggerisce anche
di non acquistare prodotti espressivamente sottocosto.
Ma le pratiche che abbattono lo spreco sono, per fortuna, sempre più diffuse: alcune
in arrivo – l’industria produrrà confezioni che aumentino la shelf life, la vita da
scaffale, del prodotto, mentre si discute di differire la scadenza del latte – altre invece
già attive. Come i frigoriferi condivisi in strada in cui i ristoranti mettono le eccedenze,
diffusissimi ad esempio a Shanghai (dove hanno raggiunto 230.000 famiglie). E
poi app utili come Too Good To Go, che segnalano i ristoranti più vicini presso cui ritirare
cibo cucinato a pochi euro. Il digitale, infine, è stato fondamentale anche per il
progetto di un Banco Alimentare virtuale – Virtual Food Network - avviato da Red de
Alimentos Chile: una piattaforma che mette in connessione chi produce eccedenze
con i vari Banchi Alimentari. Con la rete, davvero, lo spreco non dovrebbe avere più ragion d’essere.

fonte: www.ilfattoquotidiano.it

M'illumino di meno: Ri.genera, arriva la giornata sul risparmio energetico
















Venerdì 1 marzo torna M'illumino di Meno, la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili targata Caterpillar Rai Radio2. Il claim della 15° edizione della campagna è RI-GENERARE: l’imperativo quest’anno sarà infatti riutilizzare i materiali e ridurre gli sprechi, perché le risorse finiscono, ma tutto si rigenera: un’edizione dedicata all'economia circolare, per cercare di focalizzare l’attenzione sulla salvezza del genere umano sulla Terra, che inevitabilmente passa dal riutilizzo dei materiali, dalla riduzione degli sprechi, dall’abolizione del “fine vita”. Mantenere, recuperare, rigenerare, tenere il più possibile in circolo, perché la Terra è stanca, usurata, sfinita, a rischio e lo dice con il clima che cambia. Il prossimo 1° marzo Caterpillar, il programma condotto da Massimo Cirri, Laura Troja e Paolo Labati, sarà in diretta dal Parco Agroalimentare Fico Eatalyworld di Bologna per una grande cena a Spreco Zero ispirata alla sostenibilità e al recupero della tradizione contadina. Come ogni anno, Rai Radio2 chiederà ai propri ascoltatori di spegnere tutte le luci che non sono indispensabili, in una iniziativa simbolica e concreta che fa del bene al pianeta e ai suoi abitanti. Dall'inizio di M'illumino di Meno, in 15 anni, il mondo è cambiato. L'efficienza energetica è diventata un tema economico rilevante e le lampadine ad incandescenza che Caterpillar invitava a cambiare con quelle a risparmio energetico, adesso non esistono più. Ma spegnere le luci e testimoniare il proprio interesse al futuro dell'umanità resta un'iniziativa concreta, non solo simbolica, e molto partecipata. Si spengono sempre le piazze italiane, i monumenti - la Torre di Pisa, il Colosseo, l'Arena di Verona -, i palazzi simbolo d'Italia - Quirinale, Senato e Camera - e tante case dei cittadini. Si sono spenti per M'illumino di Meno la Torre Eiffel, il Foreign Office e la Ruota del Prater di Vienna. In decine di Musei si organizzano visite guidate a bassa luminosità, nelle scuole si discute di efficienza energetica, in tanti ristoranti si cena a lume di candela, in piazza si fa osservazione astronomica approfittando della riduzione dell'inquinamento luminoso.

fonte: https://www.rai.it

Ancona contro lo spreco di cibo In aumento i Foodbusters

Cresce nelle Marche la sensibilità contro lo spreco alimentare. Lo dimostra la notevole crescita del numero dei volontari di Foodbusters, associazione che celebra la VI giornata nazionale contro lo spreco di cibo, ideata ed istituita dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero. 









La onlus di Falconara, che ha la sua sede operativa ad Ancona, ha iniziato la sua attività di recupero cibo nel 2017 e in un solo anno è riuscita a quadruplicare gli interventi arrivando anche fuori regione (Sicilia e Abruzzo). Il ricavato delle trenta azioni di recupero è stato donato nel 2018 a dodici mense sociali nelle regioni coinvolte dagli interventi. Ma chi sono i Foodbusters? Sono un gruppo di persone (oggi sono sedici volontari) che hanno fondato la prima associazione onlus di recupero cibo nelle Marche, fra le primissime in Italia. Lo scopo è quello di sottrarre cibo allo spreco e donarlo a chi ne ha bisogno. E’ per questo che l’Associazione raccoglie e distribuisce le eccedenze alimentari in collaborazione con privati, associazioni ed enti. Siano essi coppie di sposi, aziende o organizzatori professionali di eventi. Ecco quindi che indossati i panni dei Foodbusters, gli operatori “acchiappacibo”, una volta recuperate le eccedenze alimentari, hanno il compito di trasportarle, seguendo tutte le regole igienico sanitarie, nel giro di poche ore ad enti caritatevoli, case famiglia, ecc. ad uso e consumo dei meno fortunati. Ogni evento viene tracciato online in tempo reale, dal recupero del cibo “come chef lo ha fatto”, fino alla consegna del cibo all’ente “sociale” più vicino o quello indicato dagli stessi donatori. Nel 2018, proprio per consolidare l’efficacia delle azioni, i Foodbusters hanno dato vita a delle partnership con enti e associazioni, tra cui, il Comune di Falconara, Legambiente e l’Ass. Kairos di Collemarino di Ancona. Tra le recenti iniziative proposte dai Foodbusters si evidenzia la raccolta solidale “Dopo Natale sono tutti più buoni” avuta luogo nel periodo post natalizio, nella quale sono stati raccolti, grazie alla generosità di privati cittadini, circa trecento confezioni di dolciumi, che sono stati consegnati ad associazioni benefiche, tra cui la mensa di Suor Pia (Padre Guido) di Ancona, la Tenda D’Abramo di Falconara, la San Vincenzo De Paoli di Senigallia e la Caritas di Jesi.



fonte: https://www.cronacheancona.it/

Premio Spreco Zero: assegnati gli oscar della sostenibilità

Giunto alla sua sesta edizione, il Premio Vivere a Spreco Zero è promosso da Last Minute Market e premia ogni anno le buone pratiche messe in atto da enti pubblici, imprese, scuole e cittadini contro lo spreco




Un premio per far conoscere, valorizzare e promuovere la diffusione delle buone pratiche contro lo spreco implementate ogni giorno da imprese, amministrazioni, scuole e consumatori. Il Premio Vivere a Spreco Zero ha raggiunto anche quest’anno la sua missione consegnando gli oscar della sostenibilità a Maranello (categoria Comuni), Consorzio Bestack (categoria Imprese), Istituto Pacinotti di Taranto (categoria Scuole) e alla cittadina Valentina Brengola, con due menzioni speciali assegnate al progetto “Non Scado”, di Legambiente Ragusa, e all’associazione Assform, impegnata in eventi di prevenzione degli sprechi in Trentino. Promosso dalla campagna di Last Minute Market, Spreco Zero, e sostenuto da Comieco, Conapi, Conad e Camst, il premio è giunto alla sua sesta edizione e festeggia quest’anno i 20 anni di prevenzione degli sprechi alimentari, intrapresi proprio da Last Minute Market.

In prima linea a sostenere l’iniziativa anche l’Associazione Italiana dei Comuni Italiani (ANCI) e il Ministero dell’Ambiente, impegnati a sensibilizzare Comuni e amministrazioni locali con iniziative finalizzate a contrastare lo spreco, così come previsto dagli obiettivi dell’Agenda 2030. Come riferito dal presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2018 del Premio Vivere a Spreco Zero 2018, i sindaci sono impegnati attivamente nella battaglia contro lo spreco, convinti che si possa davvero cambiare le cose lavorando sull’educazione e promuovendo iniziative ad hoc. “La lotta allo spreco – ha dichiarato Decaro – che è parte integrante dell’economia circolare, significa lotta alla povertà e sostenibilità di modelli di produzione e consumo virtuosi che generano a loro volta benefici economici e sociali”, aggiungendo anche che è intenzione dei sindaci introdurre in tutte le scuole come materia scolastica “educazione alla cittadinanza, i cui perni sono l’educazione alimentare e quella al rispetto dell’ambiente.

Soddisfatto il fondatore di Last Minute Market, Andrea Segrè, convinto che l’orizzonte Spreco Zero sarà raggiunto quando le buone pratiche saranno diventate prassi nella vita di tutti. La consegna del Premio si svolgerà mercoledì 28 novembre a Bologna. Testimonial di questa sesta edizione è l’artista Giobbe Covatta, scelto, si legge nelle motivazioni, “per l’attenzione, la sensibilità e l’efficacia d’impegno di un attore e autore fra i più amati dal grande pubblico”.

fonte: www.rinnovabili.it

Spreco alimentare, italiani pentiti?

Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa. Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg













Spreco alimentare, l’inversione di tendenza sembra confermatasei italiani su 10 dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile solo una volta al mese(17%), o addirittura più raramente (43%). Il 16% butta alimenti buoni una volta alla settimana e il 15% ogni due settimane. Ma quasi tutti - il 92% - si sentono tristi e in colpa quando si ritrovano a gettare il cibo. Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa. Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg, monitorati per la 9^ edizione della campagna Spreco Zero presentata stamane a Roma all’Anci dall’ideatore Andrea Segrè, con il presidente Anci Antonio Decaro e con Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero che affiancherà fino al 2019 la campagna, con la partecipazione speciale di Giobbe Covatta, vincitore del Premio Vivere a Spreco Zero 2018 nella categoria Testimonial. «Ma i dati reali sullo spreco, misurati attraverso il progetto Reduce e I Diari delle famiglie italiane, parlano ancora di 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura – spiega il docente e agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna - In termini di costi, rapportato alle famiglie italiane questo si traduce in 8,5 miliardi € gettati ogni anno, lo 0,6% del Pil. Lo spreco si batte prevenendolo, e solo una capillare campagna di educazione alimentare puo’ favorire la svolta culturale».  

Con la campagna Spreco Zero 2018/2019, che si concluderà il 5 febbraio 2019 a Roma in occasione della 6^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco alimentare, riparte anche il Premio Vivere a Spreco Zero, promosso insieme al Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto 60 Sei Zero, e in collaborazione con Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e il network di buone pratiche Sprecozero.net. Un circuito di sensibilizzazione rivolto a enti pubblici, aziende, scuole e cittadini, sostenuto da Conad, Comieco, Camst, Conapi Mielizia, Alce Nero, Istituto Italiano Imballaggio Giò Style, e dalla media partnership di Radio2 Rai.  

«Spreco Zero 2018/2019 riparte dal Premio Vivere a Spreco Zero – spiega il docente e ricercatore Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero – Anche quest’anno nostri interlocutori di riferimento saranno i 7982 Comuni e le 20 regioni italiane, che invitiamo a volersi candidare segnalando le buone pratiche promosse nell’area amministrativa di riferimento per la prevenzione e il recupero degli sprechi alimentari. Ma come sempre ci rivolgiamo anche alle aziende, alle scuole, ai cittadini per sensibilizzare a 360 gradi intorno a un tema centrale per il futuro del pianeta». 

Promuovere e condividere le buone pratiche di prevenzione degli sprechi alimentari adottate sul territorio nazionale da soggetti pubblici e privati, valorizzando le esperienze più rilevanti e favorendone la diffusione e la replicazione sul territorio: questo l’obiettivo del Premio Vivere a Spreco Zero2018 che conferma dunque le categorie Imprese, Amministrazioni Pubbliche e Scuole. La candidatura alla 6^ edizione del Premio per la categoria imprese è aperta a tutte le aziende che negli ultimi 3 anni hanno promosso o sostenuto, all’interno della propria struttura e sul territorio in cui lavorano, misure, azioni o progetti in grado contrastare il fenomeno dello spreco alimentare. Per la categoria Amministrazioni Pubbliche la selezione prevede la possibilità di autocandidature e di segnalazioni da parte della Giuria del Premio, di cui fanno parte anche i giornalisti di cultura ambientalista Antonio Cianciullo, Massimo Cirri, Roberto Giovannini e Marco Fratoddi. Nella categoria Scuole la selezione delle iniziative sarà condotta in seno a tutti quegli istituti che vorranno autoproporsi e che negli ultimi 3 anni avranno promosso o sostenuto, all’interno della propria realtà e sul territorio in cui operano, misure, azioni o progetti in grado di sensibilizzare sul problema o di contrastare il fenomeno dello spreco alimentare. Anche i cittadini potranno partecipare al Premio Vivere a Spreco Zero, scaricando e compilando Waste Notes, il Diario settimanale ideato dalla campagna Spreco Zero con il progetto Reduce, in collegamento con i test dei “Diari di Famiglia”, scaricabile dal sito www.sprecozero.it  

Nella categoria testimonial va all’attore Giobbe Covatta il Premio Vivere a Spreco Zero 2018: una scelta che premia l’attenzione, la sensibilità e l’efficacia d’impegno di un attore e autore fra i più amati dal grande pubblico. A lungo impegnato nel Comitato Tecnico Scientifico di Prevenzione dei Rifiuti e dello Spreco Alimentare varato dal Ministero dell’Ambiente, Giobbe Covatta ha condiviso il percorso che ha portato, nel 2014, a fondare la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Insieme alla campagna Spreco Zero condividerà una riflessione ampia e coinvolgente sul vivere sostenibile e sul rapporto dell'uomo con l'ambiente. L’attività professionale di Giobbe Covatta, protagonista da tre decenni sulle scene comiche e cabarettistiche, si caratterizza per l’intenso impegno sociale e umanitario come testimonial dell'AMREF (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca). Giobbe Covatta interverrà alla cerimonia di consegna del Premio Vivere a Spreco Zero, nel novembre 2018. Le sue parole sullo spreco del cibo sono illuminanti e in prospettiva millennials: «Tutti conoscono la “statistica del pollo”: c’è chi ne mangia due e chi non ne mangia proprio, ma la nostra media sarà di un pollo a testa. Così l’ingordo diventa odioso! Ma se l’ingordo butta pure la metà di ciò che mangia, la sua diventa cattiveria … Quindi, come diceva Gaber, non insegnate ai bambini la vostra morale: la speranza è che siano loro, I bambini, a insegnarci una nuova morale …». 

SPRECO ZERO CAMPAGNA EUROPEA DI SENSIBILIZZAZIONE  
Spreco Zero, nata nel 2010 è tuttora l’unica campagna di sensibilizzazione in Italia sul tema dello spreco alimentare. Promossa da Last Minute Market e curata dall’agroeconomista e docente universitario Andrea Segrè, realizzata in stretta partnership con il Ministero dell’Ambiente e i progetti Reduce e 60 Sei Zero, la campagna è diventata rapidamente movimento di pensiero ma anche strumento di lavoro concreto attraverso la Dichiarazione Congiunta che per prima poneva in Europa obiettivi concreti di riduzione e prevenzione dello spreco alimentare. Sottoscritta nel 2010 da uomini di scienza e di cultura, insieme a centinaia di cittadini, la Dichiarazione è stata ripresa nei suoi obiettivi e contenuti dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 gennaio 2012, tuttora l'unico atto istituzionale europeo sul tema spreco. Proseguendo le sue iniziative la campagna ha generato la Carta Spreco Zero sottoscritta da oltre 800 Sindaci italiani delle metropoli (Roma, Milano, Firenze, Napoli, Bologna) e di tante altre amministrazioni grandi e piccole, ha avviato le iniziative di “Primo non Sprecare”: pranzi e cene realizzati con cibo di recupero dagli sprechi della distribuzione, griffati da grandi chef, di volta in volta al fianco di partners come il Ministero dell'Ambiente e degli Affari Esteri, Caterpillar Radio2 Rai, Anci.  


Dal 2012 la campagna ha avviato anche il Premio Vivere a Spreco Zero per aziende, enti pubblici, scuole e grandi testimonial che hanno rappresentato l'urgenza di ridurre e prevenire lo spreco alimentare: come Susanna Tamaro, Paolo Rumiz, Moreno Cedroni, Francesco Tullio Altan e Giobbe Covatta. Nel 2014 insieme al Ministero dell'Ambiente Spreco Zero ha promosso la convocazione degli Stati Generali dello Spreco in Italia, il 5 febbraio 2014: data di proclamazione della prima Giornata Nazionale di prevenzione dello Spreco, diventata appuntamento fondamentale per ragionare di questo tema. Spreco Zero è anche dati, quindi un generatore di interesse costante da parte dei media: attraverso l'Osservatorio Waste Watcher sugli sprechi e le abitudini italiani/cibo diffonde periodicamente nuove rilevazioni in occasione delle date clou della “agenda annuale della sostenibilità” che include, fra le altre, la Giornata mondiale dell’Acqua (22 marzo), della Terra (22 aprile), dell’Ambiente (5 giugno), dell’Alimentazione (16 ottobre). 

fonte: www.lastampa.it

Alimentazione, 15,5 miliardi di cibo, dai campi alle dispense d'Italia

I quattro quinti della filiera degli sprechi riguarda quelli domestici. Questi i dati della Campagna Spreco Zero . La presentazione è avvenuta in coincidenza con il primo anniversario della Legge Gadda, che regola le norme per limitare gli sprechi in Italia concentrandosi sul recupero





















ROMA - Il 14 settembre 2016, entrava in vigore la Legge Gadda su “donazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. La Campagna Spreco Zero , questo settembre, ha diffuso i dati del 2016: sono 15,5 i miliardi di euro che l’Italia getta via in sprechi domestici. Andrea Segrè, professore di Politica Agraria all’Università di Bologna e direttore scientifico di Spreco Zero, commenta la nuova normativa e segnala l’importanza della Cultura della Prevenzione.

Una legge sul recupero degli sprechi. Come si gestisce lo spreco in Italia? Com’è messo il Paese nella regolamentazione sugli eccessi? Quanto si spende per quel che si butta via? Una legge al riguardo c’è e favorisce, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici e altri prodotti in favore di chi opera senza scopo di lucro; e riguarda l'insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare ancora consumabili e i prodotti alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti. La legge prevede inoltre che il Ministero della Salute emani linee guida per i gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti. A poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge, e in attesa dei risultati ufficiali del recupero, quanto vale lo spreco in Italia?

Gli italiani buttano 15,5 miliardi di euro di prodotti. I dati della Campagna europea Spreco Zero, riferiti al 2016, dicono che lo spreco alimentare vale oltre 3,5 miliardi € annui, dai campi (€ 946.229.325) alla produzione industriale (€ 1.111.916.133), agli sprechi nella distribuzione (€ 1.444.189.543): una cifra che rappresenta però solo 1/5 dello spreco totale di cibo in Italia, perché sommandola allo spreco alimentare domestico ci porta a una filiera complessiva di oltre 15,5 miliardi di euro gettati ogni anno (lo 0,94% del PIL), sulla base dei test “Diari di Famiglia” eseguiti dal Ministero dell’Ambiente con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna e con SWG, nell’ambito del progetto Reduce 2017. È a livello domestico dunque il “grosso” dello spreco, che vale i 4/5 del totale nel nostro paese.

Ma cresce la sensibilizzazione. L’Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market / Swg), in tutto questo spreco, informa anche di un dato piuttosto positivo: 7 cittadini su 10 sono a conoscenza della legge Gadda e oltre il 91% considera grave la questione spreco legata al cibo. “L’Osservatorio Waste Watcher - spiega il direttore scientifico Andrea Segrè - è nato nel 2013 nell’Università di Bologna, quando il nostro lavoro di ricerca ci ha portato a capire quanto sia indispensabile, nella lotta agli sprechi, il concetto di prevenzione. Perché gli sperperi domestici rappresentano il 70% dell’intera filiera degli sprechi. La normativa europea sui rifiuti è chiara: il miglior rifiuto, e per analogia il miglior spreco, è quello che non si produce. Last Minute Market e la Campagna Spreco Zero hanno anticipato questa normativa UE, promuovendo da tempo l’educazione alimentare. Dal 2010, la Campagna, assieme alla successiva collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, porta avanti una forte politica di prevenzione che passa soprattutto per i programmi nelle scuole di educazione alimentare ed ambientale”.

La Cultura della Prevenzione contro gli sprechi. “Ho parlato dell’impossibilità oggettiva di recuperare gli sprechi domestici - sottolinea Andrea Segrè - perché non ci può essere una normativa che la preveda, ma solo il nostro buon senso e la nostra responsabilità possono prevenire. La legge Gadda serve a facilitare il recupero di cibo, farmaci e altri beni  a fini solidali. In attesa dei risultati ufficiale che, credo, verranno diramati nel tavolo indigenti del Ministero delle Politiche Agricole, la normativa approvata lo scorso anno è comunque molto importante. Il punto è che il contrasto agli sprechi non può concludersi soltanto in un approccio normativo, ma è un processo anche e soprattutto culturale, informativo, preventivo. Lo spreco, in particolare quello domestico, è infatti legato al nostro comportamento di consumatori”.

La povertà persistente d’Italia. In questo contesto di prodotti sprecati, il pensiero facile porta a credere vi sia un nesso fra l’inutile sciupio e la quantità di indigenti che nulla hanno da sprecare. Come se recuperare prodotti sprecati fosse la soluzione della povertà e della fame. L’Italia supera di 3,4 punti percentuali la media europea degli individui che vivono in condizione di grave deprivazione e nel 2015 ha raggiunto il valore più alto mai registrato dal 2005 di persone in povertà assoluta che non riescono ad accedere a beni necessari per svolgere una vita accettabile: circa 4,6 milioni di persone, il 7,6% dell’intera popolazione (dati Oxfam). Nella sola Roma: “presso la mensa della Comunità di Sant'Egidio, in via Dandolo 10, a Trastevere - dichiara Lucia Lucchini, responsabile della mensa per i poveri della Comunità - tre pomeriggi alla settimana mangiano gratuitamente circa 600 persone. Presso i centri di accoglienza della Comunità di Sant'Egidio distribuiamo circa 5 tonnellate di generi alimentari non deperibili ogni settimana, 4,5 tonnellate di vestiario; queste cifre sono il segno di una povertà persistente”.

Povertà e sprechi non sono collegati. Alla crisi economica, che dura da 10 anni, si sono aggiunte guerre, migrazioni di popolazioni costrette alla miseria: “Questa crisi è tra le maggiori cause dell’aumento della povertà, economica e alimentare - conclude Andrea Segrè - ma povertà e spreco non sono legati: non si pensi che recuperando ciò che rimane invenduto nella grande distribuzione si risolva il problema della fame e della povertà degli indigenti. Il fatto è che aumentano questi ultimi così come non diminuiscono gli sprechi. Il che è un paradosso. Del resto, i modelli di marketing consolidatisi negli anni portano ad accumulare, nelle nostre case, un’inutile quantità di prodotti, con strategie come il "3per2". Chi è poco abbiente crede, cioè, a logiche di mercato secondo le quali comprare 3 prodotti al posto di 2 lo farà risparmiare. Non è così: la maggior parte dei prodotti acquistati col "3per2", solitamente accresce gli sprechi domestici. Il terzo prodotto preso gratuitamente, verrà abbandonato, dimenticato, perderà freschezza, scadrà. Ma, chi l’ha preso col 3per2, lo getterà senza ripensamenti, convinto che la sua gratuità lo rende inutile. Il meccanismo mentale del consumatore è anche questo. Lo attestano le ricerche che svolgiamo all’Università di Bologna”.


fonte: http://www.repubblica.it 


Zero spreco in mensa: la scuola alimentare dei “Bimbisvegli” della Rio Crosio di Asti raccontata da un insegnante
















I bambini della scuola Rio Crosio durante il momento del pranzo
Vi proponiamo questa lettera giunta in redazione che illustra un’interessante esperienza che si porta avanti da anni in una scuola in provincia di Asti.
Il progetto “La scuola alimentare: zero spreco in mensa” inizia diversi anni fa nella scuola primaria Rio Crosio di Asti, sotto la guida dei maestri Lina e Giampiero, in 3 classi salvo poi estendersi alla totalità della scuola (18 le classi). A pranzo ogni bambino ha la possibilità di scegliere la propria porzione (piccola, media o grande), in base al proprio appetito. Il tutto è finalizzato a sensibilizzare i bambini sul tema dello spreco alimentare. I risultati oggi sembrano davvero promettenti. Il consumo pro capite è aumentato e il cibo non consumato in mensa viene quotidianamente consegnato a enti che si preoccupano di redistribuirlo in alcune situazioni disagiate del quartiere (il servizio è gestito dal Comune di Asti con la supervisione della Caritas).
Il 7 aprile 2017, presso la scuola Rio Crosio, si terrà un evento mediatico per diffondere quali sono state le tappe e i risultati ottenuti, che così riassume in una lettera Giampiero Monaca, insegnante promotore del progetto “Bimbisvegli” che ha anche un blog dove si raccontano le varie iniziative.
“Insegno in una classe a tempo pieno e tutti i giorni pranziamo insieme. Il momento del pasto lo ritengo un momento di didattica al pari della lezione di storia, matematica o musica. Il nostro motto è “un po’ di tutto e di tutto un po’”: siamo quel che mangiamo e come per i lego occorrono sia i pezzi da due che quelli da sei, così per far crescere armoniosamente il nostro corpo servono tutti gli elementi nutrizionali. Non tutti hanno le stesse esigenze nutritive e certamente non tutti i gusti sono uguali. Abbiamo cercato di organizzare un protocollo che, senza sprecare, conceda quantità personalizzate di cibo (mai comunque meno di metà porzione) e porti tutti ad assaggiare e alimentarsi in modo variato. I bambini descrivono nel dettaglio il nostro modo di pranzare in un breve spot, per cercare di diffondere questa pratica in cui crediamo molto. Sono 10 anni che facciamo così. Anche se inizialmente un po’ derisi e ostacolati, abbiamo comunque continuato ad alimentarci secondo coscienza e fabbisogno: i nostri piatti a fine pasto sono vuoti (e per di più riordinati per non far perdere tempo alle cuoche!). Finalmente anche le leggi si sono accorte dell’assurdità di gettare quotidianamente quintali di alimenti buoni in spazzatura.”

fonte: www.ilfattoalimentare.it

10-11 aprile: le iniziative organizzate da Zero Waste Italy durante il G7 dei Ministri degli Esteri












Dalle comunità locali un forte messaggio al “mondo globale”: salviamo i mari dalla plastica, difendiamo la pace contro i conflitti a causa della scarsità delle risorse con la strategia Rifiuti Zero- Spreco Zero (Zero Waste)
Le iniziative:
Lunedì 10 aprile, ore 11  presso la scuola elementare di Marlia  presentazione dei Club dell’Albatros da parte dei bambini della scuola primaria per sensibilizzare al problema della plastica negli oceani;
ore 12-13 dal Lido di Camaiore al Porto di Viareggio Econuotata di Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe e nuotatore di fondo con temperature fredde per sensibilizzare al problema dellaplastica nei mari a partire da una zona come quella in questione posta sulle rotte del “santuario dei cetacei” e catalogata tra le aree più interessate del Mediterraneo per la presenza di “chiazze” di plastic: La Econuotata avviene nell’ambito del programma CLEANSEAS UNEP (programma ambientale ONU)
Martedì 11 aprile, ore 9 presso il Polo Tecnologico di Segromigno presentazione della conferenza spettacolo “La plastica negli oceani e il capitano Nemo” di Rossano Ercolini a cui assisteranno alcune classi del Liceo Scientifico del Mugello. Conferenza aperta a tutti;
ore 16,30 presso il Polo Tecnologico del comune di Capannori incontro sul tema della plastica dei mari. Saluti del sindaco Luca Menesini. I bambini della classe quarta di Marlia leggeranno una lettera dai Club dell’Albatros ai Ministri degli esteri del G7 ed in seguito interventi del prefessore emerito della ST Lawrwnce University di New York Paul Connett e di Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e vincitore del Goldman Environmental Prize 2013 e di Mario Malinconico direttore del CNR di Pozzuoli sulle bioplastiche e sui nuovi materiali;
ore 21, presso la sala conferenze della Cassa di Risparmio di Lucca nel complesso di San Micheletto in Via Elisa
Incontro su “La scarsità delle materie prime, conflitti e Zero Waste per la Pace e la giustizia ambientale”. Intervengono: Paul Connett, Rossano Ercolini, Giorgio Del Ghingaro (sindaco di Viareggio) e Mario Malinconico.
Gli incontri, ad ingresso libero, sono organizzati da Zero Waste Europe, Zero Waste Italy, Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori ed Ambiente Futuro

fonte: http://www.zerowasteitaly.org