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New York ha trasformato la discarica di rifiuti più grande del mondo in un’oasi verde di piante native

Dopo la chiusura della discarica più grande del mondo, la Fresh Kills landfill, i funzionari e le organizzazioni no profit dello Stato di New York hanno facilitato una transizione che ha trasformato quello che era un enorme deposito di spazzatura in un’oasi verde per piante native.



Parliamo dell’ex discarica di Fresh Kills che una volta convogliava tutta la spazzatura di New York City, un luogo dagli odori pestilenziali e la cui vista, fatta di cumuli di rifiuti, si dice abbia raggiunto i 20 piani di altezza.

Ora quella discarica, ormai chiusa (dal 2001), è stata trasformata in un’immensa area verde, tre volte più grande di Central Park. Il desiderio di convertirla in un parco ha portato il Department of City Planning a ospitare un concorso internazionale di progettazione: il progetto per la creazione del più grande parco di New York City che è stato vinto dalla società Field Operations.

La conversione, come possiamo immaginare, non è stata facile e ha coinvolto oltre che tanta mano d’opera anche alcuni branchi di capre, introdotte nel 2012 per la loro capacità di ripristino ecologico.

Camion con milioni di tonnellate di terra ricca di ferro sono stati portati dal New Jersey per coprire i teli di plastica impermeabile che, a loro volta, isolavano e “coprivano” i cumuli di rifiuti, mentre i tubi di estrazione del metano convogliavano i fumi dei detriti sotterranei nelle case di Staten Island per alimentare il riscaldamento e le stufe.

Successivamente, sono stati piantati alberi e costruiti abbeveratoi di cemento per convogliare rapidamente l’acqua piovana lontano dalle colline dei rifiuti.

Il verde, che ora ricopre circa 150 milioni di tonnellate di spazzatura, è stato assicurato in tutta l’area grazie alla riscoperta di specie erbacee autoctone che forniscono anche l’habitat perfetto agli uccelli della zona.

Sono state proprio le erbe autoctone piantate a Freshkills ad attirare una popolazione sempre più numerosa di uccelli, inclusa la più grande colonia di passeri locustella nello Stato di New York.

Mancano ancora alcuni mesi alla riapertura ufficiale dell’area, il piano prevede tra l’altro un’apertura in più fasi: a partire dalla Fase 1 di North Park, in cui 21 acri saranno aperti al pubblico la prossima primavera, a quella finale in cui si potrà accedere a tutti i 2.200 acri del parco (entro il 2036).

Il sito web di Freshkills Park presenta alcune immagini che consentono di comprendere meglio la portata della trasformazione, lasciando la possibilità di immaginare cosa c’era prima. Potete farvi un’idea anche dal seguente video.




Una trasformazione lenta, difficile ma estremamente importante di un’area che viene in questo modo rivalutata e restituita ai cittadini.

Fonte: The New York Times


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Plastica, il sindaco di New York vieta la vendita di bottiglie monouso in città

Il sindaco di New York Bill de Blasio ha approvato l’ordine che prevede l’eliminazione di tutte le bottiglie di plastica monouso dalle proprietà della città, inclusi i luoghi pubblici come Central Park.













Il sindaco di New York Bill de Blasio ha firmato un ordine esecutivo che vieta la vendita di bottiglie di plastica monouso nelle proprietà della città e quelle in affitto. Il divieto inoltre impedisce inoltre alle agenzie cittadine di acquistare o vendere bevande confezionate in bottiglie di plastica monouso.
Attraverso l’ordine verranno eliminate circa un milione di bottiglie monouso che la città acquista ogni anno ma l’effetto potrebbe essere anche maggiore visto che la città possiede oltre 17,000 proprietà. Questo include anche i parchi della città e di conseguenza anche le due piste di pattinaggio della Trump Organization a Central Park e i campi da golf al Ferry Point Park nel Bronx.
“Prendi questo Trump” ha commentato il consigliere Ben Kallos, che ha presentato nel 2018 le due proposte di legge per fermare la vendita di bottiglie di plastica monouso. Kallos sta ancora facendo pressione affinché il consiglio municipale trasformi la proposta in legge, in caso un altro sindaco dopo de Blasio cercasse di ritirare l’ordine: “Possiamo cambiare quello che è considerato normale e aver un futuro più sostenibile. Non abbiamo scelta per via dell’emergenza climatica e possiamo mostrare a Trump il modo giusto di farlo”.
Nel 2017 Donald Trump ha rimosso il limite sulla vendita delle bottiglie d’acque di plastica nei parchi nazionali, entrato in vigore nel 2011. Tuttavia non ci sono stati commenti da parte presidente sull’ordine di de Blasio. Il divieto entrerà in vigore il 1° gennaio 2021 e sarà applicato per le bottiglie da 66 ml o inferiori. È però fondamentale considerare che l‘acqua del rubinetto di New York City è potabile, il che rende la transizione verso contenitori riutilizzabili più facile rispetto a luoghi come Flint, nel Michigan, dove l’acqua del rubinetto è stata collegata a problemi salutari dei residenti.


fonte: https://www.teleambiente.it

Un miliardo di ostriche per New York: ricreare un ecosistema scomparso contro il cambiamento climatico

















I ragazzi della generazione Greta di New York stanno prendendo parte a un grande progetto per recuperare le acque che circondano la città, con lo scopo di ripristinare gli ecosistemi, vivere in prima persona la biologia e dare vita a un circolo virtuoso che coinvolge anche molti ristoranti: vogliono arrivare a produrre un miliardo di ostriche entro il 2035. Del programma di One Billion Oysters parla il sito Civil Eats, che riferisce come siano ormai decine le scuole coinvolte, in numerosi e diversificati sottoprogetti.
La storia ha inizio nel 2012, quando lo spaventoso uragano Sally, spingendosi in zone fino a quel momento non interessate da fenomeni così estremi, colpisce la città di New York, compromettendo le acquacolture e distruggendo molte spiagge della zona (per esempio quelle di Coney Island e di Staten Island), e facendo emergere una vulnerabilità negli approvvigionamenti di cibo fino a quel momento mai sospettata, visto che gli allagamenti di alcuni dei grandi hub alimentari lasciano per giorni la città senza rifornimenti. Da quel momento si inizia a pensare a come recuperare queste ampie fasce costiere.
L’idea è quella di tornare al passato, visto che nel 1609, quando Henry Hudson per primo intravide il fiume che avrebbe preso il suo nome, si trovò a navigare su una barriera di ostriche estesa per ben 90 mila ettari, che diede nutrimento a numerose generazioni di coloni venuti dopo di lui. All’inizio del Novecento, tuttavia, la situazione era cambiata radicalmente, sia a causa dell’inquinamento crescente, sia per il dragaggio dei fondali, e si giunse al divieto di coltivare molluschi a fini alimentari. Solo nel 1972 fu varata una legge (il Clean Water Act appunto) volta a migliorare la qualità delle acque diventate tossiche e prive di vita.
Oggi si pensa di tornare a quelle barriere, perché le ostriche, oltre a essere dotate di un elevato potere nutrizionale e a non richiedere nutrimento da parte degli uomini, filtrando ognuna fino a 190 litri di acqua al giorno, riescono a esercitare un potente effetto depurante sui nitrati, che favoriscono le fioriture algali alla base delle “zone morte”, e molto altro come metalli, tossine e batteri, come accade nel Coney Island Creek, oggi inquinato quanto il New York Harbor cinquanta anni fa.  In più costituiscono un’efficace barriera anti-erosione e aiutano a ricostituire un ecosistema completo, perché attirano molte altre specie marine, che vi trovano riparo. Il circuito prevede che i ristoranti della zona si impegnino a tenere le conchiglie delle ostriche che comprano da tutti gli Stati Uniti e a donarle, in modo che possano servire per allevare le larve prima del trasferimento in mare. Oltre a tutto questo, i ragazzi coinvolti in prima persona imparano a conoscere il mare e ad averne cura, e stanno mostrando grande entusiasmo per il lavoro sul campo.
Finora, in base all’ultimo rapporto sono state messe a dimora 28 milioni di ostriche, e il numero cresce di continuo: l’obiettivo del miliardo potrebbe essere raggiunto prima del previsto.
Fonte immagini: One Billion Oysters
fonte: www.ilfattoalimentare.it

New York ridurrà la domanda di picco grazie a una super batteria


















A New York è stato avviato il più grande sistema di accumulo elettrico metropolitano, che consentirà di ottimizzare al meglio la gestione della rete e anche di fornire supporto duranti i picchi di richiesta elettrica.


Il sistema di batterie (da 4,8 MW / 16,4 MWh) è stato realizzato da Enel X e dalla società immobiliare Related Companies presso il Related's Gateway Center a East New York, Brooklyn. L'obiettivo è quello di supportare la rete locale della compagnia energetica di New York, Con Edison, nei momenti di elevata richiesta elettrica. Le batterie consentiranno di immagazzinare l'energia elettrica nei momenti più favorevoli, per poi rilasciarla nelle ore di punta.

Tali sistemi, come noto, comportano una serie di ulteriori vantaggi, riducendo ad esempio la necessità di realizzare nuove centrali elettriche e nuove linee di trasmissione. Senza contare l'effetto calmierante sul prezzo dell'energia elettrica, grazie alla riduzione della domanda di picco.

L'impianto appena inaugurato costituisce soltanto un primo tassello della strategia energetica annunciata dal governatore di New York Andrew M. Cuomo, che punta a realizzare 3.000 MW di accumuli entro il 2030 per rendere la rete elettrica locale più pulita, diversificata e resiliente. Anche per Enel X si tratta solo di un primo passo: l'azienda italiana, infatti, ha attualmente altri 16 progetti di storage nello stato di New York.
Riferimenti

New York City’s biggest: Enel X connects grid-scale battery storage in Brooklyn
la news su energy-storage.news




fonte: http://www.nextville.it/

New York City vieta i vassoietti e i contenitori di polistirolo per cibi

Polistirolo al bando anche a Chicago, Honolulu, Boston, Washington DC e in altre città Usa





















Con il primo gennaio a New York il salario minimo è di 15 dollari  all’ora, ma con il nuovo annoi nella Grande Mela, la città dello street food e degli hot dog,  è iniziato un altro grande cambiamento: come riferisce Nikita Richardson su  Grub Street, «E’ entrata in vigore anche un’altra importante normativa: il divieto a livello cittadino di contenitori monouso di schiuma plastica».
Il Foam Ban, come viene chiamata la nuova misura anti-polistirolo, lo aveva in realtà proposto per la primo nel 2013  Michael Bloomberg, l’ex sindaco conservatore (ma “ambientalista”) di New York e ha provato a metterlo in atto per la prima volta nel 2015 l’attuale sindaco progressista Bill de Blasio. Ma una coalizione di proprietari di ristoranti, produttori e riciclatori ha citato subito in giudizio la città, e un giudice aveva stabilito che l’Amministrazione cittadina di New York non aveva presentato sufficienti prove per dimostrare che i contenitori di polistirolo non possono essere riciclati. La stessa coalizione ha nuovamente denunciato nel 2017 l’Amministrazione de Blasio che aveva riproposto il bando del polistirolo monouso forte di un nuovo rapporto, ma nel giugno 2018 un giudice e ha messo fine alla disputa dando ragione all’amministrazione cittadina.
Il divieto riguarda i prodotti monouso in polistirolo espanso, con ’eccezioni per gli alimenti che sono stati confezionati prima di raggiungere i negozi e i ristoranti di New York, per i contenitori usati per conservare carne cruda, frutti di mare o pollame e per i proprietari di piccole imprese che possono dimostrare che l’acquisto di prodotti alternativi non in schiuma può creare loro  difficoltà finanziarie. Ma tutte le altre imprese hanno tempo fino al 30 giugno per esaurire i loro stock di polistirene se non lo faranno verranno multati fino a 1.000 dollari per ogni violazione.
New York ha messo al bando i contenitori in polistirene espanso (EPS) perché, «Non possono essere riciclati in un modo che sia economicamente sostenibile, ecologico e sicuro per i dipendenti come parte del City’s curbside recycling program».
I vassoietti e i contenitori in polistirolo che tutti noi ben conosciamo sono fatti perline di polipropilene polimerico che si espandono fino  50 volte la loro dimensione originale e secondo la Città di New York è proprio  questo processo a rende i prodotti EPS difficili da riciclare. Joe Biernacki, professore di ingegneria chimica alla Tennessee Tech University conferma in un intervista alla BBC: «Ogni volta che viene realizzata un vassoio o un piatto in EPS, quel che servono sono perle di polistirolo vergine»  Poi c’è il problema del polistirene che finisce in mare, dove viene inghiottito dagli animali con gravi impatti suli loro sistemi digestivi e sulla catena alimentare, tanto che alcuni esperti si preoccupano delle implicazioni sulla salute per gli esseri umani che mangiano pesci e delle altre creature marine che ingeriscono pezzetti di polistirolo espanso e altre microplastiche.
New York va quindi a unirsi a  diverse città che hanno vietato la produzione di schiuma di plastica, tra le quali Chicago, Honolulu, Boston e Washington DC, la capitale che questa settimana è diventata la seconda importante città degli Stati Uniti a proibire ai ristoranti e alle altre aziende di utilizzare cannucce di plastica, un altro prodotto monouso che è stato al centro delle campagne ambientaliste che puntano a ridurre i prodotti monouso che hanno un impatto negativo sull’ambiente.
fonte: www.greenreport.it

New York punta sul riciclo delle batterie al litio

SungEel MCC Americas utilizzerà i contributi elargiti dallo Stato di New York per realizzare un nuovo impianto di trattamento delle batterie al litio

















SungEel MCC Americas sta per inaugurare un nuovo impianto di trattamento delle batterie al litio con una capacità di 5 mila tonnellate di accumulatori l’anno. Azienda leader nel settore del riciclo, SungEel MCC Americas ha rivelato che il suo centro di riciclo delle batterie sorgerà a New York. L’impianto è in fase di costituzione presso l’Huron Campus, ex stabilimento IBM-Endicott.
Nell’Unione Europea circa la metà di tutte le batterie al litio di fine vita viene trattata. Negli Stati Uniti, il riciclo è fermo al 5 per cento. Da qui la mossa dell’azienda americana, che utilizzerà gli oltre 1,75 milioni di dollari in incentivi dallo Stato di New York e creerà più di 100 posti di lavoro nei settori della ricerca, dell’ingegneria e della produzione.
Inoltre, New York ha fatto “incredibili progressi” nella tecnologia di stoccaggio dell’energia negli ultimi anni. A dirlo è Danish Mir, presidente di SungEel MCC Americas e Chief Operating Officer di Metallica Commodities Corp. Mir ha dichiarato: “Siamo entusiasti di essere in prima linea nel riciclaggio delle batterie agli ioni di litio negli Stati Uniti e creare posti di lavoro di alta qualità, ecologici e verdi nel nostro stato di New York”.
Nel territorio del cosiddetto Southern Tier, la fascia di contee a sud dello stato di New York, ci sono aziende innovative che spingono verso nuovi utilizzi degli impianti esistenti, assicura Howard Zemsky, presidente e amministratore delegato di Empire State Development, l’organizzazione ombrello che riuniosce le due principali società di pubblica utilità che si occupano di sviluppo economico per lo stato di New York.  Zemsky è fiducioso che l’avventura verso le nuove frontiere del riciclo supporterà la fornitura di un prodotto molto richiesto e espanderà nella regione la nascente industria dello storage di energia.

fonte:www.rinnovabili.it

Raccolta differenziata: a New York organico al 400% grazie all’Italia

















Una raccolta differenziata dell’umido cresciuta fino al 400%. Questo il bilancio che il CIC ha tracciato dopo l’esperienza vissuta negli Stati Uniti, più precisamente a New York (Stuyvesant, Manhattan), dove la contribuzione di materiali dei cittadini è risultata 4 volte quella registrata prima della campagna svolta dal Consorzio Italiano Compostatori.


Gli esperti italiani del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) hanno puntato a incrementare qualità e quantità dei rifiuti organici raccolti attraverso l’introduzione di strumenti e informazioni volti a coinvolgere i cittadini. La presentazione dei risultati è avvenuta in corrispondenza della settimana della consapevolezza del compost (ICAW), organizzata dai compostatori statunitensi.


Il progetto è stato realizzato nel complesso di Stuyvesant, a Manhattan, per l’interessamento complessivo di 25 mila abitanti. Si è puntato in particolare alla maggiore sensibilizzazione di circa 600 famiglie, con ottimi risultati secondo quanto ha affermato Michele Giavini, esperto del CIC che ha coordinato il progetto: "Secondo le nostre stime, prima della prova solo un 10-15% dell’organico prodotto nella zona oggetto interessata dallo studio veniva depositato correttamente dai cittadini nel bidone marrone."

Con la sperimentazione abbiamo introdotto nuovi elementi come la fornitura agevolata di sacchetti compostabili ed un bidone di raccolta più prossimo alla propria abitazione: in questo modo l’intercettazione del rifiuto è aumentata di circa 4 volte arrivando a un 60-70% del potenziale, e mantenendo un livello di qualità molto alto degli scarti di cucina raccolti.


Italia in primo piano nel settore e pronta a esportare il proprio modello di successo all’estero. Anche negli USA, dove la raccolta dell’organico è attivo in appena 320 Comuni (perlopiù in California), per l’interessamento di 4-5 milioni su 325 milioni totali. Secondo quanto dichiarato in conclusione da Massimo Centemero, direttore CIC e vice presidente ECN (European Compost Network): "Nell’ambito della raccolta dell’umido l’Italia ha molto da insegnare all’estero: in Europa siamo pronti a recepire le nuove norme del Pacchetto sulla Circular Economy, siamo lo stato più avanzato anche rispetto alla Germania."

Abbiamo visto come anche negli Stati Uniti il modello nato in Italia e basato su un sistema comodo ed efficace, a partire dalla cucina fino al punto di raccolta, è quello che permette la migliore partecipazione del cittadino.

Numeri che adesso non potranno che aumentare, anche grazie all’approvazione da parte del Parlamento Europeo del pacchetto sull’Economia Circolare che prevede l’obbligo dal 2023 della raccolta differenziata del rifiuto organico (“bio-waste”) per produrre compost di qualità e riportare la sostanza organica nel suolo.


fonte: http://www.greenstyle.it

Il recupero della carta negli Stati Uniti è ai massimi storici

La quota di recupero è cresciuta di oltre un punto percentuale nel 2015 rispetto all’anno precedente
Risultati immagini per Il recupero della carta negli Stati Uniti è ai massimi storici

Secondo i dati della American Forest & Paper Association (AF & PA), lo scorso anno a livello nazionale sono state recuperate circa 52 milioni di tonnellate di carta. L'associazione stima che il tasso globale di recupero di carta abbia toccato il livello più alto: 66,8%, un dato superiore al 65,4% del 2014. AF & PA rileva che l’aumento nel recupero sia dovuto alla crescita delle infrastrutture di riciclaggio per la carta e cartone del paese.  La produzione complessiva di carta negli Stati Uniti è scesa leggermente nel 2015 a poco meno di 78 milioni di tonnellate, con una diminuzione di circa il 25% rispetto al 1999.

fonte: http://esper.it

Il festival con cibo gratis per 5mila persone realizzato solo con gli scarti alimentari


food festival new york

Distribuire cibo gratis per lottare contro gli sprechi alimentari. A New York lo scorso 10 maggio il Free Food Festival ha avuto un successo straordinario. L’organizzazione Feedback - Feeding the 5000 NYC ha dato vita all’evento presso lo Union Square Park di Manhattan.
Migliaia di persone hanno potuto consumare un pasto gratis preparato con prodotti di alta qualità che altrimenti sarebbero finiti nei rifiuti come sprechi alimentari. Altri 5000 pasti sono stati trasportati alle mense della città per aiutare i bisognosi.
La distribuzione di pasti gratis è stata accompagnata da numerosi interventi dedicati al tema degli sprechi alimentari, in un programma molto fitto che ha coperto tutta la giornata con l’intento di sensibilizzare ad un tema molto sentito: ridurre gli sprechi alimentari e ridistribuire il cibo in modo che anche chi non può permettersi di fare la spesa possa avere a disposizione qualcosa da mangiare.
Gli ingredienti utilizzati per la preparazione dei pasti corrispondevano al surplus della grande distribuzione, con particolare riferimento alla frutta e alla verdura. Sono stati offerti anche dei biscotti preparati con la farina di mandorle come prodotto di scarto della produzione di olio di mandorle. Un gruppo di chef ha organizzato degli show-cooking utilizzando prodotti ancora freschi e commestibili che rischiavano però di essere gettati via nei supermercati.
Altri festival di questo tipo stanno prendendo piede in tutto il mondo e si sono già svolti, ad esempio, a Parigi e ad Amsterdam. Si tratta di iniziative che ci ricordano di non sprecare mai il cibo, nemmeno nelle nostre case.
Spesso le parti delle verdure che consideriamo di scarto possono essere riutilizzate, ad esempio per preparare zuppe e salse o per il dado fatto in casa o semplicemente come ingrediente da aggiungere alle insalate.
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Sono tanti gli interventi che la società può mettere in atto per ridurre gli sprechi alimentari e la distribuzione di pasti gratis è tra le iniziative che ci piacciono di più insieme alla nascita dei frigoriferi solidali che in Spagna, Argentina, India e Brasile stanno favorendo l’accesso al cibo delle persone in difficoltà.
La speranza è che in Italia ora diventi sempre più semplice per aziende, supermercati, mense e ristoranti raccogliere gli scarti alimentari e i pasti avanzati in modo che possano essere donati in beneficenza.

fonte: www.greenme.it

New York: il successo del piano ‘Rifiuti Zero

Il piano, introdotto a febbraio dal sindaco Bill de Blasio, sta facendo risparmiare tonnellate di rifiuti





L’ufficio del sindaco di New York ha annunciato che più di 30 aziende newyorkesi, tra cui Whole Foods Market, ABC di Walt Disney e Anheuser Busch, hanno deciso di aderire al piano per tagliare la spazzatura, il cosiddetto ‘Zero Waste‘ (Rifiuti Zero), parte di un ambizioso obiettivo del sindaco Bill de Blasio. Il piano, introdotto a febbraio, è di vasta portata e prevede di ridurre la produzione di rifiuti della città del 90% entro il 2030, attraverso un maggiore riciclaggio, imballaggio ridotto e compostaggio. La sfida richiede anche l’intervento delle imprese che regolarmente distribuiscono avanzi di cibo commestibile a organizzazioni di raccolta come il City Harvest, rivolta senzatetto.
I partecipanti alla sfida, in questi mesi, hanno già ridotto il 60 per cento dei propri rifiuti, in media, utilizzando strategie grazie alle quali quasi 13 mila tonnellate di rifiuti sono stati risparmiati. Al piano, inoltre, hanno aderito: ‘Citi Field’ e ‘Barclays Center’, rispettivamente la casa della squadra di baseball dei New York Mets e la casa della squadra di basket Brooklyn Nets; alberghi di lusso come ‘The Peninsula’ e ‘The Waldorf Astoria'; ristoranti di fascia alta come ‘Le Bernardin'; e il sito ‘Etsy Inc’.
Intanto, anche Los Angeles ha annunciato un piano simile per ridurre i rifiuti del 90 per cento entro il 2025.



fonte: http://www.lindro.it