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Fiori dalle cicche di sigaretta a Capannori: seminate le prime piante

Entra nel vivo il progetto ‘Focus’ che trasforma uno dei rifiuti più dannosi in substrato per piante ornamentali. Capofila l’Università di Pisa.










CAPANNORI (Lu) – Dopo un anno di prove e analisi di laboratorio finalmente sono state seminate le prime piante: lavanda, salvia, rosmarino, oleandro e pungitopo.
Entra nel vivo il progetto ‘Focus’ (Filter of Cigarettes reUse Safely) che dà nuova vita ai micidiali mozziconi di sigaretta trasformandoli in substrato inerte per la coltivazione di piante ornamentali e arbusti. Una sperimentazione del genere non poteva partire che da Capannori, la capitale italiana della Strategia Rifiuti Zero.

Il progetto è promosso dal Centro Interdipartimentale “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa (capofila) in collaborazione con il Comune di Capannori, il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa e Ascit servizi ambientali, con il cofinanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.


Da sinistra, Lorenzo Guglielminetti dell’Università di Pisa, l’assessore Giordano Del Chiaro e il sindaco Luca Menesini.

Un primo quantitativo di mozziconi di sigaretta raccolti a Capannori, grazie agli appositi contenitori trasparenti che il Comune ha collocato in alcuni punti strategici, è approdato in laboratorio ed è stato utilizzato per ricavare tre lotti di substrato inerte. Sono state seminate 5 specie di piante: lavanda, salvia, rosmarino, oleandro e pungitopo. Per il mese di novembre saranno pronte circa 4 piante per ciascuna specie, quindi in totale 20, che saranno messe a dimora in un’aiuola o in uno spazio pubblico del territorio comunale.

Il progetto Focus prevede infatti che grazie a un’innovativa procedura i mozziconi di sigaretta da rifiuto altamente inquinante vengano trasformati in substrato inerte, cioè una base biodegradabile per la coltivazione di piante ornamentali e arbusti. E poiché nell’economia circolare non si butta via niente, dai residui della lavorazione dei mozziconi, usando particolari alghe, si otterrà una biomassa per la produzione di biocarburanti.

Piccoli ma altamente inquinanti, in quanto non sono biodegradabili, i mozziconi di sigaretta rappresentano tra il 22% e il 36% di tutti i rifiuti visibili. Ogni anno circa un milione di tonnellate finiscono nell’ambiente.
“Finalmente sono state seminate le prime specie ornamentali – dichiara il professor Lorenzo Guglielminetti dell’Università di Pisa, coordinatore del progetto -. Nel giro di alcune settimane avremo le piantine che passeranno dai semenzai ai vasi biodegradabili che contengono il substrato sperimentale e che saranno poi utilizzati per la piantumazione finale. Questo rappresenta un momento importante, il passaggio da un’innovazione sperimentale a un’applicazione tangibile e presto fruibile dai cittadini”.

fonte: www.toscanachiantiambiente.it


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Indagine Beach Litter: 654 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia

Sulle spiagge italiane troppa plastica, guanti e mascherine usa e getta, cicche di sigarette e rifiuti edili




Il bilancio dell’indagine Beach Litter 2020, condotta dai Circoli di Legambiente, realizzata grazie al contributo di E.ON e Novamont e raccontata da Goletta Verde, è tutt’altro che incoraggiante: «Rifiuti a ogni passo: 654 quelli rinvenuti, in media, ogni cento metri percorsi lungo le spiagge monitorate da Legambiente. Dagli intramontabili mozziconi di sigaretta a contenitori per bevande e alimenti e stoviglie in plastica usa e getta, dal materiale da costruzione ai “nuovi arrivati” come guanti e mascherine, i cumuli di spazzatura trovati sono frutto d’incuria, maleducazione, mancata depurazione e cattiva gestione dei rifiuti sulla terraferma che, attraverso corsi d’acqua e scarichi, arrivano in mare e sui litorali».

Iniziata nel 2014 sulle spiagge del Mediterraneo, l’indagine Beach Litter di Legambiente rappresenta una delle più grandi esperienze di citizen science a livello internazionale. Il protocollo utilizzato è sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo.

I volontari di Legambiente, protagonisti della prima attività associativa nazionale in presenza organizzata nel post-lockdown hanno monitorato 43 le spiagge – 1 in Basilicata; 2 in Calabria; 10 in Campania; 2 in Emilia-Romagna; 2 in Friuli Venezia Giulia; 3 nel Lazio; 1 in Liguria; 1 nelle Marche; 5 in Puglia; 8 in Sardegna; 4o in Sicilia; 3 in Veneto; 1 in Umbria (sul lago Trasimeno) – per un totale di 28.137 rifiuti censiti in un’area di 189.000 m2 e dicono che «Su circa la metà delle spiagge campionate, la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti, mentre in una spiaggia su tre sono stati rinvenuti guanti, mascherine e altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria. Sebbene il numero di rifiuti rilevati sia in lieve calo rispetto allo scorso anno – complice il sostanziale stop di ogni attività durante il lockdown – il Covid-19 rischia di rendere meno efficaci i passi avanti fatti proprio nella riduzione della plastica e dell’usa e getta».

Legambiente spiega che «Complessivamente l’80% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge nel 2020 è in plastica, la quale si attesta al primo posto tra i materiali censiti, seguita da vetro/ceramica (10%), metallo (3%), carta/cartone (2%), gomma (2%), legno lavorato (1%). Il restante 2% è costituito da altri materiali. A farla da padrone per i polimeri artificiali sono per lo più frammenti di plastica e polistirolo con dimensioni comprese tra 2,5 e 50 cm, mozziconi di sigaretta, tappi e coperchi per bevande. Vetro e ceramica si ritrovano soprattutto in forma di frammenti e di materiale da costruzione come tegole, mattonelle, calcinacci».

Il Cigno Verde definisce «Allarmante la quantità elevata, e in alcuni casi incalcolabile, di materiale da costruzione rinvenuta sulle spiagge del Baraccone a Bari, del Caterpillar a Salerno e di Romagnolo a Palermo, diventate vere e proprie discariche abusive. Il metallo è rappresentato soprattutto da lattine, tappi e linguette, mentre carta e cartone si ritrovano in frammenti, ma in misura importante anche come pacchetti di sigarette».

La principale fonte di questi rifiuti è classificabile come indefinita, frammenti che non possono cioè essere associati a oggetti o riconosciuti (40%), seguita da fonti varie (20%), dagli imballaggi, non solo per alimenti e in vari materiali (15%), e dai rifiuti derivanti da abitudini dei fumatori, principalmente mozziconi di sigaretta, ma anche accendini, pacchetti di sigarette e loro imballaggi (15%). Chiudono la lista, i rifiuti legati al consumo di cibo, come stoviglie, tappi, cannucce (10%). Oltre la metà (il 67%) dei rifiuti registrati è costituita da sole dieci tipologie di oggetto.

Legambiente ha anche fatto la top ten dei rifiuti in spiaggia: tra le prime dieci tipologie di oggetti rinvenuti nel monitoraggio di Legambiente troviamo, in ordine di classifica, pezzi di plastica (14%); mozziconi di sigaretta (14%); pezzi di polistirolo (12%); tappi e coperchi (7%); materiale da costruzione (5%), tra cui calcinacci e mattonelle, tubi di silicone e materiale isolante; pezzi di vetro o ceramica non identificabili (4%); bottiglie e contenitori di bevande (3%); stoviglie usa e getta, tra cui bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica (3%); cotton fioc in plastica (3%); buste, sacchetti e manici (2%).

Da Beach Litter 2020 viene fuori che «Il 42% di tutti i rifiuti monitorati da Legambiente riguarda i prodotti usa e getta al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso. Tra questi, le bottiglie e i contenitori di bevande (inclusi tappi e anelli), ritrovati in più di 3 mila pezzi da Legambiente; i mozziconi di sigaretta (onnipresenti sulle spiagge europee), rinvenuti con una media di uno a ogni passo; le reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica, per il 28% calze per la coltivazione dei mitili; i contenitori per alimenti e i bicchieri in plastica, che rappresentano rispettivamente il 49% e il 26% dei rifiuti derivanti da consumo di cibi da asporto censiti da Legambiente, ma per i quali attualmente è stato posto solo un obiettivo di riduzione nel consumo; i cotton fioc in plastica, anch’essi ritrovati con una media di uno per ogni passo sulla sabbia. Al centro di una recente battaglia di Legambiente che ha contribuito alla loro messa bando in Italia dal gennaio 2019 (in anticipo sul divieto di commercializzazione contenuto nella proposta della direttiva Ue), i bastoncini cotonati sono anche simbolo della cattiva abitudine di buttare i rifiuti nel wc e della mala depurazione per cui ciò che viene gettato negli scarichi di casa arriva a inquinare l’ambiente marino».

La direttiva Ue (Single Use Plastics), si concentra su 10 prodotti in plastica monouso e sulle reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura, in quanto tutti insieme rappresentano il 70% dei rifiuti maggiormente rilevati sulle spiagge europee. Il testo propone che il divieto di utilizzo (a partire dal 2021) dei prodotti per i quali esistono alternative (posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini) venga esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile e ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso. Per i prodotti monouso per cui, invece, non ci sono alternative, gli Stati membri dovranno mettere a punto misure per ridurne significativamente l’utilizzo, mentre per altri sono stati definiti obiettivi di riciclo, raccolta e revisione della progettazione del prodotto.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, evidenzia che «Quasi la metà dei rifiuti monitorati riguarda proprio i prodotti al centro della direttiva europea sulla plastica monouso: anche alla luce di questi risultati l’Italia deve recepirla prima della scadenza del luglio 2021 –Dopo la messa al bando dei cotton fioc non biodegradabili e delle microplastiche nei cosmetici, cui abbiamo contribuito con le nostre instancabili denunce, diverse delibere comunali hanno anticipato il bando delle stoviglie usa e getta, mentre intere catene di supermercati ne hanno abolito la vendita: non possiamo vanificare gli sforzi fatti verso l’adeguamento alla direttiva, che vieterà alcuni prodotti monouso sul territorio nazionale e indicherà forti limitazioni e la responsabilità estesa dei produttori ad altri prodotti. Alla luce dell’ipotesi di varare una tassa europea sulla plastica per cofinanziare il Recovery Fund, ribadiamo la nostra richiesta di non prorogare ulteriormente, oltre l’1 gennaio 2021, l’avvio della plastic tax varata con la legge di bilancio a dicembre. Si deve poi arrivare, al più presto, all’approvazione della legge SalvaMare che consentirebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti pescati accidentalmente: il disegno di legge, approvato a ottobre alla Camera, è completamente fermo al Senato, in Commissione ambiente, sottraendo tempo prezioso al recupero dei rifiuti affondati, il 70% di quelli che finiscono in mare, con danni alla biodiversità e all’economia della pesca. Servono passi avanti nella leadership normativa in contrasto al marine litter. Importante includere anche i bicchieri di plastica nel bando nazionale, che la direttiva europea prevede solo di limitare, e consentire l’uso di oggetti sostitutivi fatti con materiali biodegradabili e compostabili non derivanti dal petrolio, così da potenziare la filiera del compostaggio dei rifiuti organici in cui l’Italia è leader in Europa. Misure utili ad accompagnare la transizione».

Legambiente ricorda che «Per combattere l’emergenza globale dei rifiuti in mare, occorrono leggi e indirizzi dei Governi, la riconversione industriale verso l’economia circolare, ma anche l’impegno di cittadini e consumatori nel prevenire la produzione di rifiuti. Pertanto, l’associazione sollecita a non disperdere nell’ambiente oggetti inquinanti di quotidiano utilizzo e smaltirli correttamente. L’emergenza Covid-19, in particolare, sta alimentando il falso mito che dall’utilizzo di dispositivi usa e getta derivi una migliore prevenzione del contagio, nonostante non vi siano motivazioni scientifiche o epidemiologiche a supporto». Per questo il Cigno Verde invita a scegliere, ad esempio, mascherine lavabili e riutilizzabili per preservare risorse e ambiente in modo decisivo e chiede ai cittadini partecipare alla sfida social dell’estate, la #GolettaChallenge: a chi aderirà sarà chiesto di ripulire dai rifiuti un pezzetto di spiaggia e di condividere la foto sui social, sfidando tre o più amici a fare altrettanto e includendo nel post il tag di Legambiente e l’hashtag #GolettaChallenge»,

Di fronte alle illegalità sempre in agguato, Legambiente punta a non abbassare la guardia: «Come dimostra l’episodio di dispersione in mare di oltre 130 milioni di filtri provenienti dal depuratore di Capaccio-Paestum che nel 2018 hanno inquinato tutto il Mar Tirreno, con ritrovamenti persino in Francia e Spagna. Da subito l’associazione ha denunciato la vicenda, chiedendo venisse applicata la legge sugli ecoreati e intraprendendo un’azione di pulizia straordinaria delle spiagge: adesso, arriva la notizia dell’inizio del procedimento penale in cui Legambiente Campania è stata riconosciuta come persona offesa e che a ottobre vedrà sul banco degli imputati i dirigenti della multinazionale Veolia Water Technologies, funzionari del Comune di Capaccio e tecnici. Sono accusati di avere prodotto l’esondazione dei reflui dall’impianto, con conseguente dispersione in mare dei dischetti, tramite una condotta “abusiva negligente, imperita e imprudente, commissiva e omissiva”».

fonte: www.greenreport.it


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Riciclo: montature per occhiali dai mozziconi di sigaretta















Dai mozziconi di sigaretta si potranno ottenere delle montature per occhiali. Il progetto si chiama “Rinasce” ed è frutto della collaborazione tra AzzeroCO2 e il CNR. Un rifiuto che rappresenta spesso un problema per mari e spiagge, oltre che per le città o le aree naturali di terraferma, attraverso un processo può diventare una materia prima seconda e quindi riutilizzato per la produzione di un oggetto utile.

Il progetto per la trasformazione dei mozziconi di sigaretta in occhiali ha ricevuto il co-finanziamento della Regione Lazio, erogato nell’ambito dell’avviso “Circular economy e energia” – POR Lazio FESR 2014-2020. Nello specifico il processo a cui sono sottoposti questi rifiuti permette di recuperare l’acetato di cellulosa in essi contenuto, la parte plastica del filtro.

Grazie al supporto operativo della Gibaplast e della Essequadro è possibile trasformare 1000 mozziconi di sigaretta, questo il quantitativo richiesto, in una montatura per occhiali.

Al momento è stato prodotto un primo modello di prova, ma nei prossimi mesi dovrebbero essere realizzate montature in diverse forme e colori.

fonte: www.greenstyle.it

Striscia la Notizia lancia la campagna “No mozziconi a terra”

A quasi due mesi dal lancio della campagna “No mozziconi a terra” contro il diffuso malcostume di gettare per strada uno dei rifiuti più inquinanti al mondo, sono già 35 i comuni italiani (da Nord a Sud) che hanno aderito alla campagna nazionale di Striscia la notizia.

Firmare un accordo

La campagna nasce da un’idea di a Max Laudadio che, insieme a tutti gli inviati del Tg satirico di Antonio Ricci, sta chiedendo a tutti i Sindaci dei Comuni d’Italia di firmare un accordo che li impegni ufficialmente ad applicare la normativa, già in vigore dal 2016 (legge 28 dicembre 2015, n. 221, art. 40) che prevede una multa dai 60 ai 300 euro per i trasgressori, ma che quasi nessun comune fa rispettare.


Un gesto ormai automatico, per la maggior parte dei fumatori, quello di lanciare il mozzicone fuori dal finestrino delle auto o a terra come se l’ambiente fosse un grande cestino, senza rendersi conto che i mozziconi di sigarette una delle principali cause di inquinamento da plastica nel mondo perché contengono oltre 4000 sostanze tossiche.
Si tratta di materiali altamente cancerogeni che, se non correttamente smaltiti, finiscono inevitabilmente per contaminare il suolo e, quindi, la catena alimentare. Sono stati, infatti, anche analizzati gli effetti sulla vegetazione rivelando che la presenza di filtri di sigarette nel terreno riduce il successo della germinazione dei semi e dello sviluppo delle piante.

Iniziative contro il littering

Da non sottovalutare anche il fatto che buttare mozziconi a terra non fa che alimentare il littering e che tutto, inevitabilmente, arriva poi a inquinare i nostri mari. Fortunatamente, in Italia sono tantissimi gli eventi organizzati per contrastare questo fenomeno, come ad esempio il nostro Keep Clean and Run, il plogging più lungo d’Italia.

Se proprio non si riesce a smettere di fumare almeno si può evitare di buttare la cicca per terra!




fonte: www.envi.info

Lotta al mozzicone: posacenere e drink gratuiti a Firenze

IL PREMIO - RECIPIENTI PER LA CENERE A DOMICILIO, CONTRO I TAPPETI DI SIGARETTE LASCIATE IN STRADA. IN RIVA ALL’ARNO LA RICOMPENSA VINCE SUL CASTIGO: 80 MILA FUMATORI RICEVERANNO UN REGALO




La “c” è aspirata ma il risultato non cambia. A Firenze, come in altre città d’Italia, i mozziconi (o “mozzihoni”) di sigaretta stanno diventando un problema soprattutto con l’invasione estiva di turisti per le vie del centro. E per questo il Comune ha deciso di correre ai ripari. Ma, a differenza di altre città, non con le sanzioni per gli incivili che gettano i filtri per le vie più belle del centro: quelle ci sono già da tempo.

La strategia è diversa e innovativa: a fine agosto agli 80 mila fumatori fiorentini (12/13 sigarette al giorno è la media cittadina) saranno consegnati altrettanti posacenere portatili così da non inquinare e non creare la tentazione di gettare il mozzicone per strada in mancanza di cestini che lo includano. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi da parte dell’assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio, Alessia Bettini, rispondendo ad un’interrogazione in consiglio comunale: “Non possiamo mettere un cestino con un posacenere ad ogni angolo della città – ha spiegato – perché ha dei costi e non è possibile farlo”. E allora? A fine agosto il Comune organizzerà una giornata in cui gli studenti delle università americane cittadine e gli “Angeli del Bello” (il movimento di volontari per il decoro e la cura di Firenze) consegneranno ai fumatori fiorentini i posacenere portatili. Lo stesso farà nelle prossime settimane Alia, la municipalizzata del Comune che si occupa di raccolta dei rifiuti. “Il tema è chiedere ai fumatori che non smettono di fumare di munirsi di un posacenere – conclude Bettini – e noi li regalaremo. Poi ovviamente aumenteremo anche le sanzioni per chi continuerà a gettare i mozziconi per strada”. Ma Palazzo Vecchio non si sta muovendo solo in questa direzione, per combattere l’abbandono di sigarette per strada: presto il Comune incontrerà i responsabili dei locali della movida (e non solo) per incentivare il mantenimento del decoro urbano legato al fumo.

L’idea è quella di ottenere un impegno serio da parte dei locali cittadini: questi dovranno offrire un drink analcolico ai clienti che raccolgono in un bicchiere i mozziconi abbandonati per strada. La campagna del Comune di Firenze contro i mozziconi di sigarette è il risultato di una nuova consapevolezza emersa negli ultimi mesi, soprattutto da quando (un anno fa) il rapporto di Nbc News ha messo in evidenza come i filtri dei 5,6 mila miliardi di sigarette prodotte ogni anno nel mondo impieghino dai dieci anni in su per decomporsi (sono fatti di acetato di cellulosa).

La battaglia contro i mozziconi abbandonati per strada del Comune di Firenze segue quella relativa al verde pubblico: negli ultimi cinque anni in città sono stati piantati 13mila nuovi alberi e nati nove tra nuovi parchi e giardini. Per “avvicinare i fiorentini ai loro alberi” Palazzo Vecchio ha deciso anche di dedicare, con una targhetta, le piante cittadine a chi si ama o a una persona cara.

fonte: www.ilfattoquotidiano.it


Polistirolo: Maine primo Stato USA a vietarlo nei contenitori alimentari

Approvata la legge che sancisce lo stop allo styrofoam per il packaging alimentare nello stato del Maine a partire dal 1 gennaio 2020


















Janet Mills, Governatrice dello stato del Maine, nella giornata di martedì 30 aprile ha firmato una legge che vieta prodotti interamente o parzialmente realizzati in Styrofoam, la schiuma di polistirolo espanso, per il trasporto di cibi o bevandeLa legge entrerà in vigore il 1° gennaio 2020 e impone il divieto di vendita e distribuzione alle aziende del settore della ristorazione del packaging monouso a base di questo polimero.
Stando a quanto si legge nel decreto LD 289 firmato dalla Governatrice, e sostenuto da Stanley Zeigler, si tratta di un atto «per vietare l’uso di alcuni contenitori in polistirolo riservati al servizio alimentare»Alcune strutture saranno, tuttavia, esenti dal provvedimento, come gli ospedali e i venditori di prodotti ittici.

«I contenitori alimentari in styrofoam – continua il comunicato stampa – contribuiscono in modo significativo all’inquinamento ambientale delle materie plastiche: grazie al loro peso ridotto, sono facilmente soffiati via dal vento durante i processi di gestione dei rifiuti».
Le città del Maine che ne hanno già vietato l’uso sono 14 e altre due stanno per legiferare in tal senso: «il polistirolo non può essere riciclato: mentre il caffè contenuto all’interno della tazza di polistirolo usa e getta può avere una fine, il contenitore non lo avrà», ha riportato l’ufficio stampa della Governatrice Mills. Tutti coloro che non rispetteranno le nuove disposizioni in materia possono essere sanzionati fino a 100$ di multa.
Felicitazioni per l’approvazione della legge anche da Sarah Lakeman, del Consiglio delle risorse naturali dello Stato del Maine e direttrice del progetto ‘Maine Sostenibile: «Dobbiamo fare tutto il possibile per limitare l’utilizzo delle plastiche monouso a partire dall’eliminazione del polistirolo come contenitore alimentare».

Non solo polistirolo: il Maine vieta anche le sigarette elettroniche

Parallelamente alla legge LD 289 che sancisce lo stop ai contenitori usa e getta fabbricati in polistirene espanso, la Governatrice ha firmato anche la legge LD 152 che «vieta il possesso e l’uso di dispositivi di fumo elettronico nelle scuole, negli scuolabus e in qualsiasi ambiente o evento scolastico»«La sigaretta elettronica rappresenta un danno per il benessere dei nostri figli e una minaccia per la salute di tutti i bambini del Maine», ha dichiarato la Governatrice. Stando al rapporto presentato a supporto della legge, nel 2018 (dati del National Youth Tobacco Monitoring the Future) il consumo di sigarette elettroniche è aumentato esponenzialmente e molto rapidamente: il 37,3% dei ragazzi di 12 anni hanno dichiarato di svapareregolarmente negli ultimi 12 mesi.

fonte: www.rinnovabili.it

Il Parlamento europeo vieta la plastica monouso a partire dal 2021

Stoviglie e posate in plastica, cotton-fioc, bastoncini, cannucce e contenitori di polistirolo saranno vietati; ma la normativa prevede anche misure per il riciclo di bottigliette e chiama i produttori a prendere parte nei processi di recupero.


















Con 560 voti a favore, 35 contrari e 28 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva che vieta l’uso e la vendita di 10 prodotti in plastica monouso a partire dal 2021. Il bando si applica a posate e piatti in plastica, agitatori per bevande, cannucce, bastoni per palloncini, bastoncini di cotone (i comuni cotton-fioc), le plastiche ossi-degradabili, i contenitori di alimenti e le tazze in polistirolo espanso.

Secondo uno studio commissionato dall’Ue, il vecchio continente produce circa 26 milioni di tonnellate di plastica ogni anno; di queste, solo il 30% è riciclabile mentre tra le 150 e le 500 mila tonnellate finiscono in mare. Ancora, secondo la ricerca, l’80-85% dei rifiuti presenti sulle coste europee è composto da plastica di cui la maggior parte monouso.

La nuova direttiva punta anche al riciclo delle bottiglie in plastica: entro il 2025 i produttori dovranno mettere in commercio bottigliette con almeno il 25% di contenuto riciclato, percentuale che dovrà salire al 30% entro il 2030. Allo stesso tempo, gli Stati membri sono chiamati a raggiungere il 77% di tasso di riciclo delle bottiglie in plastica entro il 2025 e il 90% entro il 2029, introducendo anche sistemi di cauzione-deposito. Nel testo si introduce anche l’obbligo, a partire dal 2024, che il tappo sia attaccato alla bottiglia per evitare che si perda con facilità. Previsti anche sussidi per il settore industriale in modo da favorire la ricerca e l’adozione di produzioni meno inquinanti.

La normativa europea introduce poi una maggiore responsabilità dei produttori di tabacco, che saranno chiamati direttamente in causa per quanto riguarda il recupero e il riciclo di filtri e mozziconi di sigarette; così come per i produttori di attrezzature da pesca sulle cui spalle “peseranno” i costi della raccolta di reti perse in mare.

Parte della direttiva approvata dal Parlamento europeo introduce, infine, misure di sensibilizzazione dei consumatori: nel packaging di prodotti come bicchieri monouso, salviette umidificate, tovaglioli sanitari e sigarette con filtri in plastica verranno inserite nuove etichettature informative dell’impatto della dispersione in ambiente.
  
“Questa norma ridurrà il danno ambientale di 22 miliardi di euro ovvero il costo stimato dell’inquinamento da plastica in Europa di qui al 2030″, ha affermato la relatrice del provvedimento, Frèdèrique Ries.

Soddisfazione da parte del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Voto storico al parlamento europeo: il cammino per arrivare allo stop della plastica monouso in Ue è realtà – ha scritto in un comunicato il Ministro – Appena l’iter formale sarà concluso, orientativamente a fine aprile, ci attiveremo immediatamente per il recepimento della direttiva in Italia. Adesso è nostro compito valutare con attenzione i parametri imposti dalla Direttiva Europea e applicarla nel più breve tempo possibile. La plastica monouso è dannosa, va abolita e messa al bando senza esitazione”.

Parzialmente soddisfatte le sigle ambientaliste: secondo Giuseppe Ungherese, portavoce di Greenpeace Italia, la direttiva è un primo segnale, ma bisognerebbe introdurre misure vincolanti per gli Stati membri nel ridurre il consumo di plastica monouso, raggiungere da subito l’obiettivo del 90% di riciclo di bottiglie in PET oltre che sostituire con plastica biodegradabile e compostabile gli oggetti in plastica tradizionale.

fonte: www.rinnovabili.it