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Facciamo Circolare, la prima survey nazionale sulle buone pratiche di sensibilizzazione dei cittadini sull’economia circolare

 

ISPRA, in convenzione con il MISE – Ministero dello sviluppo economico e in collaborazione con ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, lancia la prima survey nazionale sulle buone pratiche di sensibilizzazione dei cittadini sull’economia circolare. La survey è il primo passo della campagna che vede coinvolti i tre enti in azioni di informazione, comunicazione, sensibilizzazione e formazione rivolte ad imprese, associazioni, media, scuole, cittadini e consumatori.

Possono partecipare e promuovere la loro buona pratica tutti i soggetti che hanno realizzato azioni concrete di sensibilizzazione dei cittadini e dei consumatori.
Nella scheda trovate tutte le informazioni utili.

fonte: www.snpambiente.it


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Ue: Mise,da progetto su batterie investimento per 1 miliardo

 

Al secondo importante progetto di interesse comune europeo (Ipcei) sulle batterie, che ha ottenuto il via libera dalla Commissione europea, l'Italia partecipa con 12 imprese e 2 centri di ricerca per un investimento di oltre 1 miliardo di euro. Lo sottolinea il Mise, in una nota, spiegando che l'obiettivo del progetto è quello di creare una catena del valore sostenibile e innovativa che porterà l'Europa a produrre materie prime, celle, moduli e sistemi di batterie di nuova generazione e che consentirà la riconversione e il riciclaggio delle batterie con metodi innovativi e più efficienti.


In particolare, spiega, l'Italia partecipa al progetto, "su impulso del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, con ben 12 imprese (Endurance, Enel X, Engitec, Fca Italy, Fiamm, Fluorsid Alkeemia, Fpt Industrial, Green Energy Storage, Italmatch Chemicals, Manz Italia, Midac, Solvay) e 2 centri di ricerca (Enea e Fondazione Bruno Kessler), consolidando il proprio presidio innovativo nel campo delle batterie di nuova generazione grazie agli investimenti programmati attraverso questo grande progetto: l'erogazione di aiuti di Stato per oltre 600 milioni di euro produrrà un investimento totale di oltre 1 miliardo a livello nazionale".

Questo nuovo progetto integrato europeo, "favorendo la transizione dai combustibili fossili verso un'energia più pulita, risponde pienamente all'ambizioso obiettivo fissato dall'Unione europea che mira a trasformare radicalmente il proprio tessuto economico ed industriale, attraverso una transizione verde e digitale che porterà l'Europa alla neutralità climatica nel 2050", conclude il Mise.

fonte: www.ansa.it


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SACE in campo per il Green New Deal

Sostegno agli investimenti delle imprese per la riconversione dei processi industriali, economia circolare ed energie rinnovabili.









SACE sosterrà le imprese nella transizione all'economia 'verde', in ossequio al piano europeo Green New Deal, sostenendo finanziariamente interventi di riconversione dei processi industriali per ridurre sprechi ed emissioni inquinanti, investimenti in economia circolare e mobilità smart, oltre che nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

Dopo la firma della Convenzione operativa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, SACE ha già individuato alcuni progetti e approvato le prime sette operazioni targate Green New Deal per oltre 600 milioni di euro. Altre 200 aziende potenziali beneficiarie sono state oggetto di incontri nell'ultimo mese.


Possono essere finanziati con garanzie SACE, assistite dalla garanzia dello Stato italiano, i progetti presentati da aziende italiane, di qualsiasi dimensione, capaci di generare un beneficio significativo in almeno uno di questi obiettivi ambientali: mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi; uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; transizione verso l’economia circolare; prevenzione e riduzione dell’inquinamento; protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

“L’attenzione a sostenibilità e resilienza per tutti in chiave circolare è oggi imprescindibile – spiega l'AD di SACE, Pierfrancesco Latini -. Non solo perché è maturata la convinzione che ci troviamo ad operare in una nuova normalità, ma anche perché oramai è diffusa la consapevolezza che la sostenibilità rappresenta una grande opportunità di investimento, crescita e occupazione per le società moderne. In questo senso, la riconversione del tessuto produttivo italiano, attraverso il sostegno agli investimenti 'green', costituisce un’occasione unica per far crescere la competitività del nostro Paese nel mondo e noi siamo orgogliosi di sostenere le aziende italiane che contribuiranno a rendere “circolare” l’Europa. Ecco perché, invito tutti gli stakeholder interessati a bussare alla porta di SACE per dialogare con noi e aprirsi a nuove opportunità, contando sul nostro supporto”.


fonte: www.polimerica.it

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Stop alle trivellazioni in Italia respinto? Critiche le associazioni

Stop alle trivellazioni in Italia, bloccato il testo presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico: critiche dalle associazioni.




Forti critiche da parte delle associazioni ambientaliste dopo le indiscrezioni sul parere negativo ricevuto dallo stop alle trivellazioni in Italia. Oggetto della discussione la norma proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico, come ricordato in un comunicato congiunto da Greenpeace, Legambiente e WWF.

Se confermato, il no allo stop alle trivellazioni in Italia risulterebbe non soltanto negativo per il Bel Paese, ma anche contrario alle indicazioni provenienti dall’Unione Europea:

Respingere la norma sull’abbandono delle trivellazioni (possibilità di cui parlano alcune indiscrezioni di stampa) sarebbe una scelta non coerente con gli impegni assunti con l’Europa.

La norma sul progressivo abbandono delle trivellazioni di gas e petrolio in Italia, a cominciare da quelle nei nostri mari, proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico va nella giusta direzione della decarbonizzazione della nostra economia richiesta dall’Europa con l’European Green Deal e soprattutto con lo strumento Next Generation EU che assegna all’Italia nel suo complesso 209 miliardi di euro (il 37% da destinare ad azioni per il clima) e respingerla in Consiglio de Ministri vorrebbe dire contraddire le scelte green del Governo concordate con l’Europa.

La necessità di vietare le trivelle nei mari italiani è stata ribadita più volte dalle tre associazioni. Già dal 2019 è stato chiesto di varare una moratoria al riguardo, analogamente a quanto previsto in Francia dal 2017. Piattaforme che minacciano l’ambiente e coloro che vivono delle risorse naturali presenti. Hanno concluso Greenpeace, Legambiente e WWF:

Greenpeace, Legambiente e WWF ricordano che il settore dell’estrazione di gas e petrolio sul territorio nazionale (tutte le riserve petrolifere nei nostri mari coprirebbero il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane – dati MiSE) sopravvive artificiosamente per i numerosi incentivi, sovvenzioni e esenzioni che lo tengono forzosamente in vita: una per tutte l’esenzione dal pagamento dell’aliquota, al netto delle produzioni, per le estrazioni che arrivino sino 20 milioni di Smc di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma, e i primi 50 milioni di Smc di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in mare.

Un vero e proprio sussidio ambientalmente dannoso che sottrae alle casse dello Stato e alla comunità nazionale almeno 40 milioni di euro ogni anno (Catalogo dei Sussidi Ambientalmente Dannosi e Favorevoli – 2018).

fonte: www.greenstyle.it


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Tavolo per l'economia circolare nella plastica

Lo chiedono ai Ministri Gualtieri e Patuanelli la Federazione Gomma Plastica e i sindacati dei lavoratori chimici.








Durante la riunione preliminare all’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per il Settore gomma-plastica, Federazione Gomma Plastica (FGP) e Unionplast, insieme ai sindacati dei lavoratori chimici Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno accolto con favore l'intenzione del Governo di rinviare a luglio 2021 l’entrata in vigore della Plastics Tax.

Allo stesso tempo, hanno sollecitato ai Ministri Roberto Gualtieri (Economia e Finanze) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) l’istituzione di un “Tavolo Strategico” per la definizione di "un vero e proprio progetto per l’implementazione dell’Economia Circolare di Settore".

"L'industria della trasformazione di materie plastiche durante i mesi della pandemia, e nonostante questa, ha contribuito al mantenimento delle normali condizioni di sicurezza in aree vitali per la salute e il benessere dei cittadini - si legge in una nota congiunta diffusa da FGP e sindacati -. Per tale ragione è necessario verificare la possibilità di attivare progetti e individuare risorse per la definizione di un progetto di Economia Circolare di Settore, volto ad implementare maggiormente la raccolta, il recupero e il riciclo di quantità sempre crescenti di materiali plastici".

fonte: www.polimerica.it


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Biorepack, arriva il settimo consorzio Conai

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.

















Biorepack è ufficialmente il settimo consorzio di filiera Conai: l'approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile da parte del Ministro dell'Ambiente e del Ministro dello Sviluppo Economico è stata sancita con la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale di sabato 14 novembre (vedi testo).

Costituito a Roma il 26 novembre 2018 da sei tra i principali produttori e trasformatori di bioplastiche – Ceplast, Ecozema-Fabbrica Pinze Schio, Ibi plast, Industria Plastica Toscana, Novamont e Polycart – Biorepack si occuperà della gestione a fine vita degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile che possono essere riciclati con la raccolta della frazione organica dei rifiuti e trasformati, con specifico trattamento industriale, in compost o biogas.

“Siamo estremamente soddisfatti – commenta Marco Versari, presidente di Biorepack (oltre che di Assobioplastche) - perché con l’approvazione dello Statuto viene riconosciuta la specificità di un materiale con un fine vita del tutto peculiare rispetto a quello degli altri presidiati dagli attuali sei consorzi di filiera del Conai. Essere il primo consorzio europeo per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica significa fare un passo avanti senza confronti nel campo del riconoscimento del valore del riciclo biologico e consentire al nostro Paese di rafforzare la sua leadership nel settore della bioeconomia circolare".
"Siamo pronti sin da subito a collaborare con Conai, con gli altri consorzi e con ANCI per coordinare e ottimizzare la gestione del riciclo, affinché i cittadini possano conferire correttamente nella raccolta dell’umido domestico gli imballaggi in bioplastica e l’Italia incrementare i risultati di riciclo”, conclude Versari.

fonte: www.polimerica.it


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Economia Circolare: Ecco il piano Mise per il Recovery Fund



Sono ben 5,2 i miliardi di euro proposti per il Piano d’azione per l’economia circolare nel documento MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) per il Recovery Fund italiano da 209 miliardi. Il documento – letto in anteprima da Materia Rinnovabile - al momento rimane solo una delle proposte che Palazzo Chigi dovrà valutare entro metà ottobre, in attesa del progetto ufficiale da inviare alla UE. Ma c’è da scommettere che difficilmente sarà escluso dal piano finale per usare i fondi di Next Generation EU.

Decarbonizzazione, efficienza ed economia circolare

Il Piano è una delle proposte più articolate nella sezione inerente a decabonizzazione e ambiente. Nello specifico rilancia la definizione della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, definendo un programma di monitoraggio, indici e indicatori nazionali. Non a caso il Ministero dell’Ambiente ha annunciato proprio ieri la nomina dell’ingegnere Laura D’Aprile a capo della Direzione Generale per l’Economia Circolare. D’Aprile si occuperà della promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare; della gestione integrata del ciclo dei rifiuti e dei programmi plastic free e rifiuti zero; della pianificazione, tracciabilità e vigilanza sul ciclo integrato dei rifiuti; di attuazione e implementazione del sistema dei criteri ambientali minimi (CAM) e acquisti pubblici verdi.
Le reazioni alla proposta sono positive. “Questo, se approvato, sarà un investimento che da oggi al 2026 permetterà all'Italia di virare verso un modello circolare”, commenta la senatrice Patty L’Abbate, autrice del libro “Una nuova economia ecologica”. “Aver recepito le direttive EC non basta, è necessario accompagnare la transizione con incentivi, linee guida, con l'ascolto degli stakeholder. Gli attori della ‘filiera inversa’ sono in grado di visualizzare i punti critici con il supporto di esperti, di green manager. Abbiamo bisogno dunque di formare figure professionali di ogni grado, ricercatori, tecnici e comunicatori green per raggiungere questi obbiettivi”.
Per controllare l’implementazione, il MISE propone poi di istituire un piano di monitoraggio, indici e indicatori nazionali per l’economia circolare e la redazione di un Rapporto annuale a scala nazionale su economia circolare ed efficienza delle materie prime e seconde, oltre che attivare un programma di comunicazione e promozione verso il pubblico e le imprese e rafforzare il ruolo della Italian Circular Economy Stakeholder Platform.

Formazione e ricerca

Un intero paragrafo è dedicato a rafforzare le competenze professionali, il trasferimento tecnologico e il supporto alle PMI. Nella lista ci sono numerose proposte occupazionali per le nuove professioni dell’economia circolare: sviluppo della figura professionale del Resource Manager con programmi di formazione, tirocini e certificazioni professionali , promozione Ricerca & Sviluppo ed il trasferimento tecnologico, anche attraverso l’attivazione di programmi di dottorato e post dottorato dedicati all'economia circolare e verde, sostenere la figura degli analisti per gli “Audit tecnologici” per l’efficienza dell’uso delle materie prime e seconde, con particolare riferimento alle PMI, promozione del re-design in ottica circolare per settori ad alto consumo di materie prime.
“Promuovere programmi di formazione, tirocini e certificazioni dedicati all'economia circolare e alla green economy è una fondamentale risorsa per accrescere le competenze delle figure professionali in azienda”, commenta Camilla Colucci di Circularity. “Per questo serve dare vita a nuovi percorsi di formazione in modo che le imprese abbiano sempre di più la capacità e le risorse interne per efficientare i loro processi produttivi in ottica di valorizzazione delle risorse”.
Interessante anche la proposta di un hub tecnologico nazionale e centri di competenza territoriali per l’economia circolare a supporto del sistema produttivo. Possibili candidati potrebbero essere incubatori già esistenti come il maxi-incubatore Progetto Manifattura di Rovereto o Cariplo Factory a Milano.

Certificazioni e strumenti finanziari

Nel terzo paragrafo si elencano una serie di misure per aree urbane e rurali, dalla digitalizzazione dei servizi di riciclo e riuso all’attuazione della normativa End of Waste, alla promozione del GPP tramite CAM, Rafforzare il ricorso agli strumenti di Certificazione Ambientale, Eco-label, ed altri strumenti per l’efficienza dell’uso delle risorse. Tutti settori che richiederanno nuove professionalità, che però in alcuni casi mancano ancora al mercato del lavoro.
Il documento conclude elencando gli strumenti finanziari per rafforzare l’industria e relative filiere nazionali (inclusi i servizi). Nella lista sono compresi i voucher per l’economia circolare in azienda, meccanismi premiali con nuovi strumenti finanziari, inventivi alle imprese per R&S, investimenti fissi in aree di aggregazione industriale, acquisizione di servizi da parte di personale specializzato, formazione/occupazione di personale altamente qualificato.

fonte: https://www.renewablematter.eu


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Autoconsumo e comunità energetiche, firmato il decreto incentivi

Firmato dal Ministero dello Sviluppo Economico Patuanelli il decreto attuativo che regolerà gli incentivi per l'autoconsumo e le comunità energetiche.





Il Ministro dello Sviluppo Economico ha firmato il decreto attuativo per l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche. A darne comunicazione lo stesso ministero diretto da Stefano Patuanelli. Obiettivo del provvedimento un’azione di supporto alle rinnovabili e di stimolo della “transizione energetica ed ecologica del sistema elettrico” italiano.

Il decreto attuativo per incentivare l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche conterrà risvolti “ambientali, economici e sociali per i cittadini”. Ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli:

Con grande soddisfazione ho firmato oggi il decreto che introduce un incentivo a sostegno delle comunità energetiche e dell’autoconsumo. Si tratta di una svolta importante, che consentirà di sviluppare ulteriormente nel nostro Paese la produzione di energia da fonti rinnovabili, permettendo al contempo ai cittadini, alle PMI, agli enti locali di consumare l’energia che producono.

Incentivi, cosa cambierà per i consumatori italiani

Come ricordato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico, il decreto attuativo approvato va a rendere operativa una misura inserita nel decreto Milleproroghe (2019). Oggetto del provvedimento l’autoconsumo collettivo da parte di famiglie e altri nucluei inclusi nel medesimo condominio o edificio.

Regolamentate anche le comunità energetiche, aperte a enti locali, PMI, ma anche persone fisiche, con riferimento territoriale più ampio rispetto al singolo comprensorio. L’autoconsumo verrà promosso anche attraverso i sistemi di accumulo. Per la definitiva entrata in vigore si attende soltanto la registrazione da parte della Corte dei Conti.

Cosa cambia per i consumatori? Il Ministero dello Sviluppo Economico va a introdurre una tariffa relativa all’energia autoconsumata, con importi differenti tra autoconsumo collettivo e comunità energetiche:

100 euro/MWh per l’autoconsumo collettivo;
110 euro/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.

In termini di tempo, l’incentivo viene riconosciuto per un arco di 20 anni. A gestirlo sarà il GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Altra notizia importante è la misura sarà cumulabile con il Superbonus al 110%, ferma restando la necessità di rispettare i limiti previsti dalla legge. 
In tal senso il ministero punta a trasformare l’attuale sistema elettrico centralizzato, alimentato da combustibili fossili, in un sistema decentrato ed efficiente, alimentato con energie pulite, inesauribili e non inquinanti.

Autoconsumo e comunità energetiche, Ministro Costa

In relazione all’approvazione del decreto attuativo è intervenuto anche il Ministro dell’Ambiente. Sergio Costa ha dichiarato in un post apparso sui suoi canali social:


Una vera rivoluzione in termini di produzione e consumo di energia. Da oggi famiglie in condomini o in singole case, aziende e imprese, enti locali e territoriali potranno attivarsi per produrre e auto consumare l’energia rinnovabile da impianti fino ai 200 kW di potenza. Quindi la condivisione avverrà tra più edifici liberando sempre più persone dal consumo di energia prodotta dal fossile.

Ha proseguito il Ministro Costa:

È l’inizio di un nuovo capitolo nella storia energetica e ambientale del nostro Paese. Un nuovo capitolo anche nel panorama energetico europeo, visto che l’Italia è tra i primi Paesi UE a inaugurare il modello dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche.

fonte: www.greenstyle.it


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Superbonus 110% verso la stabilizzazione?

 














Le risorse che dovranno arrivare dall'Europa con il Recovery Fund potrebbero essere in parte impiegate per rendere strutturali alcune misure, tra cui le detrazioni maggiorate del 110%.

La scadenza al 31 dicembre 2021 delle detrazioni maggiorate per efficienza energetica, antisismica e fotovoltaico "stava stretta" un po' a tutti.

Ufficialmente si poteva accedere al Superbonus fin dal 1° luglio 2020. Tuttavia, per mettere insieme tutti i "tasselli" normativi utili a dare il via a questo incentivo, che il settore dell'edilizia ha accolto con grande favore, i tempi si sono un po' allungati.

Ora il "puzzle" normativo può dirsi completo, anche se manca ancora la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dei decreti sui requisiti minimi e le asseverazioni - decreti già firmati da Patuanelli e pubblicati sul sito del Ministero delle Sviluppo economico.

Considerando che siamo a settembre e che i lavori per accedere al Superbonus devono essere conclusi al 31 dicembre 2021, appare chiaro che di tempo non ne resti poi molto.

In tanti avevano auspicato e qualcuno aveva proposto una proroga di 3 anni. Ma, in un'intervista rilasciata al giornale "La Stampa", il Ministro Patuanelli si è spinto oltre: la sua intenzione è quello di rendere strutturali le detrazioni maggiorate del 110%.

Nel delineare come utilizzare al meglio le risorse del Recovery Fund, il Ministro ha, infatti, affermato che per quanto riguarda il suo Ministero sono stati individuati "tre filoni: transizione digitale e ambientale, rafforzamento del sistema produttivo".

Nello spiegare cosa intendesse con "rafforzamento produttivo", il Ministro ha affermato: "da un lato vogliamo sostenere chi vuol fare investimenti e riportare produzioni delocalizzate, il cosiddetto reshoring. Dall’altra consentire un miglior accesso al credito aiutando la ricapitalizzazione delle imprese. Stiamo studiando interventi “verticali” sulle filiere, come quella dell’aerospazio, per Leonardo e le aziende minori dell’indotto. Il Recovery servirà poi a sviluppare un piano nazionale dell’acciaio. Con un altro piano europeo - il Just Transition Fund - si potrà sostenere la decarbonizzazione dell’Ilva. Infine ci sarà la parte di interventi 'orizzontali' per rendere strutturali le misure che le citavo prima, dal Superbonus edilizio a quello per l’innovazione delle imprese, il piano Transizione 4.0 di cui dovremo anche potenziare le aliquote".

Riuscirà il Governo a portare a termine questa ardua impresa? Vi terremo informati.


Riferimenti

L'intervista completa al Ministro Patuanelli

Superbonus 110% - detrazioni fiscali 110% per efficienza, fotovoltaico e antisismica
in Nextville (Incentivi e bandi)


fonte: www. nextville.it

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Nasce l’Alleanza Italiana batterie, il patto fra ricerca e industria

Ministro Patuanelli: “Questa piattaforma rafforzerà la nascente value chain italiana”. Tra i compiti della nuova intesa anche quello di definire le priorità nazionali di R&I sul breve e lungo periodo




È stata inaugurata lo scorso venerdì l’Italian Battery Alliance (Alleanza Italiana Batterie), la piattaforma tecnologia dedicata all’energy storage. Promossa dal Ministero dello Sviluppo economico, la nuova alleanza avrà un compito impegnativo: replicare entro i confini nazionali quell’accordo tra mondo della ricerca e industria, lanciato a livello comunitario dalla European Battery Alliance.

L’obiettivo principale è essenzialmente fare squadra. L’Alleanza Italiana Batterie creerà, infatti, un’unica voce nazionale sull’accumulo chimico, accentrando competenze e know how di imprese e scienziati. “Questa iniziativa ha una valenza particolarmente strategica”, spiega il Ministro Stefano Patuanelli.

“Rafforzerà la nascente value chain italiana – afferma il Ministro – creerà le condizioni per lo sviluppo di una industria competitiva delle batterie e accoglierà le sollecitazioni degli stakeholder, imprese, centri di ricerca, associazioni imprenditoriali in un settore di primo piano a livello di politica industriale ed energetica”. Ma soprattutto permetterà di partecipare ai tavoli europei “in maniera più coesa e coordinata”.
Primi fermenti sull’accumulo elettrochimico in Europa

Il valore del mercato delle batterie prodotte in Europa potrebbe raggiungere i 250 miliardi di euro entro la metà del 2020. E al di là dell’impulso allo sviluppo “collaborativo” impartito da Bruxelles all’intero Blocco, alcuni Stati Membri si sono già mossi nei confini nazionali per strutturare il rapporto tra R&S e industria. In primis, la Germania, il cui governo ha creato un fondo da 1 miliardo di euro per sostenere ricerca e sviluppo nel campo dell’accumulo; le risorse stanno alimentando una serie di programmi di R&I lungo l’intera catena del valore delle batterie (celle, materiali, processi, tecnologie), per favorire il trasferimento ad applicazioni industriali. Stesso percorso per Francia e Slovacchia con le rispettive piattaforme di collaborazione tecnologica, l’Alliance Nationale de Coordination de la Recherche pour l’Energie, e la Slovak Battery Alliance.

Con la nuova Alleanza Italiana batterie, anche il Belpaese si inserisce formalmente in questi primi fermenti europei sull’energy storage. L’iniziativa sarà coordinata dall’ENEA, già guida del gruppo di lavoro nazionale sulle batterie nell’ambito del SET Plan, come sottolinea il presidente dell’Agenzia, Federico Testa. “L’ENEA ha presidiato sin dall’inizio le iniziative europee sulle tecnologie di accumulo, favorendo il più ampio coinvolgimento degli stakeholder italiani e partecipando ai tavoli europei con ruoli di rilievo nella governance e nel management. Vogliamo contribuire allo sviluppo di un’industria nazionale ed europea in grado di assicurare i volumi necessari alla mobilità elettrica e alle esigenze di accumulo stazionario a supporto della rete elettrica, ovviando all’attuale situazione di dipendenza dai Paesi Asiatici”.

La Piattaforma Italiana Batterie lavorerà per creare le condizioni di sistema affinché la partecipazione delle realtà italiane ai futuri programmi internazionali e comunitari sia più ampia. 


Per questo motivo dovrà:

  1. individuare le potenzialità di rafforzamento della catena del valore;
  2. definire le priorità nazionali di R&I di breve e lungo periodo in una roadmap tecnologica;
  3. mettere a sistema le agende di R&I di ricerca e industria a livello nazionale;
  4. favorire l’allineamento dei programmi/iniziative di finanziamento pubblico ai diversi livelli nazionale/regionale, anche in vista della nuova programmazione dei fondi strutturali e promuovere lo sviluppo tecnologico e l’iniziativa industriale.


fonte: www.rinnovabili.it

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Ecobonus veicoli green, al via la nuova fase di prenotazione




Dall'8 luglio e fino al 20 novembre 2019 è aperta la nuova fase di prenotazione per accedere agli incentivi per l'acquisto di auto elettriche e ibride. Per quest'anno, sono ancora disponibili più di 39 milioni di euro.


Con il Dm 20 marzo 2019, il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato le modalità operative per accedere agli incentivi previsti dalla Legge di bilancio 2019(Legge 145/2018) per il sostegno alla mobilità sostenibile e cioè: sconti sul prezzo di acquisto di auto, moto e scooter elettrici o ibridi e detrazioni fiscali per l'installazione di punti di ricarica.

Per ricevere lo sconto sulle auto elettriche e ibride (categoria M1) occorre recarsi dal venditore, fare un ordine di acquisto e versare un acconto. Il venditore, a sua volta, deve registrarsi sul portale del Ministero dello Sviluppo economico (Piattaforma Ecobonus) e prenotare l'incentivo, inserendo i dati relativi all’ordine e all'importo versato in acconto.

La seconda fase di prenotazione si è aperta alle ore 12:00 dell'8 luglio 2019 e si chiuderà il 20 novembre 2019. Dalla prenotazione si avranno poi fino a 180 giorni di tempo per la consegna del veicolo.

Per questa seconda fase sono ancora disponibili 39.870.000 euro. Per assicurare procedure di prenotazione corrette e trasparenti, sul sito del Ministero sarà presente un contatore di risorse per mostrare in tempo reale i fondi disponibili.

Per maggiori informazioni sull'entità degli incentivi, vedi i Riferimenti in basso.
Riferimenti

Dm Sviluppo economico 20 marzo 2019 - Incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi - Disciplina applicativa
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)


Legge 30 dicembre 2018, n. 145 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale 2019/2021 - Stralcio - Disposizioni in materia di rifiuti, acque, appalti, energia, territorio, trasporti, inquinamento acustico
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)


Incentivi per auto, moto e scooter green: tutto quel che c'è da sapere
in Nextville (Incentivi e bandi)




fonte: www.nextville.it

Decreto FER 1, c'è la firma dei Ministri Di Maio e Costa


















È ufficiale: il decreto FER 1 è stato firmato dai Ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente, e quindi inviato per la registrazione alla Corte dei Conti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.


Secondo i dati riportati nel comunicato stampa del MiSE, l'attuazione del provvedimento consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di circa 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il regime di sostegno all'idroelettrico, intorno al quale negli ultimi mesi si erano concentrate le attenzioni del Governo e della Commissione Ue, risulta che "saranno ammessi agli incentivi solo gli impianti idroelettrici in possesso di determinati requisiti che consentano la tutela dei corpi idrici, e in base a una valutazione dell’Arpa". Il comunicato stampa del MiSE conferma anche il premio di 12 €/MWh - in aggiunta agli incentivi sull’energia elettrica - per gli impianti fotovoltaici realizzati al posto delle coperture in amianto o eternit.

"Un grande lavoro di squadra dei due ministeri, Ambiente e Sviluppo economico, che darà impulso alla produzione di energia rinnovabile, creando migliaia di nuovi posti di lavoro – ha dichiarato Di Maio – e puntando alla attuazione della transizione energetica, in un’ottica di decarbonizzazione".

"E’ una vera e propria rivoluzione copernicana, un cambio di paradigma – ha commentato Costa – si premia l’autoconsumo di energia per gli impianti su edificio fino a 100 kW e l’eliminazione dell’amianto, si incentiva la produzione di energia sostenibile oltre che rinnovabile. Questo decreto è una grande opportunità di sviluppo e di tutela ambientale".

Purtroppo i due ministeri non hanno diffuso il testo definitivo del provvedimento, per il quale occorrerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Riferimenti

Rinnovabili, Di Maio e Costa firmano il decreto FER1
il comunicato stampa del MiSE



fonte: www.nextville.it

Decreto FER1, in dirittura d’arrivo ma con modifiche al mini idro

Dai requisiti per accedere agli incentivi per l’idroelettrico alle nuove modalità di premialità per l’autoconsumo fotovoltaico: ecco cosa cambia nell’ultima versione del decreto


















Dopo l’ok di Bruxelles, il decreto FER1 torna nelle mani dei Ministeri competenti per le ultime limature e la pubblicazione. Un passaggio obbligato soprattutto se si considera che il ritardo accumulato in questi mesi aveva fatto decadere le prime date d’asta inserite nel provvedimento. Ancora nessuna tempistica certa sulla firma del testo finale: la bozza attuale, l’ultima versione ritoccata dal Ministero dell’Ambiente e consegnata nel mani di quello dello Sviluppo Economico, riporta novità per venire incontro ad alcune delle osservazione della Commissione europea. Il grande nodo da sciogliere è ovviamente quello riguardante il mini idroelettrico.

La revisione del testo, in ambito dei requisiti specifici per accedere agli incentivi del decreto FER 1, introduce una doppia possibilità per i progetti di mini idroelettrico. La prima richiede la certificazione da parte dell’ente locale che ha rilasciato la concessione, delle  “quattro i” del decreto 23 giugno 2016 (articolo 4, comma 3) ossia che l’impianto
i. sia realizzato su canali artificiali o condotte esistenti, senza incremento né di portata derivata dal corpo idrico naturale, né del periodo in cui ha luogo il prelievo;
ii. utilizzi acque di restituzioni o di scarico di utenze esistenti senza modificare il punto di restituzione o di scarico;
iii. utilizzi salti su briglie o traverse esistenti senza sottensione di alveo naturale o sottrazione di risorsa;
iv. utilizzi parte del rilascio del deflusso minimo vitale al netto della quota destinata alla scala di risalita, senza sottensione di alveo naturale.

In alternativa si potrà richiedere al Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) l’attestato di conformità alle Linee guida sulla qualità dei corpi idrici emanate nel 2017 dal Ministero dell’Ambiente. Il concessionario è tenuto ad allegare la medesima verifica alla documentazione da trasmettere al GSE.

Altre novità apportate rispetto la precedente versione, il numero e le date delle gare: per ovvi motivi le aste non partiranno prima di settembre. Per la precisione il testo riporta la prima gara il 30 settembre 2019, riducendo di una sessione le aste previste e aumentando di conseguenza il contingente dell’ultima.

Cambiano anche le modalità di riconoscimento del premio sull’autoconsumo: per gli impianti di potenza fino a 100 kW su edifici, sulla quota di produzione netta consumata in sito è attribuito un premio pari a 10 euro il MWh cumulabile con quello per i moduli in sostituzione di coperture contenenti amianto. Il premio è riconosciuto a posteriori a patto che l’energia auto consumata sia superiore al 40% della produzione netta.

fonte: www.rinnovabili.it

Anche l’Italia vuole un posto nell’industria delle batterie ecologiche

Il MiSe pubblica l’invito a manifestare interesse per un progetto su scala europea dedicato alla progettazione e produzione di celle e moduli di batteria di nuova generazione



















A dicembre 2018 l’Italia ha annunciato il proprio impegno nello sviluppo di un approccio comune con cui stabilire in Europa una produzione di batterie ecologiche e innovative. A dare manforte a questa ambizione è oggi un invito rivolto al comparto industriale nazionale: fino al 28 febbraio, il Ministero dello Sviluppo Economico raccoglierà – attraverso la sua Divisione V Politiche europee e aiuti di Stato – le manifestazioni di interesse a prender parte al primo “importante progetto di comune interesse europeo” (IPCIE) in tema batterie.
L’IPCIE o IPCEI (per dirlo con l’acronimo inglese) è uno degli strumenti individuati dalla stessa European Battery Alliance per sostenere finanziariamente la crescita di un mercato dell’accumulo comunitario che tenga testa alla concorrenza asiatica e statunitense. L’etichetta contraddistingue quei progetti che “contribuiscono alla crescita economica, all’occupazione e alla competitività dell’Europa” e che, per questo motivo, possono essere sostenuti dalla spesa pubblica coprendo fino al 100% dell’investimento necessario.

La continua innovazione tecnologica e la contestuale rapida obsolescenza elettronica, in un contesto di transizione energetica, conducono verso una forte crescita del fabbisogno di batterie per mobilità (elettrificazione dei veicoli) e applicazioni fisse”, si legge nell’invito pubblicato su sito del MiSE. “Data la natura di questo settore e del suo peso economico, l’affermarsi di un’offerta industriale nel settore delle batterie è un obiettivo prioritario del governo italiano”.

Per poter partecipare all’IPCEI sulle batterie ecologiche, le aziende interessate devono far parte della catena del valore (dalla produzione di materie prime al riciclo) e devono, ovviamente, avere un progetto d’investimento in Italia, che riguardi la fase di R&S e di primo sviluppo industriale, caratterizzato da forti innovazioni rispetto allo stato dell’arte mondiale nel settore. “L’impresa deve impegnarsi a diffondere le nuove conoscenze acquisite nell’ambito dell’opera finanziata al di là dei suoi clienti e fornitori – si legge ancora – l’IPCEI deve consentire un’ampia diffusione delle conoscenze acquisite, protette o meno da un titolo o da un diritto di proprietà intellettuale”. Il progetto tecnico dell’impresa deve essere cofinanziato dall’impresa beneficiaria e può anche essere cofinanziato con fondi europei.

fonte: www.rinnovabili.it

Piano nazionale energia e clima, proposta inviata a Bruxelles

L' 8 gennaio, il Ministero dello sviluppo economico ha inviato alla Commissione europea la "proposta" di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC).








Il documento, che consta di ben 238 pagine, è frutto di un lavoro di squadra tra i ministeri Ambiente, Sviluppo economico e Trasporti, con il supporto di GSE, RSE, ISPRA, ENEA, Politecnico di Milano e ARERA.

Uno dei principali obiettivi del Piano è l'obiettivo di copertura, nel 2030, del 30% del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi europei. In particolare, l’obiettivo per il 2030 prevede un consumo finale lordo di energia di 111 Mtep, di cui circa 33 Mtep da fonti rinnovabili. Invece, la quota di energia da FER nei consumi finali lordi di energia nei trasporti è stimata al 21,6% (con 6 milioni di veicoli elettrici), a fronte del 14% previsto dalla Ue.

Per quanto riguarda l'efficienza energetica, il Piano prevede una riduzione dei consumi di energia primaria del 43% a fronte di un obiettivo UE del 32,5%. La riduzione dei gas serra per i settori non ETS è stimata al 33%, obiettivo superiore del 3% rispetto a quello previsto da Bruxelles.

Il Piano è vincolante per l’Italia: una volta che l’Europa lo avrà approvato, non si potrà prescindere dagli obiettivi elencati.

Particolarmente soddisfatto del Piano si è dichiarato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa: "Nel 2024 gli obiettivi potranno essere revisionati solo al rialzo, ecco che il 30% delle rinnovabili potrà diventare il 32% e magari anche di più, partendo però già da un obiettivo ambizioso e nello stesso tempo concreto e realizzabile".

Il Sottosegretario allo sviluppo economico con delega all’energia Davide Crippasottolinea che il Piano, per raggiungere i propri obiettivi, "avrà bisogno del sostegno e della collaborazione attiva da parte di tutti gli stakeholders, sia nella fase di predisposizione che di realizzazione. Per questo, prevediamo una consultazione a tutti i livelli e, soprattutto, con le parti interessate, comprese le parti sociali. Oltre alla consultazione tramite la VAS (Valutazione ambientale strategica) contiamo di realizzare un percorso strutturato di confronto attraverso tavoli tematici di lavoro che coinvolgeranno i diversi player".

A breve, inoltre, nel corso di un evento pubblico verrà presentato il portale dedicato al PNIEC, pensato per essere uno spazio di informazione e di dialogo sulle principali tematiche oggetto del piano.

fonte: www.nextville.it